venerdì 22 settembre 2023

Fulton Sheen: "Agiamo in modo che il mondo, senza sentire una parola da noi, sappia di noi e chi rappresentiamo."

Sono incappato sul web in una citazione del venerabile Fulton J. Sheen che mi ha colpito in relazione all'insegnamento ricevuto nel Cammino. 

La predicazione dell'Arcivescovo, molto noto negli USA per l'uso innovativo che fece della giovane radio (dal 1925 fino agli anni '50) e successivamente della televisione, nonché della carta stampata e dell'editoria per la diffusione capillare della retta dottrina e della teologia fra le masse di comuni fedeli, era caratterizzata da un linguaggio semplice e dal frequente ricorso a metafore e similitudini prese dall'immaginario comune, ed è stato per questo, per molti decenni, fonte di grande ispirazione e mezzo di conversione per decine di migliaia di anime; i suoi scritti, profondamente ortodossi, ancora oggi risultano attuali e vivificanti, oltre che estremamente chiari.

Negli anni '70 Fulton Sheen incontrò Madre Teresa, e ne nacque questo scambio di battute:

"Una volta ho chiesto a Madre Teresa come ha fatto a convertire 15.000 persone dalle fogne di Calcutta:

"Madre, dopo che ha trascinato questi poveri malati moribondi in un rifugio, come ha fatto a evangelizzare e predicare loro la Buona Novella?"

"Non l'ho fatto per niente", mi ha risposto.

“Quando mi sono presa cura di loro e gli ho mostrato amore, ho detto loro: Vorreste sentire parlare di Cristo? E loro mi hanno chiesto: Gesù è come te? Cristo è come te? 'No' risposi, ma sto cercando di essere come Lui. Allora mi dissero: anche noi vogliamo essere Cristiani!" 

Questo è il modo in cui dovremmo fare le cose. Agire in modo che il mondo, senza sentire una parola da noi, sappia di noi e chi rappresentiamo."

Il significato delle parole di Santa Teresa è chiaro: il primo obiettivo del cristiano è assomigliare quanto più possibile a Gesù. Così anche i non credenti vedranno e vedendo crederanno in Gesù stesso (del resto questa promessa viene dalla bocca del Signore in persona).


La Madre non si mise a predicare ai poveri di Calcutta, pretendendo di insegnare qualcosa, o di fondare comunità, gruppi di base o altre fesserie simili. Trascorreva tutto il tempo non dedicato alla preghiera e all'adorazione a prendersi cura di quei poveri, a sfamarli, lavar loro le ferite, dargli riparo, concedergli una morte degna. Ella desiderò soltanto assomigliare a Gesù, condividere la povertà con i più miseri, "farsi Gesù" per loro.

Per questo, per guadagnare quelle anime a Dio, non ebbe bisogno di cammini farlocchi e inventati a tavolino, le bastò seguire la propria vocazione, la chiamata di Dio e conformarsi a Lui.

Kiko, invece, ha sempre insegnato che lo sforzo nelle virtù e nelle pratiche di misericordia spirituale e corporale sarebbe solo superbia, che chiunque tendesse a questo diventerebbe "il peggior fariseo", che lottare virilmente contro le tentazioni e cercare di vivere una vita santa fuggendo dai peccati ("meglio morire che peccare" il motto di San Domenico Savio viene irriso dall'eretico Kiko nelle sue immonde catechesi) sarebbe inutile orgoglio.

Naturalmente non è così, Kiko è in grande errore, come chiaramente riportato nel Catechismo:

2447 Le opere di misericordia sono azioni caritatevoli con le quali soccorriamo il nostro prossimo nelle sue necessità corporali e spirituali. Istruire, consigliare, consolare, confortare sono opere di misericordia spirituale, come pure perdonare e sopportare con pazienza. Le opere di misericordia corporale consistono segnatamente nel dare da mangiare a chi ha fame, nell'ospitare i senza tetto, nel vestire chi ha bisogno di indumenti, nel visitare gli ammalati e i prigionieri, nel seppellire i morti. Tra queste opere, fare l'elemosina ai poveri è una delle principali testimonianze della carità fraterna: è pure una pratica di giustizia che piace a Dio:

« Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare faccia altrettanto » (Lc 3,11). « Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro, e tutto sarà puro per voi » (Lc 11,41). « Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: "Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi", ma non date loro il necessario per il corpo, che giova? » (Gc 2,15-16). 343

 Kiko e i kikos fanatizzati sono come quei pagani che credono di essere ascoltati da Dio "a forza di parole", di cui si riempiono la bocca. Mentre Madre Teresa visse tutta la vita fuggendo la gloria mondana, i kikos montano palchi enormi, con gigantesche effigi che raffigurano il loro vero dio (Kiko), sprecando parole per ore e ore ma senza mai realmente cercare di cambiare la propria vita.

Il sobrio palco alla GMG di Lisbona. Kiko risorto troneggia sugli astanti in una gigantografia 15x15 metri

Kiko è un falso profeta, è un idolo a cui piace essere adorato, ma ricordate, neocatecumenali: l'idolo ha i piedi di argilla e presto rovinerà al suolo con tutti voi!

13 commenti:

  1. Fulton Sheen é un nemico del Cammino

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    1. Per i non addetti ai lavori: il commento delle 8:25 ci ricorda che il Cammino Neocatecumenale considera "nemici" tutti coloro che dicono o fanno qualcosa che nella mentalità neocat non equivale ad un lodare Kiko-Carmen-Cammino.

      Nel gergo neocat, "Giuda" è qualcuno che ha avuto a che fare col Cammino o la sua gerarchia, e ne ha scoperto le magagne; "Faraone" è qualcuno che per sua autorità (sacerdotale, episcopale...) si permette di ostacolare le furbate del Cammino o della sua gerarchia; "nemico" oppure "odiatore", è qualcuno che nutre legittime perplessità sul Cammino, oppure conosce le porcate fatte dalla gerarchia neocat (a partire da Kiko e Carmen).

      Ricordiamoci anche che nella mentalità neocatecumenale è legittimo mentire, ingannare, calunniare, ecc., purché ciò aumenti il prestigio (o i soldi) della setta.

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    2. I Neocatecumenali sono nemici di Gesù Cristo.

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    3. Piuttosto il Cammino è "nemico", o meglio non sopporta e disprezza chi si sforza di essere autenticamente cristiano, pur con tutti i limiti umani. Chi cioè cerca di incarnare con la propria vita gli insegnamenti di Gesù Cristo. Questo infatti è esattamente il contrario di quello che succede in Cammino, dove l'importante è "predicare bene". Poi se si razzola male, chi se ne frega, tanto siamo tutti peccatori, giusto? E con questa comoda scusa, si commettono (e si giustificano) le peggiori ingiustizie. Questo è il Cammino, questa è l'essenza del Cammino neocatecumenale. Ricordo ancora un episodio di quando ero entrato da solo qualche settimana in Cammino. Qualcuno ci aveva detto che nella sala della prima comunità c'era un'agape. E tutti noi, giovani "fratelli", ci eravamo presentati, ingenuamente forse. Ma eravamo freschi di "catechesi", credevamo davvero a quello che ci era stato predicato, che non c'erano differenze fra noi, che eravamo tutti fratelli, ecc., ecc. Sì, eccome! Fummo cacciati in malo modo, con brutte espressioni e grida dalla moglie di uno dei catechisti che ci intimò di non avvicinarci, che quella era l'agape della prima comunità e noi non eravamo invitati. E questo è stato solo l'inizio.
      Porto

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    4. Facciamo notare ai nuovi lettori che quando noi usiamo il termine "nemico del Cammino", lo usiamo in senso metaforico, per significare: "è qualcuno che insegna/celebra/fa il contrario di ciò che insegnano/celebrano/fanno Kiko, Carmen e i loro scagnozzi".

