venerdì 25 agosto 2023

Quando gli asini raglianti del Cammino lamentano di percepire "odio" da questo blog, ricordatevi che...

E addirittura la chiamano "liturgia"
Nella mentalità neocatecumenale il ricevere delle critiche, anche fondate, giustificate, documentate, caritatevoli, costituisce sempre un'insopportabile "persecuzione", un'ingiusto "odio", una terribile "calunnia", un insensato "gettar fango", e via di questo passo mantenendo saldamente la prima posizione nella classifica del vittimismo. Gli adepti del Cammino recitano ufficialmente la parte dei mansueti agnellini che subiscono in silenzio (ma dietro le quinte fanno partire la character assassination e le vendette trasversali).

Ai fratelli delle comunità neocatecumenali che ci accusano di percepire dai nostri commenti un qualche "odio" verso il Cammino, basterebbe invitarli a leggere a casaccio alcune delle quasi 2800 pagine pubblicate su questo blog (non necessariamente le centinaia di migliaia di commenti), in cui troveranno:

- testimonianze di chi il Cammino l'ha fatto, e ha scoperto che qualcosa non andava, e che magari ha tentato di correggere ma è stato espulso, oppure è stato messo in condizione di non poter far niente, e quasi sempre è stato insultato, diffamato, infangato, aggredito, calunniato, mobbizzato, doxxato, eccetera;

- documenti della Chiesa, da omelie di prelati a decisioni del Papa, da avvisi di parroci a lettere pastorali dei vescovi, da libri di teologi a documenti conciliari, eccetera, che - implicitamente o esplicitamente, direttamente o indirettamente - condannano le attività e gli insegnamenti del Cammino Neocatecumenale, dei suoi autonominati "iniziatori" e dei loro cosiddetti "catechisti" e "responsabili" ed "itineranti" ed "equipe" e tutto;

- articoli sulla stampa, libri, servizi giornalistici, eccetera; anche di quelli che non conoscevano l'esistenza del Cammino ma ne notano i cosiddetti "frutti", come ad esempio la devastazione lasciata dai kikolatri nelle grandi manifestazioni;

- materiale (commenti, foto, video) pubblicamente postato dai fratelli neocatecumenali sui pubblici social network in modo che il pubblico non neocatecumenale possa vedere, leggere, farsi un'idea sul Cammino, sulle sue strampalate liturgie, sul suo eretico insegnamento, magari anche sulle sue perfide tradizioni (come la cosiddetta "Decima"), eccetera.

E di fronte a tutto questo, gli asini raglianti - senza offesa per i quadrupedi veri - cosa fanno? Lamentano "odio". Ci accusano di "infangare". Addirittura si vantano di essere "perseguitati".

Tanta asineria non è dovuta alla loro mancanza di intelligenza (o almeno, non sempre). È dovuta invece alla malafede. Infatti di fronte alle cose sopra elencate - che questo blog si limita a citare, ricordare, portare all'attenzione, senza alcuna pretesa di essere esaustivo -, gli asini in questione ragliano di credere che sarebbe tutto falso. Tutto, ma proprio tutto falso, cioè non ammettono neppure una riga.

Credono che ogni testimonianza non proprio favorevole Cammino - tutte, dalla prima all'ultima - sarebbe dettata da malafede e cattiveria gratuita. Credono che sia impossibile che qualcuno, parlando contro il Cammino, stia dicendo la verità, credono impossibile che abbia capito qualcosa di vero e lo stia comunicando.

Nella loro grande asineria, credono che il Papa avrebbe torto a rimbrottarli, credono che le «decisioni del Santo Padre» contro la liturgia del Cammino sarebbero inesistenti o comunque automaticamente abolite. Credono che i teologi che hanno scovato un'enorme valanga di errori nell'insegnamento neocatecumenale sarebbero tutti in errore, ma senza saper spiegare perché. Credono che il mettere a tacere chiunque critichi il Cammino significherebbe cancellare anche il valore di tali critiche. (E basterebbe già questo a capire che ai kikolatri non gliene importa niente della verità, della correttezza, dell'onestà, del rapporto col Signore). Proprio una mentalità da setta fanatica.

