martedì 18 ottobre 2022

Monizioni, risonanze, testimonianze: sono ammesse durante la Messa?

Su segnalazione del blog Cruxsancta, vogliamo proporre un interessante articolo reperibile sul sito Infocatolica.com intitolato Testimonianze e discorsi durante la Messa. Quando farli?

L'autore dell'articolo, Javier Sánchez Martínez, sacerdote della diocesi di Córdoba, ordinato il 26 giugno 1999, Laureato in Teologia, con specializzazione in liturgia, ha tenuto vari corsi di formazione liturgica ed è stato docente per la formazione permanente della vita religiosa e consacrata e membro dell'équipe diocesana di liturgia. Si è spento all'età di 48 anni l'11 settembre 2021. 
Riportando questo suo articolo, ci uniamo al suo ricordo con la preghiera.
 

Da qualche tempo è invalsa un'abitudine, quella di utilizzare la Messa domenicale (o le diverse Messe domenicali) per tutto , a partire da una salva di interminabili annunci prima di dare la benedizione, ai saluti e agli arrivederci a coloro che hanno partecipato, nonché per introdurre testimonianze e/o esperienze: proprio durante la celebrazione della Santa Messa. 

È un uso così comune e diffuso che nessuno si sorprende più che venga messo in atto.  

Solo che la liturgia non lo consente, né lo consentono i documenti della Chiesa, anzi, lo hanno condannato come un abuso.

È senz'altro arricchente per i fedeli di una parrocchia ascoltare la vibrante testimonianza di un missionario sul duro compito dell'evangelizzazione ad gentes, della formazione dei catechisti, del sostegno alla vita sacramentale delle comunità di periferia, del catecumenato degli adulti e dei battesimi delle nuove conversioni. Oppure ascoltare la testimonianza della carità e della solidarietà fraterna di chi svolge attività di volontariato, o serve i poveri, o realizza un programma della Caritas o di Mani Tese. Allo stesso modo, è emozionante ascoltare un seminarista, del Seminario minore o maggiore, offrire, pieni di tensione, la propria testimonianza vocazionale, la scoperta della chiamata del Signore, il desiderio di essere un santo sacerdote. 
Allo stesso modo, è arricchente quando un fedele laico racconta la propria esperienza in un Movimento o in una Comunità, incoraggiando chi vuole condividere quel carisma.

Ma, per tutto ciò, l'ambito proprio non è quello della liturgia, ma quello della catechesi

In altre parole, ciascuna di queste attività prenderà forza e troverà spazio in una catechesi per adulti (o per giovani e bambini) o in una sessione di formazione della parrocchia, o brevemente prima o dopo la messa domenicale, come preludio o come un momento finale per chi vuole restare.

La liturgia è Opus Dei, è servizio al Signore, «glorificazione di Dio e santificazione degli uomini», dice il Vaticano II (SC 5; 10), e molte volte invece la trasformiamo in un incontro comunitario dal tono ludico e catechistico , dove tutto ci sta, dove tutto si fa, forse temendo che se venisse tolto dalla Messa, ci sarebbe un calo di presenze.  

La liturgia è per il Signore, e ha un significato sacro, che si indebolisce molto quando introduciamo discorsi, parole, testimonianze e altro, a volte al posto dell'omelia, a volte dopo l'omelia, a volte anche nel silenzio dopo la comunione (impedendo la preghiera fervente e raccolta). 

Non vediamo che ci sono troppe parole nella liturgia, specialmente nella Messa? Non siamo stanchi di tanto verbalismo di monizioni,  discorsi e testimonianze, oltre agli avvisi (come non ci fossero già i manifesti sulla porta e non venissero rilanciati tramite la rete e il whatsapp parrocchiale!)? Con tutti i soldi che la Santa Chiesa spende in manifesti e propaganda per poi ripetere la stessa cosa in infinite pubblicità!

Queste testimonianze o esperienze possono essere consentite o non consentite all'interno della Messa?

L'ambone non deve ospitare
le omelie dei laici
L'Istruzione Redemptionis Sacramentum, del 2004, afferma quanto segue:

[64.] L'omelia, che si tiene durante la celebrazione della Santa Messa e fa parte della stessa Liturgia, «sarà normalmente pronunciata dallo stesso sacerdote celebrante, oppure la affiderà a un sacerdote concelebrante, o, talvolta, a seconda delle circostanze, anche a un diacono, ma mai a un laico. In casi particolari e per giusta causa, può pronunciare l'omelia anche il Vescovo o il sacerdote che sia presente alla celebrazione, pur non potendo concelebrare.

[65.] Si rammenta che ogni norma precedente che ammetteva i fedeli non ordinati a poter pronunciare l'omelia nella celebrazione eucaristica deve considerarsi abrogata, come prescrive il can. 767 § 1. Questa concessione è disapprovata, senza che sia ammessa alcuna forza consuetudinaria.

[66.] Il divieto di ammettere laici alla predicazione, nell'ambito della celebrazione della Messa, vale anche per gli studenti di seminario, di teologia, per coloro che hanno ricevuto l'incarico di "assistenti pastorali" e per ogni altro tipo di gruppo, confraternita , comunità o associazione di laici.

