lunedì 24 luglio 2023

Siamo nel 2023 e ancora negano le "confessioni pubbliche" e la "scarnificazione delle coscienze"...

Un fratello del Cammino è passato a rimproverarci che «non esistono le confessioni pubbliche nel Cammino».

Ora, di fronte ad una tale asineria è bene mettere i puntini sulle "i" e chiarire il quadro ai lettori cattolici che si imbattessero per la prima volta in questo blog.

Anzitutto quel «non esistono» è una menzogna.

Nel corso di diversi decenni sono stati in moltissimi a lamentare che nel Cammino avviene una «scarnificazione delle coscienze con domande che nessun confessore farebbe». Come ad esempio mons. Bommarito, che in qualità di Arcivescovo di Catania scrisse una lettera per l'Avvento 2001 alle comunità neocatecumenali della sua diocesi - e per conoscenza al clero diocesano - lamentando che nei cosiddetti "scrutini" neocatecumenali «...scarnificano le coscienze con domande che nessun confessore farebbe. Ma come ciò può essere permesso ad un laico sia pure catechista? Non vorrei parlare neppure delle confessioni pubbliche... Ma chi può autorizzare uno stile che la Chiesa, nella sua saggezza e materna prudenza, ha abolito da secoli?»

Conviene leggere per intero il testo della lettera di mons. Bommarito; vi invitiamo a notare il modo in cui è scritta - da pastore che ha davvero a cuore il suo gregge -, i numerosi riferimenti e documenti allegati, e a pensare come mai quelle parole sono validissime ancor oggi.

Osserviamo in particolare che mons. Bommarito divide esplicitamente in due la questione: da un lato i cosiddetti "catechisti" che «scarnificano le coscienze», dall'altro l'attitudine dei neocatecumenali a prestarsi alle "confessioni pubbliche", perché così vengono addestrati a fare... da Kiko, Carmen, e dai cosiddetti "catechisti". È proprio la mentalità vigente nel Cammino ad essere sbagliata e anticattolica.

Il Vescovo Luigi Bommarito benedice dall'elicottero la città di Catania

In secondo luogo, quel «non esistono» pretende con arroganza di non far esistere tantissime testimonianze.

Esistono troppe testimonianze sulle "confessioni pubbliche". Sarebbero tutte contemporaneamente false? E soltanto perché qualche kikolatra nega risolutamente l'esistenza di testimonianze sfavorevoli al Cammino?

Quando qualche fratello del Cammino se ne esce con un'asineria come quel «non esistono», sta negando il valore e la sincerità non solo dei prelati che con autorità hanno detto «esistono», ma anche delle tantissime anime che hanno attraversato le forche caudine di uno "scrutinio", dei "giri di esperienze", del dover "vuotare il sacco" parlando delle proprie "croci" e dei propri "idoli", e di altre "scarnificazioni di coscienze" operate da "laici catechisti" in altri momenti per "rimettere al suo posto" il fratello di comunità che non si è piegato a qualcuno dei dettami della setta.

Oltre a negare il valore, il kikolatra negatore dell'evidenza vuole mettere a tacere i testimoni - passati, presenti e futuri - delle storture del neocatecumenalismo. È proprio della mentalità dei kikolatri il credere che mettendo a tacere le critiche, automagicamente tutto sia risolto. E questa mentalità parte dai piani alti, dai cosiddetti "catechisti", e da Kiko (autodefinitosi "il Vostro Catechista").

Infatti nella mentalità neocatecumenale "l'ubbidienza al cosiddetto «catechista» è tutto", e quindi il cosiddetto "catechista" è abituato a calpestare i fratelli delle comunità, è abituato a far vuotare il sacco, è abituato a considerare (e far considerare) gravissima mancanza il non aver tirato fuori qualche super-mega-peccato interessante. E gli adepti della setta sono abituati a farsi calpestare, a compiere gesti autolesionisti (incluse le "confessioni pubbliche") e imbarazzanti, a considerare del tutto normale che tali gesti vengano loro continuamente richiesti. (Ed è il motivo per cui mons. Bommarito distingueva la «scarnificazione delle coscienze» operata dai cosiddetti "catechisti", dalle «confessioni pubbliche»).

Come in ogni setta, anche in quella di Kiko e Carmen vige la mentalità secondo cui mentire e ingannare sarebbe lecito, qualora servisse a difendere il prestigio e i soldi della setta.

I fratelli del Cammino si sentono moralmente autorizzati a mentire e ingannare, quando ciò faccia comodo alla setta. Fateci caso, e se ne avete l'opportunità, chiedetelo loro esplicitamente: "ma tu mentiresti mai per difendere gli «arcani» del Cammino, il prestigio del Cammino, il giro di soldi in cui è invischiato il Cammino? davanti a Dio, davanti al Santissimo Sacramento, ti sentiresti giustificato a mentire e ingannare?".

E quindi osservatene le giravolte, i sofismi, il tentare di cambiar discorso, il fintotontismo, e magari pure il tirar fuori gli artigli. Sì, i fratelli del Cammino sono disponibili a mentire, ingannare, fingere di non sapere, pur di salvaguardare il prestigio e i soldi della setta e della sua gerarchia. E quindi se qualcuno testimonia le pessime cose che avvengono nella setta, cercheranno di sfuggire in ogni modo al discorso, minimizzando, ridicolizzando, cambiando argomento, fingendo di cadere dal pero, aggredendo verbalmente l'interlocutore (anche solo con un ridicolo "ma ti stai alterando?"), mentiranno in ogni modo, contro ogni evidenza, pur di non trovarsi nella situazione di dover rispondere:

"sì, davanti a Dio e davanti alla Chiesa quelle cose sono ingiuste e su tale argomento bisogna correggere il Cammino e la sua gerarchia, e nel mio piccolo farò il possibile per «piacere a Dio piuttosto che agli uomini» del Cammino".

88 commenti:

  1. Effettivamente l'accusa "ti stai alterando", "te la stai prendendo troppo a cuore" e i consigli di disinteressarsi dell'argomento sono molto comuni, da parte di chi preferisce che ciò che fa non venga alla luce. Il consiglio ha un che di surreale, visto che proviene da chi sta prendendo così a cuore invece l'argomento da averne fatto un motivo ed una strategia di vita.
    Per questo mi commuovono le figure di vescovi come Bommarito, o di sacerdoti come Dimatteo, don Marighetto, don Gino Conti, monsignor Landucci, padre Zoffoli che hanno avuto tutto da perdere e nulla da guadagnare nel portare alla luce le discrasie del Cammino, che potevano voltare la testa dall'altra parte e non darsi pena di nulla, ma invece hanno voluto "prendersi a cuore" questa tematica.

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  2. E' ridicolo negare l'evidenza, nel mamotreto della traditio versione originale ci sono molti esempi di scrutini sbobinati (attenzione: c'è qualcuno che ha registrato interi scrutini, con dettagli, nomi e cognomi, e quelle registrazioni ascoltate e riascoltate per anni e anni senza alcuna decenza, in stile processo penale) nei quali si confessano peccati gravissimi di ogni tipo. E chiunque sia stato in Cammino lo sa, a prescindere da Pasqualone e simili esseri curiosi che lo negano. Poi queste stesse testimonianze sintetizzate vengono riportate sia nelle case negli anni della traditio a perfetti sconosciuti, sia nelle redditio in piedi pubblicamente in chiesa anche alla messa della domenica, sia in piazza, nei tempi delle "cento piazzate". Di solito i neurocat oppongono che non si tratta di confessioni perché i peccati sono stati già rimessi nel confessionale, ma è un'evidente forzatura logica. Proprio perché rimessi, i peccati specifici dovrebbero restare nel segreto fra noi e Dio, solo Dio può giudicare la coscienza nel foro interno, perché conosce ogni angolo dell'anima e tutto sa. Rivelare agli uomini al di fuori del segreto confessionale significa esporsi a ogni sorta di giudizio negativo, vuol dire tornare su quegli stessi peccati e indurre suggestioni in chi ascolta.
    Diceva bene Bommarito: perché ripristinare cose che la Chiesa prudente e materna ha voluto abolire?

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    1. Se la Chiesa è al corrente di tutto ciò, perché non interviene?

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    2. Per tanti motivi - a cominciare dalla crisi di fede. Ne abbiamo parlato tantissime volte nelle quasi 2800 pagine di questo blog, non fatecelo riscrivere daccapo anche in questa pagina.

      E fra i tanti motivi c'è anche il fatto che troppi preti e prelati hanno la sindrome di don Abbondio. Hanno paura di finire sui giornali. Il Corriere che ti spara in prima pagina il mostro: "viceparroco di Bugliano contro il Cammino Neocatecumenale!", subito il vescovo convoca il viceparroco e gli fa una ramanzina spettacolare perché "non voglio che il clero si esponga su questioni delicate".

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    3. Ah si? E allora perché don Ariel si espone sul Cammino? Eccome lui si e altri no?

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    4. Chiedilo direttamente a don Ariel.

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    5. @tripudio, quindi se quattro o cinque persone gridano: "attenzione, attenzione! Attenzione al Cammino Neocatecumenale! È eretico!" e nessuno se li fila, non è perché raccontano balle, ma perché tutti gli altri hanno la "sindrome di don Abbondio"?
      Fallacio Asino Vinicio

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    6. Non è vero che nessuno se li fila. E ciò è dimostrato dal fatto che il CN continua a tenere nascoste le sue pratiche e a negarle. Se fossero veramente accettati, per il modo in cui sono fatti, certi personaggi del Cammino non avrebbero bisogno di sfoggiare tanta untuosa e prelatesca ipocrisia.

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    7. Non sono affatto 4 o 5, sono migliaia, ma la maggioranza semplicemente non vi vuole ed evita come la peste le vostre catechesi.

