venerdì 11 agosto 2023

Kiko Argüello sul viale del tramonto



Dopo aver visto il video dell'incontro dei neocatecumenali alla GMG di Lisbona con gli iniziatori Kiko Arguello e Mario Pezzi e la badante di Kiko, Ascension, non sono sicuro di essere in grado di descrivere la pena che mi ha suscitato la sceneggiata imbastita con l'intento di celebrare per l'ennesima volta la gloria del cammino.

Il cerimoniale è sempre lo stesso, ormai da anni: il canto, le presentazioni interminabili, la processione di una statua della Vergine, l'orchestra che segue Kiko, la lettura di un brano della Scrittura e il commento/catechesi di Kiko e in ordine dei soprammobili Mario e Ascension. 

Ma l'enorme differenza rispetto alle precedenti edizioni è nello stato di salute di Kiko, vecchio, quasi consumato e decisamente ottenebrato. Che ne è della "forza" quasi rabbiosa della sua predicazione? Della incontinenza verbale, delle battute, della direzione in certo modo violenta del raduno, degli ordini sbraitati a destra e a sinistra? Nulla, solo polvere. 

Kiko viene "badato" da Ascension che lo segue passo passo. La si vede persino girargli i fogli di un discorso (un tempo noto come "il kerygma") scritto prima, inaudito per l'uomo dell'ispirazione dello "spirito", un predicatore che fino a pochi anni fa intercalava nei suoi discorsi affermazioni come "Lo spirito sento che in questo momento me suscita" o "me sotolinea" lasciando intendere che lui fosse il destinatario di messaggi privilegiati consegnati direttamente da Dio.

Il profeta Kiko, nel triste tramonto della sua epopea, necessita che gli si indichi dove si trova l'enorme crocifisso posto sul palco, che gli si ripeta più volte di parlare lentamente per dare modo agli interpreti di tradurre le sue parole, appare confuso, piegato. Insiste a voler cantare e suonare nonostante azzecchi svariate "stecche", non riesca a tenere la tonalità tipicamente sguaiata dei suoi canti. Biascica le parole e viene assistito dal nuovo cantore dell'équipe persino nel tenere il ritmo.

Veniamo al discorso. Volutamente non uso il termine catechesi per rispetto ai grandi Santi che ci hanno regalato perle autentiche di spiritualità, teologia, esegetica, perché di catechesi non si tratta. E' curioso che Kiko citi a un certo punto l'evoluzione dell'intelligenza artificiale: ebbene se avessimo chiesto a ChatGPT di scrivere un discorso di Kiko probabilmente il risultato sarebbe stato senza dubbio il testo anonimo, scialbo e deprimente che ha letto ai giovani accorsi per ascoltarlo. Un pietoso copia-incolla di concetti ripetuti da sempre, e in quel poco di cattolico che dice, per un'ora di un lentissimo biascicare, esprime concetti da catechismo della Prima Comunione che anche un bambino di 8 anni potrebbe ripetere.

E' chiaro che il messaggio cristiano nel fondo non cambia, ed è il medesimo dai tempi degli Apostoli, ma nelle varie epoche la Chiesa ha sempre cercato di parlare ai propri contemporanei, leggendo gli eventi, interpretando i segni dei tempi, perché noi "siamo nel mondo" anche se non apparteniamo ad esso: la forma di trasmettere il messaggio è cambiata molte volte mantenendo intatta la verità. Non così nel cammino, dove da 60 anni non si fa che ripetere, ripetere, ripetere le medesime fesserie, o anche quando si tratta di concetti vagamente corretti sono espressi miseramente e in modo basico e confuso; chiunque con un minimo di educazione cattolica sarebbe in grado di dire lo stesso, eppure la folla plaudente neocatecumenale osanna quest'uomo come se fosse un genio. 

Per una volta ci ha risparmiato le solite espressioni "non proprio ortodosse", come "domani, se vuoi, lo sigillerai nella confessione", tuttavia si capisce che le idee sono le stesse, solo più annacquate in un linguaggio scialbo. 

Ho dei seri dubbi che il testo lo abbia scritto lui, di sicuro gli è stato preparato da altri, i quali, probabilmente non osando concepire qualcosa di originale, non hanno fatto altro che riprendere le medesime ovvietà già dette in mille altre occasioni. L'unico passaggio che mi ha lasciato davvero perplesso (e che probabilmente è farina del suo sacco) è il seguente (al tempo 01:12:05):

"yo? que puedo décir de mi amor a Cristo? El, el unico que no se escandalizo nunca de mis pecados. He conocido Su amor que es humildisimo con migo. Cristo jamas me riñe, me quiere siempre, me perdona siempre, si caigo me dice "Ánimo Kiko, levantate". Le pregunto cuando yo no puedo mas: "Señor me amas?", "Pero Kiko como no te voy amar? Ánimo que yo estoy contigo, no caies, ánimo, piensa un momento: podrias ser santo? [applauso della folla] piensa un momento: podrias ser santo? Créelo, que Cristo te va a dar su Espiritu que su Espiritu te va a conducir, porque Cristo ha resuscitado,"

Trad.: 

"Cosa posso dire del mio amore per Cristo? Lui, l'unico che non si è mai scandalizzato dei miei peccati. Ho conosciuto il suo amore più umile verso di me. Cristo non mi rimprovera mai, mi ama sempre, mi perdona sempre, se cado mi dice "Coraggio Kiko, rialzati". Gli chiedo quando non ce la faccio più: "Signore, mi ami?", "Ma Kiko, come faccio a non amarti? Coraggio, sono con te, non cadere, coraggio, pensa un attimo: potresti essere un santo? [applauso della folla] pensa un attimo: potresti essere un santo? Credetelo, che Cristo vi darà il suo Spirito, che il suo Spirito vi guiderà, perché Cristo è risorto"

In proposito mi preme spendere due parole. Si, è vero che Gesù perdona qualsiasi peccato, il valore del Suo sacrificio è infinito perciò nessuna distanza sarà mai così grande da non poter essere comata dai Suoi meriti, ma il perdono è solo per chi di cuore si pente del peccato commesso e custodisce il proposito di riparare al male. "Un cuore affranto e umiliato, tu, o Dio, non disprezzi", dicono i Salmi, mentre altrove a più riprese nella Scrittura è detto che il cuore impenitente non può ricevere perdono da Dio. Kiko, invece, non solo quando parla del peccato non associa mai la dottrina sulla Riconciliazione, ma più volte afferma che basta un generico "credere" per ricevere lo Spirito Santo. Ma la Fede è un dono di Dio, elargito in tempi e modi a noi sconosciuti e sempre differenti, è la Sua manifestazione alla nostra vita e non basta "credere fortemente" per averla. 

Non mi è chiaro cosa voglia dire "potresti essere un santo", ma temo che si riferisca a se stesso, e lasci intendere che sia Gesù in persona a considerare Kiko santo, come a prepararsi a ricevere "l'onore degli altari".

GMG 2023: "Cercasi fidanzata/ragazza"
(..."evitare commenti legalistici...")

La sceneggiata delle "alzate", poi, risulta ancora più patetica del solito. Nella turba di gente che al comando di Kiko si mette in piedi si vedono svariati ragazzini che avranno si e no 12 anni e parecchi signori attempati. Così anche per la chiamata al convento di clausura. Se anche fossero vere vocazioni (e non lo sono nel 95% dei casi) comunque non andrebbero a ingrandire l'esercito di Gesù ma le fila del Cammino Neocatecumenale, il quale ha i propri seminari specifici (i Redemptoris Mater) e conventi  kikizzati a dovere (Kiko li sceglieva appositamente dove ci fossero pochissime anziane suore, e specificamente nell'ordine benedettino per la sua peculiare organizzazione gerarchica(1), almeno in Europa). 

Non so se provare pietà per quest'uomo, ridotto alla statua di cera di se stesso, ormai letteralmente un povero vecchio, che non ha niente più da dire, ridotto uno straccio e che si rifiuta di lasciare il governo del Cammino. Oggi più che in altre occasioni, davanti a questo spettacolo triste, ho avuto la sensazione che il Cammino morirà con Kiko, in un cupio dissolvi da fine regime.

Ascoltandolo parlare nella sua lingua nativa, curvo sul microfono, mi ha fatto pensare all'istante alle ultime apparizioni di Fidel Castro: Kiko, come il lider maximo, svuotato di se stesso, diafano, un misero simulacro, esposto solo per rassicurare i fedeli della "revolución", in questo caso del Cammino, in attesa che si spenga, cercando di evitare che la fine sia rovinosa.

Fratelli del Cammino, aprite gli occhi, il gigante dai piedi di argilla sta per crollare al suolo!

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(1): Non è curioso che non siano mai uscite vocazioni significative dal Cammino per ordini monastici o religiosi? Francescani, Domenicani, Salesiani.... Kiko sa che il rispetto delle regole può essere molto rigido in certi ordini e si è guardato bene dal lasciarsi sfuggire gli adepti. Dimostrazione logica che Kiko non ha cuore il bene e la crescita della Chiesa ma solo del suo movimento.

68 commenti:

  1. Al giovane più schiavo del peccato io annuncio che salirà sulla croce e, crocifisso per amore, darà la sua vita. Perchè Cristo è risorto, e se lo accogli sarai santo.
    Kiko Argüello
    Lisbona 7 agosto 2023

    https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2023-08/gmg-incontro-vocazionale-cammino-neocatecumenale-kiko.html?fbclid=IwAR1U6y6sVUiFboCfbDCI0s_n6rZj_HYJzaoJQcNXQEJZoy9eNWGnU0ETZ1k

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    1. Ormai anche i lettori meno informati hanno capito i trucchetti neocatecumenali.

      E hanno visto che quel discorso che Leonardo vuol citare, è stato scritto dai collaboratori di Kiko, che peraltro non potevano distaccarsi troppo dalla parlantina della "propaganda kikiana" (Carmen così la chiamava).

      Comunque occorre anzitutto ricordare che Kiko e Carmen hanno sempre promosso:
      - una dottrina ambigua e zeppa di eresie (esempio)
      - una liturgia carnevalesca e squinternata, dove avvengono anche frequenti sacrilegi eucaristici
      - una morale ipocrita fatta di moralismo sfrenato, di idolatria per i fondatori, e di auto-assoluzioni ("quando il Signore mi toglie la mano dalla testa ne combino di ogni")
      - un'ubbidienza cieca ai cosiddetti "catechisti" (e Kiko presenta sé stesso dicendo «io sono il Vostro Catechista»)
      - corruzione generalizzata, più una vera e propria guerra a preti e vescovi che hanno qualcosina da ridire sul Cammino
      - malversazioni di ogni genere, specialmente riguardo a soldi e abusi sessuali.

      E alla luce di tutto questo, un continuo blaterare con paroloni "schiavo del peccato", "in braccio a mammona", "salire sulla croce", "Giuda" e "Faraoni", "dare la vita", "il Signore ti ama così come sei", "evangelizzazione", "ho fatto l'ambientale"...

      Il fatto che qualche fratello del Cammino nella redazione di qualche sito vaticano riesce ad infilare l'omelia di Kiko tra le pubblicazioni, non cambia nulla di quanto detto sopra, che è testimoniabile dagli "ex" del Cammino e soprattutto dalle timide esternazioni sui pubblici social dei fratelli delle comunità neocatecumenali.

