martedì 18 luglio 2023

Canti neocatecumenali? Solo per uso interno

Tratto da: "I repertori dei movimenti ecclesiali.
Studio di alcuni casi"

Valerio Ciarocchi

...anche se fatti all'esterno, sono sempre per uso interno


Qui la versione inglese dell'articolo nel blog The American Way

2.2. Cammino Neocatecumenale

I canti neocatecumenali hanno uno stile diverso dalla musica sacra e liturgica tradizionale: è caratterizzato da sostenuta ritmicità, uso preferenziale per chitarra e strumenti a percussione, emissione vocale che intende richiamarsi alla tradizione ebraica e della Chiesa primitiva. I canti del Cammino Neocatecumenale sono raccolti nel repertorio Risuscitò (Sorci, 1998, pp. 277-302)(4)

A ogni presentazione di nuovi canti sono previsti degli incontri di formazione per spiegarne la funzione e la destinazione(5). Possiedono una netta accentuazione biblica e sono connotati dall’aspetto laudativo e di annuncio “kerygmatico”(6). 
 

Per i neocatecumenali il canto sacro «ha il potere di risvegliare, di far suonare la fede, qualcosa di importante oggi nella nostra epoca, nella quale manca molto questo aspetto Kerygmatico» (Argüello,  2008, in http/www.collevalenza.it.). Il Cammino Neocatecumenale ritiene imprescindibile l’uso dei canti nella liturgia e anche in ambito extraliturgico: 

«Nel Cammino Neocatecumenale si adopera un innario di canti tratti dalla  Parola di Dio e dalla tradizione liturgica cristiana ed ebraica, che vanno sottolineando i contenuti delle diverse tappe e passaggi»(7). 

Sottolineiamo che l’esperienza musicale in seno al Cammino  Neocatecumenale è abbastanza “singolare”. Mai, nella storia della Chiesa, si è registrata la presenza di un unico autore (il fondatore Kiko Argüello) per parole e per musiche che non possono essere rivedute e corrette; questo vale anche per lo stile esecutivo. Manca cioè il principio di adattabilità al contesto culturale e sociale. A differenza del repertorio di Rinnovamento nello Spirito, è escluso che il repertorio neocatecumenale si esegua in altri contesti, perché  i canti sono dedicati al percorso interno al Cammino medesimo.

Si canta, mentre i copponi girano
 
Opportunamente, perché essendo pensato per le celebrazioni “del” Cammino Neocatecumenale, sarebbe il repertorio un “estraneo” per altri contesti celebrativi. Lo crediamo un limite, perché sembrerebbe indicare una “esclusività” che non è legittimata dal Magistero sistematico sulla musica sacra (Rimoldi, 1993, pp. 76-81, per il Cammino Neocatecumenale).

(4) Cfr. Id. 1997, pp. 867-880; Teodoro 1993, pp. 62-71; Id. 1993, pp. 64-73.
(5) Sull’importanza e il significato dei canti neocatecumenali per la spiritualità del Cammino, 
Devoto 2004, p. 113.
(6) «Pur esistendo un libro dei canti neocatecumenali, i membri del Cammino nelle celebrazioni liturgiche non se ne servono perché li conoscono a memoria e questo normalmente non consente agli ospiti di poter cantare insieme a loro» (Sven Anuth 2013, p. 315).


si canta, si balla e si battono le mani
attorno al feretro del caro estinto





56 commenti:

  1. Confermo tutto, molto lucida e oggettiva come analisi. Il cantore (che si chiama "salmista", in spagnolo e non a caso) non è nient'altro che un megafono. La sua funzione è ripetere i canti di Kiko fino alle più piccole inflessioni o al limite l'interpretazione del cantore capo catechista di regione (o di nazione nei luoghi dove ci sono poche comunità). Si può essere ripresi duramente se si sbaglia un canto.
    In alcune regioni del globo vengono aggiunti alcuni canti non presenti nel "Risuscitò" originale,ma sono casi isolati.
    I canti di imparano dalle registrazioni e sono a uso esclusivo del cammino, con qualche piccola eccezione.
    Questo perché non sono semplici canti ma vere e proprie consegne funzionali all'indottrinamento. Si sa che l'uso della musica veicola messaggi e condiziona la mente in modo più efficace della parola. Non sono ammesse deviazioni, non è ammesso cantare canti non consegnati (ovvero autorizzati), che sono addirittura divisi per colore (bianco, tranne alcuni, dall'inizio del cammino, verde dopo il secondo passaggio ma non tutti, blu dopo il *padre nostro*) oltre ad alcuni canti segreti da buona tradizione gnostica consegnati solo oralmente.
    Confermo che l'esecuzione del canto non cambia nemmeno in paesi dove il ritmo è del tutto diverso come nei paesi africani o asiatici e non è un caso che il cammino si affermi solo nei paesi di tradizione latina.
    Non esiste nessuna forma di inculturazione musicale.

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  2. Aggiungo che esistono anche dei canti che sono cantabili solo da chi ha superato una certa tappa del CNC e che non sono disponibili a tutti. Sono riconoscibili dal diverso colore nella raccolta dei canti "Risuscitò".

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  3. I canti del Cammino sono ottimi, magnifici, semplicemente meravigliosi..................

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    1. È un sarcasmo infantile che non fa ridere, ma dopotutto questo è il livello comunicativo neocatecumenale.

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    2. A noi invece Puntinibus fa ridere perché fa la parodia del neocatecumenale scemo.

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    3. parodia del neocatecumenale scemo...........

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    4. Non vorrai farci credere che sei scemo per davvero, Puntinibus.

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  4. Tutti i canti per la Santa Messa devono avere l'autorizzazione dalla Conferenza episcopale. I canti del Cammino hanno questa autorizzazione? O come tutte le cose del Cammino sono auto approvati.

    Frilù

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  5. Piccolo promemoria per i kikolatri che intervenissero qui per la prima volta, oppure - molto più spesso - fingessero di cascare dalle nuvole.

