martedì 25 febbraio 2020

Un'intervista rivelatrice sui seminari Redemptoris Mater


Commentiamo qui una "intervista al rettore del seminario Redemkikos Mater di Trieste" pubblicata originariamente il 9 febbraio 2011.

All'epoca, il citato seminario neocatecumenale di Pola, contava meno di una quindicina di seminaristi.

Il rettore intervistato, don Janez, nel 2002 veniva già annoverato nel Collegio Elettivo del Cammino Neocatecumenale.

Anzitutto alcune citazioni dall'intervista, in cui evidenziamo alcuni dati eloquenti sulla formazione fin troppo casereccia di questi “seminari farlocchi”, e sulle emerite panzane (come ad esempio “andranno dove vuole il Vescovo“):

Don Janez, quanti sono e da dove provengono i seminaristi?
Il Seminario diocesano missionario internazionale per la Nuova Evangelizzazione è composto da 8 seminaristi. Tre di Trieste, due dalla Polonia, uno spagnolo, un croato e uno sloveno.

Quali sono le specifiche linee formative di un Seminario Redemptoris Mater rispetto ad altre esperienze di formazione di nuovi sacerdoti?
La principale specificità è che ognuno dei seminaristi è inserito in una comunità neocatecumenale, dove continuano a “crescere” nella fede. L’esperienza di evangelizzazione di tanti anni ci ha insegnato a non presupporre la fede matura dei candidati quando iniziano il loro percorso formativo. In passato è stato così, perché la maggior parte dei candidati proveniva da famiglie e da un ambiente cristiano.

Oggi a causa della secolarizzazione la situazione è totalmente cambiata, anzi questa realtà si è quasi del tutto invertita. Dobbiamo avere inoltre fisse nel cuore le parole di S. Agostino che dice: «Con voi io sono cristiano e per voi io sono Vescovo». Può succedere che uno diventi anche presbitero per gli altri, ma bisogna vedere se è anche come i fedeli un cristiano “adulto” nella fede. Molte difficoltà odierne del clero ci mostrano la drammatica realtà di questa mia constatazione.

La seconda caratteristica è che nei seminari Redemptoris Mater si educano sacerdoti con spirito missionario. Di solito i nuovi presbiteri vengono incardinati nella diocesi di appartenenza del seminario, ma mantengono la disponibilità per andare in missione in ogni parte del mondo. A questo fine la formazione dei nostri seminaristi prevede la vita in seminario, il tempo dello studio della filosofia e della teologia, ed è completata da un tempo — di solito un paio d’anni — di missione fuori dal seminario, che spesso si svolge all’estero rispetto alla locazione dello stesso.

Inoltre in questi seminari si formano presbiteri per la Nuova Evangelizzazione. La formazione e il Cammino Neocatecumenale permettono ai candidati di conoscere nuovi modelli di “annuncio del Vangelo”, che sappiano andare oltre e completare la pastorale sacramentale di “mantenimento”. [...]

Ci può spiegare come si svolgerà la vita quotidiana per questi nostri seminaristi?
È consuetudine che ogni nuovo seminario Redemptoris Mater inizi la propria esperienza formativa con un tempo di vita nelle famiglie. I seminaristi il primo anno e forse anche di più, vivono “a due a due” nelle famiglie. Le famiglie si occupano di tutti i loro bisogni quotidiani ad esempio il mangiare e l’accoglienza. Le famiglie che accolgono i candidati sono anche loro fratelli del Cammino. Questo è un dono speciale per i seminaristi, per le famiglie e in modo particolare per i figli delle famiglie ospitanti. Inoltre seguono i loro studi nel seminario Redemptoris Mater di Pola.

Ogni mercoledì e sabato tornano da Pola per seguire il Cammino nella loro comunità di Trieste, dove sono stati inseriti appena entrati in seminario. Inoltre tutti i candidati mantengono un rapporto con la loro comunità neocatecumenale “di origine”, cioè della loro città di provenienza. [...]

Lei avrà la principale responsabilità formativa di questi giovani: chi è oggi il sacerdote?
[...] Anche io sono grato a Dio che nel mio compito di formatore non sono mai solo e in aggiunta al continuo sostegno del Vescovo e del clero della diocesi, sono costantemente assistito dall’equipe dei catechisti responsabili per il Cammino a Trieste, che sono anche giuridicamente membri del consiglio pastorale del seminario. Anche questa è una caratterista specifica dei seminari Redemptoris Mater.

Il Vescovo di Trieste ha firmato il decreto di istituzione del nuovo Seminario “Diocesano Missionario Internazionale” a Gerusalemme, nel Cenacolo: come mai?
Prima di rispondere alla sua domanda devo fare una precisazione. Sento dire che il Vescovo avrebbe istituito un “Seminario neocatecumenale”. Egli in realtà ha istituito un “Seminario Diocesano Missionario Internazionale”, anche se guidato da formatori provenienti dal Cammino e nominati dal Vescovo della Diocesi, e composto da seminaristi del Cammino i quali, oltre che vivere la vita normale di seminario, continuano il loro Cammino neocatecumenale inserendosi, a due a due, in una delle Comunità presenti in Diocesi. [...]

Perché il Cammino neocatecumenale ha propri Seminari?
[...] essenzialmente per rispondere all’urgenza della Nuova Evangelizzazione. Per una Nuova Evangelizzazione sono necessari preti nuovi, cioè formati in un modo nuovo, disposti ad andare dovunque il Vescovo ritenga necessario ed opportuno. [...]

Che rapporto ci sarà tra il Seminario di Trieste e quello di Pola?
Attualmente il rapporto con il seminario “Redemptoris Mater” di Pola è molto stretto in quanto i nostri seminaristi, essendo pochi (8) e soprattutto non avendo ancora un edificio dove vivere (vivono infatti a due a due nelle famiglie di neocatecumeni che si sono rese disponibili ad ospitarli), vanno a scuola nel seminario di Pola. [...]

Come valuta l’istituzione di questo Seminario nel servizio che il Cammino ha dato e darà alla Chiesa di Trieste?
[...] Dall’esperienza che abbiamo, si è notato che, dopo la nascita di un Seminario Redemptoris Mater, in quella città sono aumentate le vocazioni non soltanto provenienti dalle Comunità per il Seminario Missionario ma anche dalle parrocchie per quello Diocesano. [...]


Questa intervista è importante perché evidenzia alcuni punti importanti di Kiko e del suo Cammino Neocatecumenale:

1 – L’apertura nel mondo di oltre cento seminari del cammino è semplice pubblicità di parte.
Come si legge chiaramente nell’intervista, questo seminario come molti altri di quei 105 (erano 105 nel 2011), è simbolico e aperto solo sulla carta in quanto i seminaristi dipendono interamente dalle famiglie neocatecumenali e studiano nel seminario di Pola.