Allora, cosa facciamo con le testimonianze? Continua la stessa istruzione:
 
[74.] Se occorrono istruzioni o testimonianze sulla vita cristiana da presentare da parte di un laico ai fedeli riuniti in chiesa, è sempre preferibile che ciò avvenga al di fuori della celebrazione della Messa . Per gravi motivi, tuttavia, è lecito dare tali istruzioni o testimonianze, dopo che il sacerdote ha pronunciato la preghiera dopo la Comunione. Ma questa non può diventare un'abitudine. Inoltre, queste istruzioni e testimonianze non possono in alcun modo avere un significato che possa essere confuso con l'omelia, né è consentito che l'omelia sia totalmente soppressa.
 
Qualcuno potrebbe obbiettare: è "politicamente scorretto" escludere le testimonianze al posto dell'omelia o durante l'omelia, per quanto già radicato lo sia! Eppure, è "ecclesialmente corretto":
  • Al di fuori della Messa, in una sessione di formazione o catechesi per adulti
  • In ogni caso, e in via eccezionale, dopo la preghiera post-comunione (prima della benedizione finale)

E la liturgia deve essere curata al massimo grado, recuperando il suo significato sacro, di adorazione davanti al Mistero di Dio, senza confonderla con progetti didattici o catechetici, che hanno il loro posto in un altro tempo e in un altro luogo. 

La Liturgia non è un discorso per i presenti, ma una Grande Preghiera a Dio, come l'ha definita tante volte Papa Benedetto XVI.

 Javier Sánchez Martínez


Si allega opportuno elenco, non esaustivo, di abusi liturgici propri delle Messe neocatecumenali:

  • Lunghe ammonizioni alle letture, spesso simili ad omelie Assenza totale dell'offertorio (da parte dei fedeli)
  • Scambio della Pace inutilmente prolungato con sottofondo musicale (inesistente nel Rito Romano)
  • Utilizzo esclusivo della Preghiera Eucaristica II (tra l'altro modificata nel testo)
  • Divieto di inginocchiarsi alla Consacrazione
  • Comunione simultanea del sacerdote con i fedeli
  • Comunione al Corpo di Cristo da seduti Danza finale attorno alla mensa.
  • Utilizzo di un tavolo al posto dell'Altare consacrato.

Si aggiungano, almeno fino al 2005, vere e proprie omissioni (MAI AUTORIZZATE) di parti del Messale: Gloria, Credo, Lavabo, Orate Fratres, Agnus Dei, Domine non sum dignus; omissioni deliberatamente stabilite con lo scopo di occultare l'aspetto sacrificale della Messa per evidenziarne quello conviviale.

 

Il laico Kiko e le sue "omelie"

Si ricorda che, sull'argomento trattato dall'articolo, gli iniziatori del Cammino neocatecumenale Kiko Argüello, Carmen Hernàndez e don Mario Pezzi, hanno ricevuto già dal dicembre 2005 una Lettera della Congregazione per il Culto Divino al Cammino Neocatecumenale.

Questa lettera, contenente le «decisioni del Santo Padre», che Papa Benedetto XVI aveva così preannunciata alle famiglie del Cammino ricevute in udienza il 26 gennaio 2006: 

« ... Proprio per aiutare il Cammino Neocatecumenale a rendere ancor più incisiva la propria azione evangelizzatrice in comunione con tutto il Popolo di Dio, di recente la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti vi ha impartito a mio nome alcune norme concernenti la Celebrazione eucaristica, dopo il periodo di esperienza che aveva concesso il Servo di Dio Giovanni Paolo II. Sono certo che queste norme, che riprendono quanto è previsto nei libri liturgici approvati dalla Chiesa, saranno da voi attentamente osservate. Grazie all'adesione fedele ad ogni direttiva della Chiesa, voi renderete ancor più efficace il vostro apostolato in sintonia e comunione piena con il Papa e i Pastori di ogni Diocesi.»

ancor oggi non vede attuazione, nonostante sia parte integrante dello Statuto del Cammino Neocatecumenale (art.13, nota 49).

55 commenti:

  1. Perciò, signori Neocatecumenali, in campana...............


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  2. Ricordiamo ai gentili lettori cattolici che tutta questa foga di riempire la liturgia di chiacchiere è tipica di chi crede che la liturgia sarebbe un mero spettacolino autogestito. "Monizioni", ma perché interrompere la liturgia con una predica laicale? "Risonanze", ma perché fare prediche spontanee laicali? Le "liturgie" neocatecumenali sono delle chiassate parolaie e idolatriche.

    Vedete, ogni elemento della liturgia fa parte di un'azione sacra. L'azione sacra prevede delle letture bibliche e del Vangelo (attenzione: fanno parte della "azione sacra", non sono una specie di scuoletta di culturina biblica che "adesso vi spiego io che ne capisco di più del prete"). Impestare la liturgia di chiacchiere - approfittando di qualche "norma" facilmente malinterpretabile - significa trasformare l'azione "sacra" in azione "umana" di spettacolino autogestito.

