martedì 14 dicembre 2021

La "paolina carità": soliti stravolgimenti neocatecumenali.


“Difendere la verità, proporla con umiltà e convinzione e testimoniarla nella vita sono pertanto forme esigenti e insostituibili di carità. Questa, infatti, « si compiace della verità » (1 Cor 13,6).” Lettera Enciclica “Caritas in Veritate” di Benedetto XVI 


Quando San Paolo, nella Prima Lettera ai Tessalonicesi (5,14) passa ad esortare i fratelli, la prima cosa che raccomanda è “correggete gli indisciplinati” (‘paolina carità’). 


Si evidenzia la ennesima provocazione di FAV che, per la gioia di Kiko, regala addirittura l’occasione di formulare un post sull'inviso Osservatorio!  

 No, che dici @pax... Che non si dica che c'è odio personale nelle tue parole, ma solo paolina carità. Fallacio Asino Vinicio 


Premessa: 

Hanno ridotto la carità a ‘non giudicare’ niente e nessuno mai, anche per le azioni più deplorevoli perché tutti siamo pessimi e condannati a peccare.; ad ‘amare i nemici’ che non sono quelli che attaccano o criticano il Cammino (giuda e faraoni), ma i fratelli della tua stessa comunità quando ti si oppongono, e in particolare tua moglie e i tuoi figli, nemici per antonomasia; al ‘non resistere al male’ di chi compie contro di te azioni malvagie (peggio ancora se il misfatto è interno al contesto neocatecumenale prendendo l’ulteriore connotazione di ‘scandalo che distrugge il Cammino’, in tal caso una vera carneficina!), si trattasse pure di violenze o stupri o vessazioni varie. 

Dalla carità paolina ed evangelica da costoro è tenuta fuori la ‘correzione fraterna’, che è forse la più perfetta forma di amore all'altro, purificato da ogni ‘affettività malata’ che tanto affermano di detestare, come da tutte quelle complicità, omertà e connivenze grazie alle quali tengono in piedi "o’ sistema", preservandolo dagli inevitabili succitati scandali. 

FAV parla di "paolina carità" per sbeffeggiarci. 

 Nella seconda lettera ai Corinzi San Paolo mette in guardia contro i falsi profeti che, guarda caso, chiama "super apostoli" (che tanto evoca "santa di categoria superiore"! Non so perchè!) e, per rimarcare la differenza tra lui e loro, ricorda:

"io vi ho annunziato gratuitamente il vangelo di Dio" (2Cor.11,7). 


Qui già Kiko casca rovinosamente, come casca l'asino, di casa da loro. La parola gratuitamente nel suo vocabolario non esiste. 


San Paolo lo spiega anche, perché egli annunzia gratuitamente: 

 "per troncare ogni pretesto a quelli che cercano un pretesto per apparire come noi in quello di cui si vantano. Questi tali sono falsi apostoli, operai fraudolenti, che si mascherano da apostoli di Cristo. Ciò non fa meraviglia, perché anche satana si maschera da angelo di luce. Non è perciò gran cosa se anche i suoi ministri si mascherano da ministri di giustizia; ma la loro fine sarà secondo le loro opere" (2Cor.11,12-15). 

Ecco, intanto già qui si delinea ancor meglio la "paolina carità"

San Paolo continua: 

" Infatti voi, che pur siete saggi, sopportate facilmente gli stolti. In realtà sopportate chi vi riduce in servitù, chi vi divora, chi vi sfrutta, chi è arrogante, chi vi colpisce in faccia." (2Cor.11,19s.) 

(questi tratti distintivi, precisi e netti, quante volte li hanno incarnati? Pare proprio che San Paolo parli di loro e di quelli come loro) 

 I "superapostoli", a cui San Paolo fieramente si oppone con "paolina carità", millantano, viceversa, di essere "ministri di Cristo"

 E' qui che egli delinea il carattere del vero apostolo, le cose che lo identificano come tale. 

Fatti, FAV, fatti, non chiacchiere. Poiché San Paolo quello che annunzia agli altri lo incarna, non fa come Kiko

"Sono ministri di Cristo? Sto per dire una pazzia, io lo sono più di loro: molto di più nelle fatiche, molto di più nelle prigionie, infinitamente di più nelle percosse, spesso in pericolo di morte. Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i trentanove colpi; tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde. Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; fatica e travaglio, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità. E oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese. Chi è debole, che anch'io non lo sia? Chi riceve scandalo, che io non ne frema?” (2Cor.11,23-29) 

In particolare queste due priorità paoline li denunciano come fuori strada. Altro il loro ‘quotidiano assillo’ volto a crescere di più ogni giorno e ad acquistare maggior gloria. Come non certo fremono per gli scandali e per chi ne resti devastato, tremano piuttosto per se stessi, se lo scandalo dovesse travolgerli insieme al Cammino... che non se lo merita! E qui Kiko e i suoi, e tutti quelli come lui, dovrebbero solo arrossire, andarsi a seppellire. Ma questi non hanno mai conosciuto vergogna. Un’unica cosa sta loro a cuore: la bella vita che hanno fatto sulle spalle dei camminanti di tutto il mondo per tutta la loro vita. 

 Per questo San Paolo li inchioda con la ‘gratuità’ e con le ‘sofferenze’ (“Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca alla passione di Cristo” Col.1,24) e le ‘persecuzioni’ (quelle vere non quelle di Kiko farlocche, alla Ridolini!) 

Altro che teatrini, quattro lauree h.c., biancovestito, cappellini ridicolissimi e quant'altro. 

Inutili perdite di tempo, passerelle penose, titoli da incorniciare dietro la scrivania (a proposito, Kiko ha pure una scrivania? Se no dove se la mette la pergamena? Lui che non ha dove posare il capo? Antesignano di tutti gli itineranti? Se ne fa un altro inutile cappello?). 

Segua Kiko il prezioso consiglio del Colonnello Di Maggio

al pessimo maggiore tedesco Kruger.

Che la ‘pergamena’ h.c. di Kiko

è meno di ‘carta bianca’



Sì, cosa se ne fa Kiko? Davvero è una bella domanda. Alla quale potrebbe rispondere solo il grande Totò!

Insegna San Paolo:

 "non colui che si raccomanda da sé viene approvato, ma colui che il Signore raccomanda" (2Cor.10,18). 

Ma Kiko è sempre alla caccia di conferme... umane... (coda di paglia?).

 Per completare sulla "paolina carità", dalla Seconda Lettera ai Corinzi (10,9-11), ancora San Paolo: 

 "Non sembri che io vi voglia spaventare con le lettere! Perché «le lettere - si dice - sono dure e forti, ma la sua presenza fisica è debole e la parola dimessa». Questo tale rifletta però che quali noi siamo a parole per lettera, assenti, tali saremo anche con i fatti, di presenza." 

Ora carità è anche correzione, dire la verità, perseguire la giustizia

Rigare dritto.Semplicemente. Magari...

