venerdì 23 dicembre 2022

Il diabolico errore della "salvezza attraverso il peccato"

Qui la versione inglese dell'articolo a cura del blog "Neocatechumenal Way in the USA".

Per capire uno degli aspetti più pericolosi della mentalità neocatecumenale - quello che chiameremmo "la salvezza attraverso il peccato" -, è necessario fare una lunga premessa, ricordando cose che dovrebbero essere note a tutti i cristiani fin dai tempi del catechismo dei bambini.

 La Chiesa ci ha sempre insegnato che la natura umana è "ferita dal peccato". Questa ferita implica che nella storia umana sono entrate anche la morte, le malattie, la sofferenza... e tutta un'altra serie di conseguenze che danno luogo a incidenti, a sofferenze innocenti, a una continua inadeguatezza di ogni anima davanti a Dio. Le sole eccezioni sono quella di Nostro Signore (vero Dio e vero uomo, che ha condiviso con noi la natura umana in tutto fuorché nel peccato) e la Beatissima Vergine (che per particolarissima grazia divina fu esentata dal peccato originale - e quindi visse senza minima ombra di peccato -, poiché Nostro Signore non poteva incarnarsi in una storia umana macchiata dal peccato).

Noi cattolici dunque sappiamo di essere peccatori, "inclini al peccato", oltre che anche vittime (purtroppo spesso) del peccato altrui, delle ingiustizie della società umana che in quanto tale sarà sempre imperfetta, dell'inimicizia della natura (calamità, maltempo, animali feroci o virus nocivi)... E sappiamo anche che il rimedio è nell'accogliere il più possibile la divina grazia, sforzandosi di non peccare, sforzandosi di moltiplicare gli atti virtuosi (anche i più piccoli e apparentemente insignificanti), perché più opere buone compiamo (di preghiera, di carità...), e più rendiamo facile a noi stessi l'accogliere la grazia che ci viene continuamente offerta. E siccome non siamo tutti "forti" spiritualmente, non ci meravigliamo di "cadere" spesso nel peccato: semplicemente facciamo di tutto per rialzarci, cerchiamo continuamente di iniziare una nuova vita ("convertirci"), anche se solo di un pelino più vicina a Dio di quanto di meglio avessimo vissuto fino al giorno prima. Ogni passo in più verso Dio porterà frutto, anche se in futuro dovessimo pasticciare parecchio (e abbiamo fiducia in Dio perché si è degnato talvolta di salvare anime perse che però in qualche periodo della loro vita avevano compiuto del bene o erano state sinceramente devote della Madonna; dunque ogni opera buona, anche la più piccola, potrebbe essere fondamentale per la nostra salvezza).

Premesso tutto questo, si capisce che è un'assurdità il pensare che per accogliere la grazia sarebbe necessario prima "fare esperienza del peccato". Sarebbe come a dire che un bicchiere andrebbe preso a martellate in modo da riaggiustarlo per renderlo adatto a bere: è un'assurdità, un'asineria mostruosa.

Ora, è pur vero che nel caso della natura umana e della grazia che la "aggiusta", "i pezzi di ricambio sono migliori degli originali". Il peccatore che accoglie la grazia si trova in una condizione addirittura migliore di chi non ha mai peccato (ce lo dice Nostro Signore nel Vangelo in diverse occasioni, anche quando dice che c'è più gioia nei cieli per un peccatore convertito che per tanti "che non hanno bisogno di conversione", cfr. Lc 15,7). Ma questo non significa mai che per avvicinarsi a Dio sarebbe necessario crogiolarsi nel peccato. È una mentalità profondamente sbagliata, perché inverte le premesse con le conclusioni. Peccare ti allontana da Dio, è indiscutibile. E comunque siamo mortali, cioè seguendo quell'assurda mentalità potresti ritrovarti ad aver peccato ma a non aver avuto il tempo di convertirti. Peraltro siamo tutti - tutti, anche i santi - già qualificabili come peccatori, come inclini al peccato, come bisognosi della grazia, per cui non c'è mai motivo, tanto meno necessità, di "peccare" per poter fare esperienza della grazia. Non c'è mai motivo di "allontanarsi da Dio" come passo necessario per preparare un "avvicinarsi a Dio".

Ebbene, nell'insegnamento del Cammino Neocatecumenale fanno sembrare "necessario" fare "l'esperienza del peccato" per poter accogliere la grazia.

Di fronte al caso di neocatecumenali pubblici peccatori, i cosiddetti "catechisti" del Cammino ti fanno credere che fosse necessario peccare per poter finalmente assaporare il perdono di Dio. Invece noi cattolici sappiamo che non è mai "necessario" peccare, e che non è la quantità e la qualità dei peccati a produrre l'esperienza del perdono. (Quando certi grandi peccatori si sono convertiti, si sono resi conto della misericordia del Signore proprio perché si rendevano conto - e si erano veramente pentiti - delle proprie malvagità: ma questo non implica che per avvicinarsi alla gloria di Dio dovessero assolutamente peccare, e loro stessi, nell'assaporare la misericordia, se ne rendevano finalmente conto: "tardi ti amai", sospirava sant'Agostino).

Quando nel preconio pasquale si canta "felice colpa, che meritò tale e così grande Redentore", non si sta affermando una necessità dell'avere "colpa" per poter ottenere la Redenzione ma si sta parlando della libera e misericordiosa opera di Dio, e noi si resta colpiti dall'immensità di tale misericordia perché durante la nostra vita abbiamo avuto tante "colpe". Che non erano né necessarie, né utili.

Ribadiamo qui che come in ogni setta eretica, anche nel Cammino avviene che gli errori più madornali vengono nascosti dietro paroloni tanto altisonanti quanto fumosi. Così come il tipico kikos a parole proclama di amare il Signore nell'Eucarestia ma nei fatti agisce come se non credesse alla presenza reale di Nostro Signore nel Santissimo Sacramento, allo stesso modo il tipico kikos a parole proclama di evitare il peccato e di rifugiarsi nella misericordia del Signore ma nei fatti agisce come se gli fosse stato continuamente insegnato che per fare esperienza di quella misericordia deve prima lasciarsi andare al peccato.