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    1. L'importanza della questione è riscontrabile ad esempio nel fatto che nella liturgia tradizionale in latino, celebrata per oltre sedici secoli praticamente immutata, il Pater Noster veniva detto dal solo sacerdote poiché quel Pater Noster fa parte dell'azione sacra che il sacerdote sta compiendo (e i fedeli si univano solo all'ultimo verso). La liturgia non è un elenco di "robe da fare e cose da dire". È un'azione sacra (chiamiamola così solo per brevità), non è uno spettacolino in cui "aggiungere ingredienti" (per quanto "intelligenti" e "belli" possano sembrare), tanto meno uno spettacolino autogestito dove ognuno lo modifica come gli pare. La liturgia è valida ed efficace perché l'ha comandata Nostro Signore ed ha affidato alla Chiesa il compito di celebrarla (e quindi di "convalidare" ciò che è liturgico e ciò che non lo è): se uno si mette a imbottirla di paroloni laicali, di elementi di "spettacolino", la sta inquinando, proprio come la inquinano i neocatecumenali. Seguire rigorosamente il Messale - con lo spirito giusto, di adorazione, ringraziamento, propiziazione... - significa compiere ciò che Dio ha comandato di compiere. Prendersi "libertà" rispetto al Messale significa ridurla ad "azione umana", a spettacolino.

      Purtroppo è vero che dal Concilio Vaticano II in poi la mentalità imbecille di dover "avvicinare la liturgia al popolo" ha prodotto come unico risultato la percezione (sbagliatissima ma diffusissima) che per "animare" la liturgia occorrerebbe spettacolarizzarla (quando in realtà i santi, per "animarla", non facevano altro che unire il proprio cuore a Dio, col silenzio, con la preghiera, con la buona disposizione del cuore). Invece di avvicinarla al popolo, l'hanno trasformata in un fiume di omelie laicali.

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  3. La grande confusione nel CN è dovuta, come giustamente dice l'articolo, alla sovrapposizione di catechesi a liturgia; anche nella Messa non si ferma l'incessante "spiegone" neocatecumenale, attraverso monizioni chilometriche, e pure le risonanze, cioè le impressioni di ciascuno sulle letture lette, in collegamento alla propria vita, prima dell'Omelia (e, date le limitate capacità umane di prestare attenzione continua, al posto dell'omelia) sono delle variazioni sul tema, giustificazioni, commenti, che vanno ad aggiungersi all'immenso spiegone neocat (che poi non è altro che Kiko declinato in tutti i modi possibili).
    Sia monizioni che risonanze sono fuori controllo: il sacerdote non partecipa alle preparazioni e non controlla il contenuto di queste esternazioni.
    Nel primo caso, le monizioni, questo mancato controllo è gravissimo, perché una visione alterata della lettura della Parola già nell'introduzione può indurre una comprensione altrettanto alterata.
    Nel caso delle risonanze il controllo non può per principio essere esercitato, essendo per loro stessa definizione espressioni spontanee del singolo. Certo, durante l'Omelia il sacerdote può correggere i contenuti delle une e anche delle altre, ma allora l'omelia si dovrebbe trasformare in una defatigante sessione di "correzione in classe degli elaborati", operazione per la quale altri sarebbero i tempi e i luoghi più adatti, dice giustamente l'articolo.
    In pratica, nelle Eucarestia neocatecumenale la dimensione del "vivere" la Messa è soffocata dalla dimensione di "spiegare" la Messa: ed in particolare, visto che si tratta di commenti delle letture, la parola (ma soprattutto le parole che si fanno sulla Parola) prepondera sulla liturgia eucaristica: soprattutto se poi pensiamo che anche i canti sono visti come catechesi e persino presentati con specifica monizione.
    Padre Sánchez Martínez parla di "verbalismo", e si riferisce sicuramente alle normali Messe in cui le incursioni extra liturgiche sono, per quanto scorrette anch'esse, di entità del tutto modesta rispetto al fiume di parole neocatecumenale.
    Tutte queste parole sono così ripetitive (e le omelie dei sacerdoti neocatecumenali purtroppo sono quasi sempre un'ennesima ripetizione) da diventare esse stesse "liturgiche", al punto tale che, senza di esse, al neocatecumenale sembra di non essere stato neppure a Messa. E sono tutte liturgia di Kiko, con i soliti temi, il peccato insuperabile dell'uomo, l'inutilità di ogni sforzo personale, l'appiattimento di sè, l'esaltazione della comunità, declinato al presente, passato e futuro. Un'ossessionante e permanente "catechesi" che non per nulla diventa lavaggio del cervello; la cosa peggiore però è che la attribuiscono a Dio.

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    1. Nelle quattro Eucarestie NC, alle
      quali fino adesso ho, nella mia lunga vita assistito, hanno accuratamente evitato le mozioni
      e risonanze,
      sapendo coscientemente che, di
      fronte ad un Cattolico della Domenica non si possono fare cose non permesse né gradite alla
      Chiesa.
      Le cose non gradite a "loro" ma alla
      Chiesa, le ho fatte io:
      -Mi sono inginocchiato alla Consacrazione,
      -Ho preteso la Comunione direttamente in bocca.
      -Ho rifiutato la specie del vino.
      Il tutto sotto lo sguardo malefico
      di gente che mi avrebbe ucciso
      al momento.
      Non forzero' mai più me stesso, da ulteriori partecipazioni, anche perché dopo si sta male.
      Nel loro odio verso la Chiesa, portano pure "jella".
      Ruben.
      ---

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    2. @ruben, forse la tua fama di pettegolo ti ha preceduto.
      Fallacio Asino Vinicio

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    3. Ce ne faremo una ragione.... Carmine