E poi tanto per aggiungere un'ultima cosa, due noticine:

  • hanno tradito il Canto di Pentecoste, simbolo originario del Cammino "che io mi ricordi tra loro non c'era neanche un dottore..." (domandina: "lo cantano ancora? O è stato abrogato? O è andato in prescrizione?" dopo che Kiko è stato insignito della quarta laurea?).
  • e poi Gesù, quando volevano farlo Re, si sottraeva da loro...



42 commenti:

  1. Amiamo la Mamma Celeste e ascoltiamola, meglio di Lei chi può metterci sulla via giusta?
    Lei è la Madre di Gesù ed è stata sempre al suo fianco, sempre, e per cui se vogliamo imparare a stare con Gesù, ecco che è bene seguire sua Madre.
    Lei ci sostiene con il suo Cuore Immacolato e ci libera da tutte le tentazioni malefiche del nostro nemico.
    AmiamoLa di vero cuore, come figli a Lei cari, sicuramente Lei aspetta che i suoi figli si stringano intorno alla Madre. Infatti ogni mamma vuole il bene dei suoi figli, di tutti, e per cui cerca di sedare le contese che nascono per invidie, gelosie, prese di potere, sete di denaro e altro. Se una madre soffre vedendosi i suoi figli separati e presi da litigi, ancor di più Nostra Madre.
    Noi siamo chiamati con responsabilità a non farci padroni del nostro prossimo e a non sfruttarlo. Troppo spesso capitano in tanti ambiti situazioni spiacevoli, troppo spesso, e dove se ne risente maggiormente è nella Chiesa, in quanto nella Chiesa un'anima si aspettava d'incontrare persone legate più al Cielo e meno al mondo. Infatti Gesù ha detto:
    28 Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. 29 Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. 30 Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».
    Infatti, sinceramente, siamo affaticati da questo mondo che opprime i nostri valori, che sfrutta, che disprezza, che appesantisce, e per cui nel Signore si va per trovare ristoro. Ed ecco quindi il mio scrivere, " se un'anima già è oppressa dal mondo, e poi trova quasi le stesse cose in Chiesa, ecco che il carico si fa sempre più pesante".
    Ovviamente, per non sfiduciare qualcuno, affermo che Gesù è nella Chiesa ed opera, e non tutto è nero, anzi è il male che fa rumore ed è poco, il bene è silenzioso e produce. Ma si vorrebbe vedere una situazione sempre più sana, sempre meno oppressiva, nella quale non troviamo faziosità e cecità e ipocrisia, ma vorremmo che queste cose stiano alla lontana dalla nostra anima, quell'anima che è già appesantita da un mondo senza scrupoli.
    Come fare? Gesù, solamente Gesù, stare sempre più vicini a Gesù. In Maria noi incontriamo Gesù.

    Pace.

    Cristiano Della Domenica,

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  2. Dunque, è stata resa pubblica ieri l'istituzione del "ministero" dei Catechisti (maiuscolo in originale nel testo).

    La prima cosa che dobbiamo ricordare è che col termine "catechista", nella Chiesa Cattolica, si definisce colui che insegna le cose della fede ("catechismo"), una funzione esclusivamente di insegnamento, a sostegno dei parroci.

    Al contrario, nel Cammino Neocatecumenale, il cosiddetto "catechista" è colui che insegna cose contrarie alla fede (insegna il kikismo-carmenismo), e che fa parte della gerarchia del Cammino, ed al quale gli adepti debbono totale ubbidienza («l'ubbidienza al catechista è tutto!», ripeteva sempre l'Argüello collezionista di finte lauree).

    Fatta questa distinzione, si può proseguire nella lettura.

    La prima domanda che sorgerebbe è: c'era davvero bisogno di istituire il "ministero laicale" del "catechista"? Dal punto di vista teologico ed ecclesiale la risposta è "no": non era né utile, né necessario alla Chiesa. Dal punto di vista organizzativo e disciplinare, la risposta potrebbe essere diversa, cioè l'istituzione del nuovo ministero laicale intende far piazza pulita dell'eccessivo fai-da-te parrocchiale, colpendo quei catechisti parrocchiali che sono tali non per capacità e merito, ma per altri motivi. Con l'istituzione di un ministero, la decisione sull'incarico di catechista della parrocchia spetta ultimamente al vescovo (lo era già prima, ma con troppe scappatoie e troppi furbetti incistatisi a far danno).

    Ci interessa la questione perché quando un cosiddetto "catechista" del Cammino è anche catechista in parrocchia, i fedeli della parrocchia ne restano danneggiati poiché il soggetto ha molto più "potere" di un normale catechista della parrocchia (infatti gli adepti del kikismo-carmenismo sono tenuti ad obbedirgli a qualsiasi costo), ed anche perché il soggetto, in qualità di funzionario del kikismo-carmenismo, tenterà in ogni modo di "neocatecumenalizzare" tutto e tutti. Non illudetevi di poter trovare un compromesso pacifico col cosiddetto "catechista" neocatecumenale: sarebbe come se uno volesse accogliere la volpe nel pollaio sperando che questa diventi vegetariana.

    Il documento della Congregazione precisa che il ministero laicale di catechista venga conferito una sola volta (il che sottintende una preparazione, una fiducia del vescovo, eccetera) ma che l'esercizio del ministero «deve essere regolato nella durata, nel contenuto e nelle modalità». Inoltre il ministero laicale di catechista può avere due tipologie: quello specifico della catechesi e quello di partecipazione a diverse forme di apostolato in ubbidienza al parroco.

    Come vedete, un mondo completamente diverso da quello dei cosiddetti "catechisti" del Cammino nonostante questi ultimi, abusivamente, si fregino del titolo di "catechista".

    Essendo un ministero laicale, non vanno istituiti catechisti i sacerdoti, i seminaristi, i religiosi, e coloro che svolgono un servizio in un movimento ecclesiale. E questo è il punto dolente per tutti i movimenti e associazioni, in particolare dei kikolatri.

    Nel punto successivo (punto 9) il documento fa capire che il ministero di catechista non va distribuito a pioggia ai richiedenti, specialmente quando si tratta del percorso di iniziazione di fanciulli, ragazzi e adulti. Pare proprio che ce l'abbia contro i furbetti neocatecumenali che con la scusa dell'impegno in parrocchia tentano di cooptare parrocchiani al Cammino.

    Le conferenze episcopali stabiliranno "profilo, ruolo e forme per l'esercizio del ministero dei Catechisti".

    Bye bye, catequisti kikiani. La vostra dipartita e assenza saranno un sollievo per tutti i cattolici.

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    1. Mi permetto di aggiungere qualche considerazione.

      Come si fa a capire ufficialmente che se un soggetto è inadatto al ministero laicale di catechista perché infognato in attività neocatecumenali?

      Ufficiosamente è facile capirlo, poiché i kikos fanno di tutto per far sapere di essere tali. Hanno un'invincibile sete di mostrarsi adepti di Kiko, un mix di vanità ("siamo meglio dei cristiani della domenica") e di propaganda ("ehi, esistiamo anche noi! accorgetevi di noi, aderite al Cammino, preparate i soldi per decime e collette!") e di arroganza («siamo una potenza!», sì, una potenza infernale).