Infatti il laico Kiko Argüello Wirtz - che si autodefinì «il Vostro Catechista» e addirittura «Giovanni Battista in mezzo a voi» - proclama che «l'uomo non può non peccare» (ossia che il tipico kikos non deve sforzarsi di fuggire le tentazioni e non deve resistere al peccato), proclama che la confessione dei peccati mortali sarebbe facoltativa e rinviabile a piacere, ecc., proprio come se autorizzasse (anzi, invogliasse) i suoi adepti a crogiolarsi nel peccato prima che possano dire di aver fatto esperienza del perdono.

E infatti da un lato abbiamo la tipica parlantina neocatecumenalizia: «il Signore mi ha perdonato da aborti risse divorzi discoteche omicidi droghe» (soprattutto da parte di gente che non avrebbe mai compiuto cose del genere), dall'altro lato abbiamo l'autoassoluzione di comodo, come quando il tipico kikos dice: «eh, quando il Signore mi toglie la mano dalla testa, ne combino di ogni!» (come se fosse stato il Signore a imporgli di peccare).

Dobbiamo anche dire che Kiko e Carmen non se lo sono inventato, questo diabolico concetto della necessità di peccare come preludio all'esperienza del perdono (diabolico perché il peccare viene indicato come "necessario" mentre il perdono potrebbe anche non avere occasione o condizioni di avverarsi), e che risale almeno a diversi secoli prima.

Vogliamo qui ricordare il caso degli ebrei che credettero in un falso (e sedicente) messia, tale Sabbatai Zevi, vissuto nel XVII secolo, il quale fu catturato dai musulmani che gli imposero o di convertirsi all'islam o di farsi decapitare. Il soggetto - che fra i correligionari ebrei si era spacciato come il messia e aveva creato attorno a sé un discreto movimento di ebrei che non avevano riconosciuto Cristo e però seguirono Zevi - indovinate cosa fece? Si convertì all'islam.

I suoi seguaci inventarono dunque un articolatissimo "spiegone": dissero che si era convertito solo esteriormente, e che quindi per avvicinarsi a Dio occorreva prima scendere negli abissi del peccato, e da lì poi risalire, e che quindi il grosso peccato dell'abiurare la fede - peccato pubblico, scandaloso, oltre che ipocrita per finzione - serviva appunto per fare "esperienza del peccato". Seguirono poi altri falsi messia, che attirarono a sé numerosi altri ebrei nei decenni e secoli successivi, e tutti ad elaborare in modo sempre più macchinoso quell'assurdità, organizzando orge e altre robacce, al fine di fare in privato "esperienza del peccato" (l'antinomia, cioè l'andare contro ogni legge) ed esperienza dell'ebraismo, e in pubblico fare la figura dei bravi convertiti all'islam o al cattolicesimo. Ne parla estesamente Maurizio Blondet nei suoi saggi, tra cui I fanatici dell'apocalisse e Cronache dell'anticristo, letture che consiglierei in quanto non richiedono lauree in teologia per essere capite, rispetto ad altri testi più enciclopedici ma che richiedono un po' di infarinatura culturale.

Ora, si nota quello stesso madornale errore nella mentalità neocatecumenale direttamente derivata dalla predicazione di Kiko e Carmen, instillandolo in maniera subdola.

Quando Kiko dice che occorre fare l'esperienza del peccato, del sentirsi peccatori, sta insinuando proprio che i suoi adepti dovrebbero crogiolarsi nei peccati. Non sta insegnando a fuggire le tentazioni, non sta insegnando a ricorrere il più possibile a ricorrere agli strumenti principali della grazia (i sacramenti), sta solo parlando genericamente di detestare sé stessi, senza che ciò abbia un nesso con l'accogliere la grazia (e infatti nelle comunità è tipico il cominciare le proprie omelie laicali dicendo: "mi faccio schifo..."). Per quante mille volte Kiko blaterasse di grazia, dell'amore del Signore, della misericordia, del perdono, la mentalità neocatecumenale è sempre quella di un cupo pessimismo, un crogiolarsi nel peccato, un arrendersi con "tanto l'uomo non può non peccare, il peccato è inevitabile" (sottinteso: "che mi sforzo a fare? perché dovrei fuggire le tentazioni se l'uomo è irrimediabilmente peccatore?"). E quindi anche blaterando di "il Signore perdona sempre", i kikos restano infognati nell'odio a sé stessi anziché nel collaborare alla divina grazia.

Questa mentalità pessimista e autolesionista è utilissima ai capicosca del Cammino, giacché rende i fratelli delle comunità "zombificati", "lobotomizzati", incapaci di usare la propria libertà, capaci solo di autoflagellarsi (spiritualmente) e di farsi guidare come marionette dai burattinai interessati a decidere come devi vivere la tua vita, il tuo lavoro, i tuoi studi, la tua vocazione, e soprattutto i tuoi soldi. E per alimentare tale mentalità, oltre alla predicazione apocalittica e funerea, ci sono i vari "giri di esperienze", "scrutini", eccetera, a cui tanti kikos si inventano peccatoni super-giganti perché altrimenti i cosiddetti "catechisti" ti giudicano come uno che ha qualcosa da nascondere.

Da notare che nell'esperienza della Chiesa, anche nel parlare della bruttura del peccato, si ricorda sempre che il singolo è chiamato a ravvedersi, e che grazie ai sacramenti (vissuti nelle dovute disposizioni) può sempre rinascere come uomo nuovo. Nella Chiesa il peccato non viene né spettacolarizzato, né trasformato in punto d'appoggio per un pessimismo autolesionista, né considerato "necessario" per salvarsi.

Questa fissazione kikiana-carmeniana del far sciorinare in pubblico i propri super mega peccatoni, del parlare in termini positivi del fare esperienza del peccato, è una cosa che ci ricorda il tentatore nel giardino dell'Eden: «diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male...» (cfr. Gn 3,1-7) senza dire che quella "conoscenza del male" era l'inimicizia con Dio. Quando la Chiesa dice che occorre riconoscersi peccatori, sta parlando di un moto dell'anima che riconosce i propri peccati e desidera avvicinarsi a Dio. Cioè la Chiesa ti ricorda i peccati che hai già commesso, Kiko ti dà il bonus per compierne altri. La Chiesa ti invita alla conversione del cuore e a guardare avanti, Kiko ti invita a guardarti l'ombelico, a guardare sempre i tuoi peccati, a dichiararti peccatore senza che ciò implichi un tuo sforzo per convertirti. (E così va a finire che una donna che avevi perso di vista da anni, si infogna nella setta neocatecumenale, e ti telefona per urlarti "sono una peccatrice, sono una Caina!!" e tu al telefono che non riesci a capire se ha seri problemi mentali o se ha appena cominciato a raccontare una barzelletta grottesca).

