mercoledì 22 gennaio 2020

RISCRIVIAMO LA STORIA, SECONDO LE AFFERMAZIONI DI KIKO - IV° ATTO

Quarta e ultima parte della storia della vita di Kiko è più lunga di un film… (qui la prima parte e qui la seconda e qui la terza); anche stavolta troverete inframmezzate al testo di Kiko ed evidenziate in giallo le nostre chiose, mentre in rosso faremo notare le gonfiature, le ciarle e le bubbole di Kiko, particolarmente gravi in quanto Kiko Argüello è un idolo, l'idolo adorato dai cosiddetti "fratelli del Cammino", che lo considerano "santo vivente" e al di sopra di ogni critica. 
Le affermazioni di Kiko citate in queste quattro parti le abbiamo ascoltate dalla sua stessa voce, da un video su Youtube (chi volesse verificare, può cliccarlo qui). I nostri commenti evidenziati in giallo completano ciò che Kiko comodamente ha taciuto.


Poi un giorno a Natale, sono voluto andare a fare il Natale con i miei genitori, io non vivevo con loro, vivevo nel mio studio di artista, pittore professionale. Oppure vivevo ad Atocha residenza universitaria? Boh, fa lo stesso, tanto voi mi credete comunque, qualsiasi cosa dica.

Qui mi sbrigo: la trovo a piangere, mi confessa che aveva una situazione tragica col marito sempre ubriaco e mi chiede aiuto. Tutti chiedono di essere aiutati da me. Mi dice: “Ah, per favore, devi aiutarmi… come posso aiutare… Venga a parlare con mio marito”. Ci sono andato ed ho portato quest’uomo ai Cursillos. Quando mi ha sentito predicare è rimasto di stucco, come tutti del resto, ed ha smesso di bere per 15 giorni, ma a volte dico per tre mesi, secondo come mi va.
Questa donna mi chiamava spesso, anche di notte a volte: “Ah Signor Kiko, deve venire, mio figlio… va ad uccidere mio figlio, deve venire… E io sono andato là di nuovo l’ho calmato, ho parlato con lui e un altro giorno, di nuovo, mi chiama una volta, due volte, alle tre del mattino, alle 4… A questo punto ho pensato, ma se Dio vuole che io vada a vivere con questa famiglia, chi se ne frega. Così io li aiuto, lo vado a cercare dopo la spazzatura, non lo lascio bere, e me ne sono andato a vivere là.
Come sempre io so esattamente ciò che Dio vuole, oppure penso che Dio vuole ciò che voglio io, fa uguale. In effetti, se volevo seguirlo dopo la spazzatura per non lasciarlo bere, potevo farlo anche abitando a casa mia, che sciocco!Sapete com’è, anche in questo caso, come in tutti gli altri, la gente vuole il mio aiuto. Sempre io aiuto. Poche volte vengo aiutato e quelle poche, rarissimamente da persone, ma sempre direttamente da Dio che mi dice qual’è la sua volontà o mi illumina. Non ho mai raccontato com’è andata a finire la storia della domestica, perché me ne sono andato, quanto ho convissuto con quella famiglia, che in altre occasioni ho detto essere composta anche da 9 figli. Doveva essere proprio strana quella domestica per permettere al "figlio dei padroni" di andare ad abitare in una casina piccina picciò, dove già abitavano 11 persone, per metterlo a dormire addirittura in cucina! La domestica di una famiglia che conosco, non l'avrebbe permesso mai… Ma a me, lo sapete, capitano SEMPRE situazioni limite…
Allora mi son ricordato il filosofo Sartre che dice: “Guai all’uomo il cui dito di Dio lo schiaccia contro il muro”. Questo dice Sartre. Bene, IO LÌ HO VISTO GENTE SCHIACCIATA E SCHIACCIATA CONTRO IL MURO.
Quindi, come ben direbbe l’ateo Sartre, sarebbe Dio che schiaccia la gente contro il muro: io l’ho visto. Sartre, l’ateo aveva ragione: non dice guai all’uomo che schiaccia un altro uomo, ma proprio GUAI all’uomo che Dio schiaccia al muro con un dito. E io uomini schiacciati da Dio contro il muro ne ho visti tanti. Chissà perché Dio schiaccia gli uomini col suo dito contro il muro? Dio allora è buono? Ma allora perché se la prende con l’uomo e lo schiaccia contro il muro? Boh, so solo che io ne ho vista di gente schiacciata contro il muro da Dio. Ah già, che sciocco, ma la frase di Sartre mica diceva così, diceva: "Un eletto è un uomo che il dito di Dio mette con le spalle al muro", che già significa altro. È tratto dall'opera "Il diavolo e il buon Dio", del 1951, dove Dio è inesistente e il prete che la pronuncia, è un prete dubbioso e dubitabile, che "si comporta da diavolo quando è un servitore devoto del buon Dio".


Nota per Kiko:
l'ateo J.P. Sartre ha scritto:
"Un eletto è un uomo che
il dito  di Dio
mette con le spalle al muro"
(lo mette alle strette,
lo obbliga a scegliere).
Non ha detto:
"Guai all'uomo
il cui dito di Dio
lo schiaccia contro il muro"
Poi ho visto una donna col Parkinson presa a bastonate da suo figlio e ho pensato che questa donna che suo figlio la bastona, lì c’è una presenza di Gesù Cristo. Perché Cristo ha portato su di sé i peccati nostri.
Certo, ciò che l’accomuna a Cristo è il fatto di portare i peccati di suo figlio, ma se non li porta in nome di Cristo, non c’è presenza di Cristo, c’è solo debolezza, incapacità di reagire, mormorazione interiore. Essere vittime non vuol dire automaticamente essere Gesù Cristo, specialmente se non si è vittime nel suo nome. Cristo portava i peccati dell’uomo in senso salvifico, perché li voleva portare, non perché non poteva fare diversamente per debolezza umana. Se voleva LUI poteva non farlo, invece ha scelto di farlo. Di sicuro, per contro, c’era la presenza del demonio, ed era nel figlio che la bastonava. Non sarà stato quello il caso, ma un cattivo può bastonare anche un altro cattivo, Pensandoci bene: che c’entra Gesù Cristo?
Ma c’è oggi gente, che anche senza essere credente o no, porta i peccati degli altri, le conseguenze, le sofferenze, e lì Dio mi ha fatto capire che c’è una presenza di Cristo PIÙ FORTE DELL’EUCARESTIA. Scusate la blasfemia, ma non ne ho potuto proprio fare a meno. Le vittime dei peccati altrui, credenti o no, a me fanno capire che è presente Cristo più di quanto sia presente nell’Eucarestia. Tra vittima credente e martire e vittima atea, non c’è differenza: c’è sempre la presenza di Gesù Cristo. Del demonio no, di Gesù Cristo, basta essere genericamente vittime. Questo punto meriterebbe maggiore approfondimento, vederemo…


Per Kiko "nell'Eucarestia c'è
una MINORE PRESENZA 
DI CRISTO
che in chi porta le conseguenze
dei peccati 
altrui…"
A questo punto, sono andato in Africa.
Non fate caso se avevo detto che facevo il militare ai tempi del monastero, ora voglio dire che è adesso che parto per il militare, e se lo dico io è così. Del resto questo è quello che ho sempre detto, quindi…
Mentre ero militare ho deciso che al mio ritorno sarei andato a vivere ai piedi dei poveri, come de Foucauld, ed è con questo spirito sono andato nelle baracche, non volevo né predicare, né fare nessuna opera sociale, nulla.
Sempre avevo questo desiderio di predicare il Vangelo agli ultimi e pensavo che bisognava scendere alle catacombe sociali perché ho conosciuto molta gente distrutta, molti omosessuali, un ambiente bohémien così terribile.
Non fateci caso se sembra un controsenso tra “non volevo predicare” e “sempre avevo il desiderio di predicare il Vangelo agli ultimi”, son cose che si dicono, anche se si contraddicono. Normalmente dico che “non volevo predicare”, tacendo che invece questo era da sempre il mio evidente desiderio e non un caso o la volontà di Dio che si è svelata pian piano.
Un’assistente sociale mi ha mostrato una baracca e sono entrato lì, era novembre, dopo è venuto dicembre, un freddo cane… Io allora lavoravo come professore in un collegio dando lezioni di disegno. Non ero più pittore professionale: tornato dal militare mi son trovato un lavoretto come professore di disegno in un liceo. Avevo sì e no 25 anni.

José Agudo voleva che io predicassi come predicavano gli Apostoli, anche se penso che Agudo non sapesse nemmeno com’è che predicavano gli apostoli. Non predicavano queste pizze di Cursillos de Cristiandad, che erano conferenze, assolutamente, né i sermoni che danno i preti. Io lo so come predicavano gli apostoli, non di certo le noiose pizze dei Cursillos e nemmeno quei sermoni che fanno i preti. Non quella roba.

E così piano piano è nata una comunità tra i poveri.
Ma quante persone potevano entrare
a celebrare un'Eucarestia lì dentro?
Dieci? Quindici?
Una volta è venuto un parroco, non si sa perché, e ha sentito queste preghiere e ha sentito quest’ambiente, ha detto “Ah, questo, venite alla mia parrocchia, anche lui ci ha invitati, venite a parlare, questo dovete portarlo. Ci ha invitati anche lui, come sempre fanno tutti. E ci ha invitati a predicare: si vede che lui dopo tanti anni di seminario e di attività pastorale, ancora non sapeva farlo. Allora io sono andato con tutti i poveri… mamma mia… i borghesi che erano quelli che non accettavano che io chiamassi a conversione. “Chi sei tu, dicevano. Dacci la tua esperienza e noi ti diamo la nostra”. Era il massimo che accettavano i borghesi. Ma che io chiami a conversione boh… altra storia. Questi borghesi volevano giocare alla pari, pensa te! non avevano capito che ero IO che dovevo chiamarli a conversione e che loro dovevano solo ascoltare. Credevano di essere già convertiti come me che, ragazzotto di 25 anni già convertito, avevo titolo per chiamarli a conversione.

