martedì 12 settembre 2023

Il Cammino causa ferite spirituali che solo Dio può guarire

Il falso profeta, particolare del
Calvário de Plougonven, Francia 

Nelle numerose pagine del blog più volte si è accennato alle gravi storture dottrinali che il Cammino da anni insegna, purtroppo, impunemente, per essersi incistato come un tumore nel corpo della Chiesa Cattolica durante il periodo di confusione post-conciliare.

Ogni tanto portiamo testimonianze di come queste deviazioni abbiano causato danni concreti, materiali, alla vita di decine di migliaia di persone nel corso dei circa 60 anni di vita del Cammino NeoCatecumenale. "Il Cammino nuoce alla tua salute e quella dei tuoi cari", si potrebbe dire, e a volte, ahinoi, anche in modo definitivo, tuttavia, per quanto dolorose possano essere certe esperienze già di per sé gravi, trovo che il male maggiore causato dal Cammino sia quello perpetrato sul piano spirituale. 


E' per questo che voglio portare la mia personale testimonianza di come il cammino sia altamente nocivo, e di come a me, e a tanti altri che leggono questo blog senza mai intervenire, le eretiche proposizioni di Kiko e Carmen abbiano causato gravi ferite all'anima. Uso il termine "ferite", in luogo di "danni", appositamente, perché la parola dà l'idea di qualcosa che è dolorante, fa soffrire, e se non curata adeguatamente può infettarsi fino a marcire e provocare malattie spirituali dalle quali riprendersi può essere molto difficile. Questo post assumerà le sembianze di una contro-redditio ed è esattamente questo lo scopo: rivoltare la lettura della mia vita togliendo gli orpelli della formazione kikiana.

La mia esperienza non è unica, lo specifico e che sia chiaro: migliaia di giovani si trovano nelle mie stesse condizioni; forse oggi con l'indebolimento dell'eretico Kiko le cose potrebbero essere un po' cambiate, ma gli eserciti di fanatici che ha addestrato sono ancora in circolazione e continuano a provocare gli stessi danni e dolori.

Sono nato figlio di una coppia di catechisti della prima ora. Sin dall'inizio e nei decenni successivi a ogni occasione non mancavano di rimarcarmi come dovessi al Cammino la mia stessa esistenza, poiché i miei genitori si conobbero in questa esperienza nel 1971. A quel tempo le prassi del cammino erano molto più rigide ma per assurdo meno codificate, ci si basava sull'oralità: ad esempio non esistevano i gadget kikiani tanto apprezzati oggi. Sono stato educato nella pesantissima logica kikiana, che comprendeva cose come essere spesso lasciato a casa per le varie attività del cammino, con le prime babysitter che si offrivano al tempo per aiutare le coppie con figli: uno dei primi ricordi che ho della mia vita riguarda mia madre che mi allacciava le scarpe seduto sopra al tavolo della sala mentre mi spiegava che doveva andare "alla chiesa"; a 5 anni già partecipavo alla sceneggiata dei Re Magi e al catechismo del Natale di fabbricazione kika (non ricevevo regali il 25 dicembre ma il 5 gennaio, unico bambino del mio quartiere, credo) e la vigilia facevamo la processione per portare il Bambinello nel presepe con i canti; durante la cena mio padre leggeva i brani del vangelo e della Scrittura e li spiegava, in una scena che oggi mi ricorda molto "il Racconto dell'Ancella". Non ho mai frequentato la messa la Domenica in parrocchia, se non in occasioni del tutto fortuite, né la Pasqua, né nessuna delle ricorrenze religiose della città. La mia realtà era scandita solo dal Cammino, dalle Lodi domenicali che iniziavano alle 10 per terminare quasi a ridosso del pranzo.

I nuovi falsi profeti all'inferno

I nostri amici erano solo ed esclusivamente "fratelli" di comunità dei miei genitori, i miei padrini di battesimo erano una coppia del cammino e ovviamente i miei catechisti della Prima comunione erano anch'essi del Cammino. Non ho mai avuto contatti con appartenenti ad alcuna altra realtà, salvo per un brevissimo periodo durante la preparazione alla Cresima che non era ancora monopolizzata dal CNC.

Nella frequentazione del Cammino, nell'ascolto delle eretiche catechesi di Kiko e Carmen, nella partecipazione ad una liturgia bislacca e inventata a cui sono stati aggiunti significati occulti, l'anima progressivamente si avvelena e ciò è particolarmente vero se si è nati in quella realtà.

I bambini sin da piccolissimi in certo qual modo partecipano a quelle liturgie, assorbono quelle dottrine attraverso i genitori, imparano comportamenti, si rapportano con la fede cattolica attraverso le "lenti" del Cammino e non sentono altro linguaggio che quello. Poiché il Cammino non è solo un'esperienza di approfondimento aggiuntivo, come potrebbe essere ad esempio il Movimento Eucaristico Giovanile, o le Equipes di Notre-Dame, ma una chiesa parallela con propri riti e insegnamento "catechetico", viene sovente scambiata con la Chiesa stessa. Se immaginate quanto può essere grave questo fatto per un cattolico già formato sottratto alla parrocchia dalle totalizzanti attività del Cammino, provate a immaginare cosa può accadere per una mente e un'anima che nascendo in una famiglia neocatecumenale non entri mai in contatto con la realtà cattolica vera e propria, per tutta l'infanzia, l'adolescenza e l'età giovanile e formativa.

E' chiaro che sono sempre stato costretto ad andare in comunità. Da ragazzino venivano a prendermi fratelli della mia novella comunità direttamente a casa e mi riportavano e per questo non ho mai saltato un incontro, per compiacere i miei genitori, catechisti in vista e ben conosciuti. Ovunque andassi ero "il figlio di.." e questo mi insuperbiva notevolmente. Il mio linguaggio e visione del mondo erano del tutto filtrati dal cammino di conseguenza anche il modo di rapportarmi agli altri: a causa di ciò ho avuto scarse occasioni di aprirmi al resto della società, ho vissuto di fatto come vivono gli appartenenti alle sètte; oggi ritengo di essere stato cresciuto in una fortissima chiusura mentale, e di aver acquisito una notevole incapacità a formare nuovi rapporti e relazionarmi con il mondo esterno. Gli "altri" facevano parte sempre del "mondo" e quindi "da rieducare" in qualche misura. 

Tipico tempio neocatecumenale: sedie Plia, tappeti,
orride kikone e moquette blu.