2 – Vengono confermati dalla bocca del rettore i due anni di “missione” neocatecumenale all’estero, che fanno parte della formazione del seminarista.
In questi due anni di missione la comunità di appartenenza del seminarista provvede al sostentamento materiale del seminarista.
Naturalmente nell’intervista non si parla del sostentamento, ma avendo in comunità un seminarista in missione ci è stato comunicato espressamente dai catechisti che dobbiamo mantenerlo noi.

Vale lo stesso discorso per le “famiglie in missione”, se non riescono ad essere autosufficienti con il loro lavoro in terra di missione, sono a carico delle loro comunità di origine. Armiamoci e partite, partiamoci e pagate!

Se la comunità di origine non riesce a mantenere seminaristi e famiglie in missione, si ricorre al gemellaggio con un’altra comunità o alle comunità di una intera parrocchia oppure alla Fondazione Famiglia di Nazareth.

3La paura ancestrale dei formatori dei seminari neocatecumenali di fare uscire i loro sacerdoti nella realtà di una società “aggressiva” e “contraria alla vita cristiana”.
“Mi rendo sempre più conto inoltre che in mezzo ad una società molto “aggressiva” e contraria alla vita cristiana, il sacerdote rischia di rimanere solo e indifeso.
Per questo motivo penso che il dono più grande per un presbitero sia sentirsi parte di una comunità concreta di fratelli, dove anche lui può “crescere” nella fede ed essere aiutato e sostenuto”
Caro rettore ti ricordo che il sacramento del sacerdozio è un dono del Signore.
Il Signore, in quanto tale, conosce benissimo la realtà cristiana di oggi.
Un sacerdote, in quanto tale, ha il sostegno di Dio.
Per un sacerdote cristiano cosa vale più del sostegno di nostro Signore ?

E poi, scusate, forse che la Chiesa sbaglia a formare i sacerdoti, mentre nei seminari R.M. si prendono le giuste precauzioni per far crescere la fede e resistere ad una società “aggressiva” e “contraria alla vita cristiana”?

Un buon pastore ha il compito di prendersi cura del suo gregge, è normale che il gregge riconosca e apprezzi l’opera del pastore, ma quando si è “…in mezzo ad una società molto “aggressiva” e contraria alla vita cristianaè il buon pastore che ha il compito di proteggere il gregge e non il contrario !

Il pastore non “…rischia di rimanere solo e indifeso.” il buon pastore ha sempre il sostegno del Signore!
E non ha bisogno di altro!
Il buon pastore aiuta gli altri a crescere nella fede perché ha Dio dalla sua parte!

E ricordo al rettore che gli altri sono tutti: cioè tutta l’assemblea dei cristiani compreso tutto il magistero della Chiesa, non la sola “comunità neocatecumenale” dei fratelli!

4Le ragioni, spiegate dal rettore, del perché il cammino apra i seminari sono veramente deboli.
Sono d’accordo sul bisogno della Chiesa di evangelizzare, ma sinceramente la frase:
“Per una Nuova Evangelizzazione sono necessari preti nuovi, cioè formati in un modo nuovo…”
Mi sembra uno dei tanti proclami che usa ripetere Kiko quando non vuole rispondere alle domande “serie” in modo “serio”.

NUOVA Evangelizzazione, NUOVI modelli di “annuncio del Vangelo”, preti NUOVI, modo NUOVO.

Quando le persone usano troppe volte la parola NUOVO per giustificare una cosa fatta “diversamente” c'è da preoccuparsi sul serio, perché significa che tutto ciò che non è “nuovo” sarebbe sbagliato e superato.

Abbiamo letto troppe volte la parola NUOVO sui libri di storia e spesso dietro a quella parola c’era di tutto, meno quel tipo di NUOVO che ti aspettavi.

5 “…disposti ad andare dovunque il Vescovo ritenga necessario ed opportuno.”

Questa frase, detta dal rettore, mi disorienta, anche perché si contraddice con quello che dice dopo:
In questo modo si realizza quanto è auspicato dalla Sacra Congregazione del Clero nel documento: “Per una migliore distribuzione del clero nel mondo” (1980)”.
Se questo principio è stato auspicato chiaramente in un documento della Chiesa nel lontano 1980, che bisogno c’è di considerarlo un motivo per aprire dei NUOVI seminari?

La ragione “reale” del perché servono i seminari del cammino è contenuta indirettamente, ma neanche tanto, in questa risposta del nostro bravo rettore, evidentemente piccato dal tono della domanda del suo intervistatore, perdendo per un momento la calma e mettendo da solo il dito nella piaga :
Prima di rispondere alla sua domanda devo fare una precisazione. Sento dire che il Vescovo avrebbe istituito un “Seminario neocatecumenale”. Egli in realtà ha istituito un “Seminario Diocesano Missionario Internazionale”, anche se guidato da formatori provenienti dal Cammino e nominati dal Vescovo della Diocesi, e composto da seminaristi del Cammino i quali, oltre che vivere la vita normale di seminario, continuano il loro Cammino neocatecumenale inserendosi, a due a due, in una delle Comunità presenti in Diocesi.”
Vorrei fare anche io una precisazione: i seminari Redemptoris Mater dipendono economicamente solo ed esclusivamente dal Cammino Neocatecumenale, cioè dalle “offerte” dei suoi adepti
Il Vescovo della Diocesi dà solo il permesso per l’apertura del seminario: di fatto questo seminario non ha niente a che vedere con la Diocesi.

I seminaristi del Redmptoris Mater fanno un percorso parallelo al percorso diocesano, il punto forte di questi seminari è, e rimane, la dottrina insegnata nel cammino neocatecumenale.

Sappiamo tutti quanto difficilmente il Vescovo Diocesano abbia voce in capitolo sulle destinazioni dei futuri preti. Non prendiamoci in giro.

Non ne ha alcuna sulla formazione dei seminaristi, in quanto i formatori sono scelti dal Cammino e nel Cammino.

Ne ha poca anche sulla ordinazione dei preti, che proprio nell’essere Seminario Missionario Internazionale, consente in caso di rifiuto dell’ordinazione del candidato da parte del Vescovo Diocesano, di essere “spostati” in altro seminario con Vescovo più “disponibile”.
“L'opposizione al Movimento neocatecumenale travalica ampiamente i confini nazionali. Nel 1996 il cammino si interruppe in Inghilterra. Il card. Basil Hume, primate della Chiesa cattolica d'Inghilterra, si rifiutò di ordinare preti quindici seminaristi di formazione neocatecumenale (v. Adista n. 67/96 e "Jesus" del gennaio 1997). La motivazione fu che questi seminaristi, una volta ordinati, avrebbero avuto come punto di riferimento, più che il proprio vescovo, i capi delle loro comunità, creando così problemi all'interno della diocesi.”
Come andò a finire? Li ordinarono a Roma…

Lo stesso avvenne col seminario di Takamatsu, chiuso in Giappone per iniziativa della Conferenza Episcopale Giapponese, d'intesa col Papa e riaperto a Roma d'intesa con Bertone-Filoni.