Mi dice una volta uno zingaro che avevo portato in Chiesa con gli altri: “Ma questo che dice questo prete è la stessa cosa che dici tu?” dico “Sì io sono cattolico” “Ma questa gente è cristiana?” No perché quella signora accanto a me dice che puzzo e ha cambiato banco, mi ha insultato. Questi non son… ho capito… È vero che puzzavamo, non c’era acqua, c’erano i topi ecc.
Capite? Era abituato a me e non gli pareva che quelli nella Chiesa fossero cristiani. Eccerto, la signora ha cambiato banco perché puzzava, insultandolo. Come faceva a lavarsi, non c’era acqua, non poteva trovare il modo di lavarsi nemmeno per andare in Chiesa. Era la signora che doveva accettare il fetore, non lui che non doveva imporre il suo odoraccio lavandosi prima di andare alla Messa in Chiesa. Del resto qualche modo c’era, perché io facevo il professore in un liceo e di certo non andavo a scuola con gli studenti puzzando di sporco e di cani. La signora lo doveva rispettare, ma lui non doveva rispettare la signora, trovando il modo di lavarsi come lo trovavo io per andare ad insegnare a scuola.
Con la liturgia, e visto che non eravamo preparati per andare alla parrocchia e la parrocchia non era preparata per ricevere questi zingari, allora con un prete dominicano che veniva di là di sinistra, ma non dico chi è, abbiamo deciso di fare la Messa nelle baracche.
Vorrei poter dire il nome di questo prete domenicano che si prestava a dire messa nella mia baracca, ma non lo dirò. Certamente, avendo avuto a che fare per anni coi domenicani nella residenza universitaria di Atocha, dove studiavo, è molto probabile che fosse uno di loro, se non addirittura padre Aguilar, sempre rimasto prete, mai “avanzato di carriera”. Del resto a lui piaceva un sacco il modernismo e la “nueva estetica”, termine che coniò lui all’epoca, io l’ho solo ricopiato. Comunque, anche se dicessi il nome, come tutti gli altri che cito sarebbe già morto.
Uhm, non potete immaginare che è successo! va beh. Gli zingari, io non permettevo che si sedessero alla tavola, era una tavola quadrata nella mia baracca, con l’altare, col mantello… Cosa volete, gli zingari dovevano stare in piedi, perché non potevano comunicarsi. Quindi, in piedi e noi, non so chi oltre me, celebravamo seduti alla mia tavola quadrata che faceva da altare, coperta da un mantello, una tovaglia.

Una volta uno zingaro mi ha detto: “Io non voglio più continuare qua, io voglio sedermi lì, a mangiare questo pane, questo corpo che dite voi. Voleva essere uguale, ma non so se aveva capito l’importanza dell’Eucarestia o voleva soltanto essere accettato al pari degli altri. E allora è venuto con un sacco, dico “che porti qua”, “tutto quello che ho rubato perché voglio sedermi”. Aveva già capito subito che per sedersi lì doveva ridare quello che aveva rubato, quindi aveva capito. Ma ugualmente, anche dando indietro la refurtiva, non so se poteva comunicarsi senza confessarsi o addirittura aver ricevuto i sacramenti. Così abbiamo fatto tutto il macelloma non dico che macello.
DOPO CI HANNO DENUNCIATI E IL VESCOVO MI HA CHIAMATO: “SIETE VOI CHE FATE QUESTE LITURGIE.. TI SCOMUNICO!”.
Questa cosa non l’avevo mai detta così chiara, la dico ora. Il vescovo Morcillo ci voleva scomunicare a causa delle liturgie che facevamo nella mia baracca. Qualcuno che si era scandalizzato ci ha denunciati al vescovo, che evidentemente non era per niente contento.Anzi, guardate, mi sa proprio che fu allora che il vescovo venne alle baracche, per conoscerci, per capire che liturgie facevamo, rendersi conto, perché da buon lefebvriano era molto perplesso, non venne per la distruzione delle baracche.
Chiesa Dolce nome di Maria.
Puente de Vallecas 1928
Mi ricordo che uno della “comunità”, si chiamava Felipe, della famiglia di Agudo… e scrive, perché sapeva scrivere, anche lui in prigione, sapeva scrivere… Josè Agudo scappò ed è ancora latitante, lo stanno cercando… (ridono). Quella era una pagina commovente, se la legò (forse vuol dire la diede) al vescovo ausiliario perché Morcillo stava nel sinodo, e mi dice “Questa l’ho fatta io!”, nonostante i suoi peccati e ha toccato la liturgia, ha toccato il sacro, “sarò condannato, castigato Mamma mia…”
Mi sono espresso male, non so se capite. Questo zingaro, che è della sempre onnipresente famiglia Agudo, tra i miei pochi seguaci più stretti, scrisse una lettera sulla liturgia, toccò il sacro e la diede al vescovo ausiliario per difenderci: io temevo di essere condannato, castigato…, ma poi chissà perché? Faccio presente che il primo sinodo dei vescovi, al quale partecipò l'arcivescovo Morcillo, iniziò il 29 settembre 1967, perdurando fino al 29 ottobre dello stesso anno. Forse sto rivelando troppo, perché in pratica sto dicendo che la lettera di questo Felipe fu consegnata nel secondo semestre del 1967, quando Morcillo era al sinodo. Allora la minaccia di scomunica e tutte le paure che ho avuto riguardo alla reazione di Morcillo, quello che ho sempre magnificato essere il mio mentore, sono avvenute mentre già catechizzavo nelle parrocchie, appena otto mesi prima che me ne andassi in Italia. Sì, forse Morcillo non era troppo persuaso della mia opera e magari, chissà, è stato pure molto felice che abbia lasciato la sua diocesi…


San Ramon Nonato. 1910
Quella volta ho avuto paura. E lì per la prima volta ho avuto una crisi: “OBBEDISCO ALLA CHIESA E DISTRUGGO LA COMUNITA’… NON OBBEDISCO ALLA CHIESA E CONTINUO CON I POVERI”. E ho deciso di obbedire alla Chiesa, guardate, nonostante tutto ioallora ho detto: ferma con l’Eucarestia, vai alla parrocchia, così ho fatto: Eeeh, questo la liturgia.
Mi pare chiaro che obbedire alla Chiesa significava smettere di fare liturgie a caso nelle baracche sul tavolo da pranzo, o addirittura già nelle parrocchie. Questo mi era stato ordinato di fare. Dopo dei dubbi, perché mi sarebbe piaciuto continuare, ho deciso di obbedire alla Chiesa ed ho smesso di fare Eucarestie a modo mio, andando invece in parrocchia come tutti. La Chiesa non voleva le nostre liturgie. Un problema, la liturgia.

Chiesa di San Pietro ai vincoli.
Vallecas 1952
Parola, liturgia e immediatamente ha incominciato ad apparire la comunità cristiana, nonostante che eravamo zingari, quinquis (teppisti), e gente di galera. I cittadini non amano molto i ladri o quella gente.
Lì è apparso questo tripode, e dopo questo tripode Dio ha fatto un miracolo, l’ennesimo, che la polizia ci ha minacciato col distruggere tutte le baracche, cosa che non era la prima volta che succedeva: c’erano preti che una volta distrutte le baracche, di notte aiutavano la gente a ricostruirle. Io sono andato perfino a parlare con Grandes, che era il ministro dopo Franco e mi ha ricevuto. Ero un nessuno puzzolente di cani e l’uomo più potente di Spagna dopo Franco mi ha ricevuto. Ci credete? Forse no. Ma voi non sapete le amicizie che avevo, pur frequentando le baracche… E ho detto al ministro: “Ma mi dica lei, abbiamo qui i poveri della terra con due leggi: una legge che dice che non… è proibito itineranti, gli zingari itineranti sono proibiti, se trovano un carro, lo fermano e lo mettono in prigione, e va bene, loro poveracci se non possono più mettere il carro vanno da una parte, hanno venduto il carro e si sono fatti una baracca. Però c’è un’altra legge che proibisce le baracche, perché Franco aveva fatto la UVA, Unidad Vecinal de Absorción cioè aveva costruito alloggi temporanei per alloggiare gli sfollati dalle baracche, che è dove viveva anche la domestica dei miei genitori. Poveri alloggi, ma sempre meglio delle baracche abusive.
Hanno buttato la baracca di Carmen, l’hanno buttata a terra, tutto e a questo punto io, che ero stato professore di Cursillos, e avevo fatto una volta un’Eucarestia con tutti i Cursillos di Madrid, avevo conosciuto Morcillo. E allora non ce la facevo più e ho chiamato Morcillo, che avevo il telefono dell’episcopato.
Non è da tutti avere il telefono dell’episcopato, per farsene cosa? Io ce l’avevo. Magari me l'hanno dato perché Morcillo mi voleva scomunicare. E siccome in uno stadio ricolmo di gente io, che ero uno tra i mille mila professori di Cursillos, avevo “conosciuto” Morcillo, gli telefonai. Di sicuro si ricordava di me: ero uno tra le migliaia in quello stadio, ero quello che lui voleva scomunicare… È un po’ come quando uno di voi, catechista, viene ad uno dei miei incontri: se qualcuno me lo presenta nella folla, io me lo ricordo di sicuro.
E prende la telefonata il segretario “Chi è?” “Per favore, passami Morcillo, gli davo del tu, è questione di vita o di morte…”, perché la distruzione delle baracche, che avveniva periodicamente, quella volta era questione di vita o di morte. E lui “No!, non è possibile!” urlava. A quel punto passa Morcillo: “Che urli? Chi è, chi è?” “No, un tal Kiko…” “Dammelo!” “Padre, solamente lei può salvare questa gente, c’è la polizia ecc.” Mi dice Morcillo: “Dove è questo?” gli dico: “Ta ta ta” Va bene, vado immediatamente!”
Chiesa San Carlos Borromeo. 1954
Furono costruite anche 4 scuole
Dovete credere che Morcillo si ricordava di me, umile “professore” di Cursillos tra migliaia, quindi, come se non avesse avuto da fare altro, venne immediatamente. Certo, si mise in una brutta posizione per rispetto a me, perché siccome Morcillo era anche Consigliere del Regno e amico di Franco, era anche uno che aveva di sicuro partecipato alla decisione di distruggere le baracche per indirizzare le persone alle UVA. Quindi, col suo intervento in favore dei baraccati, in qualche modo contravveniva al potere politico di cui faceva pienamente parte. Si contraddiceva, per rispetto a me: tra me e Franco, preferì me. Al che potreste pensare che allora non è così che andò, ma che Morcillo alle baracche non venne quella volta, ma quando mi voleva scomunicare per le liturgie caserecce, in altra occasione. In effetti, visto che eravamo così poveri da disporre di una buona macchina fotografica, abbiamo anche quelle foto che tutti conoscete, non si capisce come mai non ne siano state scattate alcune anche con Morcillo e la Guardia Civil che voleva distruggere le baracche. Inoltre, per essere uno che era venuto "immediatamente", senza preavviso né appuntamento, devo dire che si era riuscito ad organizzare bene: venne con altri due sacerdoti, erano in tre. Invece noi eravamo sempre gli stessi pochissimi. Strano che in costanza della distruzione delle baracche si fossero mossi, per seguire Morcillo, solo quei pochi che seguivano me, e non tutto il "popolo" di Palomeras. Sarebbe stato anche nel loro interesse, no? Ma a Morcillo non potete chiedere perché era già morto quando io cominciai a parlare di lui, morì nel 1971….