16 commenti:

  1. La veste bianca griffata kikolone ,viene fatta passare come un esclusiva riservata che ostracizza non solo i cristiani della domenica, ma anche i famigliari, che devono sopportare i nuovi profeti svitati che con somma arroganza ,quando fanno le carnevalate chiuse ,avvertono gli altri se possono accompagnarli o no !Ma non dovevano essere il sale della terra ............?

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  2. Ambiente cattolico: "ho sentito più volte che ci criticano su questo punto, cosa possiamo fare per correggerlo o almeno chiarire gli equivoci? non vorrei che per sbadataggine nostra (o per colpa di qualcuno qui) la Chiesa debba fare una figuraccia".

    Ambiente neocatecumenale: "ho sentito più volte, anzi, pochissime, che ci criticano su questo punto, che però è una cosuccia da niente, e poi siamo approvati, e poi ci perseguitano perché evangelizziamo e il diavolo è invidioso di noi, e poi siamo la fede adulta e la nueva estetica che salverà la Chiesa trasformandola in comunità di comunità neocatecumenali".

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  3. Ricordo un episodio quando i catechisti raccontarono di andare in un monaster con delle aspiranti suore e che l'arte antica "trasmetteva depressione" perche tutto era scuro...
    E invece la luoro nuova estetica porta allegria al solo vederla perche piu colorata e allegra..

    Puo essere che da un punto di vista estetico a qualcuno possa piacere di piu la pittura arguellana, pero non e' che un dipinto mi da la fede e un dipinto me la toglie..
    Poi le cattedrali e chiese antiche erano progettate per avvicinare l'uomo a Dio, mentre le chiese di Kiko sono ambienti freddi e spogli.

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    1. C'è un senso profondo in tutte le scelte dell'arte sacra, al di là di ciò che mostrano. Le tonalità dei colori, i simboli, le distanze, le dimensioni (edifici altissimi con pianta a croce, cioè una delle forme più complesse nell'architettura, specialmente quando non esistevano né i computer né l'energia elettrica)... tutto doveva dare un messaggio che non era da comprendere come una spiegazione, come una lezione a scuola, ma era da comprendere nell'intimo, nel profondo del proprio cuore, a lungo termine, col passare degli anni.

      Gli sgorbi di Kiko, inutilmente "chiassosi" come tonalità di colore, stupidamente "piatti" come varietà di colori e luci, non danno il senso del sacro. Al massimo ti danno l'impressione di una "didascalia", di una spiegazione (e dunque non è un caso che Kiko si autorappresenti nella figura del Redentore).

      Comunque anche Kiko ha dipinto certe brutture molto cupe nei colori (per esempio quegli "occhi neri" che danno un'impressione di qualcosa di diabolico, o almeno di morto), e l'arte tradizionale ha saputo usare molto bene i colori vivi e luminosi (si consideri ad esempio l'«Annunciazione» del Beato Angelico).

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    2. Naturalmente nel Cammino l'unica "arte" che viene apprezzata è quella di Kiko, dipinti, canti, suppellettili sacre... Al limite, quando bisogna far bella figura davanti al vescovo "faraone", tirano fuori qualcosa che non sia di kikiano, fingono di apprezzare anche qualcosa di diverso dalle deiezioni di Kiko.

      Al contrario, negli altri movimenti ecclesiali, c'è una notevole varietà. Ricordo un giovane seminarista lamentarsi bonariamente del Figliuol Prodigo di Rembrandt perché lo trovava usato dappertutto, nel movimento ecclesiale, nella parrocchia, nell'associazione cattolica, nel libretto del santuario, nell'altro movimento... "praticamente tutti apprezzano quel quadro". Cioè Rembrandt non apparteneva a nessuno di quei gruppi eppure tutti lo sapevano apprezzare. E ricordo le immaginette-ricordo delle ordinazioni sacerdotali, che pescavano dall'arte sacra antica e moderna senza dover proclamare etichette di appartenenza.

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    3. Affreschi e dipinti nelle chiese si sono scuriti nei secoli per i prodotti di combustione dalle candele o perché si è degradato il fissativo, oppure a causa di reazioni chimiche lente del medium che è stato usato per legare il pigmento. Quando vengono restaurate, queste opere scurite tornano alla magnificenza originale.

