martedì 4 novembre 2008

Tempi difficili e tempi di Apocalisse. La Signora della Storia

"Vorrei vivere ai tempi dell'anticristo" scriveva la piccola Teresa nel suo letto d'agonia. Non vi è dubbio che la Carmelitana che si era offerta vittima d'olocausto all'amore misericordioso, intercederà per noi in modo particolare quando si ergerà l'anticristo; non vi è dubbio che interceda già in maniera speciale in questa nostra epoca nella quale i precursori dell'anticristo sono già penetrati in seno alla Chiesa; non vi è dubbio che la sua preghiera si perde in una supplica che è, per così dire, infinitamente più potente e cioè quella della Vergine Madre di Dio. Lei, che schiaccia il serpente per mezzo della Sua Immacolata Concezione e della Sua maternità verginale, Lei, che vien glorificata fin nel Suo corpo e regna nel cielo accanto al Figlio Suo. Lei che domina qual sovrana tutti i tempi della nostra storia e particolarmente i tempi più pericolosi per le anime: i tempi della venuta dell'anticristo o quelli della sua preparazione tramite i suoi diabolici precursori.

Maria non si manifesta solamente come Vergine potente e consolatrice nelle ore di pericolo per la città terrestre e la vita corporale, si manifesta principalmente come la Vergine soccorritrice "forte come un'armata schierata in battaglia" nei pericoli di devastazione della Santa Chiesa e d'agonia spirituale dei suoi figli. Lei è la regina per tutta la storia del genere umano, non solo per i tempi difficili, ma per i tempi dell'Apocalisse... Ma eccoci ormai entrati nel tempo dell'Apocalisse. Senza dubbio non siamo ancora all'uragano di fuoco che soffoca i corpi, ma siamo già all'agonia delle anime perché l'autorità spirituale sembra non si curi più di difenderle, sembra che si disinteressi sia della verità della dottrina che dell'integrità del culto, dal momento che ostentatamente rinuncia a condannare i colpevoli. E' l'agonia delle anime nella Santa Chiesa minata all'interno da traditori ed eretici che continuano a non essere cacciati... Ma i tempi dell'Apocalisse sono sempre contrassegnati dalle vittorie della Grazia...

Noi tutti che il Signore Gesù, per un singolare segno d'onore, chiama alla fedeltà in questi pericoli nuovi, in questa forma di lotta nella quale non avevamo esperienza - la lotta contro i precursori dell'anticristo introdottisi nella Chiesa - ritorniamo al nostro cuore, ritorniamo alla nostra Fede; ricordiamoci che crediamo nella divinità di Gesù, nella maternità spirituale di Maria Immacolata. Scorgiamo almeno la pienezza di tenerezza e di intercessione che è unicamente privilegio del Cuore Imacolato della Vergine Maria. Ricorriamo alla Santa Vergine come suoi figli e faremo allora l'ineffabile esperienza che i tempi dell'anticristo sono i tempi della vittoria: vittoria della totale Redenzione di Gesù Cristo e dell'intercessione sovrana di Maria.
[Conclusione della "Breve apologia della Chiesa di sempre" scritta diversi anni fa da P. Roger Thomas Calmel dell'Ordine dei predicatori, ed. Ichtys 2007]

domenica 2 novembre 2008

Giochini Neocatecumenali per nascondere la verità

La lettera inviata dal Cardinale Arinze a Kiko e Carmen è una lettera "privata", ne posseggo una fotocopia (…)
Questa lettera è parte di un esame da parte del Pontificio Consiglio per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, all’interno del processo "ad experimentum" del Cammino neocatecumenale. (…)
Pertanto, questa lettera costituisce la conclusione di tutto questo processo di studio della Congregazione nella cornice "Ad experimentum" e non come una prerogativa ufficiale di una determinata attuazione e del suo debito adempimento.
Secondo il funzionamento interno della Santa Chiesa Cattolica, questa Lettera "privata", per due evidenti ragioni, non gode di valore ecclesiastico alcuno dal punto di vista normativo:
Il Codice di Diritto Canonico **************************************
Quanto avete letto ci è arrivato nel Blog via email.....e francamente non capisco dove voglia concludere il suo percorso il testo appena letto.... premesso che la lettera prosegue sostenendo che la Lettera del Card. Arinze NON avrebbe più alcun valore dopo l’approvazione degli Statuti, e che era una Lettera ufficiosa e non ufficiale (le due cose, per altro, si contraddicono perchè se tale Lettera non era ufficiale fin dall'inizio, cosa interessa a loro fare tutta questa baraonda? e se ha perduto l'ufficialità dopo il 13.6.2008 perchè tale Congregazione tace?) e che sarebbe decaduta citando un fiume in piena di articoli del Diritto Canonico, premesso questo, facciamo alcune considerazioni:
1) questa persona POSSIEDE una fotocopia di quale lettera dal momento che l'altra è già di dominio pubblico? e se ce l'ha perchè non l'ha postata così facevamo prima? Dice forse che tale richieste non erano un desiderio del Santo Padre?
2) che sia, la Lettera di Arinze, una lettera UFFICIOSA è falso.... lo smentisce l'intitolazione stessa di Arinze che NON scrive a nome suo ma a nome del Papa: "sono qui a comunicarvi LE DECISIONI DEL SANTO PADRE".... inoltre è Benedetto XVI a comunicare all'udienza al CN L'UFFICIALITA' di questa lettera per la quale, dice il Papa PUBBLICAMENTE:
"Proprio per aiutare il Cammino Neocatecumenale a rendere ancor più incisiva la propria azione evangelizzatrice in comunione con tutto il Popolo di Dio, di recente la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti vi ha impartito a mio nome alcune norme concernenti la Celebrazione eucaristica, dopo il periodo di esperienza che aveva concesso il Servo di Dio Giovanni Paolo II. Sono certo che queste norme, che riprendono quanto è previsto nei libri liturgici approvati dalla Chiesa, saranno da voi attentamente osservate. Grazie all'adesione fedele ad ogni direttiva della Chiesa, voi renderete ancor più efficace il vostro apostolato in sintonia e comunione piena con il Papa e i Pastori di ogni Diocesi. E così facendo il Signore continuerà a benedirvi con abbondanti frutti pastorali."
(Udienza del 12.1.2006)
Dunque Benedetto XVI non solo pone l’ufficialità della Lettera del Card. Arinze, ma essa NON è ancora decaduta e il perché lo dice il Papa stesso:
Sono certo che queste norme, che riprendono quanto è previsto nei libri liturgici approvati dalla Chiesa, saranno da voi attentamente osservate.
Ora, poiché il Santo Padre non è uno che oggi dice una cosa e domani la rinnega, specialmente quando ne parla in pubblico, va da se che la Lettera da LUI voluta e dal card. Inviata HA VALENZA FINO A CHE il CN non risponderà alle sue richieste…. Ossia: fino a che “saranno da voi attentamente osservate. “
Tale ufficialità è data anche dal fatto che la Lettera è citata nello Statuto….
Ma a cosa si riferiva, dunque, Benedetto XVI con queste parole?
Ripetiamolo ancora una volta:
si riferiva alla famosa Lettera del Card. Arinze del 12.12.2005, un mese dopo il Papa chiarisce, con le parole che abbiamo appena letto, L’IMPORTANZA di questa lettera rendendola ufficiale se qualcuno ne avesse avuto ancora dubbio come appunto volevano dire già in quei giorni….
E cosa chiede il card. Arinze?
Citerò lo scoglio più duro per loro:
5. Sul modo di ricevere la Santa Comunione, si dà al Cammino Neocatecumenale un tempo di transizione (non più di due anni) per passare dal modo invalso nelle sue comunità di ricevere la Santa Comunione (seduti, uso di una mensa addobbata posta al centro della chiesa invece dell’altare dedicato in presbiterio) al modo normale per tutta la Chiesa di ricevere la Santa Comunione. Ciò significa che il Cammino Neocatecumenale deve camminare verso il modo previsto nei libri liturgici per la distribuzione del Corpo e del Sangue di Cristo.
Non è la prima volta che taluni saccenti del CN strumentalizzano il Diritto Canonico e negano l’ufficialità di tale Lettera, riproporre ancora una volta il tema usando esclusivamente le parole del Santo Padre ci aiuterà a comprendere certi inganni ….
Fa inoltre pensare che quando si tratta di applicare le NORME (Leggi) legate alla Liturgia, il CN fa orecchie da mercante, ma quando vuole trovare un cavillo NON per rispondere alle richieste del Papa ma per trovare modi per NON obbedire, allora ricorre alle Leggi della Chiesa…
E’ palese dunque che il CN NON ha digerito e NON digerisce la richiesta del card. Arinze (DECISIONE DEL PAPA) di: per passare dal modo invalso nelle sue comunità di ricevere la Santa Comunione (seduti, uso di una mensa addobbata posta al centro della chiesa invece dell’altare dedicato in presbiterio) al modo normale per tutta la Chiesa di ricevere la Santa Comunione. ………
Stona al CN definire la LORO MENSA, UNA MENSA ADDOBBATA….
Stona al CN che il Papa abbia DECISO che è ora di finirla di modificare le Chiese e cambiare gli altari….
Ergo sono arrivati ad usare il Diritto Canonico CONTRO IL SOMMO PONTEFICE…..
Infine l’autore o autrice (lettera anonima) di questa email si chiede come mai se il Cammino avesse davvero disobbedito alle Leggi della Chiesa, esso non sia ancora incorso nelle scomuniche e nelle reprimende del Diritto Canonico?
Semplice….
La Chiesa TOLLERA, è Madre e sappiamo bene che da dopo il Concilio ha deciso di evitare, finchè è possibile, ogni scomunica…. Le poche scomuniche che la Chiesa ha inflitto da allora sono solitamente “ipso facto”…. Tuttavia, a leggere attentamente le parole di Benedetto XVI qui riportate, si evince che al CN MANCA UNA PIENEZZA NELLA COMUNIONE EUCARISTICA….. altrimenti il Papa non avrebbe scritto:
" Grazie all'adesione fedele ad ogni direttiva della Chiesa, voi renderete ancor più efficace il vostro apostolato in sintonia e comunione piena con il Papa e i Pastori di ogni Diocesi."
Il riconoscimento dello Statuto non risolve "ipso-facto" tale pienezza CON IL PAPA che si applica attraverso un continuo esercizio di fedeltà ALLE NORME IMPARTITE dalla direttiva della Chiesa..... questa è la "piena comunione"!
Non serve scomunicare per ottenere questo, non almeno per il momento, certo è che dipenderà dal grado di disobbedienza del CN…. la mitezza e la pazienza di Benedetto XVI stanno portando molto frutto, lo abbiamo visto con il MP che riguarda anche il CN, lo stesso desiderio del Papa di INSEGNARE il valore della Messa della Domenica (cfr a Sacramentum Caritatis) e la sua testimonianza nel dare l’Eucarestia in ginocchio ed alla bocca, la sua RICHIESTA di mettere al centro dell’Altare IL CROCEFISSO….
Sono indubbiamente NORME FRATERNE le quali provengono già dall'insegnamento della Chiesa e provengono già dalla ricca Tradizione della Chiesa, il Santo Padre le sta presentando come "offerte al dialogo, alla comprensione, all'accogliere PER AMORE...."
una disobbedienza non farebbe altro che generare confusioni, DIVISIONI, CONTESE E FALSE DOTTRINE….
Il Papa dice grazie al CN ma lo affianca ALL’ADESIONE FEDELE AD OGNI DIRETTIVA DELLA CHIESA….. e questa adesione indubbiamente riguarda TUTTE le comunità, non solo il CN, ma al CN il Papa indirizzò queste parole e che restano valide fino a quando il Cammino non LE METTERA’ IN PRATICA:
Sono certo che queste norme, che riprendono quanto è previsto nei libri liturgici approvati dalla Chiesa, saranno da voi attentamente osservate.
(Benedetto XVI al CN)
Ergo la Lettera del Card. Arinze non solo fu una Lettera ufficiale, ma non è mai decaduta! Chi insegna il contrario è menzognero ed è seminatore di zizzania!