    Questo blog riguarda il Cammino Neocatecumenale. Il fatto che il sottoscritto - che è un emerito signor nessuno - sia un po' grafomane e scriva un mucchio di commenti, non cambia il tema di questo blog: il Cammino Neocatecumenale, secondo verità anziché secondo la propaganda kikiana.

    Il sottoscritto presenta di rado le sue opinioni e cerca di motivarle. Ma presenta per lo più i "fatti concreti", quelli che il Cammino cerca di nascondere.

    Ora, se uno ha a cuore il Cammino, non correrà su un blog a inveire contro un emerito signor nessuno. Al contrario, correrà dai propri cosiddetti "catechisti" a intimare loro, in nome di Nostro Signore e della Sua santa Chiesa, di smettere di insegnare eresie, di «scarnificare le coscienze», di campare di rendita alle spalle dei fratelli delle comunità.

    Reclamerà la celebrazione della liturgia secondo il Messale romano, senza aggiunte né omissioni né modificazioni, così come esige lo Statuto del Cammino che ha fatto sue le «decisioni del Santo Padre» messe nero su bianco il 1° dicembre 2005.

    E comincerà a versare la propria Decima laddove viene onorato Nostro Signore anziché il Vostro Signor Kiko.
    Hai pagato le visite mediche per tua moglie? Vale come Decime già versate, perché hai onorato il sacramento del matrimonio anziché buttarli via in discoteche risse e ubriachezze.
    Hai pagato la retta universitaria a tuo figlio? Vale come Decime già pagate, per lo stesso motivo.
    Hai fatto un pellegrinaggio a Fatima? I soldi che hai speso valgono come Decime già date, perché ti sei "provato coi beni" spendendoli per la tua fede anziché buttarli nella sala slot, in ubriachezze e discoteche.
    Hai riparato climatizzatore, caldaia, frigo, lavatrice? Sono soldi spesi bene perché hai avuto a cuore il bene dei tuoi familiari anziché buttar soldi in discoteche per ubriacarti, per cui valgono come Decime già fatte.
    Il Cammino non può pretendere di "provarti sui beni" imponendoti la Decima proprio dopo che davanti a Dio ti sei già provato sui beni.

    Eh, ma le "missioni"? i "seminari"? "l'evangelizzazione"? Non mettere limite alla divina Provvidenza: funzioneranno anche se non versi neppure un centesimo al Cammino. E comunque, prima di versar soldi per quelle iniziative neocatecumenali, dovresti chiederti:
    - ma quelle "missioni" fanno crescere il Cammino o tutta la Chiesa?
    - ma quei "seminari" preparano presbikikos utili solo al Cammino o sacerdoti che serviranno tutta la Chiesa?
    - ma quella "evangelizzazione" consiste nel costituire nuove comunità del Cammino, oppure diffondere l'unico vero Vangelo proclamato dall'unica vera Chiesa?

    Se uno ha a cuore il Cammino, farà di tutto per adeguarlo alla Chiesa. A cominciare dall'affamare la bestia, smettendo di dare soldi a iniziative neocatecumenali:
    - non rendicontate
    - o non dirette alla missione di tutta la Chiesa
    - o non richieste dallo Statuto.

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    1. Ennesimo recap a beneficio dei kikolatri che ripetono stupide cantilene.

      1) Il Messale romano chiarisce dettagliatamente ciò che si "fa" nella liturgia (rubriche, la cui etimologia latina significa "in rosso", perché scritte in caratteri rossi) e quel che si "dice" nella liturgia (in caratteri neri). Inoltre aggiungono esempi, e chiariscono in particolare che certe cose non vanno fatte. Ma in nessun punto la liturgia dice "fate come vi pare".

      Dunque, in termini tecnici, il Messale è "prescrittivo": prescrive, cioè si fa come dice la Chiesa, si fa come c'è scritto nel Messale approvato dalla Chiesa. Punto. Deviare dal Messale significa deviare dalla liturgia che la Chiesa garantisce come valida ed efficace. Il Cammino devia dal Messale perché il Cammino vuol deviare dal percorso della Chiesa.


      2) Padre Zoffoli aveva testimonianza scritta che padre Pio qualificò Kiko e Carmen «i nuovi falsi profeti» ancor prima che i due eretici si incistassero a Roma (arrivarono 2 mesi dopo la morte di padre Pio).

      Tale testimonianza è contenuta in una lettera che, per quanto ne sappiamo, è stata affidata a un notaio - di cui non conosco il nome, e anche se lo conoscessi non lo menzionerei qui, perché l'importante è il contenuto, non il contenitore - e verrà resa pubblica al momento opportuno (presumo all'eventuale tentativo di canonizzare Kiko). Ho queste notizie dagli scritti di padre Zoffoli che non aveva alcun motivo di mentire (non è mica un neocatekiko). Ci sono persone ancora viventi che hanno conosciuto padre Zoffoli e possono confermare tutto ciò.

      C'è un asino neocatecumenale che ogni tanto raglia fortissimo esigendo, dall'alto del suo anonimato, di conoscere nomi e cognomi e tutto il resto di tale notaio, dell'autore di tale lettera, di padre Pio e di tutti i francescani coinvolti in qualche modo nella stesura dell'archivio di ciò che disse e fece il santo.

      Ora, al di là del fatto che è materialmente impossibile avere trascrizione di ogni cosa detta da padre Pio in vita sua - non aveva mica addosso una webcam accesa 24h/365 con un intero centro di calcolo di database e dischi -, la richiesta neocat è dettata dal terrore che padre Pio ha ragione.

      Dunque, se trovassero un appiglio per dire che non è vero, i kikolatri faranno festa come se davvero avessero smentito la cosa anziché trovato un appiglio per accampare una scusa. Quando invece verrà confermato quel fatto, i kikolatri cambieranno argomento fingendo di non aver mai discusso del punto. Gli zelatori di Kiko non cercano la verità, ma solo la gloria del proprio idolo, a costo di fabbricarla con menzogne, inganni, ricatti, calunnie.