Divenni particolarmente arrogante in merito al cammino ritenendo di avere una specie di conoscenza superiore, ma non facevo altro che ripetere a macchinetta concetti che non capivo, spiegati anche male e con grossolane approssimazioni dottrinali. Ero molto confuso riguardo al cattolicesimo e credo nel corso del tempo di aver indotto anche altri in errore, persone che magari, volendo saperne di più sulla Chiesa e vedendomi "impegnato", mi chiedevano spiegazioni. 
In realtà non avevo nessuna vera formazione cattolica. Nessuno mai, in molti anni cruciali di crescita, mi ha mai insegnato il valore della riconciliazione, la necessità di confessarsi di frequente (era abitudine attendere la "penitenziale"), l'assoluta necessità di premettere la confessione alla Comunione, la differenza fra peccati mortali e peccati veniali, la presenza reale di Cristo anche nelle briciole di pane, solo per fare alcuni esempi. Non ho mai rifiutato la Comunione, perché in un'assemblea come quella neocat è impossibile farlo.

Ero invece convinto di capire la Parola di Dio e poterla spiegare, perché fin dal principio ad appena 11 anni durante la celebre "accoglienza" in comunità, mi avevano fatto "ammonire" una lettura, con grande orgoglio dei miei che mi ascoltavano. Durante e dopo la Cresima partecipai alle numerose "scrutatio" kikiane, in palese salsa protestante, dove spiegavo a me stesso cosa credessi la Scrittura volesse dirmi "alla mia vita" e così per anni e anni ho diretto le mie scelte sulla base di versetti presi a caso, convincendomi così, con ulteriore manifestazione di superbia, di capire la volontà di Dio. 

Uno dei sortilegi cleromantici cari a Kiko:
il sorteggio per le "missioni"
Ero convinto di essere un modello di cristiano, mi dolevo per i peccati altrui, mi sentivo in grazia di Dio, quando invece ero pieno "di rapina e di intemperanza". Non avevo mai sentito parlare di "esame di coscienza" e di fatto neppure dell'Atto di Dolore, che anzi veniva irriso dal mio catechista della Prima Comunione come un retaggio medievale da dimenticare. A causa di questo per molti anni non ho provato un vero dolore per i peccati, non sapendo neppure cosa fosse la contrizione.

Non ho mai invocato l'intercessione di un Santo, non ho mai conosciuto la vita di nessuno di essi, né mi sono mai stati raccomandati come esempi, se non in modo del tutto fortuito alcuni Santi padri dei primi secoli. L'idea stessa dei Santi mi è sempre sembrata una roba da vecchiette, da scapolari e medagliette, cose che facevano chissà quando i nostri nonni, da processioni superstiziose.

Mi era sufficiente "superare i passaggi" del Cammino per sentirmi sempre più cristiano, credevo di camminare in avanti per chissà dove ma in realtà in me si cristallizzavano abitudini cattive: nel Cammino si insegna che soprattutto è necessario un generico "credere", "avere fede", per essere salvati da quel tale peccato, che "se lo vuoi" Dio ti cancella. Nessuno mi ha mai parlato delle virtù, ad esempio, nessuno mi ha insegnato che per ottenere certi "risultati", se vogliamo chiamarli così, serve anche l'impegno e lo sforzo umano, anzi, la stessa parola "sforzo" veniva deprecata, sostituita da una generica "grazia" che viene data "gratis", senza alcun impegno personale. L'idea stessa di promettere di non peccare più è assente nella predicazione kikiana, col risultato di convincermi che non fosse necessario impegnarsi ad abbandonare i peccati attraverso concrete scelte di vita quotidiana


Distributore automatico di confessioni neocat. Confusione, nessun
raccoglimento, centinaia di persone pigiate, nessuna direzione spirituale.

L'educazione restrittiva e sessuofobica del Cammino oltre a essere stata un'ostacolo per la mia crescita ha anche seriamente danneggiato la mia vita successiva, mi ha portato a scelte sbagliate e per ribellione a determinate costrizioni subite, per molti anni mi ha spinto a peccare di più anziché aiutarmi a crescere in un cammino di santità. Naturalmente si tratta di scelte personali, la cui responsabilità non è diminuita in nessun modo dall'influenza del Cammino, di certo però il CNC mi ha impedito, contrariamente a quanto da sempre si va predicando, un reale percorso di conversione e di santità. 

Quello che invece per moltissimi anni è cresciuta in me è stata l'ipocrisia, il predicare in un modo e razzolare al contrario. L'ipocrisia è un tratto altamente distintivo del Cammino e dei suoi aderenti. Per tantissimo tempo, inoltre, sono stato una persona esigente e autoritaria, un modello di fariseo, parola abusata nel Cammino Neocatecumenale che di questi soggetti è pieno zeppo, qualcuno che pur volendo imporre agli altri pesi insopportabili non era disposto a spostarli nemmeno con un dito. 

La prima a farne le spese è stata mia moglie. Benché anch'essa cresciuta in Cammino ne fu sempre in parte distante e ne diffidava, in equilibrio fra una sorta di agnosticismo e una fede semplice. Il nostro matrimonio non fu mai ben visto dai capi della setta NC, che anzi in molti modi anche subdoli tentarono di boicottarlo instillandomi dubbi sulla mia vocazione. Nel Cammino viene insegnato che il coniuge in qualche modo è o può essere il nemico, specie se contrario al CNC, in palese contrasto con la Dottrina cattolica, la quale insegna che il coniuge cattolico santifica quello non cattolico esortando a sopportare pazientemente e con amore le difficoltà. Divenni intransigente in merito al Cammino Neocatecumenale durante il fidanzamento: lei continuava a frequentarlo solo per timore che una sua rinuncia ci dividesse. I suoi dubbi furono spesso motivo di aspri litigi, mentre i catechisti e i miei "fratelli" di comunità facevano pressione su di me nel tentativo di convincerla della bontà del percorso.