sabato 1 novembre 2008

Salvaguardate la fedeltà all'identità cattolica


Parole di ieri del Papa durante l'incontro con alcune realtà dell'I.C.C.R.S.

"Il Concilio Vaticano II, in diversi documenti, fa riferimento ai Movimenti e alle nuove Comunità ecclesiali, specialmente nella Costituzione Dogmatica Lumen gentium, dove leggiamo: "I carismi straordinari o anche più semplici e più comuni, siccome sono soprattutto appropriati e utili alle necessità della Chiesa, si devono accogliere con gratitudine e consolazione" (n. 12). In seguito, anche il Catechismo della Chiesa Cattolica ha sottolineato il valore e l'importanza dei nuovi carismi nella Chiesa, la cui autenticità viene però garantita dalla disponibilità a sottomettersi al discernimento dell'autorità ecclesiastica (cfr. n. 2003). Proprio perché assistiamo a una promettente fioritura di movimenti e comunità ecclesiali, è importante che i Pastori esercitino nei loro confronti un prudente, saggio e benevolo discernimento. Auspico di cuore che si intensifichi il dialogo tra Pastori e Movimenti ecclesiali a tutti i livelli: nelle parrocchie, nelle diocesi e con la Sede Apostolica. So che sono allo studio opportune modalità per dare riconoscimento pontificio ai nuovi Movimenti e Comunità ecclesiali e non sono pochi quelli che già lo hanno ricevuto. Di questo dato - il riconoscimento o l'erezione di associazioni internazionali da parte della Santa Sede per la Chiesa universale - i Pastori, specialmente i Vescovi, non possono non tenere conto nel doveroso discernimento che ad essi compete (cfr. Congregazione per i Vescovi, Direttorio per il Ministero Pastorale dei Vescovi Apostolorum Successores, Cap. 4, 8)."

giovedì 30 ottobre 2008

il Papa VUOLE la Croce sull'Altare!

Perché il primo volume stampato, dei sedici previsti dell'Opera Omnia di Benedetto XVI, ha per tema la liturgia? Basta leggere la prefazione che egli ha firmato in apertura del volume. Lì il papa scrive che la scelta del tema con cui cominciare è tutta sua. E spiega perché. Con passaggi di grande interesse, a tratti sorprendenti.


... Le parole della regola benedettina "Ergo nihil Operi Dei praeponatur" (43, 3: "Quindi non si anteponga nulla all’Opera di Dio") valgono in modo specifico per il monachesimo, ma hanno valore, come ordine delle priorità, anche per la vita della Chiesa e di ciascuno nella sua rispettiva maniera. È forse utile qui ricordare che nel termine "ortodossia" la seconda metà della parola, "doxa", non significa "opinione", ma "splendore", "glorificazione": non si tratta di una corretta "opinione" su Dio, ma di un modo giusto di glorificarlo, di dargli una risposta. Poiché questa è la domanda fondamentale dell’uomo che comincia a capire se stesso nel modo giusto: come debbo io incontrare Dio? Così, l’apprendere il modo giusto dell’adorazione – dell’ortodossia – è ciò che ci viene donato soprattutto dalla fede.

...: l’idea che sacerdote e popolo nella preghiera dovrebbero guardarsi reciprocamente è nata solo nella cristianità moderna ed è completamente estranea in quella antica. Sacerdote e popolo certamente non pregano uno verso l’altro, ma verso l’unico Signore. Quindi guardano nella preghiera nella stessa direzione: o verso Oriente come simbolo cosmico per il Signore che viene, o, dove questo non fosse possibile, verso una immagine di Cristo nell’abside, verso una croce, o semplicemente verso il cielo, come il Signore ha fatto nella preghiera sacerdotale la sera prima della sua Passione (Giovanni 17, 1). Intanto si sta facendo strada sempre di più, fortunatamente, la proposta da me fatta alla fine del capitolo in questione nella mia opera: non procedere a nuove trasformazioni, ma porre semplicemente la croce al centro dell’altare, verso la quale possano guardare insieme sacerdote e fedeli, per lasciarsi guidare in tal modo verso il Signore, che tutti insieme preghiamo.

martedì 28 ottobre 2008

Importanti segnali sulla Liturgia dall'Ecclesia Dei

Ripartiamo da questo post di Caterina, integrato con una riflessione che ho tratto da "Oriens"
_____________________
NOTA IMPORTANTE DELL'ECCLESIA DEI

dice:
Domanda: Quali sono le sostanziali differenze tra l’ultimo Motu Proprio e i due precedenti Documenti attinenti a questa materia?

Risposta: La prima sostanziale differenza è certamente quella che ora è lecito celebrare la Santa Messa secondo il Rito straordinario, senza più il bisogno di un permesso speciale, chiamato “indulto”. Il Santo Padre Benedetto XVI, ha stabilito, una volta per tutte, che il Rito Romano consta di due Forme, alle quali ha voluto dare il nome di “Forma Ordinaria” (la celebrazione del Novus Ordo, secondo il Messale di Paolo VI del 1970) e “Forma Straordinaria” (la celebrazione del Rito gregoriano, secondo il Messale del B. Giovanni XXIII del 1962) e ha confermato che questo Messale del 1962 non è mai stato abrogato.
Altra differenza è che nelle Messe celebrate senza il popolo, ogni sacerdote cattolico di rito latino, sia secolare sia religioso, può usare l’uno o l’altro Messale (art. 2). Inoltre, nelle Messe senza il popolo o con il popolo, spetta al parroco o al rettore della chiesa, dove si intende celebrare, a dare la licenza a tutti quei sacerdoti che presentano il “Celebret” dato dal proprio Ordinario. Se questi negassero il permesso, il Vescovo, a norma del Motu Proprio, deve provvedere a che sia concesso il permesso (cfr. art. 7).

_____________________
apparentemente può sembrare che il testo NON riguardi il tema che trattiamo qui, invece lo riguarda profondamente ^___^

1) in sostanza è il Papa che sta spingendo E CHIEDENDO ad un ritorno della Liturgia SENZA LE MODIFICHE AVVENUTE DOPO IL CONCILIO;

2) leggendo il testo si legge chiaramente che le uniche modifiche sono quelle APPORTATE DAL PONTEFICE....;-)
ossia: il sacerdote volto verso il popolo, MA POSSIBILMENTE RISTABILENDO IL CROCEFISSO SULL'ALTARE.... infatti quello di apporre il crocefisso accanto all'altare è stata una CONCESSIONE NON UNA NORMA....accanto all'altre infatti va posta la croce della processione (ASTILE) quando appunto manca il crocefisso sull'ALTARE....

3) il ritorno ad una NORMALITA' per la forma detta Straordinaria significa per il Papa ritornare a parlare di ALTARE PIU' CHE DI MENSA.... ;-)

Per quanto riguarda questo documento della Commissione Pontificia, esso aggiunge ben poco sotto il profilo pratico, ma ha un grande interesse storico per così dire, rivelandoci gran parte (se non tutto) del contenuto di quanto comunicato al Santo Padre nel 1986 da una apposita Commissione Cardinalizia incaricata di esaminare i primi "risultati" dell'indulto del 1984 e di proporre indicazioni per una migliore applicazione dello stesso. Di questo documento parlò il card. Stickler nel 1998 in una intervista ad una rivista statunitense. Purtroppo, poi, la questione della Messa "tradizionale" non fu ritenuta una priorità nel pontificato di Giovanni Paolo II e queste indicazioni rimasero chiuse in qualche cassetto.
Veramente notevole (e, scommetto, spiazzante per qualche sacerdote...) la rivelazione che Paolo VI ritenesse l'uso della lingua vernacolare una mera concessione di ordine pastorale.

Presumo che questo documento sia il preludio ad ulteriori novità e spinte a favore di una applicazione sempre piu' ampia del MP, se non a precisazioni in materia liturgica tout court.

Catechesi e Sacra Scrittura

Leggo dalle recenti proposizioni dei Padri Sinodali sulla Parola:

Proposizione 23
Catechesi e Sacra Scrittura


La catechesi deve preferibilmente (!??) avere le sue radici nella rivelazione cristiana(1). Deve prendere come modello la pedagogia di Gesù nel cammino di Emmaus.
Sulla strada di Emmaus, Gesù apre il cuore dei discepoli all’intelligenza delle Scritture (cf. Lc 24, 27). Il suo procedere mostra che la catechesi che affonda le sue radici nella Rivelazione cristiana suppone la spiegazione delle Scritture. Esso ci invita anche a raggiungere gli uomini di oggi per trasmettere loro il vangelo della salvezza:
- ai bambini più piccoli con un’attenzione particolare;
- a quelli che hanno bisogno di una formazione più approfondita radicata nelle Scritture;
- ai catecumeni che è necessario accompagnare nel loro cammino, mostrando loro il piano di Dio attraverso la lettura della Sacra Scrittura, preparandoli a incontrare il Signore nei sacramenti dell’iniziazione cristiana, a impegnarsi nella comunità, e a essere missionari.
Il catecumenato prebattesimale va seguito da una mistagogia post-battesimale, una formazione continuata in cui la Sacra Scrittura e il Catechismo della Chiesa Cattolica devono occupare il posto centrale.

