lunedì 14 novembre 2022

Il Cammino è possibile solo grazie al modernismo

Insistiamo a far notare ai lettori di questo blog che la radice fondamentale dell'eresia neocatecumenale è il "modernismo".

Non spiegheremo qui i contorni filosofici e teologici del modernismo. Ci limiteremo a far osservare che il pensiero "modernista" si basa ultimamente sulla convinzione che l'errore e la verità avrebbero gli stessi diritti. Perciò Kiko e Carmen, "iniziatori" del Cammino, hanno potuto esalare un mucchio di panzane, errori, vere e proprie eresie, presumendo di avere come minimo la stessa dignità delle verità di fede che la Chiesa insegna da venti secoli.

...e neppure questa volta
dicono chi sono
Il cosiddetto "itinerario" inventato dai due spagnoli eretici ha addirittura la pretesa di portare alla fede cattolica. Sarebbe come se un bambino capriccioso impastasse sabbia e acqua di mare e dicesse di aver reinventato l'elettronica. Non è che etichettando "resistenze" e "condensatori" quelle polpettine di sabbia avverrebbe la magia. Non è che ricordando che nella sabbia c'è anche silicio, che l'elettronica improvvisamente prende vita. La fede cattolica non è il magico prodotto di qualche estemporanea invenzione. La fede è un dono di Dio. Per desiderarla, per alimentarla, per rafforzarla, occorre fidarsi della Chiesa che per venti secoli l'ha nutrita, promossa, diffusa, per esplicito mandato del Signore; Kiko e Carmen si sono illusi di sostituirsi alla Chiesa, si sono illusi che il loro errore avesse la stessa dignità della verità insegnata dalla Chiesa... si sono dati da fare per crearsi il loro piccolo impero in cui essere capi riveriti, osannati, temuti, e soprattutto pagati. Il Cammino è andato avanti fino ad oggi grazie all'ignoranza dei suoi adepti.


Un anziano giornalista se la prendeva con certi politici «privi di cultura generale, adoratori di una modernità che non hanno i mezzi intellettuali per capire nelle sue insidie e nelle sue falle e imposture: per questo la adorano come un idolo, i “Mercati”, la Scienzah, i Diritti… Una classe dirigente che crede alla propria propaganda…»

Sembra la descrizione dei facinorosi kikolatri:

- "privi di una cultura generale" sulle cose della fede. È inaccettabile che un qualsiasi "itinerario" di formazione cattolica non faccia conoscere gli elementi fondamentali della fede. Sul serio, Kiko va blaterando che la confessione dei peccati mortali sarebbe facoltativa e rinviabile a piacere («il Signore ti ha già perdonato... domani, se vuoi, sigillerai in confessione...») e nessuno dei kikolatri riconosce il madornale errore;

- "adoratori di una modernità che non hanno i mezzi intellettuali per capire nelle sue insidie e nelle sue falle e imposture": i kikolatri sono convinti che ciò che era di grandissimo valore per i santi fino a ieri, oggi sarebbe da buttare perché "preconciliare". Per esempio la Messa tridentina - quella celebrata da padre Pio da Pietrelcina - per loro è fumo negli occhi, è qualcosa da dimenticare e da abolire. Nella propaganda neocatecumenalizia le carnevalate kikiste-carmeniste del sabato sera sarebbero "adatte ai tempi odierni", ma non sanno spiegare perché - non hanno i "mezzi intellettuali" per capirlo, dunque non hanno alcuna intenzione di ascoltare chi dimostra che il Cammino ha ridotto la liturgia a uno spettacolino autogestito, ha ridotto la dottrina a fastidioso orpello, le devozioni a esteriorità per vecchiette "cristiane della domenica" (tranne nel caso in cui c'è da fingere devozione per la defunta cofondatrice del Cammino)... Non sanno spiegare perché una cosa che era valida fino a ieri (padre Pio) oggi sarebbe da rigettare con furiosa forza;

- "adorano come un idolo la modernità": ve lo ricordate Kiko che nella primavera 2013 si leccava i baffi gasatissimo dall'aver visto che il neoeletto Bergoglio aveva comandato di togliere gli inginocchiatoi dalla cappella Sistina? «Questo vuol dire qualche cosa! Questo vuol dire qualche cosa!» gridava, senza avere il coraggio di dire a chiare lettere il suo sogno: il divieto di inginocchiarsi davanti al Santissimo. (E infatti se parlate con qualche kikos vi dirà che l'adorazione eucaristica è tenuta talmente in gran conto nel Cammino che... è stata -nientemeno!- allestita una cosiddetta "cappella dell'adorazione" nella Domus kikiana in Israele, e quindi l'adorazione si può fare lì e solo lì; non sia mai che un kikolatra tradisca il proprio divin Kiko e si metta ad adorare il Signore Dio dell'Universo presente nel Santissimo Sacramento);

"Restaurata solo grazie allo sforzo
e al lavoro del Cammino neocatecumenale"
Sì, per farne una meta del proprio
turismo religioso
- «"Mercati", "Scienzah", "Diritti"...»: anche i kikolatri hanno i loro dogmi, "piccola comunità", "evangelizzazione", "testimonianza"... Notare la grande somiglianza concettuale: la critica non era ai mercati, alla scienza, ecc., ma alla loro perversione. Così, noi qui critichiamo non l'evangelizzazione (quale cristiano la criticherebbe mai?) ma il fatto che i kikolatri chiamano abusivamente "evangelizzazione" la propaganda della loro setta; qui critichiamo non la possibilità di vivere in modo comunitario la fede (che storicamente è avvenuta in tantissimi modi, non solo "parrocchia") ma il fatto che i kikolatri chiamano abusivamente "comunità" solo l'attivismo kikolatrico (come se l'intera Chiesa avesse sbagliato per venti interi secoli e fosse rinata solo grazie al comunitarismo kikiano-carmeniano, ed infatti, ad eccezione di quando devono "farsi notare", evitano in ogni modo qualsiasi iniziativa comunitaria cristiana); qui non critichiamo la necessità della testimonianza per ogni cristiano, ma il fatto che i kikos chiamino "testimonianza" i loro discorsetti preconfezionati ("io non faccio aborti risse divorzi discoteche: il Cammino mi ha salvato il matrimonio!") coi quali sentirsi nettamente superiori ai "cristiani della domenica";

- «una classe dirigente che crede alla propria propaganda»: esattamente come quella del Cammino Neocatecumenale, esattamente come quella dell'Unione Sovietica. Notare che l'URSS collassò all'improvviso proprio perché credette troppo ai numeroni inventati dalla propria stessa propaganda, giungendo al punto di chiedersi dov'era la crescente Produzione e il moltiplicarsi di Fabbriche.


In filosofia il concetto di "modernità" è grosso modo riassumibile così: «riconoscere alla verità e all'errore gli stessi diritti».

Applicatelo alla liturgia: "la liturgia cattolica è quella del Messale ma noi del Cammino celebriamo Variazioni Liturgiche che son molto belle, oh come sono belle, son proprio sentitissime".

Applicatelo alla dottrina: "la dottrina cattolica è quella del Catechismo ma noi del Cammino facciamo «esperienza», mica ci mettiamo sui libri (a proposito, avete comprato i libri di Kiko? e i libri di Carmen?), mica facciamo come i «cristiani della domenica»".

Applicatelo all'ubbidienza al Papa e alla Chiesa: "noi del Cammino siamo ubbidientissimissimi al Papa e alla Chiesa, che però certe volte «non capiscono il Cammino» e allora in quei casi facciamo di testa nostra, cioè testa di Kiko, per esempio la Lettera di Arinze non esiste, però è stata anche superata da qualcosa ma non ricordo cosa, ma comunque era privata ma è stata subito abolita, e poi nessuno deve intromettersi sul modo in cui celebriamo, poiché la liturkikia ci è stata consegnata da Kiko".