I "fratelli" erano spesso aggressivi nei suoi confronti, più volte nei giri d'esperienze mi accusarono di essere debole, e lei di non essere sottomessa. Instillarono fra di noi acredine e rimproveri reciproci, facendoci rischiare più e più volte la rottura. Data la teologia distorta in merito alla morale matrimoniale e all'apertura alla vita nel matrimonio avemmo molti figli. Tutti dono divino, senza dubbio, ma in pochissimi anni arrivammo a 5. Oggi ritengo a causa del Cammino di non aver esercitato una paternità responsabile, ma solo di aver eseguito i dettami dei catechisti per non sentirmi in colpa nei confronti del CNC. Pur adorando i miei figli, sono consapevole di aver fortemente stressato la mia compagna, sottoponendola a un eccessivo carico psicologico, che le causò molto dolore e preoccupazioni e problemi fisici: quando lo capii decidemmo di non avere più figli finché non fossimo stati pronti, ma da allora pur avendone avuti altri due per scelta, lei si è trovata a rimarcare in diverse occasioni con rammarico di non averne desiderati così tanti e che avrebbe voluto diversamente avere opportunità di lavoro e di crescita personale che le sono mancati. Oggi so che Dio saprà rendere merito alla sua abnegazione e ai numerosi gesti di carità compiuti nel matrimonio: nel Cammino invece mai si sottolinea quanto sia importante custodire i propri figli e il Sacramento e come questo sia già più che sufficiente e primario rispetto alle attività neocat. Per diversi anni come tutte le coppie abbiamo lasciato soli i figli in molte occasioni, essendo capo cantore e catechista io stesso per un periodo, non potevo assentarmi. Spesso ci ritrovammo separati, come coppia, in quanto mia moglie non desiderava partecipare. Dovetti più volte "costringerla" e utilizzai molte forme di ricatto morale per ottenere quello che pensavo fosse santo e buono, ovvero la partecipazione al CNC. I litigi aumentarono ma nonostante tutto né i fratelli né i catechisti sembravano paghi degli sforzi che facevo, la attaccavano e la criticavano in ogni occasione, con grande disprezzo per i suoi dubbi. 

Poiché il Cammino è totalizzante, progressivamente negli anni trascurai tutti gli amici esistenti al di fuori delle salette, perdendoli e banalizzando i rapporti con gli esterni; questa perdita la ritengo molto grave perché mi ha portato a un certo grado di isolamento che si ripercuote sulla vita famigliare. Si diventa progressivamente incapaci a parlare realmente di Dio e a testimoniare la Fede nelle opere, sostituite da un insulso parolame biblico. L'insistenza a mettere il neocatecumenalismo in ogni discorso e a cercare di far proseliti mi rese non dissimile da un testimone di Geova, e non aiutò i rapporti sociali. Un certo cinismo e scarsa sensibilità per i problemi altrui mi caratterizzavano e oggi capisco che nella maggioranza degli aderenti è molto scarsa la vera compassione, a eccezione di una superficiale empatia di facciata. 

Quando una nostra figlia si ammalò di una grave forma di cancro, dato che eravamo prossimi a lasciare il Cammino nessuno si fece davvero avanti per aiutarci, nessuno ci venne a trovare, salvo i più fanatici solo per cercare di convincerci che Dio avesse voluto la malattia di nostra figlia per insegnarci qualcosa.

Negli anni trascorsi in Cammino sviluppai una paura di Dio e dei suoi possibili "interventi". Ben lungi dal Santo Timore cristiano, il rapporto con Dio nel Cammino è fortemente caratterizzato dalle suggestioni ebraiche veterotestamentarie: dalla predicazione di Kiko viene fuori l'immagine di un Dio anziché misercordioso, geloso e causa anche dei mali che possono a volte affliggere la vita. Il costante richiamo a chiedersi "cosa vuole Dio da te con questo fatto" spinge a pensare che anche le sofferenze più terribili potrebbero essere in qual modo "volute" da Dio stesso per una fantomatica "conversione". Che sia così, ovvero che molti neocat temano in qualche modo l'intervento di Dio o che Dio richieda qualcosa di impossibile o qualche "prova", è dimostrato in molti modi e su questo punto non mi dilungo. La paura di Dio mi portò a chiudermi a Lui e al suo vero intervento misericordioso nella mia vita. 

Il timore si estende anche ai cosiddetti "catechisti", una masnada di laici senza alcuna autorità che che inducono nei sottoposti vera e propria venerazione. La figura benevola e misercordiosa di Dio nel Cammino viene sostituita da loro, interposti "intermediari del sacro", impedendo a un fedele di conoscerLo in modo autonomo e intimamente nel rispetto dei propri tempi e modalità. Ecco perché uscendo dalla gabbia neocat spesso si perde del tutto la fede o l'abitudine a frequentare la Chiesa: mi ritrovai a fare un'enorme fatica nel cambiare le mie abitudini e nel costruire una vita cristiana e questa ferita la porto dolorsamente ancora oggi.

Sant'Agostino schiaccia l'eretico Ario

Dopo tanti anni fuori del cammino credo di aver capito perché la Chiesa un tempo era così severa con le eresie, tanto da essere disposta a sguainare la spada pur di difendere l'ortodossia della Dottrina e la Tradizione: è in gioco la Salvezza delle anime, che se sviate potrebbero perdersi fino alla dannazione eterna. Noi non possiamo tacere, perché il Cammino svia le anime, le porta su un'altra strada tortuosa e impervia, invece che all'ovile del Signore le conduce nella gabbia costruita da Kiko e dal suo ego, nel labirinto delle sue nevrosi e disturbi mentali, delle sue convinzioni errate sulla vita, la società, la visione del mondo e dell'uomo e la sua antropologia distorta e malata.

Sono convinto che Kiko e la defunta Carmen fossero due fanatici religiosi, pieni di sé e affetti da varie turbe non diagnosticate che hanno riportato tali e quali nella struttura e funzionamento del Cammino, nei riti, nella "liturgia", nelle abitudini e persino nell'arte e nell'architettura. Quegli sgorbi davanti a cui ti inducono a pregare, quegli orrendi cubi di marmo e cemento che chiamano "catecumenium", quelle buie salette illuminate a neon, non sono uno strumento di elevazione ma una scala che porta verso il basso, verso l'inferno dell'anima dei due falsi profeti.

39 commenti:

  1. Il sorteggio per le missioni è fuffa , i raccomandati vanno nei posti migliori $$$$$

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  2. sarò io... ma non trovo mai nessuna delle vostre "testimoniane" convincenti, mi sembra che tanti ex cerchino solo un capro espiatorio per le loro insoddisfazioni personali quindi piuttosto che farsi un bell'esame di coscienza meglio dire "è colpa del Cammino"... si insomma un pò paraculi

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    1. Sì, ti confermo che sei proprio tu.

      Anzitutto ti invito a leggere l'articolo Testimonianze Favorevoli al Cammino.

      E quindi ti invito a riflettere: com'è possibile che il popolo degli "ex" neocatecumenali è almeno il quadruplo dei "camminanti"? Sul serio, sono diversi decenni che vi dite che le comunità "iniziano in 50 e finiscono in 10" (e già vent'anni fa eravate decisamente ottimisti, perché già si cominciavano a vedere comunità accorpate o soppresse)... come mai c'è letteralmente troppa gente a cui continuate a dire la panzana de "il Cammino non fa per te"?

