lunedì 3 luglio 2023

Quando la fede in Dio viene confusa con la fede in Kiko

Gli sposi neocat fanno un "rito"
della "velatio" [sic]
sotto il "tallit" ebraico...
Una "figlia del Cammino" [sic!] ci scrive:
Io sono figlia del cammino di quegli anni. E non sono così. Non mi sento migliore di nessuno, ma affronto la vita in modo totalmente diverso da chi non è in cnc e non ci è mai stato. E ritengo che è vero che la famiglia è il primo luogo di diffusione della fede, prima ancora della parrocchia. Se veramente apri il cuore, il cammino cambia l’anima e lascia che tu veda IL BENE dappertutto . Non chiamerei proselitismo, ma desiderio di condividere e rendere felici anche gli altri.

Io vorrei che tutti potessero essere felici come lo sono io anche di fronte all’esperienza della morte di un giovane padre, che si potesse giudicare meno, amando di più…a me questo lo ha donato la conoscenza di dio NEI MODI IN CUI IL CNC LO INSEGNA!
ci sono nata in cammino. Ho avuto una didascala, ho avuto genitori che mi hanno portato a forza all’eucarestia…. E OGGI LI RINGRAZIO PER I FRUTTI CHE QUESTO HA PRODOTTO!
Commentiamo qui sotto tali affermazioni una per una, anche se i lettori di questo blog hanno già notato che le cosiddette "testimonianze" dei neocatecumenali sono tutte uguali, tutte fatte con lo stesso stampino, tutte a ripetere gli stessi slogan, tutte a commettere gli stessi errori nella stessa confusione.

1. «Sono figlia del Cammino».

Lo dice con orgoglio, come se la Chiesa avesse fallito la sua missione e il Cammino fosse stato il rimedio. Ma questa è esattamente la mentalità neocatecumenale: sentirsi "migliori" della Chiesa, sentirsi "soluzione ai problemi della Chiesa", sentirsi di fatto "la vera Chiesa".

Il pesce puzza dalla testa: è stato Kiko a lamentarsi davanti a Benedetto XVI che "le istituzioni non capiscono di aver bisogno dei carismi", cioè che i vescovi (le istituzioni) non capiscono (cioè sono stupidi, in quanto non neocatecumenali) di aver bisogno dei carismi del Cammino (a cominciare dal "carisma" di pagare le Decime a Kiko, che infatti vuole che le parrocchie diventino "comunità di comunità" di Paganti Decima). La superbia neocatecumenale è strettamente correlata alla superbia degli autonominati "iniziatori" del Cammino.


2. «Sono figlia del Cammino di quegli anni».

Nel contesto si riferisce a quei formidabili anni Ottanta in cui il Cammino inventò il titolo nobiliare di "didàscali", assegnato ai membri della setta incaricati di insegnare ai figli dei neocatecumenali i princìpi generali del kikismo-carmenismo.


3. «Non mi sento migliore di nessuno».

Chi si scusa, si accusa.

Purtroppo il neocatecumenalismo è tutto un sentirsi migliori dei "cristiani della domenica", dei "religiosi naturali", di chi "non capisce il Cammino", di chi visita la "cognata malata" anziché andare alla convivenza di Kiko, eccetera.

Notare come nel presentarsi ha parlato non della sua unione con Dio, ma della sua fedeltà al Cammino.


4. «Affronto la vita in modo totalmente diverso da chi non è in cnc e non ci è mai stato».

Nel Cammino la crescita spirituale personale cede il passo a questa psicologia da quattro soldi riguardo all'affrontare la vita "in modo diverso". Col sottinteso che chi non ha fatto il Cammino affronterà la vita in modo "normale", cioè sbagliato, perché bisogna affrontarla "in modo diverso", cioè neocatecumenale. Superbia tipica degli adepti di Kiko.

Notiamo che anche negli altri movimenti ecclesiali si usano talvolta espressioni come "qui ho imparato ad affrontare la vita in modo diverso", ma solo per dire immediatamente dopo che tale diversità di approccio è consistita nell'affidarsi di più al Signore e alla Sua Chiesa.

Invece i kikolatri parlano della "diversità" solo in termini di "prima, quando ero fuori dal Cammino... ora, invece, nel Cammino...", cioè tutto riguarda il Cammino, il Cammino è sempre al centro della vita dei "camminanti", se proprio si menzionano Dio o la fede è solo per lodare il Cammino. Per loro il Cammino è Dio, ed infatti il pesce puzza dalla testa: è stato Kiko stesso a dire che "Dio è Parola, Liturgia, Comunità", dopo aver detto che "il Cammino è Parola, Liturgia, Comunità".

Cioè Kiko ha detto che il Cammino è Dio. Ed ha anche insinuato che Carmen sarebbe lo Spirito Santo - tant'è che ricordando che fu scacciata dalle suore Misioneras Kiko commentava: "lo Spirito Santo ha lasciato quell'istituto". Per di più, nei dipinti di Kiko, il Redentore è rappresentato con le fattezze di Kiko. Chiaro il messaggio? La Trinità, nel Cammino, non è Padre, Figlio e Spirito Santo, ma è Cammino-Kiko-Carmen.



Figli del Cammino: in piedi davanti al Santissimo,
in ginocchio davanti a Kiko e Carmen

5. «Ritengo che è vero che la famiglia è il primo luogo di diffusione della fede, prima ancora della parrocchia».

Questa è la tipica tattica neocatecumenale del difendersi da accuse che nessuno aveva posto, generalmente col malizioso scopo di far credere che gli interlocutori avrebbero pronunciato scempiaggini.

Qui nessuno ha detto che la parrocchia è più importante della famiglia.

Ma i neocatecumenali considerano la parrocchia uno sbaglio da correggere. Non potendo dire a chiare lettere che vogliono colonizzare le parrocchie e sfrattarne tutti i parrocchiani che non aderiscono al Cammino, adoperano queste acrobazie verbali per fingere che nel Cammino le cose siano viste in modo giusto e che la parrocchia non neocatecumenalizzata vada accusata di tutti i mali del mondo.


6. «Se veramente apri il cuore, il cammino cambia l’anima e lascia che tu veda IL BENE dappertutto».

Questa è un'emerita panzana.

Nel Cammino si viene infatti addestrati a vedere IL MALE dappertutto. Fuori dal Cammino ci "deve" essere solo perdizione, inferno, morte, odio, eccetera. E dentro il Cammino "devono volare le sedie", devi vedere tuo marito o i tuoi figli come "il tuo nemico", "la tua croce", robacce di questo genere.

Se veramente gli apri il cuore, il Cammino ti cambia l'anima in peggio. Ti instilla una mentalità cupa e funerea - ben rispecchiata da quei canti, come l'orrendo Risuscitò che sembra più un lamento funebre da depressi atei che un canto gioioso sulla Resurrezione, o come quei chiassosi canti in tono calante a grattugiata di chitarrella ndrùng-ndrùng-ndrùng, battimani e tamburelli, "cavallo e cavaliereeee!", "la shekinà del Signoreeee", intesi a "far caciara", a simulare "allegria", cioè a non far notare quella mentalità cupa e funerea.


7. «Non chiamerei proselitismo, ma desiderio di condividere e rendere felici anche gli altri».

Purtroppo va chiamato "proselitismo", perché lo scopo della cosiddetta "evangelizzazione" del Cammino è solo quella di procurare nuovi adepti alla setta, che a partire dal famigerato Secondo Scrutinio dovranno pagare la Decima al Cammino, cioè pagare il 10% di tutti i propri incassi, e questa tangente dovranno pagarla vita natural durante ogni mese finché vivranno, senza alcuna rendicontazione, senza alcuna possibilità di influire positivamente sulla destinazione d'uso di quei soldi. (Nel Cammino non puoi donare dei soldi dicendo "vorrei fossero usati per i poveri - per la vita consacrata - ecc.", perché ti chiamerebbero superbo e attaccato a mammona; nel Cammino il tuo compito principale è di «mollare il malloppo»).

Sono più di vent'anni che il Cammino ha smesso di crescere, e la decrescita avanza sempre più tumultuosa: intere famiglie lasciano il Cammino, le comunità vengono soppresse o accorpate, per una comunità che si forma quattro spariscono, e la faccenda delle Decime e delle «scarnificazioni delle coscienze» è diventata nota anche ai non addetti ai lavori.

Al Cammino non interessa farti "condividere" o renderti "felice", altrimenti ti avrebbe facilitato l'accesso agli immensi tesori spirituali della Chiesa - i sacramenti, la dottrina, e anche l'arte sacra, la liturgia tradizionale, vita e scritti dei santi, ecc.

Al Cammino interessa invece farti "condividere ma solo nella comunità", interessa renderti "allegra" - cioè una finzione di felicità mediante caciara, tamburelli, girotondini imbecilli, esibizione di gadget kikizzati. Soprattutto, al Cammino - cioè ai suoi capicosca magna-magna - interessano i tuoi soldi, "devi fare un'offerta che ti faccia sanguinare il cuore", "devi provarti con mammona", "devi farti un tesoro in cielo" mediante versamenti in terra su cui non puoi nemmeno indicare suggerimenti...


8. «Vorrei che tutti potessero essere felici come lo sono io anche di fronte all'esperienza della morte di un giovane padre».

Solo i supercattivi dei fumetti sono felici della morte altrui.

Chiariamo i termini.

La felicità vera è quella che potremo avere solo in paradiso, in totale ed eterna comunione col Signore.

La felicità terrena coincide dunque con la santità.

I momenti di felicità che talvolta viviamo, sono qualcosa di passeggero, sono solo momenti di entusiasmo, di allegria, di "adrenalina a mille".

Davanti alla morte non si è mai felici. Al massimo, si è lieti o sereni, qualora vi siano buone ragioni per esserlo. Quando una persona cara muore, o un innocente muore, per un qualsiasi motivo, noi cattolici possiamo al massimo vivere una letizia, una serenità, qualora il soggetto sia stato ragionevolmente in grazia di Dio. Ma il dolore umano e genuino che proviamo per la scomparsa di un caro o di un innocente non costituisce felicità.

E soprattutto, l'inscenare allegria, il fingersi chiassosi, su di giri, scatenati, sorridenti a forza, è un modo ipocrita di nascondere la propria infelicità e la propria assenza di speranza.

Nei funerali neocatecumenali accade tipicamente di fare il balletto-girotondo attorno alla bara, chiassosi e festanti. È il massimo segno di cupezza e depressione il doversi fingere allegri per compiacere la propria setta. Nostro Signore pianse per la morte di Lazzaro, non fu né "felice" né "allegro" pur avendo il potere di rianimarlo (e infatti lo rianimò e gli ridiede la vita, ma comunque era rimasto commosso - non "allegro", non "felice" - di fronte a quella morte).

Nella setta neocatecumenale, per motivi organizzativi, occorre fingere allegria anche di fronte alla morte. Occorre fare la sceneggiata di quelli "che sembrano felici".


9. «Che si potesse giudicare meno, amando di più…»

Il Cammino ha una vera e propria ossessione riguardo al "giudicare".

Innanzitutto distinguiamo fra il legittimo "formarsi un'opinione" (che può avvenire sulla base di fatti: se vedo una colonna di fumo dietro la montagna, deduco che c'è un fuoco, o un incendio), e il peccaminoso "giudicare temerariamente" (che per definizione avviene non sulla base di fatti ma di pregiudizi, con l'intenzione di infangare almeno la dignità di qualcuno).