      Se un neocatekiko riuscisse a intrufolarsi nei ministeri istituiti, sarà il primo a vedersi revocare ogni incarico qualora ci sia il legittimo sospetto che abbia fatto "carriera" nel Cammino, anche soltanto come vice-ostiario.

      E invece, un vero "catequista" del Cammino? Ci aspetteremmo che il Cammino comunichi ai vescovi i nomi dei propri "catequisti", cosa fatta finora con estrema parsimonia poiché i pezzettoni grossi del Cammino vogliono evitare di compromettere i propri agenti segreti sparsi sul territorio, non vogliono condividere con le autorità della Chiesa la propria struttura interna (verrebbero fuori troppe magagne e troppi conflitti di interesse...) e vogliono conservare la libertà di dichiarare "giuda e faraone" qualunque "catequista" che smette di credere ciecamente in Kiko.

      Questo atteggiamento ora si ritorce contro il Cammino perché qualsiasi cripto-catequista che in parrocchia tentasse di invitare a iniziative del Cammino o a proporre modificazioni liturgiche modello Cammino, o anche soltanto a far cantare una canzonetta kikiana in un qualsiasi contesto parrocchiale, verrà presto denunciato al parroco e al vescovo per aver infranto il punto 8.

      Mentendo, il soggetto dirà di non avere incarichi nella setta; e però la menzogna ha le gambe corte, e i neocatecumenali - essendo notori mentitori - resterebbero comunque nella lista dei sospetti, e il ministero verrà affidato a persona certamente non kikizzata. Un kikolatra non può eternamente fingere di non essere kikiano e contemporaneamente tentare di neocatecumenalizzare la parrocchia.

      Personalmente, per motivi teologici ed ecclesiali, non ho un giudizio positivo dell'istituzione di un nuovo ministero laicale, però non posso negare che di fatto realizza una vera e propria stangata a quei movimenti (specialmente il Cammino) che fingendo di collaborare alla parrocchia, tentavano di convertirla al proprio idolo.

      E quest'ultima stangata arriva proprio nel momento in cui la pandemia ha drammaticamente accentuato il declino del Cammino Neocatecumenale.

      E pensare che Kiko si leccava i baffi il giorno dell'elezione di Francesco. L'Argüello, acerrimo nemico dell'inginocchiarsi davanti al Santissimo Sacramento, in quel lontano 2013, alla prima celebrazione di Francesco, vedendo l'assenza di inginocchiatoi nella Sistina si galvanizzava dicendo: «questo vuol dire qualche cosa! questo vuol dire qualche cosa!». Non sarebbe stato altrettanto felice nemmeno se all'improvviso fosse quadruplicato il gettito delle "decime".

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    2. Grazie Tripudio! Riflettendo proprio sul punto 8 del documento citato, e in particolare sul paragrafo per cui non dovrebbero essere istituiti come catechisti "coloro che svolgono un servizio rivolto esclusivamente verso gli appartenenti di un movimento ecclesiale" non si può che concludere che tutti o catechisti neocatecumenali non possono essere considerati catechisti, ma debbono se non altro cambiare nome, ma soprattutto cambiare derivazione, dal momento che è ormai chiaro, d'ora in poi, che la loro autorità viene da Kiko e non dalla Chiesa.
      Continua infatti il documento: "tale funzione, ugualmente preziosa, viene, infatti, affidata dai responsabili dei singoli movimenti ecclesiali e non, come nel ministero di Catechista, dal Vescovo diocesano in seguito ad un suo discernimento in relazione alle necessità pastorali".
      Quindi, d'ora in poi, basta con la frase "ci manda il Vescovo " o "ci manda la Chiesa": la verità è che vi mandate da soli e solo per gli scopi della vostra organizzazione. E ciò vale anche retroattivamente: non è stata la Chiesa a chiamarvi nel Cammino e a mantenervi al suo interno e tutte le dichiarazioni in questo senso da parte dei catechisti erano false e mendaci.
      Se poi un catechista del Cammino volesse accreditarsi anche come catechista della Chiesa, dovrà seguire le indicazioni della Chiesa e non quelle della propria gerarchia e potrà essere sospeso quando esce dal seminato o, peggio ancora, dà scandalo.

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    3. Un vaglio particolare dovrebbe essere posto in essere verso chi si è contaminato col Cammino e poi ne è uscito, così come per altri movimenti et associazioni, ma in particolare per il Cammino. Personalmente, se un giorno mi passasse per la mente l'idea di propormi come catechista, lo farei con l'idea cosciente di servire Madre Chiesa ma sarei ben felice di ristudiare bene e di far valutare e vagliare le mie intenzioni da un bravo direttore, per "mettermi a norma". Altrimenti è meglio lasciar perdere.

      Gli ex neocatecumenali non sono tutti uguali. Esistono fuoriusciti doloranti, fuoriusciti pacificati e sanati ed esistono fuoriusciti ancora avvelenati, nel pensiero o nella psicologia. Persone che non ne sono ancora completamente uscite e che continuano a reiterare (qualcuno anche subendole) parte delle dinamiche che hanno appreso in comunità.
      Se questi ultimi si presentassero come catechisti, con la remota probabilmente inconscia intenzione di continuare quel che facevano anche prima (cioè restare collegato alle proprie deviazioni) e quindi non per servire la Madre Chiesa, questi dovrebbero essere individuati con particolare attenzione, altrimenti non finisce più questa cosa. Non si sa bene chi sarebbe in grado di far questo lavoro di discernimento ma sarebbe auspicabile.

      Comunque, fino al momento di avere finalmente una garanzia di purificazione, avendone viste troppe e troppo a lungo ed essendo di conseguenza molto ottimista (anche questa, opinione personale e del tutto opinabile) penso sia meglio andare avanti con i libri dei Santi. Cosa che, in ogni caso, male non fa, anzi è fondamentale avere una conoscenza ed una consapevolezza personale, invece che delegare del tutto la propria formazione spirituale ai soliti chissacchì formati sappiamo bene dove e messi lì dal Vescovo sappiamo perché.

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    4. PS - Resto della preferenza più volte espressa che della catechizzazione dovrebbero occuparsi i Parroci. Ma nel momento in cui il Papa sancisce che tocca ai laici, ebbene, bisogna essere all'altezza della situazione che è, francamente, a pensarci bene, vertiginosa.

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    5. SIGNORI, IL MINISTERO DI CATECHISTA È RISERVATO AI CRISTIANUCCI DELLA DOMENICA!

      Non può essere concesso ai catechisti scelti del Cammino, quelli h24 ispirati dallo spirito santo, né ad alcun altro che svolga servizio nei movimenti.

      Naturalmente, un catechista con ministero riconosciuto dalla Chiesa ha maggiori funzioni e maggiore autorità di un catechista neocatecumenale, per il quale ormai non è più utilizzabile la definizione "ministero".

      Me lo ricordo benissimo che nel Cammino si era soliti parlare di "ministero del catechista".
      Ora non sarà più possibile.

      Non so prevedere come reagiranno in pratica i catechisti neocatecumenali davanti alla figura in parrocchia di un catechista (o più catechisti) istituiti con ministero, che necessariamente non possono essere del loro movimento.
      Prevedo bufera.