      3) Nel 1990 l'Osservatore Romano si rifiutò di pubblicare la lettera Ogniqualvolta - scritta in gergo neocatecumenale, inclusi errori di itagnolo, e che Cordes aveva dato furbescamente da firmare a Giovanni Paolo II dopo un lauto pranzo dove il vino scorse a fiumi - proprio perché sapevano che la firma era stata estorta in modo poco chiaro.

      Negli Acta Apostolicae Sedis (AAS) la lettera venne pubblicata (dopotutto era la firma autentica del Papa) ma con la precisazione che Giovanni Paolo II non intendeva approvare il Cammino (se lo avesse fatto la lettera sarebbe valsa come «indicazioni vincolanti» ai vescovi), ma solo di incoraggiare i vescovi a «considerare con attenzione, lasciando tuttavia al giudizio degli stessi Ordinari» la modalità di agire. Come consigliare una particolare birra a un astemio.

      Ma poi, "approvare" cosa? Del Cammino le autorità vaticane non avevano nessun documento riguardante catechesi, liturgie, organizzazione, nulla.

      I kikolatri appiccicarono truffaldinamente in ogni parrocchia in cui erano presenti quella lettera truffaldina, proprio per portare a compimento la truffa kikiana-carmeniana. Molti parroci ammutolirono (nel timore di sentirsi etichettati "contrari al Papa").

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    2. Sono stato testimone di tutti o quasi i vari inganni citati da Tripudio, e io non sono nessuno, c'è qui nel blog chi ha visto e sentito molto di più con le proprie orecchie in cerchi più interni e chi ha potuto ascoltare i due eretici lontano dai palchi dove mostravano la loro vera natura. Agli autori del blog non serve raccontare panzane già smentite più e più volte, la buona parte di noi ha fatto il cammino molto a lungo e in parrocchie primarie e ha avuto a che fare con big della setta, mentre altri hanno sufficiente conoscienza teologica e dottrinale da contestare con cognizione di causa quelle che sono palesi eresie.
      Perciò, sia la prassi, sia l'insegnamento del cammino ci sono ben noti e abbiamo molto titolo per contestarloe anche più di tanti preti e Presuli che spesso sembrano confusi e imbelli davanti al cammino.

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  6. Dopo aver sentito i canti neocatecumenali, difficilmente viene da esclamare, come Sant'Agostino nelle Confessioni: "Quanto ho pianto al sentire gli inni e i canti in tuo onore, vivamente commosso dalle voci della tua Chiesa, che cantava dolcemente! Quelle voci vibravano nelle mie orecchie e la verità calava nel mio cuore e tutto si trasformava in sentimento di amore e mi procurava tanta gioia da farmi sciogliere in lacrime".

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    1. Al terzo sabato di fila con questi canti che entrano dalle finestre, spariscono le lacrime e si chiama il 112. Se invece cantassero inni come Dio comanda, verrebbe da aprire le finestre pure d'inverno.

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  7. Riprendendo quanto detto tempo fa da "l'apostata":

    Il problema nasce dal fatto che il Cammino è basato sulla menzogna.

    Nel Cammino ti dicono continuamente che:
    - Tutti i matrimoni dei camminanti sono ben riusciti e indistruttibili.
    - Tutti i presbiteri RM hanno una vera vocazione e nessuno abbandona il sacerdozio.
    - Tutti i kikatekisti parlano sempre per ispirazione e hanno il discernimento.
    - Tutte le famiglie in missione si sentono appagate.
    - Tutti i camminanti che hanno figli a ripetizione sono felici.

    Eppure:
    - Io ne ho conosciuti di matrimoni fra neocat falliti in pochi anni.
    - Io ne ho conosciuti di presbiteri RM fanatici e senza vocazione.
    - Io ne ho conosciuti di kikatekisti arroganti che ordinavano assurdità.
    - Io ne ho conosciuti di itineranti i cui figli hanno subito pesantissime conseguenze.
    - Io ne ho conosciuti di camminanti che non ce la facevano più per i figli a ripetizione come ordina Sankiko.

    Poi qualcuno scoppia, depressione, esaurimenti nervosi, perfino suicidi. Qualche neocat si ricorderà più di loro?
    E tutto questo senza aver ancora nominato il resto, eresie, denaro, scandali eccetera.
    Povero gregge, se i pastori si mettono d'accordo con il lupo.

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    1. Fateci caso, l'atteggiamento neocatecumenalizio è quello del tifoso ultracretino:
      - "calcio di rigore!"
      - "bene! vinciamo sempre, vinceremo!!!"
      - "ma si tratta di un calcio di rigore contro di voi!"
      - "noooo! arbitro venduto, rigore inesistente, state barando, infangando la nostra reputazione, ci accusate senza motivooo!!!"

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    2. Giusto! Forza Sampdoria!

      FungKu. Dai, che l'anno prossimo torniamo in serie A (E il Genoa riscende in B)

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  8. I canti....e i cantori...
    Incominciamo dai secondi.
    Il cantore è considerato un carisma pertanto anche se canti da schifo e ancor peggio non sai guidare l'assemblea non importa "io ho il carisma" e via a suonare e cantare senza nessuna "abilità" tecnica. Il capotasto usato senza nessun criterio facendo accordi al 7 producendo suoni indescrivibili. Altra chicca è la tonalità per cui soprattutto le donne impazziscono per fare canti nati per un uomo e con pure una escursione vocale non indifferente, e escono fuori robe come quel Preconio che abbiamo ascoltato da poco.
    I canti devono necessariamente essere sguaiati altrimenti non arrivi a quelle tonalità.
    Occhi chiusi per enfatizzare che il cantore sta pregando