L'ossessione del "non giudicare" è stata introdotta nel Cammino perché i cosiddetti "catechisti" - e soprattutto Kiko e Carmen - non si curavano minimamente di "dare l'esempio". Arroganti, iracondi, vendicativi, sempre inutilmente severi e furibondi, sempre avidi e superbi, cinici, sadici (Kiko che minacciava di spedire Pezzi "in missione", Pezzi che suda cubetti di ghiaccio perché non capisce se Kiko sta minacciando o scherzando), hanno dovuto inventare il trucchetto del "non giudicare!" proprio allo scopo di difendere le ipocrisie e le furbate della gerarchia neocatecumenale. (Eh, già: "non giudicate" la ferrovia sotterranea neocatecumenale per i predatori sessuali)

Il "non giudicare" dei neocatecumenali, infatti, significa "non pensare, non usare la ragione, non valutare i fatti!" Ti dicono che è basato sul Vangelo ma proprio il Vangelo ci mostra come il demonio, scegliendo accuratamente dei passi delle Scritture, tentò addirittura Nostro Signore. I capicosca del Cammino fanno proprio come il demonio delle tentazioni del deserto: scelgono accuratamente determinati passi delle Scritture per coprire le loro porcate. "Non giudicare!", tranne quando si tratta dei cosiddetti "faraoni", "giuda", "nemici del Cammino"... prima dicono "amare i propri nemici" e poi infangano coloro che ritengono essere "nemici" del Cammino...


10. «A me questo [il giudicare meno] lo ha donato la conoscenza di dio NEI MODI IN CUI IL CNC LO INSEGNA!»

Ha fatto bene a scrivere "dio" in minuscolo, perché non si tratta dell'unico vero Dio riconosciuto da noi cattolici, ma solo del "dio Kiko".

Nel Cammino esistono solo tre tipi di peccato mortale:
- il non pagare puntualmente la "Decima"
- il non partecipare alle patetiche "Convivenze"
- il "giudicare" (cioè formarsi una legittima e fondata convinzione) riguardo alle malefatte dei VIP del Cammino, e specialmente dei cosiddetti "catechisti" e di Kiko, autodefinitosi «io sono il Vostro Catechista».

Noi cattolici, invece, sappiamo che il peccato mortale è tale per tre condizioni (materia grave, piena avvertenza, deliberato consenso) e riguarda "pensieri, parole, opere e omissioni". Sappiamo anche che l'intelletto e la saggezza sono doni dello Spirito, sono talenti che non possiamo sotterrare, e Nostro Signore infatti ci invita seriamente a usarli: «Che cosa dunque è più facile, dire: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati e cammina?» (cfr. Mt 9,5).

Dunque, dalla testimonianza dell'autoproclamata "figlia del Cammino", dobbiamo dedurre che l'insegnamento del Cammino è sbagliato, perché insegna convinzioni sbagliate su Dio, comanda di «circoncidere la ragione» (cioè di smettere di usarla), confonde il legittimo formarsi convinzioni col giudizio temerario.


11. «Ci sono nata in cammino».

Condoglianze.
Sei comunque ancora in tempo per convertirti alla fede cattolica.

Ti invitiamo però a scoprire che il Cammino non è la Chiesa, non è nemmeno parte della Chiesa, non rappresenta minimamente la missione della Chiesa. Il Cammino è purtroppo una setta idolatrica, autoreferenziale, attaccatissima ai tuoi soldi, e «che di cattolico ha solo la decorazione».


12. «Ho avuto una didascala».

Notare come questa affermazione non spiega, non dà motivazioni. È solo la vanteria di aver avuto nientemenoché... una didàscala. Vanteria che nel Cammino dev'essere importante, sicuramente altisonante, "ehi tu, poveraccio, che non hai mai avuto una didàscala o un didàscalo, perciò la tua fede è di serie B, anzi, dato che non fai il Cammino, dev'essere di serie Zeta!"

"Ho avuto una didàscala". Ebbene? Lo dice neanche fosse "ho avuto un'apparizione mistica riconosciuta dalla Chiesa".

Orbene, nella Chiesa cattolica, tutti i bambini hanno avuto qualcuno in parrocchia che ha insegnato loro la fede. Tornano in mente le catechiste della parrocchia (senza virgolette, perché insegnano il Catechismo, non il kikismo-carmenismo), e la loro faticosa opera. Con tutti i loro possibili limiti, con tutte le critiche che si possono elevare, sono pur sempre quelle persone che hanno volontariamente speso un considerevole numero di ore per insegnare gli elementi essenziali della fede ai bambini, per prepararli alla prima Comunione e magari pure alla Cresima. Senza che nessun "itinerario di iniziazione" glielo comandasse. Ore che Nostro Signore terrà in conto.

E mi tornano in mente anche le catechiste che sono state letteralmente scacciate via, senza neppure un "grazie", dopo decenni di servizio in parrocchia, dopo che hanno - pur nei loro limiti - insegnato ciò che i genitori cattolici avrebbero dovuto insegnare a quei bambini, scacciate perché il parroco si è fatto neocatecumenalizzare (a suon di bustarelle anonime e in contanti, o di ricatti perché qualche kikolatra ha svelato qualche fatterello scandaloso durante una delle confessioni pubbliche del Cammino) consentendo che i kikolatri si appropriassero di tutte le attività e di tutti gli spazi della parrocchia.


13. «Ho avuto genitori che mi hanno portato a forza all’eucarestia… E OGGI LI RINGRAZIO PER I FRUTTI CHE QUESTO HA PRODOTTO!»

Questa è la parte più triste della testimonianza della "figlia del Cammino": l'essere stata obbligata a fare il Cammino.

Obbligata dai suoi genitori, convinto che l'unico modo di onorare Dio sarebbe quello di onorare il triplice vitello d'oro di categoria superiore, cioè il tripode Kiko-Carmen-Cammino.

Portata "a forza" alle celebrazioni del Cammino (quando i neocatecumenali parlano di "eucarestia" intendono le loro celebrazioni, non l'Eucarestia dei cattolici). L'hanno obbligata proprio perché non erano in grado di testimoniarle - o almeno spiegarle - l'importanza della liturgia.

L'hanno portata "a forza" alle celebrazioni kikolatriche anche per farsi notare dai cosiddetti "catechisti", come se volessero dire: ehi, noi siamo ligi ai 613 precetti kikiani, noi abbiamo «mollato il malloppo», noi abbiamo «fatto tanti figli», noi portiamo i figli «a forza» perché noi vogliamo essere kikizzatissimi.

Solitamente chi viene obbligato a partecipare, matura rapidamente un rifiuto - perché riconosce che gli aderenti alla comunità non agiscono liberamente ma sono costretti, chi da un ricatto morale, chi dalla paura di far brutta figura davanti ai cosiddetti "catechisti", chi dai propri parenti e dai propri cari (immaginate una ragazza che è costretta a partecipare altrimenti il fidanzato neocat la lascia), eccetera.


In conclusione... Come sempre, le cosiddette "testimonianze" del Cammino non testimoniano altro che il loro sentirsi superiori - "ehi, io sto nella setta e voi no, voi siete dunque inferiori! io ringrazio i miei genitori che mi hanno obbligato, e sono costretta a fingere di ringraziarli in modo da sembrare una neocatecumenale DOCG, mica come voialtri che siete dei cristiani della domenica faraoni giuda nemici del Cammino".


67 commenti:

  1. Questa figlia del cammino mi fa gran pena...mi sembra una alcolizzata che quando smetterà di esserlo vedrà la realtà come è e che non ha mai visto prima essendo nata nella setta, scoprendo finalmente la verità.

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  2. Ennesimo clone femminile fatto in serie nel cammino e magari fatto sposare con un altro clone maschile

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  3. Facciamo presente che una volta il termine proselitismo non aveva accezione negativa, era di fatto sinonimo di evangelizzazione.

    Oggi, invece, comunemente si distingue tra evangelizzare ("proporre il Vangelo, che può essere accettato solo dalla libertà del singolo") e far proselitismo (cioè "adescare gente al proprio gruppo religioso, mediante l'uso di trucchetti, astuzie, imposizioni").

    Notiamo inoltre che anche se nel Cammino si usa un po' troppo il termine "evangelizzazione", di fatto è proselitismo, poiché i kikolatri non "propongono" ma "impongono", e si rallegrano non quando un'anima aderisce alla fede cattolica ma solo quando aderisce alla setta di Kiko.

    La mentalità neocatecumenale, ben espressa dalla "testimonianza" di cui sopra, è che la religiosità del Cammino è letteralmente un ostacolo alla tua vita. Tale religiosità kikolatrica, infatti:
    - funziona meglio se ti viene "imposta"
    - ti "cambia la vita" nel senso che te la invade con 613 precetti, attività obbligatorie, "convivenze", "Decime"...
    - è pesantissima per gli adepti, è comodissima per i capicosca (specialmente gli abusatori sessuali...)
    - ti vieta di formarti convinzioni ("non giudicare!"), specialmente nei confronti delle malvagità dei capicosca
    - divide il mondo in due: "fuori" e "dentro" la setta, dove "fuori" è il peccato, il male, l'inferno...

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    1. E quindi anche oggi vi dobbiamo ricordare che di fronte alle critiche, anche sgangherate, un cattolico si chiede:

      - c'è qualcosa di fondato in ciò che mi criticano?
      - posso correggermi qualcosa?
      - posso fare qualcosa per evitare equivoci?
      - che prove posso mostrare per spiegare cosa sbagliano?

      Invece un kikolatra si chiede:

      - come posso infangare e calunniare chi svela le magagne del Cammino e dei suoi membri e specialmente dei suoi VIP?
      - quale è il mix giusto di vittimismo e calunnie?
      - quanti altri milioni di volte ripeterò la cantilena del "vi sbagliate"?
      - che false prove posso inventare per far sembrare che si sbagliano?

      Un esempio notevole è quando calunniarono l'autore di Jungle Watch a mezzo stampa, tentando di screditarlo in ogni modo. Ma non sapevano di aver a che fare con un osso duro.

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    2. Proselitismo è l'acronimo di :

      Possono Ridicole Oscene Strafalcionesche Eresie Larvatamente Indurre Terribili Idee Straordinariamente Mamotretiche Ora

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  4. Promemoria: sulle eresie del Cammino Neocatecumenale sono stati scritti interi libri, da sacerdoti molto più competenti di noi e di questo intero blog, libri ai quali vi rinviamo per maggiori chiarimenti.

    Ricordiamo che "eresia" è una qualsiasi deviazione dalle verità di fede, non importa il motivo o le intenzioni, importa solo il fatto che si tratti di una deviazione dalle verità di fede (talvolta, poeticamente, si dice che l'eresia è solo una "verità impazzita").

    Esempio: noi cattolici sappiamo che Dio è infinitamente buono, infinitamente misericordioso, infinitamente giusto, ecc., e perciò sappiamo che è assurdo e sbagliato attribuire a Dio i difettacci e i peccatucci dell'animo umano.

    Invece nel Cammino Neocatecumenale si professa l'eresia secondo cui «il Signore ti manda le disgrazie per convertirti». Cioè che Dio sarebbe un "dio cattivo", sadico, crudele, che ama far del male ai suoi figli pur di "convertirli".

    Noi cattolici sappiamo che il linguaggio biblico usa espressioni molto forti per far ricordare i concetti agli ascoltatori. Per cui quando ci imbattiamo in un versetto come Esodo 7,3 in cui Dio dice «ma io indurirò il cuore del faraone...» sappiamo già che è impossibile che Dio voglia rendere cattiva un'anima. E che quindi il versetto, alleggerito dell'espressione "forte", va semplicemente inteso come: "ma io vedo che il cuore del faraone liberamente si indurirà e non vorrà accettare la mia grazia..."

    Fra parentesi, se davvero Dio fosse così sadico e cattivo, non si capisce perché i maggiori malfattori nella storia dell'umanità l'abbiano passata liscia praticamente per tutta la vita. Questo "dio" neocatecumenalizzato e cattivo, non voleva convertirli? Come mai si accanisce a mandare "disgrazie" sui fratelli del Cammino - che in teoria già si stanno sforzando di convertirsi, almeno un pochino - e invece non manda nulla ai malfattori e nemici della fede?