Sia lodato e ringraziato ogni momento...
Se l'errore ha gli stessi diritti della verità, uno smette di seguire la verità e l'autorità che la garantisce, e comincia a seguire le proprie paturnie. "Comunione seduti"? Autoreferenzialità esasperata? Liturgie carnevalesche con diluvio di omelie laicali? "Decime" obbligatorie e con ricatti morali? I cosiddetti "catechisti" arroganti e ignoranti che impongono arbitrariamente scelte di vita ai poveri adepti, fanno nefandezze di ogni genere, e devi continuare a incensarli? "Ma Kiko ha il carisma, chi sei tu per giudicarlo?"

Se l'errore ha gli stessi diritti della verità si finisce immediatamente nell'idolatria, nella menzogna, nell'arroganza. "Kiko ha il carisma, chi sei tu per giudicarlo?" "Il Cammino mi ha salvato! Ha salvato il mio matrimonio da ubriachezze, risse, divorzi, discoteche! Noi facciamo evangelizzazione! E voi invece?"

Ricordatevene, specialmente quando i kikolatri blaterano di "ventimila preti per la Cina" (a proposito, a che punto siamo? nel corso di tutta la loro esistenza i seminari neocatecumenali Redemkikos Mater hanno "prodotto" neanche 1800 presbikikos - includendo nel novero quelli poi spretati, quelli poi morti, quelli che poi hanno abbandonato il Cammino -, quanto manca per arrivare a 20.000?), o vi mostrano foto degli "alzati" che stanno in ginocchio davanti a Kiko (e vi dicono "90 ragazzi" quando nella foto super-panoramica non sono neanche 40), "trecento neocatecumenali a cantare sotto la finestra del Papa" (in realtà erano mezza dozzina di cui uno con la chitarrella e uno coi tamburelli, e il monsignore che si affacciò non lo fece per ringraziarli ma per dire di fare silenzio che il Papa era ammalato e doveva riposare), o gli stessi presbikikos e cosiddetti "catechisti" vi dicono ereticamente che «Gesù era un peccatore che ha fatto esperienza del perdono del Padre»...

55 commenti:

  1. Tutti a bere all'insalatiera di nuovo,però uno sè non vuole per paura del covid può rifiutare ,però con le decime non si scherza !

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    1. Esatto, perché il dogma fondamentale del Cammino è la Decima, mentre il beverone dall'insalatiera è parte della carnevalata obbligatoria comunitaria, intesa a banalizzare il Santissimo Sacramento e a renderlo un mero simboletto dell'unità della comunità.

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  2. Tutte queste idee tanto moderne per le quali verità ed errore hanno lo stesso diritto di esprimersi ed essere valutati e creduti, in realtà non sono altro che il prodromo della espulsione della verità, perché alla loro base c'è proprio l'intolleranza. Succede con il Cammino come sta succedendo con la riforma protestante, che, dicono alcuni intellettuali, si sente defraudata da alcune parole quali giustificazione, missione, salvezza, "inopinatamente" utilizzate dalla Chiesa Cattolica per "dire altro", dimenticandosi che i primi a usare questi termini cristiani dando loro un altro significato, sono stati proprio loro. Esattamente come sta succedendo con il Cammino, che è riuscito ad associare alcune parole a se stesso (Cammino, comunità, annuncio, ora persino parole ritenute agli inizi bigotte come pellegrinaggio o adorazione) dando loro un diverso significato e riuscendo a far sembrare estranei o addirittura "sovrapposti" i significati originali. Succede così che molti non si raccapezzano più nella giungla dei nomi, e, giustamente, a loro modo di vedere, se lasciano la comunità lasciano anche la Chiesa, e andare a vedere la cameretta di Kiko a Madrid equivale al pellegrinaggio ad un santuario mariano.
    In mezzo a tutta questa confusione, è già il secondo caso a mia diretta conoscenza di giovane figlio del Cammino, ribelle ormai alla comunità e quindi alla Chiesa, tornato alla fede tramite gli esercizi spirituali ignaziani. Per grazia di Dio.

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  3. Un altro importante esempio:

    - premessa: "la verità e l'errore hanno gli stessi diritti!"

    - conseguenza: "la verità [la Presenza Reale di Nostro Signore nel Santissimo Sacramento] e l'errore [il trattare il Santissimo Sacramento come se fosse una specie di sacro snack di unità fraterna] hanno gli stessi diritti!"

    - applicazione: nel Cammino agiscono come se non credessero nella presenza reale di Nostro Signore nel Santissimo Sacramento [link].

    Attenzione: a parole magari dicono che "ci credono" ma nei fatti agiscono come se non ci credessero per niente.

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    1. La dimostrazione è che ci sono dei personaggi che pretendono di spiegarci che Kiko ha sempre ragione anche quando ha torto e che le dissacrazioni non esistono visto che la Chiesa non gli ha ancora mandato gli ispettori a serrargli le salette. Non si rendono conto che l'ignoranza simulata aggrava le loro responsabilità, non le allevia.

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    2. Adesso è tutto chiaro : voi state aspettando che il Vaticano mandi gli ispettori nelle salette, che poi riferiranno al Papa e il Papa scioglie il Cammino. Vero? Ma noi non ci preoccupiamo, ci cerchiamo alloggio altrove, per es. proprio dai protestanti. Se la Chiesa Cattolica si può permettere di perdere un milione di cattolici, tanto i Cattolici sono un miliardo, vero? Contenta la Chiesa Cattolica, ma più contenta quella Protestante, che avrà un milione di aderenti in più.

      La parola al Vaticano.......................................................................................................................

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    3. Kiko ha sempre ragione. Rassegnatevi........


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    4. Anonimo questo commento spero sia sarcastico..
      Pelagio

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    5. Sicuramente scherzava. Si sa che il Csmmino non sopravviverebbe se non parassitando le parrocchie cattoliche.

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    6. parassitando...........................................................................................................................................

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  4. Risposte
    1. Allora, se parlavi serissimamente, ci spieghi che cosa se ne farebbe la Chiesa Cattolica di un movimentucolo di un immaginario milione di "cattolici" arroganti in vendita, disposto ad andare dai protestanti o dal miglior offerente, piuttosto che adeguarsi ai principi cattolici?
      Il tuo intervento mostra esattamente la pasta di cui siete fatti: mica vi preoccupate di non essere conformi al cattolicesimo. Pur di sopravvivere vi fareste protestanti. Tanto per voi è uguale, basta sopravvivere come entità a sé, che può stare qui o lì. Sotto il Papa o lontano dal Papa.
      Il fatto di appartenere oggi alla Chiesa Cattolica è puramente incidentale.
      Ma la questione non è di numeri, mio caro, milione o non milione. La questione è di fede.
      Se a voi che oggi vi dichiarate cattolici, sta bene anche diventare protestanti domani, vuol dire che del cattolicesimo non avete capito nulla, né ve ne frega di capire.
      Potreste diventare il "Movimento riformista Battesimale kikiano", che ne dici?
      Grazie per la dichiarazione.
      Potrebbe esserci chi ne fa tesoro.

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    2. Sempre ammesso e non concesso che tutti i neocatecumenali passassero al protestantesimo.
      Io dico che numericamente ci perdereste anche voi, perché molti vi seguono credendo che siate cattolici.
      Una volta scoperto che invece siete mercenari, almeno un terzo vi saluterebbe senza neanche pensarci due volte.