      Vedere anche:
      - gaslighting neocatecumenale

      E soprattutto:
      - cognitive restructuring neocatecumenale.

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    2. Perché non scrivi anche chi ha scritto l'articolo?
      La neocatecumenale
      Debora Donnini .

      Frilù

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    3. Se lo dicesse, poi sarebbe costretto a riflettere su come mai gli articoli favorevoli a Kiko li scrivono solo i kikolatri e - in tono minore - quelli che sono stati molto "oliati" dalle ricche bustarelle neocatecumenali...

      Che poi è concettualmente la stessa cosa di Sancarmen Santhernandez: al di fuori del Cammino nessuno pensa che sia santa. Infatti per fingere che esistano fans al di fuori del Cammino, il cerchio magico kikiano ha ritenuto opportuno inventarsi delle entità fittizie (come il Movimento Femminile delle Donne Cristiane Muliebri Femminili, con la fondatrice che ostenta sulla propria pagina Facebook una foto di lei accanto a Kiko, tanto per farsi capire).

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    4. Leonardo in quell'articolo è riportata un bufala di dimensioni epocali:
      "Più volte, durante l'incontro, è stata ricordata l'importanza delle apparizioni ai tre pastorelli"
      Il panegirico sulle apparizioni di Lordes e Fatima è stato fatto esclusivamente per "giustificare" la visione intellettuale di Kiko che è la fonte del cammino.
      Questo la Donnini si è ben guardata dal riportarlo.

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    5. Leonardo tu pensi davvero che quella frasetta sia una grande perla di genialità?

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  2. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI !

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  3. Miracoli di Carmen Hernandez Barrera

    Miracolo n. il più giovanile

    Kiko è venuto a sapere che nel filmato sull'incontro a Lisbona è stato criticato per l'aspetto da vecchietto. Ha implorato Carmen e lei, da Lassù, con uno schiocco di dita, ha modificato le immagini del video, per cui si vede lui con una faccia da cinquantenne, più giovanile e vispo che mai. KIko ha avvisato Semeraro che ha avvisato il Papa che ha detto : "hermano cardenal, se Carmensita ha fatto esto interviento, es claro que el Cammino es fonte di eterna juventud, quindi va premiata con la beatificasion. Procedamos". Semeraro ha avvisato Kiko, che ha ringraziato il Santo Padre inviandogli un plico con due DVD, uno originale e uno modificato, più un biglietto : "Sancto Padre, con el programma di Arenzulla si può fare esto e altro. Saludos Kiko". Il Papa al sentire il nome di Arenzulla stava per incavolarsi, ma poi ha pensato : "melio di no, altrimineti adios regalitos del Cammino".

    e la causa continua...

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  4. I tre pastorelli di Fatima che hanno DAVVERO visto la Madonna, non come Kiko e i suoi deliri mistici e schizofrenici, si sarebbero tappati le orecchie a sentire le idiozie di Kiko! Kiko non è degno di nominarli e infatti nelle catechesi non ce li hanno mai nominati!

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    1. C'è chi dubita delle apparizioni di Fatima, come di Medjugorie

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    2. Figuriamoci quella di Kiko

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    3. Le apparizioni di Fatima non sono un dogma di fede ma la canonizzazione dei tre pastorelli, invece, è un fatto (ed è avvenuta dopo che intere generazioni di fedeli lo prevedevano e lo speravano). Quanto avvenuto a Fatima, peraltro, ha letteralmente predetto in poche parole il comunismo e il ruolo della Russia.

      Le apparizioni di Sankiko e le locuzioni di Sancarmen, invece, non sono mai state poste al vaglio della Chiesa. Ai due autonominati "iniziatori" interessava non il farsi vagliare dalla Chiesa, ma il vagliare (e svuotare) i vostri portafogli. I «nuovi falsi profeti», con le loro stravaganze liturgiche, con le loro dottrine ambigue ed eretiche, avrebbero fatto sdegnare qualsiasi santo. Immaginate padre Pio cosa ne penserebbe della liturkikia. Oppure padre Kolbe cosa ne penserebbe delle millantate "apparizioni intellettuali" di Kiko e degli sgorbi kikiani che pretendono di raffigurare la Beatissima Vergine. O dell'Aquinate, cosa ne penserebbe degli strafalcioni ereticali di Carmen e Kiko...

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    4. perché la Chiesa non si è occupata delle apparizioni di Kiko? Su, rispondete......

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  5. Il vuoto che allarma la Chiesa: mancano ottomila parroci!

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    1. Avresti dovuto dire che occorrerebbero ottomila sacerdoti per coprire le chiese non abbastanza presidiate. (Ma poi questi ottomila chi li ha calcolati? e su quale arco di tempo? non si sa, l'Anonimo degli Anonimi spara un'affermazione di mezza riga e subito scappa, proprio come i kikolatri).

      Ricordiamoci che i presbikikos sono al servizio dell'idolo Kiko, non della Chiesa. Il loro "redentore" è solo Kiko, la loro "trinità" è solo Kiko-Carmen-Cammino. Non andranno nelle parrocchie, se non per kikizzarle. Non serviranno mai la Chiesa (se non per temporanea finzione, magari per farsi iscrivere al Sostentamento Clero), ma la sradicheranno per favorire il Cammino. Il neocatecumenalismo è un grave tumore spirituale che si aggiunge ai già troppi mali della Chiesa conciliare.

      I vescovi oggi tentano di coprire le parrocchie facendo il gioco delle tre carte. Nomine qui, spostamenti lì, spostiamo don Tizio in curia perché in parrocchia fa solo guai, assegnamo don Caio alla parrocchia sperando che abbia abbastanza salute per andare avanti, spostiamo di nuovo don Tizio perché don Sempronio scalpita per quel posto in curia... Proprio il gioco delle tre carte, come ad esempio le parrocchie "in solido": un gruppo di tre o quattro preti che fanno un minimo di vita comune e si alternano in cinque o sei parrocchie. Il che rappresenta non solo un disagio dovuto al maggior impegno pastorale, ma anche un grosso e supplementare disagio perché ognuno di quei preti subisce le stupide decisioni degli altri (per esempio se uno vuol dedicarsi di più al ministero del confessionale, i fedeli si lamenteranno che gli altri preti del "solido" non confessano abbastanza, e il vescovo si troverà a dover rimproverare lo stakhanovista perché "non può far sfigurare gli altri")...

      Infine, ricordiamo sempre che la vita di parrocchia non consiste nelle sagre, nella gestione del campetto di calcio, nelle riunioni pastorali e del consiglio affari economici, nelle interminabili prediche, nelle turnazioni dei ministri sedicenti straordinari... Niente di tutto questo. Il sacerdote dovrebbe dedicarsi pressoché esclusivamente al triplice munus sacerdotale: guidare spiritualmente, insegnare la santa dottrina, celebrare i sacramenti. (E senza sacrificare il tempo libero, perché solo i santi sono alquanto infaticabili).
      Il di più? Può aspettare.
      I laici? Possono benissimo farsi carico di attività esterne a quel munus, fermo restando che le decisioni ultime sono del parroco, e che la Chiesa non è una ONG o un dopolavoro ferroviario o una federazione di movimentini in concorrenza fra loro.

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  6. Ormai i preti stanno scomparendo Le parrocchie fanno la “comunione“
    L’ultima fusione a Solaro fra centro e Brollo. Il vicario episcopale monsignor Luca Raimondi:. "Ogni settimana muore qualche sacerdote. I laici non possono più delegare tutto ai don".

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    1. Il Vaticano II fu spacciato come "primavera della Chiesa" e invece si è rivelato un rigido inverno, spirituale, vocazionale, ecclesiale, al punto che sono sorti movimenti eretici come il Cammino e vengono protetti soggetti osceni come il Rupnik. L'aver voluto aprire le braccia al mondo, è consistito nell'annacquare drammaticamente la dottrina e la liturgia, coi risultati che tutti abbiamo visto.

      Quando ci diciamo che "mancano i sacerdoti", stiamo in realtà dicendo che mancano le vocazioni.
      E le vocazioni mancano perché i vescovi da 50 anni stanno accettando solo vocazioni "conciliari" (accettano non chi si dona a Dio ma chi si dona al Dialogo), dove anche i segni più semplici della fede (come la genuina devozione mariana, come la veste talare, ecc.) sono stati improvvisamente considerati un ostacolo alla vita sacerdotale.

      Così, va a finire che i vescovi, quando pregano per le vocazioni, letteralmente pregano contro sé stessi. Prima hanno soppresso i propri migliori "soldati" e le proprie migliori "armi", e poi "vanno alla guerra coi pochi miseri soldati disarmati che si ritrovano"...

      Infine, ricordiamo che le vocazioni del Cammino sono vocazioni farlocche, finte, spettacolaristiche, perché rinuncerebbero a qualsiasi cosa tranne a Kiko, al Cammino, all'ubbidienza ai propri cosiddetti "catechisti"... Le vocazioni neocatecumenali che desiderano servire tutta la Chiesa (e non il Kiko), sono già uscite dal Cammino.

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  7. Ma chi sarebbe il giovine ,anche lui sbarbuto, come il suo summo divin maestro, che lo s(k)orregeva (vedi foto) e lo accompagnava servilmente co la skitarrina sul palko?

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  8. Dio, dunque, avrebbe ispirato a Kiko le seguenti parole: "potresti essere un santo? [applauso della folla] pensa un attimo: potresti essere un santo? Credetelo, che Cristo vi darà il suo Spirito".

    Va precisato che non basta affatto credere e rievere lo Spirito per diventare santi, ma occorre accettare di santificarsi attraverso le OPERE di carità.
    Se le opere senza lo Spirito non ci santificano, nemmeno lo Spirito può renderci santi se non ci SFORZIAMO a rispondere alla grazia attraverso il compimento delle opere di bene.
    E per opere non intendo le opere di un qualsiasi "cammino", ma le opere di carità.
    La santità infatti altro non è che l'amore di carità.
    Una vecchia canzone, forse non un capolavoro ma significaiva, diceva: "Dov'è carità e amore, lì c'è Dio".
    E questo è.

    La santità non è un carisma, non dipende dalla riuscita di tante imprese, non dipende nemmeno dalla sola fede e dalla sola ubbidienza, ma dipende dall'amore di carità.
    Gesù è proprio questo che è venuto a dire ai farisei: non basta essere irreprensibili secondo il proprio "cammino", ma occorre la misericordia, che è un atto di carità.

    La misericordia non è un automatismo.
    E' inutile dire: Dio ti ama come sei, trallallà; Dio ci ama tutti, trallallà.
    Deve cambiare il cuore, prima ancora che le abitudini.
    Si possono cambiare certe abitudini senza convertirsi, e ci si può convertire facendo le stesse cose di prima.
    La vera conversione, infatti, agisce integralmente, non solo su alcune cose.

    Il peccatore che si converte e se ne vanta con boria, sentendosi più degli altri, forse non si è convertito affatto.
    E' vero che le vocazioni contano, che conta annunciare Cristo, ecc. Ma questi solo solo alcuni fatti, mentre la carità riempie tutta la vita, per questo la lotta contro il peccato, se necessario fino al sangue, è NECESSARIA, come sono necessarie le opere di carità verso i poveri, anche se non appartengono al proprio "cammino".