      Sai, quando un'automobile nuova viene lanciata sul mercato, e letteralmente l'ottanta per cento degli acquirenti si lamenta di averla dovuta rottamare per i troppi difetti... è colpa del loro "paraculismo", o semplicemente l'auto in questione è stata pessimamente progettata e pessimamente costruita? E tu, in qualità di concessionario, o addirittura produttore, con che faccia di bronzo vai dicendo loro che "quest'auto non fa per te"?

      Vedi, se fosse l'un per cento dei clienti potresti dire che è tutto sommato un problema non troppo rilevante, magari di gente lamentosa che aveva capito male i tuoi slogan pubblicitari. Ma... l'ottanta per cento? (Ribadisco che quel famoso "iniziano in 50 finiscono in 10" è già troppo ottimista). Se per assurdo fosse solo colpa dei concessionari, al produttore converrebbe annullare loro contratti e licenze, licenziarli, punirli severamente, e offrire ai clienti maltrattati risarcimento o almeno scuse. E invece no: nel vostro caso, laddove è stata colpa dei "concessionari" (i vostri cosiddetti "catechisti"), il produttore (Kiko e il suo "cerchio magico") è sempre stato connivente con loro, sempre complice delle loro malefatte, sempre pronto a rimetterli in sella, magari proprio negli stessi ambienti dove avevano fatto gravi danni (a cominciare dal riportare la volpe nel pollaio).

      Un produttore onesto, di fronte ad ogni lamentela di ogni cliente, cercherà di indagare e di correggere gli eventuali difetti. Sarebbe molto bello poter dire: "abbiamo controllato prima e dopo i freni e non erano guasti, quindi l'incidente è colpa dell'automobilista, non dell'impianto frenante". E invece no: il produttore disonesto assegna tutte le colpe al cliente perché non vuole correggere i problemi a un impianto che non ha mai funzionato su nessuna delle sue vetture.

      Quel che è peggio, nel kikismo-carmenismo, è che tali problemi si potrebbero correggere letteralmente gratis. Basterebbe dire: non considerate più la cosiddetta "catechesi" 836217-bis che in tanti hanno equivocato, sostituitela coi paragrafi del Catechismo in cui si parla del matrimonio. Basterebbe fare, come auspicò (inascoltato) padre Zoffoli, una "pubblica e dettagliata professione di fede", che da sola avrebbe messo nei guai chiunque volesse perpetrare le eresie. Basterebbe seguire la liturgia della Chiesa. Basterebbe dire "non ho più fiducia nei catechisti X, Y e Z, perché anziché promuovere la fede dei fratelli di comunità hanno pensato a tutt'altro".

      Ma Kiko e Carmen hanno sempre rifiutato l'insegnamento della Chiesa. Hanno sempre preteso di aver qualcosa da insegnare, cioè non hanno mai voluto ascoltare la Chiesa (né quanto al Magistero, né Tradizione, né ubbidienza alla gerarchia). Hanno sempre usato la patetica scusa dell'essere "ispirati", come se lo Spirito soffiasse su loro due anziché sulla Chiesa, come se da Costantino al Vaticano II la Chiesa fosse sempre stata in errore, come se i calpestatissimi fratelli delle comunità fossero solo polli da spennare.

      Dunque il lamentoso sei tu. Sei tu a cercare un "capro espiatorio", senza chiederti neppure se almeno uno degli ex neocatecumenali possa avere qualche buona ragione.
      Sei letteralmente in malafede.

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    2. Conosco gente che ancora frequenta il cammino e che hanno una pessima fede e vita personale. Irascibili, orgogliosi e pieni di vizi... ma non riescono a vedere che il problema e' il cammino.
      Avessero spesi questi anni nella vera chiesa, mettendoci lo stesso impegno che ci mettono nel cammino, a quest'ora starebbero molto meglio.

      Se uno ha speso 15 o 20 anni in cammino e si ritrova uguale a prima, perche non cambiare aria e andare nella chiesa vera? Tanto frutti in cammino non ne stai avendo. Perche continuare nella testardaggine che un giorno il Signore passera? So vent'anni che aspetti...

      A questi tizi io gli offro come antidoto la messa tridentina. Ma loro rifiutano sempre. Preferiscono rimanere nel loro fango.

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    3. A chi vorrebbe obiettare che in certe facoltà universitarie l'80% degli studenti abbandona prima di laurearsi, bisogna ricordare che:
      - che del percorso universitario si sa già tutto, mentre il Cammino ti nasconde "Decime", "convivenze", e tutti gli altri obblighi che ti pioveranno addosso;
      - che sono gli studenti a scegliersi il percorso universitario, mentre il Cammino ti coopta in parrocchia ingannandoti con le "catechesi iniziali" senza dirti che è un impegno che dura praticamente tutta la vita;
      - che gli studenti possono liberamente cambiare facoltà o fermarsi per qualche mese o qualche anno, mentre il Cammino è tutto un continuo farti ricatti morali (esempio: "fuori da quella porta c'è il demonio, che fai, te ne vai?") per farti proseguire a tambur battente.

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    4. L'esame di coscienza se lo dovrebbero fare i capi del Cammino e i loro galoppini più volte al giorno, non solo alla sera.

      Invece nel Cammino nemmeno si parla di quell'anticaglia tridentina dell'esame di coscienza, si dà per scontato che la gente possa peccare settanta volte sette, tanto basta guardare al serpente di Mosè (Cristo sulla croce), che sei bello che perdonato.
      Credi questo? Allora sei già perdonato, insegna lo spagnolo.

      La vostra è un'autoassoluzione temporanea, tanto non c'è proposito di non peccare più e nessuno di voi sa nemmeno recitare l'atto di dolore.

      Mi ricordo che nei miei lunghi anni in comunità, quando alle penitenziali c'erano preti non neocatecumenali, bisbigliavamo tra di noi sperando che non ci venisse chiesto l'atto di dolore che non sapevamo recitare.

      PRIMO, perché generalmente nessuno provava mai "dolore"e si "duole dei propri peccati", in quanto l'uomo è schiavo del peccato e casomai il colpevole è il padrone, cioè il demonio.
      E che ci vuoi fare... è colpa del demonio che mi inganna, non mia perché lo ascolto mentre mi dichiaro cristiano. La mia è solo debolezza, perché nessuno mi ha mai insegnato a fortificarmi.

      SECONDO, perché gli spagnoli hanno sempre predicato che Dio non si può offendere.