Ecco perché Kiko va ereticamente insegnando che: «il Signore ti ha già perdonato... poi, domani, se vuoi, sigillerai [in confessione]». Kiko insinua che il Signore ti avrebbe "già perdonato" (sottinteso: anche se non sei pentito, è un "perdonismo automatico"), per cui puoi restartene con l'anima macchiata di peccati, tanto poi "domani" (cioè chissà quando), "se vuoi" (cioè quando proprio ti andrà a genio, cioè alle calende greche), "sigillerai" (parolone altisonante perché evidentemente a Kiko dispiace troppo dire che il singolo abbia bisogno della confessione: dopotutto il Cammino ogni 40-60 giorni ti organizza le "penitenziali", no?, la confessione potrà attendere, la "comunione seduti" pare solo una distribuzione di un "sacro snack di unità fraterna" fattibile anche in stato di peccato mortale, tanto -come dice Kiko- l'uomo non può non peccare).

Nota a margine: c'è anche una spiegazione umana a quella sbagliatissima mentalità. Ed è il fatto che il peccatore che non si adopera per rialzarsi è un comodissimo burattino, anche dal punto di vista psicologico. Ecco perché il Cammino instilla a poco a poco una concezione pessimista e funerea delle cose della vita, un delegare ogni sforzo mentale e spirituale alle arroganti e insensate direttive dei cosiddetti "catechisti", un'autorizzazione ad autoassolversi comodamente ("quando il Signore mi toglie la mano dalla testa...") e nello stesso tempo fingersi agnellini candidi e mansueti (vengono qui a vantarsi di quanto digiuno quaresimale hanno fatto e poi la loro vita è tutto un vendicarsi, un calunniare, un fare porcherie in famiglia e nella società, un negare l'evidenza quando sia scomoda al Cammino, a costo di mentire e ingannare, "tanto il Signore perdona sempre, e poi il Signore salva a grappoli, e poi il Signore ti salva se fai bene il Cammino cioè paghi la Decima e vai alle convivenze...").

45 commenti:

  1. Come sempre, qui chiamiamo "mentalità" qualcosa che non ti viene comandato esplicitamente, ma che emerge come risultato di ciò che ti viene insegnato, degli esempi che godono di ammirazione e stima quando ti vengono riportati, del risultato più ovvio di ciò che ti comandano di fare.

    L'eresiarca Lutero, col suo insegnamento di "peccare fortemente, ma ancor più fortemente affidarsi a Cristo", era chiaramente ispirato dal demonio, che sa benissimo che per gli uomini - inclini al peccato - è molto facile e immediato peccare fortemente, ma è molto più complicato (e facilmente procrastinabile) l'affidarsi a Cristo.

    Ed infatti nelle società protestanti vige quella bizzarra doppiezza, che da un lato si danno da fare a sembrare religiosissimi, conoscitori della Bibbia, ecc., dall'altro non hanno troppi scrupoli riguardo a pornografia, alcolismo, e altri vizi. Quel «pecca fortiter» prende facilmente il sopravvento.
    Proprio come nel Cammino Neocatecumenale. E se ci aggiungiamo le manie di ebraismo instillate loro da Kiko e Carmen, capiamo facilmente perché mons. Schneider aveva definito il Cammino «una setta protestante-ebraica, che di cattolico ha solo la decorazione».

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    1. E non è per modo di dire: i neocatecumenali «credono di potersi mascherare da giudei».

      E intanto i neocatecumenali vengono qui a spaccare il capello in due, anzi, in quattro, su versetti biblici e questioncelle di lana caprina sulle Decime e a fare il solito vittimismo fingendosi agnellini mansueti ingiustamente perseguitati, ma non hanno nulla da ridire sul fatto che il Cammino mantiene una "ferrovia sotterranea" per predatori sessuali, e nulla da ridire sui sacrilegi eucaristici, eccetera.

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    2. Lo sa anche un bambino che "il male fa male". Non ci vuole un fine teologo. Kiko accusa la Chiesa di paganesimo quando dice :
      Forse che Dio ha bisogno del sangue del suo Figlio, del suo sacrificio, per placarsi? Ma che razza di Dio abbiamo fatto? Siamo arrivati a pensare che Dio placava la sua ira nel sacrificio del suo Figlio alla maniera degli dei pagani.

      ma allo stesso tempo dice che, per essere più vicini a Lui, ti devi fare del male peccando.
      Quindi la Chiesa sarebbe pagana se Dio fa pagare le nostre colpe a Suo Figlio, mentre invece non lo sarebbe quando dice (o meglio quando lui Le mette in bocca) TI DEVI FARE DEL MALE TU.
      Poi si offendono quando dico che il cammino fa danno. Quale immagine di Dio state inculcando? Quella di un Dio sadico che ti fa peccare (levandoti la mano dalla testa) per "conoscerlo meglio" e, se proprio sei testa dura, ti fa star male i tuoi parenti o i tuoi amici con "un brutto male".
      Questo non è il Dio di Gesù Cristo, è il dio uscito dalle proiezioni patologiche del signor Kiko Arguello.
      Ps. quanto ci scommettiamo che Fallacio e Leonardo non scriveranno una parola su questo post? D'altronde, mica è una cosa importante. Se si parlasse dei soldi della decima invece...

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    3. Sto rispondendo ma tripudio non accetta contraddittorio in buona fede

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    4. Non erano "risposte", erano solo commenti low-effort: link inutili, copiaincolla inutili, insulti vari. Nulla che possa contribuire alla discussione.

      Estenuare noialtri non servirà a rendere il Cammino cattolico.