    E' vero che anche il giusto può cadere, ma solo se è umile Dio lo rialza.
    Giuda quando è "caduto" si è sentito uno schifo, un "poveraccio", ma non ha avuto l'umiltà di andare da Gesù chiedendo la sua misericordia.
    Faceva il "cammino" che Gesù gli indicava, e forse avrà operato anche miracoli e guarigioni quando fu mandato in missione. Ma il suo cuore a un certo punto ha rotto la comunione di amore.
    Ubbidiva ai comandi espliciti di Gesù, ma senza amore, e perciò il suo cambiamento non prendeva più tutta la sua vita, e su ciò che Gesù non gli ordinava esplicitamente, era infedele.
    Formalmente "camminava" con Gesù pur essendo ladro.

    Se Kiko vuole essere santo, cosa lodevole, deve essere umile, e cioè, essendo l'umiltà una virtù, ci deve mettere anche del suo: deve volere esserlo. Non esistono altre strade.
    Tutto il resto, dalle laure h.c. al numero delle vocazioni vere o presunte, senza l'umiltà, insuperbiscono.

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    1. Peccato che in comunità, nel Cammino neocatecumenale la parola "santità" sia pressoché sconosciuta e mai, mai si dica che siamo tutti chiamati alla santità. Mai si parla di santità nelle catechesi, mai! Adesso kiko l'ha tirata fuori perché si riferisce alla sua "supposta" santità. Figurati se lui che considera tutti inferiori, pensa che qualche camminante possa essere santo. Gli altri per lui sono solo e sempre immersi nel peccato, come testimoniano anche le eloquenti parole citate da Leonardo. Tutti i camminanti sono peccatori come il peggior criminale, secondo kiko. Probabilmente chissà lui quali peccati ha da nascondere. Che meschino imbonitore da fiera. Per non dire altro.
      Porto

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    2. In cammino si dice in continuazione che siamo tutti chiamati alla santità. Parlate senza sapere

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    3. Invece parliamo sapendo benissimo.

      Sappiamo da innumerevoli testimonianze che nel Cammino si adoperano termini del lessico cristiano cambiandone il significato. E questo vale anche per la parola "santità".

      Sappiamo - anche da ciò che pubblicano i kikolatri sui pubblici social network - che verso Kiko e Carmen nutrite una vera e propria idolatria.

      Kiko e Carmen, per loro stessa ammissione, volevano diventare fondatori di qualcosa. Da soli non c'erano riusciti. Unirono le loro forze e hanno realizzato il loro sogno: essere "fondatori" riveriti, temuti, ubbiditi, lodati, e soprattutto pagati.

      Il Cammino Neocatecumenale è imbottito della loro ignoranza, delle loro eresie, della loro arroganza, della loro ambiguità. Sono cose che sono state estesamente documentate e testimoniate, al punto da consentire anche a questo blog di crescere. Questo blog conta quasi duemilaottocento pagine, dal 2006 ad oggi. Se anche soltanto l'un per cento di tali pagine avesse detto la verità, avreste almeno ventotto buoni motivi per correggere il Cammino e i suoi autonominati "iniziatori".

      Sì, gli autonominati "iniziatori" hanno preso grosse cantonate. Sì, davanti a Dio sono errori, errori da correggere, subito, perché hanno fatto già troppi danni nella vita spirituale di chi ha avuto (o ha ancora a che fare) col Cammino.

      Allora, te la passi la mano sulla coscienza per domandarti quali potrebbero essere quegli almeno ventotto buoni motivi per correggere il Cammino e i suoi autoproclamati "iniziatori"? Oppure nella tua religione gli unici dogmi sono Kiko, Carmen e il Cammino?

      La prima correzione la dovete fare a voi stessi, capendo che chi critica il Cammino e i suoi autoeletti "iniziatori", potrebbe aver ragione. E invece no, venite qui, mentendo e calunniando, accusandoci gratuitamente di "odiare". E non vi accorgete che siete voi quelli che hanno il cuore pieno di odio verso chi non loda i vostri idoli Kiko-Carmen-Cammino, il triplice vitello d'oro di categoria superiore. Ormai siamo talmente abituati a sentirci piovere addosso tali calunnie, che non vale più la pena pubblicarle, neppure per mostrare quanto odio tracima dal vostro cuore. Siete sepolcri imbiancati: fuori volete sembrare candidi agnellini, dentro siete pieni di ogni putridume, di ogni odio verso chi non incensa il vostro triplice idolo Kiko-Carmen-Cammino. A voi non interessano le cose della fede, se non ci vedete sopra il marchio aziendale di Kiko. A voi non interessa la Chiesa, se non ci vedete sopra qualcosa di kikizzato. Siete letteralmente ossessionati per Kiko, per Carmen, e per il Cammino. E vi dà un enorme fastidio quando ve lo facciamo notare.

      Ancor oggi il Cammino contiene "catechesi" sbagliate, ambigue, eretiche, e celebra "liturgie" sbagliate, piene di strafalcioni e abusi; ciò non è consentito da nessuno Statuto, nessun documento, nessun pubblico pronunciamento pontificio. Nessuna lode può valere come "approvazione delle eresie", nessun discorso di elogio del Papa può valere come "approvazione di carnevalate liturgiche", nessuno Statuto può valere come "approvazione della scarnificazione delle coscienze, dell'esazione delle Decime a suon di ricatti morali, dell'ubbidienza cieca ai cosiddetti catechisti, eccetera".

      p.s: lo Statuto del Cammino non prevede le Decime. Quindi esistono come come la "Decima" che la Chiesa non approva. Lo Statuto non approva "qualsiasi cosa passi per la testa di Kiko ieri, oggi e domani". Chiaro il concetto, o sei solo uno dei tanti asini che vengono qui a ragliare senza voler né capire né ragionare?

      p.s.: lo Statuto fa sua (nella nota 49) la lettera del 1° dicembre 2005 che vi vieta qualsiasi modifica alla liturgia. L'unica cosa ammessa è lo spostamento dello scambio della pace... ma solo perché è un segno facoltativo. Siamo nel 2023 e voi ancor oggi disubbidite al Papa, alla liturgia, al vostro stesso Statuto.

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  9. a proposito della ragazza della Gmg che ha riacquistato la vista, non sarà per caso un miracolo di Carmen? Se è così la beatificazione é certa

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    1. Su Avvenire si dice che la ragazza abbia riacquistato la vista dopo un'intensa novena alla Vergine Maria, inoltre era lì con un gruppo specifico di 300 ragazze. Non è neocat. I neocat non fanno novene.

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  10. Nell'articolo (indicato da Leonardo) di Debora Donnini, figlia del famoso neocatecumenale romano Giampiero, non si dice mai "Al giovane più schiavo del peccato io annuncio che salirà sulla croce e, crocifisso per amore, darà la sua vita. Perchè Cristo è risorto, e se lo accogli sarai santo."
    Non so dove l'abbia letto.
    Immaginazione.

    Comunque, come ogni articolo scritto da irriducibili neocatecumenali col posticino privilegiato per la divulgazione, la Donnini non fa che riportare i soliti numeri e, se i soliti numeri sono gonfiati, riporta una bufala.

    Parla di 47 vescovi, ma dov'erano? Sul palco non erano nemmeno una decina, pur essendo pieno di laici neocatecumenali vip. Hanno messo i vescovi in panchina per privilegiare i laici? Noi non li abbiamo visti.

    Poeticamente dice: "ieri è tornato ancora una volta a soffiare il vento dello zelo per l’evangelizzazione", riferendosi all'incontro neocatecumenale.
    Ma non dice che questo zelo era già soffiato anche il giorno precedente, quando 25.000/30.000 giovani volontari (solo) portoghesi hanno incontrato addirittura Papa Francesco (e non i laico Argüello).
    Ah, anche all'incontro col Papa era presente il sindaco di Oeiras.
    È stato presente a tutto, nella sua città.

    Kiko, inoltre, non "ha annunciato il Kerygma", ma "ha letto il Kerygma".
    C'è una bella differenza tra annunciare e leggere.

    Parla di missionari, come se l'evangelizzazione si potesse fare solo partendo per le "isole più lontane", incurante del fatto che i laici sono chiamati ad evangelizzare nei luoghi in cui si trovano nel mondo, nel lavoro, con gli amici... e anche questa è una missione.

    Si perde nei dettagli di alcuni gruppi di giovani neocatecumenali, come se tutti gli altri gruppi di giovani presenti alla GMG non avessero fatto ognuno il proprio pellegrinaggio.
    A chi giova sapere cos'hanno fatto i neocatecumenali?

    Sottolinea che molti di questi guppi di giovani sono andati a Tudela, paese originario della loro Hérnandez e pure a visitare la sua tomba, come se il pellegrinaggio non fosse stato organizzato da adulti neoatecumenalmente incalliti che credono che portare i giovani sulla tomba dell'aspirante santa possa contribuire alla sua causa di santità.
    Vorrei chiederle quanti giovani non neocatecumenali, che erano la stragrande maggioranza, sono andati a far visita alla tomba dell'ignota Carmen.

    Però, da scaltra giornalista, non fa alcun cenno all'apparizione della madonna a Kiko, che è pur stato un argomento molto sviluppato da Pezzi.

    La divulgazione di parte è un brutto affare, perché consente ai partigiani di sparare inutilità e cose incerte come se fossero vere notizie.
    E poi, basta approfittare delle GMG per distinguersi da tutti gli altri movimenti e fedeli semplici per far parlare di sé sopra a ogni altro.
    Anche questa è una furbata.

    Diceva il finanziere Joseph E. Levine:

    “Potete ingannare tutti, e sempre, se la pubblicità è ben fatta e il budget è abbastanza alto.”
    Forse era neocatecumenale...
    Marco

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    1. non è scritto nell'articolo, è una frase presa dal discorso di kiko

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    2. Certo che sei proprio originale Leo!
      Citi una frase con data autore e sotto metti un link, per cosa lo hai messo?
      Se poi della terza apparizione ( quella di Kiko ) non ne fa cenno, rileggiti il discorso di Mario Pezzi.
      Quell'articolo è pura propaganda di parte fortemente addomesticata. Il giorno che ci fornirai un resoconto indipendente ne riparliamo.
      Non basta il nome della testata per fare tanto baccano. Da TV2000 vi hanno ben ben snobbato per tutta la durata della GMG.
      Stendiamo un velo pietoso sul "hanno annunciato il vangelo per le strade".

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    4. ho messo il link per dimostrare che il cammino non è per niente indigesto alla Chiesa, e che anzi gode di grande rispettabilità a tutti i livelli, ed infatti l'organo stampa del vaticano ne parla spesso e molto bene. Non tutti possono scrivere per Vatican News, certamente non tali come don ariel

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    5. Traduzione in italiano:

      «dato che in quella redazione abbiamo ciò che in gergo giornalistico viene detto "infiltrato", ora ne pubblico l'articolo di propaganda kikiana sperando che nessuno del blog si accorga che l'ha scritto una dei nostri. Poi magari ci infilo pure il link, o una citazione di Sankiko Santosubito, o magari tutte e due, e così sembrerà che Kiko grande rilevanza in Vaticano...»