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    1. i canti...
      intanto se volete mettere in difficoltà un cantore provste a chiedergli dei canti per l'offertorio ( non quello delle loro celebrazioni che avviene dursnte il canto della pace ), questo per dire che su quasi 300 canti non ne esistono di adatti, perché le loro celebrazioni snobbano tale rubrica.
      I canti non si possono usare fuori è proibito vieni proprio redarguito.
      I testi hanno ( ne abbiamo già discusso ) in alcuni casi stravolto il significato della scrittura dalla quale vengono presi ( il Preconio è l'esempio illuminante ) I testi vengono tradotti nelle varie lingue esclusivamente dagli itineranti del luogo ( vi lascio immaginare ) notoriamente non funziona mai una traduzione parola per parola in musica.
      Per il resto confermo quanto riportato nel post

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    2. Che poi, anche se gli è stato permesso di anticipare il segno di pace, valgono anche per loro le disposizioni del 2014:
      “…Ad ogni modo, sarà necessario che nel momento dello scambio della pace si evitino definitivamente alcuni abusi come:
      – L’introduzione di un “canto per la pace”, inesistente nel Rito romano.
      – Lo spostamento dei fedeli dal loro posto per scambiarsi il segno della pace tra loro.
      – L’allontanamento del sacerdote dall’altare per dare la pace a qualche fedele.”

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  9. Leggi bene asino che nemmeno l'italiano capisci:

    "Desidero sottolineare l'importanza degli Statuti appena approvati per la vita presente e futura del Cammino Neocatecuemenale. Infatti questa NORMA, innanzi tutto, ribadisce ancora una volta la natura ECCLESIALE del Cammino Neocatecumenale che come ho avuto già modo di dire alcuni anni fa,costituisce"UN ITINERARIO DI FORMAZIONE CATTOLICA,VALIDA PER LA SOCIETA'E PER I TEMPI ODIERNI"(AAS 82 (1990)1515)".

    Asino!!!

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    1. L'asino delle 22:11 che ha avuto il fegato di firmarsi "Asino!!!" con tre punti esclamativi ha appena applicato la tattica del fintotontismo neocatecumenale.

      Solo che non sa che noialtri, avendo a cuore anzitutto Nostro Signore - che è Via, Verità e Vita - e la Sua Chiesa, non abbiamo paura della verità nemmeno quando la cronaca dei fatti sembra costruita per gloriare il Cammino.

      In qualità di finto tonto il caro fratello delle 22:11 raglia forte e finge di non sapere che:

      - che i ben documentati, numerosi, madornali errori del Cammino (anzitutto liturgici e dottrinali), in quanto errori non provengono dallo Spirito;

      - che il Cammino, i suoi autonominati "iniziatori", i suoi cosiddetti "catechisti" e tutta la serqua di "itineranti", "responsabili" e affini, non hanno mai voluto correggere tali errori (e questo atteggiamento non può che venire dal demonio);

      - che il buon cuore di Giovanni Paolo II non cambia l'entità di tali errori; papa Wojtyła credeva di inseguire la pecorella smarrita nel deserto, invece stava inutilmente inseguendo il pecorone che ha sempre desiderato perdersi nel deserto;

      - che gli Statuti del Cammino (al pari di qualsivoglia altra "approvazione" possibile e immaginabile) non consentono tali errori, eresie, strafalcioni liturgici; addirittura gli Statuti contengono l'esplicita condanna delle liturgie neocatecumenali (articolo 13, nota 49, lettera del 1° dicembre 2005 con le «decisioni del Santo Padre» Benedetto XVI, a cui ancor oggi i neocatecumenali disubbidiscono);

      - che pertanto Giovanni Paolo II sottolineava l'importanza degli Statuti che il Cammino disubbidisce ancor oggi;

      - quanto alla "natura ecclesiale del Cammino", Giovanni Paolo II auspica (e come potrebbe mai essere altrimenti?) che il Cammino deve adeguarsi alla Chiesa (non viceversa!). Se lodo la tua "natura ecclesiale" è perché mi ostino a sperare che tu la segua. E invece tutti noi, compreso il fratello che si firma "Asino!!!" con tre punti esclamativi, sappiamo benissimo che il Cammino non vuole adeguarsi alla Chiesa ma vuole sfruttarla come un parassita (anche con truffe e ruberie, come per il caso Guam), la disprezza (Kiko: "la parrocchia vale 20 il Cammino vale 100...") e vuole modificarla rendendo le parrocchie "comunità di comunità neocatecumenali" (Kiko dixit);

      - Giovanni Paolo II ricorda l'importanza della "norma", cioè dello Statuto, Statuto che insiste fin dai primi articoli a dire che il Cammino è al servizio del Vescovo, che il Vescovo può (attenzione ai termini: "può", liberamente; non "deve", ma "può") servirsi anche del Cammino; dunque Giovanni Paolo II ha confermato che la lettera Ogniqualvolta era solo un invito non vincolante ai vescovi, e lo stesso Statuto si presenta come non vincolante per il vescovo: nessun vescovo è tenuto ad "accogliere" il Cammino, qualunque vescovo può decidere di non voler più il Cammino (non crederete mica di campare di rendita di posizione?);

      - quando Giovanni Paolo II cita l'espressione kikiana "un itinerario... tempi odierni" lo fa per rabbonire i kikos perché spera di far leva sul buon cuore dei fratelli più piccoli del Cammino. Quelli che pensano che è il Cammino a dover adeguarsi alla Chiesa. Quelli che pensano che è il Cammino a dover assicurarsi di essere "formazione cattolica" anziché eretica. Quelli che pensano che la liturgia deve onorare Dio anziché Kiko...

      - anche Benedetto XVI ha tentato paternamente di far leva sul buon cuore dei semplici ma inutilmente; abbiamo dunque più Pontefici che desiderano che il Cammino diventi una delle tante esperienze ecclesiali, ma il Cammino disubbidisce al suo stesso Statuto oltre che al Papa, ai documenti liturgici, ai vescovi, eccetera.

      Chiaro? Diversi pontefici hanno avuto in mente un Cammino "ecclesiale" che però ancor oggi non esiste, perché i capi del Cammino si rifiutano di adeguarsi alla Chiesa, si rifiutano di correggere gli errori.