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    5. @leonardo
      Prova a dire qualcosa che sia farina del tuo sacco. Tranquillo che te lo pubblicano.

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    6. E ho linkato l'audio di un sacerdote in cammino. Per farvi ascoltare cosa predichiamo...ma niente...se i commenti non sono contro il cammino vengono censurati...ma lui li legge e come...ma voi non potete ...un cattivo servizio a tutti

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    7. Il fratello che oggi si firma Leonardo, e che qualche giorno fa si proclamava "catechista", e che successivamente millantava di essere "responsabile", nel commento delle 11:48 ricorre al vittimismo neocatecumenale.

      Poverino, ha postato l'omelia di un presbikiko che si camuffa da cattolico (chissà se ci riesce), mica ha pubblicato le sbobinature del presbikiko Veraldi che diceva che Gesù sarebbe stato un "peccatore" che avrebbe fatto "esperienza del perdono del Padre", no, quello non gli fa problema, poiché in nome di Kiko è consentito ingannare, mentire, dire tutto e il contrario di tutto.

      È come dire che in una bottiglia di minerale sono state aggiunte gocce di arsenico, e il fratello Leonardo si lamenta che noi parliamo di "acqua avvelenata" anziché dell'H²O contenuta nella bottiglia. Ha letteralmente divorziato dalla realtà.

      Tommaso d'Aquino iniziava le sue lezioni mostrando una mela e dicendo: se qualcuno non è d'accordo che questa è una mela, può anche andarsene.

      Infatti per chi si ostina a non voler riconoscere la realtà delle cose le spiegazioni non saranno mai sufficienti e mai convincenti. Raglieranno sempre più forte, come asini ostinati (senza offesa per i quadrupedi veri).

      Ora, qualsiasi realtà ecclesiale - e anche la Chiesa stessa - viene bersagliata da mille critiche. Ma chi ha a cuore quelle realtà si interroga con onestà su quanto e come ognuna di quelle critiche sia fondata. Quando un cretino crede di proclamare il suo ateismo blaterando "pretipedofili pretipedofili", pur avendo l'evidenza che è un cretino, mi fa pensare ai casi come quello del vescovo pedofilo neocatecumenale, che proteggeva altri preti pedofili (non tutti del Cammino), e che l'avrebbe fatta franca se i suoi cosiddetti "catechisti" non lo avessero indotto a commettere grosse ingiustizie ai danni di sacerdoti che chiedevano solo che il Cammino rispettasse le norme liturgiche valide per tutta la Chiesa.

      Il fratello che oggi si firma Leonardo, al pari di tutti gli altri kikolatri intervenuti su questo blog nel corso di oltre sedici anni, ha sempre fatto di tutto per aggredire chi scrive su questo blog, e non è mai entrato nel merito delle questioni, men che meno ammettere un qualche errore del Cammino o dei suoi capicosca. (Ha tentato perfino di buttarla a tarallucci e vino citando la Bibbia, infilando nel discorso "l'amore del Signore", robe di questo genere)

      Incredibile, nevvero? L'asino ragliante uscirà dall'aula dell'Aquinate gridando che nessun documento certifica che quella è una mela, e che la Commissione sulla Frutta ha emanato uno Statuto che dice che occorrono tante mele, e che comunque per lui non c'è differenza fra mele e pere, poiché entrambe crescono sugli alberi. Punterà i piedi per terra e ripeterà a chiunque passa l'illustrazione del libro in cui si vede un albero di pere e raglierà che nessuno ha il diritto di impedirgli di chiamarle mele.

      Per essere neocatecumenali (cioè idolatri) occorre avere una percezione distorta della realtà (cioè occorre essere "zombificati", "lobotomizzati", proprio come dei veri idolatri). L'idolatra ama il proprio idolo al di sopra di qualsiasi altra cosa, anche al di sopra della realtà, del buon senso, della ragionevolezza. Anche al di sopra di Dio. La bocca del kikolatra è piena del nome del Signore, ma il cuore del kikolatra è pieno solo di Kiko.

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    8. Il bello è che quando un "fratello" passa le sue giornate su questo blog, spariscono quasi tutti gli altri kikolatri che facevano lo stesso. Appena costui fa l'offesino offesone per l'eccessivo numero di figuracce che ha accumulato e va via "sbattendo la porta", subito ritorna qualche altro nickname kikolatra, che passa le sue giornate a commentare furiosamente sulle stesse cose che aveva detto il suo precedente nickname, facendo il finto tonto.

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    9. @leonardo
      resta il fatto che voi "cattolici adulti" non sapete la differenza tra "peccato veniale" e "peccato mortale"
      Facciamo così: ti faccio due domande semplici semplici e tu puoi rispondere semplicemente con un sì o un no
      1) Kiko ha mai PUBBLICAMENTE additato ad esempio qlc santo e/o iniziatore di qlc realtà ecclesiale come esempio da seguire?
      2) Durante il cammino si parla mai di "chiamata universale alla santità"? Si parla di cosa sia la santità? Di come la si raggiunge? So che nell'ultimo annuncio l'hanno citata di sfuggita.
      Ps. Quello che dicono i sacerdoti nel cammino passa in secondo piano rispetto a quello che dice Kiko. Basta vedere la vicenda di don Fabio Rosini. Oppure di Benedetto XVI che si ascolta solo e solamente quando fa comodo. Es: "i mamotreti devono essere pubblici" dice Benedetto XVI. "per noi sarebbe un male" dice Kiko.. E ovviamente i mamotreti APPROVATI sono segreti. Chissà perchè.

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    10. Leonardo, non rispondere a quelle due domande : è un trucco del blog per farti fare l'ennesima figura del fesso, come sta già accadendo con FAV, Martello, Pelagio et company.

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    11. mons. Schneider è un nemico del Cammino?

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    12. Chiunque insegni la santa dottrina cattolica (oppure celebri in modo sobrio e solenne la liturgia cattolica) è considerabile un nemico del Cammino. Mons. Schneider ha vissuto fin dalla giovinezza la persecuzione comunista, quindi ha visto lo scempio postconciliare, ed ha capito che i nemici della fede non sono solo quelli con le armi, ma sono anche quelli che inquinano la fede.