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    4. @Anonimo18 ottobre 2022 17:20
      @ruben, forse la tua fama di pettegolo ti ha preceduto.
      Fallacio Asino Vinicio
      ---
      No,
      non ho nessuna "fama" nel senso che dici tu; personalmente dico solo la verità di ciò che è accaduto ad oggi nella mia vita.
      Fav, per entrambi ci sarà il futuro, dimensione del tempo incognita a tutti gli esseri viventi.
      Ruben.
      ---

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    5. Strano FAV che te ne esci con l'accusa di pettegola rivolta a Ruben.
      Lo sappiamo bene che non amate si sappia cosa avviene tra voi se qualcuno viene a rompere i vostri rigidi schemi che rispettate con rigore più del Vangelo.
      Ruben ha avuto coraggio. Fare le cose che ha fatto nell'Eucaristia neocatecumenale è encomiabile se pure doloroso per mettere davanti al mondo la vostra natura corrotta.
      FAV, avresti fatto meglio a tacere.
      Hai dato prova intanto anche della vostra smisurata arroganza dittatoriale.
      In mezzo a voi non c'è spazio per i veri cattolici. Punto.

      Pax

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  4. Spiegone è l'acronimo di :

    Solo Potenti Idee Esprimono Grandi Oscenità Neocatecumenalmente Eretiche

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  5. Grazie Valentina.
    È chiarissimo che la "liturgia Eucaristica neocatecumenale" è una liturgia a parte.

    Da ricordare anche il fiume infinito di "preghiere spontanee " dei partecipanti ,che dopo tanti anni di partecipazione comunitaria , sono sempre le stesse ,ripetute incessantemente ogni sabato sera.

    Ricordo che sapevo quasi esattamente chi avrebbe fatto la sua "preghiera spontanea" e cosa avrebbe detto.

    Ricordo anche l'irritazione contenuta a stento, con conseguente mancata partecipazione alla liturgia del sabato ,quando si era obbligati a "fare Eucarestia "insieme ad altre comunità.

    Stessa irritazione trattenuta a stento quando qualche estraneo al CN partecipava alla liturgia Eucaristica del sabato sera.

    Per i neocatecumenali avere degli estranei durante la loro "messa" viene considerato un vincolo alla possibilità di fare liberamente le proprie risonanze e/o preghiere personali, perche non possono applicare la loro regola dell'arcano a gente che non è neocatecumenale.

    Eppure nello statuto è scritto chiarissimo che le "Eucarestie neocatecumenali " del sabato sera sono aperte a tutti e che le ammonizioni ,ambientali e preghiere spontanee personali, non sono ammesse nella liturgia Eucaristica.

    LUCA

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    1. Sono aperte a tutti, in base allo Statuto, ma nessuno ci va se non è del Cammino, quindi...........................................................................................................................................................

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    2. @luca, Hai mai sentito parlare della parabola della "vedova importuna e del giudice disonesto"? E la risposta di Gesù l'hai sentita? Se non la ricordi vattela a cercare.
      Fallacio Asino Vinicio

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    3. @Anonimo19 ottobre 2022 10:37
      Sono aperte a tutti, in base allo Statuto, ma nessuno ci va se non è del Cammino, quindi...........................................................................................................................................................
      ---
      Per quanto "sono aperte a tutti", secondo lo Statuto, provate ad andarci!...
      Dalla mia prima incursione in saletta, ai Martiri Canadesi nei primi anni 2000, hanno poi dovuto
      installare delle cancellate interne alla Parrocchia, allo scopo di blindare le salette.
      Chi vuole, se ne ha lo stomaco, vada pure a verificare.
      Ruben.
      ---

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    4. Quindi cosa leggo nel foglio degli orari delle messe affisso all'ingresso?
      Perché sai dipende da se c'è o non c'e e se c'e da come è indicata

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    5. Sul fatto delle celebrazioni "pubbliche" si vede proprio la "cattiva educazione" del neocatecumenale medio. Su FB contestai questa cosa dicendo che le messe sono pubbliche quando il loro orario è facilmente reperibile o sul cartello fuori dalla chiesa o sul web (o su tutti e due). Hanno osato dirmi è "è raro che questi cartelli ci siano e che è un favore del parroco". In qls chiesa fuori c'è SEMPRE una indicazione dell'orario delle messe e non credo che siano talmente ciechi che non l'abbiano mai visto (anche nella loro parrocchia). Quindi mentono sapendo di mentire.

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    6. FAV
      ma veramente vuoi accostare la parabola della vedova con il fiume di preghiere ( superficiali e lunghe con tutti i dettagli non si sa mai che Dio si possa confondere ) in liturgia?
      "entra nella tua stanza e prega nel segreto e il Padre tuo che vede nel segreto..."

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  6. Una liturgia a parte eh.......................................................................................................................................

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    1. Qui si sta copiando Puntini.........................................................................................................................

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    2. Nooo, ma infatti, Puntini, che dicono mai questi del blog? Non lo vedono, come invece vedi tu (1) la vostra celebrazione aperta a tutti, come quelle fatte normalmente in parrocchia, senza aggiunte né omissioni né modifiche rispetto a quelle della parrocchia, senza alcuna distinzione... (1) [povero allucinato, io ti consiglierei di farti vedere da uno bravo]...