      Come reagirà Tizio, catechistone neocatecumenale da tutta la vita, abituato a comandare su tutto e tutti, quando si dovrà interfacciare con un catechista istituito che gli ha sottratto il posto in parrocchia?
      Come agiranno i parroci neocatecumenali, sapendo di non poter scegliere i catechisti per ministero tra le fila neocatecumenali?

      Che queste disposizioni tendano a confinare i movimenti all'interno del singolo movimento, mi pare chiaro.
      Nessuna espansione verso la parrocchia, che rafforza la sua dipendenza dall'ordine gerarchico, Conferenze Episcopali e singoli vescovi.

      Il bomba libero tutti è finito.
      Per il Cammino si tratta solo di cercare il modo di aggirare queste disposizioni, come sono soliti fare.
      Aspetteremo per vedere cosa si inventano.

      Inoltre, se il Cammino fosse stato la Chiesa, come affermano da sempre i neocatecumenali, non avrebbe dovuto sottostare alle stesse disposizioni valide per tutte le realtà ecclesiali.
      Questo dimostra in modo inequivocabile che il Cammino, come tutte le realtà ecclesiali, non è LA CHIESA, ma una parte di essa, peraltro esistente perché la Chiesa, a torto o a ragione, gliene ha data la possibilità.

      Quando e se arriverà un documento che sancisce che queste disposizioni valgono per tutte le realtà ecclesiali ma non per il Cammino Neocatecumenale perché è un itinerario, un'iniziazione e bla bla bla, penso proprio che mi ritirerò alla fede privata.

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  3. La correzione fraterna non serve a niente. La prova? Quante volte abbiamo detto a FAV : non scrivere, non scrivere, non scrivere, e lui scrive, scrive, scrive. A che scopo corregerlo? Vedete che la correzione fraterna non serve. Allora proviamo al contrario : FAV, continua a scrivere sempre, qualunque cosa ti rispondano, scrivi, scrivi, scrivi, e vediamo come va a finire.....................................................................

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  4. Pax evidenzia molto bene come la verità e la carità dipendono l'una dall'altra.
    Anche se non sono sinonimi, in Dio coincidono: egli, che è carità, è anche verità.
    Ma se la verità è costituita dall'amore, si esprime necessariamente attraverso i modi e le leggi dell'amore, e non attraverso la morbosità, i soprusi, la mancanza di rispetto.
    E a sua volta l'amore non può che manifestarsi nella verità.

    Ma chi pratica il Cammino integralmente, praticamente in sostituzione alla pratica ecclesiale, non capisce, perché non usa i metodi dell’amore, che sono quelli “veri”, ma quelli del Cammino, e perciò non può che fare il duro, il saccente, ed essere irrispettoso.

    Paragoniamo la grazia santificante, che è la misura della santità (e che è dovuta alla carità), all'acqua in un canale: come la quantità d'acqua dipende dalla portata, così la misura della grazia dipende dalla risposta dell'anima al dono che Dio le ha fatto singolarmente.
    Ma come a opporsi alla portata d’acqua in un canale ci sono ostacoli e perdite, così a opporsi alla grazia santificante in un’anima ci sono i peccati e la “perdite” di verità, cioè gli errori.

    Gli ostacoli alla grazia, cioè i peccati, sono delle non verità che, anche non fossero credute dall’anima, sono da essa accettate, che riducono la portata della grazia fino ad interromperla col peccato mortale, come fa una diga con l’acqua di un canale.
    Mentre le “perdite” di verità e gli errori, anche quando non sono colpevoli, possono arrivare fino a rendere le opere e le azioni di una persona senza frutto soprannaturale (San Paolo dice che tutto sarà provato dal fuoco e le opere che non hanno per fondamento Cristo, saranno distrutte).

    Naturalmente tra il peccato e l’ignoranza che comporta atti peccaminosi, c'è attinenza, perché l'ignoranza, soprattutto se colpevole, e per quanto lo è, è di per se un ostacolo alla grazia che indebolisce la volontà di bene, mentre il peccato è una sorta di "eresia vissuta" che, anche quando non fosse “creduta”, indebolisce nell’anima la luce della fede.

    Per questo i camminanti in buona fede dovrebbero mettere ogni cura per conoscere le verità della Chiesa.
    Più che alle catechesi di Kiko dovrebbero aver cura di formarsi sul Catechismo della Chiesa Cattolica, che non può essere interpretato dai "catechisti", ma che deve interpretare e correggere i mamotreti di Kiko.
    La Chiesa lo ha voluto proprio per testimoniare la verità e “aggiustare” gli errori, e chi non si corregge attraverso di esso vuol dire che ha poca cura della verità insegnata dalla Chiesa e, perciò, della carità.

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  5. Il problema è sempre quello della direzione. Cioè, fermo restando il dato della nostra natura umana deficitaria e prona al peccato e alla tentazione al male, che faceva temere a santi come don Bosco e padre Pio addirittura di poter fino all'ultimo momento demeritare della divina salvezza, la grazia ci fa volgere gli occhi verso l'alto e credere al miracolo che può renderci degni della figliolanza divina; il kerigma di Kiko invece è discendente, consiste cioè nel credere che, pur senza cambiare un ette del nostro sfacelo umano e spirituale, per pura predestinazione veniamo salvati.
    Come dice Kiko, dovremmo essere in prigione, invece siamo qui eccetera: fra l'altro, non valutando che molti di coloro che sono in carcere e subiscono i rigori della legge umana, in Cielo ci precederanno, così come ci ha detto Gesù. Ma quello che interessa a Kiko è stabilire che si può essere santi e peccatori allo stesso tempo così come insegnava Lutero. Motivo per il quale la correzione fraterna viene scambiata per giudizio 'contro' il fratello: se infatti il peccato, la mancanza, non solo può coesistere con la santità ma anzi è necessario alla santità, il tentativo di correzione è un attentato al fratello.
    Da ciò l'accusa al blog di mancare di carità. Fermo restando che sicuramente moltissime volte è un'accusa meritata e infatti la accogliamo proprio come correzione: non però quando viene elevata per imporre di non svelare la verità. E soprattutto San Paolo, come ha fatto rilevare Pax, ha sottoposto la propria persona al giudizio altrui per poter far risplendere la conoscenza di ciò che è vero, buono, giusto e gradito a Dio. Che poi è la forma suprema di carità, umiliare se stessi e lasciare posto a Dio.

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  6. Pax ci ricorda come "la carità... si compiace della verità".
    Il fatto è che la verità è bella.
    Io non sento di avere la cartà paolina, ma la bellezza della verità è un po' come la supplisse.

    Da adolescente mi sono formato sui romanzi di Emilio Salgari e ricordo che tutti i libri di avventure che ho letto dopo, mi facevano l'effetto di una minestrina dopo aver mangiato un'amatriciana. O l'effetto che la sorellastra di Cenerentola ha fatto al Principe, dopo che questi era rimasto affascinato dalla grazia di Cenerentola.

    Poi mi sono appassionato delle verità scientifiche.
    Ma quando mi sono imbattuto in opere come l'Enciclopedia Cattolica o vari manuali religiosi degli anni cinquanta e sessanta, anche testi scolastici, sono rimasto colpito perché dicevano la VERITA'.

