venerdì 28 aprile 2023

Mi disse il catechista neocatecumenale: “Devi obbedire e basta! Perché, che tu lo voglia o no, noi siamo Dio!”

Dal libro "Verità sul Cammino neocatecumenale": raccolta di documenti e testimonianze a cura di padre Enrico Zoffoli, vi proponiamo una testimonianza firmata  stilata da un fedele cattolico sulla propria esperienza di Cammino neocatecumenale, traumatica soprattutto per il comportamento dei cosiddetti "angeli", se non "Dio stesso", i catechisti neocatecumenali.
 
Questa testimonianza fa parte di una serie di contributi che intendiamo proporvi tratti dalle testimonianze e dai documenti che  il teologo passionista padre Zoffoli raccolse da tutta Italia ormai trent'anni fa.
Nel frattempo ne è passata di acqua sotto i ponti: sono  stati approvati lo Statuto del Cammino e il Direttorio delle sue catechesi. Ma il Cammino neocatecumenale è rimasto esattamente ciò che era, e lo dimostra la grande attualità delle trascrizioni, delle descrizioni, delle impressioni, delle denunce e delle lacrime di tanti fedeli e sacerdoti coinvolti in esso a vario titolo fin dal suo primo apparire nelle parrocchie italiane .
Prima di leggere la lettera, vogliamo evidenziare una citazione di padre Rotondi in quarta di copertina:
 
"Si può dire in breve che nel pensiero di Kiko e Carmen errori teologici antichi e nuovi confluiscono in un vulcano tale di contraddizioni, che non è possibile non solo dedurne una logica di verità , ma neppure un sistema coerente di errori.
Nessuna originalità, ma ripetizioni critiche di aberrazioni teologiche antiche e nuove senza alcun riferimento a quanto la Scrittura e il Magistero della Chiesa hanno da sempre professato o rigettato".
Versione in spagnolo dell'articolo sul blog Cruxsancta
Versione in inglese dell'articolo sul blog American Way in USA

PICCOLA AUTOBIOGRAFIA


Città (...), 11.12.91 Rev.mo Don Enrico Zoffoli, Piazza S. Giovanni in Laterano

Dopo diciotto anni di matrimonio con un uomo stupendo nel rapporto con il quale ho avuto un assaggio dell'amore infinito di Dio, il 20 novembre del 1985 il Signore volle mio marito accanto a Sé.

Nei tre brevissimi mesi della malattia non ebbi il tempo di prepararmi ad un distacco così repentino e restai quasi inebetita di fronte alla mia nuova realtà sebbene aiutata dalla Fede che il Signore ha voluto donarmi e dalla presenza di due meravigliosi figli che allora avevano 12 e 17 anni, io ne avevo 40.


La condizione delle vedove nel Cammino neocatecumenale

Ai primi del mese di febbraio 1986 iniziò la catechesi dei neocatecumenali nella nostra parrocchia, quella della B.V. del Carmelo a [...], ed io con i miei figli iniziai a partecipare alla riunione regolarmente due volte alla settimana. Alla sera si faceva abbastanza tardi, ma io ero molto attratta dall'approccio alla Parola di Dio che, a onor del vero, era la prima volta che mi veniva spiegata in maniera così viva e dai canti eseguiti con molta fede e spirito di unità.

Alla fine di questo primo corso della durata di circa un mese seguì una prima “convivenza” presso il monastero di [...]. Vi partecipai con entrambi i miei figli. Ci furono alcune cerimonie molto belle, ma quello che mi colpì fu il fatto che alla fine del terzo giorno quando si doveva pagare il conto alle suore ci fu la circolazione tra di noi, tutti raccolti in preghiera, di un sacco della spazzatura nel quale ognuno depose “quello che poteva, generosamente, pensando anche ai fratelli che non potevano pagare”.

Nel primo giro non fu raccolta la somma necessaria. Fu fatto un altro giro e la nostra catechista con parole molto sentite fece capire che c’era stato qualcosa di grandioso...: la somma non solo era stata raggiunta ma superata! La cosa aveva un sapore magico, rimasi tanto impressionata di come in mezzo a noi la gente avesse potuto essere così generosa! Poi tornerò su questo episodio.

Superato quindi il primo passaggio, si formò la nostra comunità detta "seconda Comunità”, poiché una prima esisteva già di 3 o 4 anni. La nostra comunità fu organizzata con quattro responsabili di cui uno ero io (sono una insegnante), una mia collega, due studenti universitari. Ci riunivamo regolarmente durante la settimana: una volta per preparare le letture relative alla “parola” che ci era stata assegnata, una volta per la celebrazione della liturgia della parola alla quale presenziava anche il nostro parroco, una volta per la celebrazione Eucaristica il sabato notte.

Tutto questo era molto coinvolgente, ma estremamente stancante perché si terminava in orari vicini e oltre la mezzanotte. Dopo ho capito che anche questo serviva a stancare le persone e renderle abbastanza prive di volontà. 

Io in qualità di responsabile ho partecipato ad alcune convivenze per soli responsabili, sia presso l'hotel “Ergife” di Roma sia ad Arcinazzo. La partecipazione a queste convivenze era per me assai gravosa poiché dovevo lasciare da soli i miei due ragazzi (portarmeli, come sostenevano loro, sarebbe stato per me un po’ gravoso finanziariamente) e in più due anziani suoceri di cui ero l’unica nuora.