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  7. Non so da voi, ma nei miei lunghissimi anni passati in comunità, le chiacchiere laiche le facevano sempre gli stessi.
    C'era proprio come una tacita suddivisione tra chi parlava sempre e chi non parlava mai.
    Naturalmente, quelli che parlavano sempre di solito erano i soloni della comunità, catechisti, responsabili e pochi altri del giro alto.
    Quelli che non parlavano mai erano coloro che ammiravano e dipendevano da cotanta sapienza dei soloni.

    Alcuni anni prima di lasciare, anche quando celebravamo con le altre comunità, io ed altri ci divertivamo a fare i pronostici su chi avrebbe parlato e in quale sequenza. Normalmente ci azzeccavamo.

    Quando poi, specialmente con l'invecchiare della comunità, le risonanze stagnavano, per primo si sentiva in obbligo di parlare il responsabile, per dare la stura, anche se a volte non si sturava nulla e nessuno aveva qualcosa da dire.
    Alla fine, anche questa delle ammonizioni e delle risonanze, che all'inizio può sembrare entusiasmante, diventa una prassi in decadimento.

    Io le ho viste le comunità vecchie, non solo la mia ma anche altre.
    A parte qualche irriducibile, si batte la fiacca. Fa fatica parlare, preparare da mangiare per convivenze, agapi e alleanze, pochissimi fanno le missioni e, almeno da noi, molti marinavano anche la Pasqua con la scusa che era troppo lunga e faticosa.

    Insomma, come tutti i consessi umani, alla fine ci si stanca e rimane solo l'abitudine e l'amicizia.
    Tutti cristiani adulti, secondo il Cammino.

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    1. Penso che deve essere di una tristezza infinita stare in comunità da anziani, quando hai passato tutta la vita lì dentro e ti rendi conto che non è cambiato nulla, ma che sono anni che vedi e rivedi quelle stesse facce, che non hai scelto tu, ma che qualcuno ti ha detto che Dio ha scelto per te e per la tua conversione e magari non le sopporti più o le sopporti a fatica e non ti senti tanto convertito, ma solo stanco di tutta questa giostra... Però ormai la vita è passata e le forze pure.... Deve essere tristissimo...
      Porto

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    2. Molti escono proprio dopo l'Elezione, perché si accorgono che nulla è cambiato (anzi, tutto è peggiorato).

      Oltre me, c'è una schiera persone uscite deluse e con la sensazione forte di essere stati ingannati.

      A questo punto restano due categorie di persone: quelli attaccati al ruolo, che desiderano comunque non perdere una posizione che non potrebbero replicare altrove, e quelli a cui frega poco o niente e che vanno in comunità solo per trovare compagnia senza farsi mai una domanda.
      Ci sono anche quelli che vanno per la fede, ma sono pochi. Una netta minoranza.

      Intanto, nell'arco degli anni lo sfrondamento è già avvenuto e solo gli ingenui come me resistono fino alla fine pensando che prima o poi quelle "promesse" si realizzeranno.

      Ringrazio il Signore che mi ha dato il coraggio di abbandonare tutto, ruolo, "fratelli" ed ambiente, anche se non è stato per nulla indolore.
      Ora sono in pace e me ne vado tranquillo coi cristiani della domenica, partecipando alle attività parrocchiali e considerando fratello chiunque abbia modo di conoscere.

      Nella Chiesa, siamo fratelli perché figli di un unico Padre, non perché si trascorre la vita con le stesse 30 persone di cui si conosce vita morte e miracoli.
      O meglio, si crede di conoscere, perché i più furbi col cavolo mettono in piazza tutta la loro vita. Dicono solo ciò che vogliono dire e ciò che è bene dire.
      Solo così puoi convivere col Cammino.
      Coi compromessi.

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    3. Voglio ringraziarti per aver detto di essere uscito dopo la elezione. La tua testimonianza mi commuove molto e mi conforta allo stesso tempo!
      Ho passato 8 anni nel Cammino con dei catechisti esaltati che mi hanno solo umiliato durante il secondo passaggio facendomi diventare lo zimbello della comunità. Il Cammino mi ha rovinato la gioventù. Me ne sono andato distrutto perché ho capito che non si poteva cambiare nulla dal di dentro. Spero che anche questa mia testimonianza venga letta da qualcuno che sta più in alto di Kiko.....

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  8. Ricordo che la prima impressione che ho avuto di fronte al momento della risonanza (nella quale una specie di cameriere portava il microfono a chi lo richiedeva) è stata quella di trovarmi in una specie di talk show, nel quale ciascuno poteva dare la sua opinione.
    In generale,monizioni, risonanze,preghiere spontanee,mi sembrano solo un modo per mettersi in mostra da parte di quelli che hanno manie di protagonismo,e che aspettano tutta la settimana per avere quel momento di visibilità....

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    1. Oltre alla "prima impressione" c'è la seconda, la terza, la quarta... e capisci che sono sempre le stesse persone che dicono sempre le stesse inutilissime cose. Una sorta di gruppo di auto-terapia di parlatorio.

      E osano chiamarla "liturgia".