    Opere che non hanno nulla a che fare coi mamotreti e con tanti libri delle Paoline di oggi, così fumosi, i cui autori mirano a emozionare o a compiacersi dei loro sofismi, ma non a far risplendere la verità.

    Nei manuali della fede di anni fa, invece, i principi della fede erano chiarissimi, ma tale chiarezza, invece di offuscare il mistero della fede, lo evidenziava, perché il vero realismo non può non tenere conto dei principi eterni, anch'essi reali. Così reali da essere VERI.
    Gli arcani d Kiko, invece, come i sofismi di certi monsignori, nascondono la verità.

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  7. Per mia esperienza il cammino ri insegna a vivere la dimensione verticale con Dio, e l incarnazione ? La dimensione umana di Cristo il suo essersi fatto carne ..infatti i neocatecumenali non ti insegnano a vivere la Carità ma solo a cercare Dio in forma verticale, se vuoi vivere la carità ti dicono che cerchi te stesso..tanti anni buttati al vento

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    1. in forma verticale, eh???????????????????????

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  8. Al netto di questa considerazione di Valentina, unica cosa confortante:

    "d'ora in poi, basta con la frase "ci manda il Vescovo " o "ci manda la Chiesa": la verità è che vi mandate da soli e solo per gli scopi della vostra organizzazione" che condivido in pieno,

    e visto che si è riparlato con enfasi della Lettera della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti SUL RITO DI ISTITUZIONE DEI CATECHISTI, desidero riportare qui quanto espresso da Porto in un suo commento precedente e anche la mia risposta perchè in linea con la discussione che si è aperta.

    ........

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    1. ........

      Porto14 dicembre 2021 07:59

      Però, al tempo stesso, questa lettera in qualche modo sancisce e in qualche modo sembra "istituzionalizzare" il fatto che all'interno dei movimenti la Chiesa ufficiale non mette becco, che cioè sono i responsabili dei singoli movimenti a decidere chi fa il catechista, che catechesi presenterà alle persone, ecc., ecc. Sostanzialmente dà mano libera ai movimenti di fare quello che gli pare. Sancisce l'esistenza di una Chiesa parallela, e questo a mio parere è gravissimo. Spero di sbagliarmi, ma temo che sia così.
      ........

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    2. ........

      Pax14 dicembre 2021 22:04

      Sì, Porto, io concordo con te. Purtroppo. Questa è la frase incriminata per me:

      8. Di preferenza NON DOVREBBERO essere istituiti come Catechisti:

      coloro che svolgono un servizio rivolto esclusivamente verso gli appartenenti di un movimento ecclesiale: tale funzione, UGUALMENTE PREZIOSA, viene, infatti, affidata dai responsabili dei singoli movimenti ecclesiali e non, come nel ministero di Catechista, dal Vescovo diocesano in seguito ad un suo discernimento in relazione alle necessità pastorali;

      Che voglio dire?

      Semplicemente che leggendo con attenzione...

      Punto primo, dice:

      Di preferenza non dovrebbero essere istituiti come Catechisti:...

      Il che significa che non è escluso in maniera assoluta che possano anche esserlo, ohimè!

      Punto secondo non mi piace questo inciso:

      "ugualmente preziosa"
      rivolto a qualificare la
      "funzione"
      "affidata dai responsabili dei singoli movimenti ecclesiali"

      In quanto mi sembra piuttosto una loro legittimazione ad agire in quella che tu giustamente chiami "Chiesa parallela", o zona franca che dir si voglia.

      Della serie: visto che non riusciamo a ridurre questi all'obbedienza, noi facciamo i fatti nostri e loro i fatti loro. Senza intralciarci a vicenda.
      Treni che camminano su binari separati, insomma.

      Bella roba! Tutto molto, ma molto lontano da quello che da anni stiamo chiedendo alla Chiesa e alla sua gerarchia:

      Mettere apposto questi abusivi, togliere loro potere.

      Io poi che li ho conosciuti ribadisco che costoro non cercano e non desiderano altro che essere lasciati con le mani libere a fare in pace le cose loro, senza ostacoli nè intralci.

      Complimenti per il solito ambiguo modo di esprimersi e di agire di queste Congregazioni Vaticane.

      Scoprire questa Lettera non è stata certo una gran cosa. Voglio dire, non toglie e non aggiunge nulla allo status quo.

      Alla prossima! Direi. Sperando che sia meglio di questa.

      Porto, condivido tutta la tua amarezza!

      Pax

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    3. A proposito del punto evidenziato da Porto e Pax, per quanto ne sappia i movimenti, le associazioni, ma più di tutti il Cammino, son sempre stati liberi di farsi gli affari propri, per quanto riguarda chi catechizza e cosa dice. Una volta chiusa la porta della sede dietro le spalle, si alza il sipario e va in scena la catechesi particolare. Se va bene, è conforme al magistero. Ma non è detto - e nessuno è lì per raddrizzare il tiro.

      Ricordo che in certi ambienti dell'associazionismo cattolico, per amor di coralità o kollettivitàh, come vogliamo chiamarla, alcuni fanatici della ribalta per i laici spingevano (e tuttora spingono) per la rotazione della preparazione delle catechesi e dell'animazione liturgica, in modo che tutti, nessuno escluso, potessero esprimersi. Una vera e propria tortura spirituale e, per chi ha un minimo di amore per il teatro vero, con l'aggravante di essere estremamente imbarazzante.

      Inoltre pare anche a me che in questi documenti molte cose sembrino scritte tra una riga e l'altra. Vedremo. Intanto facciamo scorta di buoni libri, finché ancora si trovano in giro.

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    4. E' vero che i movimenti e le associazioni sono sempore stati liberi di fare gli affari propri, ed è proprio questa la cosa grave, l'abuso che andava e va sanato, perché questi movimenti e queste associazioni agiscono all'interno della Chiesa cattolica e si presentano come suoi emissari, ma di fatto agiscono contro di essa: questo è vero in primis del Cammino neocatecumenale, come tutti noi che ci siamo stati dentro non pochi anni sappiamo. Proprio questo abuso andava sanato, il movimento neocatecumenale dovrebbe essere controllato e riportato nell'alveo della Chiesa cattolica: nella realtà e non solo a parole ("vedi: "ci manda il vescovo... ". Sì, certo, come io sono un marziano!). E invece con questa lettera il messaggio che si dà è: voi ve ne state per i fatti vostri, non potete fare il catechismo a nome della Chiesa, tranne qualche eccezione ("quando possibile"), ma nel vostro pollaio noi non mettiamo becco, potete fare quello che vi pare. E questo è pericoloso, perché, lo ripeto di nuovo, queste persone si presentano come inviate dalla Chiesa cattolica, si riuniscono e celebrano nelle parrocchie, non in chissà quali luoghi, non nelle loro case.
      A questo punto, tristemente, perché a noi la Chiesa e le parrocchie stanno a cuore, l'unica cosa in cui si può sperare è l'estinzione naturale del Cammino, che secondo me non è lontanissima. Ho saputo che nelle catechesi recentemente conclusesi di una parrocchia abbastanza storica del Cammino su 10 partecipanti alle catechesi tutti figli del Cammino, ne è entrata in comunità solo una. Se anche i cosiddetti figli del Cammino non fanno più il Cammino...