Mi piacerebbe tantissimo fare questa domanda al rettore di Trieste : “Se un giovane sente la chiamata del Signore a diventare sacerdote missionario e non appartiene al cammino neocatecumenale, può entrare in un “Seminario Diocesano Missionario Internazionale” Redemptoris Mater ?”

La risposta è: assolutamente NO !

Perché, requisito fondamentale e indispensabile per entrare in un seminario Redemptoris Mater è l’appartenenza al cammino neocatecumenale, su questo non esiste alcun dubbio.

Allora ha ragione chi dice che il Vescovo della diocesi di Trieste ha istituito un “Seminario neocatecumenale”, dove si fabbricano NUOVI preti, in un NUOVO modo, con NUOVI modelli di “annuncio del Vangelo”, per una NUOVA Evangelizzazione (ricordiamoci che per i kikos il termine “nuova evangelizzazione” significa soltanto “diffondere il Cammino”).

7 – “… sono costantemente assistito dall’equipe dei catechisti responsabili per il Cammino a Trieste, che sono anche giuridicamente membri del consiglio pastorale del seminario. Anche questa è una caratterista specifica dei seminari Redemptoris Mater.”

Avete letto attentamente?!

I “catechisti responsabili” del cammino, generalmente laici, gestiscono le comunità della diocesi e sono referenti preferenziali, durante tutto il percorso che intraprendono i neocatecumenali che entrano in seminario per diventare sacerdoti !

Secondo voi a chi dovranno obbedienza canonica e spirituale i NUOVI preti ?

Alla Chiesa e al Papa o al cammino e a Kiko?

Questo è l’unico motivo “vero”, per il quale “sono necessari” i “Seminari del Cammino Neocatecumenale”.

8 – Sul valore aggiunto che porta il cammino alla diocesi con l’apertura del Seminario la risposta del rettore è quasi imbarazzante :
“La presenza di un seminario Diocesano Missionario Internazionale accanto al seminario Diocesano, è certamente una ricchezza per la nostra Chiesa locale.”
Sarà anche una ricchezza a livello spirituale per la Chiesa, ma mantenere due seminari che fanno la stessa cosa non mi sembra corretto, anche se non ci fossero conti da pagare, ma solo sacerdoti kikizzatissimi da sopportare.

Mi pare che su questa cosa siamo d’accordo tutti.
Posso assicurare al lettore, con la mia esperienza di catecumeno, che i conti dei Seminari Redemptoris Mater li pagano, in prima persona, le comunità neocatecumenali.
Allora mi chiedo: se questi due seminari facessero la stessa cosa non ci sarebbe proprio alcun motivo di tenerli in piedi tutti e due, considerando il fatto che il seminario in questione neanche esiste e i suoi studenti vanno al seminario di Pola.
Perché gravare sulle spalle delle famiglie neocatecumenali che li ospitano ?
Allora probabilmente non fanno la stessa cosa, probabilmente non la fanno allo stesso modo o ancora più probabilmente non hanno lo stesso obiettivo.

9 – “…è e sarà uno stimolo per tutta la Diocesi ad uscire dal proprio orizzonte, talvolta molto ristretto e provinciale, e cominciare a pensare in grande e a respirare a pieni polmoni, non più appesantiti dai piccoli problemi locali che soffocano.”, mi sembra la frase di un politico dopo l’apertura di una nuova linee ferroviaria.

Ed è anche molto insultante: “la Diocesi ha un orizzonte molto ristretto e provinciale”, capite? Noi cristiani della domenica siamo molto ristretti e provinciali, parola di presbikiko rettore di seminario kikiano!

Questo rettore è proprio sveglio, un neocatecumenale che vuole diventare Sacerdote entra in un seminario del cammino per “…uscire dal proprio orizzonte, talvolta molto ristretto e provinciale,…appesantiti dai piccoli problemi locali che soffocano”... vista la nazionalità dei suoi seminaristi, è esattamente quello che hanno fatto, solo che non sono usciti da un ambiente ristretto e provinciale con piccoli problemi che soffocano, ma sono usciti da realtà di fame,degradazione morale e fisica, per approdare nei lussuosi villaggi “All inclusive” tutto-gratis-pagano-le-comunità del cammino neocatecumenale.

10 – “Dall’ esperienza che abbiamo, si è notato che,… in quella città sono aumentate le vocazioni… non soltanto provenienti dalle Comunità per il Seminario Missionario ma anche dalle parrocchie per quello Diocesano”.

Ultima domanda al rettore su questo tema: “Considerando che prima il seminario Redemptoris Mater non c’era, cosa significa la frase che aumentano, di pari passo, anche le vocazioni per il Seminario Diocesano ?”

"Ehi ragazzi! Hanno aperto un nuovo seminario neocatecumenale e questa notizia mi ha fatto improvvisamente venir voglia di diventar prete diocesano!"

Come puoi avere dei dati per fare un confronto, tra una cosa che nasce oggi e una già esistente ?

Come fai ad affermare che l’apertura dei seminari del cammino ha agito da catalizzatore per i seminari diocesani ?

Caro rettore fai un esempio che ti si ritorce contro quando affermi “...non soltanto provenienti dalle Comunità per il Seminario Missionario ma anche dalle parrocchie per quello Diocesano”, stai ammettendo che esistono due tipo di clero nella diocesi, quello “VECCHIO” con origine la parrocchia e destinazione la Diocesi e quello “NUOVO”, parallelo alla Chiesa, che ha una origine “NUOVA”, la comunità neocatecumenale e tende ad un sacerdozio “NUOVO” improntato al “NUOVO” metodo del cammino neocatecumenale, destinato a una “NUOVA” evangelizzazione.
Tutti questi “NUOVO” l’ho aggiunti io, perché tu così li avevi definiti in precedenza al punto 7.

In breve, questo discorso fatto dal nostro bravo rettore cosa significa?

Significa che questi seminaristi, umanamente, hanno un grosso debito di riconoscenza verso il cammino che li ha sostenuti economicamente per 8/9 anni.

Significa che spesso questi seminaristi sono molto giovani.

Magari vengono da famiglie, inserite da anni, nel cammino neocatecumenale.

“Figli del cammino” entrati in questa realtà molto presto (13/14 anni), con poca conoscenza del mondo e della vita e SOPRATTUTTO della Chiesa.

Potrebbe essere un caso, ma conosco una famiglia neocatecumenale, con i genitori catechisti, che hanno 8 figli di cui 5 maschi.

Di quei 5 maschi 3 sono entrati in seminario.

Significa che i sacerdoti che escono da questi seminari hanno come punto di riferimento il Cammino Neocatecumenale, cioè i catechisti del cammino.

Il cammino gli ha pagato i conti ed al cammino devono tutto quello che conoscono.

Potremmo parlare, come dicevo prima di “formazione di un clero parallelo” a quello diocesano alle dipendenze, ufficialmente del Vescovo, ma di fatto ai catechisti laici del cammino?

Significa anche, che la loro funzione principale è l’Evangelizzazione.

Secondo voi cosa porteranno nella loro “Nuova Evangelizzazione”, il Cammino Neocatecumenale o la Chiesa Cattolica?