Nel frattempo il nostro parroco si ammalò di cuore e dovette lasciare la parrocchia ad un altro sacerdote, persona buona e onesta, ma non risoluta come il nostro che riusciva a tenere testa a un certo Giovanni che era il capo dell'équipe venuta da Roma per catechizzarci.

Questo signore però era il catechista della prima comunità quindi non avrebbe dovuto aver niente a che fare con noi della seconda. lo sono di indole un po’ribelle e non accetto facilmente imposizioni per cui non volli mai imparare la fraseologia sempre uguale che tutti ripetevano durante le celebrazioni; mi esprimevo sempre secondo la mia preparazione, confidando sempre nella Misericordia di Dio e guardandolo solo e sempre con Amore. 
Rimasi perciò molto scossa quando la moglie di Giovanni, una donna fredda e acida che non ho mai visto sorridere, durante un’omelia da lei tenuta ribadì più volte che “...chi non odia suo fratello, e badate bene che la parola odio detta in lingua greca è proprio odio, odio... ecc. ecc. non è degno di Me”. Risposi a questo intervento riproponendo il Vangelo di S. Giovanni e la prima lettera, ma non feci altro che attirarmi la sua antipatia. 
 

 
Una volta dopo una convivenza di un giorno, durante quello che si chiamava il giro delle esperienze, mi sentii accusare da una ragazzina di essere stata poco ospitale, poiché, avendo io messo a disposizione della comunità la mia casa per l’agape della notte di Pasqua, avrei dovuto consentire non so che cosa, come canti e suoni di gente sbronza.

E mai che qualcuno dei miei confratelli si fosse preoccupato che io ero una donna vedova con regole e abitudini di una educazione per così dire all'antica! Ma le cose si complicano alla fine dell'anno del mio Cammino neocatecumenale.

Infatti la prassi prevede che dopo due anni ci sia un effettivo “passaggio” a non so che cosa. Era la fine di gennaio, mio suocero affetto da un male alla gola, aveva 82 anni, doveva essere assistito poiché dopo qualche giorno lo avrebbero operato e chi si doveva occupare di questo ero io. Fra anche la fine del quadrimestre ed ero impegnata con la scuola, e proprio in quei giorni bisognava andare a [...] per la convivenza del suddetto passaggio, Dato che [...] dista da [...] pochi chilometri, feci presente ai miei catechisti la mia situazione, proponendo loro che io avrei partecipato alla convivenza rimanendo a [...] durante il giorno, ma che la sera io sentivo il dovere morale e civile di essere a casa. Mi fu detto che dovevo esporlo a Giovanni.

Ebbi occasione di incontrarlo il 17 gennaio giorno di S. Antonio festeggiato qui da noi. Mi ascoltò con aria di sufficienza e mi disse che se non dormivo anche a [...] il Signore per me non sarebbe passato e che comunque potevo fare la “pendolare” se volevo, lasciandomi intendere che il passaggio lo avrei fatto lo stesso. Insieme ad altre 3 persone andai e tornai da [...] il venerdì, il sabato e la domenica.

Proprio la domenica c'era la cerimonia del “passaggio”. Portai i fiori per la mensa, ma siccome erano di mandorlo furono gettati via, portai un flacone di profumo “Opium” che fu in parte usato per profumare l’olio e molti dolci per l'agape che doveva seguire la cerimonia. Mi era stato detto di essere su a [...] per le 15. Quando arrivammo tutto era quasi pronto nella grande sala del refettorio delle Clarisse, una cinquantina di persone sedute in cerchio attorno all’ambone e ai fiori sul tappeto.

Kairos, un dio da afferrare per il ciuffo
Ci sedemmo anche noi. Giovanni irruppe nella sala e con gesto perentorio: “Tu, tu, e tu venite con me”, disse. Con molto imbarazzo ci alzammo e lo seguimmo in una piccola stanza dove si trovava anche il sacerdote che sostituiva il nostro parroco e un certo Don [...], un prete piccolo e assolutamente insignificante in balia di Giovanni. Ci fu detto in modo villano che non potevamo fare il passaggio perché non avevamo dormito a [...] e che quindi il Signore (sia sempre ringraziato) per noi non era passato. lo mi opposi dicendo che Dio non passa a [...] o in altri luoghi, ma nella vita delle persone e mi appellai anche alla sua comprensione attraverso la mediazione di S. Giovanni Bosco di cui ricorreva quel giorno la festa. Mi rispose con grande disprezzo “... e chi è questo S. Giovanni Bosco?!".

Umiliate e maltrattate lasciammo quell’assemblea per andare a [...] dal nostro parroco malato che ci confortò moltissimo riportandoci alla razionalità. Dopo una settimana passata in modo piuttosto traumatico, ci ritrovammo, io e le altre due signore mie amiche, di nuovo insieme ai fratelli di comunità che avevano fatto il famoso passaggio per celebrare l’Eucarestia del sabato notte. Un fratello, una persona che io conosco bene, prese la parola per “l'ammonizione ambientale” che precede la funzione. Con toni deliranti parlò di una presenza in seno alla comunità, quella del demonio, ripeté più volte il concetto con un parafrasare che ci mise francamente a disagio, ci sentivamo additate come “quelle che non hanno fatto il passaggio”.