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    3. Parlava talmente "seriamente" da essere incapace di scegliersi uno pseudonimo per le risposte.

      Il termine "Anonimo", evidentemente, su questo blog significa o "qualcuno che non aveva mai usato la piattaforma Blogspot" oppure più semplicemente "il tipico troll neocatecumenale che crede che disturbando le discussioni qui, faccia diventare santo Sankiko Santargüello".

      Secondo voi riuscirà ad ingannare i lettori del blog? e riuscirà ad ingannare anche Nostro Signore?

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  5. Ciò che accomuna i modernisti di tutte le specie e di tutti i generi, prima ancora delle idee, è che sono portatori di novità a cui la Chiesa, da sola e senza di loro, non è arrivata.

    Scrive San Paolo: "Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole" (2Tm 4,3-4).

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  6. Ho dovuto recuperare un po' indietro nei vari thread e mi sento di ringraziare quelli che li hanno scritti. Alcune spiegazioni sono un vero nutrimento, perché riprendono la meraviglia e la bellezza della dottrina cristiana, che sola può nutrire un'anima e farle desiderare la salvezza. Le brutture di Kiko e Carmen invece causano danni spirituali enormi e ferite che richiedono una vita intera per guarire. Dio benedica chi spende il proprio tempo per mettere in guardia contro l'eresia neocatecumenale

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  7. Signori & Signore quota minima della decima con inflazione,guerra,pandemia,terremoti, 100 euro

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  8. Quello che più mi dispiace per chi frequenta il cammino è il fatto che nonostante i loro continui paragoni fra " prima" del cammino e " dopo" essere entrati in comunità, in realtà anche dopo anni in loro non c' è alcun cambiamento. Sono tantissime le persone con fragilità psicologiche che vi entrano per averne beneficio perché sperano che un percorso di fede forte e intenso possa loro aiutarli. Invece continuano dopo anni a essere depressi, frustrati e a combattere con gli stessi problemi. Proprio domenica eravamo con degli amici nc e uno di loro con problemi di depressione e quindi sotto psicofarmaci raccontava di aver dormito tutto il giorno, si era alzato solo per pranzare e poi nel tardo pomeriggio e solo perché aveva appuntamento con noi. E ha una moglie che, immagino, abbia passato quasi tutta la domenica da sola aspettando che il marito si svegliasse. E mi ricordo l' ansia di cercare " la svolta" a livello di fede e l esaltazione che si creava alla fine delle celebrazioni per far credere di essere inondati di spirito e di aver superato quindi i propri problemi. Poi si tornava a casa ed era sempre tutto uguale. Basterebbe invece trovare un vero sacerdote davvero innamorato di Dio che ti metta davanti al Santissimo, che durante la confessione invochi DAVVERO su di te lo lo Spirito Santo, nel silenzio della chiesa, davanti al tabernacolo, e davvero ci si sentirebbe travolgere dall'amore di Dio e si guarirebbe dalle proprie ferite. A me è successo e quella confessione è stata più guaritrice di anni di discorsi e di parole e di esaltazione forzate in comunità. Scusate la lunghezza del post ma ci tenevo a raccontare questa esperienza. Elena

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    1. C'è infatti un molteplice equivoco neocatecumenale sul tema.

      Da un lato, è vero che chi si converte alla vera fede, in qualche modo "cambia vita".
      Dall'altro, è anche vero che l'uomo resta peccatore nonostante qualsiasi sforzo fatto (e sì che anche i santi avevano bisogno di confessarsi).
      E per giunta, la "moralità" di una persona non si può "misurare" su una scaletta graduata.

      Quest'ultimo punto è fondamentale perché smentisce drammaticamente tutte le presunte "conversioni" del Cammino, che sono solo ostentate, sono solo vantate, sono solo descrizione scenografica altisonante. In una parola, sono ipocrisia.

      L'uomo è incline al peccato, resta peccatore finché vive, ma certamente nel convertirsi ha "smussato gli angoli", ha rinunciato definitivamente a certe cosacce perché gli impediscono di vivere la fede.

      Nel Cammino queste cose vengono esagerate e spettacolarizzate:
      - "l'uomo resta peccatore" diventa autoassoluzione di comodo: "eh, quando il Signore mi toglie la mano dalla testa, ne combino di ogni!"
      - quello "smussare gli angoli" diventa nel Cammino un vantarsi dell'ovvio: "eh, il Cammino mi ha salvato da risse divorzi ubriachezze omicidi discoteche aborti!" (come se i cosiddetti "cristiani della domenica" - ma anche la maggioranza assoluta dei non cristiani - passassero le giornate partecipando a risse, divorziando, ubriacandosi, ammazzando, discotecando, abortendo...)
      - il "convertirsi" diventa un fare esclusivamente propaganda kikiana: nella loro bocca c'è il nome del Signore, nella loro vita ci sono le opere del demonio e la kikolatria-carmenlatria-camminolatria.

      Nel Cammino ci sono diverse categorie di clamorosi errori, create di proposito per schiavizzare gli adepti:

      1. il doversi dichiarare enormemente "peccatori" (cioè totalmente dipendenti dal Cammino: il Cammino è letteralmente un idolo)
      2. il disprezzare ogni "sforzo di migliorarsi" (poiché altrimenti si capirebbe che il Cammino non è indispensabile)
      3. il pretendere di "misurare i cambiamenti" (ma solo agli adepti di bassa lega; i VIP del Cammino possono peccare a piacere e risponderti severamente "tu giudichi!")
      4. l'esasperare alcune pratiche e "canalizzarle" a favore del Cammino (come ad esempio il "provarsi con Mammona", che non è un gesto di povertà ma di impoverimento).

      Tutto questo avviene perché nel Cammino si professano madornali errori riguardo al rapporto fra libertà umana, divina grazia, peccato. Il Cammino insegna corbellerie - e quelle corbellerie determinano un pessimo "itinerario" spirituale, che loro tentano di abbellire a suon di paroloni, di "spirito di gruppo", di un vantarsi tipo "noi siamo migliori dei cristiani della domenica", "abbiamo cento seminari", "centonovantacinque bandierine sul mappamondo di Kiko", eccetera.

      Davvero, tutte queste caratteristiche fondamentali del Cammino sono decisamente gradite al demonio (quello vero, non il simpatico portasfortuna neocatecumenale che ti fa trovar pioggia e traffico quando vai alla convivenza").

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  9. Notizie da Guam: in una delle email che Tim scrisse a officiali vaticani molti anni fa, Tim precisò che la situazione era talmente grave che «c'è gente che potrebbe portare sui media la propria orrenda storia [di abusi subìti dal vescovo pedofilo neocatecumenale Apuron], e se succede, sarà un "effetto valanga"...»

    Dai corridoi vaticani gli amiconi del Cammino decisero di infischiarsene, nonostante Tim e molti altri li avessero messi sull'avviso, e a un certo punto Tim stesso aiutò le vittime del vescovo pedofilo neocatecumenale a rivolgersi agli avvocati e ai media. E ci fu l'inevitabile e prevista "valanga".

    Resterebbe ora da capire se in quei sacri corridoi gli alti papaveri vaticani abbiano capito che il Cammino è un'inesauribile fonte di scandali, corruzione, sconcezze, danno per la Chiesa (economico, di immagine, ecc.).