E non mi dite che è la stessa cosa perché purtroppo non è cosi.

Se fossi sicuro che il Cammino Neocatecumenale e la Chiesa facessero e fossero la stessa cosa, oggi sarei ancora nel cammino neocatecumenale e non avrei alcun motivo di scrivere su questo blog.

30 commenti:

  1. Mesi fâ,ho avuto il piacere di conoscere tre seminaristi diocesani,sono rimasti per una settimana nella mia parrocchia e ci hanno raccontato la loro esperienza.
    Un giorno parlai con uno di loro, e gli raccontai la mia brutta esperienza che avevo fatto nel cammino,Lui non si sorprese affatto di quello che gli stavo raccontando,anzi,mi disse che,nel seminario diocesano dove Lui studiava,c erano due ragazzi che provenivano dai seminari kikiani e che avevano una preparazione molto scarsa,ovvero differente da quella che avevano Loro nel seminario diocesano.
    Questi due ragazzi(kikiani)avevano lasciato il redemptoris mater,perché si erano accorti che c era qualcosa che non tornava,Loro volevano diventare PRETI SUL SERIO.
    Solo per il fatto che i seminari del cammino non hanno la stessa funzione di quelli diocesani,e se un ragazzo del cammino che vuole farsi prete,non puô fare il seminario diocesano,e se un ragazzo che non "é del cammino", non puó entrare nel redemptoris mater,vuol dire che sono due seminari diversi,ovvero sono due chiese parallele.
    Purtroppo la CHIESA ha fatto un bel PASTROCCHIO.
    Se il cammino é la stessa cosa della chiesa!!!perché allora ha i seminari a parte?

    RispondiElimina
  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  4. Come dice bene Luca tutto il peso economico dei seminaristi dei R.M. ricade sulla comunità di origine che se ha più di un seminarista e magari anche una o più famiglie in missione se la vede nera! Confermo il coinvolgimento dell'intera parrocchia o la costituzione di veri e propri gemellaggi con altre parrocchie povere di vocazioni, per disposizione dei catechisti e secondo i casi concreti. Molto raramente soccorre la "sacra" Fondazione Famiglia di Nazareth. Anzi, devo aggiungere, questa cosa mi ha sempre scandalizzata. Quando comunità un poco periferiche segnalavano le loro difficoltà a Kiko e capicosca, o l'impossibilità proprio, arrivati a un certo punto, di portare tutto il peso economico sulle loro spalle pur essendo già ricorsi ai vari escamotage summenzionati, la risposta di Roma (Donnini Giampiero) era sempre negativa. La sostanza era ARRANGIATEVI. Ho notato, infatti, che la Fondazione, pur destinata a sostenere le spese del l'evangelizzazione del cammino in realtà andava a soccorrere SOLO E SEMPRE gli stessi. Kiko e gli iniziatori insieme agli "itineranti" senza borsa e senza bisaccia provenienti dai Martiri Canadesi di Roma....essenzialmente, o Santa Francesca Cabrini o San Luigi Gonzaga, vista la forza della potente schiatta dei Gennarini. Per gli altri era solo un'impresa ardua che si concludeva sempre con una sconfitta. Ho conosciuto itineranti provenienti dai Martiri Canadesi che pretendevano con arroganza che fosse pagato per loro il fitto anche di una villa in zona residenziale lì dove Kiko li mandava come responsabili di zona, con una disinvoltura vergognosa e molto sintomatica del sistema con cui si gestiscono i denari nel C.N.. Questi capoccioni romani insieme a Kiko e non ne parliamo Carmen si sono sentiti sempre imperatori e principi. Si sono accaparrati fiumi di denaro che non hanno redistribuito mai. Ricordo ancora il grande malumore degli spagnoli che pativano le stesse discriminazioni. Mi chiedo, perché questo? Perché sono così abituati male che a loro i soldi non bastano mai. E non ce n'è per nessuno.

    Pax

    RispondiElimina
  5. QUESTE SPECULAZIONI EDILIZIE VENGONO DENOMINATE REDEMPTORIS MATER...

    RispondiElimina
  6. La domanda principale è: come diavolo hanno convinto il vescovo di Trieste a firmare l'approvazione di un nuovo seminario su cui lui di fatto non ha alcun potere (poiché appena comanderebbe qualcosa di sgradito al kikos, hanno già pronti mille modi per fregarlo, e lui lo sa).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Trieste è una città difficile dal punto di vista della fede. Si dice che per motivi storici ben precisi e risalenti alla politica ecclesiale dell'impero asburgico la gente si sia disaffezionata alla chiesa. La fede è stata mantenuta soprattutto grazie agli esuli istriani.
      Il vescovo ha trovato difficoltà in una città piuttosto laica e in una diocesi economicamente povera,mentre ha trovato appoggio soprattutto economico dai neocatecumenali.
      Credo che abbia scambiato le donazioni in denaro per un segno di generosità legato a una fede vera.
      Certo che dopo l'imbarazzante discorso di Kiko a Trieste nel 2017 qualcosa deve essere cambiato. Hanno avuto il seminario, hanno avuto il loro concerto in piazza, adesso sembra che la diocesi si sia sdebitata di ogni regalo ricevuto. Inoltre molti sacerdoti del seminario rm sono impegnati nelle parrocchie e non vanno in giro ad evangelizzare.
      M.

      Elimina
  7. Qualche domanda dovrebbero farsela.

    Il percorso verso il sacerdozio, nella Chieca Cattolica, è tipicamente questo:
    - farsi presentare all'ordinario (il vescovo, il superiore religioso), generalmente dal proprio parroco o da un sacerdote di fiducia;
    - l'ordinario, accettando, richiede un tempo di preparazione (a seconda della persona e delle circostanze; in genere è un anno);
    - dopodiché il candidato "entra in seminario", cioè comincia a fare vita comune con gli altri candidati (di studio, di preghiera, ecc.), per un periodo di 4-5-6 anni, secondo la consuetudine vigente (il Codice di Diritto Canonico richiede quattro anni);
    - infine l'ordinario valuta se è il caso di procedere con l'ordinazione diaconale, che avviene qualche tempo dopo gli studi (in genere pochi mesi) e infine l'ordinazione sacerdotale (in genere sei mesi dopo quella diaconale).

    Insomma, per la Chiesa Cattolica, se uno è adulto, cresimato, capace di portare a termine gli studi teologici, con le dovute disposizioni riguardo alla fede, alla vocazione, alla vita morale, è pronto per il sacerdozio. Quattro o cinque anni sono più che sufficienti, per la Chiesa. In alcuni ordini religiosi il percorso è più lungo perché alla formazione sacerdotale si aggiunge quella interna dell'ordine, che nei casi più lunghi (salesiani, gesuiti), arriva a totalizzare nove anni.

    Ora, la prima obiezione ai kikos è questa: secondo voi la Chiesa sbaglia a usare dovunque tali tempi e tale metodo? ha sempre sbagliato?