      Cioè: "ho tentato di ingannarvi, poiché inganni e menzogne sono i due pilastri fondamentali del Cammino.

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    6. E poi uno si chiede: ma come mai i fratelli del Cammino (come Leonardo) avvertono così forte l'urgenza di ingannarci?
      Con trucchetti così miseri, poi!
      E come mai non hanno tempo per riflettere su notizie come queste, che danno un ottimo spaccato della "spiritualità" neocatecumenale?

      - arrestato per molestie sessuali un altro presbitero neocatecumenale, nella diocesi di Newark (dove c'è un seminario R.M., quello che ospitava lo spretato abusatore McCarrick, ed è dove risiede il Gennarini...)

      - i neocat alla FieraLevante? certamente! stanno chiedendo soldi (oh, che sorpresa...)

      - stereotipi neocatecumenali: "ecco che marito o fidanzata si trasformano nel demonio... (i kikolatri vedono "demonio" dappertutto, ma mai quello vero; vedono "demonio" anche nel traffico in autostrada mentre vanno alla "convivenza", ma non trovano nulla di male nel celebrare carnevalate liturgiche, nel calpestare il Santissimo Sacramento, nel costruire attorno ad ogni fratello una "prigione con le sbarre invisibili"...)

      - la doppia morale dei neocatecumenali: breve carrellata - e aggiungiamoci pure un'ennesima testimonianza sull'arroganza e ignoranza dei cosiddetti "catechisti" del Cammino

      - e riguardo agli "infiltrati" in redazione, annotavamo nel 2010 che ce n'era uno anche sul giornale spagnolo La Razón, che riguardo alla GMG si attardava a citare le parole di Kiko e i numeroni del Cammino ma non le parole del Papa...

      - testimonianza sulla cattiveria e acredine dei fratelli del Cammino (GMG 2002)

      - testimonianza: entra a 13 anni nel Cammino e... dopo 10 anni finalmente capisce che può essere felice anche senza il Cammino.

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    7. @leonardo12 agosto 2023 alle ore 08:08
      "ho messo il link per dimostrare che il cammino non è per niente indigesto alla Chiesa,"
      ---
      Abbiamo tutti sotto gl'occhi, le
      evidenze, recentemente sempre
      più frequenti, che l'attuale Chiesa è
      pronta a digerire di tutto.
      Ora sta distruggendo l'Opus Dei
      ma in un immediato futuro, potrebbero fargli gola le vostre decime ed i vostri immobili.
      Non so quanto Bergoglio, sia ancora disposto a tollerare una sorta di "prelatura parallela" facente capo al laico Kiko ovvero, una scheggia
      impazzita che non può controllare.
      ---

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    8. Tripudio se tu parlassi male soltanto del cammino saremmo già a buon punto. Mi pare invece che non ti stia bene niente della Chiesa post conciliare. Allora con te non c'è storia, e non c'è ragionamento che possa essere sostenuto. Quindi chi è in comunione con la chiesa e chi no? Mi pare che tu non lo sia palesemente e, per giunta, anche orgogliosamente

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    9. Vedi, il punto è che il Concilio Vaticano II è stato - a volte persino suo malgrado - veicolo della "Quarta Rivoluzione".

      Il termine "Rivoluzione" va inteso in senso filosofico-teologico, cioè del buttare a mare tutto ciò che c'era di buono, per sostituirlo con qualcos'altro, con una sostituzione brutale (non graduale) e senza alcuna verifica che il "qualcos'altro" sia effettivamente migliore dell'originale.

      Va da sé che "Rivoluzione", quando riguarda questioni relative alla fede e alla Chiesa, è indiscutibilmente un errore, perché implica che tutto ciò che hanno vissuto i santi, tutto ciò che la Chiesa aveva garantito come valido e affidabile, tutto quanto Nostro Signore aveva detto, stabilito, chiarito, istituito, andrebbe buttato via.

      La prima "Rivoluzione" fu infatti quella protestante, del 1517. Il protestantesimo, anche quando dettato dalle migliori intenzioni (sbarazzarsi del clero corrotto), ha calpestato il sacerdozio (e dunque la Chiesa, e dunque i sacramenti).

      La seconda "Rivoluzione" fu quella settecentesca (nel 1717 fondazione della Massoneria, nel 1789 la Rivoluzione francese: finirono per stabilire il principio "laicista" secondo cui la fede non deve avere "agibilità" politica, ma solo una presenza marginale, intimistica).

      La terza "Rivoluzione" fu quella del Secolo Breve, cioè il Novecento (nel 1917 la rivoluzione russa e nel 1968 la rivoluzione sessuale, che stabilirono - anche stavolta non a chiare lettere, ma come risultato finale - che la vita morale non avesse bisogno della ragione, e infatti abbiamo visti sdoganati divorzio, aborto, droghe, LGBT e tutto il resto).

      Nel Concilio Vaticano II va vista una quarta "Rivoluzione", che ha stabilito che anche all'interno della Chiesa ciò che tradizionalmente era buono, giusto, santo, per le generazioni anteriori alle nostre, andrebbe buttato in soffitta.

      Vedete, il problema è che per affermare il Vaticano II, occorre per forza denigrare tutto ciò che c'era prima. Come se il Concilio non avesse un valore da presentare.

      Se i vaticansecondisti avessero avuto un qualche valore spirituale da proporre, non avrebbero preteso di spazzare via tutto. Al contrario, avrebbero detto: provate a vivere in modo "preconciliare" e provate a vivere in modo "conciliare", e verificate voi stessi, nella vostra esperienza, cosa è meglio. Se il Vaticano II avesse avuto un qualche valore, quasi tutti i "preconciliari" vi avrebbero aderito, per gustare e vivere quel valore.

      E invece no.

      Ricordi la spigolatrice di Sapri? Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti: 300 rivoluzionari sbarcano a Sapri convinti di "liberare" i contadini locali dai Borbone e dalla fede. "Baciano la terra" ma poi assaltano e derubano chiese, devastano edicolette sacre, abbattono croci. Mille soldati borbonici li intercettano e nel plauso della folla (che l'influencer Mercantini furbescamente evita di annotare) li massacrano. Non hai niente da offrire a parte la "Rivoluzione"? Se hai qualcosa di grande valore spirituale da offrirmi, verifichiamolo, vediamo insieme se e cosa ha in più rispetto a ciò che ha alimentato la spiritualità di innumerevoli santi di tutte le epoche e di tutti i posti.

      E invece no: una "Rivoluzione", per definizione, ha da offrire fumose e ambigue "novità", insieme all'eliminazione di tutto ciò che c'era di buono prima.

      Proprio come il Cammino: cosa diavolo ha da offrire di "buono", tale da farci mettere da parte la tradizionale santa liturgia cattolica, la tradizionale dottrina cattolica, la tradizionale vita di fede? Il Cammino ha da offrirci solo l'idolatria per il vitello d'oro di categoria superiore, Kiko-Carmen-Cammino. "Darete la Decima! Farete le Lodi a Kiko! Sfornerete figli come conigli! avrete la Fede Adulta™ trademark by Sankiko e Sancarmen! ci manda il Papa! siamo frutto del Concilio!"

      Ma andate a quel paese! Tutto ciò che ci hanno dato i santi - dal Buon Ladrone fino a padre Pio -, che fine fa nel Cammino? Viene ignorato o ridicolizzato.

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    10. Promemoria per i finti tonti: nei testi conciliari non troverete un esplicito desiderio di "Rivoluzione" ma troverete messi sullo stesso piano la Tradizione e la "Rivoluzione"... con ampi sottintesi.

      Il Vaticano II è il Concilio dei "tuttavia", cioè delle espressioni tipo "XYZ è una cosa buona, tuttavia va valutata caso per caso anche la possibilità di fare il contrario"; "tradizionalmente valeva XYZ, tuttavia bisogna apprezzare anche ciò che c'è di buono nelle chiese locali" (che magari fanno il contrario di XYZ")...

      Tutti questi "tuttavia" hanno consentito l'Ermeneutica della Discontinuità (contro cui, inutilmente, si è scagliato Benedetto XVI): per esempio il Concilio raccomanda esplicitamente di conservare - e dare il primo posto nelle liturgie - il canto gregoriano, e nessuno dei fautori del Concilio ha mai osato "dare il primo posto" o almeno "conservare" (tranne in rarissime occasioni "molto televisive" e solo per spettacolarizzazione... quando poi trovi alle ordinazioni il gregoriano prima e le canzonette blues dopo, qualche domandina critica te la fai). Come si spiega che gli stessi "conciliari" ritengono necessario dover disubbidire al testo esplicito del Concilio? Si spiega solo col fatto che i testi conciliari sono talmente pieni di "tuttavia", che davvero trasmettono un'idea "rivoluzionaria". Il Concilio - a volte perfino suo malgrado - trasmette l'idea di essere una "novità" nella Chiesa, una "novità" che fa buttare tutto in soffitta (si veda ad esempio l'allucinante articolo Il canto gregoriano: come e perché fu soffocato nella sua stessa culla).

      I sedicenti "frutti del Concilio" - come il Cammino (il 30 giugno 2002 la tutt'altro che santa Carmen disse di aver «servito [a Kiko] il Concilio su un piatto d'argento») - rifiutano e detestano tutto ciò che c'era prima del Concilio. Credono di essere una "novità" imprescindibile, tale da dover azzerare, rifiutare, addirittura ridicolizzare, tutto ciò che «per le generazioni anteriori era sacro», ritenendolo (e insegnando a ritenerlo) «improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso». Scusate, ma io da umile cattolico non capisco perché occorra "mandare in soffitta" ciò che aveva alimentato la spiritualità di tutti i santi. Da umile cattolico posso capire che la Chiesa rivede la disciplina sul digiuno, poiché oggi è più facile digiunare dalle carni che dall'internet. Ma non riesco a capire quale diavolo di motivo ci sarebbe per mandare in soffitta una liturgia che per sedici secoli ha infuocato il cuore di santi di ogni calibro, dai grandi teologi ai ragazzini che ancora non avevano fatto la Prima Comunione. Non riesco a capire... o meglio, lo capisco, nel senso che tali "novità" chiaramente non provengono da Dio.

      Fanno bene, i tradizionalisti, a parlare di "neochiesa conciliare": è proprio una chiesa "nuova", diversa, talmente ostile alla tradizione cattolica da essere estranea alla Chiesa tradizionale, la Chiesa di sempre, la Chiesa che ha contato innumerevoli santi. Fatta salva la buona fede di una minoranza, i "conciliari" vogliono proprio una Chiesa diversa dalla precedente, vogliono proprio una liturgia estranea alla precedente, vogliono proprio una fede diversa dalla precedente, estranea alla precedente, slegata dalla precedente. Proprio ciò che conviene al demonio.

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    11. Intanto, come sempre, ricordiamo ai gentili lettori che il Concilio Vaticano II non è un concilio "dogmatico" (se hai dubbi su un dogma non hai la fede, se rifiuti un dogma sei eretico), ma è un concilio "pastorale" (e il campo pastorale può ben essere criticato, visto che la pastorale è legata alle mentalità, ai luoghi, alla discussione). Chi critica il Concilio non sta commettendo peccato, tanto meno di "eresia" o di "scisma".