_____________________
Ovviamente parlare di catecumenato pre e post battesimale vale per quei casi in cui il battesimo viene somministrato agli adulti.
Per i fedeli battezzati è improprio parlare di catecumenato post-battesimale (che è quello che proclama di fare il cammino NC). E il Cammino di Fede non è un 'catecumenato post-battesimale' è 'vita sacramentale' nella Chiesa!
Bisognerebbe sgombrare il campo da equivoci come il fatto che per 'accedere' alla pedagogia mistagogica è indispensabile aderire ad un movimento e, in particolare, a quello che si dà il nome di Cammino Neocatecumenale (perché è così che interpretano i nostri collocutori)

(1) Mi sembra una espressione impropria e infelice. Nella Chiesa, a quale altra "rivelazione" si può fare riferimento?

lunedì 27 ottobre 2008

No, non siamo d'accordo; ma da 'dentro' senza aria di 'fronda'...

Inserisco, come nuovo inizio, questo post di Emma, che mi pare condensi alcune essenziali perplessità e connessi interrogativi, ai quali devo aggiungerne uno che mi sorge spontaneo e immediato: COME E' POSSIBILE che la Chiesa che da un lato può approvare lo statuto del Cammino necatecumenale - sia pure con dei distinguo peraltro non applicati -, dall'altro mantenga la 'scomunica' per chi non è riuscito ad accettare le 'derive' della riforma liturgica di Paolo VI per 'preservare' un rito che si è riconosciuto "mai abrogato"... E' un comportamento quanto meno sbilanciato... Sul quale non possiamo essere d'accordo, sia pure da 'dentro' la Chiesa e con sommessa inquietudine, ma anche con fiducia nella salvezza operata dal Signore
___________________
Cara Caterina, quanto sono sensate le tue domande!
Ma più che ai neocatecumenali queste domande dovremmo porle chi li HA AUTORIZZATI a continuare a celebrare le "loro messe" separatamente, nelle loro comunità pure loro separate, nel senso che sono numerose all`interno di una stessa parrocchia e celebrano separatamente.

Ma come è stato possibile che chi ha accettato l`art.13 non se ne sia reso conto ?

Non solo non li hanno obbligati ad integrare la parrocchia, ad unirsi alla parrocchia, ma hanno praticamente incoraggiato(non dico obbligato) la parrocchia e i parrocchiani ad unirsi a loro con il conseguente aimento del numero delle comunità nc!
Enorme!

I nc alle nostre domande si limitano a rispondere dicendo: "noi abbiamo lo statuto e lo statuto ce lo permette, siete voi che create la divisione opponendovi a noi e alla volontà, loro dicono del Papa, io dico del PCL".

Quadratura del cerchio.

Lo statuto è come un " Sesamo apriti", parola magica che apre tutte le porte, un lasciapassare assoluto. Almeno così credono i nc, io non lo credo, mantengo intatto il mio diritto di dire no, non sono d`accordo, di porre tutte le mie domande, esprimere tutte le mie perplessità e anche critiche.

venerdì 24 ottobre 2008

Sull'azione del "criticare"...

Riprendiamo la discussione da un contributo di Chisolm sull'azione del "criticare"
______________
I nostri collocutori neocatecumenali non fanno altro che sbandierare l'equazione "CRITICARE IL CAMMINO EQUIVALE A CRITICARE LA CHIESA..."

Mi permetto di dire che "criticare", non ha solo valenza analoga a "censurare". Se vogliamo, la sua primaria definizione è nella radice greca "krino" = arte del giudicare secondo i principi del buono e del bello. Qualsiasi vocabolario etimologico potrà confermarvelo.

San Tommaso, mi pare nella prima pars della Summa Th., indica proprio gli elementi di giudizio per valutare il buono e il bello.
Ovviamente, innesta il discorso sulla "pulchritudo" del Figlio, in quanto bellezza tipologica, prima, splendore del Padre.

Dice Tommaso che una cosa per essere buona e bella deve avere l'integritas (la perfezione come è perfetto il Figlio), la proportio (proporzione o armonia, come ad esempio un bel corpo) e la claritas, ovvero lo splendore, la lucentezza, la luminosa trasparenza. Insomma, il Tutto si fa presente nel Figlio incarnato che diviene paradigma per ogni perfezione, ogni armonia, ogni splendore. Von Balthasar, avrebbe detto "il tutto nel frammento".

Ecco, partiamo da qui: il nostro attuale essere in frammentazione, ad una retta analisi, presenta nel proprio frammento la perfezione, la proporzione, la chiara luce dello splendore?
Ciascun movimento, non solo il Cammino, può rispecchiarsi in questa cristologia sintetica?
In fin dei conti, Tommaso vuole fare un discorso molto semplice: noi siamo naturalmente attratti da ciò che è buono e ciò che è bello: per cui, ogni nostra iniziativa, in questo caso di fede, viene stimolata da qualcosa di appetibile.

E' qui, che deve scattare la "critica", ovvero il "giudizio" sia estetico che veritativo. Si tratta di un processo ermeneutico, che sviluppa una lettura del bello e del buono in rapporto a...
Il che, autorizza il credente a "giudicare", anche sfrondando la selva inestricabile di batti e ribatti, spesso con note di frettolosa imprecisione, come "l'infallibilità papale".
Autorizza, inoltre, a penetrare nel tessuto di quell'ecclesiologia di comunione che, ponendo la sua radice in Cristo, anch'essa deve fare i conti con l'integrità, l'armonia, la solare limpidezza del messaggio...

PS: anche la struttura sillogistica rivela una disarmonia tra premesse e conclusione...
Il sillogismo potrebbe essere costruito un po' meglio.

Chisolm

giovedì 23 ottobre 2008

IL CAMMINO E' CHIESA, E' NELLA CHIESA O E' PER LA CHIESA?

Qualche corollario dopo l'attenta riflessione sullo Statuto.

Dice Kiko:
"Ora dirò perchè facciamo questo Cammino, qual è la missione di questo Cammino e qual è la missione della Chiesa". A questo punto nella trascrizione della catechesi c'è un lungo preambolo e, subito dopo, la dichiarazione "La Chiesa Salva il mondo!".
Ma, attenzione, per Kiko la "Chiesa locale è una comunità di comunità, impiantata in un determinato territorio, in una città, nasce perchè un apostolo (catechista kikiano) vi porta la Parola che è lo sperma dello Spirito".

Non si trascuri poi la "dottrina dei tre cerchi" nei quali è visualizzabile graficamente, secondo Kiko, la Chiesa Cattolica:

Il primo, quello centrale, è formato dagli eletti per formare "la Chiesa com sacramento" e da quelli che essi attireranno. Il cerchio seguente è formato da quelli che non si uniranno mai giuridicamente alla chiesa. Il terzo è costituito dai farisei "che sentono che la Chiesa li denuncia e vogliono distruggerla proprio perchè essa li urta".

Affermazione conclusiva di Kiko sulla materia: " Il giorno che sarete cristiani, anche le vostre azioni lo saranno e non sarete impegnati in nessun modo perchè sarà Gesù Cristo ad agire per voi".
_____________________________________________________________

QUESTIONI:

Il Cammino è Chiesa?
Il Cammino è NELLA Chiesa?
Il Cammino è PER LA Chiesa?

martedì 21 ottobre 2008

L'Identità del CnC dal suo Statuto definitivo. III e ultima parte


Siamo arrivati all'ultima parte della nostra analisi del contenuto degli Statuti definitivi del CnC: Liturgia e Integrazione in Parrocchia.

Questa forse è la parte di maggiore interesse, perchè spesso (anzi sempre) alle nostre obiezioni che evidenziano profonde incongruenze nella PRASSI Nc con la fede di sempre, si "oppone" la frase "il nosro rito è stato approvato, vi opponete alla Chiesa". A parte la solita triste constatazione che la Realtà viene sempre ignorata e "superata" da eventuali "definizioni"... Vediamo a quale Rito ed a quale Liturgia il CnC dovrebbe partecipare...

Dallo Statuto:

Capitolo III
Parola, Liturgia e Comunità
Sezione 1
Parola di Dio
Art. 11
[Celebrazione settimanale della Parola]
§ 1. Ciascuna comunità neocatecumenale settimanalmente ha una celebrazione della Parola di Dio,33 di norma con quattro letture,34 secondo i temi indicati dagli Orientamenti alle Èquipes di Catechisti per ogni tappa.
§ 2. Nella celebrazione della Parola di Dio, prima dell’omelia, il presbitero invita chi lo desidera tra i presenti ad esprimere brevemente ciò che la Parola proclamata ha detto alla sua vita. Nell’omelia, che ha un posto privilegiato nell’istruzione del Neocatecumenato,35 il presbitero prolunga la proclamazione della Parola,36 interpretandola secondo il Magistero37 e attualizzandola nell’oggi del cammino di fede dei neocatecumeni.
§ 3. Ogni celebrazione della Parola è preparata accuratamente, a turno, da un gruppo della comunità, con l’aiuto, quando possibile, del presbitero. Il gruppo sceglie le letture e i canti,38 prepara le monizioni e dispone la sala e i segni liturgici per la celebrazione, curandone con zelo la dignità e la bellezza.39
§ 4. Per approfondire la Scrittura «con l’intelligenza ed il cuore della Chiesa»,40 i neocatecumeni si avvalgono soprattutto della lettura degli scritti dei Padri, dei documenti del Magistero, in particolare del Catechismo della Chiesa Cattolica, e di opere di autori spirituali.41

Attenzione alle Note di questa prima parte:
32 Cfr. PAOLO VI, Esort. apost. Evangelii Nuntiandi, 73.
33 Cfr. Cæremoniale Episcoporum, nn. 221-226.
34 Generalmente la 1ª lettura è tratta dalla Torà o dai libri storici dell’AT; la 2ª, dai profeti o dai libri sapienziali;
la 3ª, dagli scritti apostolici e la 4ª, dai Vangeli.
35 Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 132.
36 Cfr. Ibidem, 1154.
37 Cfr. PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA, L’interpretazione della Bibbia nella Chiesa, III, B, 3: «In quanto collaboratori dei vescovi, i sacerdoti hanno come primo dovere la proclamazione della Parola (cfr. Presbyterorum ordinis,4). Essi sono dotati di un carisma particolare per l’interpretazione della Scrittura quando, trasmettendo, non le loro idee personali, ma la parola di Dio, applicano la verità eterna del vangelo alle circostanze concrete della vita (ibidem)».
38 Nel Cammino Neocatecumenale si adopera un innario di canti tratti dalla Parola di Dio e dalla tradizione liturgica cristiana ed ebraica, che vanno sottolineando i contenuti delle diverse tappe e passaggi.
39 Cfr. Istitutio generalis Missalis Romani, 288.
40 GIOVANNI PAOLO II, Esort. apost. Catechesi Tradendæ, 27; cfr. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 127.
41 Cfr. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 128, 96.