      TERZO, perché nel Cammino non esiste il proposito di non peccare più. È superbia.

      QUARTO, perché nel Cammino non si fuggono le occasioni prossime di peccato, in quanto se pecchi è colpa del Signore che (sadicamente) ti ha levato la mano dalla testa.

      Quindi sì, penso proprio che sia tu a non comprendere.

      Tu e i tuoi compari pensate: "piuttosto che farsi un bell'esame di coscienza meglio dire "è colpa del demonio" e così tirate avanti...
      Marco

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    5. I miei genitori sono molto anziani, ormai e pieni di acciacchi. Hanno la badante, avrebbero bisogno di essere per lo meno accompagnati in comunità,almeno per ricevere la comunione. Eppure nessuno si è mai prodigato per questo. Alcuni, per iniziativa personale, hanno cercato di aiutarli in alcune faccende quando noi figli non potevamo, ma siamo molto sul piano amicale. Della carità cristiana, del "guardate come si amano" dei primi tempi tanto sbandierato non ho trovato traccia.
      Per inciso, non ho rancore per come sono andate le cose con mia figlia. Ritengo che in certe sofferenze si è soli come Gesù sulla croce e va bene così. Risplende la speranza divina. La vita che viene da Dio è non da noi. Ho solo riportato un fatto per far capire che Kiko mente, o parla di cose che esistono solo nella tua immaginazione. Nel suo pensiero magico, secondo cui dato che dice una cosa allora immediatamente diventa vera.

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    6. Don Ariel ha pubblicato un articolo su un prete scemo e vendicativo, che val la pena di leggere, specialmente gli asini raglianti che si sentono mortalmente offesi quando vengono qualificati come tali, visto che tocca indirettamente diversi temi che ricordano parecchio la propaganda kikiana.

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    7. Ho letto, sono felice che almeno un prete che dice la verità da qualche parte esista ancora. Quanti ce ne vorrebbero...

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    8. Si può non essere d'accordo su tutto con don Ariel (il sottoscritto, per esempio, non è d'accordo su tutto quel che dice don Ariel), ma non si può negare che su tanti temi centra perfettamente il bersaglio. La fede non è un cabaret, non è uno show, non è un "inseguire i c'ciovani" imitandone le più patetiche idiozie.

      Il bello (ironicamente) è che io stesso ho conosciuto seminaristi - sia neocatecumenali che non neocatecumenali - che credevano che fosse perfettamente accettabile raccontar barzellette che avevano per protagonisti Nostro Signore, la Beatissima Vergine, Dio Padre, lo Spirito Santo...

      Mi colpì in modo particolare un seminarista neocatecumenale che dopo aver raccontato una di tali blasfemie, si vide rispondere da un altro seminarista (non neocatecumenale) una freddura riguardo ai trascorsi sessuali di Kiko e Carmen. Il kikolatra ammutolì e assunse la faccia da cane bastonato. Nella sua "fede" (virgolette d'obbligo!), si poteva tranquillamente scherzare in modo blasfemo, ma non su Kiko e Carmen. La miglior dimostrazione di idolatria che abbia mai visto in vita mia.

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  3. Il tread parlava che nel momento del cancro della figlia, tutti ignoravano BPS. Mia suocera crede che un giorno quando sara' piu anziana ci sara la comunita a prendersi cura di lei... Si come no, di momenti di bisogno ne ha passati e ne sta passando gia tanti ma mai ho visto qualcuno della sua comunita' aiutarla.
    Sempre io e mia moglie, e non lo dico come motivo di vanto ma per far capire cha alla fine e' sempre la famiglia che ti accudisce, non la comunita'. Perche credere a questa favoletta???

    Poi ancora diceva BPS che gli unici ad andare a consolarlo lo facevano giusto per rimetterlo in cammino.
    Cosi' e succeso anche a mia moglie, un paio di mesi fa stava attraversando un periodo difficile e invito un amico presbitero a casa per ricevere un consiglio.
    Gli disse il presbitero che lei stava attraversando questo periodo di "siccita'" spirituale perche aveva lasciato il cammino. Cioe un "sacerdote" che dice ad un fedele che le altre realta' della chiesa non hanno nessun valore, ma solo il cammino ti puo dare questa sete spirituale... Cose da pazzi.

    Grazie a Dio, dopo un periodo nel quale pensava di rientrare in comunita', si e' abbandonata alla vera chiesa ed ha ritrovato la fede lontana dal cammino!

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  4. L'anonimo forse pensa di essere originale pronunciando una frase che mi hanno già detto in dieci poi volte nel corso degli anni, il che è significativo del condizionamento. A esser onesti non vedo grandi cambiamenti nella vita di nessuno dei camminanti che conosco specie i più anziani che ormai proseguono stanchi e derelitti. Diventano a immagine del loro fondatore e stanno facendo il suo stesso percorso, Cristo ha creato la Chiesa perché potessimo avere una via per imitarlo, Kiko ha creato la chiesa neocatecumenale per indurre le folle a imitare se stesso. L'imitazione di Kiko anziché di Cristo.

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    1. Carlo Acutis parla ai giovani di oggi: “Tutti nascono come originali, molti muoiono come fotocopie”

      Immagina morire fotocopia di kiko... ahime!!!

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  5. La testimonianza in questo articolo mi ha scosso parecchio, perché parla dal punto di vista dei figli.

    Io sono padre e quando stavo nel Cammino ho fatto, provato e pensato tutte quelle cose che ha dettagliato l'autore. Sono entrato a vent'anni e mi sono sposato nel Cammino. Tutti i miei figli sono nati nel Cammino.

    Anch'io ho premuto perché i miei figli entrassero in comunità poco più che bambini perché anch'io avevo la superbia del neocatecumenale, disprezzando tutto quello che era parrocchiale.
    Anch'io, come catechista di diverse comunità, lasciavo i miei figli alle baby sitter perché ero impegnato almeno 5 giorni alla settimana, a volte di più.
    Ho dato i regali ai miei figli all'Epifania, ma poi io e mia moglie, visto che a scuola mettevano sotto pressione i miei figli per questo, abbiamo iniziato a dare i "nostri" regali a Natale e quelli di "Gesù" all'Epifania.
    Pensavamo che fossero gli altri che non capivano, ma abbiamo comunque operato un compromesso a tutela dei nostri figli.
    Ricordo anch'io le innumerevoli processioni al presepe, ma mi sa che le nostre erano un po' più articolate di quella narrata dall'autore della testimonianza. Noi procedevamo a luce spenta, con un figlio che portava, il cero, un altro il Bambinello e un altro la Bibbia, i più piccoli al seguito. Io leggevo il vangelo al buio davanti al presepe, con solo la luce del cero, poi accendevamo la luce, il più piccolo posizionava Gesù e mia moglie (da noi le consegne erano che lo facessero le madri), spiegava la lettura.
    Uno dei miei figli, passata l'adolescenza, ci disse molto candidamente che fino ad allora aveva creduto che la Chiesa fosse tutta come il Cammino. Anche lui aveva scambiato il Cammino con la Chiesa. Non era mai stato ad una celebrazione parrocchiale.