    Noi cattolici sappiamo che le "disgrazie" - sia quelle "naturali" (malattie, terremoti...), sia quelle dovute alla cattiveria umana - non vengono da Dio, ma sono il frutto del peccato originale (che ha causato l'inimicizia fra l'uomo e la natura) o frutto del peccato attuale (persone che ti odiano, ti aggrediscono, ecc.): le "disgrazie" non sono dovute a Dio, ma al peccato. E non cambia nulla il fatto che Dio tolleri, o che talvolta si degni di intervenire in qualche modo (anche solo illuminando certe anime al momento giusto).

    Per i neocatecumenali invece Dio è un sadico cattivone "che ti manda le disgrazie", e stranamente tali "disgrazie" sarebbero legate ai tuoi mancati pagamenti della "Decima" a Kiko, o al non essere andato alla Convivenza di Kiko perché stavi caritatevolmente assistendo la cognata malata.

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    1. Il fatto che i neocatecumenali credono in un "Dio cattivo e sadico" comporta anche altre conseguenze.

      Per esempio, per il tipico kikolatra è molto comodo autoassolversi. «Eh, sapete, quando il Signore mi toglie la mano dalla testa, ne combino di ogni!»

      Tradotto in italiano: "eh, sapete, se io voglio compiere peccati, è colpa di Dio, non è mica colpa mia". È colpa di "Dio" che mi ha "tolto la mano dalla testa".

      (E per far reggere in piedi quest'ennesima eresia, ne tirano fuori un'altra: «l'uomo non può non peccare»: cioè sarebbe inutile e dannoso sforzarsi di non peccare, sarebbe inutile e dannoso sforzarsi per accogliere la grazia di Dio...)

      Questo "Dio" dei neocatecumenali non solo "ti manda le disgrazie", ma addirittura "ti toglie la mano dalla testa" in modo da farti cadere nel peccato. E per aggiustare la situazione dicono nientemeno che «tanto il Signore perdona sempre», sottinteso, non c'è mica bisogno di convertirsi, il "Dio" neocatecumenale prima ti manda le disgrazie, poi ti fa peccare, quindi ti perdona automaticamente senza pentimenti, insomma, ti vuol proprio far diventare una bestia cattiva.

      Invece noi cattolici sappiamo che:
      - Dio offre sempre a tutti l'opportunità per redimersi
      - l'opportunità, che Dio liberamente offre a ognuno (e nei momenti più impensabili), dev'essere liberamente accettata
      - se un peccatore non la accetta, il suo peccato rimane
      - Nostro Signore ha chiarito che non conviene non accettarla, perché «là sarà pianto e stridor di denti»: l'inferno non è una punizione inflitta da Dio, ma il risultato dell'usare la propria libertà per rifiutare la grazia di Dio. "Non può essere mia una salvezza che non desidero ardentemente". Se la desideri ardentemente, con tutta la tua libertà ti sforzerai di raggiungerla. Altro che le autoassoluzioni neocatecumenali.

      Ciliegina finale sulla torta: il Cammino ti insegna che «l'altro è Cristo», ma ti insegna anche che l'altro è «il tuo nemico, la tua croce» - dunque Cristo sarebbe la tua "croce" (anziché Dio), e per giunta Cristo sarebbe il tuo "nemico" (proprio come se il Cammino fosse ispirato dal demonio).

      È la tipica doppiezza ipocrita neocatecumenale: da un lato devi "amare i tuoi nemici", ma poi chiami "nemici" quelli che non apprezzano il Cammino, e quindi li devi infangare, odiare, calunniare, proprio come fanno i capicosca del Cammino. Infatti "amare i tuoi nemici" per i kikolatri significa chiedere perdono al tuo violentatore neocatecumenale per averlo indotto in tentazione, però se qualcuno fa sapere in giro che il rito del coppone-insalatiera neocatecumenale ha provocato focolai di infezione («coraggio fratelli, forziamo la mano a Dio!»...), subito partono le vendette e le querele al TG1 e al TG2, alla faccia dell'«amate i vostri nemici».

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  5. Mentre questa mattina il mio dolce Gesù è venuto, mi ha trasportata fuori di me stessa ed è
    scomparso; e avendomi lasciato sola, ho visto che dal cielo scendevano come due candelabri di
    fuoco, che poi, dividendosi in tanti pezzi, formavano tanti fulmini e grandine che scendevano in
    terra e facevano strazio grandissimo sulle piante e sugli uomini. Era tanto l’orrore e la violenza del
    temporale, che non si poteva neppure pregare e le persone non potevano giungere a ritirarsi nelle
    proprie case. Chi può dire quanto sono rimasta spaventata?
    Onde mi sono messa a pregare per placare il Signore, e Lui, ritornando, ho visto che in mano
    portava come una bacchetta di ferro ed alla punta una palla di fuoco, e mi ha detto: “La mia
    giustizia è lungamente trattenuta e con ragione vuole vendicarsi contro le creature, mentre
    [136] loro hanno ardito distruggere in loro ogni giustizia. Ah, sì, niente di giusto trovo
    nell’uomo; si è tutto contraffatto nelle parole, nelle opere e nei passi, tutto è inganno, tutto è
    frode, tutto è ingiusto, sicché penetrando nel cuore, all’interno e all’esterno, non è altro che
    una sentina di vizi. Povero uomo, come ti sei ridotto!”
    Mentre così diceva, la bacchetta che aveva in mano la dimenava, in atto di ferire l’uomo. Io gli
    ho detto: “Signore, che fai?”
    E Lui: “Non temere, vedi questa palla di fuoco, che farà fuoco? Non colpirà che i cattivi,
    i buoni non ne riceveranno nocumento”.
    Ed io ho soggiunto: “Ah, Signore, chi è buono? Tutti siamo cattivi! Ti prego di non guardare a
    noi, ma alla tua infinita misericordia, e così resterai placato per tutti”.
    Dopo ciò ha soggiunto: “Figlia della giustizia è la verità. Come o sono Verità eterna, che
    non inganno né mi possono ingannare, così l’anima che possiede la giustizia fa rilucere in
    tutte [137] le sue azioni la verità; quindi, conoscendo per esperienza la vera luce della verità,
    se qualcuno vuole ingannarla, alla mancanza di quella luce che avverte in sé, subito
    conosce l’inganno, onde avviene che con questa luce della verità non inganna sé stessa, né
    il prossimo, né può ricevere inganno. Frutto che produce questa giustizia e questa verità, è
    la semplicità. Un’altra qualità dell’Essere mio e l’essere semplice, tanto che penetro
    ovunque, non c’è cosa che possa opporsi a farmi penetrare. Penetro nel cielo e negli abissi,
    nel bene e nel male; ma l’Essere mio semplicissimo, penetrando anche nel male non
    s’imbratta, anzi non ne riceve il minimo adombramento. Così l’anima, con la giustizia e con 32
    la verità, raccogliendo in sé questo bel frutto della semplicità, penetra nel Cielo, s’introduce
    nei cuori per condurli a Me, penetra in tutto ciò che è bene e, trovandosi coi peccatori a
    vedere il male che fanno, non resta imbrattata, [138] perché essendo semplice subito si
    sbriga, senza ricevere danno alcuno. È tanto bella la semplicità, che il mio Cuore resta ferito
    ad un solo sguardo di un’anima semplice, ed è di ammirazione agli angeli e agli uomini.”

    IPG

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  6. "Affronto la vita in modo totalmente diverso da chi non è in cnc e non ci è mai stato".

    Se quella della figlia del Cammino fosse una vera testimonianza avrebbe dovuto dire: "Affronto la vita in modo totalmente diverso da chi non conosce Gesù".

    Confondendo Gesù col Cammino, la figlia del Cammino ammette che gli altri cattolici, e tutti i cristiani, affrontano la vita come i pagani, ma se è così, allora crede che la Chiesa non posside la grazia per manifestare Gesù nella vita delle persone.
    Evidentemente il Cammino induce a pensare che la differenza non la fa Gesù che si manifesta nella Chiesa, ma il Cammino.

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  7. «Che si potesse giudicare meno, amando di più…».

    Questa speranza, del tutto condivisibile, sembra essere stata copiata e incolata da qualche sito focolarino.
    A meno che non significhi: "Che si potesse giudicare di meno i "catechisti" del Cammino, che invece possono giudicare a più non posso, amando di più i "catechisti" del Cammino, cioè a ubbidirgli".

    Ma voglio credere che dal cuore di una giovane in buona fede i due significati siano almeno mischiati, e che quella frase, anche se in modo vago, sia davvero espressione di una bella speranza.

    La differenza che spesso appare tra il modo di fare dei camminanti rispetto a quelli dei cattolici, è che la considerazione, e perciò l'amore, è indirizzata a coloro che sono gerarchicamente più in alto.

    E' vero che, nella Chiesa, esiste un ordine gerarchio anche al di fuori di quello legato al Sacramento dell'Ordine, ma è anche vero che spesso chi è responsabile di qualche servizio si sente edificato da coloro su cui ha delle responsabilità, come chi presta servizio a dei disabili.
    Ma spesso sembra che nel Cammino a chi è di rango inferiore non è riconosciuto nessun dono "profetico", nel senso che da lui non può venire nulla che insegni, a chi sta "sopra", ad essere più santo, o per dirla in gergo neocatecumenalese, ad essere più cristiano.

    E se qualcuno ritiene opportuno dire qualcosa con lo scopo di edificare, allora spesso viene preso per pazzo.
    Ma Gesù ha detto che chi dice pazzo al fratello andrà nel fuoco della Geenna: cioè chi pregiudizialmente riconosce l'opera dello Spirito nel fratello come pazzia, commette un peccato contro lo Spirito Santo, così come fecero coloro i quali dissero che Gesù operava con la potenza del demonio.
    Nel Cammino, invece, sembra che chi sta in alto abbia solo da insegnare a chi sta in basso, e nulla da imparare.

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    1. EC, 4° paragrafo: "sono indirizzati SOLO a coloro che sono gerarchicamente più in alto"

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    2. Quando si parla di focolarini, come aderente di quel movimento in genere intervengo per sottolineare alcune cose. Questa volta però non riesco a dire nulla, anche perchè non ho elementi in proposito. Se Pietro mi desse qualche ragguaglio in merito, mi informo e poi dico la mia. Grazie Aldo dei focolari di Cagliari

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  8. Da figlio del cammino, figlio di primissimi catechisti, che ha frequentato la comunità per più di 30 anni, non trovo errori nella testimonianza della ragazza. E' la perfetta sintesi della modifica caratteriale e spirituale che il cammino induce sin da quando si è molto piccoli, come minimo dai 3 anni in su, quando si inizia a recepire dal mondo esterno. I canti ossessivi, le catechesi a martello, le icone, le immagini, ogni singolo dettaglio ti trasporta in un mondo alternativo che ti ingabbia in una visione della vita e della Chiesa del tutto alterata. La ragazza per quanto mi riguarda non ha colpe se non quella di essere nata in una famiglia di fanatici ideologizzati che l'hanno pesantemente indottrinata. Purtroppo, a meno di un grande sforzo, è impossibile che cambi idea. Nel suo mondo tutto quello che dice è vero e giusto. Il problema è che si trova in una bolla molto piccola che credere essere l'unico mondo possibile, perciò siamo noi a essere sbagliati, e lei nel giusto.

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    1. Figlio del Cammino e che vuol dire?

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    2. Chiedilo all'autrice del commento, che ha dichiarato proprio "io sono figlia del Cammino"

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    3. Figlio del Cammino vuol dire che il matrimonio tra gli sposi neocatecumenali è un legame che si regge solo se gli sposi persistono a rimanere in comunità. Il Cammino ti salva il matrimonio - così dice il Cammino - ma come te ne esci, il matrimonio in si rompe, così ti dice il Cammino.

      Ogni comunità è un harem del "Cammino" (cioè dei suoi vertici), ed ogni coppia di sposi si dissolve in essa in quanto elementi come gli altri. Gli sposi mettono al mondo figli che, nelle intenzioni del Cammino, appartengono al Cammino.