Morcillo non pare proprio uno che va
ad 
affrontare la Guardia Civil.
Coloro che lo seguono 
sono sempre
i soliti, sia per strada 
che nella baracca.
Il piccolo gruppettino dei soliti amici,
chiamato 
"comunità"

Allora, dico al tenente colonnello della Guardia Civil: “Viene l’arcivescovo di Madrid, che è Consigliere del Regno e amico di Franco!” Non credevano ai suoi occhi. Mi guardava con AMMIRAZIONE, ma come è riuscito questo che venga qui Morcillo? Mi guardava come mi guardavano tutti, con ammirazione. Non è che siccome ero un baraccato non credette alla mia parola, no, no, al contrario, credette e mi ammirò. E si è presentato lì Morcillo. E Carmen dice che quando ha visto lì Morcillo, è cambiato completamente il suo atteggiamento con me, non so in cosa, perché era già di ammirazione, come ho detto: ammirava il laico che avrebbe voluto scomunicare. Morcillo è stato alla mia baracca E HA COMINCIATO A PIANGERE, HA DETTO: “IO NON SONO CRISTIANO”. Parrà estremamente strano che un vescovo di quel calibro, conciliare dell’opposizione, si sia messo a piangere davanti a me, non è nemmeno etico. Ma che volete, gli ho fatto questo effetto, insieme alla mia “comunità”. Si è addirittura confessato davanti a noi dicendo che non era cristiano! Parole che in bocca ad un vescovo sono di ordinaria amministrazione, dichiarare di non essere cristiano così, perché si trova davanti poveri che cantano.


Giornale ABC del 1954
sull'inaugurazione della

Chiesa San Carlos Borromeo
Ha visto che dormivo per terra, ha visto la “comunità”, abbiamo cantato le lodi. Si vede la fotografia José Agudo cantando i salmi davanti a Morcillo.
I salmi che a me piaceva musicare. In effetti nelle foto che circolano pubblicamente si vede che nella mia baracca c’erano 3 sacerdoti: due preti ed il vescovo Morcillo. Poi c’erano 4-5 uomini, di cui uno Josè Agudo, Carmen no, chissà dov’era. C’erano anche due bambini. E così, molto informalmente, senza salterio, a memoria, mentre si rollavano e si fumavano sigarette, pare che pregassimo le Lodi. Certo, gli atteggiamenti dei prelati non erano grandemente composti, addirittura Morcillo mi passa una sigaretta mentre preghiamo. Ma le canzoni sì, quelle sì gliele ho fatte sentire, e le avevo tutte composte io. Per un inveterato tradizionalista come Morcillo, quel contesto era accettabilissimo per pregare le Lodi.
Chiesa
San Diego.

1943
Io gli ho detto: “Padre, abbiamo bisogno di celebrare l’Eucarestia con questa gente” “Chiama il parroco!”, che il parroco era un francese che mi detestava. Non so perché la gente mi detesta, mah, non lo so”.
Sì, è vero, ho sempre detto che è stato Morcillo ad indirizzarci verso la parrocchia, ma oggi dico che lo chiesi io. Perché lì i poveri, non erano abbandonati dalla Chiesa, le parrocchie c’erano da tempo, per chi voleva andare. Il parroco mi detestava, avrà avuto i suoi buoni motivi. Sapete che ancora non ho capito perché certa gente mi detesta? Non mi pongo domande, o non voglio sapere le risposte, per questo non capisco.
Inaugurazione Chiesa di San Pablo. 1955


Sì, José Agudo canta, ma... canta le Lodi
o le 
canzonette di Kiko?
Sventata la distruzione delle baracche,
si 
va a celebrare le lodi in baracca Argüello?
Ne aveva di tempo Morcillo…
Questo mi detestava, non so, era un francese di sinistra che odiava Franco e tal sempre criticando, la Spagna, perché mi critica me, io… va beh… va beh… Io almeno critico la Chiesa preconciliare e i “cristiani della domenica”, invece di criticare un dittatore fascista. Morcillo lo chiama e gli dice davanti a me: ”Devi lasciare la tua parrocchia una volta alla settimana per questa “comunità” delle baracche! E che facciano Eucarestia a porta chiusa perché se qualcuno entra e vede questo pane…”.
Contestualmente eh, proprio mentre era lì alle baracche. Tutti erano disponibili subito, anche il prete. Va beh, forse non ha detto “lasciare la tua parrocchia”, ma “prestare la tua parrocchia”, fa uguale per me. Il fatto è che Morcillo, non volendo che celebrassimo su un tavolo da cucina nella mia baracca la Santa Messa, ci ha trovato una parrocchia, ma con la clausola che celebrassimo a porte chiuse, per non scandalizzare. Morcillo oscillava molto tra l’adeguarsi ai venti del Concilio, che aveva strenuamente contestato, e il suo animo fortemente tradizionalista, per cui avrà pensato di dare tempo al tempo mentre provvedeva un luogo dignitoso per le celebrazioni della Messa, visto che non si versava in stato d’emergenza ed il luogo dignitoso c’era ed era accessibile.Magari avrà anche creduto che l’unica variabile fosse sulle due specie eucaristiche e non su molte altre cose che ancora oggi destano opposizione.
Disse Morcillo: “Gliel'ho ho permesso! A nessun altro glielo darò, però a questi sì, con le due specie!” Guarda, un miracolo!”. Permise a noi una cosa che non avrebbe permesso a nessun altro, perché noi siamo speciali, migliori di tutti.