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  9. @Marco
    Mania di protagonismo e visibilità, che vanno al di là del giusto confrontarsi con
    i nostri simili, a molti de quali piace star
    bene con se stessi, cosa che non è affatto
    un chiudersi in sé stessi, bensì un vero
    "dialogo" tra noi, la nostra coscienza e
    quando serve direttamente con Dio.
    Ruben.
    ---

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  10. Nel festival di Sanremo del 1957 Gino Latilla e Carla Boni cantavano La casetta in Canada , 40 anni dopo a Sanremo Masini cantava Vaffanculo questo per dire che i tempi evolvono, solo voi volete la vetusta obsoleta superata incomprensibile messa Vetus Orto , noi facciamo la ottima magnifica meravigliosa moderna giovanile divertente liturgia neocatecumenale

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    1. Nel 957, così come mille anni dopo nel 1957, i santi della Chiesa cattolica assistevano alla stessa Santa Messa.

      Se per te la Chiesa deve seguire le mode, il tuo posto è fra i protestanti.

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    2. Io personalmente non voglio la Messa Vetus Ordo, ma penso che il vostro tanto sperticato Concilio Vaticano II non sia stato un bomba libero tutti, come lo avete inteso voi.

      C'è il nuovo messale e non ottemperate neanche a quello, fate come volete reiteratamente, senza curarvi degli ammonimenti e degli ordini che vi sono stati impartiti.

      Per determinare l'eresia conta molto la reiterazione e la non correzione dell'errore.
      Se l'errore viene eliminato, si è a posto.
      Però deve essere eliminato per davvero e non solo sulla carta, eventualmente.
      Se l'errore non viene eliminato e si agisce difformemente alle prescrizioni generali e ricevute ad hoc, allora il discorso cambia. Non si è più in errore, c'è proprio una precisa volontà.

      Io mi fido della Chiesa, anche se a volte non comprendo il suo agire, per cui regolarsi sulle norme del Messale Romano è d'obbligo.
      E non si tratta di Vetus Ordo.

      Se a te stanno bene i tempi del Vaffanculo, accomodati, ma non penso che questo paragone si appropri alla Chiesa.
      Pare che tu voglia dire che oggi per la Chiesa sono i tempi del Vaffanculo.
      Potevi scegliere una canzone più adeguata, casomai.
      Ma capisco che per paragonare la Chiesa ai tempi che cambiano non ti sia venuto in mente di meglio.
      Capisco.

      I tempi cambiano, ma non sempre in meglio.
      Anzi...

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    3. Liturgia Neocatecumenale che NON esiste nelle norme ma viene comunque celebrata.

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    4. Solo che, a leggere le testimonianze, ci si rende conto che la vostra "ottima magnifica meravigliosa moderna giovanile divertente liturgia neocatecumenale", dopo tutti questi anni, è diventata una cosa triste, vecchia, stantìa e ammuffita, con le stesse facce, le stesse formule, gli stessi comportamenti triti e ritriti...come è normale, del resto, perché è un banale intrattenimento umano, fatto di riti e ritarelli e balletti. Hai voglia ad aggiungere miele e latte (poi che vi inventerete? un paio di alucce di cartapesta bianca da attaccarvi dietro?, un' aureola di fil di ferro dorato da sospendervi sulla testa?) tragicomico, se non fosse per il male fatto ai più deboli...

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  11. Monizioni, risonanze, testimonianze, quante stupide chiacchiere che alimentano solo un sinistro gioco di ruolo
    Quella decritta in questo frammento è liturgia (delle origini) il resto è pressoché solo fuffa

    “Nell’abside si consumava, dunque, il percorso orizzontale compiuto dalla liturgia, garantito da quello verticale, realizzato dal santo vescovo, come dal monaco rapito in estasi. Lo stesso Dio che si manifestava durante la sinassi eucaristica e nel quale si trasfigurava l’asceta che compiva una perfetta imitatio Christi era dipinto nell’abside, circondato dalle gerarchie angeliche e dai santi che lo contemplavano ad perpetuum dal giardino paradisiaco. Proprio nell’iconografia teofanica dipinta nelle absidi, dunque, si dischiudeva tutto il complesso intrecciarsi di tradizioni cultuali e spiritualità che risalendo dalle dottrineprecristiane prendeva ’forma policroma nello spazio che sovrastava l’altare’. (Valentina Cantone Ars Monastica. Iconografia teofanica e tradizione mistica nel mediterraneo altomedievale V, XI secolo, pp.gg. 19,20)

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  12. "Allo stesso modo, è arricchente quando un fedele laico racconta la propria esperienza in un Movimento o in una Comunità, incoraggiando chi vuole condividere quel carisma.
    Ma, per tutto ciò, l'ambito proprio non è quello della liturgia, ma quello della catechesi."
    Al di là del fatto che l'ambito giusto per le testimonianze non è quello della liturgia: ma che scopo ha il continuo incoraggiare a condividere il carisma neocatecumenale persone che sono già neocatecumenali? Posso capire che lo si faccia all'esterno, ma all'interno delle comunità che scopo ha tanta insistenza? Perché questo bisogno spasmodico di dare e ricevere continue conferme? L'impressione è che molti neocatecumenali siano sempre in procinto di mollare tutto o che comunque i rospi da inghiottire in comunità siano sempre tanti, troppi, e quindi sia necessaria un'opera di auto convincimento continua per non mandare tutto a carte quarantotto.
    Il neocatecumenale deve essere sempre "gasato", incitato, se possibile maltrattato; deve sempre avere qualche prospettiva di obbiettivi da raggiungere: tappe e controtappe, medaglie e diplomi; la motivazione a continuare deve essere estrinseca, non viene dall'interno. Questa continua corsa evita che qualcuno possa fermarsi a pensare, e pensando si renda conto dell'assurdità di questa corsa apparente, visto che in realtà non si progredisce mai. Infatti una delle frasi più comuni che si sentono in comunità sono: non è cambiato nulla...sono sempre uguale...sono tornato indietro. E non ci si rende conto che non è per nulla normale.