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    8. FAV, ma che conti hai fatto! Non hanno senso! Se li filano tutti quelli che al cammino non ci vanno o non ci vanno più, che sono molti molti molti molti molti di più di quelli che ci vanno.

      Fung Asino Ku. Ed è per questo che, in otto anni di superiori e cinque di medie, non ho mai copiato da te! Spero che non ti abbiamo messo alla contabilità delle decime! O forse lo spero, dipende.

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    9. Ricordiamo inoltre che il Cammino ha serie difficoltà a trovare nuove parrocchie che accolgano le comunità, mentre in tante altre non si vede l'ora di sbaraccarle (e per di più, con la continua emorragia di adepti, e soppressione o accorpamento di comunità "storiche", il Cammino non può più controbattere). E non certo per merito di questo blog...

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    10. Non so come non facendo parte del cammino ormai da chissà quanti anni, riuscite ancora giudicare il cammino neocatecumenale riconosciuto dalla Chiesa. Si impara dagli errori come ha fatto la chiesa che poi ha chiesto perdono, non sto ovviamente equiparando il cammino ad una chiesa parallela questo lo volete capire voi e l'avete come mantra, voglio solo dire che con il tempo le cose cambiano. Tutto ha un inizio ed una fine e se il cammino come ogni cosa dovesse finire, non ho nessun problema a riguardo anche se ne faccio parte, voi avete speso non so quanti anni/tempo ad occuparvi di qualcosa che è finito. Non avrete più nulla di cui parlare.Chi vuole far parte del cammino ne faccia parte, chi non ne vuole sentire più parlare lo faccia pure... ma qui vi iterate e sopratutto non vi fidate della chiesa considerando che gli autori di questo blog siano credenti. Che dire, continuante la vostra guerra, Dio porta avanti tutto.

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  3. Il "bello" delle confessioni pubbliche neocatecumenali - e ancor più della «scarnificazione delle coscienze» operata dai cosiddetti "catechisti" del Cammino - è che i dettagli apparentemente secondari possono essere usati per ricattare persone esterne al Cammino.

    È ad esempio ciò che è successo a Guam, quando il direttore del Catasto, di fronte al caso della falsificazione di un documento di proprietà del (poi soppresso) seminario neocatecumenale R.M. di Guam, rispose ai giornalisti che avrebbero aggiustato il documento nel retrobottega (back-office), laddove la legge imponeva un regolare processo in tribunale per accertare la proprietà e punire gli illeciti. Il soggetto, a quanto ci risulta, non è del Cammino, così come l'avvocata di stato di Guam che lo ha "coperto". Com'è possibile che i due abbiano accettato di rischiare la galera per il Cammino di cui non fanno parte? Non è che in nome di una "copertura" legale e di qualche "mazzetta" economica, soggetti del genere accettino di mettere a repentaglio la propria faccia e la propria reputazione e addirittura le istituzioni. Ci vuol proprio una minaccia piuttosto seria. Per cui posso ragionevolmente supporre che da qualche "confessione pubblica" di qualche neocatecumenale i capicosca abbiano saputo di abusi e fattacci che i due non volevano veder pubblicati: magari qualche parente dei due ha detto davanti ai cosiddetti "catechisti" delle cose di cui qualche parente o amico o collega è stato coprotagonista...

    E quando il vescovo pedofilo neocatecumenale fuggì mentre le accuse montavano sui media, trovò anzitutto riparo in una casa appartenente alla parente neocatecumenale della direttrice della Bank of Guam. Una donna con figli piccoli. Letteralmente invitare la volpe nel pollaio, pur di compiacere i capicosca della setta.

    Insomma, quando ricordiamo le "confessioni pubbliche" volontariamente fatte dai neocatecumenali, e quando ricordiamo la «scarnificazione delle coscienze» operata volontariamente dai cosiddetti "catechisti" neocatecumenali (che non sono catechisti della Chiesa poiché non insegnano il Catechismo ma solo il Kikismo-Carmenismo), dobbiamo aver presente le orribili conseguenze di tali pessimi comportamenti, conseguenze anche fuori dal Cammino (come nei casi in cui ad un seminarista non neocatecumenale i superiori non neocatecumenali ostacolano in ogni modo il cammino verso il sacerdozio perchè sanno che ha un'idea critica del Cammino e non vogliono che i kikolatri incistati nella Curia si vendichino dell'ordinazione di uno soggetto del genere; conoscono benissimo la permalosità e la vendicatività dei neocatecumenali, per cui preferiscono ostacolare una sana vocazione piuttosto che esporsi come bersaglio ai kikolatri).

    In particolare ricordiamo che su "confessioni pubbliche" e «scarnificazione delle coscienze» esiste una vastissima quantità di testimonianze (sia di ex neocatecumenali che di fratelli "ancora dentro") a ricordarcelo, sia prima che dopo quella lettera di mons. Bommarito. Quindi se un kikolatra andasse affermando "non è vero! impossibile! non esiste!", sapete già che sta mentendo sapendo di mentire: la sua parola contro quella dell'arcivescovo emerito di Catania e quella di tutti i fratelli ed ex fratelli del Cammino che ne hanno testimoniato.

    Le testimonianze (specialmente quelle ricevute dal suo stesso clero diocesano) impressionarono talmente mons. Bommarito che scrisse quella lunga e dettagliata lettera ai responsabili del Cammino e ai sacerdoti diocesani. Ebbene, i responsabili del Cammino - cosiddetti "catechisti" e tutto il resto della cricca - fecero di tutto per non far conoscere l'esistenza della lettera ai fratelli delle comunità dell'arcidiocesi di Catania. Tant'è che molti "fratelli" catanesi ne poterono aver conoscenza solo da internet, grazie al sito web Alterinfo allestito da don Gino Conti (1918-2011).

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    1. Nonostante i neocatecumenali tentino di "indorare la pillola", il problema delle "confessioni pubbliche" è che sciorinano in pubblico cose che meriterebbero solo di stare nel segreto della confessione sacramentale.

      Ora, nel sacramento della riconciliazione confessi i peccati avendo davanti solo le orecchie del sacerdote - che è tenuto a mantenere il segreto, pena la scomunica. Inoltre il sacerdote, avendo ascoltato tante confessioni, è in grado di capirti anche se non ti sai esprimere correttamente, ed è in grado di capire i punti importanti e quelli secondari anche se tu accidentalmente invertissi l'ordine delle cose. In più, il sacerdote gode della "grazia di stato" che gli viene dal sacramento del sacerdozio per compiere i suoi doveri (tra i quali l'ascoltare confessioni).

      Una confessione "pubblica", invece, soffre di tutti quei problemi: nessuna garanzia di segreto (nemmeno quando il "catechistone" comanda imperiosamente che quelle robacce "non devono uscire da questa stanza": escono, escono eccome!, sotto sotto già tra fratelli di comunità si vocifera, mormora, giudica, si racconta con ironia, si ride, si disprezza...), enorme probabilità di venir fraintesi (sia riguardo alla gravità di quello che pubblicamente si confessava, sia riguardo alla frequenza/quantità, sia riguardo a motivazioni, debolezze, abitudini, circostanze...), sia riguardo alla propria capacità di esporre i fatti - non tutti hanno capacità espressive tali da poter fare un "discorso" del genere adoperando termini esatti e riuscendo a farsi capire da tutti i presenti e senza scandalizzare nessuno. E per "scandalizzare" intendiamo anche l'involontario suggerir l'idea che "certe cose è davvero possibile farle", il suggerire l'idea che "quel fratello prima fa il santarellino e poi invece ascoltate che squallore, non gli affiderò mai persone o beni!"...

      E infine, la stessa Chiesa ha posto subito un serio freno a questa abitudine di "confessioni pubbliche" che sporadicamente avveniva (e solo in alcune zone, non certo in tutto l'orbe cattolico), specialmente promuovendo la confessione individuale promossa dal monachesimo. Non si parla mai dei propri peccati in pubblico; al limite può andar bene un riferimento estremamente generico (come "non ho tanta pazienza": può significar tutto e può significar niente), ma non vale la pena raccontare nemmeno un peccatuccio apparentemente secondario, perché non siamo capaci di controllare il modo in cui verrà interpretata (o diffusa, commentata, imitata...) quella cosa.

      È davvero diabolica, poi, la «scarnificazione delle coscienze» (per di più «con domande che nessun confessore farebbe»). Quando in gergo parliamo di "foro interno", indichiamo i segreti della coscienza del singolo. I cosiddetti "catechisti", abituati a fare lo spettacolino liturgico dell'Eucarestia, vogliono trasformare in spettacolino anche la confessione, fabbricando la "confessione pubblica". E pertanto conducono lo "scrutinio" come un'interrogatorio sovietico. E anche se usassero gentilezza e pacatezza, stanno sempre interrogandoti per farti fare una "confessione pubblica", infischiandosene del tuo "foro interno". È una vera violenza spirituale, sgraditissima a Dio, particolarmente scandalosa per i presenti - soprattutto familiari, coniuge, figli... - e totalmente inutile a verificare il percorso fatto (poiché specialmente in quel contesto è difficile stabilire se una persona stia inventando cose o dicendo la verità, nemmeno in presenza di emozioni e lacrime).

      Il neocatecumenalismo banalizza e disprezza la confessione sacramentale e la direzione spirituale, proprio perché banalizza e disprezza il sacerdozio. E no, il fatto di organizzare ogni tanto una celebrazione "penitenziale" non intacca minimamente l'abitudine delle "confessioni pubbliche" ("vuotare il sacco!", "giri di esperienze!", ecc.) e lo squallore della «scarnificazione delle coscienze».