Inaugurazione della Chiesa di San Diego 1943
Dopo abbiamo iniziato a portare le “comunità” nelle parrocchie, a partire da Arguelles, il quartiere ricco dei miei genitori, dove all’inizio celebravamo in un garage perché in parrocchia non ci volevano. Ma per noi conta uguale.
Poi questo seme l’ho portato alla periferia a Canillejas, ci sono volute 80 catechizzazioni prima di poter formare una comunità, una volta ve lo disse Carmen! Dopo CI HANNO INVITATO A ROMA.
Fu don Dino Torreggiani, che ha sempre lavorato per i poveri e gli zingari fino alla morte, non come me che appena arrivato a Roma mi dimenticai dei poveri e miserabili e mi indirizzai alle parrocchie ricche e borghesi, da allora e per sempre.
Don Dino Torreggiani, che è un italiano fondatore dei… boh… Servi della Chiesa, mi ha sentito parlare ad Avila ed è rimasto a bocca aperta e ha detto: “Devi venire a Roma! Sta pieno di capelloni, devi predicare a Roma!” Dico io … ma Roma, capelloni, non capelloni… ma che s… “No, no no. Vado con te a parlare con Morcillo”.
Don Dino in effetti ha dato la vita per i poveri, soprattutto per gli zingari. Ad Avila aveva 2 delle sue case della congregazione e ci andava spesso. Io non predicavo in Chiesa, solo una volta o due all’anno quando dovevo fare gli annunci per attirare le persone alla comunità quindi, se mi ha sentito predicare è perché è venuto nelle salette dove tenevo le mie catechesi. Qualcuno l’avrà invitato ad ascoltarmi alle catechesi, non può essere un puro caso, magari era una cosa organizzata.Siccome vide che io a quell’epoca parlavo dei poveri, dei diseredati e degli zingari, pensò di aver trovato uno innamorato dei poveri come lui. Si sbagliava, perché ben presto io dei poveri me ne sono proprio dimenticato e ben presto anche Don Dino si è dileguato dal mio orizzonte: non ne ho mai più avuto a che fare. È stata solo l’occasione per poter venire a Roma, dove di sicuro avrei avuto più fortuna. Se non mi fosse interessato, sarei rimasto in Spagna.
È andato con me da Morcillo, e gli ha fatto scrivere una lettera per il card. Dell’Acqua e un’altra lettera per il card. Florit, che era amico di Morcillo per via del Concilio ed anche perché don Dino aveva una casa di riposo per zingari e giostranti proprio nella sua diocesi di Firenze. Certo, don Dino sapeva bene che non potevo operare in Italia senza che nessuno certificasse la mia provenienza da una diocesi spagnola, perché nella Chiesa non può predicare chiunque, come minimo si deve sapere che è cattolico. Quindi si premunì di una garanzia. Nulla di che, non era per il mio valore, era per essere in regola.
Morcillo infatti scrisse almeno la lettera a Dell’Acqua, vicario del Papa, perché questa è stata ritrovata: diceva che ero un abile suonatore di chitarra con la capacità di aggregare persone, ma non diceva nulla sulla dottrina. Mi trattò come un “bravo animatore”.
Per quello che riguarda Florit, la lettera non è mai stata ritrovata nel suo Fondo in diocesi, ma son sicuro che sia andata persa. Non dico che ben presto Florit, quando cominciò a rendersi conto di chi si era messo in casa, cambiò rapidamente opinione e fece di tutto per ricondurci sulla via della Chiesa… Forse un giorno qualcuno ritirerà fuori gli scritti che indirizzava alla parrocchia, nei quali addirittura dice che voleva che il responsabile non fosse un laico ma un prete, e molto altro… Ma ormai, per fortuna, ci eravamo già incistati ed erano gli inizi… non ci successe quasi nulla.
Appena arrivati in Italia dico… “Macché predicare ai capelloni a Piazza Navona, ma che sta dicendo, povero illuso, IO VOGLIO aprire una azione cristiana nelle parrocchie! Don Dino: “Sì Sì, Kiko, quello che tu dici”.
Sì, perché una volta arrivato a Roma cambiai idea e non volevo più predicare ai poveri e agli zingari, degli zingari italiani nemmeno me ne interessai mai. A Roma mi venne la voglia di predicare nelle parrocchie, a gente di Chiesa e don Dino, obbediente obbediente mi disse che si sarebbe fatto come dicevo io.
Ma prima di cominciare disse che doveva mettere la nostra missione, Kiko e Carmen in mano della Vergine e ci ha portati a Napoli, dove c’è un quadro che sta lì, Kiko e Carmen e si chiama “La Madonna di Pompei” e Kiko era San Domenico di Guzman e la Carmen Santa Caterina da Siena (!!!!), che stava dando il Rosario.
Capito? Io ero San Domenico di Guzman e Carmen Santa Caterina da Siena! I due santi che stanno ai piedi della Vergine, nientedimeno. Noi due sconosciuti, appena arrivati in Italia dopo un rodaggio spagnolo molto incerto e breve, già ci consideravamo e venivamo considerati santi. Ancor prima di cominciare.Non eravamo lì per implorare la benedizione della Vergine, eravamo lì già come santi, nel nostro immaginario.
Don Dino mi accompagnò nelle parrocchie come volevo fare io, ma fummo rifiutati. Al terzo parroco che ha detto che loro non avevano bisogno di nessuna iniziazione cristiana, niente, che quelle sono cose per la Spagna, ho detto a Don Dino: “Padre, me ne vado a vivere con i poveri per aspettare che Dio mi chiami e sono andato dove ci sono le baracche al Borghetto Latino c’è la parrocchia di San Giuda Taddeo…
Tanto io lo sapevo che, come sempre Dio mi avrebbe chiamato, così, senza connivenze né amicizie umane, nemmeno il cardinale Roy, canadese, sotto la cui giurisdizione stava la parrocchia dei Martiri Canadesi, cardinale che aveva rapporti indiretti con la potente famiglia di Carmen.
E nel Borghetto Latino ho fatto una baracca di tre metri per due e lì siamo, con Jesus e con altri, ecc. ed è ricominciata la storia, la storia d’Italia.
Vi chiedete chi è stato quello che ha mandato i seminaristi insieme a me dalla Spagna all’Italia, sottraendoli alla loro formazione presbiterale in seminario per andare a vivere in un pollaio? E io non ve lo dico. Certamente doveva essere un rettore di seminario, di Avila mi pare. Proprio dove "per caso" incontrai don Dino… Jesus è Jesus Blazquez, oggi presbitero neocatecumenale e primo itinerante in Colombia.
Appena arrivato a Roma, invece, Kiko comincia da qui.
Parrocchia Ns. Signora del SS. Sacramento e dei Martiri Canadesi.
Inizia la “STORIA D'ITALIA”

Il film è finito.
Si ringraziano gli attori, le comparse, i REGISTI, tutto il backstage e l'infinita pazienza degli spettatori.
Spero vi siate divertiti.

52 commenti:

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  2. No, lo confesso, divertita per niente.
    A parte il guazzabuglio di tutta quest'ultima parte della storia surreale di cui ho capito ben poco, c'è qui una cosa che mi ha sempre indispettita.
    Sentire Kiko attribuire espressamente all'intervento sollecitato della Madonna di Pompei lo sblocco definitivo della situazione di stallo in cui fino a quel giorno si è sempre dibattuto invano. Nel quadro esposto nel famoso Santuario Mariano Kiko ha trovato addirittura raffigurato se stesso in San Domenico e Carmen nella grande Santa Caterina da Siena.
    Diciamo che i due giganti della Chiesa erano lì a prefigurare i veri santi della Chiesa Nuova Neocatecumenale degli ultimi tempi.
    Qui Kiko tocca l'apice delle sue allucinazioni.
    Negli anni ha sempre evocato la protezione speciale della Madonna di Pompei. La Sua festa si celebra l'8 Maggio, e Kiko continua negli anni ad enumerare miracoli Mariani per lui e il suo "potente cammino" in quel preciso giorno. Questo è insopportabile.
    Non sa Kiko quanti di noi, ex che abbiamo aperto gli occhi, siamo stati graziati dall'intervento materno tangibile della Madonna, e della Madonna di Pompei in particolare?
    Questa cosa, questo uso indebito della Santa Madre di Dio, grida vendetta.
    Dio stesso gliene chiederà conto. Stia molto attento a parlare a vanvera!
    A ogni pie' sospinto ostenta Dio al suo servizio, un orrore!
    Ma il Signore considera ancora più grave la strumentalizzazione della Immacolata Madre del Suo Figlio, Donna Sublime e Umile, intoccabile per un millantatore conclamato e ciarlatano come Kiko che, oltre tutto, ha maltrattato i poveri e i piccoli come pochi altri, e a nome di Dio, SIAMO TESTIMONI.

    La nausea che provo mi impedisce di continuare a scrivere.

    Mi aggrappo al Rosario e chiedo a Maria di intervenire, a Dio di accorciare i tempi.
    Maria Immacolata che contempliamo ergersi schiacciando sotto i suoi piedi il serpente antico, padre di ogni malvagità e ogni menzogna, vero "padre" di Kiko e del Cammino.

    Per altre considerazioni, rimando all'ultimo commento da me postato al precedente post la scorsa notte.

    Pax

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  3. Spero che Dio intervenga presto e li distrugga

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    1. Si stanno distruggendo da soli, come ogni «opera di mani d'uomo».

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  4. Continuo a non capire come si ē dato retta(e si continua)a un simile imbecille,Io mi vergogno di aver fatto parte di questo cialtrone,ma chi si dovrebbe vergognare di piū e la CHIESA.Ha ragione Pax piū leggo e piū mi viene il volta stomaco,la CHIESA ê responsabile di tutti i fuoriusciti che non hanno piû messo piede in chiesa sapendo.

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    1. La tecnica da loro usata è quella della rana bollita: non ti distruggono subito, ma molto lentamente, a poco a poco, da un lato evitando occasioni di allarmarti, e dall'altro rendendoti sempre più succubo del loro sistema.

      Uno entra nel Cammino perché crede di aderire a qualcosa di "spirituale" inteso a far crescere la fede. Non te li anticipano mica, gli impegni che sarai obbligato ad accollarti; per esempio, non te lo dicono mica, della Decima: ti piove addosso inesorabilmente dopo almeno quattro anni, quando sei già infognato a morte, quando possono finalmente permettersi di dirti: «sei libero di darla, è un gesto che ti farà crescere, ti sentirai in colpa se non ti provi coi beni...»

      E lo stesso vale per tutte le altre eresie. Perciò in certi casi possono perfino tollerare (o fingere di non vedere) cose che ufficialmente ti vietano (come l'uso di Facebook, come il fare un pellegrinaggio non organizzato dal Cammino, come il dare una mano in parrocchia per attività che non sono del Cammino...), perché sanno che anche se in cuor tuo desideri "cambiare le cose dall'interno", è come se in spiaggia volessi fermare le mareggiate con le mani.

      E lo sanno bene che anche quando uno arriva al punto che sta per scoppiare non hanno nulla da temere perché esiste già l'elenco di alibi già pronti: "il Cammino non fa per te", "si è fatto ingannare dal demonio", "ha scelto la perdizione e l'immoralità", "crede di saperne più dei catechisti, dei quali si era sempre fidato"...

      Infine, la Chiesa oggi versa notoriamente in crisi. Se la Chiesa si impegnasse a reinsegnare le verità di fede anziché sproloquiare di "fratellanze universali" interreligiose e supreme cretinate utili solo a compiacere certuni e a sparare qualche titolone sui giornali, il neocatecumenalismo sarebbe stato fermamente stroncato ancor prima di costituire la prima comunità romana di adoratori del Tripode Kiko-Carmen-Cammino.

      Qui ci ostiniamo a permanere nella Chiesa Cattolica solo perché sappiamo bene che Nostro Signore non ha istituito "itinerari di riscoperta", Pachamama e "fratellanze" massoniche-globaliste. La Chiesa è santa solo nella misura in cui prosegue l'opera del Signore - di insegnamento, di guida e di santificazione - e perciò le robe imbecilli (o idolatriche, o immorali, o ingiuste, o inutili, o eretiche) degli uomini di Chiesa costituiscono un loro venir meno alla missione affidata Dal Signore.