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  2. Sì, è proprio vero, nel Cammino si parla sempre di peccato, peccato e peccato, sino alla fine ed oltre.

    Se può essere comprensibile che ad un lontano si possa dire che il Signore lo ama così com'è, che non ha schifo dei suoi peccati e che desidera salvarlo, questo discorso non ha più senso una volta che il lontano accoglie la fede.
    Da allora in poi è vitale mostrare la strada per combattere questa inclinazione al male, non continuare in eterno a parlare ai cristiani come si potrebbe parlare ai lontani.

    É questo che fece Gesù con l'adultera: la difese, la salvò e poi, una volta che lei ebbe visto la sua grazia, le raccomandò di astenersi dal peccato.
    Le mostrò che ciò che aveva fatto fino ad allora non andava continuato.
    E non le impose un fardello impossibile, altrimenti l'avrebbe presa in giro.

    Nel Cammino, invece, ci si rivolge ai presunti cristiani allo stesso modo in cui ci si rivolge ai lontani, rassicurandoli continuamente che Dio li ama così come sono e non ha bisogno che cambino per amarli.

    Qui l'inganno: per amarli no, ma per salvarli sì.

    Anche nell'ultimo Annuncio di Avvento si ritrovano questi concetti devastanti, detti a persone che hanno più di 50 anni di Cammino alle spalle. Sono insinuanti, striscianti e devianti:

    "Il Signore ti ha convocato qui per una cosa enorme: perché ascolti che Dio ti ama."

    Sono 50 anni che ascoltano che Dio li ama, sono fermi alla prima parte del Vangelo dell'adultera.

    "Conosce tutti i tuoi peccati. Ma Cristo è crocifisso per te peccatore, non per te santo".

    Quindi Cristo non sarebbe crocifisso per i santi, nemmeno per santa Carmen.
    Questa è un'insinuazione a preferire il peccato alla santità.
    In altri contesti potrebbe avere anche il suo significato, ma nel contesto del Cammino no, perché lì si crede che non si debba cambiare, che dopo 50 anni ci si scopre peggiori di prima, che si ha più consapevolezza dello schifo che siamo e, nonostante tutto, il Signore elargirebbe a questi peccatori grazie su grazie.

    "Lui ha dato la vita nella croce per i peccatori, per i malvagi, NON PER I BUONI".

    Altra insinuazione, dopo 50 anni di camminamento.
    Il Signore ha offerto a tutti la salvezza, buoni e malvagi. Ma solo i buoni si salvano.
    Sulla croce ha aperto le porte del Paradiso, che prima erano chiuse. Vi ha fatto entrare i giusti ed ha lasciato negli inferi i malvagi.

    Continua...

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    1. Peccato è l'acronimo di :

      Possono Eretici Catecumeni Certamente Annunciare Terrificanti Obbrobriosità

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  3. I neocatecumenali, evidentemente, non conoscono la parte del Catechismo che spiega:

    "La Scrittura chiama inferi, Shéol o Αιδην il soggiorno dei morti dove Cristo morto è disceso, perché quelli che vi si trovano sono privati della visione di Dio. Tale infatti è, nell'attesa del Redentore, la sorte di tutti i morti, cattivi o giusti; il che non vuol dire che la loro sorte sia identica, come dimostra Gesù nella parabola del povero Lazzaro accolto nel « seno di Abramo ». « Furono appunto le anime di questi giusti in attesa del Cristo a essere liberate da Gesù disceso all'inferno ». Gesù non è disceso agli inferi per liberare i dannati né per distruggere l'inferno della dannazione, ma per liberare i giusti che l'avevano preceduto" (art 633).

    Non è una condizione privilegiata quella di essere peccatore e malvagio (non nel senso di inclinazione, ma di azione).
    Dio, che è Amore, amava sicuramente anche quelli che lasciò nella dannazione.

    Poi, a coronamento del discorso, dopo aver elencato gli effetti nefasti del peccato, Kiko ribadisce a coloro che lo hanno seguito fin dall'inizio, che nulla è cambiato in questi 50 anni:

    "Dico questo perché molti CREDETE DI AVERE FEDE, ma forse NON SAPETE COSA SIA L'AMORE, perché MAI IN VOI SI É DATA QUESTA COMUNIONE di due persone in una sola carne".

    Cioè, dopo 50 anni, Kiko dice che questi sono sempre fermi al punto A, nonostante decime, prove sui beni, missioni, itineranze e quant'altro.

    In pratica il Cammino consiste nel dire:

    "Sarebbe bello se poteste avere la fede ed abbandonare il peccato, perché il peccato procura molti mali, ma capite che questo non può avvenire.
    State qui da 50 anni e ancora non avete fede, quindi il Signore non ha mandato su di voi lo Spirito Santo. Però tranquilli, il Signore ama i peccatori, i malvagi" (senza dire che ama anche i giusti).

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    1. Tripudio sei uno stronzo...non c'è altro modo per nominarti. Ma proprio stronzo caro mio. Ti scegli i commenti giusti per sovvertire le parole del vangelo e di Dio vergogna stronzo

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    2. Abbiamo capito che ce l'hai con Tripudio, ma hai risposto ad un commento che non ha fatto lui.
      Quindi è uno stronzo, proprio stronzo, anche chi ha fatto il commento, come molti altri qui.

      Facile prendersela con uno solo: fa sembrare che sia solo lui una mina vagante che si oppone al vostro meraviglioso, miracoloso, stupendo e incomparabile Cammino.

      Invece no.
      Qui ce ne sono diversi e so anche di chi legge e non commenta.

      Per cui prenditela pure con Tripudio, se ti fa sentire meglio, ma sappi che il tuo Cammino non va giù a molti e molti portano argomentazioni inconfutabili, se non a costo della menzogna.

      Smettila di battere i piedini come un bambino a cui è stato rivelato che non esiste Babbo Natale.

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    3. Il fatto è che by Tripudio fa commenti che non sono i più simpatici, soprattutto quando usa l'epiteto asini raglianti. Ma lui è un gestore del blog, quindi.............................................................................................