      Si diceva ironicamente (ma in verità) che del Vaticano II «le cose buone non erano nuove, le cose nuove non erano buone». L'ossequio al Vaticano II non può consistere nel mandare in soffitta (e men che meno disprezzare) ciò che aveva alimentato la spiritualità di tanti santi. E comunque le novità postconciliari ("abolire l'abito ecclesiastico", "girare gli altari", "minimizzare il latino", "banalizzare le devozioni", "comunione sulle mani", "abolire la liturgia tradizionale per sostituirla con una nuova che poi sarà sistematicamente terreno dei più bizzarri abusi liturgici"...) non sono state richieste dai testi conciliari, nemmeno dai suoi testi meno autorevoli.

      Capite? È questione di mentalità. Chi ha una mentalità ostile alla Tradizione, è ostile all'unica vera fede e all'unica vera Chiesa.
      Chi ha una mentalità sinceramente aperta alla Tradizione, riconoscerà alla luce della Tradizione i frutti marci del Concilio e ne starà lontano.
      Chi invece parteggia per una "nuova" Chiesa con una "nuova" fede, con ciò stesso si è posto fuori dall'ovile di Nostro Signore, scappando nel deserto e professando le proprie carnevalate e le proprie idolatrie.

      Quando Giovanni XXIII annunciò la convocazione di un Concilio, sorprese tutti i suoi più stretti collaboratori che non ne sapevano nulla. E lo fece nel momento più sbagliato, cioè in un momento storico in cui all'interno della Chiesa tanti avevano perso la fede e volevano a tutti i costi una "Rivoluzione" per costruire qualcosa di nuovo, di imprecisato, non sapevano neppure loro cosa volevano, volevano solo sbarazzarsi dell'unica vera fede e dell'unica vera Chiesa. Nel nome di un generico "aprire le braccia al mondo"... ed infatti col vaticansecondismo il mondo è rimasto ostile alla fede, mentre la Chiesa ne esce drammaticamente ridimensionata e umiliata.

      Gli schemi preparatori del Concilio furono buttati via subito, e le discussioni cominciarono subito a vertere su un mucchio di novità, e venivano condotte da "agitatori" con la loro abilità di fare i capipopolo (a suon di slogan eleganti ma vuoti), e veniva tolta la parola (e letteralmente spento il microfono) a chiunque chiarisse i veri punti delle questiodni. Non era certo questa l'intenzione di Giovanni XXIII, che peraltro intendeva farlo durare pochissimi mesi, non tre lunghi anni. Ma ormai il danno l'aveva fatto: aveva convocato un Concilio proprio quando certi prelati "capipopolo" compromessi e corrotti - come il Suenens - erano pronti a "fare la Rivoluzione".

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    12. by Tripudio dice:
      "Da umile cattolico posso capire che la Chiesa rivede la disciplina sul digiuno, poiché oggi è più facile digiunare dalle carni che dall'internet."
      ---
      Per Kiko, è venerdì ogni giorno dell'anno; infatti mangia solo aragoste!
      ---

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  11. Pensavo di essere su Osservatorio e invece mi ritrovo su Chiesa e PostConcilio.
    Buona vita a tutti

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    1. A titolo di curiosità storica: questo blog venne avviato a maggio 2006 da Mic perché vide che commentando sul blog di un certo Tornielli, i commenti pro-neocatecumenali venivano pubblicati anche se erano lenzuolate di copia-incolla e di falsi slogan, mentre i documenti e le testimonianze non favorevoli al Cammino venivano misteriosamente censurati. Questo nostro blog, inteso come spazio di discussione estraneo alla propaganda kikiana, è poi cresciuto e durato fino ad oggi, per merito di tanti collaboratori che nel corso degli anni hanno investito tempo e pazienza per spiegare, documentare, testimoniare.

      Nel riflettere su cosa c'è che non va nel Cammino, Mic e altri si resero conto fin dagli inizi che il problema del Cammino non era nella cattiveria di certe singole persone (all'epoca, infatti, i "camminanti" amavano giustificarsi dicendo: "eh, ma se un catechista o un fratello sono troppo focosi, eh, ma è solo un problema locale in una singola comunità di singole persone, il Cammino in tutto il resto del mondo è perfetto, eh!") ma era proprio "strutturale", era frutto di una mentalità che non veniva scalfita da alcuna testimonianza, da alcun documento, da alcun ragionamento.

      Padre Enrico Zoffoli - non certo tacciabile di ostilità al Concilio - fra i tanti libri che scrisse, ne scrisse uno che spiegava gli errori del Cammino a partire semplicemente dal magistero di Giovanni Paolo II. Ma anche Zoffoli si ritrovava in mezzo a quella giungla di "tuttavia" conciliari, affaticandosi per cavare dai testi conciliari ciò che andava bene, affaticandosi - oltre vent'anni prima che Benedetto XVI tentasse di spiegare una «ermeneutica della continuità» - a mostrare la discontinuità fra la Chiesa cattolica e il Cammino.

      Del resto certi problemi neocatecumenali li vediamo - in misura minore - anche in altre realtà ecclesiali. Come ad esempio l'abitudine dei parroci a modificare arbitrariamente la liturgia, sia pure senza renderla carnevalesca come quella neocatecumenale. Come ad esempio l'idea che i laici debbano fare le loro omelie più o meno "spontanee" nelle celebrazioni. Come ad esempio la spettacolarizzazione di certi momenti sacri - e, da altro versante, la banalizzazione del momento della comunione.

      Da luglio 2010 Mic cominciò ad inserire su Chiesa e Postconcilio articoli di riflessione sulla "mutazione genetica" della Chiesa e della fede. Qualche tempo dopo smise di collaborare a questo blog, semplicemente perché il lavoro su Chiesa e Postconcilio occupava tutto il tempo a sua disposizione. Nel corso degli anni questo blog è andato avanti grazie a numerosi diversi collaboratori (il sottoscritto è l'unico che è rimasto per pressoché tutto il tempo).

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    2. Da parte mia sono fiero di aver investito il mio tempo per consentire (indirettamente) la crescita di Chiesa e Postconcilio (quando il Cammino cadrà o verrà scomunicato, questo blog diventerà finalmente irrilevante, e potrò dedicarmi a collaborare a Chiesa e Postconcilio). Qui infatti ci occupiamo di un argomento "di nicchia", che non interesserà a chi non ha mai avuto a che fare direttamente o indirettamente col Cammino e coi suoi adepti. Il valore di Chiesa e Postconcilio, al di là dei contenuti (e dai numerosi aggiornamenti settimanali), ha messo la proverbiale pulce nell'orecchio a tanti laici e tanti chierici, anche ai "piani alti", con quella semplice immediatezza che non abbisogna di grossi libroni teologici, e senza scadere nel semplicismo e nell'ideologia.

      Nel panorama italiano dei cosiddetti siti web "tradizionalisti", quasi tutti forti del fatto di essersi fatti un nome su internet "prima degli altri" (e dunque impedendo di fatto che altri emergano), vedo come Chiesa e Postconcilio viene sistematicamente boicottato (spesso volontariamente ignorato, salvo rari casi in cui non possono proprio fare a meno di citarlo), solo per motivi ideologici e di prestigio, non per la bontà dei contenuti (tranne quando tentano maldestramente e strumentalmente di contraddirli). Molti tradizionalisti, infatti, credono di essere gli unici detentori della vera Tradizione (l'esempio più tragicomico, secondo me, fu quando i lefebvriani criticarono furenti il Summorum Pontificum), come se si sentissero esenti dal dover riflettere onestamente sul come e perché la Chiesa è stata inquinata dalla modernità.

      Lo ripetiamo: il Cammino è cattivo non tanto per la malvagità personale di Kiko e Carmen (quella c'è, e ha messo il carico da novanta su tutto il resto), ma per i madornali errori liturgici e dottrinali che non sono mai stati corretti dal 1964 ad oggi. Da una pessima "teologia" discende inevitabilmente una pessima liturgia, oltre che una pessima morale, che viene modificata solo per sostenere quella pessima "teologia". E quindi è perfettamente normale che i cosiddetti "catechisti" siano arroganti e ignoranti, perché chi smette di ignorare le questioni della fede, vorrà abbandonare il Cammino; chi smette di essere arrogante sui "camminanti" - anche attraverso soli piccoli semplici gesti di carità - ha già un piede (anzi due) fuori dal Cammino. Letteralmente la gente si trova a riflettere su un versetto della Bibbia, o su un episodio secondario della vita di qualche santo, e si rende finalmente conto che il Cammino è ispirato dal demonio, che i capicosca del Cammino sono letteralmente dei lupi travestiti da agnellini.

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  12. Questo blog nasce da chi poi ha aperto Chiesa e post concilio. Fermo restando che ci possono essere posizioni diverse nella stessa Chiesa così come c'erano fra gli Apostoli e nella Chiesa di Gerusalemme e fra i vari riti dell'unica Chiesa Cattolica, non è che criticando Maria Guarini improvvisamente gli evidenti problemi della Chiesa moderna spariscano.
    È evidente che il Concilio Vaticano II o non ha sortito gli effetti sperati o ha aggravato la crisi della Chiesa già in atto ai tempi di Giovanni XXIII.
    Non sono un tradizionalista, ma tutta questa ostilità per il rito romano antico mi insospettisce, tutta questa tolleranza verso plateali eretici è inquietante, il dialogo con i luterani che hanno cercato di distruggere la chiesa è insostenibile, la sciatteria per la Liturgia e la dottrina è alquanto dolorosa.
    La Chiesa che prima doveva insegnare e guidare e adesso vuole solo "accompagnare" o per finire anche solo "incontrare", non riesce più a dire niente di significativo se non stupidi fervorini.
    La maggioranza delle chiese si svuota, il sacro è scomparso, i preti perdono la fede, i conventi di svuotano, è in atto un collasso epocale come non si vedeva dai tempi di Ario o di Lutero.
    Leggi l'instrumentum labori del nuovo Sinodo, guarda che razza di personaggio impresentabile hanno messo a guardia della dottrina della Fede, leggi cosa accade in Germania e la minaccia di scisma.
    I cinghiali sono entrati nella vigna e l'hanno distrutta nonostante i tentativi di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI di invertire la rotta. Questo non significa che la Chiesa sia finita ma di certo è in stato comatoso. Ci sarà sempre un piccolo resto fedele al Signore ma purtroppo non è nella Chiesa che hanno voluto costruire al posto di quella originale.
    Il cammino è uno dei frutti marci del Concilio, cioè della sbornia di novità che ha investito la Chiesa in quegli anni. Purtroppo è anche colpa di certi interpreti del concilio e certi misteriosi potenti appoggi massoni se un cancro simile si è diffuso nella Chiesa. Le due cose sono collegate, parlando dell'uno si finisce a parlare dell'altro. In tempi prima del concilio una schifezza come il cammino non avrebbe mai potuto nascere. E invece giustamente i vari Kiko, Enzo Bianchi, Taize e altre robacce sono uscite proprio dopo il concilio. Non è un caso.