      Il Cammino scavalca ed assorbe la famiglia, imponendosi come sposo unico e genitore unico. I neocatecumenali diranno che lo sposo è Cristo e che il genitore è Dio Padre ma nella maggior parte dei casi non lo credono realmente: se uno lascia la comunità, al di fuori di essa non c'è Sposo e non c'è Padre. Così dice il Cammino.

      Si fa parte di una specie di branco sposato con - e figlio di - "Kiko" e dei quattro scalzacani che governano con lui.

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  9. Questa ragazza è nata in Cristo grazie al cammino, ai suoi catechisti e alla sua comunità.

    San Paolo ai Corinzi

    Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all'ultimo posto, come condannati a morte, poiché siamo diventati spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini. Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti; voi onorati, noi disprezzati. Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità, veniamo schiaffeggiati, andiamo vagando di luogo in luogo, ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi.
    Non per farvi vergognare vi scrivo queste cose, ma per ammonirvi, come figli miei carissimi. Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri, perché sono io che vi ho generato in Cristo Gesù, mediante il vangelo. Vi esorto dunque, fatevi miei imitatori!

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    1. Che stai dicendo Leonardo?
      Che dobbiamo leggere sostituendo il nome "Kiko" a Paolo?
      Beh, che Kiko ricalchi le orme di Paolo!!!
      Quanto a libertà dal denaro per cominciare.
      San Paolo si vantava di vivere del lavoro delle sue mani. Kiko dice agli adepti che se non sborsano 1 Milione di euro "l'evangelizzazione si DEVE fermare!".
      San Paolo incarna il "quel che GRATUITAMENTE avete ricevuto, GRATUITAMENTE date".
      Non caricando di pesi insopportabili nessuno.
      Soffriamo fame, sete, nudità...
      Immensa la distanza. Kiko e Carmen hanno fatto sempre la bella vita. Pretendendolo pure.
      Sulla scia di...
      "Noi siamo figli di re", nell'accezione più mondana e umana.
      Di cosa parli?
      Gli esempi sono infiniti.
      Hanno adattato tutto ai loro fini.
      Con una faccia tosta considerevole. Senza pudore. Senza vergogna.
      Hanno creato intorno a sé un'aura mitica, un mondo fascinoso ma lontanissimo dalla prassi apostolica a cui vantano di rifarsi fedelmente.
      Un falso. Ormai sotto gli occhi di tutti.

      Pax

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    2. A me sembri desintonizzato, Leonardo.

      Quando mai Kiko e compagna, oltre a tutti i catechisti neocatecumenali, VIP e meno VIP, se ne stanno all'ultimo posto?
      Sempre in prima linea a comandare e a giudicare. Ops... pardon... a discernere (anche i preti)...
      Ogni volta occupano i primi posti allineati davanti ai catecumeni.

      Quando mai hanno anche solo somigliato per un attimo a dei condannati a morte?
      Casomai i condannati a morte, in senso lato, sono stati l'oggetto del loro imperio, i catecumeni semplici.

      Quando mai si sono ritenuti stolti, deboli e disprezzati?
      La prima regola che ti insegnano quando metti piede in Cammino, è che i catechisti sono perennementi illuminati e vanno apprezzati per quello che fanno.
      Kiko docet quando si vanta che i borricos hanno la fortuna immensa di avere lui come catechista, genio umano e spirituale.

      Quando mai hanno sofferto fame, sete e nudità? Quando mai sono stati schiaffeggiati? Magari hanno schiaffeggiato, e ce ne sono testimonianze.
      Hanno avuto tutto GRATIS, pagato dai lavoratori e dai pensionati, il massimo del bello e del lussuoso. Maggiordomo mattutino compreso.

      Quando mai hanno lavorato con le loro mani?
      Nemmeno un giorno dal 1968 in poi.
      Poco anche prima.

      Quando mai sono stati spazzatura del mondo, rifiuto di tutti?
      Si sono imposti in mille modi, il primo di tutti coi soldi, che loro stessi chiamano sterco del diavolo.

      San Paolo può ben dire: "fatevi miei imitatori". Tutto ciò che ha elencato l'ha vissuto sulla sua pelle.

      Ma Kiko e compagna e catechisti vari????

      Dovessimo farci loro imitatori, dovremmo abitare in edifici di lusso, viaggiare spesati per tutto il mondo, essere apprezzati dai catecumeni, obbediti, frequentare hotel 5 stelle e Domus extra milionarie, rintanarci come topi durante la pandemia, lasciando da soli i marinai sulla barca in tempesta...

      Ma veramente credi a quello che hai scritto?
      No, perché nemmeno un chilo di prosciutto per occhio potrebbe produrre un tale risultato.
      Marco

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    3. Ma ti prego, ma cosa c'entra?
      E' Kiko che vi ha convinto di essere l'apostolo Paolo, povero fesso

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  10. Quello che Kiko e i suoi catechisti devono dire direttamente è: "Io sono il tuo dio"

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  11. Se veramente apri il cuore, il cammino cambia l’anima e lascia che tu veda IL BENE dappertutto .
    --------------
    Dietro questa frase testimonianza della figlia del cammino traspare altro ancora.
    Che significa vedere il BENE dappertutto?
    In un contesto, quello neocatecumenale, dove tutto è dipinto cupo, senza via d'uscita se non passi per l'imbuto del Kerigma Kikiano?
    C'è che ti girano tutto a "volontà di Dio" molto strumentalmente. Nel senso che si ammazza ogni senso critico, ogni discernimento (che non sia quello dei catechisti) doveroso. Le situazioni vanno pesate, vanno 'giudicate', se no che siamo? Uomini o bestie? Le azioni non sono irrilevanti.
    È aberrante sentirli blaterare, anche di comportamenti deprecabili e vergognosi:
    "Dio lo ha permesso per il TUO BENE"

    ECCO QUI CHE SI AVVERA CHE TU VEDA IL BENE DAPPERTUTTO.

    In che senso, cosa si intende.

    È più facile imporre il NON GIUDICARE cose che vanno giudicate invece, eccome, e condannate e bandite da comunità che si autoproclamano cristiane e cattoliche.
    Cose deprecabili anche a livello civile e umano. Ovviamente.
    E no che le vittime debbano comprimersi nel silenzio omertoso di chi viene costretto a non denunciare le violenze subite. A perdonare e chiedere perdono PER FORZA ai propri carnefici ai quali, contemporaneamente, nessuna correzione è applicata.

    Ecco che il male è chiamato bene in comunità.
    E di cose simili ne fanno molte.

    Pax

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  12. I figli del cammino quando diventano maggiorenni , continuano a fare le convivenze ma con un compagno/a ,allontanandosi scappando anche dalla messa domenicale ,perchè hanno un rebound da kikianismo allucinante.

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  13. Per leonardo che cita san Paolo: conoscerà di certo il canto del cammino, "Come condannati a morte". Il testo, che si dichiara tratto da 1 Corinzi 9, 4-13, è quello che lui ha citato sopra: si sarà accorto delle omissioni del canto riportato nel Risuscitò?
    Gli rinfresco le idee.
    Di seguito il testo del canto di Kiko (in maiuscolo i ritornelli).

    "Fino al presente soffriamo fame soffriamo sete e nudità.
    Siamo perseguitati e andiamo erranti.
    Insultati, benediciamo e schiaffeggiati, lo sopportiamo.
    Se siamo diffamati rispondiamo con amore.
    SIAMO DIVENTATI LA SPAZZATURA DEL MONDO
    E IL RIFIUTO DI TUTTI.
    Perché penso che a noi, gli apostoli, Iddio ha assegnato l'ultimo posto
    COME CONDANNATI A MORTE,
    Posti come spettacolo per il mondo per gli angeli per gli uomini
    COME CONDANNATI A MORTE...
    SIAMO DIVENTATI..."

    Ora riporto il testo di San Paolo, 1 Corinzi 9, 4-13 citato da leonardo:

    "Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all'ultimo posto,
    come condannati a morte,
    poiché siamo diventati spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini.
    Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti,
    voi onorati, noi disprezzati.
    Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità, veniamo schiaffeggiati, andiamo vagando di luogo in luogo,
    ci affatichiamo lavorando con le nostre mani.
    Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi".

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    1. Ci sono almeno due frasi espunte dal testo di Kiko Argüello.
      Una è "ci affatichiamo lavorando con le nostre mani."
      Certo, non "suonava" bene... tutta una questione di sintassi... o di estetica!
      Zoticoni noi che non capiamo quanto offenda il senso del bello solo l'ipotesi che i catechisti di alto rango, gli apostoli, si affatichino lavorando con le proprie mani!
      Poi anche viene omesso il versetto "Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti, voi onorati, noi disprezzati".
      Era poco estetico, stonava forse? O faceva comprendere che gli Apostoli si sacrificano e affrontano l'ignominia per i fratelli di comunità, perché essi siano onorati?
      Tutto il contrario di ciò che avviene in comunità, in cui sono i fratelli ad essere "tartassati", ad essere trattati come spazzatura, mentre ai catechisti vanno tutti gli onori. E guai a chi "giudica"!
      Forse leonardo ci può finalmente spiegare come mai quei due versetti non stiano nel canto (e perché nell'intestazione del Risuscitò ci sia l'indicazione 1 Corinzi 4-13: chi ha l'ultima versione, controlli se la situazione è invariata).

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    2. l'evangelizzazione è un lavoro. Pensiamo ai presbiteri, vescovi, i missionari. Pensiamo a Gesù Cristo nei suoi 3 anni di missione. San paolo nei suoi lunghi viaggi e le collette in favore delle varie comunità in terra Santa, per sostenere i bisognosi e l'evangelizzazione.

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    3. Ma basta con questi slogan kikolatrici!

      L'evangelizzazione non è un lavoro - e infatti la Chiesa non lo definisce tale. Al massimo è una vocazione, un compito, una chiamate, un dovere, ma non è un lavoro né nel senso di "mestiere", né nel senso di "fatica".

      "Evangelizzazione", in particolare, non è il mestiere di costituire nuove comunità neocatecumenali. Questo, al più, è proselitismo kikiano-carmeniano, che col Vangelo e con la Chiesa non c'entra niente, visto che nel Cammino il Vangelo viene distorto e la Chiesa viene disubbidita o sfruttata per far crescere il Cammino.

      Lo slogan che l'evangelizzazione sarebbe un "lavoro" è la patetica foglia di fico dei cosiddetti "catechisti" avidi di denaro, di beni, di trattamenti di lusso. Adoperano abusivamente l'espressione «il lavoratore ha diritto al suo salario» di 1Tm 5,18 per sottintendere che il "lavoro" degli scagnozzi di Kiko andrebbe lautamente e acriticamente ricompensato (vedi articolo fantozziane disavventure dei neocatecumenali più piccoli).

      Nella Chiesa cattolica si dice invece che l'evangelizzazione è una vocazione e un dovere. "Dovere" nel senso che quanto più vivi la fede, tanto più la trasmetti. Non puoi trasmettere una fede che non vivi, non puoi evangelizzare se il Vangelo non permea davvero la tua vita. Dunque il primo passo per evangelizzare è... curare la propria anima, coi sacramenti, con lo sforzarsi di non peccare, col conoscere la dottrina cattolica, la vita dei santi, ecc.

      "Vocazione", poi, è nel senso di libera risposta personale ad una chiamata personale, risposta che viene vagliata ed eventualmente approvata dalla Chiesa. Nessuno si autoinventa "evangelizzatore". Ma nel Cammino, abusivamente e falsamente, ci si vanta di essere "mandati ad evangelizzare" col sottinteso che il Vangelo consisterebbe nell'ideologia del kikismo-carmenismo, e col sottinteso che il successo dell'evangelizzazione consisterebbe nella creazione di nuove comunità neocatecumenali.