      Solo i kikatekisti kikokoriti, inevitabilmente ed irrimediabilmente incrostati di ignoranza, possono propagandare a pappagallo la storiella kikiana della tristezza dell'arte "antica".

      Se proprio ci tengono a fare qualcosa di religioso, questi individui sarebbero degli ottimi candidati al voto di silenzio, dal momento che fanno cadere le braccia ogni volta che aprono bocca.

      A. Non.

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  4. Ai miei tempi l'ostario era un eroe a portare l'icona abbinata al nuovo canto annuale di santo kiko alla convivenza d'inizio corso, e tutti noi santi vivi che dovevamo soddistare (oliare ) le richieste del vescovo che aveva i poveri alle porte della curia,salvo poi trasformare una colonia estiva marina per i bambini poveri in un resort 5 stelle per i nuovi turisti che sbarcano dalle crociere.Tempi da boomer che ora sono leggenda & mito & noia per le nuove generazioni.

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  5. Promemoria per i non addetti ai lavori: "siamo approvati" è come la patente di guida, cioè non ti consente di andare contro la legge.

    Un'approvazione data dall'autorità della Chiesa è sempre qualcosa di circoscritto, non include l'approvazione a qualsiasi idea venga in testa a un autonominato "iniziatore".

    Lo Statuto del Cammino non autorizza né eresie, né "nueve estetiche", né strafalcioni liturgici, né guerre ai vescovi, eccetera, così come la patente di guida non autorizza la "guida pericolosa" né altri reati.


    Vedo intanto che c'è gente che (nientemeno!) si vanta di aver avuto "Carmen '63" come accompagnamento della scelta vocazionale. Mi tornano in mente i pischelletti che si vantavano di aver avuto non so quale pezzo trash metal o new-age come accompagnamento vocazionale o lezione di vita, musichette orrende ma almeno avevano dignità, non erano una canzonetta induista con un titolo ispirato a un film molto pagano del 1962 (e la "Carmen di Trastevere", protagonista del film, cantante di cabaret, tradisce il marito che è in carcere per furti, e poi tradisce pure l'amante) e spacciate per canto religioso utilizzabile in chiesa.

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  6. O.T.
    Video su "Silere non possum"
    Duro attacco agli abusi Neocatecumenali ed altre Associazioni di fedeli dal minuto 19,30.

    https://www.youtube.com/watch?v=efKRPoJz45s&t=206s
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    1. Un'osservazione meramente "sociologica" dedurrebbe che il Cammino è luogo dei frustrati. Ma il fondamento di tutto, i due pilastri fondamentali del Cammino, sono gli errori liturgici e dottrinali, cioè sono le eresie di Kiko e Carmen, e le carnevalate liturgiche di Kiko e Carmen. Quando la fede viene inquinata, è inevitabilmente inquinata anche la liturgia... ed anche la vita morale.

      C'è un episodio storico che mi ha sempre colpito. Nel XVII secolo i "padri pellegrini" della Mayflower, andati a colonizzare il Nuovo Mondo, passavano la giornata a lavorare duro nei campi, e la sera a scrivere opere di teologia. Ma non ci volle molto perché giungessero al punto di considerare l'ipocrisia un "peccato socialmente accettabile". Anche con tutta la loro buona volontà di fondare il paradiso in terra, di vivere solo di Bibbia e di umile lavoro, anche se erano sommamente determinati a seguire la legge del Signore, restava il fatto che... si trattava di normali peccatori. Essendo protestanti, cioè avendo banalizzato l'efficacia e la necessità dei sacramenti, il loro vivere "nella legge di Dio" si riduceva a sforzi di volontà.

      Mentre in un ambiente cattolico il peccato vien chiamato peccato (per cui nessuno si illude di poter creare l'uomo perfetto che non pecca più), e il peccatore pentitosi davanti a Dio è perdonabile anche davanti agli uomini (fermo restando che la giustizia di Dio val più di quella degli uomini), in un ambiente protestante (o sedicente cattolico ma in cui viga la mentalità protestante) l'ipocrisia diventa un "peccato socialmente utile". Cioè se sei ipocrita stai facendo qualcosa di utile per la società protestantizzata, per la "comunità" protestante. Stai letteralmente piegando la morale alle esigenze "pubblicistiche" e "propagandistiche" della comunità.