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    5. Con "quando possibile" intendevo l'espressione "di preferenza" usata nella lettera. Espressione che, concordo con Pax, di nuovo apre la strada a interpretazioni di comodo per favorire il Cammino o aptri movimenti. Ad es., potrebbe darsi il caso che in una parrocchia in cui anche il parroco sia neocat., queat'ultimo dica di non aver trovato altri catechisti disponibili e che quindi, per necessità, si è dovuto rivolgere ai neocatecumenali: conoscendoli, l'ipotesi è tutt'altro che remota, è anzi assai probabile. E quindi eccoli rientrare dalla finestra.

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    6. Volevo anche aggiungere che in diverse parrocchie nelle quali i neocatecumenali svolgono dei servizi parrocchiali, ad esempio il post-cresima o i corsi prematrimoniali, questi percorsi di "formazione" sono l'occasione per fare pubblicità al Cammino. Il post-cresima neocatecumenale è stato ben descritto da Luca in un post pubblicato qualche tempo fa. Riguardo ai corsi pre-matrimoniali, in una delle parrocchie da me frequentate si concludevano regolarmente con l'"annuncio", cioè con l'invito alle successive catechesi neocatecumenali.

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    7. Pax, nella mia zona una parrocchia conosciutissima che non nomino per non correre il rischio che mi riconoscano, non è riuscita a portare a termine le catechesi. Sono ridotti allo stremo

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    8. Perché andare alle Catechesi uscendo la sera col freddo, il gelo e al buio, quando ormai le si possono tranquillamente scaricare da internet per leggerle tranquillamente a casa ascoltando musica normale invece che di Kiko?

      FungKu. Ho anche comprato due evidenziatori uno giallo e uno arancione, così mi segno i paragrafi che devo andare a parlarci, col parroco, perché non mi paiono mica tanto dritti, cosa c'è scritto.

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    9. Le stesse testimonianze arrivano un poco da tutte le parti.
      Anche dove il parroco si è dato da fare per portare persone alle catechesi, magari accorpando il corso di preparazione alla cresima, dopo che, tirata la corda fino alla quarta sera, ci si è trovati davanti a due sole persone - neanche le stesse per tutti e quattro gli incontri - sono stati chiusi i battenti. Fine.
      In più prima si cercava di mantenere il ritmo annuale di rievangelizzazione nelle parrocchie neocatecumenali, ora se in una città si fanno due o tre catechesi in tutto è oro che cola. Neanche riducendo il numero di proposte sul territorio riescono a portare un numero decente di persone all'"ascolto".
      E'passato il kairòs?

      Pax

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    10. Meno male che c'è FungKu a tirarci su, altrimenti c'era da mettersi una corda al collo.................

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    11. Kairos è l'acronimo di :

      Kiko Ancora Inventa Ridicole Obbrobriose Situazioni

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    12. Mettersi una corda al collo mai! Dopo essere riusciti a lasciare il Cammino, l'unica cosa giusta da fare è dare la nostra testimonianza affinché altri non ci caschino. Chi si dovrebbe mettere una corda al collo, o almeno coprirsi il capo di cenere è chi inganna le persone, soprattutto quelle più deboli e in stato di bisogno. E lo fa anche in nome di Dio.

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    13. Puntini, se ti devo tirar su, però la corda da qualche parte te la devo legare.

      FungKu. Al collo infatti non è prudente, meglio sotto le braccia.

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  9. Mi trovo anch'io sulla stessa linea di quanto detto da Porto, confermato da Pax ed espresso anche da DD.
    Nell'articolo che riguardava i 'carismi bacati' di certi movimenti che abbiamo pubblicato recentemente, si leggeva: "Non è questione di restare o an­darsene: chi se ne va, va a perpetuare altrove lo stile malato e chi resta si contrappone stando dentro. Chiudere significa inserire una fase in cui ciascuno è chiamato a distanziarsi dal passato.
    È quel passato con il suo particolare tipo di spiritualità che deve morire. Il futuro, se ci sarà, dovrà essere qualcosa di nuovo e di diverso".

    La formazione neocatecumenale tutta è fortemente inesatta e deviata e tende a sovrapporsi a qualsiasi altro input che provenga da altra fonte; motivo per il quale sarà difficile che un corso diocesano o qualche incontro con il parroco modifichi sostanzialmente metodo approccio e contenuti ormai sedimentati da anni o decenni di Cammino.
    Ciò farà sì che molti propugnatori del messaggio di kiko si troveranno ad essere catechisti autorizzati; fino ad ora lo erano per semplice mandato del parroco, domani lo saranno con la piena autorizzazione del vescovo. Questo sarà ciò che succederà e non sarebbe ragionevole nutrire illusioni al riguardo.
    A mio parere ciò che effettivamente può cambiare non è l'infiltrazione di catechisti kikiani nelle parrocchie, ormai irreversibile, laddove già avvenuta; ciò che invece muterà davvero sarà solo la consapevolezza che i corsi neocatecumenali secondo le regole di Kiko non sono IL catecumenato per adulti della Chiesa, ma esclusivamente delle attività svolte all'interno del gruppo religioso laicale del Cammino neocatecumenale.
    Questo vuol dire che la Chiesa stessa si sottrae alla 'vocazione' che Carmen sentì a Ein Karem. Disse in proposito: "pensavo di fondare con alcune amiche un'associazione nuova ma ho sentito dalla Madonna: No, è la Chiesa, benedetta tu tra le donne, sarà la Chiesa".
    E ancora: "noi non siamo un movimento nè altra cosa, ma Dio rifà la sua Chiesa".
    Questo documento sul ministero del catechista laico chiarisce che non è così, la presunta santa ha preso un grosso abbaglio, uno dei peggiori possibili. Il suo è un movimento con i suoi catechisti che lavorano all'interno del suo gruppo per i suoi scopi precipuo e i suoi (discutibili) metodi: non è la Chiesa, la Chiesa è altro. Contemporaneamente al tentato processo di beatificazione di Carmen non credo che sia un caso che si chiuda il suo sogno e se ne decreti il definitivo fallimento.

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    1. Illuminanti le considerazioni svolte, che relegano ancor più il cammino nel suo cono d'ombra. Una zona emarginata ed oscura in cui continua a prolificare, molto più lentamente di un tempo ma comunque continua.
      La Chiesa piuttosto dovrebbe stanarli, portarli alla luce e vedere se, tenuti sotto costante osservazione, hanno il coraggio di continuare a fare pari pari quello che da 50 anni fanno separati e nascosti nelle loro salette, con la scusa della "piccola comunità".

      Pax

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  10. L'assist che ci ha offerto Fallacio Asino Vinicio - per tornare al post odierno - è in sintesi questo:

    Proprio lui ci dà l'occasione per sottolineare quello che distingue, senza più ombra di dubbio, il falso dal vero profeta. L'Apostolo dai "falsi apostoli, operai fraudolenti, che si mascherano da apostoli di Cristo" (anche questo del sapersi ben camuffare è cosa rilevante).