    I kikos infatti vantano che nei seminari Redemkikos Mater la formazione dura almeno nove anni (senza contare il periodo dalla "alzata" fino all'ingresso in un R.M.) e il curriculum di studi è molto spesso raffazzonatissimo: spiegateci dov'è che secondo voi la Chiesa ha sempre e ovunque sbagliato.

    Il fatto che lo statuto dei seminari R.M. stabilisca che i candidati vengono formati "secondo la spiritualità del Cammino" finisce puntualmente a significare che il tipico presbikiko non conosce altra spiritualità che il Cammino. E pertanto "si trova male" nel clero diocesano. Chiede di essere spedito in missione (cioè in un posto qualsiasi purché sia gestito dal Cammino). Esige - come nel caso del Giappone - di avere un interlocutore neocatecumenale che faccia da intermediario col vescovo (sì, avete capito bene: pretendono che per "dialogare col vescovo" ci sia bisogno di un intermediario che faccia da tramite, uno che sia approvato dal Cammino, perché sanno che il vescovo potrebbe chiedere cose incompatibili con le attività kikiane).

    E quindi ci sono quelli che a furia di leggere il Vangelo lo prendono sul serio. A furia di usare paroloni altisonanti sull'essere disponibili alla Chiesa, finiscono per desiderare di esserlo veramente. Capiscono - nonostante il Cammino tenti subdolamente di insegnare loro diversamente - che la loro missione sacerdotale è per tutto il popolo di Dio, e che l'ubbidienza al vescovo è l'unico argine all'arbitrarietà e al caos. Diventano devoti del Santissimo nonostante il Cammino, perché cominciano a rendersi seriamente conto di ciò che celebrano ogni giorno. Finiscono per gustare il calendario liturgico (e le feste della Madonna e dei santi) anziché farsi guidare solo dagli "Annunci" e dalle "Convivenze". Capiscono che il munus di guidare le anime ce l'ha il sacerdote, non l'arrogante laico "nominato" da Kiko.

    Per questo è pericolosissimo, per il Cammino, lasciare che le vocazioni - anche le più tiepide e insicure - vengano vagliate e formate in un ambiente "non neocatecumenalizzato". Il Cammino ha ancora bisogno di quei presbikikos ornamentali da esibire il sabato sera e in altre occasioni. Lo sanno bene che un sacerdote cattolico metterà il Cammino da parte e curerà solo il gregge del Signore.

    RispondiElimina
  8. ....quando dicono NUOVO NUOVO NUOVO in realta' intendono DIVERSO DIVERSO DIVERSO....

    RispondiElimina
  9. Tempo fa avevo letto una statistica sulle "vocazioni" nei seminari RM, e sulla percentuale di quanti arrivino veramente a tradurre quella vocazione in Sacerdozio, e anche la percentuale di Sacerdoti che lasciano dopo l'Ordinazione.
    Se non ricordo male le percentuali erano tipo 3/4 volte superiori rispetto ai seminaristi formati in un seminario Diocesano, e anche la percentuale di Sacerdoti rimasti tali (tipo a 5 anni dall'Ordinazione) era enormemente diversa a seconda se il Sacerdote era uscito dal RM o da altro seminario.
    Del resto la Vocazione è una chiamata da Dio.
    Nei seminari RM invece è un invio dei tuoi catechisti.

    RispondiElimina
  10. Quanti seminaristi sono oggi al RM di Trieste?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sarà una cosa tipo: «ufficialmente, ventimila; ufficiosamente, due, che però stanno facendo le valigie per tornarsene a casa».

      Elimina
  11. A trieste ce ne sono 20-30 mi pare, Che io sappia fanno gli studi teologici insieme all'interdiocesano di Udine, che purtroppo vive una crisi vocazionale notevole, avendo attualmente un numero di seminaristi simile a quello catecumenale, con l'aggravante che alcuni sono di diocesi del terzo mondo mandati a formarsi qui. La chiesa triestina è piccola, loro in un contesto cosi si notano.

    RispondiElimina
  12. Piccolo off-topic:

    sor Kiko Argüello dalla triplice laurea honoris causa blatera di mandare "ventimila presbiteri" in Cina (a proposito, quanti sono già partiti? quanti ancora ne mancano? quanti sono già rientrati causa emergenza virus? "ventimila", a che punto siamo?), poiché lui e sora Carmen "hanno esorcizzato la Cina". Chiaro che di Cina non ne hanno mai capito niente (ancor meno di certi pasticcioni papaveri vaticani), nemmeno quando andarono a farsi la lussuosa mangiata sulla lussuosa torre-ristorante di Pechino per poi smaltire la sbornia a suon di esorcismi laicali.

    Consiglio perciò di leggere questo vecchio articolo di don Ariel che spiega - anche attraverso la conoscenza di lunga data di sacerdoti cattolici cinesi - la mentalità cinese e lo stato attuale dei rapporti con la Cina (meriterebbe di essere tradotto in cinese e fatto leggere ai funzionari del Partito). Lettura lunga e interessante, che i kikos scanseranno più della peste perché convinti che don Ariel sarebbe un "Faraone" solo perché ha rivelato gli "arcani" della setta neocatecumenale. In qualità di ipocriti matricolati, infatti, giudicano il contenitore anziché il contenuto, aggrediscono la persona anziché confrontarsi con gli argomenti che espone, partono dall'erroneo presupposto che chi non parla bene del Cammino dev'essere per forza un "demonio", uno "schiavo di Mammona", un "odiatore", uno che "non ha fatto esperienza", eccetera.

    RispondiElimina
  13. Troppi omissis nel testo originale dell'intervista. Come sempre tripudiottolo ha preso solo quello che gli serviva per screditare il cammino....
    Fratello cn

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gli omissis erano poco rilevanti al tema trattato. All'inizio della pagina c'è il link all'intervista originale, quella tutta infiocchettata di propaganda kikiana e di argomenti che annoiano il lettore - tanto più che in qualità di lettori cattolici del periodico diocesano, sanno già cos'è un seminario e cos'è il sacerdozio, per cui l'intera intervista avrebbe dovuto vertere solo sulle differenze tra seminario neocatecumenale e seminario cattolico.

      Il kikos risponde furioso e sulla difensiva come se l'intervistatore avesse usato davvero il termine "seminario neocatecumenale". Poi magari in fase di stampa hanno aggiustato la domanda per evitare che i kikos pensassero che c'era un che di polemico.

      Dobbiamo qui far notare che la dicitura "seminari diocesani missionari internazionali" è contraddittoria. Sarebbe come dire "acqua umida asciutta bagnata".

      Seminario "diocesano" significa che è al servizio della diocesi e probabilmente esclusivo della diocesi. Ed un tal seminario, la diocesi di Trieste, ce l'ha già.

      "Missionario" significa che vi entrano coloro che si sentono chiamati ad un sacerdozio missionario. Ma se sei diocesano, la tua "missione" è la diocesi, per tutta la vita.