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    1. Infatti l'idea che ha il neocatecumenale è che senza la comunità non potrebbe mantenere la Fede,ma proprio perché ciclicamente,con celebrazioni,convivenze etc...la comunità motiva l'adepto,facendogli vedere quanto è fortunato ad avere una comunità,un cammino,dei catechisti,e quanto sarebbe devastante uscire dal Cammino....la mia convinzione è questa:lascia per un anno un camminanti lontano dalla comunità e si perderà per strada... perché verrà a mancare il controllo...

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  13. Si avvicina 4 dicembre, state in campana.

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    1. Io sto in campana, perché sono curioso.

      Infatti ho consultato il sito ufficiale del Cammino Neocatecumenale ed ho riscontrato che stranamente non c'è alcun annuncio del fatidico 4 dicembre.
      Alla voce "Carmen Hernandez" l'ultima notizia è del novembre 2021.
      Alla voce "Notizie" non c'è nulla riguardo alla prossima apertura della causa del 4 dicembre.

      Allora vado online e digito "beatificazione Carmen Hernandez dicembre 2022".
      Nulla.
      Unico riferimento, il sito dedicato a Carmen, di cui è proprietaria la Fondazione Famiglia di Nazareth spagnola, quella in via Blasco de Garay che, per l'appunto, è collegata al sito ufficiale del Cammino che invece non riporta niente.

      Allora digito la stessa richiesta in spagnolo.
      Nulla.
      Uguale all'italiano.

      Allora vado sul sito dell'arcidiocesi di Madrid.
      Nulla.
      C'è solo il riferimento all'udienza del 27 giugno, in cui Kiko annunciò al Papa la prossima apertura nell'arcidiocesi di Madrid della causa di beatificazione e canonizzazione.
      Il 27 giugno, si legge che "La data e il luogo in cui avrà luogo la solenne sessione di apertura del processo saranno comunicati a breve."
      A breve?

      Nessuno ne parla, nemmeno l'arcidiocesi comunica, solo il sito dedicato a Carmen parla del 4 dicembre.
      I neocatecumenali diffondono la notizia prima dell'arcidiocesi (?!)

      Poi trovo un resoconto più dettagliato su un sito spagnolo, in cui Kiko dice che già il 27 di giugno "L'arcidiocesi di Madrid ce lo ha comunicato".
      Quindi in giugno l'arcidiocesi avrebbe comunicato l'apertura "a breve" a Kiko e alla fine di ottobre non ha ancora comunicato nulla al popolo.

      Mancano 40 giorni, quanto "a breve" aspetteranno a comunicarlo ufficialmente dall'arcidiocesi?

      Perché nessuna risonanza mediatica sul grande evento?

      Poi, siccome sono pignolo anche per deformazione professionale, noto un particolare nella notizia data dall'arcidiocesi, datata 27 giugno 2022.

      Si dice che il postulatore Carlos Metola è stato nominato congiuntamente dal Cammino Neocatecumenale e dalla Fondazione Famiglia di Nazareth.
      Ora, che la Fondazione Famiglia di Nazareth possa nominare è pacifico: si tratta di una fondazione con i suoi organi amministrativi.
      Ma che il Cammino, che si dice essere un "itinerario", possa nominare qualcuno è molto discutibile.
      Un "itinerario" non può compiere azioni per definizione.

      Allora la nomina deve per forza essere derivata da una struttura organizzata.
      Ciò riconferma che anche il Cammino è una Fondazione, di cui però non si conosce la struttura, dato che ogni riferimento alla Fondazione Cammino Neocatecumenale è regolarmente omesso.

      Grazie ad iternet, molte metodologie e pratiche dubbie vengono a galla.

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    2. Infatti, sull 'Agenda dell'Arcidiocesi
      di Madrid in data 4/12, non viene
      riportato un bel nulla in riferimento
      al "presunto evento".
      Ruben.
      ---

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    3. La notizia appare solo qui:
      https://carmenhernandez.org/it/apertura-della-causa-di-beatificazione-e-canonizzazione-di-carmen-hernandez/

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  14. Occhio che la "megera" sale agli onori degli altari.

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    1. Ennesima dimostrazione che il Cammino viene dal demonio.

      Infatti:
      - i kikos credono di ingannare Dio, come se Dio non fosse stato capace di vedere l'eresia in cui sguazzò per tutta la vita la signora Hernández
      - agli onori degli altari si sale per decisione della Chiesa, non per la caciara fatta dai "tifosi" del presunto "santo"
      - i kikos credono che "santo" e "beato" sarebbero titoli nobiliari
      - l'apertura di un processo di beatificazione o canonizzazione non implica affatto il suo successo
      - i kikos credono di poter comprare titoli di beato e santo come al mercato delle vacche
      - credono addirittura che l'eventuale compra del titolo renda finalmente incriticabile la "megera".