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    2. Nota: l'etimologia di "foro", in quel caso, è forum, "piazza". A cercare sul web le espressioni "foro interno" e "foro esterno", e limitandosi ai siti web cattolici, c'è un mucchio di materiale che non c'è bisogno di riportare qui, perché il punto della questione è che i cosiddetti "catechisti" del Cammino, ubbidendo ai dettami degli eretici Kiko Argüello Wirtz e Carmen Hernández Barrera, violano le coscienze.

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    3. ...e violazione è sinonimo di stupro.

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    4. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    5. chissà perché hanno eliminato un commento di Leonardo......

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    6. Perché scrive sempre le stesse asinerie a cui abbiamo già risposto.

      Ed anche perché per scrivere un'asineria basta mezza riga; per smentirla in ogni sua parte ce ne vogliono almeno dieci.

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    7. Dicesi Efficienza Asinina!

      FungKu. Se solo fosse energia, il Cammino avrebbe l'autosufficienza.

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    8. Oltretutto Leonardo è il pasqualone o un suo clone perciò non serve ripetergli le stesse cose che gli diciamo da un decennio e più.

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  4. Indurre i membri di una comunità o di un gruppo a confessare pubblicamente le proprie colpe o accusarsi davanti a tutti è da considerare una prassi deprecabile perché lede il diritto della persona a salvaguardare la propria intimità (da "Le sette sorelle" di don Ronzoni).
    Il canone 220 del Codice di diritto canonico così recita: "Non è lecito ad alcuno ledere illegittimamente la buona fama di cui uno gode, o violare il diritto di ogni persona a difendere la propria intimità.".
    Si tratta di due diversi atti illeciti: il primo è quello di chi riferisce leggermente cose del privato altrui, come dicevamo di Carmen nello scorso articolo, ma il secondo viene prima e ne è il prodromo: è l'indurre le persone a esporsi personalmente e pubblicamente raccontando la propria intimità.
    E perché farlo?
    Quando avviene all'interno del piccolo gruppo, serve a fidelizzare la persona al contesto
    Quando avviene in chiesa o nelle 100 piazze, perché chi ascolta pensi che, data la delicatezza degli argomenti esposti, ciò che viene detto deve essere vero... e vero pure, quindi, l'apporto imprescindibile delle catechesi del CN.
    Il canone parla di violazione di un diritto, quello di difendere la propria intimità: diritto a cui sembra che le persone rinuncino spontaneamente, ma, in realtà, vengono addestrate a farlo, forzate a farlo, convinte che solo così, confessando in pubblico il peccato, questo possa essere esorcizzato. A questo servono anche le risonanze, per rendere spontaneo e naturale ciò che non lo è.
    Un esempio recente ci viene da Denver. Vengono riferite delle "testimonianze" di adolescenti in una chiesa neocatecumenalizzata sui propri peccati sessuali. Il fedele che ha protestato con il parroco si è sentito dire che il non permettere a questi ragazzini la confessione pubblica significava "ricacciarli nel loro peccato", esattamente come se gli si impedisse di confessarsi dal sacerdote.
    Quindi, si tratta di un'abitudine deprecabile svolta all'interno e all'esterno del Cammino, della cui gravità sembrano non rendersi conto; e la responsabilità di molti sacerdoti e parroci che per anni l'hanno tollerata se non diffusa e praticata loro stessi è molto pesante.

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  5. Chi mente deiberatamente e consapevomente, negando anche le
    più traparenti evidenze, trasgredisce due
    volte, in quanto il dolo è doppio, l'Ottavo
    Comandamento.
    ---

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  6. Ricordiamo ai gentili lettori che fino a non molti anni fa il laico Kiko si era autoincaricato di vagliare personalmente le vocazioni al sacerdozio - pardon, "presbiteràto", perché ai kikolatri piacciono i paroloni altisonanti.

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  7. A proposito del canone 220, lo Statuto del Cammino approvato nella versione definitiva del 2008 così recita:
    § 2. Gli scrutini, ispirati all’itinerario catecumenale dell’OICA, aiutano i neocatecumeni nel loro cammino di conversione, nel rispetto della coscienza e del foro interno, secondo la normativa canonica.
    con il riferimento alla Nota 79 che rimanda al Canone 220 del CJC, il quale specifica:
    Can. 220 - Non è lecito ad alcuno ledere illegittimamente la buona fama di cui uno gode, o violare il diritto di ogni persona a difendere la propria intimità.
    come ricordato da Valentina e riportato anche nel Codice Canonico delle Chiese Orientali (can. 23) pure quest'ultimo richiamato nello Statuto.
    Nella versione ad experimentum del 2002 lo Statuto invece recitava così:
    § 2. Gli scrutini aiutano i neocatecumeni nel loro cammino di conversione, nel rispetto della coscienza e del foro interno, secondo la normativa canonica, l’OICA e il Direttorio catechetico del Cammino Neocatecumenale.

    La correzione della parte in grassetto non è da poco: Kiko e la sua ghenga avevano cercato di inserire il Direttorio del CNC come riferimento normativo per la conduzione degli scrutini, come se quell'orrore (che nel 2002 non era neppure completo e approvato) potesse essere accettato in senso prescrittivo, quindi nelle forme descritte nel Direttorio stesso, dove si indica con molta precisione cosa si deve fare e come.
    Il tentativo di normalizzarlo è andato in fumo, ma gli abusi restano perché ai neocatecumenali non viene insegnato cos'è il foro interno, e anche quando ciò accade (e di questo sono testimone) la gravità della violazione viene minimizzata, sostenendo che raccontare certi fatti è necessario per capire.

    ../..

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  8. ../..
    Sempre nello Statuto, all'art. 28 §2 p. 4., si specifica anche che i catechisti, nominalmente guidati e corretti dal sacerdote:
    4º. durante gli scrutini di passaggio da loro guidati devono mantenere il massimo rispetto per gli aspetti morali della vita intima dei neocatecumeni che rientrano nel foro interno della persona.

    Ciò significa che non dovrebbero operare quella "scarnificazione delle coscienze" denunciata dal post, al contrario di quanto normalmente avviene in modo obbligatorio.
    In entrambi gli Statuti vengono citati solo gli scrutini del 1° passaggio del 2° passaggio e dell'elezione, sebbene in tutti i passaggi intermedi si verifichi lo stesso meccanismo (anche nella Redditio si chiamano così, nella Traditio, nel Padre Nostro ecc..), inoltre le comunità vengono visitate una volta all'anno dai catechisti e in questi incontri si verificano degli interrogatori; nelle convivenze mensili infine durante il giro d'esperienze possono verificarsi rivelazioni, in assenza dei catechisti ma con modalità simili. Il dettaglio è importante perché ne risulta che il neocatecumenale assiduo riceve un continuo bombardamento nel quale la sua coscienza viene messa a nudo e la frequenza è tale da causarne, a mio parere, l'annichilimento.
    Non entra nella testa dei neocatecumenali che i catechisti non hanno nessuna autorità tranne quella che si sono conferiti da soli, e quella poca comunque si dovrebbe limitare all'insegnamento, dato che per la direzione spirituale è competente il sacerdote il cui mandato viene dal Vescovo. Per loro è normale permettere a una masnada di laici improvvisati di frugare nella loro coscienza. Se fossero onesti e tenessero davvero a cuore la salute dell'anima di chi loro si affida raccomanderebbero la frequente confessione e la ricerca di un valido direttore spirituale, ma non è così.
    A forza di sbandierare tutto in pubblico, non sempre ci si rende conto della gravità degli atti commessi, si riduce la sensibilità verso il peccato, il senso di vergogna che ne deriva e che fa da motore alla contrizione (il dolore per il peccato commesso). Non è vero per tutti, certo, ma il rischio esiste ed è molto serio.
    Ai neocatecumenali non viene insegnato cosa sia il foro interno e per ovvie ragioni: se lo sapessero eviterebbero gli scrutini, i quali diventando una farsa porterebbero il cammino alla rovina per come lo conosciamo adesso. Sarebbe un bene, ma capite che Kiko e company non possono permetterlo.
    I neocatecumenali, se vogliono fare esperienza della delicatezza e della comprensione dei catechisti, dovrebbero opporsi, già al primo scrutinio di rispondere alle domande in modo dettagliato, invocando il canone 220 e lo stesso Statuto; vedranno il vero volto della "misericordia" del CNC.

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  9. Infine, per ottenere il pentimento di una persona in peccato mortale è innanzitutto necessario insegnare le verità della Fede (in particolare chi è Dio) e i 10 comandamenti, spiegandoli. In un'epoca fortemente scristianizzata ciò che manca di più è proprio la conoscenza dei peccati. Se uno vi aderisce automaticamente vorrà "mettersi a posto" la coscienza, e così facendo la sua anima inizierà a guarire.
    Vale la pena ricordare l'esempio di Claudia Koll, che incalzata dal solito giornalista alla ricerca dello scoop e di dettagli pruriginosi sulla sua vita passata prima della conversione, rispose d'istinto "sono perdonati! E' il passato!", liquidando la questione in due parole. Ciò che importa è la vita attuale e il desiderio di conformarsi alla vita divina, il resto, una volta confessato, appartiene al passato per sempre. Crogiolarsi nei peccati, o meglio fare la fine del maiale allo spiedo continuamente rinfocolato dalle proprie colpe non serve a niente.

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    1. L'ottima Claudia Koll........

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    2. La Koll (nome d'arte) si è convertita senza fare alcun "itinerario di riscoperta dell'iniziazione dei primi cristiani delle origini cristiane", senza chitarrelle, senza dare Decime, senza girotondini "liturgici", senza convivenze né giemmegì...

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  10. Intanto ricordiamo ai lettori le «decisioni del Santo Padre» del 2005, così come le parole di Giovanni Paolo II del 1983 e come pure il discorso di Benedetto XVI del 20 gennaio 2012, ripetono sempre la stessa cosa: il Cammino deve «seguire fedelmente i libri liturgici». Cosa che il Cammino non ha mai fatto, e ancora continua a non fare.