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    1. Il rito del 62 non è il rito apostolico romano riformato al tridentino, il concilio di Trento impone le decime che tutti noi dovremmo dare al presposto ( non all'equipe chiaramente ), e via discorrendo. Perdere tempo su come sia stato strategicamente pilotato il CVII non solo fa perdere di vista le manipolazioni avutesi nel CV primo, ma ugualmente la sua strana chiusura 70 anni dopo, perlomeno irregolare e tutto l'insieme di problemi che si sono accomulati nei secoli, cose che il Signore aveva già previsto altrimenti non si sarebbe fatto una domanda retorica sulla Fede.
      Perché anche stanti a Nicea e Calcedonia, un episcopo di una determinata diocesi, ecclesiologicamente, non è trasferibile. L'appello a Roma è poi alla luce della carenza di possibile risoluzione di controversie gerarchiche previamente autonome non l'ingerenza della prima sede sul resto dell'orbe dei christifideles.

      Se voi volete fare il servizio contro i neo-pseudocatecumenali, dipende comunque alla luce di chi lo fate.
      Pio X e Paolo VI sono la medesima faccia di una marcia medaglia, eppure sono conclamati a santi.

      Conviene interrogarsi e anche voi, preparatevi ad abbandonare questi derelitti al loro destino. La rovina è occasione di rinsavimento, nessuno di loro può scardinarsi così da sè stesso.

      Sono molte le possibilità di cosa succederà poi al cammino neopseudocatecumenale, ma ognno compirà lì la scelta definitiva. Oggi si può scusare chi è stato sedotto. Quando arriverà il tracollo in poco tempo ognuno si dovrà schierare.
      A quel punto anche voi concentratevi su temi più interessanti, non vi rendete conto che il mondo tradizionalista è invaso da lupi vestiti da agnelli paladini di chissàche?
      Peggio del modernismo è una para-restaurazione, assecondante veggenze infingarde che negano il deposito apostolico della Rivelazione.

      Davide Troiano

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    2. Non ho mai visto tanta confusione in così poche righe, ma forse è solo un altro sfortunato che ha studiato dai gesuiti o in qualche setta che segue un sedicente "Papa" alternativo.

      La liturgia nel corso dei tempi si è evoluta... molto lentamente. Tutti avevano (giustamente) un serio e santo timore di metter mano a qualcosa che avrebbe influito sulla spiritualità delle generazioni successive. Il rito che comunemente chiamiamo "tridentino" esisteva già ai tempi di papa san Gelasio I (morto nel 496), rimasto pressoché identico (pochissime modifiche) dalla fine del VI secolo fino al Concilio di Trento, confermato da san Pio V (e quindi erroneamente chiamato "tridentino" o "di san Pio V"), e con pochissime modifiche successive (l'ultima del 1962) arrivato fino ad oggi. È ragionevole pensare che la struttura della Messa sia rimasta invariata dall'epoca apostolica. Lo studio di documenti più o meno antichi e le ipotesi filologiche non possono avere come presupposto dei drastici cambiamenti in tutto l'orbe cattolico solo perché in qualche bizzarro posto si celebrò per un breve periodo in maniera bizzarra (come la famigerata prex eucharistica sprovvista delle parole della consacrazione, che tanto ha sfruculiàto certi liturgisti "da biblioteca" dotati di tanti titoli di studio ma di praticamente zero fede cattolica).

      Fu il movimento liturgico a inizio Novecento a diffondere certe strane idee, descritte anche con termini eleganti, nascoste anche dietro innocenti studi sui testi antichi (nel senso di anteriori a san Gregorio Magno), ma pericolose. L'idea di aumentare nella liturgia l'importanza dei laici, per esempio, presentata come un "avvicinare" di più la gente ai sacri "misteri", col sottinteso che la Chiesa bimillenaria costellata di santi non ne sarebbe stata capace perché non ha mai spettacolarizzato la liturgia, era l'anticamera della banalizzazione del sacerdozio, tanto cara ai protestanti.

      Già parecchi decenni prima, il Concilio Vaticano I, in cui fu necessario ricordare il dogma dell'infallibilità pontificia (di cui tanti dimenticano le condizioni: una questione di fede o morale, che valga per tutti i cattolici, che venga espressa ex cathedra cioè impegnando l'autorità del Papa, ecc.), era stato bloccato da una guerra, cioè da una questione politica (l'aggressione e invasione dello Stato Pontificio) che aveva anche contorni "religiosi" (il primo "civile" a entrare a Porta Pia fu un protestante col suo carretto di Bibbie protestanti; e sì, la Massoneria ha sempre avuto un odio religioso verso la Chiesa, religioso ancor prima che di potere, un odio diretto proprio contro la fede cattolica). Che poi tale Concilio venisse chiuso con una breve dichiarazione tanti decenni dopo, non ci suona strano: ci suona triste.

      Il movimento liturgico si dissolse apparentemente senza rumore, ma le idee restarono in circolazione, e già san Pio X e i suoi successori ebbero da resistere a diverse "spallate" rivoluzionarie presentate con paroloni eleganti. Pio XII cedette ad alcuni progetti - tra cui la riforma delle preghiere della Settimana Santa, che suonavano molto indigeste ai Fratelli Maggiori -, e Giovanni XXIII fece il guaio annunciando un Concilio pur sapendo che i nemici interni della Chiesa non aspettavano altro che l'occasione per mettere in pratica la "Rivoluzione" (liturgica, ecclesiale, e dottrinale).

      E no, è estremamente disonesto mettere sullo stesso piano Pio X e Paolo VI, perfino se si parlasse solo genericamente di tenacia nel perseguire il proprio programma. Tanto più che il secondo, visti i risultati delle sue concessioni, ebbe persino a dire nel 1969 che da qualche fessura era entrato «il fumo di satana nel tempio di Dio».

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    3. Ora se vuoi continuare la tua retorica, fallo. Ma il rito del 62 non è che una menomazione del rito apostolico romano riformato appunto al tridentino, la cui riforma subitanea successiva più "grave" la fece lo stesso Clemente VIII , riforma che dovrebbe subito aver fatto intendere cosa avesse voluto sottoscrivere Pio V riguardo l'indulto continuo che tutti si beano di nominare senza sapere né il latino né comprendere il diritto canonico stesso.

      Io non posso che scriverti che Pio X ha sbagliato molto ed è più responsabile in quanto precedente giacché tutte le sue distorsioni abusanti l'aurea dell'infallibilità hanno aperto il là al resto.
      Quando il cattolico, scevro da questa contrapposizione Pio X vs Paolo VI rinsavirà, a questo punto vien da dire che o avremo avuto una pseudo-restaurazione che sarà l'apice dell'inganno da cui disilludersi sarà tragico, o già saremo nelle catacombe, cosa che a questo punto , a gusto personale, preferirei.

      Per quanto riguarda me, i neopseudocatecumenali lasciano il tempo che trovano e quando morirà Kiko, di cui auspico pentimento e conversione reali almeno alla fine, le cose dovrebbero diventare abbastanza chiare e se sono serviti al setaccio, DIO nella sua Provvidenza predispone ogni cosa alla glorificazione degli eletti.

      saluti e scusate il disturbo.

      D.T.

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    4. Senti Tripudio anni di puntualizzazioni contro gli ebeti neopseudocatecumenali ti hanno accanito. A me non me ne frega nulla scrivertelo. Potrá essere vanitá, pensa quel che vuoi.

      Clemente VIII ha non solo modificato il breviario nel 1602 ma ha anche apportato variazioni ( le note questioni della consacrazione al calice e la triplice benedizione finale ) nel 1604 al messale romano, senza parlare della sisto-clementina.
      Queste 3 questioni ( e calendario prima ) hanno portato il pontefice ad agire esattamente come Pio V rispetto agli altri messali romani precedenti.
      Nel pieno della legittimitá e rispetto liturgici.

      La qual cosa però Pio X non ha fatto col breviario ( che ha sovvertito ) e per conseguenza già dalle adduzioni del 1920 necessarie - giacché modificare il breviario implica modifiche al messale - comunque certamente dal 1955 e peggio dal 60/62 si é fatto contro il rito della messa in sé stesso con le modifiche rubricali.

      Se vuoi sentirti il solo cattolico del pianeta continua pure.
      Eppure che tu non ti renda conto che l'ufficio divino é liturgia solenne e pubblica dell'ecumene questo é che perplime. Beati di Pio X facendotene l'idolo contro Paolo VI. Santo quest'ultimo da sbeffeggiare, ma quell'altro apripista liturgicamente nefando, intoccabile. Non é onesto.
      La messa dialogata o bassa, poi a rigore, neanche dovrebbe esistere come non dovrebbe esistere nessuna messa vespertina se non nei giorni che tutti sappiamo ( ovviamente le veglie pasquali neopseudocatecumenali sono una finzione e qualchuno gli dovrebbe spiegare che la liturgia vesprale del sabato Santo non é la sinassi eucaristica della Santa Pasqua per cui se vanno a dormire alle 7 dopo l'abbuffata e si svegliano il pomeriggio senza andare al Tempio per la domenica la risposta la dovremmo avere tutti...)

      Il messale del 62 é una menomazione, e personalmente meglio una menomazione che un rito inventato dal nulla, comunque sia vero e valido.
      D'altronde nella messa bassa quando i fedeli rispondono alle preci sacerdotali ai piedi dell'altare, introduttive, infondo stiamo anche lì ad un abbozzo di protestantesimo, ma non si puó dire chiaramente.

      Davide Troiano

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  13. Conosco la storia ma non mi riconosco più in un ambito che ultimamente ha preso una piega che tradisce se stesso:

    Non siamo un movimento, non siamo un club, non siamo un gruppo omogeneo, non siamo radunati sotto un'etichetta. E comunque non c'è bisogno di essere tradizionalisti per far notare le storture del Cammino.

    Contrariamente ai suoi slogan propagandistici, il Cammino Neocatecumenale va contro gli insegnamenti e la liturgia del Concilio Vaticano II.

    Le ambiguità dottrinali del Cammino e gli strafalcioni liturgici del Cammino, contraddicono il Vaticano II.

    n.b.
    ci sarà un motivo se certe discussioni sono state demandate ad altra sede proprio da chi ha fondato questo blog.

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    1. Quanto dici è vero, in molti documenti del Concilio lo stesso Cammino è contraddetto, ma non sono gli unici e ahimè non solo non sono mai stati fermati da quelli stessi che il concilio lo hanno promosso e vissuto ma anzi sono stati pure protetti. Sembra come se avessero scritto sulla carta delle robe che non avevano nessuna intenzione di attuare. Kiko ha potuto prosperare perché gli è stato permesso.
      E poi ragionando sugli errori del dopo concilio di capisce come mai il cammino sia stato possibile.

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    2. Ma infatti non c'è bisogno di avere una "tessera del club" quanto a questo blog o al blog Chiesa e Postconcilio.

      "Invitare alla riflessione" significa che non imponiamo nulla, ma presentiamo, indichiamo, riflettiamo.