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  10. A proposito di classe dirigente che crede nella propria propaganda. Don Ezechiele Pasotti scrive sul sito Neocatecumenaleiter: "un parallelo, che non può non colpire, tra la situazione della Chiesa nel 12° secolo e la situazione attuale. Certo, senza nessuna presunzione, sono due storie, fatti ben diversi: là è storia consolidata, qui ancora più una “visione”, ma basta avere un po’ di occhi per vedere e si resta colpiti da come Dio conduce avanti la storia: ciò che l’iniziazione cristiana, avviata per mezzo di Kiko e Carmen, alla luce e sulle tracce del Concilio Vaticano II, e aperta in 135 Paesi dei cinque Continenti è davvero qualcosa che può segnare la Chiesa dei nostri giorni." Naturalmente il parallelo è con il francescanesimo. E poco sopra era stato tirato in ballo Charles De Foucauld. Cosa hanno a che fare questi due giganti della santità con Kiko Argüello, difficile dirlo; soprattutto cosa abbia a che vedere la loro scelta di povertà vera, radicale, mistica con le vite più che borghesi dei fondatori e dei loro diretti accoliti è ancor più difficile da scorgere.
    Ma questi preti della prima o seconda ora sembrano credere nella propria stessa propaganda oppure semplicemente hanno della fede e della Chiesa un'esperienza così povera e così limitata da sentirsi dei grandi innovatori, dei santi, degli eroi.
    Il tutto per una chiesetta ristrutturata non per il Culto della Chiesa, ma per il Culto di Kiko e Carmen e dei mitologici primi anni del Cammino, quelli in cui si fregiavano di riempire la chiesa di poveri; e nessuno che si chieda dove sono oggi tutti quei poveri.

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  11. Sempre sulla classe dirigente del Cammino che crede alla propria propaganda.
    Ecco per esempio come conclude il proprio libro "Il Cammino neocatecumenale. 50 anni di iniziazione cristiana degli adulti" don Ezechiele Pasotti, il presbitero neocatecumenale che ha seguito la redazione del Direttorio, degli Statuti, la revisione dei Diari di Carmen.
    "Sempre più le parrocchie gli spazi dove operava la cristianità si stanno non solo svuotando ma non sono più significativi, non parlano più all'uomo di oggi.
    Mentre la casa, la famiglia cristiana è un luogo ancora capace di accogliere di riunire chi è solo e alla ricerca di un senso per la sua vita.
    Agli inviti alle catechesi fatte nelle parrocchie -è una constatazione facile da fare- risponde sempre meno gente mentre sempre più persone sono disposte a raccogliersi in una casa per ricevere un annuncio e formare una comunità cristiana.
    Dio ha suscitato insieme ad altri carismi il Cammino per rispondere a questa urgenza pastorale delle parrocchie, per far giungere una speranza all'uomo di oggi.
    I frutti sono sotto gli occhi di molti.
    Il fatto sconcertante -cecità? malavoglia? superficialità? orgoglio? peccato contro lo Spirito Santo (Mt 12,32)?- è che spesso si apprezzano i frutti ma non si vuole l'albero che li produce."
    Traduzione di questo 'gran finale' del presbitero kikiano don Pasotti:
    nelle parrocchie nessuno abbocca più alle vetuste e piene di eresie catechesi neocatecumenali?
    La colpa non è del Cammino che non ha saputo cambiare, correggere i propri errori, fornire una proposta adatta ai tempi ed autenticamente cattolica: la colpa è della parrocchia, è la parrocchia che 'non sa più parlare all'uomo d'oggi', solo perchè non si fa più parassitare dai kikos.
    Quindi il Cammino neocatecumenale si ritirerà dalla parrocchia per costruire comunità nelle case: il bello è che il Pasotti scrive che lo farebbe 'per rispondere all'urgenza pastorale delle parrocchie'!
    O ineffabile logica kikiana!
    Per quanto riguarda l'albero che produce così bei frutti come lo svuotamento delle parrocchie per far fare ai cattolici, chiusi nelle case, i balletti, le processioni in tunica bianca, le schitarrate kikiane e la distribuzione sacrilega di particole, come abbiamo visto nel video -e quel che non abbiamo visto lo abbiamo saputo da altre fonti- dice bene il presbitero Ezechiele: noi non lo vogliamo.
    Non lo vogliamo perché è una mala pianta, che alligna nella nostra Chiesa da mezzo secolo: e non ne apprezziamo neppure i frutti, acidi e immangiabili come pochi.
    Per quanto riguarda le accuse di 'cecità, malavoglia, superficialità, orgoglio, peccato contro lo Spirito Santo', le restituiamo tutte al loro mittente neocatecumenale, che di peccati se ne intende!
    Ne hanno fatto un vanto per mezzo secolo, di essere i peggiori. E forse è l'unica cosa su cui possiamo pure pensare di dar loro ragione.

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    1. facciamo un sondaggio : è meglio .Pasotti o Zoffoli?

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    2. Padre Zoffoli è cattolico, e ci basta questo. Sono anche personalmente convinto della sua santità (uno che ha difeso eroicamente la fede con parole e scritti, mentre era apostolo del confessionale e uomo di fervente preghiera, è difficile non pensare altrimenti), ma aspetteremo tranquillamente che sia la Chiesa a dichiararlo tale. Un giorno la sua figura verrà riscoperta e si indagherà a fondo, e il suo amore per il Signore, per la Chiesa, per la verità, verrà facilmente riconosciuto da ogni pagina dei suoi scritti. Seminaristi e novizi dei Passonisti, ancor oggi, si passano tra loro segretamente gli scritti di padre Zoffoli, cercando di non farsi beccare dai superiori che ancora lo considerano una figura "scomoda" che potrebbe portare "guai" (a causa delle furiose e inestinguibili vendette neocatecumenali).

      Pasotti è invece un "presbikiko", cioè un adoratore dell'idolo Kiko, cioè uno che ha messo Kiko e il kikismo-carmenismo al di sopra della propria fede cattolica e del proprio ministero sacerdotale, cioè in fin dei conti un "utile idiota" al servizio del demonio. Che poi con ricche oliature gli si faccia far carriera, non cambia la situazione. L'essersi prestato alla "comunione seduti" e alle altre strampalate kikate-carmenate liturgiche e dottrinali, senza mai rendersi conto dei madornali errori (e vere e proprie eresie) del Cammino, dimostra che ancora non si è convertito alla fede, nonostante ogni discorsetto sospirante e ogni proclama contrario.

      Cercate di capire: essere "in buona fede" non giustifica i tuoi errori; l'ignoranza è una scusante solo se davvero "invincibile" fino alla morte; è impossibile che in tutta la tua vita tu non abbia mai letto o udito qualcosa che contraddice le eresie kikiane-carmeniane; è impossibile considerarti "in buona fede" o addirittura "cattolico" se per te prima di tutto viene esclusivamente il Tripode Kiko-Carmen-Cammino. E non parliamo del rapporto di cieca ubbidienza ai cosiddetti "catechisti" laici, anche quando si tratta di calpestare i fratelli più piccoli e indifesi, anche quando si tratta di coprire le vergognose porcherie - non solo economiche, e non solo quelle grossissime - della setta dei kikolatri. Un giorno ci si ritroverà di fronte al Signore e non ci si potrà giustificare dicendo: «ma io non sapevo, ma noi eravamo approvati, io ho sempre pagato puntualmente la Decima, non ero mica in discomunione con Kiko, e poi quando "ilsignore" mi toglie la mano dalla testa, ne combino di ogni!»

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  12. Il vescovo don Mimmo Battaglia ha vietato ai neocatecumenali di bere tutti dallo stesso calice. https://www.chiesadinapoli.it/corpo-e-sangue-del-signore/

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    1. Se un vescovo si chiama Battaglia, è per la battaglia, cioè la guerra, e guerra avrà.............................