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    4. Stronzo è l'acronimo di :

      Serve Trovare Ridicole Oscenità Neocatecumenali Zelantemente Obbrobriose

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    5. Se il sottoscritto si permette di usare il termine "asini raglianti" (senza offesa per i quadrupedi), è perché i fratelli del Cammino che vengono qui ad accusarci di ogni nefandezza - o come minimo accusarci di non aver capito niente - hanno sempre queste caratteristiche:

      - non sono mai stati disposti ad ammettere un errore di Kiko, Carmen, del Cammino

      - salvo rarissimi casi (e ben farciti di astuzie retoriche) non ammettono nemmeno che un cosiddetto "Catechista", "responsabile", "itinerante", o altro VIP del Cammino, faccia errori (per esempio ancora non hanno mai avuto niente di cattolico da dire riguardo al vescovo pedofilo neocatecumenale)

      - vanno in bestia riguardo a certe questioni (Decime, sfornar figli come conigli, "comunione seduti", ecc.) anche quando per tutta una vita sono stati vittime di tali questioni

      - fanno i finti tonti (per esempio riguardo alla fatidica "lettera di Arinze" con le «decisioni del Santo Padre», lettera che è parte integrante dello Statuto del Cammino, che non è mai stata abolita, e che fin dal 2005 esige che il Cammino smetta di celebrare le carnevalate liturgiche kikiane-carmeniane)

      - messi di fronte all'evidenza, anche quella prodotta dagli stessi fratelli del Cammino e dai video propagandistici di Kiko e Carmen, cercano in ogni modo di cambiare discorso, ragliando sempre più forte, mettendo troppa carne a cuocere, aspettando il thread successivo sul blog, eccetera

      - si illudono che il mettere a tacere questo blog renderebbe automaticamente perfetto e salvo il Cammino... e renderebbe loro stessi "innocenti" di tutto il male che hanno fatto in nome del Cammino e per conto del Cammino. Si illudono addirittura di poter ingannare Dio.

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  4. Un ennesimo anonimo fratello del Cammino insinua che un certo commento sfavorevole al Cammino sarebbe stata una trollata per "dimostrare" che questo blog pubblica qualsiasi critica al Cammino.

    Ora, quello specifico commento:

    - fa delle affermazioni che chiunque conosce il Cammino riconoscerebbe come possibilissime e realistiche; durante i lockdown abbiamo avuto notizia che i cosiddetti "catechisti" andavano casa per casa a riscuotere le Decime infischiandosene dei rischi legali e sanitari che ciò comportava, perché nel Cammino i soldi vengono prima di ogni altra cosa;

    - anche se lo cancellassimo dal blog, sarebbe come togliere una goccia d'acqua dal mare. Tutto ciò che già conosciamo del Cammino non cambia. Sono gli stessi fratelli del Cammino a documentarne le storture: pubblicando sui social le foto delle loro celebrazioni, dei loro gadget, delle loro vanterie ("sono stato alla Domus", guardatemi, applauditemi!), come ad esempio "sposarsi in Rito Neocatecumenale".

    Per cui quando quel branco di asini raglianti e neo-farisei cercano di costruire miserabili pretesti coi quali pateticamente sperano di annullare le oltre 2700 pagine di questo blog, viene solo da ridere.

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    1. Intanto ricordiamo ai gentili lettori cattolici alcune fondamentali verità che non possono essere messe in secondo piano:

      1) il Cammino inquina la dottrina cattolica insegnando ambiguità, fandonie, vere e proprie eresie.
      Pertanto i fratelli delle comunità non possono presentarsi come gente che ha qualcosa da insegnarti, almeno finché non rinnegheranno tali errori ed eresie.

      Perfino quando ti scaraventano addosso qualche versetto biblico o qualche paragrafo del Catechismo, non stanno ancora rinnegando i loro ben noti errori dottrinali, cioè agiscono in malafede, tentano di ingannarti, tentano di farti sentire in colpa per non aver considerato quel versetto o paragrafo, cioè stanno tentando proprio di ingannarti.

      2) il Cammino inquina la vita sacramentale celebrando carnevalate e abusi liturgici, addirittura consentendo sacrilegi.
      Pertanto i fratelli delle comunità non possono parlarti di liturgia e sacramenti, almeno finché non rinnegheranno tali abusi, errori, sacrilegi.

      E quando ti scaraventano addosso qualche intervento del Papa, o qualche documento liturgico, o blaterano di "primi cristiani", non stanno ancora rinnegando i loro ben noti errori liturgici, cioè agiscono in malafede, tentano di ingannarti, tentano di farti sentire in colpa per non aver considerato quell'intervento o quel documento, cioè stanno tentando proprio di ingannarti.

      3) il Cammino è di fatto imborghesito, salottiero, clericalizzato, pertanto i fratelli del Cammino non hanno alcun diritto di sindacare sulla tua vita personale, liturgica, ascetica, vocazionale, di servizio alla Chiesa, sacramentale, eccetera.

      Il Cammino è imborghesito e salottiero perché nel Cammino vieni considerato in proporzione alla Decima che versi, alla partecipazione alle convivenze negli alberghi, alla quantità di iniziative di propaganda kikiana a cui hai dato disponibilità, al numero di figli sfornati (non importa che li educhi, al Cammino importa solo vantare le "famiglie numerose"), alla quantità di gadget e carabattole made in Kiko che compri ed esibisci, eccetera.

      Il Cammino è clericalizzatissimo perché mostruosamente infognato dei peggiori vizi del clero. Cioè l'autoreferenzialità, l'autoritarismo, il fare ognuno la propria omelia in ogni celebrazione (anche se le chiamate ipocritamente risonanze e monizioni), il giudicare temerariamente chiunque non lodi il triplice idolo Kiko-Carmen-Cammino, il descrivere le proprie iniziative come importantissime, una "parola fuerte" per la tua vita, oggi la lettura è importante, importantissima, la parola del cosiddetto "catechista" di oggi è fondamentale, importante, importantissima, eccetera.