    Rinnovo il mio dolore a sentire dalla viva voce del testimone quanto inutile e dannoso condizionamento abbiamo riversato sui nostri figli, anche se questo punto ci fu abbastanza chiaro fin da quando lasciammo.
    Infatti ci adoperammo da subito per far loro presente che il Cammino deforma i pensieri e condiziona la progressione della fede, perché intanto ci eravamo tuffati nella ricerca e nell'apprendimento dell'autentica fede cattolica e non finivamo mai di sobbalzare ogni volta che incontravamo dissonanze anche gravi con ciò che insegna il Cammino. Alcuni sacerdoti ci hanno aiutati. Dopo tanti anni, talvolta sobbalzo ancora oggi.

    Ora sono rimasti in Cammino solo due dei nostri figli, guarda caso proprio quelli sposati con figli di famiglie neocatecumenali irriducibili. Gli altri frequentano la parrocchia. Per ora nessuno si è perso.
    Ma noi non ci lasciamo scoraggiare, ora sentiamo che la nostra missione è metterli di fronte alla verità e non perdiamo occasione per "controcatecchizarli". Ma ci vuole pazienza, perché se sei troppo pressante non ti ascoltano. I clan familiari sono terribili, inglobano tutto come un gelatinoso blob.

    Proprio recentemente una mia nipotina che ha 3 anni, ad un certo punto si mise a fare il balletto neocatecumenale per gioco, battendo le mani e cantando una canzonetta kikiana.
    Non dissi nulla, in quel caso, ma mi si strinse il cuore.

    Tutti i giorni, anche più volte al giorno, chiedo al Signore che faccia a tutti noi il dono della vera fede.
    Lui sa cosa intendo. Non so come, ma so che provvederà.
    Marco

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    1. La processione a Natale era esattamente come descritta da te. Ho solo abbreviato per non tediare.

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    2. Forse la processione di natale e la meno peggio come una volta era tradizione in Italia recitare poesie e fare preghiere prima o dopo la messa di natale. Il resto invece e del tutto discutibile

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  6. Il cammino è una bolla una volta printati , sè sei una tabula rasa è non stavi già nella chiesa ti risucchia il cervello, ed anche sè esci codifichi tutta la realtà con gli occhiali di kiko (metafora) la Deprogrammmazione costa solitudine è dolore !

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    1. Termini come deprogrammazione e imprinting fanno parte del gergo psicologico. Don Giussani preferiva spesso un gergo politico perché spiega meglio ciò che succede. Parlava di totalitarismo. La fede è un'esperienza totalizzante, che ti avvolge tutta la realtà in tutti i suoi aspetti, che ti apre al Mistero. L'ideologia sembra anch'essa totalizzante, invece è totalitaria. L'ideologia (politica, o filosofica, o religiosa) pretende di spiegare la realtà ma filtra tutto ciò che vedi e che provi... è quello che chiameremmo una bolla, ma nei fatti è un calpestare l'io, è una violenza fatta sul singolo, perché l'ideologia è umana, anche la migliore delle ideologie è un progetto umano, un'aspirazione umana: non è Dio, non viene da Dio, non è funzionale a Dio. L'ideologia uccide (quantomeno uccide dentro, ma abbiamo troppi esempi di ideologie che hanno lasciato dietro di sé cataste di morti) perché ha per centro sé stessa, non Dio. È solo lo Spirito che vivifica, non i progetti umani. Tutti i progetti umani per creare una società giusta, nel corso della storia, sono tutti falliti. In un ambiente ideologizzato - anche un ambiente religioso come il CNC, dove le idee e le parole dei fondatori sono considerate al di sopra di ogni critica - c'è un idolo, non c'è spazio per lasciar entrare lo Spirito, non c'è spazio per la vita, c'è solo la violenza. La fede cristiana è totalizzante, ti avvolge tutto l'essere, ti rende uomo nuovo. L'idolo è totalitario, ti avvolge per schiacciarti e per distruggerti.

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  7. Sottoscrivo ogni parola di BPS,veramente i condizionamenti sulla famiglia operata dai catechisti erano pesanti se non opprimenti.Ricordo quando fu imposto di fare regali ai bambini solo all’Epifania,qualcuno lo accetto’ con entusiasmo,ma i più sotto sotto cercarono vari escamotage per non far mancare a Santa Lucia i doni come da tradizione dalle nostre parti.Ma di nascosto.Se penso a che punti di legalismo e di cieca obbedienza ai catechisti eravamo arrivati…Ora dopo tanti anni che ce ne siamo andati io e tutta la famiglia non mi so capacitare di come sia potuto accadere tutto questo !

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  8. Testimonianza estremamente interessante, oltre che impressionante.

    BPS dice, giustamente, che i figli sono sempre una benedizione, ma che non vanno messi al mondo senza responsabilità, come avviene per dimostrare qualcosa a qualcuno.
    Del resto anche le croci sono sempre una benedizione, ma non vanno cercate irresponsabilmente.

    Sia chiaro: non dico che i figli vadano considerati una croce, come spesso si dice nel Cammino: mi ripugna il solo pensarlo.
    Ma richiedono impegno, e perciò fatica e rinunce, e queste cose sì che sono una croce, e spesso una grande croce, come nel caso di figli malati.

    Mi colpisce il fatto che, sebbene il Cammino spinga al matrimonio spesso senza un'adeguata preparazione o, in alternativa, spinga a farsi sacerdoti o religiose, altrimenti non si sarebbe né carne, né pesce, Kiko e Carmen non si sono sposati, non hanno avuto figli e nemmeno si sono consacrati.

    Se lo fossero si sarebbe risaputo, ma in ogni caso è da escludere una loro consacrazione perché, anche fossero stati disposti a fare il voto di castità, ritengo che non lo sarebbero mai stati nei riguardi dei voti di povertà e di ubbidienza.
    Un caso unico tra i fondatori di realtà spirituali: proprio loro che spingono gli altri a scegliere, non hanno scelto e, secondo il loro criteri, non sono stati né carne, né pesce, ma solo un esempio da NON imitare.