E qui veniamo all'apice:

Sezione 2
Liturgia
Art. 12
[Veglia pasquale]
§ 1. Cardine e fonte della vita cristiana è il mistero pasquale, vissuto e celebrato in modo eminente nel Santo Triduo,42 il cui fulgore irradia di luce l’intero anno liturgico.43 Esso costituisce pertanto il fulcro del Neocatecumenato, in quanto riscoperta dell’iniziazione cristiana.
§ 2. «La veglia pasquale, centro della liturgia cristiana, e la sua spiritualità battesimale, sono ispirazione per tutta la catechesi».44 È per questo motivo che, durante l’itinerario, i neocatecumeni sono iniziati gradualmente45 ad una più perfetta partecipazione a tutto ciò che la santa notte significa, celebra e realizza.
§ 3. In questo modo il Neocatecumenato stimolerà la parrocchia ad una celebrazione più ricca della veglia pasquale. 46
Art. 13
[Eucaristia]
§ 1. L’Eucaristia è essenziale al Neocatecumenato, in quanto catecumenato postbattesimale, vissuto in piccola comunità.47 L’Eucaristia infatti completa l’iniziazione cristiana.48
§ 2. I neocatecumeni celebrano l’Eucaristia domenicale nella piccola comunità, dopo i primi vespri della Domenica. Tale celebrazione ha luogo secondo le disposizioni del Vescovo diocesano. Le celebrazioni dell’Eucaristia delle comunità neocatecumenali al sabato sera fanno parte della pastorale liturgica domenicale della parrocchia e sono aperte anche ad altri fedeli.
§ 3. Nella celebrazione dell’Eucaristia nelle piccole comunità si seguono i libri liturgici approvati del Rito Romano, fatta eccezione per le concessioni esplicite della Santa Sede49. Per quanto concerne la distribuzione della Santa Comunione sotto le due specie, i neocatecumeni la ricevono in piedi, restando al proprio posto.
§ 4. La celebrazione dell’Eucaristia nella piccola comunità è preparata sotto la guida del Presbitero, da un gruppo della comunità neocatecumenale, a turno, che prepara brevi monizioni alle letture, sceglie i canti, provvede il pane, il vino, i fiori, e cura il decoro e la dignità dei segni liturgici.

ATTENZIONE ALLE NOTE:
42 Cfr. Messale Romano, Annunzio del giorno della Pasqua nella solennità dell’Epifania: «Centro di tutto l’anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto».
43 Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 1168.
44 CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 91; cfr. ibidem: «Il catecumenato battesimale è tutto impregnato dal mistero della Pasqua di Cristo. Per questo “tutta l’iniziazione deve rivelare chiaramente il suo carattere pasquale” (OICA, 8)»; cfr. ibidem, 59.
45 Anche oggi, tanti neocatecumeni provengono dal mondo e da esperienze fuori della Chiesa ed hanno bisogno di una graduale introduzione ai sacramenti: una propedeutica sacramentale che Giovanni Paolo II ha definito «laboratorio sacramentale», nel quale i battezzati, ma non iniziati (cfr. KAROL WOJTYLA, Affinché Cristo si serva di noi. Catecumenato del XX secolo: Znak, Cracovia, n. 34, 1952, pp. 402-413), possono gradualmente scoprire il fulgore del mistero pasquale.
46 Cfr. CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO, Litt. circ. Paschalis sollemnitatis, 39-42, 77-96.
47 Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Epist. Ogniqualvolta, 30 agosto 1990: AAS 82 (1990) 1515: «Sono l’annuncio del Vangelo, la testimonianza in piccole comunità e la celebrazione eucaristica in gruppi (cfr. Notificazione sulle celebrazioni nei gruppi del Cammino Neocatecumenale, in L’Oss. Rom., 24 dicembre 1988) che permettono ai membri di porsi al servizio del rinnovamento della Chiesa»; IDEM, Discorso a 350 catechisti itineranti del Cammino Neocatecumenale, in L’Oss. Rom., 18 gennaio 1994: «Tutto ciò viene attuato in piccole comunità, nelle quali “la riflessione sulla parola di Dio e la partecipazione all’Eucaristia… formano cellule vive della Chiesa, rinnovano la vitalità della Parrocchia mediante cristiani maturi capaci di testimoniare la verità con una fede radicalmente vissuta” (Messaggio ai Vescovi d’Europa riuniti a Vienna, 12 aprile 1993)».
48 Cfr. OICA, 36, 368.
49 Cfr. BENEDETTO XVI, Discorso alle Comunità del Cammino Neocatecumenale del 12 gennaio 2006: Notitiae 41 (2005) 554-556; CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO, Lettera del 1° dicembre 2005: Notitiae 41 (2005) 563-565; Notificazione della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti sulle celebrazioni nei gruppi del Cammino Neocatecumenale, in L’Osservatore Romano, 24 dicembre 1988: «la Congregazione consente che tra gli adattamenti previsti dall’Istruzione Actio pastoralis, nn. 6-11, i gruppi del menzionato “Cammino” possano ricevere la comunione sotto le due specie, sempre con pane azzimo, e spostare, “ad xperimentum”, il rito della pace dopo la Preghiera universale».

Tralasciamo l'art 14, che stabilisce la prassi della Penitenza per gli associati al CnC, istruendo alla pratica della Riconciliazione INDIVIDUALE (SIC!), e andiamo ad approfondire... Ne vedremo delle belle..

domenica 19 ottobre 2008

"Breviatio manus Domini": Accorciamento della mano di Dio...

Vi propongo una riflessione intermedia - in attesa di quella sulla terza parte dello Statuto che ci proporrà Stefano - indotta dalla seguente considerazione di Francesco:

Peraltro la continua insistenza di Kiko sulla Chiesa dimidiata tra "Istituzione e carisma", tra Pietro e Paolo...


hai detto bene, Francesco, Chiesa "dimidiata" non solo perché arbitrariamente si dimentica che la Chiesa è TUTTA carismatica e l'Istituzione è solo la sua parte ordinata gerarchicamente, visibile; ma anche e soprattutto perché, con l'accogliere solo una parte della Verità, castrando la Tradizione, la chiesa risulta 'dimidiata' anche nel senso di 'divisa' 'diminuita'.

Notavamo il "vietato vietare", la non condanna dell'errore...

Cito liberamente, non disponendo del testo, quanto dice Romano Amerio in "Iota unum", testo tanto magistralmente cattolico, quanto ignorato - evidentemente non a caso - dai "novatori":
Questo snervamento della potestà, che ha origine nel concilio, nasce anche dall'indole e da atti conseguenti di Papa Montini, dalla inadempiutezza della sua funzione di 'reggimento', cioè di governo, attraverso l'uso di un metodo oratorio e monitorio che indica, richiama e non condanna, cui assistiamo ancora oggi: fenomeno anomalo e patologico, non proprio della religione autentica...

Oggi di fatto il governo della Chiesa è dimidiato e, per dirla biblicamente, "rimane abbreviata la mano di Dio" "breviatio manus Domini" (Is 59,1- "ecco non è troppo corta la mano del Signore da non poter salvare"), che si determina a causa:
. conoscenza imperfetta dei mali
. mancanza di forza morale
. calcolo di prudenza che non pone rimedio ai mali veduti perché stima che così aggraverebbe i mali anziché guarirli

Riporto sempre a memoria da Romano Amerio: "Di due cose c'è bisogno per custodire la Verità. Primo: rimuovere l'errore dalla sfera dottrinale; il che avviene rifiutando gli argomenti erronei e mostrando che essi non sono convincenti. Secondo: rimuovere la persona in errore, depondendola dalla sua funzione, il che vien fatto con un atto di autorità della Chiesa. Se questo servizio papale non è esercitato, sembrerebbe ingiustificato dire che è stato usato ogni mezzo per custodire la dottrina della Chiesa: siamo in presenza della "breviatio manus Domini"."

Questa affermazione, insieme ad una corretta e profonda disamina di quanto si è infiltrato nella Chiesa già da prima del Concilio, trovando nell'Assise conciliare il pass par tout per esplodervi dall'interno, mi ha trovato molto in sintonia

Che ne dite?

giovedì 16 ottobre 2008

L'Identità del CnC dal suo Statuto definitivo. Parte II


Dopo aver risposto alla Domanda su "cosa sia" il CnC (sebbene focalizzando solo alcuni punti salienti), passiamo a rispondere alla domanda relativa alla Sua Struttura Catechistica e Pratica .

Ribadisco che questa analisi è relativa agli Statuti approvati... Quindi COSA essi approvano. Quale dovrebbe essere il CnC degli statuti. Per trattare di questo argomento, cercando di focalizzarne le parti salienti, facciamo il punto suL CONTENUTO delle Catechesi che dovrebbero essere seguite dal CnC. E su come dovrebbero essere strutturate. Secondo gli antefatti dello Statuto, queste dovrebbero obbedire al RICA e al Direttorio Generale della Catechesi.
Il CnC, secondo lo Statuto, può dare catechesi sia pre che post battesimali. Entrambe fondate sull'OICA, SULLA PASTORALE DIOCESANA, ovviamente diversificandosi se pre o post battesimali. Noi focalizziamo quelle Post-Battesimali, chiamate negli Statuti "neocatecumenato".

Dagli Statuti:

Art. 5
[Destinatari]
§ 1. Il Neocatecumenato è uno strumento al servizio dei Vescovi per la riscoperta dell’iniziazione cristiana da parte degli adulti battezzati.
Interessante la citazione in Nota:
Cfr. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 172.

Nell'Art 6 si definiscono Parroco e Presbiteri come guide e Santificatori delle COmunità Nc che a loro devono sottomettersi. Ma interessante ciò che anche l'art 7 ribadisce nel Titolo dello Statuto dedicato alla forma concreta del NeoCatecumenato:

Art. 7
[Il Neocatecumenato si attua in piccola comunità]
§ 1. All’interno della parrocchia, il Neocatecumenato è vissuto in piccola comunità – denominata comunità neocatecumenale –, dato che la forma completa o comune dell’iniziazione cristiana degli adulti è quella comunitaria.
Che c'è di particolare? Le note (che approfondiremo):
Cfr. OICA, 3; CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 258, nota 25: «È importante constatare come Giovanni Paolo II, in Christifideles laici 61, pone la convenienza delle piccole comunità ecclesiali nel contesto delle parrocchie e non come un movimento parallelo che assorbe i suoi membri migliori: “All’interno poi di talune parrocchie... le piccole comunità ecclesiali presenti possono essere di notevole aiuto nella formazione dei cristiani, potendo rendere più capillari e incisive la coscienza e l’esperienza della comunione e della missione ecclesiale”».