      Esistono comunque numerose possibilità di fare esperienze missionarie, sia in modo indiretto - per esempio andando a collaborare con un sacerdote originario della diocesi (non necessariamente diocesano) che è già in missione - che diretto, come nel caso dell'istituto del Fidei Donum, introdotto da Pio XII nel 1957 per clero e laici diocesani che danno la disponibilità ad un periodo di missione piuttosto lungo (dai sei ai quindici anni) presso un'altra diocesi del mondo.

      Dunque fin qui il Cammino non ha ancora "inventato" nulla di nuovo, ha solo duplicato le strutture esistenti per averne una a proprio uso e consumo.

      Ed arriva infine l'aggettivo "internazionali", del tutto superfluo, perché qualsiasi seminario diocesano può accettare seminaristi stranieri, generalmente alla sola condizione che ci sia posto e che abbiano motivi e desiderio di servire quella specifica diocesi. Un notevole esempio di seminario diocesano internazionale è il Pontificio Collegio Urbano, che ho avuto l'onore di visitare alcuni anni fa accompagnandovi in macchina uno dei sacerdoti formatori. Appena varcammo l'ingresso mi disse sorridendo: ecco, ti avviso che qui dentro siamo gli unici due italiani... (Chissà quante volte avrà fatto quella stessa battuta tutt'altro che scherzosa).

      In quel prestigioso seminario vengono inviate vocazioni da tutti i continenti tranne l'Europa. Sono i soggetti che i loro vescovi ritengono i migliori, e perciò ve li inviano sia per la solida formazione, sia per la padronanza della lingua italiana, sia per la "vicinanza" al Papa (e qualora capitasse in futuro che uno di loro venga eletto a incarichi importanti in diocesi, se non addirittura all'episcopato, avrà ancora in cuore quei momenti a Roma, quelle udienze dal Papa, quel sapore del "centro" della cristianità, che è esattamente il motivo per cui tanti vescovi asiatici e africani sono più fedeli al successore di Pietro che certi europei e americani...). I kikos hanno veramente parecchio da imparare da quell'istituto plurisecolare, vero seminario diocesano internazionale. Altro che "l'acqua umida asciutta bagnata" del Cammino e dei suoi titoloni altisonanti e farlocchi e intesi esclusivamente a ingannare i cattolici sulle proprie reali intenzioni.

      Ma tanto, che lo dico a fare? Per i cretineocatecumenali, che si gloriano di aver "circonciso la ragione" affinché nessun ragionamento intacchi la loro fede nel triplice idolo Kiko-Carmen-Cammino, non importa quel che un seminario "deve essere", ma solo il potersi spacciare per apritori di seminari e aggredire chiunque smascheri il loro inganno.

      Elimina
    2. Alcune cose sul tuo commento telegrafico e come al solito vuoto di contenuti:

      1- Questo post non lo ha scritto Tripudio, l’ho trovato in internet e l’ho scritto io, con lo pseudonimo di LUCA.
      2- Guarda che il mio pseudonimo è riportato anche alla fine del post, non è difficile notarlo.
      3- Mi chiedo come mai voi nc(e siete in tanti) siete tutti convinti che in questo blog faccia tutto Tripudio.
      4- Chiamarlo tripudiottolo, potrà essere magari simpatico, ma è sintomatico di un disagio profondo ad accettare le VERITA’ che vengono dette su questo blog dal lontano 2006.
      5- Quindi, prendersela con Tripudio non credo che risolverà mai i problemi del cn, che restano e resteranno sempre i stessi, con o senza Tripudio.
      6- Lo so che per i nc, abituati a pendere dalle labbra di Kiko che considerate l’unica testa “pensante” del “movimento” neocatecumenale e l’unico capo “spirituale” e materiale “assoluto”, è difficile accettare che nella vita reale e nei blog di internet possa esserci gente che collabora insieme, senza PADRONI e SERVI INUTILI, mi spiace fratello cn , non esiste solo il modo di gestione del cammino, fattene una ragione.

      Fatta questa doverosa premessa, fratello del cn , illuminaci tu in merito hai presupposti “Troppi omissis” presenti nel testo dell’intervista ,che il VOSTRO rettore, Don Janez, ha “liberamente” rilasciato ad un giornalista.

      Capito fratello nc, era una intervista pubblica e pubblicata su un giornale, mica uno scrutinio segreto neocatecumenale con l’arcano obbligatorio?

      Spiega tu alle migliaia di ex-camminanti, che scrivono e leggono questo blog, come funziona il “meraviglioso” mondo del tuo “potente” e “segretissimo” cammino.

      In fondo tu sei un illuminato, sei luce,sale e lievito per la Chiesa di Cristo, quindi che meglio di te può illuminarci sulla VERITA’ del “movimento neocatecumenale”?

      Fatti concreti, fratello nc, niente chiacchere vuote e inutili, per te questo non dovrebbe essere difficile, è una vita che il vostro gurù vi chiede solo e solamente fatti concreti, quindi coraggio fratello del cn, dai credito al tuo “cammino di fede” e “traghettaci” verso la luce e la verità.

      Mi raccomando, solo cose OGGETTIVE, dimostrabili e verificabili, niente “secondo me” o “da me mai successo” o “va tutto bene, perché noi siamo approvati e abbiamo lo statuto”.

      Rispondi tu alle domande che sono state fatte al VOSTRO rettore.

      Spiegaci tu, “senza omissis” come funzionano i “seminari del cammino neocatecumenale”.

      LUCA

      Elimina
    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
  14. Nei miei anni in Cammino, ho visto diversi seminaristi. In alcuni casi, posso dire con certezza che si è trattato di vocazioni decisamente spinte dai catechisti e a volte anche dalla famiglia neocatecumenale doc. Qualcuno è tornato sui suoi passi, ma in un paio di casi non ho più saputo come sia poi andata a finire. Di una cosa sono certo, trattandfosi di ragazzi nati e crsciuti a pane e Cammino, per i quali di fatto la Chiesa è il Cammino: se fossero ordinati e mandati in una realtà dove il Cammino non c'è, non so come reagirebbero, se avrebbero la maturità necessaria per affrontare le diverse situazioni che gli si presenterebbero. Ne dubito.

    RispondiElimina
  15. @ Anonimo delle 10:30

    Prendere solo quello che scredita il cammino non richiede una gran fatica. Vi screditate da soli. Basta leggervi con un poco di attenzione e qualche chiave di lettura appropriata per scovarvi dietro le vostre abituali menzogne per abbindolare Vescovi. Noi che siamo stati dentro al sistema sappiamo bene come stanno realmente le cose perché con gli adepti non celano altrettanto la realtà..
    Ti rendi conto di quanti post sono stati pubblicati su questo Blog in quasi 15 anni? Un gran numero solo mettendo sotto osservazione le innumerevoli kikocretinate che se fossero innocue non meriterebbero la minima attenzione da parte di nessuna persona sensata.
    Mi unisco alla risposta di Luca che sottoscrivo in pieno. Avete individuato il nemico in Tripudio, contenti voi! Se egli tacesse griderebbero le pietre, nono so se vi conviene!