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  9. Anonimo delle 15 e 08:
    cosa della tespimonianza di BPS non ti convince?
    BPS cita fatti reali, che tu non neghi. Tu, semplicemente, stai dando un giudizio su BPS, per cui la tua non ha il valore di una contro testimonianza. Semplicemente non è nulla, cioè non entra nel tema, non aggiunge nulla alla discussione.

    Ricordo che una mia figlia, quando aveva 11 o 12 anni, mi disse che nella sua classe c'era il figlio di una coppia neocatecumenale che non era seguito dai genitori e viveva come uno sbandato e che lei era contraria a questo e criticava i neocatecumenali che fanno i figli ma poi non li seguono.
    Io allora, sebbene mi rendessi conto di certe storture e di un notevole fanatismo da parte degli aderenti del Cammino, avevo una buona reputazione di loro, e li difesi. Ma mia figlia non si convinse...

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  10. è chiaro che chi ha scritto questo post non vuole essere Cristiano! Sacrificarsi per i figli, mettere Cristo al centro della famiglia, celebrare il natale e l'epifania, aprirsi alla vita ecc. Probabilmente finirà per diventare buddista.

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    1. Quando gli asini raglianti si lamentano che i loro commenti non vengono pubblicati, è proprio perché esigono che simili asinerie - come quella del fratello Leonardo delle 22:45 - vengano pubblicate.

      Notate la sua "scaletta":
      - giudica chi ha scritto il post
      - non concede neppure il beneficio del dubbio
      - lo accusa calunniosamente di "non voler essere cristiano"
      - lo accusa calunniosamente di non mettere Cristo al centro della famiglia, ecc.
      - giudica profetizzando che diverrà buddista.

      Facile scrivere due righe di giudizi temerari e calunnie, nevvero?

      Ecco i frutti del Cammino Neocatecumenale: giudizi temerari e calunnie.

      Il fratello Leonardo ora andrà a dormire tutto contento, perché con tali "frutti" ha reso gloria al tripode Kiko-Carmen-Cammino, e si sentirà anche di Fede Adulta, perché ha annunciato il "vangelo" kikiano-carmeniano, quello fatto di menzogne, giudizi, calunnie, inganni.

      Il demonio - quello vero, non il simpatico portasfortuna che ti fa trovar la fila al casello quando vai alla "convivenza" - è decisamente soddisfatto del Cammino Neocatecumenale.

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    2. @leonardo
      O tu non hai letto il post, oppure sei in mala fede. O tutte e due, perché BPS non dice nulla di quello di cui tu lo accusi con impressionante superficialità (per non dire altro).
      Porto

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    3. @Leonardo
      Ok, quindi chi non fa il cammino non è cristiano. Grazie per averci confermato per l'ennesima volta che siete una setta pericolosa.

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    4. Leonardo:
      per cui, se una coppia in 30 anni di matrimonio potrebbe avere 30 figli e non li ha, vuol dire che non è cristiana?

      Io non so da quanti anni sei sposato e se hai avuto un figlio l'anno, so però che non ho mai visto una coppia del Cammino sposata da più di 30 anni con 30 figli. E neanche con 20. Eppure sono convinto che volendo alcune ci sarebbero riuscite.
      Per cui secondo i vostri criteri non siete poi così aperti alla vita come dite.

      Ma anche in questo caso a non essere cattolico sei tu, perché la Chiesa non considera l'apertura alla vita allo stesso modo del Cammino: il Magistero è chiaro: occorre generosità ma anche prudenza, metodi naturali, ma anche, se ce ne sono i motivi, calcolo dei tempi fertili...
      Mi sono stufato di citare documenti del Magistero in proposito, se voui puoi verificare da solo.

      Se per voi la genitorialità responsabile consiste nel mettere al mondo più figli possibile, allora non siete bravi cristiani neanche voi.
      Quando vedrò una coppia del Cammino con una trentina di figli dirò che sarà pure eretica ma, almeno, è coerente.

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    5. Leonardo avete il chiodo fisso. L'inquinamento della Liturgia, la dottrina eterodossa e la banalizzazione dei sacramenti sono i problemi gravi, ma voi non ci fate caso.
      Sesso e soldi sono le fissazioni di Kiko, il credo perché sono i suoi peccati principali.

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  11. Nel cammino non si accettano critiche se' non sei d'accordo sei fuori ! Poi c'è tutta la sceneggiata del dito puntato alla porta nel secondo passaggio , il demonio ecc ecc ecc

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  12. Il prossimo papa dovrebbe essere uno come Papa Pio XII, il cammino chiuderebbe entro una settimana!!!

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    1. Magari! Purtroppo, come dice il proverbio, "Dio alcuni Papi li dona, altri li tollera, altri li infligge". Bergoglio è di quest'ultima categoria...

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    2. L'ottimo Pio XII, è stato il Papa della mia prima infanzia.
      In ogni caso, nonostante le fortissime tensioni attualmente presenti all'interno della Chiesa,
      sono assolutamente sicuro, che quando tutto, si risolverà per il meglio, il Cammino Neocatecumenale sarà finito; esiste infatti un conticino in sospeso, ovvero la sentenza della
      Feria IV del gennaio 2013 mai applicata, per cambiamenti al Vertice della Chiesa.
      ---

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  13. I camminanti alla fine del cammino debbono giustificare tutti gli oneri $$ , che nemmeno equitalia ai tempi .......

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  14. Come dice BPS, il problema non è tanto il numero dei figli, ma la dottrina, che si riflette anche sulla liturgia e sul comportamento.
    Una famiglia numerosa, di per sé, è una cosa buona, che dà gloria a Dio, purché si eserciti la paternità e maternità responsabile.
    Una famiglia numerosa non deve perciò servire a dare gloria a un movimento per dargli così più forza nel contrapporsi alla Chiesa, un po' come si faceva nei regimi nazionalisti in vista di eventuali conflitti.
    Le motivazioni contano e anzi sono determinanti, del resto la Chiesa dice che, come non si può fare il male anche se i fini sono buoni, così non si può fare il bene per dei fini sbagliati.

    E' vero che nel Cammino, pur tra tanti fanatismi, ci sono persone brave e io ne conosco qualcuna.
    Ma il problema è che, se le persone brave non fanno cambiare il Cammino nei suoi errori, gli errori del Cammino faranno cambiare loro.
    E la loro buona fede e la loro mitezza, alla fine, potrebbero servire come uno specchietto per le allodole. Come i colori sgargianti e il profumo di certe piante carnivore, che sono davvero attraenti anche per noi, ma che sono mortali per gli insetti che vi si posano.