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  5. Intanto una persona che voglia dimostrare d'aver inviato un commento falso, per accusarmi di credere a qualunque porcheria pur che sia contro il Cammino, non dovrebbe inviare il commentato falso in anonimo...e poi sempre in anonimo rivendicarlo! Perché il giochetto potrebbe essere ripetuto per tutti i commenti che non hanno un account certificato... Per cui mi sembra veramente ingenua questa operazione, oppure costui crede che gli ingenui siamo noi.
    Detto questo, a me quel commento del fratello commercialista che sa le entrate di tutti per aver fatto le dichiarazioni dei redditi di tutti i fratelli della comunità, mi ha fatto un po' ridere. Non c'è bisogno dopo decenni di frequentazione di sapere le dichiarazioni dei redditi per sapere quante entrate presumibilmente hanno le varie famiglie. Oltre al fatto che mi pare un po' strana la vicenda...un commercialista è tenuto alla riservatezza e una battuta del genere di fronte a tutti poteva creargli dei grossi guai professionalmente parlando. È vero che nelle comunità abbiamo visto accadere le cose più inverosimili, ma questa mi pareva poco credibile. Molto più chiaro e credibile quanto detto da Neo, che i confronti li fa il responsabile rispetto alle prime raccolte dopo il secondo passaggio in cui tutti più o meno si attengono alle consegne originarie.

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    1. Suppongo invece che quel troll ingenuone che si firma DM e che ha pure fondato una pagina fb sul cammino non sia neppure un vero neocatecumenale e non sappia cosa possa succedere o meno in una comunità. Ritorna a studiare e riprovaci tra un po', caro DM, forse sarai più fortunato!

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    2. Infatti se noti quel commento assurdo del commercialista non se lo è filato nessuno.

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  6. Il caro fratello tripudio, che su questo blog spaccia come verità assolute le sue personali considerazioni, si permette di censurare commenti e citazioni che ritiene pericolose per avallare le sue tesi. Si nasconde come un bambino dietro scuse ridicole, e nin permette a nessuno di poter controbattere adeguatamente alle sue illazioni. Una persona profondamente scorretta che omette di pubblicare volutamente, informazioni che potrebbero far vacillare le sue teorie pubblicamente...vedremo presto i frutti di questo blog. Chi opera nelle tenebre é uno stronzo oltre che peccatore. Pagliaccio

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    1. @ Leonardo o Leonarda? Ah saperlo
      A giudicare dal livello di acidità e suscettibilità + volgarità, mi sembri piuttosto un clone femminile di Carmen...

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  7. Tripudio è fortunato...
    ...essendo stronzo e peccatore il Signore lo amerà tantissimo, lo ama così com'è

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    1. ... e con queste caratteristiche, sarebbe pure candidato alla santità di categoria superiore con Carmen!

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    2. dipende: fuma abbastanza sigarette? e a parolacce come sta messo?

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    3. Sigarette e turpiloquio sono fra le cose che hanno meno peso; quel che conta davvero della vita dell'eretica Carmen è:
      1) aver inquinato la dottrina cattolica a suon di svarioni, ambiguità, vere e proprie eresie
      2) aver inquinato la liturgia cattolica a suon di carnevalate, strafalcioni, mancanza di rispetto per il Santissimo Sacramento
      3) aver indotto un vero e proprio "popolo di neocatecumenali" a fare altrettanto — responsabilità gravissima davanti a Dio.
      4) dopo un'intera vita di pubblici scandali e iniquità supplementari, non risulta alcun segno di pentimento.

      La fabbricazione dei "Diari" di Carmen ci fa ricordare quel vecchio proverbio napoletano, secondo il quale è inutile aggiungere rum su una merda, non diventerà mai un babà.

      I fratelli del Cammino, se davvero credono all'esistenza dell'inferno, dovrebbero chiedersi onestamente chi è che va effettivamente all'inferno. Se si fa tanta cagnara per "canonizzare" una distributrice di eresie e calpestatrice del Sacerdozio e del Santissimo Sacramento, all'inferno chi diavolo ci andrà mai?

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    4. Spero che in sede di valutazione dei documenti sulla santità si facciano consegnare anche i diari di Carmen originali, quelli da cui poi hanno scritto il libro.
      Nella valutazione dovrebbero includere anche un esame calligrafico e una datazione del tomo, perché a falsificare le cose si fa presto.

      Sai che botto se fossero artefatti?

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    5. All'Inferno chi diavolo ci andrà mai? Certamente non i camminanti, che si salveranno a grappoli. E poi ricordate che Benedetto XVI disse : l'Inferno esiste ma è vuoto. Quindi, in campana...........................

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    6. ....e allora via, tana linera tutti

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  8. In questi ultimi commenti si vede una capacità di autoironia che è sconosciuta ai vari FAV, Leonardo etc che intervengono in questo blog, ma che è patrimonio di tutti i cnc che pubblicano meme di TUTTI i generi sul cammino dimostrando che le cose non stanno come cercano ( invano ) di dimostrare qui.

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  9. Il mantra che stanno ripetendo i catechisti ai Kikos, da alcuni mesi a questa parte, è che per il processo di beatificazione di Carmen siano arrivate già quasi 3000 segnalazioni di miracoli. E che, in via informale, sia già da considerarsi venerabile. Se la Chiesa continua ad omettere la dovuta vigilanza…..

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    1. 3000 Miracoli di Carmen ovvero 1500 matrimoni combinati in comunità e 1500 posti di lavoro su raccomandazioni neocat...

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  10. Miracoli di Carmen Hernandez Barrera

    Miracolo n. quello dei cinghiali

    Kiko ha letto che a Roma da tempo immemorabile sono comparsi centinaia di cinghiali. Ritenendo la cosa altamente lesiva per Roma, sede della Cristianità e non solo, ha implorato Carmen, e lei, da Lassù, ha trasformato con uno schiocco di dita i cinghiali in simpatici gattini, tortore, anatre, cigni e quanto altro. Kiko ha avvisato Semeraro che ha avvisato il Papa che ha detto : "hermano cardenal, finalmiente un pò di decoro nell'Urbe. Inutile dire che si deve procedere con la beatificasion". Semeraro ha avvisato Kiko, che ha ringraziato in Santo Padre inviandogli un camion contenente un bellissimo plastico in miniatura di Roma dopo questa trasformazione, stimato da Sgarbi del valore modico di 400.000 euro. Il Papa l'ha fatto mettere nei Musei Vaticani con un cartello : "Anche i plastici, nel loro piccolo, contribuiscono alla santificazione delle persone"

    e la causa continua...