Rimanemmo per tutta la Celebrazione e vi partecipammo ancora per altri sabati come anche ad alcune liturgie della parola. Fu durante una di queste liturgie che uno dei responsabili e precisamente quello che aveva parlato della presenza del demonio, ci chiamò da parte pregando di radunare, quanto prima, dei soldi, perché c'era una comunità, forse di [...], che si accingeva a fare un passaggio e perciò, cito le sue parole:Dobbiamo fare come al solito, cioè tenere a loro disposizione una generosa cifra, caso mai non bastassero loro i soldi del primo giro di raccolte”.

Fu per me peggio di una pugnalata!!! Compresi che per noi, la prima volta era stato lo stesso. C'era stata altra gente che in qualche modo ci aveva aiutati! Era stato sempre un aiuto della Provvidenza, ma perché non dirlo chiaramente, perché celare quel senso di mistero e di magia per impressionarci!

Ne parlai col sacerdote responsabile e mi rispose che... non dovevo giudicare (?!). Non andai più in comunità.

Passato qualche tempo una mia amica mi disse che se volevo rientrare in comunità potevo andare a fare quel famoso secondo passaggio, nel quale dovevo palesare a tutti la mia “Croce”, potevo associarmi ad un'altra comunità di Roma e andare ad Arcinazzo. Risposi di no. Un anno dopo le persone con le quali ero stata in comunità per 3 anni si recavano ad Arcinazzo per lo “Shemà”. Chiesi se vi potevo partecipare come “esterna”: mi sarebbe piaciuto trascorrere qualche giorno in preghiera e raccoglimento. Mi fu risposto che dovevo parlare con il catechista capo: Giovanni.

L'idea non mi piacque per niente e risposi subito di no. Qualche giorno prima della festa annuale dedicata a S. Antonio, il sacerdote che suppliva il postro parroco sempre malato, mi chiamò dicendomi che Giovanni mi voleva parlare; risposi che non avevo niente da dirgli e non volevo vederlo, lui mi rispose di fare un gesto di obbedienza... e io, sebbene a malincuore, accettai l'invito.

Fui convocata presso la parrocchia di [...] per le ore 20.30 del 17 gennaio 1989. Pensavo di essere la sola con la quale l'équipe catechistica che veniva dalla comunità dei Martiri Canadesi di Roma, capeggiata da Giovanni, volesse parlare. Mi accorsi invece che era stato allestito una specie di tribunale per me ed altri 5 (mi pare) fratelli. Noi eravamo seduti gomito a gomito appoggati ad una parete e dalla parte opposta, di fronte a noi, gli inquisitori: Giovanni, sua moglie, |...], una signorina su 40 anni di cui non ho mai saputo il nome, il parroco di [...] e un neocatecumenale che aveva passato molti anni in India ed aveva l’aspetto di un vero indiano.

Cominciò l'interrogatorio di coloro che mi precedevano e io, mentre li sentivo articolare pietose risposte e giustificazioni, mi sentivo sempre più sgomenta e smarrita, non mi sarei mai aspettata una cosa del genere. Presa dall'impazienza chiesi che mi parlassero subito altrimenti sarei andata via!

Giovanni, allora, con fare di sopportazione ed autorità offesa cominciò a chiedermi se avevo fatto il passaggio, risposi di no e che sicuramente il Signore avrebbe deciso Lui quando sarebbe stato il momento. Non poté rispondermi. Mi chiese se volevo qualcosa, risposi che mi sarebbe piaciuto andare (a mie spese) ad Arcinazzo e unirmi alla comunità per le preghiere. Rispose che non lo potevo assolutamente fare se prima non facevo il famoso passaggio. Risposi se per caso c'era qualche passo del Vangelo in cui, a chi volesse unirsi agli altri per pregare, ciò era vietato.

Inoltre ripetei che spesso e dovunque il Papa ripeteva “aprite le porte a Cristo!”, nel senso di accogliere Gesù e i fratelli e aiutarli quando si trovavano in difficoltà...

Mi rispose Giovanni: “Devi obbedire e basta! Perché, che tu lo voglia o no, noi siamo Dio!”.

Mi sembrava di sognare, nessuno intervenne e lui aggiunse “se non proprio Dio siamo i suoi angeli!.

Di nuovo nessuno rispose, mi aspettavo una parola dal sacerdote, da qualcuno dei presenti... nulla! Di scatto raccolsi la borsa mi alzai e me ne andai per sempre! 
 
Io pensavo di fondare con alcune amiche un'associazione nuova, un movimento.
Ma ho sentito dalla Madonna: 'No, è la Chiesa. Benedetta tu fra le donne sarà la Chiesa.' (Carmen)



Nessuno dei così detti fratelli mi ha più cercata, fatta eccezione per una mia cara amica e parente che uscì con me insieme ad altre persone dalla comunità. Questa mia amica però dopo assidue pressioni e insistenti inviti è rientrata in comunità, è una insegnante come me, ma non si è sposata, quindi è più disponibile nel senso del tempo e denaro verso la comunità. Ormai le comunità neocatecumenali non ci sono più nella nostra parrocchia, si sono trasferite altrove.