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    2. Attenzione: la nota aggiunge questa precisazione:

      «...La Comunione “per intinzione” sia riservata unicamente ai ministri ordinati, I fedeli laici, invece, riceveranno la Santa Comunione esclusivamente con il Pane consacrato”»

      È di fatto una limitazione della Comunione "sotto le due specie". Considerato che "sotto le due specie" era nata come concessione e solo per le circostanze particolari (conventi, esercizi spirituali, festa patronale...), tale "limitazione" non toglie nulla ai fedeli - tanto più che la Comunione "esclusivamente col Pane consacrato" è perfettamente equivalente a quella "sotto le due specie" (anticamente si diceva: "non c'è corpo senza sangue, non c'è sangue senza corpo", cioè che un corpo vivo non può non avere sangue, e che sangue "vivo" - cioè non rappreso - non può sussistere al di fuori di un corpo vivo).

      Inoltre precisa che la norma era già da applicare «nei piccoli gruppi» (quindi anche neocatecumenali), aggiungendo anche di «evitare che ci si comunichi bevendo allo stesso calice» (il contesto è quello dei "ministri ordinati", ma se vale per loro vale anche per il popolo, e dunque vale anche per i neocatecumenali).

      Due osservazioni:

      1) la nota menziona i kikos solo più avanti - i quali, però, se vogliono continuare a fingere di essere cattolici, dovrebbero ubbidire tanto alla questione del "calice", tanto alla questione del "sotto la sola specie del Pane Consacrato. E invece non ubbidiranno, poiché nella loro suprema ipocrisia diranno che la Nota e la Precisazione riguardano solo i "cristiani della domenica", di fatto disubbidendo al vescovo o mettendo in campo mille ipocrisie e interpretazioni di comodo;

      2) la nota specifica che i provvedimenti sono dettati dal fatto che "la crisi pandemica è ancora presente". Cioè che in futuro le cose potrebbero cambiare. Specifica anche che un fenomeno prettamente sociale (l'allentamento delle misure di prevenzione) ha generato l'anarchia nelle parrocchie (e, aggiunge, "nelle celebrazioni dei gruppo neo-catecumenali", campionissimi di disubbidienza e di menefreghismo).

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    3. Una breve digressione a proposito delle curie diocesane.
      Le curie erano nate per alleggerire il vescovo e il clero dalle questioni più fastidiose (se il divieto di costruire un capannone accanto alla parrocchia ti arriva da un parroco o dal vescovo, te la prenderai con lui personalmente; ma se ti arriva da un ufficio della curia, non puoi prendertela con l'addetto che oggi c'è e la settimana prossima potrebbe essere sostituito; la curia "spersonalizza" le decisioni fastidiose, intervenendo come ente giuridico nelle questioni in cui sarebbe stressante per un sacerdote o per il vescovo, ecc.).

      Oggi sono diventate invece centri di potere la cui linea è preservare quel potere e impegnarsi il meno possibile. Come ogni centro di potere, è "forte con i deboli, debole con i forti". Una curia cattolica ribadirebbe il divieto di modificare la liturgia minacciando condanne formali (la minaccia e le punizioni, fino a nuovo ordine, resterebbero anche nel caso di cambiamenti di parroci e di vescovi), togliendo ai kikos le infinite scuse di "lo Statuto ci consente", "il vescovo ci consente" (a seconda di quale dei due - Statuto o Vescovo - sia più comodo al momento da usare come scusa).

      Dunque, per il caso sopra citato, lo stesso vescovo di Napoli - che per diventar prete ebbe da studiare liturgia, ed in qualità di vescovo deve sicuramente saperne parecchio di più di quanto studiò e celebrò - si è limitato a "invitare" attraverso un suo delegato di curia (il testo della Nuova Precisazione della Nota dice proprio così: «sentito l'Ordinario, si invita ad evitare che ci si comunichi bevendo allo stesso calice...») i neocatekikos a non continuare con la loro anarchia. Sarebbe come se il capo della Polizia invitasse i ladri di tutta Italia ad evitare di rubare la marmellata. Finché l'atteggiamento verso i kikos sarà un blando e parziale rimprovero, il cancro neocatecumenale continuerà a devastare la Chiesa.

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  13. Con la riforma del Vaticano II è stata ripristinata anche per i fedeli laici l’originaria possibilità
    di fare la Comunione al calice in quanto tale gesto manifesta meglio il riferimento all’Ultima cena
    del Signore (cfr. ORDINAMENTO GENERALE DEL MESSALE ROMANO, 281). Le attuali norme prevedono
    che il fedele possa prendere il calice dalle mani del ministro e non direttamente dall’altare, e bere
    da esso, dopo averlo ricevuto (Ivi, 286). Modalità che si è diffusa per lo più in gruppi ristretti, per
    ovvie ragioni pastorali.
    Con l’allentamento delle misure di prevenzione contro la pandemia da Covid-19, tale moda-
    lità è ritornata in uso specie nelle celebrazioni dei gruppi neo-catecumenali, sia a livello parrocchiale
    che durante i periodici momenti di convivenza.
    Rammentando che «Il Vescovo diocesano può stabilire per la sua diocesi norme riguardo alla
    Comunione sotto le due specie, da osservarsi anche nelle chiese dei religiosi e nei piccoli gruppi»
    (Ivi, 283); osservata l’attuale situazione del contagio da Covid-19 e sentito l’Ordinario, si invita ad
    EVITARE CHE CI SI COMUNICHI BEVENDO ALLO STESSO CALICE,
    SCEGLIENDO UNICAMENTE LA COMUNIONE AL SANGUE DI CRISTO “PER INTINZIONE”,
    DATA AL FEDELE DAL MINISTRO DEL CALICE
    (PRESBITERO, DIACONO, ACCOLITO, MINISTRO STRAORDINARIO DELLA COMUNIONE)

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    1. Come detto sopra, anticamente si ricordava che "non c'è corpo senza sangue, non c'è sangue senza corpo". Nel senso che un corpo vivo ha una circolazione sanguigna, e nel senso che sangue "vivo" (non rappreso) sussiste solo in un corpo vivo. (Il fatto che la scienza abbia portato alle "donazioni di sangue", e alle soluzioni additive e macchinari per rallentarne il rapprendersi per intere settimane, o alla conservazione a -60°C per preservarlo per alcuni anni, non cambia la verità di quell'affermazione).

      La foga di comunicarsi "sotto entrambe le specie" prese piede agli inizi del Quattrocento in quel guazzabuglio di movimenti eretici (hussiti, calixtini, utraquisti, taboriti...) le cui stramberie teologiche e liturgiche servivano solo per dare un'identità ai loro obiettivi meramente politici.

      Chiunque blateri che la Comunione sotto una singola specie (specie del pane o specie del vino) sarebbe in qualche modo inferiore a quella sotto le due specie, sta dicendo un'eresia, sta affermando che la Chiesa avrebbe sbagliato per venti secoli, sta insinuando che sarebbe necessario spettacolarizzare la liturgia.

      Nella foga di "andare incontro ai laici" i fautori del Concilio Vaticano II tentarono di reintrodurre la Comunione "sotto entrambe le specie" dapprima nei seminari e nei conventi (col sottinteso del "voi siete più speciali, dunque vi facciamo questo favore!") e quindi nelle parrocchie. Anche se nelle parrocchie non ha preso piede - quantomeno per la poca praticità di amministrare la Comunione sotto entrambe le specie a tanta gente ogni domenica - ha purtroppo avuto "successo" negli ambientini dove vige la superbia di sentirsi migliori degli altri cristiani (come nel caso dei neocatecumenali), fino a diventare un'abitudine nei conventi e nei seminari (solo perché i nuovi arrivati già trovano l'usanza, e quelli che ci sono da tempo penserebbero che gli è stato tolto qualcosa se si tornasse alla Comunione "sotto le sole specie del Pane").