      Ed infatti lo sappiamo benissimo quanto fegato marcio hanno i kikolatri che vengono a scrivere su queste pagine, perché si sforzano di trovare il pelo nell'uovo, perché sanno che il loro idolo non li porta all'unica vera fede dell'unica vera Chiesa, ma hanno il terrore nero di guardarsi allo specchio e dirsi: "ma come ho fatto a non accorgermi prima che il Cammino è davvero ispirato dal demonio? eppure l'intuito me lo diceva, me lo diceva sempre..." Vengono qui a tentare di convincere sé stessi di aver ragione a versare ancora le "Decime", a investire tempo e risorse per applaudire ancor oggi l'idolo e le sue deiezioni e i suoi arrogantissimi scagnozzi.

      p.s.: in coscienza non posso dire a uno: "ehi, il neocatecumenalismo è sbagliato, prova a informarti su Chiesa e Postconcilio". Le cose van dette. Le ragioni vanno date. Le spiegazioni, nel nostro piccolo, le contribuiamo volentieri, anche a costo di ripeterle spessissimo (e infatti i kikolatri si lamentano che siamo ripetitivi, proprio mentre loro ripetono acriticamente le stesse asinerie che hanno appreso fin dalle cosiddette "catechesti iniziali" del Cammino). E capirai che per la questione della liturgia, il controesempio non può essere la tipica liturgia parrocchiale trascinata, spettacolarizzata e parolaia. Non è stata quest'ultima ad infuocare il cuore di Teresa di Lisieux, di padre Kolbe, di Teresa d'Avila.

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  14. “La Messa era breve. Il Vangelo di San Giovanni non veniva letto alla fine. … Tutti lavorano alla distruzione, persino il clero. Si avvicina una grande devastazione”

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  15. Peraltro sono convinto che comunque sia meglio la povera malandata Chiesa odierna, nonostante gli scempi, che lo sfascio neocatecumenale al suo tramonto.

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  16. meglio la Chiesa protestante, quelli non hanno papi, cardinali vescovi ordini religiosi, movimentin ecclesiali, Vaticano ecc....

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    1. A suo tempo anche Kiko minacciò di spostare il Cammino nei protestanti (testuali parole: «e che aspettano [in Vaticano]? che ce ne andiamo coi protestanti?») se non fosse stato accontentato riguardo al seminario Redemkikos Mater di Takamatsu.

      Seminario che qualche annetto dopo è stato felicemente soppresso dalla Conferenza Episcopale Giapponese.

      I kikolatri poi tentarono di aprire un nuovo seminario kikiano-carmeniano a Tokyo, ma quando cominciarono a circolare le prime voci di corridoio, i vescovi giapponesi fecero subito sapere al Vaticano che una tale iniziativa era una sorpresa ed era del tutto estranea alle decisioni della conferenza episcopale giapponese.

      Così andò a finire che pochissimi mesi dopo venne aperto, con grande fanfara, molta poca sostanza, e molti interrogativi il seminario kikolatrico a Macao, "per le vocazioni dell'Asia". Ma sul mappamondo che Kiko ha nel suo soggiorno c'è ancora un vistoso buco, sul Giappone come su Guam: niente bandierina, l'avamposto neocatecumenale è stato sloggiato.

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  17. I frutti del Concilio sono :

    Bose con Enzo Bianchi
    Taize
    don Gallo
    don Colmegna
    dom Franzoni
    padre Balducci
    don Giorgio De Capitani
    padre Turoldo
    mons. Bettazzi
    Comunità di Base
    Teologia della Liberazione
    Teologi progressisti es Kung, Schillebeckx, ecc...
    catechismo olandese
    preti operai tutti comunisti
    isolotto di Firenze di don Mazzi
    don Ciotti

    poi cos'altro?

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    1. Oltre a quelle figure specifiche, ricordiamo anche le mode, per lo più ispirate al protestantesimo, cito solo le prime che mi vengono in mente:
      - la riduzione spiritualistica e intimistica della fede
      - la riduzione del sacerdote ad "animatore" di spettacolini, riunioni, attivismi vari
      - l'aver praticamente smesso di insegnare la dottrina cattolica
      - l'aver dato troppa enfasi alla lettura della Bibbia... a gente che non conosce veramente bene la dottrina cattolica
      - l'aver reso la liturgia una lungaggine, uno spettacolino, uno show parolaio e noioso
      - e poi l'orrido e nauseante scempio delle canzonette religiose moderne
      - le brutture architettoniche delle chiese costruite dopo gli anni '50
      - i sempre più brutti paramenti sacri, e quei bruttissimi calici, tabernacoli, e suppellettili sacre
      - la convinzione che associazioni e movimenti sarebbero una "alternativa" alle parrocchie
      - l'aver ripristinato (a volte persino in buona fede) cose potenzialmente pericolose (dal diaconato permanente alla "Comunione sulle mani").

      Quest'ultimo punto merita un chiarimento. Di fronte al crollo delle vocazioni e all'aumento degli abbandoni del sacerdozio, salvo rare eccezioni l'episcopato cosa ha fatto?
      - ha allungato i tempi di formazione
      - ha moltiplicato le attività (non solo di studio)
      - ha continuato a scacciar via le vocazioni tradizionali.

      I vescovi vivevano l'urgenza di tener "coperti" gli incarichi di parroco e perciò hanno cominciato a pensare alle vocazioni in funzione dell'incarico di parroco, non in funzione del donarsi a Cristo. Al tipico vescovo non interessa se hai la fede, interessa solo che tu sia una pedina spostabile a piacere su una scacchiera di parrocchie, al massimo al costo di un mini-incarico in curia come contentino se la tua nuova parrocchia è alquanto meno prestigiosa della precedente. La riduzione del sacerdozio a un mestiere impiegatizio.

      Quindi i vescovi hanno creduto che a ordinar diaconi permanenti, i parroci sarebbero stati alleggeriti di un po' di lavoro: omelie, matrimoni, visite agli ammalati... Solo che le omelie laicali del "diacono con la permanente" erano ancora più insipide (e in conflitto d'interesse) di quelle del parroco, i matrimoni volevano un prete vero, gli ammalati volevano confessarsi (e serve un prete)... E mi fermo qui con gli esempi.

      I vescovi, nonostante i tragicomici risultati, hanno continuato testardamente questa "promozione del laicato" fino ad oggi, per la sbagliatissima idea che "ce lo chiede il Concilio!"

      p.s.: nel Cammino troverete tutti quegli errori e li troverete elevati a potenza:
      - l'esasperazione dell'intimismo ("cosa ti sta dicendo il Signore con questo?", traduzione in italiano: "non ce ne importa nulla di te, i guai sono tuoi, e devi spiegarceli inserendo "ilsignore-ilsignore" nella tua omelia laicale, noi non ti aiuteremo nei tuoi guai, e nemmeno nel fare la predica)
      - il presbìtero neocatecumenale, che nella liturkikia è solo di ornamento
      - le cosiddette "catechesi" (e l'esperienzialismo) che lasciano i fratelli delle comunità nell'ignoranza delle cose della fede ( e se provi a leggere il Catechismo sei superbo, sei religioso naturale, sei in braccio a Mammona!)
      - e tutto quel "preparare la Parola", che fatichi a capire, che non sanno neppure spiegarti, perché anche i capicosca del Cammino sono ignorantissimi del Catechismo!
      - e poi l'interminabile liturkikia del sabato sera
      - e le canzonette kikiane tutte uguali, tutte a grattugiata di chitarrella
      - e poi la bruttura della "nueva estetica" di Kiko, architettonica, di paramenti, di beveroni-insalatiera...
      - e la superbia del "le parrocchie chiudono, noi apriamo!"
      - e poi i laici "catechisti" che vagliano le vocazioni
      - e i sacrilegi dovuti al modo in cui viene distribuita la Comunione...

      Davvero, la Chiesa è in crisi (crisi di fede, già nella gerarchia), e proprio questa crisi ha consentito a quel tumore spirituale che è il Cammino di nascere, di espandersi, e di devastare ulteriormente parrocchie, conventi e monasteri che già non se la passavano bene.

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    2. cosa c'è di così terrificante di ricevere la comunione in mano? Almeno le mani sono pulite, la bocca molto meno

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    3. @Anonimo 13 agosto 2023 alle ore 07:50
      In ogni caso, passando per le mani,
      sempre nella "bocca molto meno
      pulita" deve andare; quindi tu che fai, la butti via!?...
      ---

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    4. La risposta alla tua domanda è spiegata molto bene nel libretto "Comunione sulla mano? NO!" che un gruppo di laici, sulla scorta delle catechesi di padre Zoffoli sull'Eucarestia, fece circolare a proprie spese nelle parrocchie romane nel 1989, poco prima che la Conferenza Episcopale approvasse la novità. Una seconda edizione fu fatta circolare nell'ottobre di quello stesso anno.

      Quel libretto vale la pena non solo leggerlo, ma studiarselo e meditarlo per bene. Perché se anche ci fosse solo il tre per cento di cose su cui sei d'accordo, anche solo l'uno per cento, non ti puoi presentare davanti al Signore dicendo: «bof, ma che c'entra, la CEI aveva approvato, e il 99% degli argomenti non mi sembrava interessante, quindi non me ne poteva fregà de meno! ma come ti permetti, Signore? Tu giudichi!»

      Alcuni punti da ricordare:
      - la liturgia cattolica ancor oggi non prevede la "Comunione sulle mani": è solo un indulto delle conferenze episcopali, e solo in tempi molto recenti abbiamo visto un Papa amministrarla così (e solo perché è un gesuita)
      - è del tutto campata in aria l'affermazione secondo cui "le mani sono pulite e la bocca molto meno" (mani sudate, ecc.)
      - nel distribuire "alla bocca", la funzione del sacerdote è ancora visibilmente quella di intermediario fra uomo e Dio
      - nel distribuire "alle mani", la funzione del sacerdote è più annacquata, e a lungo termine la sensazione del "prendersi gettone di presenza" interferisce con la devozione al Sacramento
      - distribuendo "alle mani" è il fedele stesso a rischiare di disperdere frammenti (cfr. ad esempio i kikolatri che si puliscono distrattamente le dita su pantaloni e gonne per sbarazzarsi dei frammenti - e in ogni frammento c'è Nostro Signore)
      - le mani del sacerdote sono consacrate per l'Eucarestia; le mani del fedele non sono consacrate... Chi sei tu, laico, per assumerti la responsabilità di maneggiare il Santissimo Sacramento come se fosse uno "snack di unità fraterna" o qualcosa del genere?

      E se vi viene in mente che avete tante "buone intenzioni", ricordatevi che proprio di quelle sono lastricate le vie dell'inferno, e che "il fedele" non siamo solo noi, ma sono anche persone distratte, persone confuse, persone anziane o comunque con leggère o pesanti disabilità motorie e di coordinazione dei movimenti, persone che hanno appena stretto mani sudate, dopo averle appoggiate a lungo sui banchi (che già non erano puliti)... per non parlare del maggior rischio di sacrilegi (io stesso con questi miei stessi occhi ho visto tanti pessimi esempi, tra cui gente - come una ragazzetta ventenne - prendere la Particola e andarsene al posto a sedere, e uno che sembrava essersi infilato in tasca la Particola, e troppa gente che andava a ritirare il gettone di presenza con aria annoiata e abitudinaria... quando con cautela tentai di avvisare il parroco del tizio che si era probabilmente infilato in tasca la Particola, il parroco mi rise in faccia, insinuando che lui avrebbe continuato comunque a distribuire "sulle mani": ne risponderà davanti a Dio, e sappia che Nostro Signore, apparendo a padre Pio, aveva definito "macellai" quei sacerdoti che non usavano sufficiente rispetto nei confronti del Sacramento).