    Che poi, delle cose di cui sono mancanti, sono soliti menar vanto, stravolgendo tutto.

    - gratuità dell'anuncio
    - sofferenze
    - persecuzioni

    - Non è gratuito un annuncio di cui viene fatto il conto preventivo e consuntivo. Di cui si dice più o meno: Fratelli dovete aiutarci, siamo sotto di parecchio, e se qui non escono almeno "un milione di euro l'evangelizzazione si dovrà fermare".
    Immaginate voi una frase simile posta da San Paolo in una qualunque delle sue Lettere?

    - Completo nella mia carne quello che manca alla passione di Cristo...
    basta scorrere l'elenco di tutti i patimenti attraversati da San Paolo lungo la sua missione. Questo il suo vanto, questo il suo lasciapassare, questo il suo distintivo di essere di Cristo (fino ad affermare "non sono io che vivo, ma Cristo vive in me"). Non il vantarsi dei numeroni, delle folle oceaniche, del successo del concertone del suffrimiento (finchè è un concerto "suffrimiento" si può pure fare!) e poi vantarsi delle Domus dei Seminari e Catecumenium, delle icone, dell'arte, dei vescovi e dei rabbini raccolti in convivenza... successi su successi... proprio uguale a San Paolo! E poi le quattro lauree h.c., dove le mettiamo?

    - Infine le persecuzioni.
    Vogliamo paragonarle con quelle che ha subito San Paolo? Quelle che Kiko (e Carmen) hanno sempre chiamato con enfasi persecuzioni? Sarebbero i tentativi di correzione della Chiesa per mano di quelli che hanno ribattezzato "faraoni" o peggio ancora "giuda" che sarebbero gli uomini di Chiesa che non si son fatti sedurre da loro?
    Queste sono le persecuzioni neocatecumenali.
    Mentre Paolo si recò volontariamente a Gerusalemme, per sottoporre la sua dottrina e tutto il suo operato al vaglio di Pietro, prima di ogni altra cosa, "per non rischiare di correre o di aver corso invano". Queste ancora sono parole di San Paolo! Sconosciute a Kiko che proclama la Parola di Dio a modo suo e a modo suo la interpreta.

    Pax

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  11. C'è una tappa, credo la Traditio, dopo la quale i fratelli cominciano ad operare in parrocchia, chi nel catechismo, chi nel corso di cresima, chi nel coro ecc... Chi non ha mansioni nella comunità ed è uno fra tanti può essere benissimo un catechista parrocchiale. I vescovi poi, mai visti, hanno sempre deciso e scelto i parroci da soli e scelgono proprio i neocatecumenali per la loro "Fede Adulta". Fatto è che i bambini del catechismo istruiti da loro si riconoscono lontano un miglio: alla Consacrazione restano in piedi, mentre gli altri istruiti da catechisti parrocchiali, si inginocchiano. La colpa è sempre dei parroci che non intervengono.

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    1. Uno degli effetti collaterali dell'aver concesso ai neocatecumenali e a tutti i laici in generale di catechizzare, ciascuno secondo la sensibilità del proprio gruppo, è proprio questo: alla Messa si riscontrano vari tipi di gestualità ed in modo asincrono: inginocchiarsi sì o no e più o meno a lungo, il segno della pace (quando c'era, perché adesso c'è "namaste") a baraonda oppure ingessato, il segno della croce in momenti diversi e fatto solo da alcuni...

      Ripropongo, a questo proposito, l'articolo Un antropologo alla Messa, scritto tempo fa dall'ottimo Aldo Maria Valli.

      Insomma: una serie di espressioni visibili, del modo di intendere la fede nei sottogruppi, che rivela una cosa: il popolo presente è formato da persone che 1. improvvisano, per ignoranza liturgica, sic et simpliciter e 2. non credono esattamente alle stesse cose. La disarmonia liturgica non sarebbe la cosa più grave se non fosse che rivela l'ignoranza generalizzata del popolo mal catechizzato, forti discordanze su punti cruciali e grosse contraddizioni. È come mettere insieme nella stessa celebrazione persone di religioni diverse ma senza dirlo esplicitamente.

      È proprio qui che non-intervengono i parroci, ed in modo pesante - o meglio -certi- parroci. Attenuano le differenze, sfumano, confondono, tengono insieme i pezzi cioè gente che, oltre alla simpatia umana, non ha molto in comune dal punto di vista spirituale. Il messaggio di questi pastori: credete un po'a quel che vi pare, basta che stiate buoni. Il nostro sospetto (retorico): a cosa credono veramente questi parroci.

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  12. Piano piano, goccia goccia, sono sempre più inquadrati e definiti.
    Non dimentichiamoci mai che la Chiesa è come una madre, infatti si dice: Madre Chiesa.
    E per cui come una madre governa.
    Ovviamente non dimentichiamoci mai che la Trinità è Padre, fatemi passare il termine, ovvero il Padre veglia come un Pastore sul gregge, e se entra il lupo ecco che verrà scacciato.
    E per cui, dico la mia sul documento. Un mio punto di vista, ovviamente.
    Poi se a qualche lettore pare peccato esprimersi e scrivere, specialmente su questo blog ( sapete com'è la vita??!! A chi non piaci, ecco che per quella persona qualsiasi cosa fai è errata, e per cui per certe persone sei sempre nel peccato) questo non è un mio problema, si va avanti per la propria strada.
    La Chiesa sta stringendo, a mio parere, bene le situazioni. Sta delineando il tutto. Poi sappiamo che fatta la legge ecco che arriva l'inganno, cioè ci sarà sempre qualcuno che cerca di oltrepassarla ( la legge) per fare ciò che gli pare, ma questo modo di agire a noi non interessa, in quanto la disonestà non deve, in un qualche modo, definire la realtà dei fatti. E' come se dessimo potere al diavolo su Dio, è un esempio per capirci.
    Il documento riporta che chi fa parte di un movimento non può essere istituito come catechista. Sono stati delineati nel proprio movimento, dentro la Chiesa, ma, detto in termini popolari ( senza offese): se la canteranno e suoneranno tutta tra di loro. A chi piace stare dentro la CNC, ecco che è libero, ma non deve sconfinare.
    Questo è il punto.
    Poi sappiamo questo:
    -possono mettere un burattino che è il ventriloquo dei catechisti, cioè introdurre un sottoposto delle salette, e infilarlo nell'ambito. Sapete com'è, c'è l'obbedienza cieca a loro, e per cui una volta infilato nell'ambito ecco che sarà sottoposto a facciata la vescovo ma realmente al catechista del Cammino.
    - si potrebbero non considerare un movimento ( perché loro sono l'alba del mattino, il lampo a mezzanotte, il raggio del crepuscolo, e per cui nessuno li può definire e delineare, ma loro definiscono tutti gli altri come: faraoni, indemoniati, odiatori, nemici ecc, ecc) e per cui si potrebbero presentare, disonestamente, camuffati e senza svelarsi realmente per il servizio, e questo potrebbe essere dato. Potrebbe essere dato anche da un vescovo che è compiacente, o che è poco attento o altro. Le sfumature sono diverse.
    Ma sapete qual è la differenza? E' questa, ascoltate.
    Ci sono due padri di famiglia che escono al mattino per andare a lavorare, il primo esce e lavora disonestamente, il secondo ruba al prossimo con disonestà. Il primo riporta il pane a casa, ed è benedetto, il secondo riporta a casa il veleno, ed è maledetto.
    Da questo piccolo esempio, credo, si capisce la differenza di ciò che si andrà a fare.