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  6. Ma prima di cominciare disse che doveva mettere la nostra missione, Kiko e Carmen in mano della Vergine e ci ha portati a Napoli, dove c’è un quadro che sta lì, Kiko e Carmen e si chiama “La Madonna di Pompei” e Kiko era San Domenico di Guzman e la Carmen Santa Caterina da Siena (!!!!), che stava dando il Rosario.

    Condivido l'indignazione per questo indebita e blasfema analogia.
    Don Dino ebbe la pia intuizione di trascinare questi due bohemienne spagnoli davanti alla Santa immagine della Madonna di Pompei.
    Di certo fin dall'inizio comprese che, nella spiritualità dei due "animatori di zingari" c'era una enorme carenza: non c'era devozione autentica.
    Sicuramente per questo li incitò a mettersi ai piedi di Maria, come San Domenico e Santa Caterina, cosa che i due si guardarono bene dal fare.
    Prova ne sia la predicazione ferocemente anti mariana dei primi 10 anni di storia del Cammino in Italia, riflessa nei mamotreti originali, modificata in superficie solo per la necessità di accattivarsi Papa Woytila.
    Che la venerazione per la Madonna sia un falso lo sappiamo per la testimonianza di tanti neocatecumeni, per il contenuto dei mamotreti,per le "sviste" degli stessi fondatori che, per esempio, hanno dichiarato che gli Statuti sono stati completati per ispirazione della Madonna di Lourdes, per poi, nel corso della cerimonia, ringraziarono tutti tranne proprio la Madonna, e non per mancanza di tempo, visto che ognuno ebbe l'opportunità di fare un ampio discorso.
    Kiko, con un po' di piaggeria, attribuì l'intuizione a papa Giovanni Paolo II
    Carmen parlò di iniziazione cristiana solo per esprimere la sua speranza di morire nella Chiesa e non nel kikianesimo, ma non accennò a intuizioni miracolose della Madonna di Lourdes, pur ricordando il braccio di ferro con Rylko che li voleva far diventare un'associazione e lamentandosi di Stafford che 'sembrava non capire' e che la venne a trovare in ospedale, mentre era malata, promettendole un aiuto economico ('e non mi ha dato un dollaro').
    Ma lo Statuto, non era tutto merito della Madonna di Lourdes?
    Le bugie hanno le gambe corte, i falsi storici di Kiko sono delle vere e proprie patacche, nessuno può crederci davvero e ritenersi sano di mente e/o in buona fede.

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  7. Nota storica: la panzana di Kiko riguardo alla "Madonna di Pompei" è stata inventata di recente, in occasione di una visita del Papa al santuario di Pompei. Come al solito le uscite estemporanee di Kiko costringono gli "storici" del Cammino a inventare incastri impossibili e a giustificane menzogne con altre più grosse menzogne.

    Kiko dunque blaterava di aver trovato "a Napoli" un quadro della Madonna di Pompei (non sapeva nemmeno che Pompei è un comune in provincia di Napoli e che "di Pompei" è un'indicazione geografica della posizione del santuario).

    Sebbene molte chiese della zona di Napoli abbiano un quadro del genere (una riproduzione a scopo devozionale, magari addirittura in un altare laterale, come per padre Pio o altri santi "molto gettonati"), è un'emerita frottola il dire "sono stato a Napoli e vi ho trovato il quadro della Madonna di Pompei", perché sottintende di essere andato a scovarla in una chiesa qualsiasi e poi di non aver fatto più nulla (nemmeno una visitina al santuario vero di Pompei? macché! è roba da "religiosi naturali" - tranne quando vi si tengono eventi a favor di telecamere in cui gli adepti di Kiko hanno ordine di presenziare in massa ed esibire i loro gadget idolatri).

    Siamo al punto che se qualche suggeritore kikiano dice per scherzo al sommo Kiko: "guarda che il Papa è devoto di San Daniele il patrono dei prosciutti", lo stesso giorno Kiko fa una conferenza stampa per dire: "il Papa mi ha lodato perché sono sempre stato un esperto di prosciutti, infatti da piccolo San Daniele ha abitato nella mia cameretta".

    E tra i fratelli del Cammino scatta una burrasca di applausi che diventa subito ovazione.

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  8. Ciao a tutti, ho una domanda un po'ingenua, ma secondo voi noi che abbiamo fatto parte del cammino e poi ne siamo usciti rischiamo la scomunica? So che è una domanda un po'sciocca, ma volevo sapere cosa prevede il diritto canonico in questi casi.. Io ad esempio sono tornata a frequentare la parrochia senza problemi, ma mi chiedo in un futuro, ad esempio alla morte di Kiko, cosa possa succedere...

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    1. L'unica cosa che rischiate è la vendetta neocatecumenale. Conosciamo casi di persone che hanno subìto di tutto - molestie al citofono, mobbing sul posto di lavoro, l'abituale doxxing (versione tecnologica della calunnia/diffamazione), eccetera. Nella diabolica mentalità del Cammino, mentire, ingannare, calunniare, distruggere la vita altrui, sono azioni sante, purché servano a vendicare il prestigio della setta.

      Dunque, il punto è che chi ha fatto parte del Cammino ne è stato vittima. Cioè non ha avuto quell'elemento tipico del peccato mortale (esser coscienti che è male e deliberare ugualmente di compierlo), che invece è caratteristica tipica dell'aristocrazia kikiana - "quelli che le decime le prendono", per intenderci, perché hanno avuto fin troppi modi di rendersi conto della malvagità che contribuiscono a propugnare e ciononostante la promuovono e la coltivano, perché è troppo comodo campare a spese degli altri, aver gente da calpestare gratis, l'ebbrezza del potere di decidere delle vite altrui, il torchiare senza pietà chi non "molla il malloppo"...

      Dal punto di vista canonico, in linea generale, sono pochi i casi in cui si applica la scomunica latae sententiae ("con sentenza già data": cioè che uno è scomunicato per il solo fatto di aver commesso l'atto), poiché sulla maggioranza assoluta dei casi occorrerebbe scrutare i cuori, cosa materialmente impossibile.

      E c'è anche il fatto che nell'uscire dal Cammino - anche involontariamente - uno rivede la sua vita passata e prova un sincero pentimento per le cose ingiustamente fatte, pensate, dette, e magari se ne è già liberato da tempo attraverso il sacramento della confessione. Cioè ha "voltato pagina" nella sua vita, con dolore, forse, con distacco, certamente, con la libertà di figlio di Dio.

      Diverso è lo stato di chi rifiutando il Cammino rifiuta anche la fede (o rifiuta la Chiesa tutta). Ma in questo caso la colpa è del tripode Kiko-Carmen-Cammino (e di quelle persone esterne - come certi soggetti di Chiesa, e perfino di Pontefici, con o senza l'onore degli altari), che hanno avvelenato spiritualmente un'anima, e quell'anima decide di non voler più aver a che fare con la fede, anche se è una decisione sbagliata. In questo caso ha vinto il Cammino, nel senso che ha vinto il demonio - vero padre del Cammino - perché per la mentalità neocatecumenale chi abbandona il Cammino deve "per forza" perdere la fede e infognarsi in discoteche-aborti-droghe-divorzi-ubriachezze-eccetera.

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    2. Una medaglia!

      Ardemio

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  9. Alla fine tirando quindi le somme la kikianeide come Alice in Wonderland

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    2. Ti capisco benissimo, anche io ringrazio Dio ogni giorno perché mi ha dimostrato il Suo Amore incondizionato salvandomi da una tale realtà.. Io mi sono pentita e mi dispiace moltissimo di aver passato 10 anni lì, andando anche contro la mia famiglia.. Questo fa molto male, ma la Chiesa mi ha accolta a braccia aperte. Io a Kiko auguro altri 30 anni di vita, però mi chiedo cosa succederà alla sua morte, a parte la questione della sua successione, mi chiedo se verrà data voce a molti fuoriusciti e finalmente si saprà tutto..

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  11. Mi permetto di dire una cosa a cui pensavo, potete criticare, Kiko, gli itineranti, i fratelli ma non potete dire che il cammino sia una setta. Credo che i frutti siano opera dello Spirito e se fosse cosi' sarebbe un peccato contro lo Spirito dire che il cammino e' una setta. Jack

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    1. Toh, chi si rivede, il fratello Jack, che stavolta pur di farsi pubblicare un commento lancia la solita stupida provocazione infantile al solo scopo di estenuare gli interlocutori. Quando uno tenta di catturare l'attenzione altrui gridando: "non è come dite voi! 2+2 fa 5!!"... cosa si fa?

      Per cui, anziché rispondere alla sua ridicola provocazione bambinesca, bisognerebbe ricordargli che:

      1) lo scorso 13 gennaio Mav, riguardo all'obiezione secondo cui un parroco che sta 50 anni nello stesso posto ne diventa padrone, gli chiedeva: "gli itineranti che da 50 anni sono nello stesso posto non sono diventati i padroni?" -- Jack non ha risposto

      2) lo scorso 11 gennaio il sottoscritto scriveva: "e fu così che il fratello Jack improvvisamente sparì..." -- Jack infatti è puntualmente sparito

      3) lo stesso giorno Pax gli ha ripetuto tre volte a proposito di Kiko da 50 e più anni allo stesso posto: "Kiko è diventato il padrone; Kiko è diventato il padrone; Kiko è diventato il padrone" -- Jack naturalmente se l'era svignata a velocità di vigliacco in fuga

      4) lo stesso giorno Pietro gli aveva fatto notare che fra i preti che restano 50 anni nello stesso posto c'era il Curato d'Ars (e anche i sacerdoti missionari - parlava di quelli veri, non i finti missionari al soldo di Kiko) -- naturalmente Jack si è guardato bene dall'ammettere di aver detto una cretinata mostruosa intesa solo a criticare i presbiteri non kikiani

      5) lo scorso 10 gennaio Libera gli aveva chiesto come considerare certi catechistoni del Cammino fossilizzati da cinquant'anni nella stessa parrocchia -- il fratello Jack non ha voluto rispondere.