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  15. Anonimo sii conseguente:
    proponi a Kiko di comporre un inno
    con qualche Vaffa...da cantare durante
    il balletto-girotondo alla fine delle vostre
    eucarestie, sarebbe perfettamente appropriato.
    Ruben.
    ---

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    1. Vaffanculo è l'acronimo di :

      Volute Assurdità Francamente Fasulle Ancora Neocatecumenalmente Castranti Uomini Leggermente Obnubilati

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  16. Cosa succede, il Cammino ha hakerato
    il blog?
    Ruben.
    ---

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  17. Nel rileggere i vs interventi mi sono soffermato su uno in particolare. tale Marco, non lo conosco, asseriva che il sabato qualcuno approfittava della risonanza per mettersi in mostra, e' vero Marco, un po' come succede ai veterani del blog, gente single, anziana, divorziata che si da un po' di vita intervenendo sul blog. Naturalmente nessuno di loro si espone ma sono convinto che la realta' di vita degli "OSSERVATORI" e' quella sopra descritta. Carmine di Barletta

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    1. Perché, ti sembra che siamo in chiesa?

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    2. Carmine di Barletta
      Il problema è che ictu oculi voi siete ridicoli e farseschi. Una farsa tragica, purtroppo, perchè si vorrebbe addirittura assumere che quello che fate voi lo avrebbero fatto i fantomatici "primi cristiani"
      Figurati
      Ma non ti accorgi di quanto fate ridere?
      Ps sono anziano, con un piede nella fossa, ma non sono né divorziato, né vedovo e passo il tempo facendo molte cose Oggi sono andato al lago e ci sono stato tutta la giornata con mia moglie. Oer conseguenza il tuo teorema è fasullo.

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    3. Carmine Carmine
      ma che ne sai tu della vita nostra?

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    4. @Carmine
      Per quanto mi riguarda, né anziano, né single, né divorziato, ma sposato e con figli. Fra l'altro dalle tue parole traspare neanche tanto velatamente il disprezzo tipico del Cammino per le categorie che elenchi: anziani, divorziati, single. È un atteggiamento che nel Movimento Neocatecumenale mi ha sempre dato grande fastidio. Nell'ottica becera del Cammino, sono quelli che "non servono più". Non fanno figli, oppure non si possono risposare e rimangono "sfigati" a vita, oppure (gli anziani) hanno gli acciacchi, bisogna accompagnarli e riportarli, non servono più. Nessun desiderio di "darmi vita" con il blog, che poi cosa significherebbe non l'ho capito. Nemmeno desiderio di mettermi in mostra, come anche non lo avevo nel Cammino, anzi lì meno che mai perché non mi sono mai riconosciuto come uno "yes man", ancora meno come fanatico del Cammino.
      Porto

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    5. Non c'è da stupirsi delle fantasie del barlettano.

      La descrizione che ha fatto è esattamente come nel Cammino insegnano a vedere le persone al di fuori del loro circolo, dando a tutto una connotazione negativa.

      Come se nel Cammino non ci fossero single, anziani ed anche divorziati che cercano un po' di vita frequentando le salette.

      E questo lo dico non per mera convinzione, ma conoscendo direttamente la realtà del Cammino.

      Carmine invece non conosce nessuno di coloro che critica. Fa mere illazioni sulla base di una percezione indotta che pervade ogni camminante.

      Questo serve loro a sentirsi migliori.
      Senza il confronto immaginario con l'esterno, che ne sarebbe della loro gabbia?

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    6. Carmineeeee...........................................................................................................................................

      Elimina
    7. @Carmine
      Quando non si hanno argomenti validi la si butta sul personale. Tipico del cammino. Grazie per avercene dato un'altra dimostrazione.

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  18. Al di là di tutto: a me basta che qualche troll neocatecumenale, leggendo alcuni commenti scettici, non venga a dire che noi non credevamo nell'apertura del processo penal...ehm no, di beatificazione, a carico della Hernàndez. Conoscendo i potenti mezzi economici neocatecumenali, i loro appigli con alte gerarchie vaticane e la loro propensione alla menzogna, ci abbiamo creduto da subito, che avrebbero fatto questa porcata, e lo abbiamo detto in tutti i post da più di sei anni.
    Quindi non vengano i troll del Cammino al momento opportuno a fare "gne gne, voi pensavate che alla Chiesa non sarebbe capitato questo ennesimo affronto, invece lo abbiamo fatto, abbiamo messo le scarpe vecchie sull'altare e la invereconda Carmen la proponiamo a serva di Dio e su su fino a quanto il nostro dio quattrino consentirà".

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  19. Il mio discorso era questo,in sintesi:, sembra quasi che,per i Nc,se non c'è il momento in cui uno può fare sentire la propria voce, allora non c'è la Messa.
    Ho assistito in tempo di pandemia ad una celebrazione in cui,al momento della preghiera dei fedeli, è stato allestito un collegamento webcam per dare modo a quelli collegati via zoom di dire la loro preghiera... della serie, l'importante è che io mi faccia sentire nel gruppo,che anche a distanza la gente veda che ci sono,(ovviamente guai a fare la preghiera nel proprio cuore,in maniera silenziosa, bisogna per forza metterla in piazza...parlo quindi esisto)....quasi come se...se la comunità non mi sente, allora il Signore non mi sente....

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    1. Non solo le preghiere: pure le letture venivano fatte in collegamento esterno. Hanno dovuto farglielo presente, che, per la validità della Messa, deve esserci unità di luogo, se no chissà a cosa sarebbero arrivati... magari alla concelebrazione via webcam.

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