    Cristiano Della Domenica.

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    1. Correzione:
      il primo lavora onestamente ( scusate l'errore)
      CDD.

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  13. Altro punto, sapete com'è, delle volte certe cose ti risuonano dentro.
    La lettera, la "FAMOSA LETTERA" di GPII, di 30 anni, riporta questo:

    Auspico, pertanto, che i Fratelli nell'episcopato valorizzino e aiutino — insieme con i loro presbiteri — quest'opera per la nuova evangelizzazione, perché essa si realizzi secondo le linee proposte dagli iniziatori, nello spirito di servizio all'Ordinario del luogo e di comunione con lui e nel contesto dell'unità della Chiesa particolare con la Chiesa universale. In pegno di tale voto, imparto a Lei e a tutti gli appartenenti alle Comunità Neocatecumenali la mia Benedizione Apostolica.

    ¹ La Mente del Santo Padre, nel riconoscere il Cammino Neocatecumenale come valido itinerario di formazione cattolica, non è di dare indicazioni vincolanti agli Ordinari del luogo, ma soltanto di incoraggiarli a considerare con attenzione le Comunità Neocatecumenali, lasciando tuttavia al giudizio degli stessi Ordinari di agire secondo le esigenze pastorali delle singole diocesi.

    Questa lettera, buona specialmente per loro, a quel tempo, riporta delle cose che ho riportato e che non sono vincolanti. Ma queste cose, sappiamo, sono diventate: vincolanti, chi è contro e decide in piena libertà di non aderire è: faraone, indemoniato, giuda, uno che va all'Inferno perché non ha obbedito ai catechisti, ecc, ecc ( sappiamo la storia).
    Poi esce la lettera di Arinze, successiva, e per cui va a delineare meglio i fatti, ma questa non ha nessun valore, o quasi.Non viene mai citata, mai pubblicizzata ( come quella di GPII), non considerata ( da questo si nota la faziosità di queste persone).
    Adesso esce questo documento che riporta:

    8. Di preferenza non dovrebbero essere istituiti come Catechisti:
    coloro che svolgono un servizio rivolto esclusivamente verso gli appartenenti di un movimento ecclesiale: tale funzione, ugualmente preziosa, viene, infatti, affidata dai responsabili dei singoli movimenti ecclesiali e non, come nel ministero di Catechista, dal Vescovo diocesano in seguito ad un suo discernimento in relazione alle necessità pastorali;
    Questo punto, per molti, li conosciamo, non avrà lo stesso valore della lettera di GPII (modificata dalla loro faziosità), ma avrà un altro valore. Si vedrà nel tempo.
    Ma che possiamo fare se alcuni hanno questa "CAPOCCIA"?
    Amen!
    Di sicuro una cosa: a forza di sbattere la testa contro il marmo ( la "CAPOCCIA" di queste persone è il marmo, per chi non capisse) te la rompi. E per cui delle volte conviene non stare lì a sbatterci la testa, ma sorvolare.

    CDD.

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    1. Capoccia e' l'acronimo di :

      Camminante Ancora Parecchio Ottuso Come Catechista Implica Assurdità

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  14. forse è sfuggito questo:

    https://www.asianews.it/notizie-it/Vicariato-d%E2%80%99Arabia-inaugura-la-prima-chiesa-nella-regione-di-al-Dhafra-54718.html
    "la chiesa di san Giovanni Battista a Ruwais, circa 240 km a ovest di Abu Dhabi".

    non mi sembra neocatecumenale.
    Vedremo.

    CDD.

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  15. https://www.asianews.it/notizie-it/Salalah,-autorit%C3%A0-musulmane-e-un-migliaio-di-fedeli-all%E2%80%99inaugurazione-della-nuova-chiesa-47955.html

    altra chiesa.

    CDD.

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    1. Infatti Stiamo parlando di due vicariati diversi: le chiese che hai citato sono negli Emirati Arabi Uniti e in Oman. Queste due nazioni fanno parte del Vicariato dell' Arabia MERIDIONALE e il vicario è mons. Paul Hinder. Il Bahrein (dove sta l'obbrobrio neocatecumenale, fa parte del Vicariato dell'Arabia SETTENTRIONALE. Ballin ne era il vicario. Alla sua morte Mons. Hinder ne è diventato l'amministratore apostolico.

      Mons.Ballin era neocatecumenale fino al midollo al punto di accettare nella sua diocesi un sacerdote di Guam (e a Guam sappiamo che situazione c'era) che era stato trovato in atteggiamenti equivoci in macchina con una chierichetta della sua parrocchia. Non solo lo ha accettato, ma lo ha messo alla pastorale giovanile.

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  16. @valentina, visto che questo post è stato originato da @pax partendo da un mio commento, rispondere a @pax sulla carità e la verità non mi sembra fuori tema. Ma fate voi, io ci riprovo e lo ripropongo: @pax, sono contento che una mia frase di una settimana fa o più, ti sia rimasta impressa e ti abbia dato modo di riflettere su cosa è la verità e soprattutto sulla carità. Avrai sicuramente compreso che l'unica verità che un Cristiano può professare è "Cristo e questi crocifisso", tutto il resto non ci appartiene. Il futuro, il passato, tu sei di apollo, io di cefa, non ti inginocchi durante la messa io si, tu preghi con le mani alzate io con le mani giunte, tu prendi il pane azzimo io l'ostia e sono più bravo di te, pa ppa ppeero ... Sono tutte scemenze da "teologi da tastiera", non sono la verità. L'unica verità è Cristo. Questa frase poi ti ha dato modo di riflettere che la verità (Cristo) va proclamata con umiltà, mansuetudine e senza spirito di contesa. In altre parole con carità e chissà, magari prima di dare dell'asino a qualcuno ci si penserà un po' di più.
    Fallacio Asino Vinicio

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    Risposte
    1. Carissimo FAV non vorrei deluderti, ma il tuo commento non mi ha dato modo di riflettere. Riflettere ho già riflettuto abbastanza e ho tratto pure le conclusioni del caso.
      Il tuo commento - piuttosto - è stato un assist strepitoso.
      Della serie, siete bravissimi a tirarvi da soli la zappa sui piedi.
      Niente di più, niente di meno.
      Uno poi approfitta per rimarcare cose importanti e ripetere che sempre giova. Un bel ripasso non fa male a nessuno.
      Per il resto sei piuttosto fumoso. Giri e rigiri e non si capisce bene dove vai a parare.

      Pax

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    2. P.S.
      Vorrei ricordarti che Gesù stesso appella gli scribi e farisei ipocriti "razza di vipere", tanto per fare un esempio.
      A voi con l'appellativo di "asino" vi è andata pure bene.

      Pax

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