      L'ipocrisia dei neocatecumenali è uno dei più eclatanti indizi di quanto il Cammino sia «una setta protestante-ebraica che di cattolico ha solo la decorazione». È quell'ipocrisia del dire "da me mai successo", "non è come dite voi", "vi sbagliate", "noi facciamo la Parola", "abbiamo centotrenta seminari", "voi ci insultate e perseguitate"... cioè tutti argomenti che anche nei rari casi in cui ci sia un fondo di verità, servono loro solo per distrarre, deviare, estenuare gli interlocutori. Sono ipocriti perché sanno benissimo che nella vita della comunità neocatecumenale i fratelli vengono perennemente calpestati, che i cosiddetti "catechisti" non meritano alcuna "ubbidienza", e che l'unica via d'uscita è l'ipocrisia, è il fingere, è il recitare la parte dei "salvati" secondo il copione.

      L'ipocrisia dell'inventarsi super-peccatoni mega-giganti, per dare a vedere di essere convertiti, l'ipocrisia del fingere di aver dato molto più tempo e denaro alla comunità, per evitare ulteriori salassi, l'ipocrisia di tacere davanti ai cosiddetti "catechisti" che calpestano il buonsenso e la vita altrui, per evitare che l'arrogante e cinico "catechista" si vendichi e te la faccia pagare, l'ipocrisia delle Decime "per i poveri", e poi quando un fratello di comunità è in seri guai economici non riceve nemmeno un centesimo perché è già stato speso tutto per i gadget di Kiko e per l'esposizione ortofrutticola sul tavolinetto smontabile delle celebrazioni del sabato sera. Come i protestanti, hanno assoluto bisogno dell'ipocrisia per poter andare avanti. L'ipocrisia "peccato socialmente utile", anzi, non solo utile, perfino necessario, perché le opere del demonio (come il Cammino Neocatecumenale) non possono essere difese con la verità e con la libertà dei figli di Dio.

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  7. La fede non c'entra con il cammino , I baiocchi quelli interessano alla fine purtroppo.

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  8. I Neocatecumenali come altri movimenti sono ad alto rischio di abuso psicologico, ma i neocat hanno l'aggravante di aver guastato Liturgia e dottrina,causando danni spirituali che sono ben più gravi degli abusi. Da questi si può guarire dai primi solo l'intervento divino può salvare.

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  9. I reduci del Cammino neocatecumenale sono anche troppo moderati nelle loro reazioni.

    Non rendono pan per focaccia, si limitano a denunciare ciò che hanno visto e subito, nonché ciò che hanno imparato dalla Chiesa e che è in palese contrasto con quanto hanno praticato stando nelle comunità.

    Se fossero come i neocatecumenali metterebbero in giro calunnie pari a quelle che hanno subito, menzogne pari a quelle che sono state dette sul loro conto, rimaneggiamenti del passato per farlo sembrare diverso...

    Invece si limitano a far sapere ciò che accade, non operando ritorsioni ad hoc.
    Ma siccome questo non può essere accettato dal perfettissimo Cammino di discesa, si va a dire che è tutto falso.

    Ci vorrebbe una bella ispezione duratura in incognita per stanare il marcio, perché se preannunciata è appurato che si adeguano come camaleonti per non far trapelare nulla.

    Una bella ispezione in incognita durante gli scrutini, per vedere in diretta tutte le violazioni dei catechisti laici al foro interno e alla dignità personale, nonché le domande sul versamento della decima e della "prova" sui beni, con relativa reprimenda in caso di defezione.
    Una bella ispezione alle irriverenti Eucarestie con balletto, tra monizioni (non concesse), risonanze (non concesse), interrogatorio ai bambini dei maestri dei bambini (non concesso), consumazione del pane all'unisono (non concesso), canto alla pace con conseguente migrazione dal posto e chiacchiere varie (non concessi), tavolo non dedicato (non concesso), per finire col coppone di latte e miele nella prima settimana di cinquantina (non concesso).
    Una bella ispezione alle convivenze dove, quasi sempre in assenza di un prete, i laici si lanciano in improbabili discernimenti e consigli sulle vite altrui, si offendono, sparano cavolate esegetiche e non c'è mai alcun controllo.
    Una bella ispezione in incognita conversando con qualche neocatecumenale, per sentire cosa ne pensa del vescovo, delle parrocchie, dei parrocchiani, della liturgia, di Kiko, di Carmen, delle alzate vocazionali pilotate...