    Quello che posso dire, e già più volte ho ripetuto, per capire la bontà di un'iniziativa contano molto le intenzioni. Specie quando, al di là dei proclami, nell'attuazione concreta dell'iniziativa stessa si è assillati solo dal perseguimento dei propri intenti.
    I Redentoris Mater sono nati nella mente di Kiko e Carmen per sganciarsi dalla penosa palla al piede di dover avere a che fare PER FORZA con un clero autonomo. I "convertiti" tra i preti erano troppo pochi per garantire la riuscita del progetto, secondo loro. Ossia quelli che "fanno il cammino per la loro vita" che si sottopongono agli scrutini dei kikatechisti COME TUTTI GLI ALTRI, che obbediscono a Kiko e Carmen COME TUTTI GLI ALTRI.
    Kiko e Carmen con lui, peggio di lui, non avevano tutto questo tempo o la pazienza necessaria per interloquire non dico con spirito di sottomissione e obbedienza, ma neanche con spirito di rispetto almeno alla pari con i ministri ordinati DI CUI NON POTEVANO FARE A MENO per permanere nella Chiesa a pieno titolo.
    I candidati dei R.M. - questo hanno inventato - oltre al percorso formativo proprio del seminario DEVONO FARE IL CAMMINO, che include scrutini di tappa in tappa da parte dei catechisti della comunità di appartenenza. Ma poi nel percorso del seminario CHI SCRUTINA I CANDIDATI PER L'ACCOLITATO? E su su fino all'ordinazione? La risposta è una sola: icatechisti laici indicati da Kiko come responsabili di quel seminario. Questa è la verità che né tu né nessuno può negare. Che sia una pratica che è poco chiamare anomala, meglio ancora aberrante, lo dimostra il fatto che MAI avete ammesso pubblicamente che sia così, che si fa così, che si DEVE fare così.
    Fate finta che sia il Rettore a fare questo discernimento. Fate finta che la responsabilità finale sia del Vescovo. Paraventi. Nei R.M. non si muove foglia che Kiko non voglia. Rettori e Formatori sono tutti preti/presbiteri venduti al nemico, quale autorità o dignità possono mai avere?
    Loro stessi costantemente sottoposti a discernimento, loro stessi tenuti ad obbedire in tutto e per tutto. Cosa affermiamo di sbagliato quando diciamo che tutto questo è inconcepibile è inaccettabile? Eppure lì dentro non c'è nulla di più scontato. Segno incontestabile di quanto stanno messi male, di quanto sono perversi e diabolici nell'incistarsi nella Chiesa per fare solo i loro porci comodi. Prova a chiedere ai tuoi catechisti chi comanda sui seminari R.M. e sui seminaristi, futuri presbikiki per l'evangelizzazione "ad ogni parte". Punto e basta!

    Pax

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grande Pax.
      Forse il nostro amico "fratello nc" non sà neanche di cosa stiamo parlando, oppure forse lo sà benissimo ed ecco perchè la butta in "caciara" (come al solito) e se la prende con Tripudio.
      Io ho provato, in perfetta buona fede e grande umiltà, a chiedere spiegazione ai miei catechisti riguardo ad alcune assurdità che ho visto e provato sulla mia pelle.
      Non ho mai avuto una risposta degna di nota.
      Il massimo che hanno saputo dirmi è "nel cammino non si fanno domande, si obbedisce e basta, se ti và bene è così altrimenti quella è la porta".
      Poi, quando la porta l'ho aperta, mi sono corsi dietro per sbrigarsi a chiuderla, pregandomi di rientrare e di riportare dentro tutti quelli che mi sono venuti dietro.
      Dopo, erano disponibili al dialogo, al confronto,al compromesso.
      Brutta gente, forte con i deboli e debole con i forti.
      LUCA

      Elimina
  16. Queste parole he tu citi, Luca, le ho sentite proprio così dal mio ultimo catechista capo: "nel cammino non si fanno domande, si obbedisce e basta, se ti va bene è così altrimenti quella è la porta". Dimostrano che il Cammino, lungi dall'essere un movimento cristiano, è un'organizzazione fortemente gerarchica e di stampo autoritario e mafioso. Ci si chiama fratelli, ma si intende tutt'altro. I camminanti "semplici" sono equiparabili a dei sudditi senza alcun diritto: devono solo eseguire quello che qualcun'altro ha pensato / deciso per loro. Se il "suddito" osa contraddirli o ribellarsi, ecco che lungi dal mostrare un atteggiamento cristiano, ricorrono alle minacce e ai ricatti. Se poi minacce e ricatti non hanno effetto, allora parte la calunnia, la menzogna, la maldicenza, che lascia un marchio perenne sulla persona che ne è oggetto. Sono demoni, persone che di umano non hanno più nulla.

    RispondiElimina
  17. Concordo su tutto e confermo.
    Ciò che di diabolico hanno è essenzialmente questo carattere che li contraddistingue, prettamente satanico: non hanno a cuore l'uomo, non solo, la persona è considerata meno che nulla, disprezzata e, se si mette di traverso, fatta oggetto dei peggiori attacchi.
    Insomma, ti riducono a miti consigli con ogni mezzo, con le buone o con le cattive.
    Deboli con i forti? Se mostri di "avere gli attributi" fanno anche finta di dialogare con te, di darti qualche spazio, tentano di blandirti con qualche sensazionale promessa mentre in cuor loro vorrebbero ucciderti. Abbozzano, sperando di riportarti nel recinto. Ma oramai ti hanno "schedato" e se, con un residuo di ingenuità che ti frega, cedi alle loro lusinghe, poi ti "cuociono" loro... a fuoco lento!

    Pax

    RispondiElimina
  18. P.S.
    Non parlo "per sentito dire" ma per esperienza vissuta.
    Grazie a Dio, e lo ringrazio ogni giorno!, avendoli conosciuti non ci hanno fregati con le loro seducenti proposte false che sono seguite puntualmente alle inutili terrificanti minacce.
    Li abbiamo lasciati col cerino in mano.

    Pax

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    2. Carissima Libera,tranquilla, la nostra esperienza è più simile di quanto tu possa immaginare. Anche io figli in cammino, anche i catechisti di molte comunità! Purtroppo.
      Abbiamo a lungo resistito,come tu dici, anche noi e per gli stessi motivi che descrivi. Per quanto riguarda gli stucchevoli mantra che elenchi bene, tra croce su cui non vuoi salire o storia dalla quale vuoi scappare, che i nostri cari fratellini - invidiosi da anni del ruolo primario che ricoprivamo - già da tempo non facevano presa su di noi poiché la croce che dovevamo accettare si chiamava Cammino e Kiko/Carmen; figurati tu che beffa evidente e riconoscibile. Proprio loro che dovevano essere di esempio, i maestri, erano diventati la nostra croce con le loro assurdità in palese contraddizione con tutta la loro falsa predicazione.