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    2. Di fronte a quanto detto sopra potremmo già chiudere il discorso. Ma ad onta dell'asino ragliante delle 22:11 e della sua furbetta mistificazione dei testi, dobbiamo ricordare anche che:

      - che la lettera Ogniqualvolta gliel'hanno scritta i kikos; così come il discorso preconfezionato. Chiunque legga i testi dei discorsi di un Papa comincia a capire il linguaggio che usa, il modo di costruire espressioni e concetti, ecc.: pertanto quando nota espressioni che non sono tipiche del Papa, capisce che il discorso glielo hanno costruito i suoi collaboratori... e se un collaboratore è "furbetto", va a finire che una lettera firmata dal Papa contiene espressioni altrui ("tempi odierni") e addirittura errori di itagnolo kikiano...

      - che il Cammino ha il vizietto di autoapprovarsi le cose e mettere il Papa di fronte al fatto compiuto (la lettera Ogniqualvota è stata scritta dai kikos, usa il gergo dei kikos, ed era indirizzata a Cordes, non al Cammino, e gli era stata data da firmare dopo un pranzo luculliano con fiumi di vino...)

      - che se il Papa dice ripetutamente che Pinco Pallino guida benissimo e ha una patente validissima adatta ai tempi odierni e un certificato della motorizzazione che garantisce il veicolo, ma poi Pinco Pallino corre in autostrada ubriaco a occhi chiusi e contromano, le parole del Papa non giustificano quel modo di guidare...

      - che di fronte alla verità non si può sventolare un copiaincolla di comodo (e magari autofabbricato). Nel giorno del giudizio non basteranno i copiaincolla e gli slogan a effetto a convincere Nostro Signore.

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    3. Non bastava FAV, anche Asino adesso. Meno male che c'è FungKu, altrimenti....................

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    4. Comportatevi di conseguenza allora!!
      Nessuno qui disconosce le varie medagliette, il problema e che voi una volta prese le medaglie fate quello che vi pare in completa antiteso con quello che dichiarate di essere.
      n.b.
      Povero GP II, ancora gli tirate la papalina, lui vi ha imppsto di dotarvi di statuto, non è stata una vostra iniziativa, e lo ha fatto per proteggervi ( da voi stessi ) e per incasellarvi correttamente.

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    5. "valido per i dempi odierni" stai attento alla velocità con cui cambia il mondo potreste non essere più validi, visto che quella frase era riferita agli anni ottanta.

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  10. Dalla lettera di padre Enrico Zoffoli al direttore di radio Maria Livio Fanzaga, del 22 febbraio 1994:

    Trascrivo innanzi tutto la testimonianza di uno dei seguaci di Kiko, convinto che la Chiesa, se non si libera dai dogmi, non potrà sopravvivere. Sono parole di un «presbitero» neocatecumeno. Posso esibire nomi e cognomi dei presenti. L’espressione è disastrosa.

    La seconda testimonianza è di un ottimo sacerdote toscano, fondatore di una benemerita istituzione d’assistenza sociale: «... Il venerato P. Pio da Pietrelcina chiamò i neocatecumenali i nuovi falsi profeti già dal loro inizio, e così è stato...» Posso esibire l’originale della lettera, 28.12.1993. Non occorre altro per definirli.

    La terza testimonianza è del P. Antonino Santangelo, di Adrano (Catania), morto recentemente e ricordato «come zelante e infaticabile costruttore del Regno di Dio, specialmente nel servizio degli ultimi, dei poveri, dei lebbrosi, degli anziani. Mirabile e instancabile la sua opera missionaria a favore di comunità del Terzo Mondo».

    La dichiarazione è la seguente:

    «Conosco troppo bene i Neocatecumenali. Ne avevo sentito cose meravigliose; e, quando vennero in Italia e vollero fare il I Convegno Internazionale, dietro loro preghiera, li ospitai gratuitamente nel mio Eremo dell’Adonai a Brucoli (Siracusa).

    «Diresse il convegno tutti gli otto giorni il loro fondatore Kiko Argüello. Osservai varie cose che mi dispiacquero molto e dissi al gruppo dirigente: "tutte queste irregolarità nella celebrazione della S. Messa mi dispiacciono!"

    «Essi mi risposero: "nella Chiesa, se nessuno disobbedisce, non si fa mai un passo avanti!".

    «Da allora ruppi ogni rapporto con loro. Molte volte sono venuti da me per fare nella mia comunità una comunità neocatecumenale; ma mi sono rifiutato sempre...» (Adrano, 14.2.1992).

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  11. Una delle cose peggiori del cammino neocatecumenale è che la Chiesa deve adattarsi a loro e non loro alla Chiesa, loro sono peggio di una setta

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  12. Da "Rapporto sulla fede" di Vittorio Messori

    Questo discorso sulla musica sacra – intesa anche come simbolo di presenza della bellezza ” gratuita ” nella Chiesa – sta particolarmente a cuore a Joseph Ratzinger che vi ha dedicato pagine vibranti: “Una Chiesa che si riduca solo a fare della musica ” corrente ” cade nell'inetto e diviene essa stessa inetta. La Chiesa ha il dovere di essere anche ” città della gloria “, luogo dove sono raccolte e portate all'orecchio di Dio le voci più profonde dell'umanità. La Chiesa non può appagarsi del solo ordinario, del solo usuale: deve ridestare la voce del Cosmo, glorificando il Creatore e svelando al Cosmo stesso la sua magnificenza, rendendolo bello, abitabile, umano”.
    Anche qui, però, come già per il latino, mi parla di una “mutazione culturale”, anzi, quasi di una “mutazione
    antropologica” soprattutto nei giovani, “il cui senso acustico è stato corrotto, degenerato, a partire dagli anni Sessanta, dalla musica rock e da altri prodotti simili”. Tanto che (accenna qui anche a sue esperienze pastorali, in Germania) sarebbe oggi “difficile far ascoltare o, peggio, far cantare a molti giovani anche gli antichi corali della tradizione tedesca”.
    Il riconoscimento delle difficoltà obiettive non gli impedisce una appassionata difesa non solo della musica, ma dell'arte cristiana in generale e della sua funzione di rivelatrice della verità: “L'unica, vera apologia del cristianesimo può ridursi a due argomenti: i santi che la Chiesa ha espresso e l'arte che è germinata nel suo grembo. Il Signore è reso credibile dalla magnificenza della santità e da quella dell'arte esplose dentro la comunità credente, più che dalle astute scappatoie che l'apologetica ha elaborato per giustificare i lati oscuri di cui purtroppo abbondano le vicende umane della Chiesa. Se la Chiesa deve continuare a convertire, dunque a umanizzare il mondo, come può rinunciare nella sua liturgia alla bellezza, che è unita in modo inestricabile all'amore e insieme allo splendore della Resurrezione? No, i cristiani non devono accontentarsi facilmente, devono continuare a fare della loro Chiesa un focolare del bello – dunque del vero – senza il quale il mondo diventa il primo girone dell'inferno”.