È stata un’esperienza anche questa! Io ho sofferto, ma con l’aiuto del Signore e delle persone che mi vogliono bene ne sono venuta fuori. Devo dire però che per quello che riguarda i primi due anni di cammino neocatecumenale, esso è buono, è l’unica comunità che insegna ad accostarsi alle Scritture anche se prende troppo alla lettera l’antico testamento, e che, se guidata da sacerdoti intelligenti e capaci, catechizza veramente gli adulti. Deve restare però una scuola, un mezzo libero che aiuta la gente a conoscere e amare Dio accettando il Suo grande mistero. Se le comunità neocatecumenali devono diventare ordini religiosi allora è bene che i responsabili ne scrivano la “regola” e le persone che intendono farne parte devono sapere con chiarezza a che cosa vanno incontro.
 
(lettera firmata, da "Verità sul Cammino neocatecumenale")

47 commenti:

  1. Ricordiamo ai gentili lettori che nel gergo neocatecumenale vengono adoperati termini del lessico cristiano ma cambiandone il significato.

    Per esempio: "evangelizzare" per i cattolici significa diffondere il Vangelo ma per i neocatecumenali significa diffondere il Cammino con la scusa di star diffondendo il Vangelo. Infatti quando un fratello del Cammino abbandona la setta per dedicarsi interamente al Signore, i kikos invece di gioire blaterano che "il Cammino non fa per lui", gli tolgono il saluto, ecc.

    Altro esempio: "testimonianza" per i cattolici significa "testimonianza" ma per i neocatecumenali significa propaganda kikiana. Infatti quando qualcuno loda il Cammino e i suoi autonominati "iniziatori", i kikos gioiscono e dicono che è la verità ma quando qualcuno spiega le malefatte del Cammino i kikos s'imbufaliscono come bestie infuriate e urlano che sarebbe tutto falso.

    Capite? I kikos, infatti, hanno qualche serio problema con la verità. Per loro è vero solo quel che dà gloria al vitello d'oro di categoria superiore, il tripode Kiko-Carmen-Cammino. Se qualcuno rileva dei problemucci nel Cammino, o addirittura delle ingiustizie, degli inganni, delle menzogne, come cani di Pavlov i kikos scatteranno a urlare che sarebbe tutto falso. Così, automaticamente, senza mai interrogarsi almeno una volta chiedendosi: "e se ci fosse anche soltanto l'un per cento di vero in ciò che dice?". Non si interrogano mai sulle testimonianze "non favorevoli al Cammino": per loro devono essere automaticamente false e immotivate.

    I kikos blaterano tantissimo di "infinita misericordia di Dio" ma la contrappongono (madornale errore!) all'infinita giustizia di Dio. Cioè sotto sotto vogliono credere che Dio sarebbe ingiusto, cattivo, vendicativo, sadico, proprio come lo sono loro. Fino al punto - per esempio - che di fronte a un pedofilo, difendono il pedofilo neocatecumenale anche a costo di calpestare le vittime del pedofilo neocatecumenale.

    Quindi possiamo aspettarci che i robot neocatecumenali (robot perché si comportano sempre allo stesso modo, non sanno ragionare ma solo seguire il programma preimpostato) vengano a tentare (di nuovo!) tutte le fallacie logiche di cui sono maestri (in quanto maestri di menzogne e di inganni): per esempio, blaterare che la testimonianza sarebbe "troppo vecchia" (come se ci fosse una data di scadenza), che sarebbe stata raccolta da padre Zoffoli (come se volessero farci credere che se fosse stata raccolta da qualcun altro ci avrebbero creduto), che sarebbe impossibile che le cose stian così (come se volessero farci credere che i cosiddetti "catechisti" sarebbero tutti e indistintamente meglio dei santi della Chiesa cattolica), eccetera. Ma soprattutto ci aspettiamo che eviteranno totalmente di interrogarsi sul contenuto della testimonianza solo perché questa è "sfavorevole" al Cammino, non adatta a far crescere il prestigio e i soldi della setta e dei suoi capicosca.

    RispondiElimina
  2. Chi ha il libro di padre Zoffoli "Verità sul Cammino neocatecumenale" si rende conto di quanto sia ponderosa la raccolta di documenti, articoli e testimonianze firmate raccolte in pochi anni dal coraggioso e combattivo padre passionista. In piccolo, con altri mezzi, più diffusivi per merito della rete, noi continuiamo la sua opera.
    La testimonianza non perde valore per più motivi, anche se non è di ieri: perché i metodi del Cammino non sono cambiati, né l'atteggiamento impositivo dei catechisti, anche se l'emorragia di adepti ha consigliato loro di abbassare certe pretese; anzi, l'approvazione ecclesiastica di Statuto e Direttorio, che in nulla giustifica e autorizza la tirannia psicologica esercitata all'interno del Cammino, ha in qualche modo aumentato, se possibile, la superbia di ignorantissimi catechisti ed adepti che si sentono "inviati dalla Chiesa" per fare, in fin dei conti, sempre e solo ciò che vuole Kiko. Tant'è che continuiamo a raccogliere testimonianze molto simili, davanti alle quali l'unica risposta di chi vuole difendere il Cammino è sempre e solo la negazione, perché d'altronde non c'è altro modo per giustificarne gli errori, troppo gravi, estesi e sostanziali per poter essere ammessi serenamente e corretti. Il Cammino non "fa" degli errori; così come è stato concepito e condotto anche attualmente "è" un errore.