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  14. Il paragone che fa Leonardo tra il Cammino e San Paolo è fuori luogo.
    San Paolo è un Apostolo, fa parte della Gerarchia della Chiesa e parla a nome della Chiesa.
    I camminanti, perciò, devono anch'essi farsi imitatori di Paolo, non dei "catechisti".

    Tutti coloro che appartengono a una qualche particolare spiritualità, devono prima seguire la Chiesa attraverso una liturgia comune, una catechesi comune nei suoi elementi fondamentali, una carità comune.
    Vivere una particolare spiritualità in un'associazione o in un movimento può aiutare, ma prima occorre vivere la spiritualità della Chiesa comune a tutti, che è garanzia di tutte le spiritualità autentiche.

    Il problema è che molti camminanti pensano che il Cammino non è un movimento e perciò, se non è un movimento, è la Chiesa.
    Non pensano che il Cammino fa parte della Chiesa, esattamente come le altrte aggregazioni ecclesiali, ma che è la Chiesa stessa. E perciò giustificano il paragone tra Paolo, che rappresenta la Chiesa, e i loro "catechisti", che rappresentano Kiko.

    I movimenti devono condurre a Cristo e alla Chiesa, e non pascere se stessi, altrimenti sarebbe meglio per gli adepti che sparissero.

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  15. Gli asini che ragliano "voi le eresie le vedete ovunque" non meriterebbero una risposta.

    Ma dato che non tutti ricordano cosa significa esattamente "eresia", bisogna spiegare fino allo sfinimento che "eresia" è una distorsione delle verità di fede.

    Per esempio è eresia insinuare che Dio sarebbe sadico e cattivo. Sono attributi del peccato umano, e Dio - l'essere perfettissimo, di infinita giustizia, ecc. - non può contenere in sé il peccato, e neppure le conseguenze del peccato. Altrimenti non è Dio, ma è una rappresentazione di qualcosa che non esiste nella realtà.

    È anche eresia il disconoscere la presenza di Nostro Signore Gesù Cristo nel Santissimo Sacramento. Notate che l'eresia, per essere tale, non ha bisogno di essere espressa esplicitamente a parole. Non c'è bisogno di dire "secondo me il Signore non è presente". Può essere espressa anche coi fatti, comportamenti, atteggiamenti. Ed infatti i fratelli del Cammino, pur non negando a parole il Santissimo Sacramento, lo trattano proprio come se non credessero alla Presenza Reale. Sempre, continuamente, ossessivamente, cosa che toglie loro l'alibi del "qualcuno era distratto", o del "qualcuno aveva troppo sonno e non aveva capito".

    È possibilissimo che nei gruppi e movimenti sedicenti cristiani possano circolare eresie. Talvolta perfino in buona fede, perché qualcuno che non ha capito qualcosa riesce a presentare la propria confusione dottrinale in maniera molto elegante, procacciandosi un sèguito di persone. Il tipico eretico del passato aveva una vita morale molto rigorosa, per cui la gente semplice era indotta a pensare: se costui è talmente "spirituale" e "ascetico", allora anche i suoi insegnamenti devono essere "buoni". E cadevano nella trappola.

    Convenzionalmente accusiamo di eresia chi si ostina a proclamare l'errore anche dopo che gli è stato ripetutamente fatto notare che l'insegnamento della Chiesa lo ha sempre contraddetto, sbufalato, smentito. Può capitare che per distrazione, o per erronea convinzione temporanea, qualcuno parli o agisca come se volesse distorcere una verità di fede. Ma se viene posto di fronte alla verità, e ripetutamente si ostina a perseverare nell'errore, è un eretico, che gli piaccia o no, davanti a Dio e davanti alla Chiesa è un eretico, perché nonostante i talenti ricevuti (a cominciare dall'intelligenza), si ostina a negare ciò che la Chiesa ha sempre e ovunque affermato. (Ed infatti l'eresia contiene sempre una gran superbia, la superbia del convincersi di saperne più della Chiesa assistita dallo Spirito e garantita come infallibile da Nostro Signore stesso).

    Le eresie neocatecumenali sono molte, ben confuse, stratificate, perché Kiko e Carmen unirono le loro forze non per dar gloria a Dio ubbidendo alla Chiesa, ma per dar gloria a sé stessi disubbidendo a Dio e alla Chiesa, adattando i loro insegnamenti per far diventare il più schiavi possibile gli adepti, pescati dalle parrocchie. E dunque, per continuare ad estrarre adepti dalle parrocchie, hanno avuto bisogno di fingersi "più cattolici dei cattolici". La Chiesa comanda "magro e digiuno" il venerdì santo? E loro, per sembrare più cattolici dei cattolici, comandano nientemeno che tre giorni di digiuno con abbuffata finale la mattina di Pasqua. La Chiesa propone l'apertura alla vita? E loro ti guardano in cagnesco se non sforni figli come conigli...

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    1. Il tutto ha funzionato bene anche perché nel periodo postconciliare c'è stata tutta una frenesia a improvvisarsi esperti di Bibbia. Gente che non sapeva nemmeno i dogmi principali della fede, si metteva a elucubrare su oscuri versetti biblici senza capirne nemmeno il "gergo" e il contesto.

      Pensate un po' a quanti gravissimi danni hanno fatto Kiko e Carmen interpretando in modo sbagliato le parole di Nostro Signore «se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie,...» (cfr. Lc 14,26ss), confondendo l'amore di preferenza con l'odio esplicito (e quindi tutta la patetica recita del "mia moglie è la mia croce", ecc., obbligatoria nel Cammino, come se Nostro Signore comandasse di andare contro la carità e contro gli stessi Comandamenti).

      Ora, i pilastri della fede sono tre: le Scritture, la Tradizione e il Magistero, fermo restando che le Scritture sono incomprensibili al di fuori della Tradizione e del Magistero. Nella mentalità protestante le Scritture sono qualcosa di completo "in sé" e quindi chiunque può cimentarsi a tentare di capirci qualcosa (col risultato che il protestantesimo si è diviso in decine di migliaia di protestantesimi diversi, in concorrenza tra loro, in conflitto fra loro, incompatibili fra loro, accomunati solo dal fatto di sentirsi superiori alla Chiesa e a tutte le altre sette protestanti). Ma Nostro Signore, istituendo la Chiesa cattolica, ha inviato il Paràclito anche per spiegare i propri insegnamenti e dunque chiarire anche il senso delle Scritture (cfr. anche Gv 16,7-15). Cioè ha voluto che la Chiesa fosse l'autorità vivente capace di interpretare le Scritture. Nostro Signore non intendeva fondare un club di esperti biblici ma la Chiesa, autorità viva, che ne proseguisse la Sua divina opera di guidare, insegnare, santificare. E dunque la Chiesa è autorevole (Tradizione: ciò che si è sempre fatto, detto, creduto, ovunque, in ogni epoca), insegna autorevolmente (Magistero), e quindi autorevolmente chiarisce il senso delle Scritture. Il singolo ha a disposizione solo il suo buon cuore e la sua (non sempre ciclopica) intelligenza...

      Tutto questo a Carmen e Kiko non interessava. I due spagnoli erano intenzionati solo a diventare capi di qualcosa, ubbiditi, lodati, temuti, incensati, e soprattutto pagati. Per cui quando tale obiettivo si scontrava con le Scritture, la Tradizione o il Magistero, i due autonominati "iniziatori" non hanno avuto alcuno scrupolo a mistificare le Scritture, ignorare la Tradizione, reinterpretare a proprio comodo il Magistero. Nessuno scrupolo.

      p.s.: perfino nei casi in cui a Dio fossero attribuite parole tipo: «mi vendicherò dei miei nemici» (come ad esempio in Is 1,14), bisogna comprendere anzitutto il contesto. Noi peccatori, di fronte a Dio infinitamente buono, non siamo suoi nemici se non nella misura in cui deliberatamente ed esplicitamente vogliamo esserlo. Ma in qualità di creature limitate, abbiamo la possibilità di ottenere il perdono. Il perdono ci è offerto proprio perché siamo limitati, incapaci di essere "coerenti fino alla fine". Cioè il peccato, nella nostra vita, potrebbe non essere la nostra ultima parola. Ad essere deliberatamente nemici di Dio, coerenti fino all'eternità, sono solo gli "angeli decaduti". Dunque quando Dio annuncia vendetta, l'obiettivo è sul demonio, non sugli uomini. L'uomo potrebbe ravvedersi anche in fin di vita (il Curato d'Ars parlò del caso eccezionale di un suicida che, gettatosi dal ponte, si era ravveduto "fra ponte e fiume"), gli angeli decaduti no, perché la loro decisione cosciente, libera, deliberata, di andare contro Dio, è avvenuta non per "umani limiti", non per "inclinazione al peccato", non nel tempo, ma nell'eternità. L'espressione «mi vendicherò dei miei nemici» ci resta comunque come monito, insieme alle severe parole di Nostro Signore nel Vangelo - come riguardo all'invitato che non aveva l'abito nuziale, alle vergini stolte, al sotterratore di talenti...

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  16. Vorrei conoscere la vostra esperienza di fede, per cortesia, che esperienza avete?

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    1. L'eventuale conoscenza della nostra esperienza di fede non ti darebbe alcuna informazione nuova riguardo ai problemi del Cammino.

      Infatti i problemi del Cammino sono fondamentalmente tre:
      - un grave problema dottrinale (ambiguità e vere e proprie eresie, cioè distorsioni delle verità di fede insegnate dalla Chiesa cattolica)
      - un grave problema liturgico (celebrazioni secondo le norme di Kiko e Carmen anziché secondo i documenti liturgici validi per tutta la Chiesa)
      - un grave problema di carità (cioè lo scopo del Cammino non è promuovere la fede dei suoi aderenti, ma solo l'idolatria per Kiko e Carmen, il grosso giro di soldi senza alcuna rendicontazione, la protezione dei pedofili e abusatori sessuali neocatecumenali, ecc.)

      Le numerose testimonianze presentate nelle oltre 2700 pagine di questo blog sono solo la conferma di quei tre problemi. Significa che in moltissimi hanno potuto vedere, udire, fare esperienza, e confermare ciò che persone molto più autorevoli di noi hanno già pubblicato. Vedi ad esempio il libro La setta neocatecumenale, di don Ariel Levi di Gualdo.

      La "politica" degli ultimi Pontefici è stata il disperato tentativo di rincorrere il pecorone neocatecumenale scappato nel deserto, tentando di far leva sul buon cuore dei singoli adepti della setta, finora senza alcun successo. Non è una pecorella smarrita, è proprio un pecorone che è scappato dal recinto e non vuol rientrarvi, convinto di essere lui stesso il recinto, e tenta pure di far scappare altre pecorelle...

      Insomma, le tue domande retoriche non servono a nulla. Devi verificare tu stesso, con onestà intellettuale e davanti a Dio, quanto sono fondate le critiche al Cammino. Lo strumento di verifica non è questo blog, ma voci molto più autorevoli di noi.

      Per esempio, comincia a reclamare dai tuoi cosiddetti "catechisti" il pieno rispetto dello Statuto del Cammino.
      Che all'articolo 13, nella nota 49, fa pienamente sue le «decisioni del Santo Padre» Benedetto XVI del 1° dicembre 2005, che vietano tutti gli strafalcioni liturgici neocatecumenali.

      Se non lo fai, davanti a Dio e davanti alla Chiesa ti rendi complice delle carnevalate liturgiche istituite dai due laici eretici e arroganti Kiko e Carmen.

      Ah, nel frattempo ti ricordo che lo Statuto non prevede la "Decima".
      Smetti di pagare la Decima al Cammino, e versala invece in opere di carità in cui il Cammino non c'entra niente (come ad esempio un monastero di clausura tradizionale). Oppure, se sei sposato, spendili per la salute e il bene di tua moglie e dei tuoi figli, onorando così il sacramento del matrimonio. In entrambi i casi Nostro Signore apprezzerà... mentre i cosiddetti "catechisti" si infurieranno per l'ammanco, lamentandosi ipocritamente che qualcuno non si sta "provando coi beni", proprio come se fossero schiavi di mammona e in braccio al demonio, proprio come se nella loro insaziabile avidità dessero per scontato che sei un pollo da spennare.