L'articolo 8 pone in rilievo la Struttura del CnC: similmente al Catecumenato ha 3 fasi: Riscoperta del PreCatecumenato, Riscoperta del Catecumenato e Riscoperta dell'Elezione.
L'articolo 9 definisce in cosa constano le Catechesi Iniziali, per l'ingresso al "pre-catecumenato". Si riferisce di continuo al Direttorio Generale della Catechesi E NON AGLI ORIENTAMENTI:
Note:
Cfr. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 62.
Cfr. Rm 16,25; At 5,42; 8,35; 11,20; CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 102.
At 13,26.
Cfr. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 53-55.
Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Esort. apost. Catechesi Tradendæ, 27; CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 94.
CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Decr. Presbyterorum ordinis, 6.
GIOVANNI PAOLO II, Esort. apost. Christifideles Laici, 61; cfr. OICA, 295.
Nell'articolo 10, come definizione della nascita della Comunità Nc c'è nella nota:
Cfr. OICA, 296.
Attenzione al Comma 3:
"§ 3. La comunità neocatecumenale è affidata alla cura pastorale del Parroco e del presbitero da lui incaricato (cfr. art. 27). Inoltre la comunità indica, mediante votazione, un responsabile laico e alcuni corresponsabili, che vengono confermati dal Parroco e dall’équipe dei catechisti. Essi collaborano con il Presbitero per assicurare che la comunità percorra l’itinerario del Cammino Neocatecumenale, secondo quanto stabilito nello Statuto e negli Orientamenti alle Èquipes di Catechisti e per curare gli aspetti organizzativi. "

Gli Orientamenti, qui come nelle altre parti in cui sono citati direttamente, vengono chiamati in causa principalmente per gli aspetti TECNICI e organizzativi!

Ma i contenuti propri del Cammino nella riscoperta del Battesimo sono elencati nel Capitolo IV dello Statuto, dove il NeoCatecumenato è chiaramente descritto come quello riportato sul RICA:
"L’itinerario neocatecumenale: fasi, tappe e passaggi
Art. 19
[1ª fase: riscoperta del precatecumenato]
§ 1. La prima fase del Neocatecumenato è il pre-catecumenato, che è un tempo di kenosi per imparare a camminare nell’umiltà. Essa è divisa in due tappe:
1ª. Nella prima tappa, che va dalle catechesi iniziali fino al primo scrutinio, e che dura circa due anni, i neocatecumeni imparano il linguaggio biblico, celebrando settimanalmente la Parola di Dio, con temi semplici che percorrono tutta la Scrittura, come: acqua, roccia, agnello, ecc. La Parola di Dio, l’Eucaristia e la comunità aiutano gradualmente i neocatecumeni a svuotarsi dei falsi concetti di sé e di Dio ed a scendere alla loro realtà di peccatori, bisognosi di conversione, riscoprendo la gratuità dell’amore di Cristo, che li perdona e li ama.
Nella celebrazione conclusiva del primo scrutinio, dopo l’iscrizione del nome, chiedono alla Chiesa di essere aiutati a maturare nella fede per compiere le opere di vita eterna, e ricevono il segno della croce gloriosa di Cristo, che illumina il ruolo salvifico che ha la croce nella vita di ciascuno.
2ª. Nella seconda tappa, di analoga durata, i neocatecumeni celebrano le grandi tappe della storia della salvezza: Abramo, Esodo, Deserto, Terra promessa, ecc., e viene dato loro un tempo perché provino a se stessi la sincerità dell’intenzione di seguire Gesù Cristo, alla luce della sua Parola: «Non potete servire a Dio e al denaro» (Mt 6,24).
Nella celebrazione conclusiva del secondo scrutinio, rinnovano davanti alla Chiesa la rinuncia al demonio e manifestano la volontà di servire solo Dio. In seguito studiano e celebrano le principali figure bibliche: Adamo, Eva, Caino, Abele, Noè, ecc., alla luce di Cristo.
§ 2. Gli scrutini, ispirati all’itinerario catecumenale dell’OICA, aiutano i neocatecumeni nel loro cammino di conversione, nel rispetto della coscienza e del foro interno, secondo la normativa canonica.
Art. 20
[2ª fase: riscoperta del catecumenato]
La seconda fase del Neocatecumenato è un tempo di combattimento spirituale per acquistare la semplicità interiore dell’uomo nuovo che ama Dio come unico Signore, con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze e il prossimo come se stesso. Sostenuti dalla Parola di Dio, dall’Eucaristia e dalla comunità, i neocatecumeni si addestrano nella lotta contro le tentazioni del demonio: la ricerca di sicurezze, lo scandalo della Croce e la seduzione degli idoli del mondo. La Chiesa viene in aiuto ai neocatecumeni consegnando loro le armi necessarie, in tre tappe:
1ª. «Il combattimento spirituale della vita nuova del cristiano è inseparabile dal combattimento della preghiera» che porta all’intimità con Dio. I neocatecumeni riscoprono l’iniziazione alla preghiera liturgica e personale, anche notturna, che culmina con le catechesi dei Vangeli sulla preghiera e con la celebrazione della consegna del libro della Liturgia delle Ore. Da allora essi iniziano il giorno con la preghiera delle Lodi e dell’Ufficio delle Letture e imparano a fare un tempo di preghiera silenziosa e la preghiera del cuore.
I neocatecumeni, scrutando i salmi in piccoli gruppi, sono iniziati alla pratica assidua della “lectio divina” o “scrutatio scripturæ”, «nella quale la Parola di Dio è letta e meditata per trasformarsi in preghiera». Infatti, «l’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo».
2ª. Ai neocatecumeni viene riconsegnato il Credo della Chiesa (riscoperta della “Traditio Symboli”), «compendio della Scrittura e della fede», e sono inviati a predicarlo, a due a due, per le case della parrocchia. Essi studiano e celebrano articolo per articolo il Simbolo apostolico e quindi confessano la loro fede (riscoperta della “Redditio Symboli”), proclamando il Credo in una celebrazione adatta durante la Quaresima.
3ª. L’educazione dei neocatecumeni alla preghiera liturgica e contemplativa culmina con le catechesi sulla preghiera del Signore e in una celebrazione viene ad essi riconsegnato il Padre nostro, «sintesi di tutto il Vangelo». Da allora, nelle ferie di Avvento e di Quaresima, essi cominciano a celebrare comunitariamente in parrocchia, prima di andare al lavoro, le Lodi e l’Ufficio delle Letture, con un tempo di preghiera contemplativa.
I neocatecumeni sono iniziati a farsi piccoli e a vivere abbandonati filialmente alla paternità di Dio, protetti dalla maternità di Maria e della Chiesa, e nella fedeltà al Successore di Pietro e al Vescovo. A tal fine, prima della consegna del “Padre nostro”, i neocatecumeni fanno un pellegrinaggio ad un santuario mariano per accogliere la Vergine Maria come madre, professano la fede sulla tomba di S. Pietro e fanno un atto di adesione al Santo Padre.
In questa tappa i neocatecumeni studiano sistematicamente le singole petizioni del “Padre nostro” e temi sulla Vergine Maria: Madre della Chiesa, Nuova Eva, Arca dell’alleanza, Immagine del cristiano, ecc.
Art. 21
[3ª fase: riscoperta dell’elezione]
§ 1. La terza fase del Neocatecumenato è la riscoperta dell’elezione, «cardine di tutto il catecumenato». È un tempo di illuminazione in cui i neocatecumeni imparano a camminare nella lode, «inondati dalla luce della fede», cioè a discernere e compiere la volontà di Dio nella storia per fare della propria vita una liturgia di santità. Essi studiano e celebrano i singoli brani del Sermone della Montagna.
§ 2. Dopo aver mostrato con le opere che in essi si sta realizzando, pur nella debolezza, l’uomo nuovo descritto nel Sermone della Montagna, che, seguendo le orme di Gesù Cristo, non resiste al male e ama il nemico, i neocatecumeni rinnovano solennemente le promesse battesimali nella Veglia Pasquale, presieduta dal Vescovo. In questa liturgia essi indossano le vesti bianche in ricordo del loro battesimo.
§ 3. Poi, durante la cinquantina pasquale, celebrano ogni giorno l’eucaristia solennemente e fanno un pellegrinaggio in Terra Santa come segno delle nozze con il Signore, ripercorrendo i luoghi dove Cristo ha realizzato quanto loro hanno vissuto durante tutto l’itinerario neocatecumenale.
§ 4. Dopo la riscoperta dell’elezione si conclude il neocatecumenato."

Ma le NOTE sono la parte più importante, e le approfondiremo:
CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la catechesi, 86.
Cfr. cann. 232-272 C.I.C. e cann. 331-366 C.C.E.O.
Cfr. CONGREGAZIONE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA, Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis, 19 marzo 1985, nn. 20-101.
GIOVANNI PAOLO II, Esort. apost. Pastores dabo vobis, n. 68.
Cfr. Fil 2,7.
Cfr. Mi 6,8.
Cfr. 1 Gv 3,14-15; Ef 2,10.
Cfr. Lc 14,25-33.
Cfr. can. 220 C.I.C. e can. 23 C.C.E.O.
Cfr. OICA, 20: «La durata del tempo del catecumenato dipende dalla grazia di Dio e inoltre da varie circostanze... Nulla quindi si può stabilire “a priori”».
Cfr. Mc 12,30-31; Dt 6,4-5.
Cfr. Mt 4,1-11.
Catechismo della Chiesa Cattolica, 2725; cfr. CONGREGAZIONE PER LE CHIESE ORIENTALI, Istruzione per l’applicazione delle prescrizione liturgiche del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali (6-1-1996), nn. 95-99.
Cfr. Institutio generalis de Liturgia Horarum, 10, 57-58, 72.
Cfr. Gv 5,39.
Catechismo della Chiesa Cattolica, 1177; cfr. PONTIFICIA COMMISSIONE BIBBLICA, L’interpretazione della Bibbia nella Chiesa, IV, C, 2.
S. GIROLAMO, Comm. in Is., Prol; cfr. CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Cost. dogm. Dei Verbum, 25; Ca-techismo della Chiesa Cattolica, 133.
CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 85.
Ibidem; cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 2761.
Cfr. Mt 18,4.
Cfr. Gv 19,26-27.
OICA, 23.
Ibidem, 24.
Cfr. 1 Pt 2,21.
Cfr. Mt 6,39-45.