    RispondiElimina
  3. Alla luce delle esperienze concrete dei neocatecumenali considerati "in crisi", e questa vedova lo era, avendo rifiutato di assumere il neolinguaggio, avendo preferito il suocero malato al primo passaggio, ed essendo pure stata eletta responsabile, quindi destabilizzante anche per gli altri, secondo la mentalità dei catechisti, si capisce meglio quanto scritto nelle Note Biografiche di Carmen e considerato vincente per la dimostrazione delle sue virtù: cioè che ci fosse una particolare cura per le "pecore perdute" ("aveva un amore molto grande per quelle che chiamava le «pecore perdute», persone che attraversano una sofferenza speciale" dichiara Metola in un'intervista). Nei Diari di Carmen si parla infatti di un "incontro" con queste pecore, persone sì che avevano una sofferenza speciale, dovuta però al Cammino stesso...
    E in questa testimonianza, successiva ai Diari, ecco infatti descritto dal vivo un "incontro" con le pecore perdute: un vero e proprio tribunale, in cui il catechista pretende d'essere obbedito perché sarebbe Dio stesso... e se non proprio Dio, un suo angelo.
    Ecco a cosa serve leggere queste esperienze: serve a capire sulla base di quali enormi stratosferiche ambiguità e menzogne stanno costruendo la santità degli iniziatori (e, sotto sotto, del Cammino). Anche se la santità per loro è poco, visto che si ritengono di una categoria superiore, pari a Dio stesso.

    RispondiElimina
  4. E chi è questo s. Giovanni Bosco? Ma come chi è? E' un nemico del Cammino, no??????????????????????

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I fratelli del Cammino hanno letteralmente un'ossessione riguardo ai loro "nemici". "Non resistete al male", sì, certo, "amate i vostri nemici", certo, come no. Che razza di ipocriti.

      Infatti quando sentono nominare padre Zoffoli, don Ariel, Lino Lista, ecc., vanno letteralmente su tutte le furie, perché ciò che tali autori hanno messo nero su bianco riguardo al Cammino è semplicemente incontestabile. Ed infatti contro di loro - come contro chiunque abbia rivelato le porcate del Cammino e le sue eresie - vomitano solo insulti, giudizi, fango, odio.

      E poi ipocritamente accusano gli altri di odiare, infangare e tutto il resto. Proiettano sugli altri i propri vizietti. Con uno zelo degno di miglior causa, e un'ossessione che farebbe felice uno psichiatra disoccupato, e un diabolico perseverare negli errori.

      Per parlare di autorità della Chiesa amano ricordare di quando Ruini tentò (indovinate sotto pressione di chi?) inutilmente di silenziare padre Zoffoli. Attenzione: non entrò nel merito di ciò che aveva scritto padre Zoffoli, tentò solo di ridurlo al silenzio col solito ricattino morale (che riassumeremmo in: "so che sei ubbidiente alla Chiesa perciò devi ubbidire a me anziché a Dio"). I kikos si leccano i baffi e chiamano Ruini "autorità della Chiesa".

      Allora ci suona strano che non chiamino Benedetto XVI "autorità della Chiesa", quando Benedetto XVI il 1° dicembre 2005 fece mettere nero su bianco le «decisioni del Santo Padre» Benedetto XVI contro le liturgie del Cammino, «decisioni» che sono pienamente confluite nello Statuto del Cammino, «decisioni» che il Santo Padre Benedetto XVI non si è mai rimangiato, né Francesco I le ha mai ammorbidite o scalfite. Infatti, dal 1° dicembre 2005 ad oggi, continuano a far finta di niente.

      Sono dei perfetti ipocriti, proprio come Kiko, sepolcri imbiancati che si danno tanto da fare per "preparare la Parola" ma dentro sono pieni di ogni putridume. Quando parlano di "autorità della Chiesa" non si riferiscono mai alle cose che la Chiesa ha autorevolmente detto contro il Cammino. E quando il vescovo pedofilo neocatecumenale presentò appello, già lo davano per assolto... salvo poi far finta di niente dal giorno della sua condanna definitiva (l'appello fu respinto da papa Francesco, cioè la condanna è diventata definitiva e inappellabile). Ancor oggi, diabolicamente, non hanno speso una parola per le vittime dei loro pedofili, ma vanno insistentemente cianciando di "amorediddio", di "riscoperta del battesimo", di fini minuzie liturgiche riguardo al momento dello scambio della pace... Ipocriti, veramente ipocriti. Per questo il demonio - quello vero - è soddisfatto del Cammino.