      Sono rimasta impressionata dagli stessi, medesimi "trattamenti" a cui anche noi siamo stati sottomessi. Questo per assicurarti, ma tanto già lo sai, che non erano invenzioni di catechisti un poco fuori di testa, ma proprio quanto loro, nella prassi concreta, avevano imparato alla scuola dei due maestri perversi iniziatori del c.n.. Quello che descrivo nel mio precedente commento coincide con quanto anche tu hai subito. In privato ti blandiscono e accarezzano per tranquillizzarti e rimetterti sotto. Ma solo per distruggerti dopo. Non vogliono MAI che tu vada via. Questo è uno smacco terribile, intollerabile per la loro superbia. Ormai la tua fine è decretata, ma vogliono annientarti loro. Mai sia che qualcuno osi mandarli a quel paese dicendogli in faccia la verità!
      Quando Kiko, col sorriso sulle labbra, ti dice viscido passandoti la mano sul braccio: "So che siete molto bravi!" Trema, vuol dire che ti detesta al punto tale che da quel momento in poi tutto può succederti.
      Tu racconti che i loro comportamenti (dei tuoi catechisti) sono stati portati a conoscenza dei "regionali" e denunciati anche dal Parroco. Certo che "non hanno mosso un dito", piegando anche il Parroco al loro volere, perché nel cammino È COSÌ CHE FUNZIONA. Lo abbiamo visto con Kiko, ti ripeto, lui stesso ha seguito l'identica procedura che tanto bene descrivi. Per cui non mi ripeto.
      È vero anche quando dici che sono capaci finanche di venire a " chiedere il kiko perdono"... una strategia anche questa, senza nessuna contrizione, perché è chiaro ormai che tu per loro sei solo uno strumento in mano al demonio e loro hanno un solo intento: neutralizzarti con qualunque mezzo.
      Impressionante la descrizione della "strega". Chi non è stato dentro fino al collo come noi, io lo comprendo, penserà facilmente che è una esagerazione, dettata dalla troppa amarezza o peggio dal fatt che siamo "odiatori" del cammino. Ma non è così. Personaggi simili, reincarnazioni dello spirito carmeniano più autentico, sono diffusi nel contesto e ricorrenti nel genere femminile, purtroppo. Confermando che le donne, quando ci si mettono, nel bene o nel male, superano gli uomini di gran lunga, sempre!
      Mi permetto di aggiungere solo quello che ritengo sia il dato più caratterizzante di questa tipologia di orride kikatechiste, anche se si occulta bene, perché lo ritengo all'origine di tutti gli altri comportamenti distruttivi di cui sono capaci, che è l'INVIDIA. Una invidia selvaggia e incontrollabile che si sazia solo con la distruzione dell'oggetto del l'invidia stessa, come vuoi che ti chiedano mai perdono, anche solo per strategia?

      Sì, SCAPPARE SCAPPARE...
      Come Lot da Sodoma e Gomorra,
      ma senza voltarsi mai più indietro.

      Pax

      Elimina
    3. Grazie anche da parte mia Pax. Anche io e mia moglie nel nostro piccolo abbiamo vissuto una situazione e analoga, un continuo tentativo di blandirci e di sfiancarci al tempo stesso. È impressionante come le modalità siano sempre le stesse fin nei dettagli. È l'ennesima conferma che sono le prassi del Cammino come impostato dai guru spagnoli e non la "deviazione" di un qualche catechista problematico. Anche noi avevamo una psichiatrica, una donna invero demoniaca (ogni tanto se lo lasciava sfuggire pure il marito, totalmente succube di lei), moglie del responsabile che non era stato rieletto, che ci vedeva come fumo negli occhi. Così tante cattiverie come sperimentate da questi due e dai catechisti che li difendevano e in un lasso di tempo relativamente breve (il nostro "mandato" da responsabili) non ne abbiamo sperimentato altrove, né prima né dopo. Concordo con te: fuggire senza voltarsi indietro, mai per nessuna ragione. Ringrazio Dio che ci ha aperto gli occhi.

      Elimina
  19. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  20. Salve sono stato nel cammino per circa 30 anni, e 4 del loro seminario studiando filosofia e teologia. Oggi posso dire di non essere più cristiano, e forse ateo.....
    Ai catechisti piace fare duri scrutini, trattano le persone come criminali o Lapsi. "Lapsi" (letteralmente "scivolati") era il termine latino usato, nel III e IV secolo, per indicare i cristiani che, sotto la minaccia delle persecuzioni, compirono atti di adorazione verso gli dèi pagani. Chiaramente un atteggiamento da imperatore Romano, chi tradiva era contro l'impero. Oggi usare questi metodi è da Nazismo Totalitario. Non capisco come mai la Chiesa possa permettere queste cose, per non parlare delle pressioni psicologiche che si fanno per mandare le famiglie in missione accettando qualunque sofferenza per la gloria del cammino. Io stesso ho subito diversi scrutini dove tu eri al seduto al centro e il catechista impiedi ti puntava il dito alzando la voce. Io risposi ma neanche fossimo al maxiprocesso, ma questo era lo scrutinio in comunità, invece all'interno dei seminari il rettore oltre ad alzare la voce batte i pugni sul tavolo, per intimidire, li dentro ho visto gente che aveva bisogno dello psicologo, ma mai farebbero entrare uno psicologo dentro un seminario, scoprirebbe che anche i formatori non sono per niente formati, ma solo pedine di Kiko.

    RispondiElimina
  21. Salve sono stato nel cammino per circa 30 anni, e 4 del loro seminario studiando filosofia e teologia. Oggi posso dire di non essere più cristiano, e forse ateo.....
    Ai catechisti piace fare duri scrutini, trattano le persone come criminali o Lapsi. "Lapsi" (letteralmente "scivolati") era il termine latino usato, nel III e IV secolo, per indicare i cristiani che, sotto la minaccia delle persecuzioni, compirono atti di adorazione verso gli dèi pagani. Chiaramente un atteggiamento da imperatore Romano, chi tradiva era contro l'impero. Oggi usare questi metodi è da Nazismo Totalitario. Non capisco come mai la Chiesa possa permettere queste cose, per non parlare delle pressioni psicologiche che si fanno per mandare le famiglie in missione accettando qualunque sofferenza per la gloria del cammino. Io stesso ho subito diversi scrutini dove tu eri al seduto al centro e il catechista impiedi ti puntava il dito alzando la voce. Io risposi ma neanche fossimo al maxiprocesso, ma questo era lo scrutinio in comunità, invece all'interno dei seminari il rettore oltre ad alzare la voce batte i pugni sul tavolo, per intimidire, li dentro ho visto gente che aveva bisogno dello psicologo, ma mai farebbero entrare uno psicologo dentro un seminario, scoprirebbe che anche i formatori non sono per niente formati, ma solo pedine di Kiko. Firmato Umberto.

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo essere stati approvati da uno dei moderatori.

È necessario firmarsi (nome o pseudonimo; non indicare mai il cognome).

I commenti totalmente anonimi verranno cestinati.