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    2. Ma da quando bisogna portare un curriculum per la fede. E seconda cosa, la vita è già tutta una competizione, anche chi capisce più di cibo o vino è diventato una competizione tra la gente frustrata, ma almeno nella fede non c'è chi ha più fede e meno fede e non c'è una classifica ed ognuno fa un percorso diverso che è fatto di cadute, dubbi, arrabbiature; cosa naturale per qualsiasi persona umana imperfetta e che ha patita della sofferenza, anche i santi ne avevano e non lo hanno mai negato,non si vantavano di superare le sofferenze con sorrisi e canti. Voi invece che siete dei frustrati appartenenti ad una setta, che parlare tutti uguali come dischi rotti, fare le classifiche tra di voi tra chi è più "bravo" a seguire le regole assurde di Kiko e vi vantate di giocare in Champions della fede mentre noi fuori dalla setta siamo in serie C. Siete ridicoli e vergognosi. Mi vergogno di essere stato lì dentro per quasi 20 anni ma soprattutto di aver frequentato voi, persone negative distruttive e maligne. Ex fratello

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    3. San Domenico Savio è morto a 15 anni ed è stato proclamato santo. Non aveva fatto nessun percorso di fede, non pagava la decima, non era andato a suonare campanelli, nè a confessare pubblicamente i propri peccati di fronte a tutti, nè tantomeno aveva fatto un costosissimo viaggio in Israele con un finto secondo battesimo e pagliacciate alla tomba di Lazzaro. Era solo molto assiduo nei sacramenti, soprattutto confessione ed eucarestia.

      Non c'è bisogno di esperienze di fede da strombazzare ai quattro venti per diventare santi.

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  17. Ricordiamo ai gentili (e meno gentili) lettori del blog che il tema di questo blog è il Cammino Neocatecumenale.

    Se qualcuno volesse giocare a fare il catechistone infuriato e discernente, provi davanti allo specchio. E si ricordi che il Cammino contiene ancor oggi troppi errori da correggere: prendersela con questo blog significa perseverare in quegli errori.

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    1. @tripudio, ma visto che la Chiesa non ha ravvisato errori, tanto è vero che ha approvato lo statuto (prima che parli della famosa patente di guida e dei segnali stradali, ti ricordo che lo statuto non è un attestato di guida ma una "omologazione di un nuovo veicolo al pubblico registro automobilistico"), verificato e approvato il direttorio catechetico e tutte le celebrazioni extraliturgiche. Poi dulcis in fundo ha pure dichiarato che il cammino Neocatecumenale è dotato di personalità giuridica pubblica, mi spieghi quali sarebbero questi famigerati "errori"? Grazie. Casomai, visto che suppongo ne sparerai a decinaia, se ne spari uno alla volta possiamo discuterne.
      Fallacio Asino Vinicio

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    2. Come al solito il Fallace Asino viene a ragliare con le solite panzane.

      Che rettifichiamo solo per confermare agli altri lettori la sua asineria:

      1) lo Statuto, anche a volerlo interpretare come "omologazione di veicolo", non autorizza il guidatore del veicolo né a modificare arbitrariamente il veicolo, né a infrangere le norme del codice della strada.

      Invece nel Cammino vigono modifiche arbitrarie (per esempio la Decima non è prevista dallo Statuto eppure è obbligatoria dal Secondo Scrutinio in poi), e si continuano ad infrangere le norme valide per tutta la Chiesa (per esempio in materia liturgica).

      2) del Direttorio Catechetico è stata approvata solo la pubblicazione, non il contenuto.

      Cioè la Chiesa non ha impegnato la propria autorità su tale Direttorio - peraltro sconfessato dallo stesso Kiko. L'autorizzazione alla pubblicazione significa solo che si può pubblicare. Ma non è mai stato pubblicato, e ancor oggi resta segreto, perché altrimenti tutti capirebbero che le "catechesi" del Cammino non sono quelle del Direttorio.

      3) le "celebrazioni extraliturgiche" sono state approvate solo perché ricalcavano quelle dei documenti liturgici, ma sappiamo bene che gli "scrutini" extraliturgici approvati non sono per niente i veri scrutini che avvengono nel Cammino.

      Fra l'altro quell'approvazione fu letteralmente la montagna che partorisce il topolino: i kikolatri erano stati radunati per mettere Benedetto XVI di fronte al fatto compiuto, e nelle comunità del Cammino si diceva che era stata finalmente approvata la liturkikia. E invece il cardinal Burke sventò la furbata neocatecumenale.

      4) lo status di "personalità giuridica pubblica" non autorizza abusi, eresie, strafalcioni liturgici, scarnificazioni delle coscienze, protezione di abusatori sessuali e pedofili, sfornar figli come conigli, eccetera.

      Riguardo agli errori del Cammino sono stati già pubblicati numerosi libri e articoli, già discussi mille volte su questo stesso blog. Chiederci di riscriverli in ogni commento è un patetico tentativo di estenuarci, ed è anche la dimostrazione che la tracotanza neocatecumenale è davvero il segno che desiderano perseverare nell'errore, proprio come degli idolatri che non vogliono sentir parlare di errori del proprio idolo.

      p.s.: noi non ci inventiamo nulla, è lo stesso Kiko che va dicendo che nel Cammino "non conta nulla che sei prete, frate, suora, vescovo".

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    3. Elenchi le cose a ritroso, Fallacio.

      Tra il primo Statuto ad experimentum del 2002 (con tutta probabilità concesso ad un'associazione privata, ma nessuno ne ha mai parlato) e quello del 2008, il Cammino si è trasformato in persona giuridica pubblica nel 2004. "Fondazione autonoma" (di beni spirituali).
      Ecco cos'è per la Chiesa "giuridicamente" il Cammino Neocatecumenale: una Fondazione Autonoma (molto anomala).

      Prima quindi è intervenuto il riconoscimento a persona giuridica pubblica (2004) e SOLO 4 anni dopo è apparso lo Statuto del 2008.
      Come dire che tra il 2004 e il 2008, per la nuova persona giuridica pubblica, ancora valeva lo Statuto accordato all'associazione privata.

      Nulla è stato contestuale, come deve essere.

      Incuneandosi nei 5 anni (poi 6, all'effettivo) dell'experimentum, non hanno atteso la scadenza per il riconoscimento a Fondazione, ma lo hanno anticipato a due anni dopo il primo Statuto (2002-2004).

      Ora anche i sassi sanno che quando avviene l'erezione a persona giuridica, l'associazione o fondazione che sia deve produrre contestualmente anche il proprio Statuto.
      Ciò fa pensare che, nel silenzio più totale, esista uno Statuto allegato al decreto di erezione a Fondazione, datato 2004.

      Invece i furbetti fuorilegge, complici prelati al posto giusto, hanno prodotto lo Statuto solo 4 anni dopo, ricalcando la falsariga dello Statuto del 2002.

      Perché questo rigirìo?

      Perché secondo le norme canoniche (mai modificate da nessuna autorità legislativa e mai soggette ad un'interrogazione formale al Dicastero per i Testi Legislativi), una Fondazione deve contenere alcuni elementi necessari per essere valida, prima fra tutti la dotazione patrimoniale (visto che per legge canonica e civile le Fondazioni riguardano i beni materiali. Soldi, insomma).

      Ma siccome il Cammino si è dichiarato "privo di patrimonio proprio", inventando una figura giuridica inesistente nelle norme canoniche e quindi non disciplinata, non poteva rendere pubblico lo Statuto del 2004, in cui quasi certamente ha dovuto dichiarare la propria patrimonialità.

      Ecco quindi apparire, 4 anni dopo l'erezione a persona giuridica, uno Statuto "ritardatario" che sarei proprio curioso di sapere se coincide con quello del 2004 che NECESSARIAMENTE deve essere stato allegato al decreto di erezione a Fondazione.

      Ma, guarda strano, tra tutte le pubblicità martellanti che il Cammino sbologna di sé, questo decreto del 2004 è introvabile, anche se menzionato alla nota 2, § 3, art. 1 dello Statuto 2008:

      "Cfr. PONTIFICIO CONSIGLIO PER I LAICI, 28 ottobre 2004 (Prot. N. 1761/04 AIC-110)."

      Confronta cosa?
      Questo (decreto? nemmeno lo chiamano decreto) non si trova nemmeno negli atti del Pontificio Consiglio per i Laici di quegli anni.
      Dov'è?

      Procuratecelo, per favore, così sfaterete ogni dubbio sulla liceità della procedura seguita per arrivare allo Statuto del 2008.
      Marco

      PS: Inutile che mons. Arrieta, Segretario del Dicastero per i testi legislativi, se ne vada a Baltimora a garantire la liceità della Fondazione Autonoma di soli beni spirituali.
      Produca pubblicamente i documenti e certamente crederemo.

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    4. Breve cronologia:

      - giugno 2002, lo Statuto ad experimentum per mettere il Papa davanti al fatto compiuto

      - settembre 2002, Giovanni Paolo II, dopo tre mesi senza mai nominare lo Statuto, dice che ora comincia la parte decisiva per cui il Cammino dovrà avere più responsabilità e adeguarsi alla Chiesa; parole cadute nel vuoto

      - 2004, la "Fondazione autonoma" come sopra ricordato

      - 1° dicembre 2005, lettera con le «decisioni del Santo Padre», a firma del cardinal Arinze, prefetto del Culto Divino

      - gennaio 2006, Gennarini ancora nega l'esistenza di tale lettera, per poi dire che se esiste, "è la prima volta che vengono consentite variazioni liturgiche" (mentiva, o non l'aveva proprio letta?)

      - febbraio 2006, Kiko finalmente ammette l'esistenza della lettera ma la travisa "il Papa ci dà due anni"

      - giugno 2007, scadono i cinque anni dello Statuto ad experimentum

      - settembre 2007, giornalisti neocatecumenali si lamentano che Kiko sta annunciando un po' troppo spesso che lo Statuto definitivo verrà approvato a breve

      - 1° dicembre 2007: scade il periodo di "massimo due anni" per abolire la "comunione seduti" con pagnottone e copponi-insalatiera e per adeguare le comunità del Cammino alla liturgia cattolica

      - dicembre 2007 e febbraio 2008, giornalisti neocatecumenali si lamentano di nuovo che Kiko annuncia sempre lo Statuto definitivo che non arriva mai

      - aprile 2008, due fonti diverse confermano che il Papa non ha alcuna intenzione di rinnovare quello Statuto scaduto da ormai un anno

      - maggio 2008, Rylko telefona a Kiko (in quel momento in Israele) per dirgli di preparare i festeggiamenti perché lo Statuto definitivo è stato approvato

      - 13 giugno 2008, festeggiamenti per lo Statuto, Kiko dice che «ora è il Papa a dover combattere con Arinze», nonostante lo Statuto abbia fatto sua la "lettera di Arinze" del 1° dicembre 2005

      - per un intero anno Benedetto XVI tacerà sullo Statuto, neppure un messaggio di congratulazioni, neanche una menzione alle udienze, proprio come se non lo avesse voluto lui

      - gennaio 2012, i neocatekikos tentano l'ennesimo colpo di mano per autoapprovarsi la liturgia, ma a causa del cardinal Burke il piano fallisce e vengono approvati solo degli insignificanti "riti extraliturgici" che non sono quelli della prassi neocatecumenale

      - luglio 2023, i neocatekikos ancora disubbidiscono alla lettera del 1° dicembre 2005 e al loro stesso Statuto.

      Nessun fratello del Cammino si è mai dispiaciuto per la continua disubbidienza e malafede del Cammino e dei suoi capi.