      Elimina
  5. Chissà perché non mi meraviglia l'atteggiamento, la presunzione, l'arroganza, la superbia, la mancanza di empatia, il loro usare la parola di Dio a loro interpretazione per abusare, umiliare e distruggere le persone. Anche l'atteggiamento della moglie di questo Giovanni, rigida, senza mai sorridere, fredda è tipica del 95% dei catecumeni. E per continuare, queste persone non hanno nulla non solo di cristiano,ma di umano, come per la signora, anche a me, e sicuramente a tutti noi usciti dalla setta, nessuno ha chiamato per sapere come stavo, nonostante 20 anni "insieme". E con alcuni ci vedevamo anche fuori e si era creato uno stretto rapporto di amicizia, ma appena andato via neanche da ste persone una telefonata. La verità, i primi tempi mi ha fatto male, ad oggi dico non solo meglio, mi pento di averle frequentate, ma mi è servito, e mi ha insegnato a diffidare delle persone e che meglio tenere le persone a distanza, anche perché come diceva la signora di Roma, queste persone si sentivano autorizzate ad invadere la vita altrui imponendo la loro legge ed incapaci di ascoltare gli altri e che mancano di rispetto per gli altri. Non aiutano nessuno sono persone senza anima. Ex fratello

    RispondiElimina
  6. O.T.
    Invito, chi ha tempo e voglia ad aprire questo link:

    https://www.youtube.com/watch?v=5fPyn_imYAg

    si renderà conto, come attualmente, ribadisco ATTUALMENTE, il Cammino Neocatecumenale stia in una
    "botte di ferro".
    Ruben.
    ---

    RispondiElimina
  7. Il Cammino ha potuto diffondersi rapidamente perché Kiko si è contraddetto fin dall'inizio. Ha predicato una cosa e poi ne ha fatta un'altra.

    Da una parte ha sempre blaterato della necessità di una formazione per diventare cristiani adulti, ottenibile col rinnovo delle promesse battesimali, dopo anche 30/35 anni di camminamento (ma anche no, perché poi ha tirato fuori che dopo il rinnovo delle promesse battesimali neocatecumenali, Gesù è appena nato ed ha bisogno di tempo per crescere...).
    Dall'altra parte ha mandato a predicare la sua dottrina gente senza formazione, con il Cammino iniziato nemmeno da uno o due anni. Ha quindi mandato a predicare cristiani non-adulti, che avevano appena iniziato il suo percorso.

    Ma solo così avrebbe potuto ottenere una rapida diffusione, perché i pre-catecumeni o catecumeni novelli, di cui molti nemmeno avevano fatto il fatidico II° passaggio, in teoria avrebbero dovuto attendere circa 30 anni prima di poter diventare catechisti di altri.

    Quindi Kiko ha mandato allo sbaraglio gente non formata, nemmeno alla sua dottrina.
    Non formata in alcun modo.
    Gente che veniva dal comunismo (come molti poi hanno dichiarato, magari per posa), che della fede sapeva poco e nulla, ma che era rimasta incantata dal carisma, del tutto umano, del guru spagnolo venuto dal nulla, eskimo e chitarra, Bibbia sotto braccio e tanta, tanta loquela accattivante insieme a cose strane, mai viste prima.

    E così si è formata subito una schiera di emuli del guru, del tutto ignoranti in materia, che per il solo fatto di sentirsi speciali, riformatori di una Chiesa che molti avevano abbandonato, hanno imparato a memoria gli scritti del guru e si sono sentiti in grado di poter trasmettere agli altri una fede che non avevano.

    Gente pompata, quasi delirante, ma non pronta. Solo emule.
    Piccoli catecumeni che insegnavano la fede (di Kiko e in Kiko), senza nemmeno sapere quello che dicevano, ma fieri di poterlo fare. Maestri appena nati, arroganti e per niente cristiani adulti.

    Perché le persone sono disposte a credere a tutto, se uno ha una personalità carsimatica (in senso umano) e spesso narcisistico-istrionica.

    È di questi giorni la notizia del predicatore keniota della Chiesa internazionale della Buona Novella (di estrazione evangelica) che ha provocato un suicidio di massa promettendo di far sentire i suoi adepti più vicini a Gesù.
    Le testimonianze degli adepti?
    "All’inizio mi sembrava di aver trovato la luce. Il pastore mi aveva convinta che solo lui vedeva “la vera me".
    "Mi ha fatto sentire Gesù vicino. Ho creduto in lui."
    "Lui sarebbe stato l’ultimo (a morire di fame) e avrebbe chiuso a chiave le porte del Paradiso"

    Se 3.000 persone, sparse in tutto il Kenya, hanno potuto credere che "per vedere Gesù e raggiungere il Paradiso più velocemente è necessario astenersi da mangiare e bere fino a procurarsi la morte terrena in modo da essere accolti gloriosamente nel Regno dei Cieli", è evidente che si può credere veramente proprio a tutto e smettere di utilizzare la ragione.

    Senza arrivare a tanto, chi ha creduto nel Cammino Neocatecumenale (quindi anch'io, una volta), ha creduto ad un predicatore improvvisato, uno che non ha mai fatto vita di fede né di parrocchia e che "ad un certo punto" è stato invaso dallo spirito santo, insieme a una con deliri spirituali che nessuno ha osato accettare come suora.

    Poi è chiaro, se vuoi solo espandere la tua creatura e non t'importa d'altro, mandi allo sbaraglio subito i primi che ti hanno seguito, anche se hanno appena iniziato e non sono cristiani adulti in grado di trasmettere la fede, ma solo il verbo kikiano.
    Marco

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Aggiungo alla considerazione di cui sopra, che questi catechistelli in erba filo-comunisti in linea con i movimenti contestatori del tempo, il giorno prima inneggiavano a Che Guevara e il giorno dopo predicavano la fede kikiana imparata a memoria.

      Non avevano nemmeno imparato a pregare, secondo i parametri kikiani, non avendo fatto né il passaggio dell'iniziazione alla preghiera (in cui Kiko insegnerebbe a pregare), né il passaggio di Loreto (in cui Kiko consegna il rosario), né il passaggio del Padre Nostro.