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    1. "Quello che stigmatizza Bommarito, sono cose che diciamo da anni..." diceva un commento anonimo del 2007.

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  11. I falsi catechisti fanno domande imbarazzanti su argomenti sessuali e intimi che nessun confessore oserebbe porre

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    1. Questo avviene perché sono stati gli stessi Kiko e Carmen ad aver sempre avuto quell'ossessione morbosa per i temi sessuali, fino al punto di dire ai cosiddetti "catechisti" che se uno non confessa pubblicamente oscenità sessuali significa che sta nascondendo qualcosa, cioè che non si è "convertito" (al kikismo-carmenismo).

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  12. Non inerente all'argomento, nelle comunità, quando nelle confessioni pubbliche piangono miseria, e che fanno sacrifici e che si vantano di avere una sfilza di figli, nella realtà sono tutte persone benestanti, perché nonostante i 5 6 8 9 etc figli, fanno tutti la bella vita, case di proprietà, anche in luoghi di vacanza, auto, acquistano casa ai figli. La comunità oltre ad essere una setta è gente piena di soldi e nessuno soffrire di fame, e nessuno sa cosa significa avere problemi veri, una élite che vuol fare credere di essersi affidata a dio, invece sono solo dei ricchi ipocriti falsi e maligni. Se la chiesa e dio continuano a proteggerli e difenderli, per me che la comunità è stata una disgrazia sia dal punto di vista morale ma anche umana avendo frequentato persone che non avrei neanche guardato per quanto schifo questa categoria di ricchi ipocriti che vogliono insegnare a vivere,quando neanche un raffreddore prendono. Io di contro non solo non mi confesso più, cosa inutile, tanto dio esiste non esiste, non mi sento ne peccatore ne più in colpa per un dio che con la scusa del libero arbitrio,aiuta e protegge la feccia di questo mondo, quindi, anche se questo blog è un aiuto e uno sfogo per chi ha avuto a che fare con la setta, è purtroppo una lotta contro i mulini a vento, visto che dall'alto dio, se esiste e soprattutto la chiesa continua a tenere aperta. Il papa parla di tutto, facile parlare e fare demagogia, come Gesù d'altronde, ma nei fatti i catecumeni sono ancora lì. Anzi permettono di fare preti catecumeni. Catecumeni una lobby di ricchi pieni di salute, arroganza e sono dannosi ed i figli sono peggio dei genitori. Ex fratello.

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    1. Detta così, può sembrare invidia. Per cui, mettiamo i puntini sulle "i":

      - sì, esistono "fratelli" benestanti,che vengono trattati meglio degli altri perché la loro "Decima" è più corposa (e la loro ipocrisia è dovuta all'esosità della setta: visto che i cosiddetti "catechisti" fanno di tutto per farti sentire in colpa se non ti fai spennare per bene, "piangi miseria" per non dover mollare ulteriori soldi al Cammino);

      - ciononostante ci sono tanti "fratelli" con famiglia monoreddito, o pensionati, per i quali la "Decima" è un salasso (immaginate un pensionato da 500 euro mensili costretto a mollarne 50 e a fare acrobazie per poter comprare il pane anche a fine mese; la "Decima" è molto più facile se hai un ISEE stratosferico);

      - i fratelli veramente poveri, cioè quelli che (teoricamente) la comunità aiuterebbe economicamente, sono una minuscola minoranza, vissuta come un peso, e verso la quale i responsabili trovano ogni scusa per emarginarli (e soprattutto per evitare di dar loro i soldi tanto faticosamente incassati per Kiko; abbiamo tante testimonianze di poveri che davvero non arrivavano a fine mese, e il responsabile della comunità che accampa mille scuse per non aiutarli - dopotutto l'acquisto dei costosi gadget kikiani, come il "tabernacolo a due piazze", come i fiori, ecc. - ha altissima priorità rispetto ai "poveri"; e la famosa immagine del fratello povero che nel sacco nero prende anziché dare... è praticamente una leggenda metropolitana);

      - ma i veri privilegiati sono i cosiddetti "catechisti", che con la scusa che l'operaio ha diritto al suo salario fanno letteralmente la bella vita a spese dei sottoposti (e quindi sono da considerare oggettivamente peggiori dei fratelli "benestanti e ipocriti"), vedi ad esempio la macchina nuova regalata ai cosiddetti "catechisti" («l'anno prima questa fortuna era successa ad un "catechista regionale", una bella macchina nuova per famiglia numerosa donata dalla propria comunità...»).

      Quanto al "pieni di salute", è difficile esprimersi, perché ancor oggi, nel 2023, la salute non è un bene comprabile nemmeno avendo a disposizione tanti euro. Certo, l'essere benestanti ti consente di curarti meglio e di avere più figli senza pensare che la prossima gravidanza comporterà grossi sacrifici economici aggiuntivi. Ma nel Cammino sono pochi i benestanti. Sono pochi e sono quelli trattati meglio (perché la setta incassa più soldi dalle loro Decime).

      Quanto ai "figli peggio dei genitori", è assolutamente ovvio: se i genitori hanno dedicato ogni momento libero alla setta (e ogni soldino alla setta), significa come minimo che hanno trascurato i figli (rifilandoli ai nonni, alla babysitter, ai didàscali...).

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    2. Non sei fuori tema. Noi spesso consideriamo le confessioni pubbliche dal punto di vista del catecumeno piccolo piccolo, dell'ultima ruota del carro, perché probabilmente noi lo eravamo, anche perché abbiamo aderito al Cammino con sincerità di cuore e ci siamo volontariamente messi all'ultimo posto.
      Ma ci sono quelli che non vedono l'ora di confessare pubblicamente quelle quattro cose sapientemente confezionate usandole come una specie di status simbol all'interno della Comunità. E si tratta di persone generalmente agiate o comunque capaci di sfruttare le occasioni di arricchimento o di sfruttamento degli altri. Mi vengono in mente le varie Sardine che si sono presentate come anti sistema per poi rivelarsi per ciò che erano davvero.
      Tu hai ragione: bisogna partire da certi livelli di "borghesismo" per poter essere così sfacciati!
      D'altronde, guardiamo agli iniziatori e chiediamoci dove sono finiti i poveri delle baracche e gli zingari di cui si vantano ancor oggi.
      Per fare queste commedie e perché riescano bene, non bisogna avere lo stigma della povertà, anzi, bisogna essere "figli di papà" o arrampicatori sociali come lo sono stati loro ed i loro collaboratori più stretti: li hai descritti perfettamente.

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    3. A onore della verità ci sono anche famiglie con molti figli che fidandosi delle "promesse" si sono trovati a soffrire per la precarietà e per l'umiliazione di vedersi rifiutata la decima, con tanto di sermone.
      Queste famiglie sono quelle in cui il rifiuto dei figli del modello cnc è più marcato, e come potrebbe essere altrimenti.

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    4. Ex fratello:
      ricordati della parabola della zizzania e di San Paolo quando parla del mistero dell'iniquità che Dio permette che si manifesti.
      Se la giustizia è conforme al volere di Dio e perciò ci manifesta Dio, anche l'ingiustizia è un buon motivo per credere e rivolgersi a Dio, altrimenti non avrebbe risposta.
      Del resto il rendersi conto che esiste l'ingiustizia e che se Dio, se ci fosse (come c'è) dovrebbe essere giusto e fare giustizia, è postulare Dio.
      Credere è l'atto più umano, e perciò più giusto umanamente, che puoi fare, perché si apre alla giustizia soprannaturale di Dio.

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    5. Quali sono le motivazioni che si adducono per il rifiuto della decima a chi ne fa richiesta?

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    6. Primo fra tutti "è finita l'ho data già tutta" se il malcapitato dopo un paio di volte che "rimane a secco" prova a lamentarsi allora giù "sermoni":
      Non puoi pensare che ti spetti tutti i mesi.
      Interrogati del perché non ti basta mai lo stipendio.
      Sei attaccato al denaro.
      Fidati di Dio.

      Lamentele e risposte sentite con le mie orecchie da gente che veniva da me a chiedere lumi sul fatto se secondo me il responsabile si stava comportanto giustamente o meno. Alcune risposte invece sentite direttamente dagli itineranti.

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    7. Quando sento cose come questa, magari da persone che ha rinunciato a spendere per i figli, mi sale il sangue al cervello.
      Fosse successo a me, avrei smesso di darla totalmente

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  13. Perché la Chiesa non interviene se sa?

    Perché I fratelli, fedeli camminanti, negano l'evidenza? Stigmatizzano le critiche come persecuzioni e mentono? Si gloriano di neutralizzare ogni tentativo di intervento correttivo come se compissero una missione meritoria? Occultano e condannano all'oblio, per quanto a loro è possibile e con grande impegno, i richiami dei Pastori messi anche nero su bianco - come la lettera di Bommarito o le raccomandazioni attuative di Stafford in quegli anni cruciali dal 2001 in poi - e indirizzati a loro?

    Dobbiamo dare il giusto nome alle cose: Grave omissione, Colpevole inadempienza che attuano a cuor leggero, senza scrupoli e senza coscienza.

    Perché, ci chiediamo questo atteggiamento orribile li contraddistingue?

    Ma perché a questo sono stati formati. Così sono stati istruiti ed educati da Kiko e Carmen.

    Ah sì!
    In questo i due pessimi iniziatori hanno dato anche esempio. E che esempio!

    Nel fare il cammino NO, che mai lo hanno fatto per sé (ma siamo pazzi?).

    Nell'obbedire NO. A chi hanno mai obbedito?