    Nonostante ormai esistano molte testimonianze univoche, questi sono talmente abili ad impersonare le povere vittime perseguitate da tutti che se non si vede di persona è possibile non credere che tutto sia vero, abusi di ogni tipo compresi.
    Marco

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  10. Criticare con spirito costruttivo il Cammino non è odio, ma è una forma di carità.
    Se così fosse, anche San Paolo, a causa delle espressioni usate verso i cretesi, potrebbe essere considerato un fomentatore di odio e un razzista: “-I Cretesi son sempre bugiardi, male bestie, ventri pigri-. Questa testimonianza è vera” (Tt 1,12-13).
    Ma Paolo non parte dalla teoria, ma dall’evidenza: i cretesi erano, generalmente, proprio così: bugiardi, pigri e male bestie. San Paolo perciò generalizzava eccome! Del resto contro l’evidenza dei fatti non c’è teoria che tenga.

    Paolo sarebbe stato razzista se avesse detto che i cretesi erano male bestie perché geneticamente “programmati” ad esserlo, o perché erano tutti intrinsecamente peccatori, quasi fossero una genia maledetta (che è la peggior forma di razzismo).
    Per lui, invece, i cretesi, al di là della loro buona fede o meno, erano male bestie perché condizionati dalla società in cui vivevano.

    Gli epiteti di San Paolo non intendevano giudicare le anime, ma la società cretese, che aveva bisogno del Vangelo.
    Così è riguardo a certi difetti comuni alla maggioranza degli aderenti del Cammino, come il ridicolizzare l’istituzione parrocchiale così come l’ha voluta la Chiesa: non si può dire che siano dovuti solo all’indole delle persone, ma si deve credere che siano dovuti anche all’indole del Cammino.
    Altrimenti occorrerebbe pensare ad una pura combinazione: tutti i camminanti detestano le parrocchie perché, per puro caso, tutti, indipendentemente uno dall’altro, hanno maturato questo giudizio, e non perché hanno appreso questo giudizio dalla società ecclesiale in cui vivono. Ma questa sarebbe un’idiozia.
    Del resto la scienza sperimentale, che funziona molto bene, si basa fondamentalmente sui risultati pratici degli esperimenti, e perciò sulle statistiche.

    Se, dunque, a volte, il generalizzare non è un pregiudizio ma è dovuto al constatare un’evidenza, il non voler credere all’evidenza è, invece, sempre un pregiudizio.
    Ma i pregiudizi spesso si rivelano mortali, come nel caso di Franz Reichelt, detto il sarto volante, che voleva inventare una tuta adatta al volo: dopo vari tentativi non riusciti con dei manichini, decise di provare lui stesso: si tuffò da un’altezza di circa otto metri e cadde malamente, salvandosi solo grazie a un covone di fieno.
    Non contento, decise di ritentare e nel 1912 si buttò dalla Torre Eiffel, da un’altezza di sessanta metri… e morì sul colpo.

    Così è quando si crede, o si vuol credere, che solo in un cammino spirituale si può essere nella gioia, anche quando non si è affatto nella gioia: insistere può essere distruttivo. E’ meglio cambiare.
    E meglio ancora sarebbe cambiare il cammino spirituale, cioè correggerne i difetti.
    Cosa che spetta soprattutto all’autorità della Chiesa, ma a cui, però, si deve ubbidire.
    Ma come si può dire di ubbidire alla Chiesa se questa ha preteso, da tutte le realtà ecclesiali, un protocollo per la gestione degli abusi e il Cammino è, probabilmente, l’unica realtà a non averlo presentato?

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  11. IL coppone di latte e miele nella prima settimana di cinquantina . Poi dopo parecchi usano il fage0 con la marmellata hero, in famiglia per far capire che solo loro hanno gustato in esclusiva il latte&miele sacro , esclusivo solo per gli eletti !

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