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  13. La chiesa, l'assemblea cristiana, se deve partecipare alla liturgia deve poter cantare. Dal concilio V.II in poi, è fiorito un repertorio popolare che ha finalmente consentito di cantare a chiunque partecipasse alla messa. Tutti gli itinerari di fede hanno composto dei nuovi brani alla portata di tutti, e non solo per i musicisti colti

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    1. Ariecco il fintotontismo neocatecumenale che si difende da accuse che nessuno aveva posto.

      Qui nessuno nega il valore del canto liturgico. Ma la liturgia non è un'esibizione canora. Una buona liturgia è culto a Dio, non un siparietto di canzoni, per di più cantate da gente incapace di cantare.

      Facciamo notare che nella quasi totalità delle celebrazioni Novus Ordo (cioè liturgia "moderna", quella approvata da Paolo VI nel 1969) si cantano un mucchio di canzonette imbecilli, di dubbio valore artistico, o di dubbio valore teologico, o addirittura vere e proprie stupidaggini.

      Facciamo anche notare che nel Cammino gli unici canti ammessi sono quelli di Kiko. Proprio come se l'itinerario di Kiko alla riscoperta di Kiko fosse l'idolatria per Kiko.

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    2. i canti del Resuscitò, tranne 4/5 pezzi su oltre 200 brani, sono tratti dalle sacre scritture. Non proprio canzonette imbecilli. Dal 69 nonsi celebra più in latino per lo stesso principio. L'assemblea deve partecipare e non assistere.

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    3. Uno dei canti più iconici "Carmen '63", quello che cantano sempre all'invio degli itineranti, è una poesia di Tagore che di cattolico ha ben poco.

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    4. Intermezzo comico:
      - "i canti del Cammino sono fracassoni e brutti!"
      - "AAARGH!! ma i nostri sono CANTI BIBLICI!! tu dunque CRITICHI LA BIBBIA!!!"

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    5. poesia di Tagore.....

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    6. Intanto facciamo notare che i canti del Cammino non sono perfettamente "biblici" perché per riorganizzare le rime e le strofe, Kiko ha alterato subdolamente i testi, tagliuzzando e addirittura cambiando parole, nella maniera che faceva comodo alle eresie del Cammino.

      Non siate asini come il fratello Leonardo. Non è che prendendo versetti biblici e applicando grattugiate di chitarrella otteniate "canto sacro" al di sopra di ogni critica. Il fratello Leonardo parla così solo per difendere il triplice vitello d'oro di categoria superiore, il tripode Kiko-Carmen-Cammino.

      E se continua così, nel giorno del giudizio si ribellerà contro Nostro Signore urlando: "ma come ti permetti, Signore? io facevo la Decima! io facevo l'Ambientale! io facevo la Giemmegì! io facevo tutte le Convivenze! io facevo le Lodi Domestiche! io facevo Tanti Figli! io facevo addirittura i Canti Biblici, facevo il cantore, facevo il Preconio, facevo il girotondino biblico alla fine della celebrazione! ma come osi, Signore? Tu giudichi!!"

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    7. Per i lettori che non conoscessero la situazione, riepiloghiamo:
      - la liturgia è "l'unico culto a Dio gradito
      - semplificando (anche troppo), diremmo che è un "atto sacro", non una "rappresentazione", non uno "spettacolino"
      - è solo il sacerdote a compiere quell'atto sacro (tant'è che è valida anche se celebrata senza i fedeli)
      - il sacerdozio discende direttamente da Nostro Signore, cioè attraverso gli Apostoli scelti da Lui
      - e per estensione, a coloro a cui gli Apostoli avrebbero poi trasmesso il sacerdozio
      - è solo il sacerdote - non l'assemblea - a celebrare quei divini misteri
      - è solo agli Apostoli che Nostro Signore disse «fate questo in memoria di me»
      - l'assemblea, se presente, trae benefici spirituali dalla celebrazione dell'Eucarestia
      - l'assemblea non aggiunge valore al sacrificio eucaristico compiuto dal sacerdote
      - la Chiesa ha sempre desiderato che i fedeli (l'assemblea) traessero il massimo beneficio possibile
      - la partecipazione alla liturgia, da parte dei fedeli, è un assistervi, un essere presenti
      - il mistero della Transustanziazione è vero con o senza attività dei fedeli
      - i fedeli "prendono parte" alla liturgia solo con gesti e formule richiesti dal Messale
      - la partecipazione dei fedeli non implica assolutamente una qualche "invadenza" liturgica
      - il cosiddetto "sacerdozio comune" dei fedeli non è una roba tipo "vogliamo essere protagonisti anche noi", poiché la liturgia non è uno spettacolino, tanto meno uno spettacolino in cui "vince" chi si dà da fare di più.