    Ma nell'ignorare sistematicamente le correzioni, nel mentire sulla loro portata, nel disprezzare letteralmente i Pastori che hanno osato formularle fino a praticare la calunnia nei loro confronti e fomentare sentimenti di disprezzo che sfociano anche nel vilipendio; in tutte queste cose Kiko e Carmen sono stati veri maestri, in parole e opere.

    Non posso non ricordare il compianto Salvatore Morfino, perfetto itinerante, quando a Porto San Giorgio diede conto della odiosa lettera dell'ardito Bommarito.

    Sul contenuto nessuna riflessione, nessun esame di coscienza. Cosa che Kiko non gli chiese di fare né aveva alcuna intenzione egli stesso di fare.

    Solo derisione e disprezzo, un atteggiamento supponente e un senso di sufficienza disgustoso.

    E il pagliaccio Morfino - che sempre aveva questi atteggiamenti da circo - ridusse tutto all'appellativo Buonadonna che appioppo' col suo genio malefico al povero Vescovo di Catania, giocando con il suo nome.

    Così si chiuse la questione.
    E il vescovo che si era speso a spiegare con accuratezza ogni cosa!
    Mica fu discusso il contenuto un solo minuto...

    Morfino lo chiamava Buonadonna e Kiko rideva divertito. "Disgraziato!" gli diceva, ma era totalmente con lui nello scherno e nel menefreghismo totale.

    Questo sono e sono stati.

    Dal 2001 al 2023. Siamo sempre a quel punto. Sono abili, tenaci, incalliti nel male.

    Pax

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    1. Praticamente come i coyote, le iene..
      Se vogliamo nobilitarli, come i lupi, che agiscono con la logica del branco.

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    2. Che rida Kiko, come tutti noi si troverà davanti al Giusto Giudice. E non ci sarà da ridere.

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    3. Mi sono fatto un'idea molto personale del perché la Chiesa non interviene ora con Kikoin vita. I soldati lobotomizzati lo ergerebbero a martire e lui nel suo immenso delirio di onnipotenza ( già manifestato ) potrebbe portare fuori definitivamente dalla Chiesa i poveri cnc. Nessuno dopo Kiko avrà lo stesso "carisma" e lo stesso seguito ( guardate la sostituta di Carmen ) e pertanto ci si potrà andare giù pesante senza pericoli peggiori della cura.
      Nel mentre gli stanno mandando tanti piccoli segnali, xhe loro bellamente ignorano.
      p.s.
      Il giorno che capiterà vedrete i "colonnelli" che rinnegheranno il loro passato pur di trivare riparo comodo.....chi vivrà vedrà.

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  14. @ByTripudio

    Sono d'accordo , si rispetti il messale dunque non si metta più la croce al centro dell' altare perche' non e' prescritta, dunque e' proibita .Grazie.

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    1. La visibilità della croce d'altare è presupposta dall'Ordinamento Generale del Messale Romano: «Vi sia sopra l'altare, o accanto ad esso, una croce, con l'immagine di Cristo crocifisso, ben visibile allo sguardo del popolo radunato» (n. 308). Non si precisa, però, se la croce debba stare necessariamente al centro.

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    2. C'è da dire anonimo che sei veramente un cretino. Per la miseria ma non riuscite a leggere un testo o fare una ricerca? Ma l'avete finita la scuola elementare?

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    3. Ma se siete così pigri da leggere bene, almeno guardate le immagini in TV per vedere come si deve fare.
      Sei patetico anonimo dei miei stivali.

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    4. Poi de vuoi farti uma cultura vatti a cervare cosa ne pensa l'ufficio delle celebrazioni liturgiche del Santo Padre che va ad interpretare quella norma.
      Che comunque prevede come prima scelta l'altare.

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    5. Poi se vuoi farti uma cultura vatti a cervare cosa ne pensa l'ufficio delle celebrazioni liturgiche del Santo Padre che va ad interpretare quella norma.
      Che comunque prevede come prima scelta l'altare.

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  15. don Ariel Levi di Gualdo
    sempre gentile, generoso e baldo
    soprattutto con i Neocatecumenali
    ai quali non disdegna i suoi strali

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    1. Ricordo agli altri lettori che don Ariel è autore del libro La setta neocatecumenale, che invitiamo a leggere e a far leggere ai vostri parroci e ai vostri vescovi.

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  16. Nel Cammino, per giustificare le confessioni fatte non al sacerdote nel sacramento, ma alla comunità (quindi pubbliche ma non sacramentali), si batte molto su un errata accezione di "socialità del peccato":

    - Perchè ogni peccato ha, come nell'Antico Testamento, una DIMENSIONE SOCIALE, MAI INDIVIDUALE, e quindi OFFENDE TUTTA LA COMUNITÀ, la Chiesa che è sacramento di salvezza per il mondo...

    - La confessione si trasforma in qualche cosa di MAGICO E PRIVATO e questo dura fino ai nostri giorni...

    - E' una VISIONE INDIVIDUALISTA DEL PECCATO, COMPLETAMENTE "PRIVATA". La Chiesa non compare da nessuna parte ed È UN UOMO CHE TI PERDONA I PECCATI...

    - Molti pensano che l'ideale sarebbe, visto che LA CONFESSIONE PERSONALE È ODIOSA, che ci fossero assoluzioni generali...

    - recuperare l'assemblea, LA CHIESA CHE SI CONFESSA PECCATRICE...

    - vedrete che quando non state in pace, SICCOME IL PECCATO È COMUNITARIO, è perchè, per nascosto che sia, il vostro peccato non vi fa sentire in comunione con i fratelli...

    - quelle confessioni di direzione spirituale, di piccoli consigli che NOI FACEVAMO, sono sorte quando è sparita la Parola di Dio che guida l'uomo. E' la Parola che risolve tutti i problemi di direzione ed aiuta a riconoscersi peccatori...

    - ALLA GENTE NON DITE NULLA DI TUTTE QUESTE COSE, semplicemente RIVALORIZZATE IL VALORE COMUNITARIO DEL PECCATO, l'indole sociale, il potere della Chiesa e tutte queste cose.

    Catechesi di Carmen sulla penitenza, tratto dal mamotreto originale delle catechesi iniziali.

    Queste frasi sembrano estrapolate da un contesto più ampio nel quale potrebbero assumere diverso significato.
    Invece non è così: vogliono dire proprio quello che dicono, in linea perfetta col senso dell'eretica catechesi carmeniana e di ciò che passa ai neo-catecumeni.

    Continua...

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  17. In una sola catechesi, questa candidata alla santità è riuscita ad azzaccare più sfondoni di quanti se ne possano trovare in un libro intero:

    - afferma che il peccato non ha MAI una dimensione individuale, ma SEMPRE sociale, equiparando la comunità alla Chiesa sacramento di salvezza per il mondo. A tal proposito invito a leggere l'Esortazione Apostolica post-sinodale di Giovanni Paolo II "Reconciliatio et Paenitentia", dove si dice in modo chiaro e tondo che il peccato è un atto individuale che ha conseguenze sociali. La prima dimensione è quindi quella INDIVIDUALE.

    - definisce il sacramento della confessione come MAGICO. Depreca il fatto che sia PRIVATO.

    - dice che nella confessione sacramentale È UN UOMO CHE TI PERDONA I PECCATI

    - definisce ODIOSA la confessione sacramentale.

    - dice che la CHIESA SI CONFESSA PECCATRICE, senza specificare che ad essere peccatori sono gli uomini, mentre la Chiesa è "una, SANTA, cattolica e apostolica", come recitiamo nel Credo di Nicea.

    - Definisce il peccato come "COMUNITARIO", mentre sono le conseguenze ad essere comunitarie. Il peccato è individuale e le conseguenze primarie pure.

    - Afferma che la direzione spirituale e i "piccoli consigli" siano sorti quando "è sparita la Parola di Dio", come se la Parola di Dio fosse sparita dalla Chiesa e come se la direzione spirituale fosse qualcosa di superato.
    Sarebbe solo la Parola di Dio a fare direzione spirituale, magari interpretata alla maniera neocatecumenale.

    - Raccomanda di "non dire nulla alla gente di tutte queste cose" (cioè delle eresie), basta che i catechisti VALORIZZINO IL VALORE COMUNITARIO DEL PECCATO, non del sacramento della confessione o della responsabilità individuale.

    Dal combinato disposto di tutte queste eretiche cavolate, emerge sottilmente il refrain che poi sarà martellantemente battuto durante tutto il percorso neocatecumenale, così riassumibile:

    "Il peccato non è MAI qualcosa di individuale, è qualcosa di comunitario che offende la comunità, che è LA CHIESA. La confessione sacramentale è odiosa e magica e per giunta privata. Infatti la Chiesa non compare da nessuna parte, È SOLO UN UOMO CHE TI PERDONA I PECCATI. Invece occorre recuperare l'assemblea, LA CHIESA CHE SI CONFESSA PECCATRICE. A voi basta ascoltare la Parola di Dio che "risolve" tutti i problemi di direzione, non vale l'ormai superata direzione spirituale fatta dal sacerdote.
    Però alle persone non dite tutto questo. Limitatevi a valorizzare il valore comunitario del peccato, il "potere" della Chiesa e niente altro."
    Marco

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  18. https://www.youtube.com/watch?v=T5n4A1yHSfk

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    1. Purtroppo la signora Roberta prende un po' troppo sul serio la propaganda kikiana. Per esempio quando dice "apertura totale alla vita" sta intendendo lo sfornar figli come conigli. In realtà è apertura totale alla vita anche l'astenersi da rapporti finché non si desidera davvero qualche figlio. Ma anche i cosiddetti "metodi naturali" andrebbero di fatto indicati come "apertura totale alla vita", perché non stai impedendo o ostacolando gravidanze, non stai rifiutando la volontà di Dio, non ti sei minimamente "chiuso" alla vita se non in senso statistico (del resto i metodi naturali non danno "certezze", altrimenti non esisterebbero l'industria della contraccezione e quella dell'aborto).