      Vogliamo continuare? Le pagine blog, con i commenti, sono sfogliabili da chiunque, anche dal coniglio vigliacco che talvolta si firma "Jack" e che interviene su queste pagine per scaricare misere provocazioni bambinesche. Che torni all'asilo infantile da cui proviene.

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    2. Sig. Anonimo, non so se lei abbia mai fatto il cammino, ma la invito ad andare su Wikipedia e cercare gli elementi e la definizione di una setta e troverà questo:
      1)movimenti che nascono in un periodo di rinnovamento (il cn è nato durante il concilio Vaticano 2)
      2)si impongono regole riguardanti il sonno (ci si alza alle 3 e di questo sono certa perché è stato chiesto anche a noi) e la dieta (il digiuno pasquale dura quasi 3 giorni e non scherzo)
      3) si impone un abbigliamento (e alle eucarestie delle convivenze è norma vestirsi eleganti)
      E molti altri, tra cui il controllo sui soldi (decima e altro), il plagio psicologico (scrutini vari), il culto della personalità (Kiko vale più del papa e basta vedere cosa succede alle gmg ad esempio dove è tutto in funzione dell'incontro finale con lui che avviene dopo che il papa è ripartito) e l'allontanamento dalla famiglia d'origine (a me personalmente fu detto che dovevo rinnegare mia madre se non voleva entrare in comunità)..
      Ora, se è vero che il cn porta buoni frutti, sono anche vere queste cose che magari vanno corrette per il bene di tutti non credi?

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    4. 1Percorrete le vie di Gerusalemme,
      osservate bene e informatevi,
      cercate nelle sue piazze
      se c’è un uomo che pratichi il diritto,
      e cerchi la fedeltà,
      e io la perdonerò.
      2Invece giurano certamente il falso
      anche quando dicono: «Per la vita del Signore!».
      3I tuoi occhi, Signore, non cercano forse la fedeltà?
      Tu li hai percossi, ma non mostrano dolore;
      li hai fiaccati, ma rifiutano di comprendere la correzione.
      Hanno indurito la faccia più di una rupe,
      rifiutano di convertirsi.
      4Io pensavo: «Sono certamente gente di bassa condizione,
      quelli che agiscono da stolti,
      non conoscono la via del Signore,
      la legge del loro Dio.
      5Mi rivolgerò e parlerò ai grandi,
      che certo conoscono la via del Signore,
      e il diritto del loro Dio».
      Purtroppo anche questi hanno rotto il giogo,
      hanno spezzato i legami!

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    5. @jack

      Il cammino è una setta NEI FATTI

      Leggi qua:

      https://it.aleteia.org/2015/02/25/come-riconoscere-una-setta-leggete-il-questionario/

      Sono 30 punti...ne basterebbero 10 per configurare un gruppo come setta. Facciamo qlc esempio:

      1) Il gruppo utilizza regolarmente momenti di confessione personale di aspetti intimi della vita del soggetto sotto la supervisione dei leader o dei superiori della struttura o del gruppo.
      Praticamente sta descrivendo uno SCRUTINIO

      2) La permanenza nel gruppo e il fatto di vivere in esso sono fortemente legati alla salvezza.
      Basti pensare allo "stupore" che si viene a creare quando si sa che un fuoriuscito continua ad andare in chiesa e non ha il matrimonio distrutto.

      3) Il gruppo controlla le finanze. Il membro deve dare parte del proprio denaro al gruppo, o dipende finanziariamente da questo, e il denaro ottenuto nei rapporti lavorativi dal membro viene gestito dal gruppo stesso.Leggi DECIMA E COLLETTE

      A parte il fatto che della decima non si parla neppure nello statuto, ma se decidi di darla non al cammino ti si risponde: " E allora che ci stai a fare"

      Certo, si potrebbe dire: "e gli ordini religiosi"? Fermo restando che il cammino NON E' un ordine religioso in cui si fanno promesse e voti ...c'è un discrimine fondamentale: IL LIBERO ARBITRIO.

      "La chiave di discernimento è la libertà. La libertà è il punto di contatto della ragione e della volontà, e per questo attraverso l’intendimento si delibera sui pro e i contro delle opzioni possibili, e dopo di ciò e attraverso il processo volitivo elettivo la volontà decide, illuminata dall’intelligenza e dal ragionamento"

      Si sapeva chi era il gruppo? Si è deciso di appartenere al gruppo liberamente, con conoscenza e senza coazione, in libertà?

      Bene, da dove iniziamo? Dalle catechesi iniziali definite semplicmente "catechesi per adulti"? Se non hai un poco di occhio non sai neppure che entrerai in una comunità neocatecumenale.
      Inoltre negli ordini religiosi tutto è chiaro fin dal principio e il noviziato serve per capire se QUEL CARISMA corrisponde alla TUA vocazione.

      Nel cammino invece: "tutto va scoperto a tempo debito". Gli scrutinii, la decima...Questo con la scusa che "a un lattante non si possono dare cibi solidi", ma è una scusa per nascondere DELIBERATAMENTE determinati aspetti ..."altrimenti la gente scappa" (cit. Kiko).

      CHe ne dici Jack, ti ho risposto in maniera esaustiva? Io dico di sì. Prova a farlo anche tu

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  12. Tripudio,quando si esce dal cammino,se non si va piū spesso in chiesa,non é perché perdi la fede,ma perchê ti senti tradita dalla chiesa, che dopo tutte queste assurditā che dice questo povero miserabile spagnolo,accetta ancora di tenerlo ai suoi fianchi.La fede ė un altra cosa,si puō sempre entrare in chiesa quando non c ė nessuno,Tu e Cristo da soli in silenzio,perchë purtroppo i preti chi piû chi meno sono tutti uguali,Loro che piû di Noi conoscono la dottrina cattolica,dovrebbero ribellarsi Tutti e non solo di tanto in tanto solo qualcuno come nel caso di Padre Ariel.Ė vero che entrare in chiesa,fare anche l adorazione al Signore da soli non basta,Ti devi cibare anche del Suo corpo,ma chi tentennava giá prima del cammino questi, i piedi in chiesa non ce li mette piû,Te lo dico per esperienza personale,Io che in chiesa ci andavo ogni giorno soprattutto prima di entrare in cammino,da quando sono uscita a stento ci vado la domenica,figuriamoci chi giâ non ci andava prima.QUESTI SONO I FRUTTI DEL CAMMINO.E se la chiesa ha pensato bene di non fare nessuno passo per non perdere fedeli,(quelli del cammino)si sbaglia di grosso,perché questi non sono fedeli cattolici ma protestanti.LILLY

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    1. Mi dispiace se ti è successo questo,capisco che ti senta tradito/ingannato, ma quello che hai vissuto non ha niente a che vedere con la fede.. Voglio dire, non devi perdere la fede e la fiducia nella Chiesa che, per quanto sia fatta da umani che sbagliano, si deve sempre difendere come madre.. da cristiana ti posso invitare a non giudicare i sacerdoti, anche perché io ho avuto la sensazione che molti non conoscano a fondo i meccanismi del cammino quindi non hanno colpe.. Spero che tu possa tornare a sentirti un figlio/a amato/a da Dio e che possa trovare la serenità andando a Messa come è successo a me ed altri

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    2. Gloria,infatti ho specificato che la fede é un altra cosa,Io alla messa la domenica ci vado e ci sto bene perchë incontro Gesù,ma non riesco ad andarci spesso anche nei giorni feriali come facevo prima,avendo discusso con il mio parroco che sapeva delle macagne del cammino e non mi ha detto nulla, quando ha saputo che stavo entrando in comunitā,(io stessa gliel ho detto)non mi sono sentita protetta dalla chiesa,preferivo che mi diceva le cose come stavano,invece me le ha dette quando sono uscita perché gliele ho tirate io dalla bocca i fatti,e mi ha pure rimproverata.NON MI FIDO PIÛ,anche i preti che sanno(quelli che non sono del cammino) alzano un muro di omertá.LILLY.

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    3. Mai abbandonare la Chiesa. Una cosa è Dio, lo Spirito Santo, e le persone che operano sotto il loro influsso, altra cosa quando alcuni cadono e combinano cose spiacevoli.L'uomo è sempre sottoposto a scelta, ogni giorno si può cadere. Anche se dovessi vedere un sacerdote che spaccia droga dentro la chiesa, o fa altro, ciò non ti deve allontanare da Dio, perchè Dio, Gesù, ha mostrato Chi è. In quel momento stai vedendo un ministro che siè venduto per le cose del mondo.
      Ovviamente è importante avere sempre lo sguardo vigile e capire sempre chi hai davanti, perchè se vai da un sacerdote a confessarti, e questo ha vendut se stesso, ecco che potrebbe sviarti, sapendo che, comunque sia, la Grazia potrebbe passare ugualmente, ma stare attenti perchè potrebbe, in quel momento, parlare per bocca umana e fallace. Ma se si è attenti e in Grazia di Dio, se la persona parla con volto di agnello e voce di drago la si riconosce, dentro di noi c'è lo Spirito Santo che ci avvisa, cioè percepiamo che vi è un qualcosa che non va. Bisogna stare attent a scegliere la persona giusta e lì andare. Basta parlarci, e poi ascoltare. Ma stai attenta a non confonderti con il fatto che mi deve dire ciòche mi piace sentire, molte anime sante, affidate da Gesù a dei confessori, ecco che ubbidivano sempre, anche quando andavano contro Gesù stesso. Cioè Gesù comandava loro di fare una cosa ( Santa Gemma Galgani), il confessore dava altra direzione, Gesù voleva che si seguisee il confessore, per via della ubbidienza. Cioè era lo stesso Gesù che metteva, diciamo così, alla prova la santa, per farla crescere spiritualmente. Se ci pensi bene dietro c'è un senso, per esempio affidarsi ala Chiesa che è governata da Dio, e per cui i suoi ministri sono ambasciatori di Dio. Addirittura, ricordo, che Gesù dava degli ordini, e diceva di andare dai superiori,e puntualmente la santa veniva scacciata ( suor Faustina), e chiedeva a Gesù il perchè. Gesù rispondeva che stimava più l'obbedire che la riuscita del compito. Faceva crescere spiritualmente la santa.