      Però avevano imparato ad obbedire a Kiko ciecamente, a tirarsi le sedie addosso, a non marinare gli appuntamenti kikiani e qualcuno anche a dare la tassa della decima (solo quelli che avevano fatto il II° passaggio). Stavano ancora scendendo i primi gradini del disegnino kikiano, lontanissimi dalle acque dell'omino che non risale.

      Solo questo basterebbe a dichiarare il Cammino un'impostura.
      Non è mai successo nella storia della Chiesa che coloro che sono considerati catecumeni fungano da maestri di fede.
      E questo inganno è durato per sempre e durerebbe ancora se le nuove équipes elette avessero persone disposte ad ascoltare le catechesi. Ma non si aprono più le parrocchie al Cammino Neocatecumenale e i catechisti attivi solitamente sono i più vecchi.
      Mai sentito nella Chiesa di catecumeni-angeli, catecumeni-apostoli, catecumeni-maestri, catecumeni-catechisti.

      Eppure questo Kiko è riuscito a far passare anche questa aberrazione, mettendo le persone in mano a gente che lui per primo considerava non ancora formata. Tutto per espandersi.

      Sarebbe come se mettessimo un alunno del secondo anno di liceo a far da maestro imparando a memoria testi che non è nemmeno in grado di capire se corrispondono o meno alla materia che insegna.

      Come non pensare che dietro al Cammino Neocatecumenale si siano mosse forze umane (che per certi versi ancora si muovono) per permetterne la diffusione?
      Marco

      Elimina
  8. Il racconto della signora vedova mi ha fatto ricordare un episodio poco gradevole di quando ero in Cammino. Dopo il primo anno di Cammino venne il momento del primo passaggio. Poiché la data era stata fissata il fine settimana prima di un esame importante, dissi che non sarei potuto andare. I catechisti inizialmente cercarono di convincermi in vari modi ma in maniera abbastanza soft. Poi qualche giorno prima della convivenza ricevetti la telefonata di un catechista di un'altra comunità che con toni piuttosto forti cercò di convincermi. Più io insistevo che non sarei andato, più lui continuava e il tono e le parole crebbero fino quasi ad assomigliare ad un'aggressione verbale. Continuava a ripetermi che io non capivo, che il Signore passa e che chissà se avrei potuto fare il passaggio successivamente, che non era la stessa cosa farlo con un'altra comunità, ecc. ecc. Non c'era modo di terminare la conversazione se non attaccandogli il telefono in faccia. Molto molto aggressivo. Alla fine, dopo oltre un'ora e mezza di "conversazione", intervennero dei miei familiari che avevano urgenza di usare il telefono (allora non c'erano i cellulari) e mi "salvarono". Anni dopo quel catechista morì e venne fuori che picchiava regolarmente moglie e figli, era una persona meschina e violenta. Non mi sorprese.
    Porto

    RispondiElimina
  9. http://blog.messainlatino.it/2023/04/ce-ancora-qualcosa-di-cattolico-ma-che.html?m=1
    Evidentemente non tutti li conoscono.

    Frilù

    RispondiElimina
    Risposte
    1. messainlatino è un sito tradizionalista

      Elimina
    2. Non è esatto - ed infatti a voialtri kikolatri interessa solo infangare, denigrare, calunniare.

      Il blog Messainlatino lo definirei "moderato" e "leccastivali", perché mi ha sempre dato l'impressione di perseguire una linea contraddittoria. Da un lato, giustamente, vuol promuovere la Messa tridentina (che non è banalmente "la Messa in latino", poiché anche il rito moderno approvato nel 1969 da Paolo VI può essere celebrato in latino), e nel frattempo punta giustamente il dito contro gli abusi liturgici.

      Dall'altro lato tenta faticosamente di ingraziarsi i vescovi e di sbandierare un'ubbidienza alla gerarchia, come se ciò fosse la sua "specialità". Ora, se vai sbandierando, stai già suggerendo l'idea che pressoché tutti gli altri non ubbidiscano. Inoltre stai suggerendo l'idea che l'unico modo di conseguire il risultato è tale ubbidienza. Cioè stai non solo riducendo la gerarchia cattolica a una gerarchia aziendale, non solo stai suggerendo che la vita di fede consisterebbe anzitutto in un generico "eseguire gli ordini", ma stai anche dimenticando che è proprio quella gerarchia, proprio quel clero, a voler ostacolare la Messa "in latino" che volevi propugnare.

      I tradizionalisti veri, invece, sanno che l'ubbidienza alla gerarchia non è riducibile ad un "eseguire gli ordini". Sanno che la gerarchia non ha il diritto di comandarti cose sbagliate, dannose, peccaminose (ed anzitutto non ha il diritto di proibirti «ciò che per le generazioni anteriori era sacro e grande», per usare le parole di Benedetto XVI). Sanno che il dovuto ossequio alla gerarchia non consiste nel lusingarla, nell'adularla, nell'incensarla. Sanno che ci sono momenti in cui la maggior carità verso la gerarchia è tacere; e altri momenti in cui la maggior carità è ricordare alla gerarchia come stanno le cose; e questo tacere e quel ricordare non costituiscono né disprezzo, né disubbidienza, a dispetto di ciò che ne penserebbero coloro che sparano i titoloni a effetto in prima pagina sui giornali.