Cerchiamo di dire una parola 'vera' , sia pure in questa luce vespertina

Riporto questo scritto di un amico, che spero posssa dare 'ali' alla nostra discussione.
____________
Stavo riflettendo sul concetto di "catechesi" non solo in ambito NC, ma cristiano, globalmente.
Ogni battezzato è, in sé, catechizzatore e catechista, ma cessa di esserlo quando ciò che dice fa riferimento al vangelo nella mediazione di un catechista che a sua volta è mediatore di un super catechista che a sua volta è mediatore di Kiko. Dato che san Tommaso, dice che non si può risalire all'infinito per trovare la causa che innesca tutte le altre cause, Kiko dovrà pur fare riferimento a qualcosa... In 1 Pt 1, 14 (mi pare) Pietro raccomanda a chi parla di Dio di farlo "come con parole di Dio". Quel "come" è strategico: non indica pedissequità, ripetizione smunta, ma dinamismo effervescente, sempre in tensione dialettica tra Parola divina e parola umana.
Io, in genere, mi sono inventato la "regola dei tre come": se parlo "come" la Scrittura, "come" essa mi viene trasmessa dalla Tradizione e "come" il Magistero la custodisce, allora io posso dire di catechizzare. E' una specie di prova del nove...
Ma la cosa più importante, credo, sia l'atmosfera nella quale respirare quella Parola per riemetterla come fiato: in-spirazione/e-spirazione. Sai meglio di me che la parola (dabar) condivide la medesima radice di "deserto" (midbar) perché è nel deserto che Dio concede la Parola. Abbiamo già parlato del silenzio come deserto, catarsi, stanza nuziale nella quale siamo fecondati dalla Parola e non mi dilungo su questo.
Bisognerebbe capire se il silenzio di certa Gerarchia sia un silenzio catartico o politico, una lettura paziente della situazione o un coinvolgimento del quale ignoriamo la profondità.
Per questo, credo valgano le parole del salmista: "Signore, mettimi in bocca la parola vera..." che, in fondo, esprimono un desiderio, una preghiera, un invito al dialogo anche se immersi in questa luce vespertina nella quale i contorni della fede, talvolta, si fanno indistinti...

Beh, non vorrei essermi dilungato.
Un caro saluto e a risentirci...
Chisolm

mercoledì 15 ottobre 2008

Non siamo soli, non siamo 'alieni'

Trascrivo qui, per proseguire la riflessione, il testo - tratto da da Petrus - postato da Caterina, che ci aveva trovati arenati più che altro sul silenzio dei Pastori, che è la cosa più dolorosa e nefasta che ci è toccato subire in tutti questi anni di impegno per la Verità... e finalmente un Pastore che 'parla' e fa una denuncia in un contesto importante come il Sinodo dei Vescovi... che si cominci a parlare dei problemi è l'inizio per risolverli!

Speciale Sinodo dei Vescovi - La denuncia di Monsignor Burke: “I fedeli non rispettano la liturgia e le altre Leggi della Chiesa”

I fedeli spesso ignorano o disattendono le norme relative alla liturgia e piu' in generale le leggi della Chiesa costituite dal diritto canonico, a sua volta fondato sulla legge naturale. E' del resto il diritto canonico strumento attraverso il quale ''la vita di Cristo puo' crescere e diffondersi''.

E' questo il severo richiamo rivolto al Sinodo generale dei Vescovi da Monsignor Raymond Burke, Prefetto del Supremo tribunale della segnatura apostolica; Monsignor Burke (nella foto), gia' Arcivescovo di Saint-Louis, di recente e' stato chiamato a ricoprire l'incarico in Curia da Benedetto XVI.
(..)
In merito poi ''al rapporto fra la Parola di Dio e la legge, e' importante sottolineare il servizio che il diritto canonico svolge nella Chiesa, mediante il quale la vita di Cristo puo' crescere e diffondersi nell'intera Chiesa. Nella sua Costituzione Apostolica ‘Sacrae disciplinae leges’, Papa Giovanni Paolo II, descrivendo il servizio del Diritto Canonico nella Chiesa, si e' riferito a un lontano patrimonio di diritto contenuto nei libri del Vecchio e Nuovo Testamento dal quale, come dalla sua prima sorgente, proviene tutta la tradizione giuridico-legislativa della Chiesa''.

Quindi, ha sottolineato Monsignor Burke, ''nella Chiesa, come nella societa', la comprensione della legge e' stata oscurata e, in alcuni casi, ha condotto a effetti gravemente dannosi come, per esempio, la diffusa inosservanza delle leggi liturgiche e l'insuccesso dei procedimenti attraverso i quali i fedeli rivendicano i propri diritti e i reati ecclesiastici non vengono dovutamente puniti''.

Al contrario, ''una maggior conoscenza del servizio della legge nella Chiesa, mediante lo studio della Parola di Dio, non solo aiuta la Chiesa a comprendere e a far tesoro del dono della disciplina canonica per il compimento della missione divina, ma aiuta tutta la societa' in generale a comprendere e a far tesoro del servizio insostituibile della legge per il compimento del bene comune''.

martedì 14 ottobre 2008

L'Identità del CnC dal suo Statuto definitivo. Iniziamo l'analisi!

Bene.

Dopo l'approvazione del CNC avvenuta a giugno da parte del PCL, è mancata una analisi approfondita (sebbene sia stata fatta comunque in modo non sistematico da tutti noi) dello Statuto definitivo, come quella eseguita per il provvisorio.

Ne inizio una, integrabile da tutti, per poi sistemarla in via definitiva.

Ho focalizzato l'approfondimento in 3 punti salienti:
1. Cos'è il CNC approvato?
2. Sua Struttura Catechistica e Pratica
3. Liturgia e integrazione in Parrocchia.


Partiamo comunque da alcuni dati fondamentali ed incontestabili:
-il CNC è stato approvato dal PCL, senza aver ricevuto il placet di 2 congregazioni (dottrina e Culto Divino) e del Papa. Il PCL è sicuramente una "Congregazione" autorevole in seno alla Santa Sede, e la sua Approvazione ha sicuramente valore normativo. E' INDUBBIO, comunque, che tale approvazione è avvenuta in circostanze AMBIGUE. E manca del fondamento del CnC: gli Orientamenti
-il PCL, unica volta a mia memoria nella storia della Chiesa, ha CORRETTO una Norma in un ambito che non gli compete e che è al di fuori del suo Compito particolare! Tra l'altro correggendo questa Norma ha corretto il Papa!!!! Il PCL ha "indultato" una Norma già stabilita dal Culto Divino, riguardo la Sacra Comunione, inserendo nello Statuto un Comma che contraddice la Norma stessa, citata nella Nota!

Posto questo rispondiamo alla prima domanda: Cos'è il CnC? Ecco cosa dice lo Statuto:

Art 1
§ 2. Il Cammino Neocatecumenale è al servizio del Vescovo come una delle modalità di attuazione diocesana dell’iniziazione cristiana e dell’educazione permanente nella fede.
§ 3. Il Cammino Neocatecumenale, dotato di personalità giuridica pubblica , consta di un insieme di beni spirituali :
1°. il “Neocatecumenato”, o catecumenato post-battesimale , secondo la moda-lità di cui al Titolo II;
2°. l’educazione permanente della fede, secondo la modalità di cui al Titolo III;
3°. il catecumenato, secondo la modalità di cui al Titolo IV;
4°. il servizio della catechesi, di cui al Titolo V, svolto secondo le modalità e dalle persone ivi indicate.

Andiamo a vedere cosa affermano le Note su cui si basa questa descrizione:
Riguardo la "Persona Giuridica Pubblica":
Cfr. PONTIFICIO CONSIGLIO PER I LAICI, 28 ottobre 2004 (Prot. N. 1761/04 AIC-110).
Cfr. can. 115 § 3: fondazione autonoma di beni spirituali

Riguardo il CONTENUTO DELLA CATECHESI:

“Un itinerario di tipo catecumenale, che percorre tutte quelle fasi che nella Chiesa primitiva i catecumeni percorrevano prima di ricevere il sacramento del Battesimo… (cfr. Catecumenato post-battesimale, in Notitiae 95-96, 1974, 229)” (GIOVANNI PAOLO II, Epist. Ogniqualvolta, 30 agosto 1990, AAS 82 [1990] 1514).
Esso si ispira a vari documenti della Santa Sede, tra i quali:
- il cap. IV dell’OICA che suggerisce l’utilizzazione adattata della catechesi e di alcuni riti propri del catecumenato per la conversione e maturazione nella fede anche negli adulti battezzati.....
- GIOVANNI PAOLO II, Esort. apost. Christifideles Laici, 61: «Un aiuto [alla formazione dei cristiani] può essere dato… da una catechesi post-battesimale a modo di catecumenato, mediante la riproposizione di alcuni elementi del Rito dell’iniziazione cristiana degli adulti, destinati a far cogliere e vivere le immense e stra-ordinarie ricchezze e responsabilità del Battesimo ricevuto».
- Catechismo della Chiesa Cattolica, 1231: «Per la sua stessa natura il Battesimo dei bambini richiede un ca-tecumenato post-battesimale. Non si tratta soltanto della necessità di una istruzione posteriore al Battesimo, ma del necessario sviluppo della grazia battesimale nella crescita della persona».
- CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 59: «“Il modello di ogni catechesi è il Catecumenato battesimale, che è formazione specifica mediante la quale l’adulto convertito alla fede è portato alla confessione della fede battesimale durante la veglia pasquale”. Questa formazione catecumenale deve ispirare le altre forme di catechesi, nei loro obiettivi e nel loro dinamismo»; ibidem, 91: «La catechesi post-battesimale, senza dover riprodurre mimeticamente la configurazione al Catecumenato battesimale, e riconoscendo ai catechizzandi la loro realtà di battezzati, farà bene ad ispirarsi a questa “scuola preparatoria alla vita cristiana”, lasciandosi fecondare dai suoi principali elementi caratterizzanti».


Bene. Adesso approfondiamo.

lunedì 13 ottobre 2008

La Missione. Don Bux (Dio lo benedica) ne proclama il fondamento!


La Liturgia fonte della missione
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - La Chiesa è consapevole di non avere altra fonte da cui attingere forza per la propria missione se non lo stesso Signore Gesù Cristo. La giusta valutazione ed autonomia delle scienze umane, dalla storia alla filosofia, dalla psicologia alla sociologia, etc., non dovrà mai sostituire il criterio soprannaturale del discernimento spirituale.

È Cristo, con la Sua proposta al cuore dell’uomo, l’unico ed imprescindibile riferimento per la missione della Chiesa. Fonte di tale missione è allora l’adorazione del Signore che si esprime principalmente nella Divina Liturgia.