      Infine notiamo che la Chiesa, per quanto riguarda le "due specie", raccomanda l'intinzione (cioè il ministro ordinato bagna il bordo della particola nel calice, e poi amministra la comunione "alla bocca"). L'abbeverarsi all'insalatiera kikiana è un abuso, dettato dalla clamorosa ignoranza di Kiko e Carmen, che vedevano i sacerdoti "concelebranti" bere a turno allo stesso calice (e sì che anche la "concelebrazione" è una novità postconciliare, adattissima ai preti sfaticati e pigri).

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    2. Non so chi sia che affermi questo, ti invito inoltre ad usare le parole con parsimonia e con attenzione: andate sempre gridando all’eresia. Che un fedele abbia un’idea sbagliata non vuol dire che sia eresia, se volete la definizione di eresia cercatela nel CCC o nel CIC.
      Poi vorrei capire bene che idea avete del Concilio, che vorrebbe dire nella foga di andare incontro ai laici? Perchè i chierici non sono laici? Tante volte abbiamo una visione sbagliata della Chiesa. Lo ripeto, e se mi dite dove posso anche argomentare meglio e fornire tutta la bibliografia, i chierici sono parte del popolo, non esiste una piramide ma un’assemblea nella quale vi sono carismi e ministeri. La Chiesa non va incontro ai laici, la chiesa sono i laici, laico è il laos, è il popolo di Dio nel quale ognuno ha la sua missione.
      Detto questo, è chiaro che vi sono difficoltà nella comunione sotto le due specie soprattutto se le parrocchie sono grandi, ma a tutto si può venire a capo.
“Infine notiamo che la Chiesa, per quanto riguarda le "due specie", raccomanda l'intinzione (cioè il ministro ordinato bagna il bordo della particola nel calice, e poi amministra la comunione "alla bocca"). L'abbeverarsi all'insalatiera kikiana è un abuso, dettato dalla clamorosa ignoranza di Kiko e Carmen, che vedevano i sacerdoti "concelebranti" bere a turno allo stesso calice (e sì che anche la "concelebrazione" è una novità postconciliare, adattissima ai preti sfaticati e pigri).”
      Per distribuire la Comunione sotto le due specie:
      a) se la Comunione si fa bevendo direttamente dal calice, o un calice di sufficiente grandezza o più calici, con attenzione tuttavia nel prevedere che la quantità del Sangue di Cristo da consumare alla fine della celebrazione non rimanga in misura sovrabbondante;
      b) se si fa per intinzione, ostie né troppo sottili né troppo piccole, ma un poco più consistenti del solito, perché si possano convenientemente distribuire, dopo averle intinte parzialmente nel Sangue del Signore.
      Questo è l’IGMR, non vedo scritto da nessuna parte che la chiesa raccomanda l’intinzione, anzi guarda cita pure il calice di sufficiente grandezza. Andate a leggere la parte interessata, non posso riportarla tutta qui causa lunghezza del commento, ma è tutto scritto lì.
      E per la concelebrazione non vi preoccupate, nelle nostre parrocchie non si corre il rischio per mancanza di clero. Non voglio poi rispondere alle ultima riga del commento perchè sono accuse sparate a zero, fuori dal mondo direi.
      Pelagio

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    3. Il Concilio dice che sono laici coloro che, nella Chiesa, non hanno ricevuto l'Ordine Sacro e non hanno fatto la professione religiosa di verginità, povertà ed obbedienza.
      I Christifideles laici, appartengono al popolo di Dio, dice papa Giovanni Paolo II, e specifica, già nelle primissime battute, "la chiamata non riguarda soltanto i Pastori, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, ma si estende a tutti: anche i fedeli laici sono personalmente chiamati dal Signore".
      I laici hanno una condizione costituzionale propria e autonoma, espressamente riconosciuta e tutelata dal diritto canonico, che ne stabilisce obblighi e diritti.
      Anche dal punto di vista etimologico, in greco laos, rispetto a demos, si traduce sempre popolo ma, da Omero in poi, si riferisce sempre ad un gruppo di uomini posti sotto l'autorità di un capo.
      Quindi, potremmo dire: viva la differenza!
      Anche perché Kiko, fosse stato sacerdote, avrebbe più volte dovuto sottomettersi alla gerarchia; solo in quanto laico ha avuto la libertà di movimento di cui ha goduto finora, pur sempre ambendo ad essere lui superiore ai sacerdoti del suo movimento. Basti vedere la figura di don Pezzi. Rimando alla lettura di un interessante articolo di Pax in proposito.

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    4. Per quanto riguarda la Comunione sotto le due specie, è al Vescovo che è data facoltà di permetterla nei casi in cui sembri opportuno al sacerdote al quale, come pastore proprio, è affidata la comunità. Chiediamoci se avviene così nelle comunità del Cammino neocatecumenale, cioè se sono i sacerdoti a compiere questa valutazione, sulla base del permesso del Vescovo, o se invece avvenga che un laico xy decida per tutti che si deve amministrare sempre e in ogni caso.

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    5. Valentina, permettimi di dire due cose: per prima cosa ti consiglio di non avventurarti in cose più grandi di te, perchè c’è gente che ha dato la vita per questi studi e tu in due righe gli hai distrutto il lavoro.
      La seconda cosa: quello che dici potrebbe essere vero per chi non ha studiato, ma noi qui parliamo del linguaggio biblico, dello sviluppo teologico, che non ha niente a che vedere con Omero.
      Vi invito a leggere due piccoli e agevoli libricini: Marco Vergottini, “Il cristiano testimone. Congedo dalla teologia del laicato” e Peter Neuner, “Per una teologia del popolo di Dio.”
      “Una distinzione, né tanto meno una separazione, tra chi comanda e chi è comandato, tra chi guida e chi è guidato, tra colti e analfabeti, tra sacerdoti e popolo, dunque tra coloro che decidono tutto e i “laici” non si può né legittimare né motivare a partire dal concetto neotestamentario di laós” P. Neuner, pp.23-25. Il popolo di Dio, nel NT, indica sempre la comunità dei fedeli, interpellata sempre nel suo insieme e mai, MAI, si distingue tra sacerdoti e semplice popolo.
      Ogni volta infatti che nel Nuovo Testamento viene usato tale vocabolo, in modo teologicamente significativo, si vuole indicare i credenti e i battezzati in contrapposizione ai non-battezzati e ai non-credenti. Quindi si demarcava una separazione tra il popolo e il non-popolo e non tra la gente semplice e i capi spirituali o civili del popolo. Nella scrittura laós indica la Chiesa nel suo insieme.
      Questo “Viva la differenza” io non l’ho mai negato, il problema è la tua visione clericalizzata della Chiesa.
      E ancora a parlare di se, se Kiko, se Carmen…sono laici quindi che stiano al loro posto.
      E quale sarebbe il loro posto? Davanti all’altare? Qual’è il posto del laico nella Chiesa? Quale è la sua missione?
      La Chiesa non è la gerarchia, la chiesa è il popolo di Dio.
      Pelagio

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    6. Spero e immagino che abbiano ancora un valore i documenti conciliari e lo stesso codice di diritto canonico che definiscono con chiarezza cosa si intende per fedeli laici, cosa per chierici e religiosi e cosa per popolo di Dio.
      Traggo comunque dalla esortazione apostolica "Christifideles laici" questo passaggio, che riporta in particolare la dinamica che sussiste all'interno della Chiesa tra ministri ordinati, laici nell'ambito dell'intero Popolo di Dio:
      "Per questo, per assicurare e per far crescere la comunione nella Chiesa, in particolare nell'ambito dei diversi e complementari ministeri, i pastori devono riconoscere che il loro ministero è radicalmente ordinato al servizio di tutto il Popolo di Dio (cf. Eb 5, 1), e, a loro volta, i fedeli laici devono riconoscere che il sacerdozio ministeriale è del tutto necessario per la loro vita e per la loro partecipazione alla missione nella Chiesa."
      Se cominciamo ad impedire l'uso dei termini tecnici che la Chiesa stessa utilizza nei propri documenti più importanti, è chiaro che non potremo che arrivare al mutismo e alla totale confusione, forse voluta per evitare che vengano a galla certi problemini tutti neocatecumenali.
      P.S.(1): per quanto riguarda la missione dei Christifideles laici, basta continuare nella lettura della lettera per averne contezza.
      P.S.(2): è divertente che per difendere le topiche di Kiko scendano in campo i tromboni alla Pelagio.