      Quando invece i neocatekikos parlano di un "nemico del Cammino", raffigurano nella loro immaginazione un ipotetico supercattivissimo crudele e demoniaco che farebbe di tutto per distruggere, aggredire, calunniare, il Cammino e i suoi VIP. Fanno del vittimismo una bandiera. Credono che per silenziare le critiche basti adoperare una massiccia dose di vittimismo.

      Nel mondo cattolico non si fa vittimismo. Si prende coscienza - con dolore, e anche lamentandosene - di persecuzioni oggettive, di fatti oggettivi e verificabili, di ostacoli che non hanno senso (come nel caso dei sedicenti atei che quando sentono parlare di religioni sbadigliano, ma quando sentono parlare di cattolicesimo vanno su tutte le furie).

      Nel Cammino, invece si fa vittimismo per ipocrisia e per vanità. Per vanità, perché vige la tradizione di dire "eh, mi hanno perseguitato mentre evangelizzavo [cioè mentre annunciavo il kikismo-carmenismo], ma il Signore mi ha fatto resistere [cioè ho testardamente continuato ad annunciare il kikismo-carmenismo anche mentre piovevano smentite e controargomentazioni validissime]".

      E anche per ipocrisia, perché il sottinteso è "siccome ci sentiamo perseguitati, non avete il diritto di criticare il Cammino e i suoi iniziatori". Ma quando uno ti ricorda che 2+2 fa 4, quando uno ti ricorda la Presenza Reale di Nostro Signore nel Santissimo Sacramento, non ti sta perseguitando, non ti sta rendendo vittima.

      Quando un cattolico sente che gli riversano addosso certe accuse (come il trito e ritrito "pretipedofili-pretipedofili"), il suo cuore va alle vittime (anche se fosse una sola, è già una di troppo!), va alla Chiesa che viene calunniata e martoriata a causa di alcuni (pur pochi) specifici peccatori (che pagheranno davanti a Dio per tutte le loro malefatte di cui non si sono veramente pentiti, e che comunque vanno bloccati in ogni modo perché offendono Dio, devastano la vita di innocenti, danneggiano la Chiesa, infangano il sacerdozio...).

      Invece quando un kikolatra sente parlare di certi argomenti (come le carnevalate liturgiche o la ferrovia sotterranea neocatecumenale per predatori sessuali), subito parte sulla difensiva. Non gli interessa la verità, non gli interessa la liturgia della Chiesa, non gli interessa piacere a Dio, non gli interessa la sorte delle vittime degli aderenti al Cammino gli interessa solo onorare il triplice vitello d'oro di categoria superiore, Kiko-Carmen-Cammino.

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  2. Miracoli di Carmen Hernandez Barrera

    Miracolo n. quello della Transustanziazione

    Kiko ha letto nel blog Osservatorio che i camminanti non credono nella Transustanziazione. Orrorizzato ha implorato Carmen e lei, da Lassù, con uno schiocco di dita, ha trasformato, nelle salette dove si fa la Messa con il rito neocatecumenale, tutte le ostie in pezzetti do ottima carne e il vino in sangue, mantenendo però le specie apparenti. I presenti hanno quindi mangiato le ostie che sapevano di pollo e bevuto il vino che sapeva di Brunello di Montalcino. Kiko ha avvisato Semeraro che ha avvisato il Papa che ha detto : "hermano cardenal, con esto interviento Carmensita ha demonstrado que el Cammino crede fermamiente nella Transustanziasion, que fa rima con beatificasion, ordunque procedamos alacremiente". Semeraro ha avvisato Kiko, che ha ringraziato il Santo Padre inviandogli un pacco contenente due cose : 1) un libro di Tony Binarelli del 1978, ed. Garzanti, dal titolo : "Manuale per prestigiatori dilettanti : al cap. VIII pag. 23 c'è il trucco per trasformare le ostie e il vino in carne e sangue, lasciando però tutto com'è; 2) una confezione extra lusso di 5 bottiglie di Brunello di Montalcino dell'annata 1978, del modico prezzo di 850 euro, con un biglietto : "alla sua salud, Sancto Padre. Kiko ".

    e la causa continua...