Troppe celebrazioni si sono ridotte ad “autocontemplazione antropocentrica” dell’uomo sull’uomo, quasi impedendo, attraverso la verbosità del celebrante, i ritmi convulsi delle musiche e la frenesia dei movimenti, il contatto con il Mistero. La Liturgia della Chiesa è essenzialmente adorazione del Signore e, attraverso la celebrazione dei divini misteri, la Chiesa compie la sua prima opera missionaria.

È necessario recuperare la chiara consapevolezza sull’unico soggetto protagonista della Liturgia: il Signore. Il popolo santo di Dio, e con esso il celebrante, entra nella Liturgia, ma non la crea: essi, popolo e celebrante, vengono ospitati dal Mistero e solo la consapevolezza di tale ospitalità, rende capaci di divenire, a propria volta, ospitali verso il Mistero e verso i fratelli.

Pregando il Signore ed intercedendo per tutti gli uomini, attraverso la sacra Liturgia, la Chiesa compie la sua prima missione: la celebrazione dei Sacramenti è di per sé efficace in ordine alla salvezza.

In tanta organizzazione della pastorale contemporanea, sembra che l’impegno missionario sia talvolta interrotto dalle celebrazioni, delle quali, forse, non si comprende più adeguatamente il significato. Battezzare, perdonare i peccati, celebrare l’Eucaristia sono azioni più potentemente salvifiche e missionarie di qualunque catechesi, convegno, lezione accademica o documento ecclesiale. Dobbiamo recuperare questa consapevolezza e, con essa, l’indisponibilità della Liturgia al capriccio soggettivo della creatività liturgica e al mito moderno, inteso in senso democratico, della partecipazione del popolo.

Come ricorda il Catechismo della Chiesa Cattolica: “La Liturgia è anche partecipazione alla preghiera di Cristo, rivolta al Padre nello Spirito Santo. In essa ogni preghiera cristiana trova la sua sorgente e il suo termine. Per mezzo della Liturgia, l'uomo interiore è radicato e fondato [Cf Ef 3,16-17 ] nel “grande amore con il quale il Padre ci ha amati” ( Ef 2,4 ) nel suo Figlio diletto. Ciò che viene vissuto e interiorizzato da ogni preghiera, in ogni tempo, “nello Spirito” (Ef 6,18 ) è la stessa “meraviglia di Dio”. (CCC 1073). (Agenzia Fides 25/09/2008)

Deo Gratias!

Via alle riflessioni! E ce ne sono un mare...

sabato 11 ottobre 2008

Una Parola inattesa (per noi e per voi)


Proprio stamattina al telefono, mentre discutevamo io e Stephanos alcuni problemi tecnici per rendere più fruibile questo blog, abbiamo spontaneamente condiviso questa Parola che ci è giunta senza che lo volessimo e che con gioia abbiamo dunque proclamato insieme a distanza:

“Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana fu recata mai una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono quegli uomini da parte di Dio. (II lettera di Pietro I, 20-21)

E’ poi venuto naturale trovare un rimando che ci conforta ulteriormente:

“Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l`uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.(II Timoteo 3,16).

Altrettanto spontaneo per me e Stephanos riandare con la memoria ad alcuni momenti delle catechesi a loro tempo ascoltate da entrambi durante la nostra esperienza all’interno del Cammino Neocatecumenale:

“In primo luogo si deve spiegare una cosa. Noi abbiamo una mentalità di tipo occidentale e questo libro è stato scritto e raccolto da un popolo orientale. Per questo forse crediamo che la rivelazione consiste nel fatto che Dio ha preso alcuni tizi, è apparso loro nella notte e ha detto loro: scrivete. Crediamo che Dio ha dettato la Bibbia perché vuole parlare e dire cose agli uomini. Se così fosse la Bibbia conterebbe una serie di verità che Dio ha dettato e alcune leggi che ci ha dato per vivere rettamente. Ma risulta che tu apri quei libri e vi trovi delle cose stranissime: raccontini, guerre, stragi, assassinii, peccati, etc., e non ci capisci nulla. Perciò, prima cosa da chiarire: Dio non ha scritto nulla così come Gesù Cristo non ha lasciato nulla di scritto”…” Allora,quando vai in comunità e si aprono e si proclamano le scritture e non ti dicono niente: trema! Perché sei fuori di esse. Se quando si proclamano ti trovi dentro di esse e vedi che ti dicono qualche cosa perché in te si compiono: rallegrati,canta! per questo i cristiani rispondono con il canto alla lettura proclamata. Rallegrati perché stai nel cammino, perché con la tua presenza testimoni che questo é vero.”(Kiko Arguello, catechesi per la “Fase di conversione”).

Brevi commenti telefonici e domande aperte:

c’è indubbiamente del vero in quanto sostiene Arguello, ma fino a qual punto il suo discorso ( e in particolare il suo invito a rallegrarsi di stare nel Cammino) è corretto ed attinente ai brani della Scrittura sopra riportati o non è piuttosto fuorviante per chi si accosta per la prima volta a questo grande tema di Fede?

venerdì 10 ottobre 2008

Testimonianza


Io non sono più riuscito a mettermi in contatto tramite la nuova procedura. Vi seguo sempre e la testimonianza che ho visto trascritto è uguale a tutte le altre.

Io e molti altri come me, dalle cose semplici che conoscevamo dal CCC e dalla lettura delle Sacre Scritture abbiamo intuito, quando abbiamo frequentato i NC, che QUALCOSA CONTRADDICEVA profondamente alla fede insegnataci e all' interpretazione della Bibbia.

Comunque ciò che dite mi trova in accordo con voi e la vostra cultura mi arricchisce ulteriormente.

Grazie amici. Parlate anche a mio nome. Ormai in parrocchia non ho più voce anche se il mio silenzio non passa inosservato. Che il Signore ci renda ragione dell'ingiustizia che subiamo.
Lipster

Profezie: Liturgia, protestantizzazione. A che punto siamo?


Riprendo, per proseguire la riflessione, alcuni punti dell'articolo di Caterina, che chi è interessato può leggere integralmente nel thread precedente
____________
Ora, senza dare colpa al Concilio quale STRUMENTO PREZIOSO DELLA CHIESA....^__^ i danni e il male visti dalla Beata Caterina tuttavia, non possono che riferirsi al "dopo" Concilio perchè è stato solo questo, al momento, il tempo in cui sono stati COSI' TANTI SACERDOTI (e vescovi)..a collaborare con la deriva che abbiamo avuto.. Non c'è bisogno di prendere la profezia alla lettera, basta guardarsi attorno per vedere questi danni.... altrimenti sarebbe insignificante perfino il MP del Papa sulla Messa se ciò non fosse accaduto per l'attacco frontale ED INTERNO che la Chiesa aveva ricevuto... ed insignificante sarebbe l'opera di ristrutturazione Liturgica che Benedetto sta compiendo....

Faccio notare poi che la maggior parte delle Profezie sulla situazione disastrosa della Chiesa della Emmerich riguardano proprio LA LITURGIA E LA MESSA.... essendo lei vissuta nel 1820....e constatando gli eventi che vanno dal 1820 ad oggi, sappiamo con certezza inoppugnabile che l'onda d'urto CONTRO LA MESSA E LA LITURGIA l'abbiamo avuta proprio fra gli anni 70/80/90..... non si scappa!

Poi vidi che tutto ciò che riguardava il Protestantesimo stava prendendo gradualmente il sopravvento e la religione cattolica stava precipitando in una completa decadenza. La maggior parte dei sacerdoti erano attratti dalle dottrine seducenti ma false di giovani insegnanti, e tutti loro contribuivano all’opera di distruzione.In quei giorni, la Fede cadrà molto in basso, e sarà preservata solo in alcuni posti, in poche case e in poche famiglie che Dio ha protetto dai disastri e dalle guerre".

Quanto più su annotato da Caterina vale anche per quanto riguarda la protestantizzazione del cristianesimo, che abbiamo constatata proprio tra i frutti del Concilio, in riferimento all'ecclesiologia ma anche in relazione allo stravolgimento liturgico

Ora abbiamo chiaro il quadro della situazione e assistiamo quotidianamente ai rimedi posti in atto del nostro Papa... Attendiamo con fiducia lo svolgersi degli eventi e, intanto, continuiamo a confrontarci ed a mettere in risalto gli insegnamenti cattolici raffrontati con le derive neocatecumenali

giovedì 9 ottobre 2008

La Chiesa Cattolica nelle Profezie della B. Caterina Emmerich

Premetto innanzi tutto che non dobbiamo fare di questo spazio una sorta di "vademecum" di profezie, indovinelli e previsioni futuristiche.... tuttavia ignorare questa Beata non conviene....inoltre lo stesso Benedetto XVI, quando era cardinale e avvenne la beatificazione per mezzo di Giovanni Paolo II, disse di sentirsi molto "rincuorato dalle sue profezie".... perchè per noi cattolici le profezie o letture di profonda mistica NON sono una apocalisse in senso negativo, al contrario, un ricordarci innanzi tutto CHE NON SIAMO SOLI in queste profezie infatti c'è sempre un continuo rapporto fra gli abitanti del Cielo, quelli che sostano in Purgatorio e noi ancora qui sulla Terra....

Oserei dire, se me lo consentite....che c'è molta più vita in queste Profezie di quanto pensiamo noi di avere qui sulla terra, affacendati e schiacciati da una quotidianità PRIVA DEL SENSO DEL SOPRANNATURALE.... ergo, è in questo senso che vi invito a leggere questo spazio e, se ve la sentite, di collaborare....


Le profezie che leggeremo NON devono essere prese alla lettera PER ACCUSARE QUALCUNO IN PARTICOLARE... ^__^
tanto meno non devono assillarci in eventi futuri che solo Dio conosce.... Ciò che leggeremo deve INCORAGGIARCI, come si espresse l'allora card. Ratzinger, AD ANDARE AVANTI FACENDO DEL BENE E AMANDO LA CHIESA....

Dunque LE PROFEZIE......
oggi ne tratterò solo due perchè mi hanno colpita molto....