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    4. Questi sono solo degli spunti. Ma potrebbe essere che Dio abbia fatto accadere quelle cose per farti crescere spiritualmente, il Signore è Onnipotente, può utilizzare il male per fare del bene, guarda la Croce, se vediamo co cchi mondani è una csa bruttissima, Gesù ha perso, agli occhi del mondo è un perdente e bugiardo, perchè Dio mai potrebbe finire in quel modo, ma Gesù è Dio, e la Croce ci ha salvati, e per cui da lì capirai tante cose.
      Ti metto una traccia:
      Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloriacontutti i suoi angeli,esederà sul trono della sua gloria32e saranno riunite davanti a lui tutte le genti;poiché egliseparerà gli uni dagli altricome ipastoriseparanole pecore dai capri;33e porrà le pecore alla sua destra,i capretti invece alla sua sinistra34Allora dirà il re a quelli alla sua destra:Venite, benedetti del Padre mio,ricevete in eredità il regnopreparato per voi dalla fondazione del mondo.35Poiché ebbi fame e mi deste da mangiare,ebbi sete e midissetaste,ero straniero e mi accoglieste,36nudo e mi vestiste,fui malato e veniste da me,ero in carcere e veniste da me.37Allora gli risponderanno i giusti dicendo:Signore, quando ti vedemmoaffamato e ti nutrimmo,o assetato e ti dissetammo?38Quando poi ti vedemmostraniero e ti accogliemmo,o nudo e ti vestimmo?39Quando poi ti vedemmomalato o in carcere e venimmo da te?40E rispondendo il re dirà loro:
      Amen,vi dico:quanto faceste a uno dei più piccolidi questi miei fratelli,lo faceste a me.41Allora dirà anche a quelli alla sua sinistra:Andatevene da me, maledetti,nel fuoco eternopreparato per il diavolo e i suoi angeli.42Poiché ebbi fame e non mi deste da mangiare,ebbi sete e non mi dissetaste,43ero straniero e non mi accoglieste,nudo e non mi vestiste,malato e in carcere e non mi visitaste.44Allora risponderanno anch'essi dicendo:Signore, quando ti vedemmoaffamato o assetatoo straniero o nudoo malato o in carcere,e non ti servimmo?45Allora risponderà loro dicendo.Amen, vi dico:quanto non facestea uno dei più piccolidi questi miei fratelli,neppure a me lo faceste!46E andranno questi al castigo eterno,mentre i giusti alla vita eterna.

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    5. Ok, avevo capito male. Sai io invece già da quando ero in cammino da poco il mio confessore mi diede dei consigli, fece lo stesso anche con mia madre che si era preoccupata per ciò che aveva sentito da me su un capo equipe.. Addirittura il sacerdote mi anticipo che un giorno mi avrebbero chiesto la decima e quindi di valutare io stessa se avrei dovuto continuare.. Io credo che i sacerdoti (quelli che conoscono il cammino abbastanza bene) tendono cmq a lasciare liberi i fedeli nelle scelte... Non giudicare male il tuo sacerdote, magari all'inizio neanche lui conosceva bene le dinamiche del cammino..

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    6. Chiesto la decima: ecco il motivo principale di tanta cagnara, ecco la loro preoccupazione fondamentale.

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    7. Tu parli dei sacerdoti? O dei membri del cammino? Perché cmq io non credo che i sacerdoti conoscano questo fatto della decima (parlo di quelli che il cammino non lo conoscono bene) a meno che qualcuno non glielo riferisca direttamente.. Non credo che nella mia parrochia i sacerdoti siano attaccati ai soldi, anzi.. Ogni tanto si chiedono contributi per i lavori ma nessuno è obbligato, mentre credo che in cammino il fatto di non dare la decima (così come quello del non essere aperti alla vita come lo intendono loro) possa essere motivo di bocciatura agli scrutini,correggetemi se sbaglio...

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    8. Comunque è vero, basta leggere il diario di Santa Faustina e vedere che che lei, anche quando Gesù stesso le chiedeva qualcosa, diceva sempre di dover prima chiedere il permesso ai superiori, ma in questo caso l'obbedienza è un voto, nel cammino si chiede obbedienza ai catechisti laici e questo è diverso e tipico di un gruppo settario..

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  13. SU KIKO DOVREBBERO SCRIVERE UNO STUDIO DI CRIMINOLOGIA..

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  14. GLORIA:

    non rischi nulla, non solo perché uscire dal Cammino è una cosa fatta bene e perciò meritoria, ma anche perché si può uscire da qualunque movimento laicale, anche il migliore, quando si vuole.
    Far parte di un movimento non comporta nessun tipo di voto come quello dei religiosi.
    Non comporta nemmeno un voto privato, da cui comunque si può essere sciolti da un parroco.
    Generalmente non si fa nemmeno una promessa di appartenere a un movimento.
    Te ne puoi andare quando vuoi.

    La Chiesa riconosce la legge divina, che obbliga sempre (ad esempio il comando di santificare le feste).
    Riconosce la legge ecclesiastica, come l'obbligo di santificare le feste con la Messa. E' un obbligo grave, ma al contrario della legge divina, le leggi ecclesiastiche in casi particolari possono essere derogate. Ad esempio chi sta veramente male può santificare una festa senza andare a Messa.
    Le leggi dei movimenti ecclesiali non sono oggetto di materia grave, per cui non comportano mai un peccato grave.

    In quanto alle leggi del Cammino, in molti casi si fa peccato se si ubbidisce.

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    1. Ti ringrazio! Perché comunque a volte mi chiedo se abbia fatto bene o meno, ma poi penso che l'importante è frequentare i Sacramenti e rispettare i Comandamenti, ogni altra partecipazione a gruppi è una cosa in più

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    2. Grazie davvero, pensa che quando stavo in comunità si era soliti anche confessare il fatto di non fare la decima, oppure la domenica se non riuscivamo a fare le lodi con i bambini perché facevano casino, e mi dovevo sorbire i colpi del presbitero che mi diceva che le dovevo fare lo stesso, assurdo veramente, un girone di inferno

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  15. Kiko ha minacciato, anche recentemente, di "abbandonare la sinagoga" (con Sinagoga intende l'istituzione religiosa, la Chiesa).
    In questi caso, soprattutto se provocasse l'abbandono e la ribellione dei sacerdoti fedeli al Cammino, potrebbe rischiare la scomunica e, con lui, vi incorrerebbero tutti coloro che ne servissero la causa, come succede per la Nuova Gerusalemme del Gallinaro e ai seguaci di don Minutella.
    Per quanto riguarda il Cammino cosi come oggi lo conosciamo, la Chiesa purtroppo lo ha nutrito e fatto crescere nel suo seno, non possono essere accusate le pecore per il fatto di averci creduto, ma solo i pastori, che avrebbero dovuto vigilare sul gregge.

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  16. Lavoro fantastico, Libera. Niente sbugiarda meglio l'ometto furioso quanto lo sbobinare le sue farneticanti contraddizioni e balordaggini.

    Ovviamente nessun kikatekista, illuminato H24, discernente, è mai stato in grado di smentire nulla, nonostante il millantato parlare per ispirazione. Chissà perché.

    In ogni caso è gente disposta a negare la luce del sole pur di non contraddire Sankiko ciarlatano. Indimenticabile l'adulto nella fede che anni fa, schiumante di rabbia, imperversò in questo blog. Furioso, negava gli esorcismi del signor trettre dottor (h.c.) cacciadiavoli Arguello. L'Esorciccio proclamava di fare esorcismi, di confinare i demoni e via straparlando, e quello scriveva l'esatto contrario. Di fronte ad affermazioni pubbliche, in un filmato su Youtube!

    E questa gentaglia ha in mano le vite di tanti sprovveduti. Mi immagino cosa possa fare negli scrutini uno come il penoso Jackoniglio. Sono anni che si affaccia qui, spara qualche fesseria che non c'entra niente e poi scompare.

    Il solito adulto nella fede.

    Spero invece che i camminanti di breve corso, non ancora incatenati dalle dinamiche della setta, leggendo questa discussione si rendano conto delle menzogne di cui è vissuto l'Arguello, si sveglino e lo mandino a quel paese, come merita.

    Lilly, non sei la sola a sentirti tradita dalla Chiesa. Purtroppo molti, specialmente giovani, dopo qualche anno di trattamento neocatecumenale da parte dei kikatekisti, hanno piantato tutto e non hanno voluto saperne più di Chiesa e preti.

    Però non tutti i sacerdoti sono così. Trovati un bravo direttore spirituale e riparti.

    Alla faccia di Sankiko e dei suoi tirapiedi.


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  17. alla base di tutto c'e' l'amore di DIO:
    la liberta'!
    uscire dal movimento non e' affatto peccare contro lo Spirito Santo
    la vera chiesa ci porta alla salvezza
    dom

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  18. Anch'io fui vittima di mobbing sul lavoro perché ex-neocatecumenale ma, udite udite, i carnefici all'interno dell'azienda non erano neocatecumenali ma bensì Testimoni di Geova ahahahah
    Dio ha spesso la capacità di essere anche divertente :)

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    1. Nella mentalità cattolica una cosa o è giusta davanti a Dio, o è ingiusta. Fare mobbing è ingiusto davanti a Dio: ma questo i testimoni di geova e i neocatecumenali fingono di non saperlo.