      Nota che nel Cammino la "Comunione sulle mani" è stata in vigore fin dagli inizi (fin dai suoi inizi il Cammino ha fatto carnevalate liturgiche e abusi liturgici e ha agito come se disprezzasse a morte il sacerdozio e il Santissimo Sacramento, e Kiko stesso una volta ammise che il vescovo Morcillo González - proprio quello che nella vulgata neocatecumenalizia avrebbe "appoggiato" il nascente Cammino - voleva scomunicare lui e Carmen...! chissà che oliature e che minacce, per farlo desistere; e comunque, molto "opportunamente", Morcillo morì nel '72, quando i due autonominati "iniziatori" erano a Roma ma erano ancora dei perfetti sconosciuti con un sèguito di poche decine di adepti).

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    5. Per chi ancora non ci avesse fatto caso, tutte le mode postconciliari partivano dal falso presupposto che "se introduciamo questa novità, la gente comune apprezzerà di più".

      Ora, non è così che funziona la Chiesa. La Chiesa deve proseguire il ministero di Nostro Signore, di insegnare, guidare, santificare. Non deve perdere tempo a cercare applausi mondani, o a lusingare i fedeli lisciandoli per il verso "giusto". Per ravvivare la devozione eucaristica devi spiegarne il significato. Se introduci la "Comunione sulle mani", l'un per cento forse capirà più o meno cosa intendevi, ma il novantanove per cento restante si adeguerà alla moda. È un caso esemplare quello di Comunione e Liberazione, dove vige la "Comunione sulla mano" esclusivamente per motivi organizzativi (per celebrare in 40 minuti una Messa con ventisettemila partecipanti in vari padiglioni della Fiera, sia pure con qualche decina di preti a disposizione, "si fa più presto" a distribuire "sulle mani"... o almeno, si pensa di far più presto, visto che il risparmio di tempo, se c'è, è irrisorio; tanto valeva ridurre di un paio di minuti la predica anziché tentare di rosicchiare due minuti alla distribuzione della Comunione).

      La Chiesa non è tenuta a inseguire le mode mondane, non è tenuta a lusingare i fedeli dispensando titoli onorifici e "privilegi" bislacchi, non è tenuta a rendere "piacevoli e accattivanti" le liturgie (che non sono certo degli show). La liturgia, in tutti i suoi segni - anche i più secondari - "parla" della fede. E se la liturgia è sciatta su un certo punto, se ne vedranno i tristi e vergognosi frutti. Per esempio, avendo trasformato la Comunione in "gettone di presenza" o addirittura "sacro snack di unità fraterna", è andata a finire che un mucchio di gente fa la Comunione indegnamente, cioè con la coscienza sporca di peccati mortali, perché è diventata un'abitudine: e che fai, non prendi lo "snack"? e che fai, non prendi il "gettone presenza"? La Comunione sulle mani è stata devastante, dal punto di vista della devozione al Santissimo Sacramento. Anziché "ravvivare", ha ammazzato. Anziché far "riscoprire", ha fatto ignorare.

      E avendola spacciata per "privilegio" ("ehi, guardate la novità, da oggi vi facciamo fare una cosa da preti, prendere con le vostre mani il Santissimo Sacramento! dai, su, diteci che la vostra fede è più adulta!"), ora sarà davvero arduo abolirla dalle liturgie Novus Ordo. (I guai che ha passato don Federico, giovane parroco che si rifiutò di amministrarla sulle mani, provennero comunque tutti dal clero modernista e dalle suore moderniste installate in parrocchia...). Tutti i discorsi sull'antichità sono faziosi. Nelle liturgie "tridentine" - virgolette poiché non sono state certo inventate al Concilio di Trento, ma hanno attraversato sedici secoli di vita cattolica e di santità - semplicemente non è prevista "sulle mani". E ci sono ottimi motivi per cui a suo tempo fu abolita la modalità "sulle mani" e mai più ripristinata... fino al postconcilio... nonostante il Concilio stesso non la richiedesse...

      Anni fa una ragazza di Rinnovamento mi chiese come poter vivere di più la devozione eucaristica. Le suggerii di fare la Comunione in ginocchio e senza usare le mani, lasciando che sia il sacerdote (intermediario fra l'uomo e Dio) ad amministrarle il Sacramento. Lei ci restò un po' di stucco, le sembrò una novità da proporre a tutto il suo gruppo, mi toccò spiegarle che "prima del Concilio" era la normalissima prassi di tutta la Chiesa, come si vede anche in tante immaginette religiose di più di 50-60 anni fa. La vera stranezza era che nel suo gruppo di Rinnovamento, in cui i capi si erano dati da fare per promuovere l'adorazione eucaristica, vivevano comunque gli errori moderni (incapaci di fare adorazione silenziosa) e non riuscivano a immaginare di riandare alle fonti, ai santi che hanno consumato le ginocchia davanti al Tabernacolo, alla semplice Comunione "alla bocca".

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    6. Come già precedentemente ricordato la Comunione sulla mano, è "un indulto", non un obbligo; di conseguenza il fedele, può pretendere che gli sia somministrata in bocca.
      Cosa che feci nelle tre "eucarestie"
      Neocatecumenali, alle quali ho assistito nella mia vita, con il disappunto degli astanti, che si tagliava col coltello.
      ---

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    7. Ne approfitto per ricordare che il termine "indulto" indica un permesso temporaneo, in deroga a regole che non vengono cambiate, ed è perciò ritirabile in qualsiasi momento senza dover dare spiegazioni. La liturgia cattolica - anche quella Novus Ordo - ancor oggi non prevede la "Comunione sulle mani": è solo un "indulto" delle singole conferenze episcopali.

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  18. Marzullo Style
    Fatti una domanda....

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    1. "Fatti una domanda" è la versione ridotta del "Cosa ti ha voluto dire il Signore con questo?"

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  19. La gente per bene del cammino stà tutta in vacanza in posti top, La gente per male del cammino stà tutta a casa con il ventilatore ! Non conta lo spiritoSanto alla fine contano sempre i soldi !

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  20. La Chiesa non ha voluto il Cammino. Lo hanno inventato i due spagnoli. Lo vogliono solo loro. E solo per la loro gloria terrena.

    La Chiesa non vuole il Cammino, infatti Kiko si è lamentato dal Papa che i vescovi "non capiscono" di aver "bisogno dei carismi" del Cammino.
    L'aver corrotto o ricattato tanti prelati, non implica che costoro vogliano sinceramente il Cammino. Liberateli dai lacci dei ricatti e dalla corruzione ("oliatura"), e vedrete come smettono di simpatizzare per il Cammino. Gli unici prelati favorevoli al Cammino sono quelli provenienti dal Cammino (come il famoso Filoni) o quelli talmente infognati nel peccato da essere perfetti schiavi del Cammino (come il vescovo pedofilo neocatecumenale Apuron).

    Chi critica il Cammino, ama la Chiesa, perché per criticare il Cammino è sufficiente riaffermare la dottrina insegnata dalla Chiesa, la liturgia celebrata dalla Chiesa, la Tradizione della Chiesa, il Magistero della Chiesa, i vastissimi tesori spirituali della Chiesa, e tutti i santi che hanno gustato tali tesori e li hanno riproposti a ogni anima.

    Il Cammino non è espressione della Chiesa.
    La Chiesa non ha mai detto che il Cammino è un'espressione della Chiesa.

    Il Cammino è espressione solo della superbia e dell'arroganza di Kiko e Carmen:
    - liturgie carnevalesche
    - dottrina inquinata
    - fratelli delle comunità calpestati in ogni modo, dalla protezione dei pedofili all'esazione fiscale delle Decime, dal cognitive restructuring al comportarsi esattamente come i pagani (esempio: cronaca di un matrimonio neocat).

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  21. Sono un sacerdote che ho avuto le comunità nella mia parrocchia non per mia scelta ma perché trovate da trent'anni presenti in parrocchia. È confermo tutto quello che Tripudio dice e quanta sofferenza hanno arrecato alla mia vita, o ti pieghi o te ne dicono e fanno di tutti i colori anche attraverso calunnie e mettendo ingiro dicerie, ti creano un muro attorno, ora che mi hanno fatto fuori ed hanno un altro parroco che non ha concesso niente di più di ciò che io avevo messo in discussione come la Pasqua celebrata negli alberghi con battesimi dei loro figli o parenti solo per avere il battesimo, sono tutti contenti e felice l' oliano con la decima e con feste per le sue varie ricorrenze. Carissimi sacerdoti che non siete stati formati nei loro seminari ( per quelli è impossibile chiederlo), teneteli lontano dalle parrocchie distruggono una comunità parrocchiale con danni irrimediabili. Vanno allontanati dalla chiesa anche a costo di creare uno scisma ( perché molti dicono che si creerebbe uno scisma) ma già vivono di scismatici, per i fatti loro, vedete esempio GMG e liturgia e altro. Chiedete ad un catecumeno comune se la Chiesa sta vivendo un Sinodo neanche lo sanno non gli interessa nulla vanno per la loro strada e con le direttive che gli vengono da Kiko.

    RispondiElimina
  22. Non tutti conoscono la mia vicenda famigliare con questi del cammino neocatecumenale
    Ci sono stato per 26 anni ! In breve cacciato per aver denunciato un catechisti pedofilo
    Dovevano proteggere la credibilità del cammino e l'immagine della chiesa insieme alla figura del parroco ! Siamo stati trattati come carnefici
    In tribunale avevo fatto convocare 2 persone un catechista e il capo cantore che sapevano che questa bestia aveva questi atteggiamenti con i bambini
    Credevo che avrebbero detto la verità ma condizionati essendo adepti per paura di perdere la leadership
    Hanno dichiarato il falso coprendo questi crimini
    Ma sappiamo che chi copre è un complice
    Vive in loro l'omertà
    Anche il parroco ci caccio' davanti alla portone della basilica questo davanti ai nostri bambini
    Il vescovo ci convocò e siccome noi avevamo il primogenito in seminario ci minacciò e ci ricatto'
    Dicendo se non ritirate la denuncia non so' se porterò vostro figlio all'altare! Fatevi pagare i danni morali e chiudere la faccenda
    Il cristiano perdona tutto ! Gli dissi ( eccellenza allora tutto è lecito?) Gli dissi : vi ricordo cosa dice il Signore in merito
    Guai a chi scandalizza uno di questi miei piccoli e ' meglio per lui che si leghi una macina al collo e si butti nel mare! L'invito che fa il Signore a queste bestie al suicidio è meglio per te!
    Per quanto riguarda la parola ( guai) la usa il Signore dicendo: guai a voi pastori che pascolate i vostri interessi che camminate con lunghe vesti e con l'anello grosso al dito
    Chi salirà il monte santo del Signore ? Chi ha mani innocenti e cuore puro! E chi se non i bambini? La verità si affaccerà dal cielo e la giustizia germoglierà dalla terra!
    Tutti renderemo conto a Dio quando ci chiedera' avevo fame sete ero nudo .....

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