1) "La Chiesa si trova in grande pericolo. Dobbiamo pregare affinché il Papa non lasci Roma; ne risulterebbero innumerevoli mali se lo facesse. Ora stanno pretendendo qualcosa da lui. La dottrina protestante e quella dei greci scismatici devono diffondersi dappertutto. Ora vedo che in questo luogo la Chiesa viene minata in maniera così astuta che rimangono a mala pena un centinaio di sacerdoti che non siano stati ingannati. Tutti loro lavorano alla distruzione, persino il clero. Si avvicina una grande devastazione". (1 ottobre 1820)
"Quando vidi la Chiesa di San Pietro in rovina, e il modo in cui tanti membri del clero erano essi stessi impegnati in quest’opera di distruzione - nessuno di loro desiderava farlo apertamente davanti agli altri -, ero talmente dispiaciuta che chiamai Gesù con tutta la mia forza, implorando la Sua misericordia.
Allora vidi davanti a me lo Sposo Celeste ed Egli mi parlò per lungo tempo...
Egli disse, fra le altre cose, che questo trasferimento della Chiesa da un luogo ad un altro significava che essa sarebbe sembrata in completo declino. Ma sarebbe risorta. Anche se rimanesse un solo cattolico, la Chiesa vincerebbe di nuovo perché non si fonda sui consigli e sull’intelligenza umani. Mi fece anche vedere che non era rimasto quasi nessun cristiano, nell’antico significato della parola". (4 ottobre 1820)

***
Qualche commento che ho letto riferisce la possibilità che tale visione potrebbe essersi verificata a partire (e non "a finire") con Pio XII....proprio stamani Benedetto XVI ha ricordato di come non pochi consigliarono a Pio XII di lasciare Roma...ma egli non volle...così si è espresso il Papa stamani alla Messa di Suffragio:
" Quando, occupata la città, gli fu ripetutamente consigliato di lasciare il Vaticano per mettersi in salvo, identica e decisa fu sempre la sua risposta: "Non lascerò Roma e il mio posto, anche se dovessi morire" (cfr Summarium, p.186).
"
Ora, senza dare colpa al Concilio quale STRUMENTO PREZIOSO DELLA CHIESA....^__^
i danni e il male visti dalla Beata Caterina tuttavia, non possono che riferirsi al "dopo" Concilio perchè è stato solo questo, al momento, il tempo in cui sono stati COSI' TANTI SACERDOTI (e vescovi)..a collaborare con la deriva che abbiamo avuto.. Non c'è bisogno di prendere la profezia alla lettera, basta guardarsi attorno per vedere questi danni.... altrimenti sarebbe insignificante perfino il MP del Papa sulla Messa se ciò non fosse accaduto per l'attacco frontale ED INTERNO che la Chiesa aveva ricevuto...ed insignificante sarebbe l'opera di ristruttarione Liturgica che Benedetto sta compiendo....

Faccio notare poi che la maggiorparte delle Profezie sulla situazione disastrosa della Chiesa della Emmerich riguardano proprio LA LITURGIA E LA MESSA.... essendo lei vissuta nel 1820....e constatando gli eventi che vanno dal 1820 ad oggi, sappiamo con certezza inoppugnabile che l'onda d'urto CONTRO LA MESSA E LA LITURGIA l'abbiamo avuta proprio fra gli anni 70/80/90..... non si scappa!

questa seconda parte la metto insieme:

2) "Ho anche visto le varie regioni della terra. La mia Guida [Gesù] nominò l’Europa e, indicando una regione piccola e sabbiosa, espresse queste sorprendenti parole: "Ecco la Prussia, il nemico". Poi mi mostrò un altro luogo, a nord, e disse: "questa è Moskva, la terra di Mosca, che porta molti mali". (1820-1821)
"Fra le cose più strane che vidi, vi erano delle lunghe processioni di vescovi. Mi vennero fatti conoscere i loro pensieri e le loro parole attraverso immagini che uscivano dalle loro bocche. Le loro colpe verso la religione venivano mostrate attraverso delle deformità esterne. Alcuni avevano solo un corpo, con una nube scura al posto della testa. Altri avevano solo una testa, i loro corpi e i cuori erano come densi vapori. Alcuni erano zoppi; altri erano paralitici; altri ancora dormivano oppure barcollavano". (1 giugno 1820)
"Quelli che vidi credo che fossero quasi tutti i vescovi del mondo, ma solo un piccolo numero era perfettamente retto.
Vidi anche il Santo Padre - assorto nella preghiera e timoroso di Dio. Non c’era niente che lasciasse a desiderare nella sua apparenza, ma era indebolito dall’età avanzata e da molte sofferenze. La testa pendeva da una parte all’altra, e cadeva sul petto come se si stesse addormentando. Egli aveva spesso svenimenti e sembrava che stesse morendo. Ma quando pregava era spesso confortato da apparizioni dal Cielo. In quel momento la sua testa era dritta, ma non appena la faceva cadere sul petto vedevo un certo numero di persone che guardavano rapidamente a destra e a sinistra, cioè in direzione del mondo.
Poi vidi che tutto ciò che riguardava il Protestantesimo stava prendendo gradualmente il sopravvento e la religione cattolica stava precipitando in una completa decadenza. La maggior parte dei sacerdoti erano attratti dalle dottrine seducenti ma false di giovani insegnanti, e tutti loro contribuivano all’opera di distruzione.In quei giorni, la Fede cadrà molto in basso, e sarà preservata solo in alcuni posti, in poche case e in poche famiglie che Dio ha protetto dai disastri e dalle guerre". (1820)

***

Ci sarebbe da meditare, IN SILENZIO, a lungo....ma siamo in un Blog e tocca scrivere.... ^__^

Riguardo alla prima segnalazione della Russia "la terra di Mosca che porta molti mali"....un secolo dopo circa, nel 1917....la Madonna a Fatima parlerà appunto della Russia mettendoci in guardia, MA NON SI ASCOLTO' LA SANTA VERGINE....e i mali a lungo annunciati si sono sparsi nel mondo...la stessa TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE ha ingannato sacerdoti E VESCOVI, facendo decadere in questi luoghi la fede....proprio ieri al Sinodo un vescovo del sud America si lamentava del fatto che continua l'immigrazione dei cattolici nelle comunità PROTESTANTI...e si chiedeva "in cosa abbiamo sbagliato?".....

Il Papa ivi descritto ha le sembianze di Giovanni Paolo II...."età avanzata" (aveva 82 anni quando cominciò a non poter più camminare) "e da molte sofferenze", bè inutile dire che quel calvario , al momento, non corrisponde a nessun altro Pontefice dal 1820 ad oggi...che la testa gli pendeva lo abbiamo visto tutti, e abbiamo visto come fosse ritto quando pregava come a Loreto, l'ultima visita mariana che fece ...ma al di là di questi particolari... ci interessa vedere tutto l'insieme......

Il Protestantesimo, dice la Beata Caterina, PRENDEVA IL SOPRAVVENTO....ma ancor più grave: "La maggior parte dei sacerdoti erano attratti dalle dottrine seducenti ma false di giovani insegnanti, e tutti loro contribuivano all’opera di distruzione"..... non c'è bisogno di attendere per capire se la profezia è autentica o meno....i fatti li conosciamo...Giovanni Paolo II già negli anni '90 quando condusse un ciclo di Udienze del Mercoled' ai Sacerdoti e visitò l'Università Gregoriana, mise in guardia DAGLI INSEGNAMENTE NON CATTOLICI....dalla mia esperienza diretta nel senso che seguo un pò gli eventi da circa 15 anni, mi rendo conto che furono la fine degli Anni '90 ad iniziare una versa svolta ai danni seminati per circa 40 anni.....

Non è un caso, sostengo io, che la Provvidenza abbia mandato alla Chiesa Benedetto XVI....ma questo NON per fare paragoni attenzione.... ma più semplicemente per essere REALISTI....e soprattutto non illuderci e non pensare che alla Chiesa NON sia accaduto nulla di MALE....come taluni ancora dicono....

Dice infine la B. Emmerich: In quei giorni, la Fede cadrà molto in basso, e sarà preservata solo in alcuni posti, in poche case e in poche famiglie che Dio ha protetto dai disastri e dalle guerre".
LE FAMIGLIE...... chi è colui che potrebbe dire che ciò non è accaduto o che non stia accadendo?
Abbiamo bisogno della PROTEZIONE DI DIO ma non come quando si ricorre ad un amuleto....o per superstizione.... sono anni che i Papi stanno avvisando della MINACCIA CONTRO LA FAMIGLIA e della scomparsa della FEDE...la fede E' GIA' CADUTA IN MOLTE FAMIGLIE....non si pratica più, ma ci sono anche Famiglie PRESERVATE DA DIO, che Dio PROTEGGE perchè evidentemente c'è ancora un lume di FEDE....

Ecco come dobbiamo leggere le PROFEZIE della B. Emmerich....

l'unica vera catastrofe sarebbe quella di sottovalutare GLI AVVERTIMENTI DEI PROFETI....

Scrive così a tal proposito il card. G. Biffi nel suo ultimo libro: Memorie di un cardinale italiano:(pp.177-179)

Papa Roncalli morì nella solennità di Pentecoste, il 3 giugno 1963. Anch’io lo rimpiangevo, perché avevo un’invincibile simpatia per lui. M’incantavano i suoi gesti “irrituali”, ed ero rallegrato dalle sue parole spesso sorprendenti e dalle sue uscite estemporanee.

Solo la valutazione di alcune frasi mi lasciava esitante. Ed erano proprio quelle che più facilmente di altre conquistavano gli animi, perché apparivano conformi alle istintive aspirazioni degli uomini. C’era, per esempio, il giudizio di riprovazione sui "profeti di sventura". L’espressione divenne e rimase popolarissima ed è naturale: la gente non ama i guastafeste; preferisce chi promette tempi felici a chi avanza timori e riserve. E anch’io ammiravo qui il coraggio e lo slancio, negli ultimi anni della sua vita, di questo “giovane” successore di Pietro.

Ma ricordo che una perplessità mi prese però quasi sùbito. Nella storia della Rivelazione, annunziatori anche di castighi e calamità furono solitamente i veri profeti, quali adesempio Isaia (capitolo 24), Geremia (capitolo 4), Ezechiele (capitoli 4-11).
Gesù stesso, a leggere il capitolo 24 del Vangelo di Matteo, andrebbe annoverato tra i “profeti di sventura”: le notizie di futuri successi e di prossime gioie non riguardano di norma l’esistenza di quaggiù, bensì la “vita eterna” e il “Regno dei Cieli”.

A proclamare di solito l’imminenza di ore tranquille e rasserenate, nella Bibbia sono piuttosto i falsi profeti (si veda il capitolo 13 del Libro di Ezechiele).
La frase di Giovanni XXIII si spiega col suo stato d’animo del momento, ma non va assolutizzata.
Al contrario, sarà bene ascoltare anche quelli che hanno qualche ragione di mettere all’erta i fratelli, preparandoli alle possibili prove, e coloro che ritengono opportuni gli inviti alla prudenza e alla vigilanza.

********************

Fraternamente CaterinaLD ^__^