    Il problema del Cammino non è stato tanto lo squilibrio dottrinale e comportamentale degli inizi: non si può pretendere la perfezione da neofiti che hanno davvero ritrovato la fede, ma il suo perseverare in tanti errori.
    L'uomo è squilibrato, ma c'è apposta la Chiesa: se davvero ci si converte nella Chiesa, poi si segue la Chiesa e si correggono tanti errori dovuti a ignoranza teologica.

    Un errore davvero pachiano che fanno tanti camminanti è qullo di pensare che per il Battesimo sia necessaria una preparazione, che ovviamente è necessaria come è necessario l'esame di coscienza per la Confessione, ma che non è affatto determinante. Almeno non lo è per la Chiesa, come prova il battesimo dato agli infanti.

    Per questi camminanti, mancando una lunga preparazione, la grazia del Battesimo non può essere efficace.
    E poiché nella Chiesa primitiva gli adulti la ricevevano, mentre da Costantino in poi si iniziò ad anticipare il Battesimo rispetto alla preparazione, la grazia avrebbe smesso di "circolare" nella Chiesa.
    Eppure nella Chiesa apostolica, che è la Chiesa primitiva della Chiesa primitiva, si battezzava immediatamente, subito dopo l'adesione alla fede.
    Questo avvenne a Pentecoste, col centurione romano, col carceriere di Paolo e Sila, con l'eunuco etiope, ecc.

    Questo insistere su una posizione chiaramente errata, ha portato a errori e a un comportamento di superiorità nei riguardi del resto dei cattolici, che ha favorito un comportamento settario.
    Errore che si può rimediare, ma solo ammettendolo e facendo ammenda.

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  15. Vi seguo, da circa un anno, Grazie per questa testimonianza. Mi dà l'occasione per raccontarvi ( iniziare almeno), la mia storia dopo più di 30 anni di cammino, incominciata in Umbria ai tempi degli studi universitari, e, poi continuata nella mia città di origine, alla fine della laurea, e, dopo aver lavorato qualche anno in giro per L'Italia ( soprattutto Roma, Torino e Milano), vissuti sempre nell'alveo del Cammino, dal momento che dovunque andassi, cercavo una comunità che stesse al mio passaggio.Insomma ho fatto dal 1989 al 2022 il cammino, in diverse realtà , in maniera 'fanatica' (ma ero in buona fede), senza mai interromperlo. Riflettevo, e ringrazio della testimonianza, sui danni prodotti sulla ns. Anima(qualcosa di piu' importante), dal CNC,perché analizza i disastri ricevuti, da una prospettiva nuova. Oltre ai disastri già noti, ossia i danni sul piano relazionale, economico, lavorativo , familiare e relazionale prodotti da questa esperienza del Cammino. Se Dio vuole, e, se può giovare, parleremo pian pianino, anche della mia esperienza

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  16. IL cammino ed i catechisti mandano al manicomio le persone fragili !

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  17. Avete sentito di quel vescovo che ha celebrato la messa usando una Casula con un disegno di una pelliccia di leopardo? E poi sono i Neocatecumenali quelli strani nella Chiesa "normale" invece......

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    1. Il commento delle 17:50 è chiaramente in malafede.

      Quegli occasionali errori altrui non giustificano i sistematici errori tuoi.

      La "stranezza" dei neocatecumenali è in realtà eresia, poiché distorce le verità di fede. E dato che la fede si esprime nella liturgia, inevitabilmente distorcono anche la liturgia.

      La "stranezza" dei neocatecumenali è anche ipocrisia, poiché mentre da un lato fingono di essere più cristiani dei cristiani, dall'altro disubbidiscono ai vescovi. Da un lato fingono di essere tanto fervorosi quanto a "missioni", "fare molti figli", "preparare la liturgia", ecc., dall'altro calpestano (anche materialmente) il Santissimo Sacramento, oltre che la vita materiale e spirituale dei "fratelli delle comunità".

      La "stranezza" dei neocatecumenali è anche idolatria, vista l'ossessiva-compulsiva promozione di ogni deiezione dei loro idoli Kiko e Carmen. Sono letteralmente incapaci di riconoscere valore a qualsiasi canto che non sia composto da Kiko, qualsiasi immagine che non sia stata dipinta da Kiko, qualsiasi catechesi che non sia stata fatta da Kiko e Carmen, qualsiasi suppellettile sacro (dai calici ai paramenti) che non sia designed by Kiko... Perfino il copribibbia e la fascetta reggi-chitarra devono tassativamente essere quelli "brandizzati" da Kiko. I neocatecumenali son davvero kikolatri, e non in senso ironico, lo sono proprio per convinzione radicata.

      Idolatria, ipocrisia ed eresia hanno come frutti principali l'ingiustizia e l'immoralità. I neocatecumenali sono dei veri e propri sepolcri imbiancati ripieni delle peggiori sozzure, delle quali vanno addirittura vantandosene.

      E -fateci caso!-, anche i kikolatri che vanno facendo tutta la predica su "ho incontrato il Signore, il Cammino mi fa incontrare il Signore", non spendono mai una parola contro gli errori del Cammino, dei suoi autonominati "iniziatori", e dei suoi VIP come i cosiddetti "catechisti". Tanto ciarlare "ilsignore-ilsignore", e poi non vogliono fare assolutamente nulla per rimediare alle malvagità e ai danni fatti dal Cammino e dalla sua gerarchia.

      E dunque non ci sorprende che all'apposita "tappa del Padre Nostro" si autodichiarino "figli del demonio". Complimenti.

      Lo Statuto del Cammino non autorizza né eresie, né ipocrisie, né idolatrie, né malvagità, né comanda di autoproclamarsi "figli del demonio". Il Cammino, a differenza di ciò che richiede lo Statuto, non è cattolico.

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  18. A proposito di quando Dio ti manda delle avversità o malattie come il nostro amico ci racconta nella sua esperienza e qualcuno (del cammino) ci chiede cosa Dio voglia dire alla nostra vita è molto semplice, ci dice : non hai ancora capito che devi uscire da questo inferno? Che ti sto facendo la Grazia di ritornare libero? Che il mio amore per te e quelli come te è unico e ti voglio donare la pace vera e liberante?
    Io l'ho vissuta così. Da una grave situazione generata dal cammino, ragione per la quale sono uscito, ringrazio il Signore per averla permessa e di essere uscito e oggi vivo felice e contento

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  19. Le cene dell'alleanza , con i garanti che litigano per i soldi , sono l'inferno !

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