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  14. Il problema è che non si mettono mai in discussione. Hanno una lente distorta attraverso la quale interpretano se stessi e il mondo e la Chiesa. Lettura falsata e contaminata che aggiungono a tutto il resto: dottrina stravolta, liturgia stravolta, arte stravolta, teologia bislacca, prassi tutte discutibili perchè la conduzione del carrozzone è affidata a conducenti spericolati, resi arditi dalle follie del loro istruttore (che se loro si lanciano a cento all'ora li invoglia ad andare anche a 150...).

    Quando tu dici ai tuoi inviati che vadano tranquilli: ascoltino lui e gli credano e poi... "fate come io faccio" e più pazzi sono più li lascia a mano libera. Non va trascurato che la patente di cui li dota porta scritto: 'idoneo' e i neopatentati (o patentati di lungo corso) li rassicura con frasi del tipo:
    "Il Signore va con voi" (dopo averli benedetti, alla lettera, come fosse un vescovo o il papa);
    "se anche commettete errori, il Signore lo ha permesso, e cambierà il male in bene" (ossia: si vede che Dio stesso ha voluto i vostri errori per un disegno imperscrutabile della Sua Volontà)". Quante e quante nefandezze abbiamo toccato con mano, provocate da queste farneticanti asserzioni....

    Nessuno può contestare che Kiko inculchi simili insulse follie nei suoi che per questo e per colpa sua sono tanto sfacciati e tracotanti e maltrattano la gente da spudorati, e mai e poi mai si pongono problemi, fanno autocritica, meno ancora mea culpa.

    Anche questo lo hanno imparato dal loro maestro di menzogne. Lo hanno visto incarnato in lui.
    Il YO YO YO di Carmen, il presuntuoso per eccellenza, il sommo, l'infallibile, l'eletto e il vero messia del terzo ed ultimo millennio... dopo di lui, il nulla...

    Pax

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    1. il nulla...........

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    2. Perchè ci dobbiamo mettere in discussione? Se il sommo Kiko ha sempre ragione, e ha sempre ragione, tutto quello che fa e dice è giusto per definizione, ergo non c'è messa in discussione che tenga..........................................................................................................................

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    3. "Mettersi in discussione" significa essere disponibili a cambiare idea di fronte all'evidenza, disponibili a riconoscere la realtà.

      I neocatecumenali non mettono in discussione il proprio triplice idolo Kiko-Carmen-Cammino, proprio perché i neocat sono idolatri.

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  15. Siamo costretti ad usare questi toni. E noi che Kiko lo abbiamo conosciuto sappiamo bene di cosa parliamo e non temiamo smentite di sorta. Specie da parte di chi, infatuato del mondo incantato neocatecumenale, viene qui con supponenza a contestare, senza poi confutare nulla. Perchè non ne siete capaci, perchè non siete stati abituati al confronto mai, come non siete stati educati a mettervi in discussione per primi voi, su nulla. Figurarsi se potete mettere in discussione il vostro perfettissimo capo indiscusso, perfetto, superlativo.

    D'altra parte questi sono i termini che usate sempre, quando dovete definire o descrivere il cammino come lo vedete e giudicate con i vostri occhi e il vostro sentire.

    Quando Kiko si mette al leggio e pontifica di cose miracolose, strabilianti, sorprendenti, impressionanti....

    Oh kikos!
    Ma dite la verità? Ha mai esordito un incontro Kiko dicendo: "Qui va tutto male, dobbiamo correggerci. Dobbiamo rivederci e magari ravvederci. Abbiamo sbagliato in questo o quest'alro"??
    Ma possibile che in 50 anni questo soggettone non ha mai sbagliato nulla? Che la colpa è sempre degli altri?
    - Dei neocatecumeni quando non si convertono e la loro vita non cambia...
    - Della Chiesa (e i suoi Pastori/Faraoni) quando non possono fare ciò che vogliono e perchè non possono farlo i frutti tardano, le comunità languono e le vocazioni calano, ecc., ecc....
    Tutto così.

    Ah, dove sarebbe arrivato Kiko, senza la Chiesa! Che peccato!

    Certo, se Kiko mai sbaglia, anche voi mai sbagliate. Sì peccate, è vero, siete peccatori... ma come voi non c'è nessuno! Vero? Anche Kiko dice "Pregate per me che sono un peccatore e il peggiore di tutti"! Ma provate ad affrontarlo in faccia, provate a umiliarlo, (come alcuni di noi hanno fatto, OSATO fare) a dirgli "ma chi credi di essere, o peggio, Kiko, con me hai sbagliato, la tua profezia si è rivelata falsa, hai mentito, hai occutato fatti e misfatti".
    Io vi invito: Provate e vedrete, come vi benedice, come ama il nemico, magari, almeno questo. Non dico dar ragione - DAVANTI A FATTI INCONTESTABILI ED EVIDENTI COME IL SOLE - ad uno che non è lui, ma almeno amarlo (che è l' a b c del C.N.. O Sbaglio?).
    Non dovrebbe darvi l'esempio costui? Visto che vi rompe tutta la vita con la croce sulla quale DEVI salire, il nemico che DEVI amare, il tuo carnefice impunito che DEVI perdonare. Tutta la vita rompe i cabbassisi.

    Eppure io sono testimone della smentita della storia in tante delle sue profezie gettate lì per caricare a pallettoni un popolo di sbandati alla ricerca di notorietà e di un futuro radioso fuori dalla realtà vera.
    Emblematici i 20.000 presbiteri per la Cina che tanto spesso citiamo a vergogna di Kiko (aprite gli occhi, aderenti al fanclub!) e richiamati anche nell'articolo odierno, per l'eclatanza dello strafalcione che qui diventa sproposito ridicolo ed esilarante. Ma se non li avete visti in totale mai un tal numero di "presbiteri" nel cammino, neanche col cannocchiale. Eppure Kiko lo aveva assicurato. Come che sarebbe morto martire dopo la conversione del centesimo (mi pare) mussulmano convertito e battezzato. Ma che buffone!
    ........

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    1. Ah, adesso Kiko rompe i cabbassisi, eh? Sarà lontano parente del commissario Montalbano, presupponiamo.............................................................

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  16. E noi, che lo abbiamo conosciuto subito e sofferto, dovremmo restare in silenzio?
    Voi siete irriducibili e noi ancora di più.
    Voi avete dalla vostra parte potenti alleati, noi siamo stati lasciati soli? MA....
    .... La Verità è tale anche se reietta e dimenticata. E la menzogna resta tale e pure l'errore anche se viene sponsorizzata da chi sa chi.
    E alla fine la Verità e la Giustizia trionfa sempre. Dio lo ha assicurato. Noi vogliamo stare dalla sua parte, essere trovati dalla sua parte; costi quel che costi.