      Dato che Dio è fonte di ogni bellezza (oltre che di ogni giustizia, ogni perfezione, ecc.), è del tutto naturale che nel corso della storia la Chiesa abbia voluto abbellire la liturgia dotandola anche di segni esterni (i paramenti, i gesti liturgici, il canto...).

      Ma ciò è avvenuto nei secoli con estrema sobrietà, estrema lentezza, estremo timore di applicare modifiche. La liturgia non è un secchio da riempire il più possibile di cose da dire, da cantare, da fare. La liturgia è culto a Dio, e quindi eventuali aggiunte o variazioni, anche le più piccole, vengono considerate con estremo sospetto: "davanti a Dio, chi siamo noi per cambiare qualcosa che già ha beneficiato tante anime, rischiando di beneficiarne di meno in futuro?"

      Dunque, per il fedele cattolico, l'importante è:
      - è di essere presente alla liturgia, non di "fabbricarla" a suon di attività, canti, o che altro
      - è di essere presente perché ne trae benefici spirituali anche se distratto o in stato di peccato mortale
      - è di seguire le indicazioni del Messale perché sono le uniche autorevoli in fatto di liturgia
      - è di vivere quell'unione con Dio, che è un atteggiamento del cuore, non un attivismo del darsi da fare.

      Non è né obbligatorio, né indispensabile, cantare nella liturgia.

      Sant'Agostino, nel dire che chi prega cantando prega tre volte, si riferiva al vero canto liturgico, quello che eleva gli animi a Dio, non all'attivismo autoimpegnato. È la presenza del canto gregoriano che ti fa "pregare tre volte" (e delle laude medievali, del canto polifonico, ecc.), non delle orride canzonette chiesastiche moderne "lotta per un mondo nuovo", "nella tua messa la nostra messa", "risposta non c'è o forse chi lo sa", "acqua siamo noi (clap! clap!)", "servo dell'umanità"...

      In particolare, chi non canta bene non dovrebbe cantare. Altrimenti è un'autoaffermazione, una superbia, un rovinare (sia pure in buona fede) la liturgia "culto a Dio", trasformandola in uno spettacolino. La liturgia ha valore in sé, la liturgia non è un secchio da riempire di canti, gesti, attività e omelie (laicali e non). La liturgia è "culto a Dio" con o senza il contributo dei singoli; anzi, se il tuo contributo non la rende oggettivamente più santa per te e per coloro che ti stanno intorno, è meglio che tieni la bocca chiusa.

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    8. @ by Tripudio (riferendosi ai nc)
      "ma i nostri sono CANTI BIBLICI!! tu dunque CRITICHI LA BIBBIA!!!"

      In effetti, il problema principale, a mio giudizio, è proprio questo, cioè di arrogarsi la responsabilità e la sfacciataggine di dichiarare quei canti tratti dalla Sacra Scrittura (riportando, di fianco al titolo del canto stesso, anche l'autore da cui è tratto con relativi capitoli e versetti a seguito). Peccato poi, pur tralasciando la cacofonica melodia del pezzo, scoprire che di biblico, quel testo, ha ben poco o quasi niente.
      E' un fatto reale quello di poterne constatare la profonda rivisitazione testuale da cui derivano cambiamenti di significato non solo letterale ma anche e soprattutto stravolgimento teologico.

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  14. Leonardo non scrivere.......

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    1. Ulteriore promemoria:

      - per quanto riguarda la preghiera personale (privata), ogni anima è libera di esprimersi come vuole, e nei limiti del buonsenso (una persona anziana o malata non si sottoporrà certo a maratone di preghiere e digiuni, anche perché ciò sarebbe un atto di superbia);

      - per quanto riguarda la preghiera pubblica (in gruppo, o in contesti "pubblici", come lo stare da soli in una chiesa aperta al pubblico) è indispensabile seguire le indicazioni della Chiesa (chi sei tu che credi di saperne più della Chiesa per fare in modo diverso da come raccomanda la Chiesa? chi sei tu per stabilire l'immaginaria assoluta necessità che i fedeli cantino?);

      - per quanto riguarda il culto a Dio, la celebrazione dell'Eucarestia, è il sacerdote a celebrarla, i fedeli presenti - anche se dormienti, anche se distratti, anche se incapaci di capire, traggono beneficio spirituale senza dover far nulla (motivo per cui era considerato normalissimo portare i propri bambini e infanti, anche neonati, anche non ancora battezzati, alla celebrazione: non capiscono nulla ma vengono irradiati dalla divina grazia di quel Mistero che il sacerdote compie davanti a loro); i fedeli sono chiamati a prender parte a quel banchetto, quel diluvio di tesori spirituali, secondo le indicazioni della Chiesa, secondo le condizioni stabilite dalla Chiesa; il fedele cattolico si fida delle indicazioni della Chiesa; il superbo pretende di alterare la liturgia e di sentirsi superiore agli altri perché fa "cose più bizzarre", fa più "canti", più "gesti", più parolame, fa sembrare "più vissuto" il tutto (come se fosse uno spettacolino);

      - le indicazioni della Chiesa sono scritte con la massima chiarezza e autorevolezza nel Messale e nei documenti liturgici, che per loro natura sono pubblici come quelli relativi alla dottrina, affinché chiunque sia in grado di verificare, fugare dubbi, accertarsi, apprendere. Il fedele cattolico ha bisogno solo di quei tesori spirituali, non ha bisogno di accumulare punteggi in classifiche immaginarie, non ha bisogno di sembrare "superiore" agli altri fedeli, non ha bisogno di celebrare "diversamente", non ha bisogno di sentirsi come la soluzione a "denatalità e problemi del mondo". Il fedele cattolico desidera solo l'unione con Dio.

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  15. Fintotontismo è l'acronimo di :

    Farlocche Idee Neocatecumenali Tragicamente Orride Terribilmente Oscene Necessitano Travolgenti Imposizioni Seguendo Mamotretiche Opinioni

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  16. Difficile dire da dove sia nato il “mito” del "chi prega cantando prega due [tre] volte", erroneamente attribuito a sant'Agostino senza alcuna citazione.