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  3. Dice Madre Teresa:
    “Quando mi sono presa cura di loro (dei poveri) e gli ho mostrato amore, ho detto loro: Vorreste sentire parlare di Cristo? E loro mi hanno chiesto: Gesù è come te? Cristo è come te? 'No' risposi, ma sto cercando di essere come Lui. Allora mi dissero: anche noi vogliamo essere Cristiani!"

    La differenza tra Madre Teresa e Kiko è che Madre Teresa faceva quello che diceva alle sue suore andasse fatto, mentre Kiko no: fa "camminare", ma lui non "cammina".
    Si mette su un piano che può favorire il leaderismo, cosa molto pericolosa, perché confonde la fede on il leader.

    Ma se si segue l'insegnamento della Chiesa questa confusione non c'è, perché la Chiesa ha sempre separato il potere temporale da quello spirituale, il peccato dal peccatore, il ministero dalla persona, e a garanzia che la dottrina non è legata a nessuna persona ma a Dio, sta proprio il dogma, tanto che se anche il Papa ordinasse a qualcuno di commettere un peccato (ad esempio prostrarsi alla Pachamama), il cristiano avrebbe l'obbligo di disubbidire, perché l'ordine non sarebbe dato in quanto Papa, ma in quanto uomo, e bisogna ubbidire a Dio e non agli uomini.
    Rifiutando si ubbidirebbe davvero al ministero papale, che è a servizio del bene e della verità.

    Non ci si deve meravigliare che certi ex del Cammino abbiano lasciato anche la Chiesa: il liderismo, confondendo il leader con la dottrina, esercita nella psiche di chi ci casca una pressione talmente forte che, in certi casi, può perfino arrivare a superare i limiti del bene e del male.

    Chi rappresenta in qualche modo Dio, a cominciare dai genitori, non deve fare i leader, ma il "pastore".
    Uno solo è il "leader", il Maestro: Gesù.
    Il leaderismo può portare ad aberrazioni tali pensando che siano volontà di Dio che quando uno si risveglia è tentato anche di ribellarsi alle istituzioni.
    Non so come questo sia possibile, ma è così, e solo chi ha potuto sviluppare una sufficientemente solida psichica può superare certi traumi (anche se la grazia può guarire in modo a volte prodigioso).

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  4. Miracoli di Carmen Hernandez Barrera

    Miracolo n. quello più presidenziale

    Kiko ha letto sul Corriere della Sera che il Papa è andato alla camera ardente a omaggiare l'ex presidente Giorgio Napolitano recentemente scomparso. Ha implorato Carmen e lei, da Lassù, con uno schiocco di dita ha modificato le immagini in Tv per cui si vedeva il Papa con la faccia di Carmen, giusto per un attimo. Kiko ha avvisato Semeraro che ha avvisato il Papa che ha detto : "fantastico, hermano cardenal, se Carmensita ha preso le mie sembianze vuol dire che è una sancta por definision, e definision fa rima con beatificasion: Procedamos". Semeraro ha avvisato Kiko, che ha ringraziato il Santo Padre inviandogli un pacco con due DVD : uno con il filmato originale e uno con quello modificato, e un biglietto : "Sancto Padre, esta volta Arenzulla non centra nada. Saludos Kiko". Il Papa ha commentato : "meno mal".

    e la causa continua....

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  5. Caspita e io che entrando nel Cammino pensavo di riconciliarmi con Dio, di vivere come il Vangelo detta....non avrei mai e poi mai immaginato che se solo esprimi un tuo pensiero o dopo tempo vuoi fare altre esperienze di Fede diventerai un Giuda! Beh Giuda diciamo che fece tutto "alla chetichella" un fratello che ti dice In FACCIA come la pensa....magari diversamente ma con lealtà dovrebbe essere l"antitesi del Traditore alias Giuda!Il fatto già" che fin dalle prime catechesi non si presentano esplicitamente menzionando sempre il "povero" Parroco che ci e" cascato la dice lunga....