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  19. Notizie da Guam: sul giornale diocesano un'articolista ha scritto alcune panzane tentando di mettere in cattiva luce i cattolici che con la loro protesta pacifica (recitarono il rosario ogni domenica davanti alla cattedrale, esponendo cartelli contro il vescovo pedofilo neocatecumenale) fecero venire alla luce gli scandali del Cammino. Non è chiaro se l'articolista è una kikos oppure, ignorando gli eventi, ha chiesto informazioni a qualche kikos nella curia guamaniana e le hanno rifilato le solite panzane.

    È ben noto che i kikos stanno lavorando alacremente per reinstallare a Guam un seminario kikiano, visto che il "contentino Macao meravigliao" ha esaurito i suoi effetti il giorno dopo la fanfara sui media.

    Da notare che JungleWatch non consente più i commenti sul blog. Devono essersi stufati della pasqualoneria internazionale infuriata non meno che l'ineffabile Gennarini.

    Lo scorso week-end mons. Schneider è stato a Guam, celebrando una Messa tradizionale in latino (Messa "tridentina", domenica mattina in cattedrale) ed una in rito moderno (in lingua inglese, sabato sera). Mons. Schneider è quello che aveva giustamente definito il Cammino Neocatecumenale «un cavallo di Troia nella Chiesa... una setta protestante ebraica... che di cattolico ha solo la decorazione».

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  20. Tengo a precisare che qui non si sta giudicando i camminati, ma certi loro comportamenti, e il Cammino alla luce della fede e delle testimonianze di tanti ex.

    C’è giudizio quando si ha la pretesa di dire quello che qualcuno è (non a livello psicologico, ma a livello di coscienza): questo lo sa solo Dio.
    Si può invece giudicare, quando sono chiari i termini, quello che qualcuno fa.
    Anzi a volte si DEVE giudicare, sia per aiutare chi sbaglia, perché tra ciò che si è e ciò che si fa c’è un “collegamento”, sia per aiutare possibili vittime.

    Che Kiko dica eresie e che nel Cammino ci siano gravi abusi liturgici, è EVIDENTE. Ma è anche evidente che l’amore tra “fratelli” sia carente e, anzi, vi siano violenze psicologiche.
    Infatti, se è vero che Dio ci ama per quello che siamo (in tal senso l’amore non è affatto “rigido”), è anche vero che l’amore si esprime attraverso forme appropriate (in questo senso invece è rigidissimo). Che nel Cammino sono spesso sostituite con altre forme, incompatibili con l’amore.

    L’amore è come l’adorazione: la forma deve coincidere con la sostanza.
    Come non si può adorare Dio e prostrarsi alla Pachamama, così non si possono amare i fratelli e opprimerli psicologicamente chiedendo un’ubbidienza cieca in qualunque ambito della propria vita.

    Qui non giudichiamo le persone nemmeno quando diciamo che molti camminanti mentono sapendo di mentire, perché è vero.
    Si può infatti mentire come fanno gli adepti delle ideologie e delle SETTE, cioè per una causa che si crede più vera della Verità, che si crede vera a prescindere.
    Costoro potrebbero essere in “mala fede in buona fede”. Per la causa. Chissà.
    Ma se il peccatore non va giudicato, il peccato va condannato.

    Negare che la decima è una forzatura e forse, a volte, anche forma di plagio che si può accostare a quelli di cui fu accusata Wanna Marchi, non è forse un inganno?
    E negare che Apuron per la Chiesa stessa è colpevole di pedofilia, non è forse un inganno?
    Tanto più grave in quanto si accusano conseguentemente le vittime di menzogna? Cioè, non è forse un peccato mortale?

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  22. Libera,é vero che quando si sta dentro non si sa nulla,ma se qualcuno,magari un fuoriuscito ti parla dicendoti come stanno le cose....viene annientato,ti dicono che sei un demonio,ormai la gente si fida ciecamente perchė crede che il cammino é la chiesa,ho perso l amicizia di alcuni che non credevo fossero arrivati a tanto, proprio per questo motivo,mi dicevano: chi sei Tu il Papà? Per questo la chiesa dovrebbe intervenire,e quando parlo di chiesa mi intendo la Santa Sede e non un semplice sacerdote che come hai detto Tu non sapeva chi fosse Apuron.Non ci vuole niente a dire:cari fedeli,le cose stanno in questo modo....poi chi vuole continuare ė libero di farlo,ma non ha alcuna approvazione dalla chiesa dato che il signor Kiko non ha intenzione di obbedire.Allora si che la gente inizierebbe ad aprire gli occhi e a credere anche a quello che dice il fratello che ė scappato dalle salette.Ecco perché Io mi accanisco sempre con la Chiesa,perchë tutto dipende da Lei.Non tutti fanno come Noi che si vanno a documentare,a vedere chi é e cosa dice Kiko,basta che sanno che questo cammino ė stato approvato dalla chiesa,si mangia,si beve si fanno convivenze,feste e festini,magari pure a scrocco!!!!.....e che se ne fregano ,non hanno alcun motivo per andarsi a documentare.Chi esce dal cammino ė colui che accorgendosi delle eresie(conoscendo giâ un pó di dottrina)nel dire e fare si sente fuori luogo,come se appartenessi a un altra religione,e nonostante magari.... ti trovi bene con i fratelli di comunitá,alla fine pensi che devi fare una scelta o Cristo,o il cammino che non é la Chiesa.LILLY.

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    1. Lilly, la Chiesa, nella quale dobbiamo e vogliamo credere, vive in un momento di squilibrio e di fragilità.
      In particolare, volendosi aprire alla partecipazione del Popolo di Dio, desiderio più che nobile e positivo, ha permesso la nascita e l'attività di molti movimenti laicali; sappiamo che abbiamo avuto un Papa Santo che li ha protetti e incentivati.
      Ora purtroppo ci stiamo rendendo conto del rovescio della medaglia, cioè degli errori/orrori che certi movimenti, certi guru, sacerdoti e laici, hanno perpetrato.
      Ma se da un lato c'è un "raffreddamento" dell'approvazione da parte delle gerarchie ecclesiali (ce ne siamo accorti anche seguendo, negli anni, l'evoluzione dei rapporti con il CNC), dall'altro non ci può essere una azione incisiva e definitiva per più motivi.
      Uno di questi motivi, secondo me il più doloroso, è che nella Chiesa stessa il mantenimento della retta dottrina sembra non essere più l'interesse principale, il "core business", per così dire.
      E il Cammino Neocatecumenale potrebbe essere messo alle strette o riformato proprio e solamente pretendendo che segua la retta dottrina.
      Poi ci sono tutti i problemi cosiddetti antropologici, che però per me non sono la causa ma solo l'effetto di tanti disastri che denunciamo nel Cammino, in quanto è dalla retta fede che nasce una vita retta, mentre da una fede corrotta scaturiscono problemi a non finire.

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  23. Il responsabile della mia ex comunità,fa i conti in tasca per la decima,chi non mette la spazzatura nel sacco viene definito un peso per la comunità,pero lui lavora in fabbrica e dopo in nero produce infissi evadedo il fisco.I catechisti e la comunità sono al corrente.Questo non è furto allo stato?

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    1. Il lavoro in nero, in particolare per i "fratelli", come dice Libera, nel Cammino è prassi comune. I casi non si contano. Da me i catechisti si servivano tranquillamente del lavoro dei loro catecumeni (muratori, idraulici, elettricisti, ecc,.), con la differenza che per loro generalmente lavoravano gratis (eehhh, non fa mica male ingraziarsi i catechisti, magari al prossimo scrutinio saranno più gentili...). Per gli altri sempre e tutto in nero. Anche per questo non mi sono mai servito del lavoro di persone della comunità, e ovviamente anche per questo venivo ampiamente criticato.... (come, non dai lavoro ai fratelli?).

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  25. Caro Franco, lo dico come battuta, quando si vede l'IPOCRISIA davanti, cioè uno che impartisce comandi, SOLAMENTE SUGLI ALTRI, e fa il maestro, SEMPRE SUGLI ALTRI, mentre lui fa il contrario, ecco che a quel punto ti si apre davanti il VANGELO.
    Siamo tutti peccatori, ma ciò non deve impedire a nessuno di dire la verità.
    Gesù non ha mai comandato agli altri cose che Lui non ha fatto, PRIMA ESEGUIVA LUI, tant'è che tutto ciò che leggi nella Bibbia, TUTTO, converge in LUI. Tutti i salmi parlano di Lui, non mi riferisco quando parlano delle empietà, ma di altro. Da Lui si diffonde la Luce che illumina miliardi di fiammelle, e quelle siamo noi, ovviamente se lo seguiamo. E se cadiamo ci rialziamo e riprendiamo a camminare nella Luce.

    (da IPG)

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  26. Da me era la stessa storia.
    Fai quello che dicono ma non fare quello che fanno.
    Da me c'è gente che da quando è entrata in comunità ha moltiplicato il giro di "affari".
    Per i piccoli imprenditori è una manna avere sottomano una forza lavoro a basso costo,magari in nero e senza problemi di vertenze o denunce.
    Per gli artigiani o lavoratori in proprio il CN è un bacino di utenza naturale che pensa di rivolgersi al "fratello" per avere un trattamento di favore, anche se pultroppo spesso si hanno brutte sorprese.
    E non parliamo del business delle baby-sitter, ragazzette sfruttatissime da sempre, che non si possono lamentare perché se lo fanno sono fuori dal "giro".
    Come dice Porto, i catechisti neocatecumenali erano sempre trattati con i guanti dagli imprenditori del CN è dai "piccoli" neocatecumenali , sai com'è, magari ti serve un aiutino con la "decima" e magari una telefonatina del catechista al responsabile ottiene l'effetto voluto.
    E si, è anche vero che in sede di "scrutinio", aiuta uno che parla" bene " di te, se poi è anche catechista meglio.
    Piccola "mafia" neocatecumenale.
    LUCA

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  27. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  28. L assurdo di tutta questa faccenda è che poi agli scrutini i catechisti ti chiedono se paghi le tasse , quanta ipocrisia

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