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    5. Non se ne sono mai dispiaciuti della disobbedienza allo statuto, perché lo statuto stesso non l'hanno mai letto e nemmeno interessa loro farlo!
      È un pezzo di carta straccia, che hanno dovuto acquistare, uno a testa, e basta!
      Se ci fossero scritte 2 pagine di barzellette, l'ultimo numero di Tex, o il menu del ristorante per loro sarebbe la stessa cosa.
      Lo statuto può dire quello che vuole, purché continuino a fare "quello che si è sempre fatto in comunità".
      Apparisse loro Gesù Cristo o la Madonna chiedendogli di obbedire alla Chiesa, non lo farebbero. Preferiscono obbedire a Kiko. E non lo invento io questo, lo ho sentito dire con le mie orecchie dai "fratelli adulti nella fede".

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    6. Intanto ricordiamo che se non versi puntualmente la Decima, ti individuano e te la fanno pagare cara.

      Ricordiamo anche le numerose testimonianze che in pieno lockdown i cosidddetti "catechisti" andavano casa per casa a riscuotere la Decima in contanti.

      "Ehi, fratello! stasera si fa la Decima, non mancare!"

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    7. Ricordo che mons. Arrieta fu anche quello che intervenne nella faccenda di Guam per sostenere il Cammino Neocatecumenale sulla Yona Property.

      All'epoca analizzò bene il fatto Jungle Watch, producendo e sfatando il parere del "Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi", naturalmente firmato a nome di Arrieta.

      Cronologicamente:

      2015 - http://www.junglewatch.info/2015/04/do-you-want-to-tell-people-rest-of.html

      2016 - http://www.junglewatch.info/2016/11/bishop-juan-ignacio-arrieta-ocho-de.html

      2017 - http://www.junglewatch.info/2017/07/look-first-to-heaven-and-then-to.html

      Quindi ci chiediamo: che ci faceva Arrieta a Baltimora il 14 novembre 2022 per la presentazione del Cammino Neocatecumenale all'Assemblea Plenaria dei vescovi americani?

      Cosa lo ha spinto così tanto da prendersi il disturbo di un viaggio aereo da Roma a Baltimora?

      Il tentativo di dare una spiegazione giuridica alla Fondazione Cammino Neocatecumenale, per ammantarlo di legalità.
      Evidentemente pensavano che ce ne fosse bisogno...

      Ma le esposizioni giuridiche di questo prelato spagnolo (che pare proprio sia andato apposta a Baltimora solo per sostenere il Cammino) sono quantomeno fantasiose e per niente agganciate al diritto, tantomeno canonico (eppure è un canonista che occupa il posto di Segretario del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi dal 2007)

      Tanto per conoscenza, in seguito posterò le dichiarazioni di questo Arrieta all'epoca dello Statuto 2008.
      Ci sarà da divertirsi a sentire come si arrampica sugli specchi.
      Ma il problema non è ciò che dice Arrieta, alla fine, è un problema ben più grosso di legittimità.
      Marco

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    8. Al tempo dello Statuto 2008, mons. Arrieta rilasciò delle "annotazioni canoniche" sull'approvazione definitiva, cercando anche di giustificare ciò che era avvenuto 4 anni prima, cioè la Fondazione autonoma di (soli) beni spirituali.
      Naturalmente, essendo Segretario del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, le sue dichiarazioni furono prese per buone.

      Diceva:

      1) - "Ad onor del vero, pur NON essendo una CATEGORIA ISTITUZIONALE TIPIZZATA come tale NELL'ORDINAMENTO CANONICO (nemmeno in quello civile), che per essere costruita richiede l’USO DELL’ANALOGIA rispetto ad altre norme canoniche – sulla persona giuridica, le associazioni, fondazioni, ecc. - va pure detto che questa impostazione, ricevuta sei anni fa come una novità..."

      Ricevuta 6 anni fa come una novità???
      Ma se nel 2002 il Cammino non era nemmeno una Fondazione...
      Stendiamo un velo pietoso.
      Ma lo dice lui stesso: non è una categoria istituzionale tipizzata prevista dal codice.
      Per “costruirla” si è ricorsi all’analogia (nel 2004).
      Ora, qui si tratta proprio di interpretare diverse norme del CIC per “costruire” una figura giuridica nuova di zecca “in via analogica”.
      Si può fare?
      Data la portata della questione (costruzione di una nuova figura giuridica non istituzionalmente tipizzata, cioè non prevista dalle norme) si deve per forza ricorrere all'interpretazione AUTENTICA e non a discorsi campati in aria senza fondamento giuridico fatti nei corridoi vaticani.
      Ma chi può interpretare autenticamente le leggi universali della Chiesa, di cui fa parte anche il CIC?
      Il Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi e, a seguito, occorre la conferma del Pontefice.
      Solo nel caso in cui “non si configuri un dubbio di diritto tale da richiedere un’interpretazione autentica, (il Pontificio Consiglio) può offrire opportuni ed autorevoli chiarimenti circa il significato della norma…”
      Chiaramente, però, non è questo il caso.
      La “costruzione” di una nuova figura giuridica richiede per forza l’interpretazione autentica perché si tratta di un dubbio di grossa portata che conduce alla “costruzione” di qualcosa non previsto dalle norme. Non basta un chiarimento.
      Ma Arrieta non menziona MAI l’avvenuto procedimento interpretativo autentico, con tanto di conferma del Pontefice.
      Ci fosse stato, avrebbe costituito la più solida base giuridica e sarebbe stato quindi degno di menzione, perché l’interpretazione autentica ha “valore di legge” e deve essere promulgata (can. 16 § 2 CIC).

      Altrimenti, bypassando le previste procedure, ogni testa calda potrebbe introdurre "novità" che nella legge canonica non ci sono e, pertanto, non sono nemmeno disciplinate e nemmeno confermate dal Pontefice.

      Continua...

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    9. Poi Arrieta dice:

      "Ciò che in questo caso RICEVE PERSONALITÁ GIURIDICA PUBBLICA nella Chiesa È propriamente L’ITINERARIO DI FORMAZIONE CATTOLICA, cioè, IL METODO di catecumenato post-battesimale che gli Statuti descrivono. DETTO METODO RAPPRESENTA, infatti, quell’INSIEME DI BENI – in questo caso beni DI NATURA SPIRITUALE – che secondo il can. 114 § 3 CIC (cfr. anche 115 § 3) è suscettibile di ricevere nel diritto canonico personalità giuridica, a determinate condizioni. SI PUÒ DEFINIRE IL CAMMINO COME UNA FONDAZIONE DI BENI SPIRITUALI".

      Innanzitutto in diritto non vale l’espressione “si può definire…”. È o non è una fondazione?
      Poi dovrebbe spiegarci come fa un itinerario o un metodo a ricevere la personalità giuridica pubblica, dato che la personalità giuridica riguarda solo le persone fisiche e le organizzazioni/enti. Non certo gli itinerari o i metodi.
      Ah, dice perché il metodo "rappresenta l'insieme di beni spirituali" che nel diritto canonico è suscettibile di ricevere personalità giuridica.
      Ma il diritto canonico dice proprio così?
      Eh no.
      Dice:

      " L'INSIEME DI COSE, ossia la fondazione autonoma, consta di beni o di cose, sia spirituali sia materiali..." can. 115 § 3.

      "Beni o cose" "sia spirituali sia materiali", è chiaro che non è disgiuntivo (o materiali o spirituali), ma è onnicomprensivo (materiali e spirituali). E ciò lo dimostra tutta la normativa sulle fondazioni, dove l'elemento materiale è predominante e necessario (dando per accertato l’elemento spirituale).
      La giurisprudenza canonica è tutta in tal senso.
      Anche l’art. 114 § 3 CIC, rammentato da Arrieta, dice: “persone o COSE” per distinguere le associazioni dalle fondazioni.
      Si tratta quindi di “cose spirituali?”

      “Va detto anzitutto che la PRINCIPALE CONSEGUENZA – o una delle principali – NON va trovata NELL’AMBITO PATRIMONIALE, come DI SOLITO accade con le persone giuridiche di natura pubblica nella Chiesa. I soggetti con personalità giuridica pubblica, anziché privata, hanno la peculiarità che i loro beni sono tecnicamente “beni ecclesiastici” (can. 1257 § 1 CIC), e quindi sottoposti ai controlli giuridici stabiliti dal diritto. Nel caso presente IL PROBLEMA NON SI PONE, poiché l’art. 4 § 1 degli Statuti – uguale a quello del 2002, dove la personalità pubblica non veniva affermata – dichiara apertamente: “Il cammino Neocatecumenale, in quanto itinerario di formazione cattolica che si attua nelle diocesi mediante servizi resi a titolo gratuito, non ha patrimonio proprio”. La rilevanza della personalità giuridica pubblica del Cammino va trovata altrove.

      Ma noi non ci lasciamo influenzare dal modo di parlare di Arrieta.
      Lui parla di “principale conseguenza… nell’ambito patrimoniale”.
      Ma non si tratta di “conseguenza principale”, si tratta di “elemento principale”, perché l’elemento principale delle Fondazioni è la patrimonialità.

      Continua....

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    10. Continua Arrieta:

      “A MIO MODO DI VEDERE, la maggiore conseguenza di questa personalità pubblica, applicata
      all’itinerario di formazione neocatecumenale, riguarda la particolare autorevolezza ecclesiale…”

      In diritto, quando si crea una nuova figura giuridica (e lo deve fare il legislatore), non si può dire “a mio modo di vedere”. O è così o non è così.
      Arrieta crede di aver depistato l’attenzione dagli elementi principali alle conseguenze, ma per chi conosce il diritto, non è affatto così.
      Prima si deve valutare la liceità del costrutto, poi le conseguenze.
      Se il costrutto non è lecito, non lo sono nemmeno le conseguenze.

      “Risulta ABBASTANZA COERENTE. Essendo caratteristica della persona giuridica pubblica eretta dalla gerarchia della Chiesa il fatto di agire a nome della Chiesa (cf., PER ANALOGIA, CAN. 313 CIC), SEMBRA ABBASTANZA COERENTE che il METODO CATECHETICO CONFIGURATO ADESSO CON PERSONA GIURIDICA sia presentato facendo parte della pastorale organica della Chiesa, pienamente integrato nella sua struttura, e sotto gli auspici del Pastore diocesano, oltre che dei propri Responsabili che ne conoscono l’identità.”

      Abbastanza coerente? Sembra abbastanza coerente??
      Ma si può parlare così dell’applicazione delle norme giuridiche?
      La coerenza tra norme è fondamentale. “Abbastanza coerente” non è accettabile.
      Poi torna a ripetere il più grosso sfondone giuridico che un “metodo catechetico” possa ottenere personalità giuridica.
      Mai e poi mai!
      E poi quale articolo cita “per analogia” sul fatto di agire a nome della Chiesa?
      L’art. 313 CIC, riferito alle ASSOCIAZIONI.
      Altra arbitraria analogia…

      Quindi il Cammino, secondo il canonista Arrieta:

      “Si può definire” (non: è) una Fondazione autonoma di soli beni spirituali, che però non sottostà alle norme relative alle fondazioni, perché non è una categoria istituzionale tipizzata (cioè non esiste nelle norme e non è disciplinata).
      Avrebbero dato personalità giuridica a un metodo (e qui c’è davvero da mettersi le mani nei capelli) ma, siccome un metodo ha bisogno di PERSONE per poter essere applicato, si abbandona la fondazione e si ricorre all’associazione per dire che “agisce a nome della Chiesa”.
      Infatti un metodo, che non ha capacità di azione, non potrebbe agire a nome della Chiesa.

      Questo Arrieta dimentica infatti di dire che la “costruzione” di una nuova figura giuridica deve avvenire per legge e deve essere da essa disciplinata.
      In un ordinamento, sebbene canonico, non può esistere qualcosa di “inventato” e non disciplinato, che non appare in nessuna norma.
      Ciò che non appare nelle norme, non esiste.