    Certo. Basta guardare al prossimo appuntamento dell'apertura ufficiale della causa di canonizzazione della complice Carmen per lasciarsi cadere le braccia. Il prossimo ormai 4 dicembre. Vedremo che altre penose sceneggiate metteranno in piedi.
    Spettacolino di bassa lega, patetico, falso, surreale, inverosimile non solo per noi che la conoscemmo di persona, ma anche per chi la ha osservata con un minimo di cura e attenzione. Non poteva sfuggire l'abisso tra la Carmen vivente e il simulacro a cui l'hanno ridotta.
    Secondo me anche lei, se ancora può qualcosa, è indignata. Teneva molto al suo stile inconfondibile e unico.

    Pax

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    1. E poi, diciamola tutta : contraddire Kiko. Ma stiamo scherzando veramente? Ma si, prendiamola per una boutade...........................................................................................................................

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  17. I primi a non credere nella santità di Carmen sono proprio Kiko e compagnia. Se ci avessero creduto avrebbero fornito una descrizione assolutamente fedele corredata di immagini non alterate in modo che tutti quelli che l'hanno conosciuta la potessero riconoscere immediatamente: è lei!
    Hanno alterato la descrizione della persona, dei fatti e delle immagini per farla assomigliare allo stereotipo di donna santa. Quindi non risulta una santa di ordine superiore, ma un po' come le altre... ma non è lei. Allora?

    -risvegliata-

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    1. Concordo. Il punto è che se la avessero mostrata/presentata come realmente era, sarebbe risultata una non santa di categoria "inferiore", per mantenere la loro terminologia. Sarebbe cioè risultata quello che era: una persona estremamente problematica, arrogante, superba e senza nessun amore per il prossimo. Anzi, una persona che sembrava provare un certo piacere nell'umiliare gli altri, soprattutto i più deboli.
      Porto

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  18. Vorrei solo chiarire un aspetto che Elena ha espresso nel suo commento:
    Non sto sminuendo la tua esperienza, perchè è tua e Dio ha operato nella tua vita in questo modo.
    È necessario però chiarire un’idea che trapela dalle tue parole. “Basterebbe invece trovare un vero sacerdote davvero innamorato di Dio che ti metta davanti al Santissimo, che durante la confessione invochi DAVVERO su di te lo lo Spirito Santo, nel silenzio della chiesa, davanti al tabernacolo, e davvero ci si sentirebbe travolgere dall'amore di Dio e si guarirebbe dalle proprie ferite.”
    Ecco questo punto è altamente rischioso: prima cosa non esistono sacerdoti veri e falsi, i sacerdoti sono ordinati per mano degli apostoli, per opera dello Spirito Santo, e tutti, che facciano il cammino o meno, sono sacerdoti. Che cosa vorrebbe dire “invochi davvero lo spirito santo”? Perchè qui tiriamo in ballo l’ex opere operato e l’ex opere operantis. Per quanto un sacerdote possa essere il peggiore di tutti, quando celebra lo fa in persona christi, e lo Spirito viene effuso indipendentemente da quello che il sacerdote è, in questo caso un sacerdote che fa il cammino (e non trovo tutta questa gravità nel farlo). Quindi non esiste un davvero, un “vale più dell’altro”, è un qualcosa di errato pensare questo. E poi perchè davanti al tabernacolo? L’eucarestia in sè non basta come sacramento? Forse abbiamo perso un pò il centro, lo ripeto ancora: il centro è l’Eucarestia, scopo primario del tabernacolo è la conservazione del Corpo di Cristo per la comunione degli ammalati, e scopo secondario è la sua adorazione. Con questo nessuno sminuisce l’adorazione eucaristica, ma non perdiamo di vista il cuore che è l’Eucarestia. E anche se, come dicono alcuni di voi, essa nel cammino sia una carnevalata, nulla può impedire l’efficacia del sacramento, a meno che non sia vero pane e vero vino (non vado avanti con l’elenco, ma spero sia chiaro quello che voglio dire).
    Poi vorrei rispondere anche a chi ha citato il vescovo di Napoli: quale sarebbe dunque questa grande novità? Che il vescovo vieti la comunione al calice? È uno scacco matto al cammino? Siamo ancora nell’onda della pandemia, è normale che vengano prese delle precauzioni. E questo sarebbe una correzione di un vescovo al cammino? La comunione al calice non è stata mai vietata, questo caso è solo una risposta alla pandemia, una precauzione provvisoria, non leggo il comunicato come “il vescovo impedisce ai camminanti di comunicare al vino dal momento che hanno sempre sbagliato nel farlo”. Il tuo commento io l’ ho letto in questo modo, poi se l’ho male interpretato ti chiedo scusa.
    Pelagio

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    1. È chiarissimo il commento di Elena. All'uscita da un Cammino neocatecumenale che promette conversioni mirabolanti, cambiamenti nella famiglia e nella vita, miracoli di guarigione da tutto (tranne che dalla dipendenza da pornografia, ma questa falla nell'onnipotenza del Cammino l'abbiamo scoperta da tre anni) se ci si adegua a tutta una serie di regole e di obblighi comunitari e personali, all'uscita dal Cammino, dicevo, si riscopre la pedagogia della Chiesa che porta a conversione con i sacramenti e senza altri inutili e dannosi ammennicoli.
      Certo che l'assoluzione data da un presbitero mentre il chitarrista tempesta sulla chitarra e tutta la celebrazione verte sul perdono della comunità più che su quello di Dio, è valida egualmente, anche se magari si "scorda" di dare la penitenza, anche se, poi, non ci si può neppure inginocchiare davanti al tabernacolo per pregare e ringraziare, come durante una confessione da cattolico "della domenica ", anche se il momento catartico di tutto è la festicciola fuori dalla saletta con i fratelli. E infatti Elena non lo ha messo in dubbio, che il sacramento sia valido lo stesso. Forse sei tu ad avere questo dubbio, Pelagio? Peccato non ci sia il nostro amico Fallacio; lui lo sa, che attribuire all'interlocutore affermazioni mai fatte per poi smentirle, è una fallacia logica delle più comuni.

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  19. Costo partecipazione apertura causa canonizzazione Carmen per un neocatecumeno romano: 700 euro, a cura di un’agenzia viaggi neocatecumenale. Anonimo che ben sa

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    Risposte
    1. Ma è ovvio che il biglietto di partecipazione te lo devono far pagare a peso d'oro, visto che "apertura causa" non implica che ci sarà una "vittoria", tanto meno che ci sarà in tempi brevi. Vanno spennati per bene, i polli, finché c'è l'opportunità di farlo!

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  20. dove si acquistano questi biglietti?

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    Risposte
    1. La setta eretica-idolatrica neocatecumenale ha una notevole organizzazione interna, come un'azienda in franchising.

      I cosiddetti "responsabili" delle comunità, per tramite dei cosiddetti "catechisti", "itineranti", ecc., avranno già ricevuto il prospetto con le quote da far pagare e la quantità minima di "fratelli" di comunità da far partecipare. È stato messo tutto a budget. Anche i "milioni" di partecipanti, cifra come al solito gonfiata aggiungendo alla stima più ottimistica almeno un paio di zeri.

      Il prezzo del "biglietto", come sempre, è superiore al costo dell'organizzarsi da soli o in compagnia, poiché i vari livelli organizzativi del Cammino esigono ognuno di grattarsi la propria percentuale, con la fetta più grossa che andrà a Kiko. Naturalmente tutto questo verrà spacciato come al solito per "aiuto alle missioni, seminaristi, al Papa, ai presbìteri, all'evangelizzazione, ai poveri", eccetera.

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