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  6. La vedo nera da Porto San.giorgio non filtra niente per la partenza della merkabà d'inizio corso annuale ! ahiahiahiah .La nuova chiesa autocefala avendo esautorato kiko a posto dei paletti?

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    1. Continuano a mandare famiglie in giro a fare catechesi, a fare convivenze di inizio corso e di riporto, ma ormai sono rimasti in 4 gatti, e se ne sono accorti pure loro. Se la cantano e se la suonano, ma il coro si spopola.
      La questione delle parrocchie che si svuotano ora serve soltanto a non sentirsi i soli rimasti soli.
      Da un punto di vista a campo lungo il CN non è nulla per la chiesa: una buca sul percorso, come tante altre che ci sono già state e altre che verranno. Ma che si superano.
      In primo piano, magari per chi ha a che fare direttamente o indirettamente con i neocatecumeni, beh, allora lì la questione è tragicomica..

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  7. Io sono uno tra quelli che pensano che alla morte di Kiko il Cammino subirà una bella strigliata.

    Se così fosse, mi pare che alla fine questo ometto spagnolo venuto dal nulla se la cavi fin troppo bene in relazione al male che ha fatto alla Chiesa e a tante persone creando divisioni nelle parrocchie, seminando zizzania e distruggendo relazioni che avrebbero potuto crescere nella concordia.
    Morirà pensando a tutta la sua gloria mondana, ai numeroni che non accetta siano in decrescita, a tutte le acclamazioni umane che l'hanno edificato, a tutte le faraoniche costruzioni che ha disseminato nel mondo... si sentirà sempre un prescelto, un profeta, un santo.
    Guarderà il suo impero e, a meno che non si penta in ultimo, se ne andrà convinto e pago della sua gloria umana, pagata principalmente con mammona. Crederà di aver lasciato un'eredità spirituale.

    Penso che invece, un buon servizio a lui e alla Chiesa sarebbe stato contrastare da subito le sue manie espansionistiche, la sua supponenza e il suo arrogante giudizio contro la Chiesa, le sue abbondanti menzogne che hanno tratto in inganno tante persone.

    Non credo che la pazienza avuta nei suoi confronti sia minimamente giustificabile con l'eventuale scandalo che avrebbero potuto subire le anime al suo seguito, dimenticandosi del tutto di quelle che invece ha duramente colpito e sviato, comprese tante di quelle che ancora lo chiamano profeta.

    La ciste del Cammino Neocatecumenale ha avuto tutta l'apparenza di una ventata di spirito rinnovato, ma la realtà è che si è fatta strada a suon di maneggi strani e tante "regaline", naturalmente col supporto di personaggi che, tutto sommato, ad oggi possiamo dire non abbiano fatto una gran bella fine.

    Ma credevano davvero di farla in barba a nostro Signore?
    Ci sono altre cose in questa nostra Chiesa in crisi e ormai allo sbaraglio, ma sicuramente il Cammino Neocatecumenale, con le sue trombe e le sue pompe, è uno tra quelli di cui Papa Paolo VI disse di avere la sensazione che "da qualche fessura sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio. C’è il dubbio, l’incertezza, la problematica, l’inquietudine, l’insoddisfazione, il confronto. Non ci si fida più della Chiesa; ci si fida del primo profeta profano che viene a parlarci da qualche giornale o da qualche moto sociale per rincorrerlo e chiedere a lui se ha la formula della vera vita. E non avvertiamo di esserne invece già noi padroni e maestri. È entrato il dubbio nelle nostre coscienze, ed è entrato per finestre che invece dovevano essere aperte alla luce... Si credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. È venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio, di ricerca, di incertezza."
    Marco

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    1. La principale fortuna di Kiko e Carmen è l'aver giocato a fare i rivoluzionari nel momento in cui alle alte sfere si promuoveva la rivoluzione nella Chiesa. "Rivoluzione", cioè sovvertire l'esistente senza avere le idee chiare su perché farlo, e con cosa sostituirlo. (Quando si hanno le idee chiare su come e su perché, e non si sovverte l'esistente, allora non è rivoluzione ma riforma)

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