      I termini sono importanti. Per questo occorre usare quelli adatti, occorre chiarire, occorre evitare di adoperare la propaganda kikiana consentendole di appropriarsi di termini del lessico cristiano ("apertura alla vita") per trasformarli in qualcos'altro (lo sfornar figli come conigli, per poi vantarsene alle convivenze e magari anche in tv).

      Fra parentesi, esistono famiglie numerose con 10-15 figli anche in altri ambienti ecclesiali (i kikolatri parlano come se avessero "l'esclusiva", mentendo). Se a Milano parlate di "famiglie con tanti figli", istintivamente vi risponderanno che si tratta sicuramente di gente di Comunione e Liberazione...

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    2. Il video purtroppo dà troppe informazioni e pochi punti di riflessione. Comico il fatto che la "Decima" sia menzionata in modo velocissimo e dicendo che non è prevista dallo Statuto, senza spiegare i contorni

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    3. Basta digitare online il nome della signora che ha fatto il video, che subito ne appaiono le credenziali.
      Pare essere una tuttologa, ma tutto tranne che cattolica.
      Si occupa di terapie olistiche, tradizioni curative sciamaniche, registri akashiki induisti, pratica reiki, è operatrice di Costellazioni Familiari dei miti e delle immagini (una specie di genealogia rituale), Vastu indiano e Feng shui, ipnosi regressiva alle vite precedenti (reincarnazione), yoga sciamanico, ecc...

      Il suo canale youtube Vaticano/la visione di una donna ha altri video in cui si parla di "presunta" nascita di Gesù Cristo", mette in dubbio la Verità della Chiesa, l'esistenza di Gesù come uomo, si interessa degli scandali vaticani, parla di "decadenza" dello gnosticismo... Il tutto, dice, con umiltà e senza troppi pareri personali, ma con la pretesa di spiegare.
      Nella pagina facebook si vede che legge i tarocchi, talismani magici, magia "angelica e arcangelica"...

      Nell'apprezzare il tentativo di diffondere la concorrenza che il Cammino intende ereticamente fare alla Chiesa cattolica, purtroppo consta dire che le sue sono un coacervo di informazioni parziali e talvolta errate.
      Non riesce a cogliere l'essenza della dannosità del Cammino, per cui si attarda su particolari talvolta ininfluenti o imprecisi, al posto di identificare le vere criticità. Con questo depista.

      Per chi è piuttosto esperto del tema trattato (che esula totalmente dalla formazione della signora), questo video risulta poco attendibile, consistendo in una serie di informazioni date alla rinfusa e apprese, con molta probabilità, da trattazioni online che non è riuscita a collegare bene.

      Chiaramente non conosce il Cammino e le sue dinamiche. Parla per sentito dire.
      Sembra che a questa signora non interessi tanto parlare del Cammino, quanto dare "umilmente" una visione poco edificante della Chiesa, cosa che traspare nell'ascoltare (sebbene di sfuggita), gli altri suoi video sull'Opus Dei, su Emanuela Orlandi, sulla loggia massonica vaticana, sul caso Estermann...
      Non c'è un video positivo, sono tutti su questioni negative relative alla Chiesa.

      Il pericolo per i cattolici è che, sentendola, ravvisino che ciò che dice in definitiva non è poi così grave e non colgano le problematiche vere inerenti al Cammino.
      Non credo che debba essere dato troppo peso a ciò che dice questa signora, in quanto impreciso, talvolta errato e "umilmente" tendenzioso come mezzo per utilizzare le problematiche mal esposte del Cammino non contro il Cammino, ma contro la Chiesa.

      Purtuttavia, sebbene fuorviante, il video postato ha almeno il pregio di annoverare il Cammino tra le realtà negative della Chiesa.
      Marco

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  19. Ricordo che Don Ariel e' l'autore del libro sbagliato la setta neocatecumenale, libro pieno zeppo di errori.

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    1. Errori? Quali errori?
      Visto che hai letto il libro, spiegami quali sono gli errori che hai trovato.
      Così andrò da don Ariel a contestarglieli uno per uno!

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    2. Padre Ariel che disse di San Giovanni paolo II: Agì in modo testardo senza dare ascolto a nessuno. Ottime premese

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    3. Nei tuoi sogni è così, si. Ma poi ti svegli tutto sudato al mattino.

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    4. Ancora?
      Andate a confutare con Ariel non qui!!

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    5. Rispondo al commento di Leonardo delle 9:48.

      Leggendo il libro La setta neocatecumenale, la mia impressione è che padre Ariel sia convinto che Giovanni Paolo II fosse in qualche modo soggiogato da Kiko e Carmen, e acconsentisse a progetti assurdi (come il seminario Redemkikos Mater) pur non condividendo le porcate dei due spagnoli. Tale convinzione non contrasta con l'affermazione di padre Zoffoli, che riteneva che il Papa venisse sistematicamente disinformato riguardo al Cammino (sappiamo bene che per i kikolatri la menzogna e l'inganno sono da considerare strumenti santi se usati per difendere il prestigio e i soldi della setta), e non contrasta neppure col paterno atteggiamento del pastore che con pazienza e tatto cerca la pecorella smarrita (cioè il pecorone neocatecumenale che vuol per forza smarrirsi).

      Cito padre Ariel perché ne sa più di me su Giovanni Paolo II e dell'ambiente vaticano che lo circondava. Ai bei tempi anche Magister fece notare l'assurdità che sora Carmen avesse un appartamentino proprio a ridosso di quello del Papa ed avesse accesso a quest'ultimo a tutte le ore (e immaginate che vergognosa responsabilità, davanti a Dio, l'aver fatto perdere tempo al Papa in chissà quante occasioni). Sarebbe bello scoprire come, quando e perché sora Carmen dovette finalmente sloggiare. Ma sarebbe ancora più bello scoprire perché Giovanni Paolo II fosse in qualche modo "soggiogato": cosa avevano scoperto i due spagnoli a furia di estrarre "confessioni pubbliche" da gente che bazzicava i sacri corridoi? Chissà se lo scopriremo mai.

      Ricordiamo inoltre che l'espressione «riconosco il Cammino come itinerario bla bla bla» fu confezionata da Cordes e fatta firmare al Papa, in una lettera che aveva come destinatario Cordes stesso, e che non era "vincolante" per i vescovi. Quindi se Giovanni Paolo II la cita, anche attribuendola a sé stesso, non la sta trasformando in un'affermazione "vincolante", non sta dicendo che i vescovi devono "approvare" il Cammino. Non fatevi fregare dalla parlantina neocatecumenale.


      p.s.: furbescamente, il fratello Leonardo evita di ammettere che non ha letto il libro in questione. Sta criticando un libro solo perché ha letto il titolo, senza minimamente ammettere la possibilità che il libro spieghi per bene il titolo che ha. Come tutti i kikolatri, il fratello Leonardo ha una fifa boia di avere conferma reale sui madornali errori del Cammino e dei suoi autoeletti "iniziatori" e dei loro adepti.

      Pertanto mi aspetto che il fratello Leonardo, dall'alto della sua ragliante asineria, si rifiuti di leggere la Divina Commedia in quanto una "commedia", che è qualcosa di poco serio, non può essere "divina", che è qualcosa di relativo a Dio.

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    6. A proposito dei pecoroni neocatecumenali, apro una breve vetrinetta umoristica.

      Due anni fa il postulatore della causa riferì ai giornalisti che sora Carmen "aveva un amore molto grande per quelle che chiamava le «pecore perdute», persone che attraversano una sofferenza speciale"; infatti «Carmen conosceva le situazioni familiari di molti fratelli delle comunità e li chiamava per telefono nei momenti particolarmente difficili»."

      Questa panzana delle telefonate nei momenti difficili è accompagnata dalle annotazioni dei diari in cui sora Carmen si lamenta che le "pecore perdute... quasi mi contro-catechizzano". (sottinteso: "mi dimostrano che le mie catechesi sono false"). Ed infatti contro le pecorelle perdute e smarrite sora Carmen usava con blasfemo cinismo un'espressione di Nostro Signore, "lasciate che i morti seppelliscano i loro morti".

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  20. Miracoli di Carmen Hernandez Barrera

    Miracolo n. quello della GMG

    Kiko ha scritto ai responsabili del Cammino di tutto il mondo per sapere quanti giovani andranno alla GMG di Lisbona. Gli hanno risposto : non più di 200.000 causa difficoltà economiche. Kiko ha implorato Carmen e lei, da Lassù, con uno schiocco di dita ha rimpinguato i conti correnti bancari di tutti i camminanti del mondo, che si sono ritrovati 50000 euro in più, con i quali possono sopperire a tutte le spese, per cui alla Gmg arriveranno 800000 giovani solo dal Cammino. Kiko ha avvisato Semeraro che ha avvisato il Papa che ha detto : "hermano cardenal, esto interviento de Carmensita es provvidensial. Alla Gmg con toda la juventud farò una figura eccelsa, e quindi premieremo la Carmensita in question con la beatificasion. Procedamos". Semeraro ha avvisato Kiko, che ha ringraziato il Santo Padre inviandogli un DVD che modifica le immagini di qualsiasi video moltiplicando a dismisura i presenti, e un biglietto : Sancto Padre, esto DVD non es di Arenzulla, garantido. Salutos Kiko". Il Papa ha commentato : "Meno mal, un altro DVD di Arenzulla e saltava todo"

    e la causa continua...

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  21. Intanto, suggeriamo ai lettori alcuni articoli a tema "matrimonio neocatecumenale":

    - domani sposi (con rito neocatecumenale)

    - "Spose neocatecumenali, ci sieteee?"

    - cronaca della celebrazione di un "matrimonio neocatecumenale", letteralmente indistinguibile da quello dei pagani.