    Nell'Ordinamento Generale del Messale Romano di Paolo VI al n. 39 si legge soltanto: “...perciò dice molto bene sant'Agostino: «Il cantare è proprio di chi ama» [Sermo 336,1: PL 38, 1472.], e già dall'antichità si formò il detto: «Chi canta bene, prega due volte».

    "Dall'antichità", senza ulteriori spiegazioni o citazioni.

    Ma attenzione all'aggettivo "bene". Chi canta bene.

    Dunque lo stesso Messale di Paolo VI condanna le canzonette strimpellate grattugia-chitarra urlate e tambureggiate dai neocatecumenali. Quello non è canto. Quella è caciara, anche se farcita di paroloni biblici ed ebraici. "Mariaaaaaah! Tu sei la shekinà del Signooooreeeeh". "Cavallo e cavaliereeeeeeeh!" Non solo i neocatecumenali hanno banalizzato la liturgia riducendola a spettacolino, ma l'hanno fatto nel più brutto e cacofonico dei modi possibili.

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    1. DARVO, chi è costui?

      DARVO è un acronimo coniato nell'ambito degli studi di psicologia e si riferisce ad un comportamento che si riscontra alla massima potenza maggiormente negli stupratori ma anche tra i criminali comuni (e altri "malfattori").

      D.A.R.V.O. stands for "Deny, Attack, and Reverse Victim and Offender”
      DARVO significa "Negare, Attaccare, e Invertire i ruoli di Vittima e Aggressore".

      Proprio ciò che fanno gli zelanti facinorosi kikolatri.

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    2. Comunque non basta gridare che il Cammino sarebbe cattolico.

      Finché celebri diversamente da ciò che celebra la Chiesa, e insegni diversamente da ciò che insegna la Chiesa, ti sei già posto da solo fuori dalla Chiesa, anche se il tuo Statuto è stato rilasciato da un (oggi soppresso) Pontificio Consiglio per i Laici. Sono le tue azioni e le tue parole a testimoniare che sei fuori dalla Chiesa, interessato a seguire due eretici spagnoli anziché l'unica vera Chiesa edificata e garantita da Nostro Signore.

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    3. Evidenzio che il card. Ryłko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici durante tutto il periodo delle approvazioni neocatecumenali (dal 1995 al 2003 segretario), una volta soppresso il PCL è stato mandato a fare l'arciprete della basilica di Santa Maria Maggiore, incarico di un certo prestigio, ma ininfluente.

      Passata molto in sordina la retrocessione, all'epoca qualcuno la fece presente, ma per lo più, silenzio.

      Quella di finire arciprete di Santa Maria Maggiore dopo una carriera ad alti livelli, pare essere una sorta di azione di salvataggio, visto che toccò anche al card. Law di Boston (quello del caso Spotlight, per intenderci), allontanato da Boston per essere sottratto al percorso giudiziario americano.

      Il fatto è che al card. Law non successe proprio nulla a sanzione del suo cattivo operato, tranne il trasferimento a Roma.

      L'impressione è che chi ha fatto danni, noti o no, finisca i suoi giorni a Santa Maria Maggiore.
      Marco

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    4. Fa un po' ridere il fatto che i puntuali commenti di Marco vengano bellamente ignorati dal club degli asini raglianti, che sembrano invece ossessionati dalla figura del sottoscritto, un emerito signor nessuno che ha come unica "medaglia" il fatto di scrivere su questo blog da una quindicina di anni con lo stesso pseudonimo (loro invece cambiano pseudonimo ogni volta che azzeccano un tot di figuracce).

      "Buuh buuuh Tripudio non ha pubblicato il mio commento ngueeh ngueeeh". "Buuuh buuh esiste il rito zairese e allora deve esistere anche il rito kikese-carmenese!". Questo è il tenore dei loro discorsetti.

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  17. @ByTripudio

    Leggi cosa dice la Sacrosantum Concilium animale:

    "Salva la sostanziale unità del rito romano, anche nella revisione dei libri liturgici si lasci posto alle legittime diversità e ai legittimi adattamenti ai vari gruppi etnici, regioni, popoli, soprattutto nelle missioni..."

    Dunque già le costituzioni del Vaticano II contemplavano la possibilità di fare adattamenti nella messa.Ignorante scommetto che nemmeno hai modo letto la Sacrosantum Concilum

    ByTripudio sei un ignorante asino!

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    1. Non si capisce dov'è che la Sacrosanctum Concilium consenta le liturgie personalizzate di Kiko e Carmen.

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    2. Peccato che, pochi paragrafi sopra, proprio la Sacrosanctum Concilium statuisca:
      "Regolare la sacra liturgia compete unicamente all'autorità della Chiesa, la quale risiede nella Sede apostolica e, a norma del diritto, nel vescovo.
      In base ai poteri concessi dal diritto, regolare la liturgia spetta, entro limiti determinati, anche alle competenti assemblee episcopali territoriali di vario genere legittimamente costituite.
      Di conseguenza assolutamente nessun altro, anche se sacerdote, osi, di sua iniziativa, aggiungere, togliere o mutare alcunché in materia liturgica."
      Come mai Kiko e Carmen, due laici qualsiasi, hanno invece osato cambiare la liturgia e hanno osato imporre i propri abusi a migliaia di persone, e agli stessi sacerdoti? Quel "non osi" è la trasposizione dell'anatema, che quindi è caduto ampiamente sulle teste di Kiko, Carmen, e di tutti coloro che scientemente hanno collaborato con loro.

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    3. Valentina, tempo sprecato, non leggono mai tutto, a partire dalla scrittura e infatti se ne vedono i risultati.

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    4. Questo commentatore in particolare, dovrebbe saperlo quanto poca gli convenga citare la Sscrosanctum Concilium eppure... è più forte di lui!

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  18. Risposte
    1. A forza di matrimoni endogamici.................................... (puntini rubati a Puntini)

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    2. Ti direi più una "razza" in via di estinzione

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