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  11. Per i nuovi lettori che non ci avessero ancora fatto caso: gli interventi dei kikolatri sono tutti "di disturbo". Insultare, mentire, buttarla in caciara, calunniare, fare i finti tonti, fare i vittimisti, ingannare, mentire, mentire, mentire a più non posso. Letteralmente la "spiritualità" del Cammino Neocatecumenale.

    I kikolatri non riescono ad argomentare perché per smentire noi, devono prima smentire la Chiesa.

    Noialtri qui "critichiamo" il Cammino perché le sue liturgie carnevalesche non seguono i documenti liturgici. E ci permettiamo di "criticare" perché gli stessi Benedetto XVI e Giovanni Paolo II hanno rimproverato il Cammino riguardo agli strafalcioni liturgici. (E quei rimproveri sono stati pienamente recepiti dallo Statuto del Cammino: articolo 13, nota 49, lettera del 1° dicembre 2005, mai abolita, mai superata, anzi, parte integrante dello Statuto)

    Inoltre "critichiamo" il Cammino perché Kiko, Carmen e i loro pretoriani hanno sempre insegnato un cumulo di inesattezze, ambiguità, errori, vere e proprie eresie.

    Insomma, dal momento che il Cammino si autoproclama cattolico, noialtri "critichiamo" i fatti concreti per cui il Cammino non lo è (e non lo sono i suoi esponenti).

    "Criticare" fra virgolette, visto che non può essere considerabile critica (e tanto meno insulto) il reclamare che una realtà che si proclama cattolica, agisca e parli come una realtà cattolica.

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  12. Quando alla benedizione del cero pasquale la Chiesa parla di "felice colpa" si riferisce esclusivamente al peccato originale, infatti poi aggiunge "che ha meritato un tale e così grande Redentore".

    Il peccato in se stesso in realtà allontana da Dio, e non lo avvicina, solo che la grazia è più forte del peccato, per cui chi si riconcilia con Dio può possedere più grazia santificante di prima.
    Ma non in automatico. Dice infatti San Tommaso d'Aquino che la grazia della riconciliazione varia a seconda della carità che si possiede.
    Non è il peccato a determinare il grado di grazia santificante, ma è la carità, e il peccato è proprio un atto contro la carità, mentre accettare la grazia è un atto di carità (ma la grazia si può accettare anche senza peccare, anche se di fatto spesso gli uomini poi si intiepidiscono).

    Per cui la stessa carità che Dio ci dona per tornare in grazia di Dio, è la stessa che ci obbliga a non peccare.
    E' vero che Dio rialza chi è caduto, ma l'uomo deve collaborare col proposito di non peccare più, e non adagiandosi sul fatto che tanto peccherà di nuovo.
    Il proposito non dà la certezza di non peccare più, ma è un serio impegno che la volontà prende di fronte a Dio.
    Per cui, se il peccato rappresenta un'occasione di grazia, così, e a maggior ragione, lo è il non peccato.

    Lo dimostrano la Madonna e tanti santi che una volta convertiti non hanno più peccato gravemente e che, anzi, proprio da quel momento hanno, loro sì, camminato veramente: verso i vertici della santità.
    Per cui un conto è dire che il peccato è un'OCCASIONE in cui si manifesta la misericordia divina, e un conto dire che il peccato è NECESSARIO perché si manifesti la misericordia di Dio.

    Chissà se il motivo per cui tra Carmen e la Madonna, e tra il Cammino e la Madonna, non c'è mai stato feeleng, non dipenda proprio dall'approccio al peccato: per la Madonna l'approccio giusto è quello di fuggirlo, per il Cammino sembra quasi sia un passaggio indispensabile per conoscere Dio.

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  13. Tanti auguri a tutti di un sereno e felice Santo Natale

    Frilù

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  14. Miracoli di Carmen Hernandez Barrera

    Miracolo n. quello del presepe

    E' consuetudine che tutti gli anni il giorno 8 dicembre, festa dell'Immacolata, si allestiscano i presepi nelle case, nelle chiese e altrove. Nel Centro UFO di Porto San Giorgio in quel delle Marche, anche Kiko ha provveduto ad allestirne uno. Due giorni dopo ha visto che alcune statuine erano diverse : San Giuseppe aveva la faccia di Kiko, la Madonna quella di Carmen, Gesù Bambino quella di don Mario. Sospettando un intervento da Lassù di Carmen, Kiko ha avvisato Semeraro che ha avvisato il Papa che ha detto : "hermano cardenal, esto es un vero miraclo, infatti per la gioia il dolore al ginocchio mi è passato ma devo usare ancora la carrozzella altrimenti mi accusano di fare propaganda por Carmensita. Intanto procedamos con la beatificasion". Semeraro ha avvisato Kiko, che ha ringraziato il Santo Padre inviandogli un pacco con dentro un presepe di scuola napoletana del XVII secolo, i cui personaggi avevano le facce prima descritte, in più dall'alto sfolgorava Dio con la faccia di Gennarini. Il presepe, stimato da Sgarbi del modico valore di 230.000 euro, è stato messo dal Papa nella Pinacoteca Vaticana in una teca con un cartello : "anche i presepi contribuiscono alla santificazione di qualcuno".

    e la causa continua...

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  15. Forse questa è una delle peggiori dottrine dei neocatecumenali, a causa del pericolo
    Per l'anima. Molte volte mi sono imbattuto nella dottrina del "non devi fare niente, Dio farà tutto",
    in una chiara (intenzionale?) errata interpretazione della dottrina della grazia. quello non si può fare
    niente senza la grazia di Dio non significa che non si debba lottare (con l'aiuto della grazia)
    nel peccare sempre meno e nel migliorare e ripulire i propri peccati. È uno sforzo continuo che dura
    tutta la vita. Sostenere che non è necessario fare nulla e che Dio farà tutto è fondamentalmente
    pigrizia spirituale, poiché il combattimento della fede non viene preso in considerazione.

    Come tanti altri, questo è un errore derivato da mamotreeti che ha conseguenze pratiche.
    (distanza dal sano combattimento, pigrizia e noncuranza con il peccato, coscienza iper-rilassata, ecc.).

    A.

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