    E per par condicio aggiungiamo:

    - diventerai sacerdote? è il laico Kiko a deciderlo

    - la "cleromanzìa" e la "regola del due" nei seminari di Kiko: aberranti "prassi invalse" del Cammino

    - preti neocatecumenali, "ridotti ai minimi termini", specialmente nella dignità

    - seminaristi neocatecumenali si "esercitano" nel ministero kikiano (specialmente contro un cristiano che stava per sposare una "figlia del Cammino").

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  22. Messaggio per la redazione!!! Fermate Tripudio

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    1. Signore e signori: l'asino ragliante Leonardo è convinto che per salvare il Cammino bisogna "fermare Tripudio".

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  23. Se mettete il libro di Don Ariel on line ve lo confuto tutto e' pieno di errori, sciocchezze, inesattezze.

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    1. Ricordiamo agli altri lettori che una sintesi del libro, scritta dallo stesso don Ariel, fu presente per qualche settimana sul suo sito web isoladipatmos.com e che numerosi pasqualoni neocatecumenali andati lì di corsa a "confutare" le "sciocchezze inesattezze" azzeccarono epiche figuracce.

      L'asino anonimo delle 19:52, un altro che giudica un libro che non vuole leggere e che non ha letto, non vede l'ora di azzeccare altrettante figuracce epiche.

      Ricordiamo anche che il Cammino è stato analizzato con estrema chiarezza da numerosi autori - padre Zoffoli, don Conti, don Marighetto, mons. Landucci... - e che i loro scritti sono ancora attualissimi poiché il Cammino in tutti questi anni non è cambiato per niente.

      A onor del vero, qualche minuscolo cambiamento c'è stato. Per esempio una volta Kiko decise che le "confessioni pubbliche" andavano fatte in strada, proprio al pubblico. Così i suoi seguaci si misero a fare le "confessioni pubbliche" nelle strade, con tanto di altoparlante, specialmente di robacce sessuali (per le quali Kiko e Carmen hanno sempre avuto una curiosità morbosa e ossessiva), ed enorme scandalo per tutti coloro che anche a finestre chiuse li sentivano perché non erano abbastanza sordi. Probabilmente la quantità di improperi ricevuti, e magari anche di pomodori marci e secchiate d'acqua, convinse i fratelli delle comunità che tale gesto era un po' troppo molesto e controproducente, per cui alla chetichella fecero cadere in disuso una simile vaccata.

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    2. Pasqua' ma come cazz è che ancora vai girando?

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    3. Basta comprarlo e leggerlo e scoprirai che il cazzone sei tu.

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  24. Una cosa è certa, ed è così evidente che i camminanti parlano di don Ariel ma non della violazione del foro interno: la confessione pubblica nel Cammino avviene così come la scarnificazione delle coscienze da pare di tanti catechisti.
    Se qualcuno avesse dei dubbi, basta che parli con i numerosi ex del Cammino: nessuno lo negherà.

    Non solo: la confessione pubblica riguarda in gran parte la sfera sessuale più intima.
    Non tanto cose come l'onestà nell'ambiente di lavoro o la carità verso il prossimo e cose del genere, masi sofferma a lungo e in modo morboso sulla sessualità, sotto l'incalzare ossessivo e insano del catechista di turno.
    Una prassi condannata dalla Chiesa.

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  25. Ma chi legge i post di ByTripudio ?

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    1. Nella sua grande asineria, il neocatecumenale che ha ragliato alle 13:12 svela in poche parole un'intera mentalità:
      - il non entrar mai nel merito delle critiche
      - il credere che mettendo a tacere chi critica, si azzeri il valore delle critiche
      - il convincersi che il suo ragliare ad hominem possa portare qualcuno ad avere più stima per il Cammino
      - il farsi vanto del "non leggere", cioè di avere come metodo l'ignoranza
      - il credere ciecamente che la possibilità di commentare in forma "anonima" non è un favore fatto a chi non a iscriversi alla piattaforma Blogger con uno pseudonimo, ma solo un invito ad essere più vandalo e più capricciosamente infantile.

      Il sottoscritto è un emerito signor nessuno, ho solo mediamente più tempo libero degli altri commentatori del blog, solo per questo motivo il blog contiene più interventi miei che altrui.

      E i lettori occasionali di questo blog non si chiederanno chi siamo o quanti messaggi scriviamo, ma si chiederanno solo: è vero o non è vero che il Cammino ha questo problema? è vero o non è vero che chi è nel Cammino compie questi errori / queste malvagità / queste idiozie?

      Il Cammino contiene numerosi e madornali errori, anzitutto liturgici e dottrinali, ma anche di mentalità profondamente contraria a Dio, anche se vi riempite la bocca di "ilsignore-ilsignore", la vostra abitudine a mentire, infangare, calunniare, ingannare, pur di difendere la vostra setta, più la vostra abitudine a prendere per oro colato ogni vaccata detta dai cosiddetti "catechisti" - anche le più contraddittorie, anche quando contraddicono le affermazioni roboanti fatte in precedenza -, più la vostra reazione pavloviana a odiare chiunque sveli le magagne del Cammino, più la vostra idolatria per il tripode Kiko-Carmen-Cammino, dimostra pienamente ciò che siete, con o senza i commenti del sottoscritto emerito signor nessuno.

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    2. Il problema di tripudio e valentina è che vogliono avere per forza ragione. Non è proprio contemplata la possibilità di fare un passo indietro nemmeno di fronte ad una contraddizione palese. E allora cosa fanno? Tolgono ogni possibilità di parola a chi gli fà notare che la verità può essere altro. La rovina di questo blog sono proprio questi due loschi personaggi.

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    3. Senti chi parla di voler aver "per forza ragione".

      Comunque ricordiamo all'asino che oggi si firma Leonardo, che gli errori del Cammino non sono una nostra opinione, ma sono fatti verificabili.

      Sul serio, rispondi sì o no (va bene due ragli per il sì e un raglio per il no):
      - il Cammino celebra una liturgia diversa da quella cattolica?
      - il Cammino insegna errori dottrinali come ad esempio "il Signore ti manda le disgrazie"?
      - nel Cammino si insegnano vere e proprie eresie come ad esempio "Gesù era un peccatore"?
      - è vero che lo Statuto del Cammino non prevede alcuna "Decima"?
      - "l'ubbidienza al catechista è tutto", si applica anche quando il cosiddetto "catechista" sbaglia pesantemente?
      ...
      (la lista potrebbe proseguire molto, molto, molto a lungo, ma il fratello Leonardo si guarderà bene dall'entrare in argomento, e al massimo escogiterà ogni furbata, ogni inganno, ogni menzogna, pur di non ammettere che il Cammino contiene errori ancora da correggere).

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    4. Onestamente mi sfuggono le contraddizioni alle quali ti rifeeisci Leonardo.
      Per quanto riguarda la ragione siamo tutti convinti delle proprie ( sia voi che noi ) e difficilmente si potrà concordare.
      Questo spazio offre la possibilità a tutti di manifestare le proprie, nei limiti della decenza e della educazione sarebbe auspicabile.
      Ho visto che ti pubblicano quasi sempre, le volte che non lo fanno evidentemente, come ti è già stato detto, ci sono delle motivazioni.
      Se hai bisogno di chiarimenti con Trip e Valentina prova in privato.

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    5. Il fratello Leonardo, in qualità di adepto del Cammino Neocatecumenale, crede non solo legittimo ma addirittura doveroso mentire e ingannare per difendere il Cammino, per cui mentre da un lato evita in ogni modo di entrare nel merito delle questioni, dall'altro aggredisce chiunque critichi il Cammino, e nel frattempo blatera emerite panzane pur di difendere la sua setta.

      Del resto, se anche riuscisse ad ammettere per una sola volta che di fronte a Dio non si possono usare inganni e menzogne per difendere il Cammino... ci basterebbe fargli una delle domandine semplici semplici, di cui sopra, per esempio: il Cammino celebra una liturgia diversa da quella cattolica?

      La risposta è sì ma non lo ammetterà mai. Non può ammetterlo, perché conosce benissimo le logiche conseguenze di tale affermazione. E non gli importa niente della Chiesa e perfino della propria reputazione: ha a cuore solo il triplice vitello d'oro di categoria superiore, Kiko-Carmen-Cammino.

      Quel "sì" non è una nostra opinione, è proprio ciò che si dice nel Cammino: «la "nostra" liturgia... è più speciale... non è come nelle parrocchie per i cristiani della domenica...». O per dirla come l'ineffabile Gennarini: «le "variazioni liturgiche" del Cammino Neocatecumenale...». O per dirla come il cardinal Arinze che mette nero su bianco le decisioni Benedetto XVI: «Nella celebrazione della Santa Messa, il Cammino Neocatecumenale accetterà e seguirà i libri liturgici approvati dalla Chiesa, senza omettere né aggiungere nulla». Cioè significa che non le ha seguite. O per dirla con Giovanni Paolo II: «Celebrate l’Eucaristia e, soprattutto, la Pasqua, con vera pietà, con grande dignità, con amore per i riti liturgici della Chiesa, con esatta osservanza delle norme stabilite dalla competente autorità... Pertanto le norme giuridiche, come anche quelle liturgiche, vanno osservate senza negligenze e senza omissioni». Cioè il Cammino già nel 1983 era famoso per non aver rispettato né le norme giuridiche, né le norme liturgiche, andando avanti a suon di "negligenze" e di "omissioni"...

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    6. Ma tutto questo al fratello Leonardo non interessa. Nel suo cuore c'è posto solo per Kiko-Carmen-Cammino, non c'è posto per Nostro Signore, tanto meno per Pietro e i suoi successori, tanto meno per la santa Chiesa, tanto meno per la fede cattolica, tanto meno per l'esercito di santi che hanno seguito la Chiesa senza "variazioni" (tanto meno "liturgiche" o "dottrinali").