      I maldestri tentativi di Arrieta sono solo rigiri di parole, che di giuridico non hanno nulla se non sfondoni su sfondoni che fanno dubitare ancor di più della liceità del percorso di riconoscimento neocatecumenale.
      Ma perché questo vescovo spagnolo sta ancora al suo posto?

      Ahhh!!! Già….
      Marco

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    11. Se quindi vogliamo farci una risata, immaginiamoci un metodo o un itinerario che AGISCE a nome della Chiesa.

      Anche chi non si intende di diritto non può non notare la contraddizione in termini.

      Un metodo/itinerario che parla, che si muove, che incontra persone, che fa raduni, che fa catechesi, che compie AZIONI...
      E può farlo... perché è una PERSONA giuridica.

      Maddai...
      Marco

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  18. Ha senso fare un blog sul Cammino Neocatecumenale?Che senso ha a che serve?

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    1. Sì, ha senso, come spazio di discussione per chi cominciasse ad avere dubbi sul Cammino.

      Ma se tu avessi cercato nella casellina di ricerca avresti facilmente trovato una delle tante pagine in cui rispondiamo alla tua domanda.

      Per esempio: a cosa serve questo blog? sei punti fermi.

      Oppure: ma che problemi avete col Cammino? a cosa serve questo blog?

      Elimina
    2. E sullo stesso argomento, per i lettori che non hanno problemi a leggere molto, segnaliamo la categoria "chi siamo":

      https://neocatecumenali.blogspot.com/search/label/chi%20siamo

      Invece, per lo studente che scrive come se non ci fosse un domani ma in compenso è ancora scarsino in lettura, raccomandiamo le favole di Esopo. Sono molto istruttive anche per quanto riguarda il Cammino Neocatecumenale.

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    3. ec lo studente imperiale, ovviamente.

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    4. Rispondo qui agli ipocriti anonimi che si lamentano del fatto che il sottoscritto usa uno pseudonimo.

      Questo è un blog, non un tribunale ecclesiastico.

      Nelle denunce che abbiamo fatto all'autorità ecclesiastica ci abbiamo messo i nomi e la faccia. Ma questo è un blog. Qui i nomi non servono, uno pseudonimo ci sta bene, anche e soprattutto per le vendette neocatecumenali (che non è una nostra ipotesi, ma qualcosa di già avvenuto più e più volte).

      E comunque il sottoscritto è un emerito signor nessuno. Il mio nome non aggiungerebbe nulla al fatto che nel Cammino si predicano eresie - come ad esempio «Gesù era un peccatore». Il fatto che il sottoscritto lo ricordi su queste pagine non cambia il fatto che quella è un'eresia e non cambia nemmeno il fatto che nessun kikolatra ha osato condannarla come eresia. Chissà perché.

      E non parliamo poi del fatto che Kiko stesso nei giorni pari dice che Dio è "parola, liturgia, comunità", e nei giorni dispari dice che il Cammino è "parola, liturgia, comunità". Cioè che il Cammino è Dio. E che dunque Kiko è il Redentore (infatti così si autorappresenta nei suoi sgorbi a tema sacro) e che Carmen sarebbe stata lo Spirito Santo. Ma i kikolatri non hanno mai voluto commentare questi fatti. Sono troppo occupati a cercare di scovare le nostre identità. Al massimo hanno detto (senza spiegarsi) che noi non avremmo capito.

      Aggiungiamo poi che per un contraddittorio è necessario che i neocatecumenali siano onestamente disposti a riconoscere la realtà dei fatti e delle evidenze. Sorpresa sorpresina: non sono mai stati disposti. Saremmo sempre stati noialtri a "non aver capito". Poi quando vengono inchiodati davanti all'evidenza e ai fatti, scappano, cambiano nickname.

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    5. Serve, serve anche ai talebani del Cammino che, esclusi dalle convivenze dai talebani del vaccino (eh sì, vi è successo pure questo, di voler fare ritiri negli alberghi a tutti i costi, lasciando a casa i "paria"!) sono venuti qui a controllare cosa veramente avesse detto Kiko in proposito e se veramente don Pezzi avesse fatto una certa lettera....

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    6. Questo blog serve per capire che il Cammino è una setta e che Kiko è - e sempre fin dall'inizio è stato - un falso profeta, un mestierante che si è garantito una bella vita materiale a spese dei cosiddetti fratelli.

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    7. questo Blog serve solo a farci girare i ...(censura)

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    8. Non si capisce come mai l'anonimo asino ragliante delle 11:14 continui ogni santo giorno a cliccare ossessivamente su questo blog dall'alba al tramonto e anche di notte.

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    9. Fate 30 e 31 : a quale lettera di don Mario Pezzi vi riferite? Se ne siete in possesso, pubblicatela una volta per tutte, fate come nei film americani, dove all'inizio di un matrimonio il prete dice : chi sa qualcosa che impedisca questo matrimonio parli ora o taccia per sempre...........................................................

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  19. Ripasso dei concetti.

    Ipocrita chi è?
    Sappiamo che ognuno ha il proprio modo di definire una cosa e di giudicare. Ma Dio è Verità, per cui ciò che ci dice Dio è.
    Bene! Questo è l'ipocrita:
    «Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.»
    Ascoltate attentamente!
    Se vi vengono persone che scrivonoì, COMPLETAMENTE, in anonimo, e potete vedere questo con i vostri occhi, e verificare in verità, e le stesse persone accusano gli altri di scrivere in anonimo, secondo voi, sono degli ipocriti, oppure dei cristiani che seguono il Signore veramente?
    Altro esempio. Se vi vedete uno che vi dice delel cose, come: se attaccato al denaro ( mentre lavori onestamenti e sei derubato dallo stipendio ( sapete come è la situazione in generale, lavori, ti sfruttano, e sei tassato dell'aria che respiri, mentre altri si godono le tue fatiche spartendosi stipendi e posti e appalti da amiconi), e ti accusano di altre cose ( ovviamente inesistenti, sono tutte calunnie per portare l'acqua al proprio mulino, cioè per assoggettarti alla loro volontà iniqua), e quella stessa persona ha infilato parenti in Vaticano tramite amici e conoscenze, secondo voi, sono degli ipocriti, oppure dei cristiani che seguono il Signore veramente?
    --

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    1. Intanto stiamo aspettando da mesi una vostra risposta alla fatidica domanda : chi è l'eunuco di Kiko?

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  20. Vi ho fatto questi esempi, vi rammento che sono solamente degli esempi, potrei mettervi sul piatto: la Decima ( c'è chi e tartassato e chi ne gode), i Nemici del Cammino ( sono tutti nemici coloro che vengono puntati perché li hanno capiti abbondantemente, realmente sono loro i vostri nemici ( fino a quando non si convertono realmente) perché vi usano, vi calunniano, abusano della vostra carità, usano il Vangelo per fini personali ecc), lo Statuto ( non vi è traccia di quanto dicono e fanno su questo, usano lo Statuto ( l'approvazione) per mettere a credere che loro siano in accordo con la Chiesa, e quindi con Dio. vi invito a dimostrarmi che possono "Violare il Foro Interno di una persona), l'Evangelizzazione ( usano il Vangelo per i propri fini personali, prima vi fanno i simpatici e gli affettuosi a suon di Vangelo, poi arrivano abusi, calunnie, diffamazioni, usano la vostra vita, usano il vostro lavoro ecc).
    Vi sono personaggi, che potete verificare, che vi diranno: lo Statuto non lo commenta, però c'è.... che lo commenta, o è prassi fare così e quindi è autorizzata e discorsi simili, tutti tendenti a convingervi, a manipolarvi, a strumentalizzarvi ecc.
    Carissimi, se siete persone un po' di questo mondo, cioè conoscete i meccanismi di questo mondo e gli inganni, sapete che il truffatore quando viene pescato con le mani nella marmellata avanza scuse e frottole per deviare il discorso. Se ascoltereste i truffatori, mentre truffano, ai quali vengono fatte le domande mentre stanno truffando la vittima, cioè mentre la vittima chiede spiegazioni ( faccio un esempio, quando truffano un'anziana, la chiamano e gli dicono tuo nipote necessita di tot, e l'anziana chiede di passargli il nipote, e loro rispondono che è impossibilitato perché sequestrato, o bloccato o altro) ecco che ti diranno sempre questo: ma questo si può fare perché è scritto nel Direttorio. Strano ma il Direttorio non lo può vedere nessuno. E qui, carissimi, sappiate che sicuramente è una truffa.
    Vi faccio una domanda: secondo voi, persone che odiano il Blog, e che hanno usato di tutto ( dalle lettere dei Papi, discorsi, calunnie, minaccie di denuncie ecc) per silenziare le persone che ci scrivono ( per silenziare questo Blog), sapendo di avere la prova nel Direttorio su quanto affermano, cioè sapendo di avere la prova per sbugiardare il Blog, e questa non viene tirata mai fuori, vi ripeto, sono degli ipocriti dissimulatori, oppure dei cristiani che seguono il Signore veramente?
    Questi sono i personaggi che avete davanti, vi parlano del Signore, sentirete il Vangelo, la Chiesa, il Papa e cose simili. Questa è la facciata esterna.
    Poi, successivamente, arriva la reale faccia che hanno dietro, celata: odio, innimicizia, menzogne, sfruttano il prossimo, calunniano, infamano, rubano, dissimulano, non obbediscono a Dio e al Vangelo ecc.
    A voi tutti la risposta.
    Cocludo: sapete, e sappiamo, che continueranno a dissimulare, ovviamente hanno detto ai quattro venti che parlano per bocca di Dio, e quindi devono salvare la loro faccia, e quindi continueranno e continueranno. Io, vi faccio presente, e lo riscrivo fino allo sfinimento, che sono disposto ad andare davanti a un Tribunale della Chiesa, o Commissione o altro, ovviamente con telecamere e audio e filmiamo il tutto, e a quel punto avanzerò quanto dico e affermo, e poi verifichiamo la realtà dei fatti. Nessuno si fa vivo, nessuno batte un colpicino.

    Isaia Paolo Geremia

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    1. Noi siamo dispostissimi ad andare in tribunale, cosi si verificherà una volta per tutte come stanno le cose. Li non ci saranno anonimi o nicknale che tengano. C'è solo un piccolo dettaglio, non esattamente trascurabile : il sommo Kiko non vuole che si vada in tribunale. Motivo . evitare ulteriore sputtanamento del Cammino. Quindi..................................................................................................................................

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    2. Chi si nasconde ha la coscienza sporca. È evidente. Anche se so che tu che scrivi non conti nulla lì dentro. Ma so che chi legge ha letto, e il messaggio gli è arrivato. Ed è arrivato anche ad altri. Questo conta, portare alla Luce la Verità.
      E davanti alla Verità non vi è luogo dove nascondersi.

      IPG

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  21. Nel suo più recente articolo su Jungle Watch, che non riguarda esplicitamente il Cammino, Tim allude all'aver personalmente «rischiato la vita e la famiglia per combattere certe guerre sataniche».

    E il Cammino non è certo angelico. Sono stati i pezzettoni grossi del Cammino a costruirgli addosso uno scandalo dal nulla, rovinandogli la famiglia. Sì, proprio il Cammino che si vanta di salvare i matrimoni e le famiglie, proprio il Cammino che canta «amate i vostri nemici», proprio il Cammino gli ha satanicamente fatto guerra in ogni modo. I sullodati pezzettoni hanno un gran posto all'inferno già prenotato... e in compagnia di chi quel posto gliel'ha già preparato e inaugurato.

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    1. Che cattivoni questi pezzettoni. E fa pure rima...........................................................................................

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  22. Sapete nulla della salute di kiko , che Gennarini non vede l'ora di soppiantarlo nel controllo dei sacchi neri, a Panama.

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  23. Cmq nel cammino esistono figli & figliastri in base al ceto sociale ovviamente !

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