      Il fatto è che il Cammino ti "riprogramma", ti fa un "lavaggio del cervello", o più esattamente, una ristrutturazione cognitiva, cioè ti cambia diabolicamente il modo con cui "conosci" le cose. Nel Cammino la verità non è data dai fatti, dalle evidenze, da prove oggettive e verificabili da tutti, dal ragionamento onesto sulla realtà, dall'autorità bimillenaria della Chiesa assistita dallo Spirito e contro cui le porte degli inferi non prevarranno... ma è data solo dalle deiezioni dei cosiddetti "catechisti" (e soprattutto Kiko, autonominatosi "il Vostro Catechista"). Che possono anche contraddirsi. Che devi creder loro se oggi ti dicono che 2+2=3 mentre ieri ti dicevano che 2+2=5, e domani ti diranno che 2+2=1, e tu dovrai continuare a pensare che loro hanno ragione e tu non hai capito niente, anche se la tua esperienza, e il buonsenso, e la fede, ti hanno sempre detto che 2+2=4.

      Nel Cammino vige infatti la mentalità che il Cammino è l'essere perfettissimo, e quindi se riconosci qualche errore del Cammino allora sei tu a sbagliare, sei tu il problema, sei tu ad essere "ingannato dal demonio", sei tu che per seguire i tuoi idoli hai perso di vista il Cammino.

      Praticamente per loro il Cammino è Dio. Lo insegna lo stesso Kiko, che prima dice che il Cammino è parola-liturgia-comunità, e quindi nei suoi dipinti scrive che Dio è parola-liturgia-comunità (e nel frattempo vi si autorappresenta come il Redentore, e rappresenta lo Spirito con le fattezze della Carmen... l'autore principale della kikolatria è lo stesso Kiko).

      "Ristrutturazione cognitiva" è un parolone complicato, nevvero? Allora spieghiamolo facile facile: nel Cammino vieni addestrato a fare come la volpe e l'uva: non volendo farti accedere all'uva, il Cammino ti convince che è acerba. Non volendo darti quegli immensi tesori spirituali della Chiesa, il Cammino ti convince che sono "preconciliari", che sono da "religiosi naturali", o da "cristiani della domenica", o irrilevanti per la tua "fede adulta"...

      E tu lo vedi benissimo che l'uva non è acerba, ma insisti a dichiarare a te stesso che è acerba, perché te l'ha detto il cosiddetto "catechista", e se tu non pensi come vuole il cosiddetto "catechista" allora sei ingannato dal Maligno, sei schiavo degli idoli, sei in braccio a mammona, sei schiavo del demonio, eccetera. Il Cammino ti ha letteralmente "riprogrammato".

      Per questo (oltre che per tanti altrettanto validi motivi), davanti a Dio e in piena coscienza, siamo tenuti a ricordare a tutti che il Cammino è veramente una setta perché per definizione non può essere corretto, non può venir adeguato a ciò che richiede la Chiesa (vedi lettera del 1° dicembre 2005 con le «decisioni del Santo Padre» a cui ancor oggi disubbidiscono), non tollera critiche (e se uno critica, partono subito i vittimismi, il silenzio ufficiale, e il vociferare ufficioso, e poi il gossip scandalistico e la character assassination di chi critica, eccetera: tutte opere del demonio alle quali i kikolatri si prestano volentieri, perché la loro morale non è quella cristiana, ma quella kikiana-carmeniana, il loro Dio non è l'unico vero Dio - Uno e Trino - ma è il tripode neocatecumenalizio.

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    7. tu dici che il Papa è stato raggirato, Don Ariel dice invece che sapeva tutto ed ha voluto sostenere il cammino in modo cocciuto. Se hai letto il libro, e non ne sono sicuro a questo punto, perchè dici il falso? Riesci a rispondere?

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    8. Leonardo non scrivere.......

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    9. Ho risposto più in basso (commento delle 00:51).

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  26. Qualunque cosa diremo non ti convincerà mai. Anche io non credevo che il cammino fosse poi così marcio e pensavo si esagerasse, finché non ho ascoltato con le mie orecchie. Ad ogni modo nessuno ti obbliga a venire qui. Puoi tranquillamente continuare il tuo cammino. Voi pensate di essere nel giusto, siete convinti che noi siamo dal lato sbagliato del muro ma non volete vedere che siete voi a stare nella prigione e non il contrario.

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    1. E qui casca l'asino (ragliante).

      Il caro Leonardo crede di essere abbastanza furbo e astuto da poter giocare con le parole, ma mente sapendo di mentire, e come al solito evita accuratamente di entrare nel merito, visto che la sua ossessione è solo quella di smentire il sottoscritto. Non gli importano i fatti. Non gli importa la dimostrazione delle porcherie del Cammino. Gli importa solo di aggredire personalmente il sottoscritto. Proprio come i farisei che escogitavano tranelli e trabocchetti.

      Come al solito, per rispondere a due righe di vaccate occorrono centoventidue righe di precisazioni. Per cui mi tocca ripetere per l'ennesima volta quello che da anni sto ripetendo in quasi ogni pagina di questo blog (ma gli asini neocatecumenali preferiscono ragliare anziché mettere in funzione il poco cervello che hanno). Ma tanto, essendo asino, fingerà di non aver letto, fingerà di avermi "smentito", rifiuterà il confronto sugli argomenti preferendo prendersela col sottoscritto, come se il Cammino fosse Dio e il sottoscritto fosse la minaccia esistenziale del Cammino. E poi farà il solito vittimismo del "buuu mi chiamano asino ragliante ngueeee mi perseguitano gnooooo!".

      Anzitutto padre Enrico Zoffoli (1915-1996), dopo aver verificato e dimostrato che il Cammino contiene un guazzabuglio di eresie, ha dedotto che Giovanni Paolo II non poteva essere veramente ben informato sui madornali errori del Cammino, perché altrimenti ne sarebbe stato complice. È impensabile che uno del calibro di Giovanni Paolo II acconsentisse allo scempio liturgico, dottrinale, spirituale, del Cammino.

      Padre Zoffoli scrisse al Papa, scrisse articoli sulla stampa, scrisse interi libri sul Cammino. È ben possibile che gli amiconi dei kikos siano riusciti a non fargli mai trovare sulla scrivania alcunché di critico per il Cammino - a cominciare dal dossier compilato da mons. Pier Carlo Landucci (1900-1986), scritto espressamente per il Papa, ma che stranamente non fu possibile recapitargli in nessun modo. Sicché, dopo anni di tentativi, si risolse a pubblicarlo sulla rivista Sì sì no no, nel numero del 31 gennaio 1983, rivista diretta da don Francesco Maria Putti (1909-1984), una delle pochissime riviste che avrebbe pubblicato integralmente il testo senza giocare qualche brutto tiro.

      Possiamo essere certi anche che gli stessi elementi che filtravano le notizie a Giovanni Paolo II gli abbiano descritto come "esagerate" e "paranoidi" le eventuali testimonianze che gli possano essere pervenute in altro modo. Ma già nel 1983 ammonì i neocatecumenali a seguire le norme liturgiche. Dunque è legittimo sospettare che Giovanni Paolo II avesse qualche sentore riguardo al Cammino, ma non fosse informato sul grosso dei fatti.

      Da quel 1983 al 2005 sono passati più di vent'anni. Durante i quali è ben possibile che l'eco di qualche scritto di padre Zoffoli possa essergli finalmente giunto alle orecchie (peraltro Giovanni Paolo II citò uno scritto di Zoffoli durante una delle sue catechesi del mercoledì). Ricordiamo anche che alla morte di Giovanni Paolo II, Kiko lamentò che il Papa non aveva fatto "concessioni liturgiche" al Cammino.

      Dunque padre Zoffoli ha ragione a dire che Giovanni Paolo II veniva informato poco, male, e selettivamente. È ovvio che il Papa, provenendoda un paese di atei comunisti e abortisti, certamente gradiva le notizie di comunità che pregano insieme e che "hanno molti figli". È arduo negare che fosse in qualche modo "soggiogato", vista anche l'invadenza di sora Carmen con l'appartamentino a ridosso di quello del Papa.

      Ma l'asino che si firma Leonardo vuol per forza far passare l'idea di un "appoggio cocciuto" al Cammino, perché vuol scaraventarci addosso la figura di Giovanni Paolo II per sottintendere che chi critica il Cammino critica il Papa. Cioè finge di ignorare quanto descritto sopra. È il solito trabocchetto furbetto neocatecumenale.

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  27. Qui si tratta di far capire una volta e per tutte che il Cammino Neocatecumenale:
    - è un'invenzione di Kiko e Carmen, e soprattutto dai loro burattinai
    - non è ispirato dallo Spirito, ma dal demonio
    - tre Pontefici (GP2, B16, F) hanno fatto rimproveri e correzioni al Cammino, ma il Cammino non li ha proprio recepiti
    - non è approvato ciò che "fa" o "può fare" il Cammino
    - non ci sono garanzie su ciò che "dice" o "dirà" il Cammino
    - lo Statuto si limita a dare i contorni di ciò che "dovrebbe essere" il Cammino
    - il Direttorio è ancora segretissimo e nessuno può verificare se i cosiddetti "catechisti" vi si attengono o no.

    Le approvazioni al Cammino:
    - non provengono dai Pontefici ma da qualche amicone del Cammino nei dicasteri romani
    - non approvano gli strafalcioni liturgici
    - non approvano le ambiguità e le eresie
    - non approvano la «scarnificazione delle coscienze»
    - non approvano la superbia neocat, la disubbidienza ai vescovi, il disprezzo delle parrocchie, ecc.
    - non approvano le menzogne e gli inganni.

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