      Catechismo della Chiesa Cattolica, 907: «In rapporto alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, essi [i fedeli] hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l'integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i Pastori, tenendo inoltre presente l'utilità comune e la dignità della persona» (CJC canone 212, § 3).

      Ricordiamoci sempre che il "terreno di battaglia" è la liturgia, per un motivo molto semplice: il modo in cui celebri la liturgia rispecchia inevitabilmente il modo in cui vivi la fede. E quindi gli inquinatori della liturgia (non solo i neocatecumenali, che pur costituiscono un grosso e lampante esempio) vivono una fede inquinata; e coloro che vogliono proibire la liturgia non inquinata sono letteralmente nemici della fede, anche qualora venissero elevati agli onori degli altari.

      Elimina
  10. Buongiorno, mi dicono che sta per uscire (o è uscito) anche in Italia un documentario prodotto da Disney in Spagna, che sarà diffuso a livello planetario, con protagonista il Papa con si confronta con 10 giovani (atei, transgender, protestanti, ecc) e solo due ragazze che si professano cattoliche, una liberal pro aborto e una neocatecumenale, in cui quest'ultima farebbe un figurone, ne sapete niente, dove si può vedere?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per i neocatecumenali è facile dire di aver fatto un "figurone", basta che venga pronunciata la parola "neocatecumenale" in un qualsiasi contesto, soprattutto che riguardi il Pontefice, e per loro è subito scoop... La ragazza non parla di Cammino neocatecumenale nè usa il gergo e gli argomenti neocatecumenali. È una semplice ragazza alla ricerca del senso della fede che parte con il grosso handicap di credere di aver ricevuto il massimo della formazione cattolica nel contesto neocatecumenale e proprio per questo è addolorata e confusa... Perché non crede che ci sia altro, mentre la sua sete è molto più grande. Il Papa le rivolge parole di incoraggiamento generiche. Tutto qui.

      Elimina
    2. Un figurone non direi.

      Il Papa aveva solo chiesto che nel gruppo di ragazzi ci fosse almeno un cattolico, sono stati gli autori del documentario che hanno introdotto una neocatecumenale.
      La ragazza sembra molto imbarazzata e ripete soltanto i refrain kikiani: "Ho visto nella mia vita (ha 20 anni)... vedo tutto tramite la fede... vedo che la Chiesa mi ama... cioè mi accoglie quando nemmeno io non mi amo... vedo una perdita di fede... non è che mi sembri irrilevante tutto questo, ma penso che sia sufficiente sentirmi amata dal Signore... capisco la sofferenza di chi vuole abortire, dei migranti, degli emarginati, però vedo che quando si ha l'amore di Dio tutto passa in secondo piano perché è nella sofferenza che si incontra Cristo, che è ciò che fa felici... io vivo circondata da gente molto vicina alla Chiesa però vedo che non è una fede vera, come quelli che vanno alla Messa e credono in Dio però a me dà la sensazione che ci siano molto pochi che abbiano una fede profonda e che veramente la vivano in ogni aspetto della loro vita... "

      Il Papa le risponde che la fede è una grazia e che mentre la ragazza parlava gli è venuto in mente di dirle ciò che Gesù disse a Pietro: "Satana ti scuoterà come il grano". "Ia tua fede non finisce qui, continua, e la fede quando è autentica va provata. Quindi non ti voglio impaurire, ma prendi forza e preparati alla prova perché anche nel momento di oscurità c'è il Signore"

      La ragazza risponde che ciò che la inquieta e che la gente che sta fuori quando arriva... cioè... io vedo come se gli cascasse il mondo... non funziona la speranza...

      E il Papa: "La speranza non delude. Se non si scommette sulla speranza... la speranza è l'ancora... ma a volte bisogna combattere per mantenerla... avrai una buona vita, ma continua a combattere e lasciati scuotere quando il Signore ti scuote..."

      Non mi pare, anche dall'espressione, che il Papa abbia molto apprezzato la perfettina ventenne che ha pure giudicato la fede di chi va a Messa. Tipico indottrinamento neocatecumenale.

      È come se le avesse detto: "Non vantarti troppo, la fede è una grazia e verrà la prova per vedere se è autentica. A volte devi combattere per la speranza. Lasciati scuotere quando il Signore ti scuote, perché anche nell'oscurità c'è Dio."
      Marco


      Elimina
  11. Del racconto della signora vedova mi ha anche colpito la totale assenza di empatia, di un minimo di umana pietà per la sua condizione di vedova. Si tratta di sentimenti umani prima ancora che cristiani, ma loro nulla, non li hanno proprio. Allo stesso modo in cui non usano nessun tatto, nessuna accortezza verso le persone anziane, che magari hanno avuto una vita dura e sono provate dagli anni e dalle fatiche. Anzi, li trattano quasi peggio degli altri, forse proprio perché anziani e incapaci di difendersi. Forse perché ormai "infruttuosi" dal punto di vista del Cammino, sono spesso ritenuti un peso e considerati meno di niente.
    Porto

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono semplicemente vigliacchi. Sanno che le vittime non sanno, possono o vogliono rispondere a modo (anche perchè sono persone migliori di loro) e quindi se ne approfittano. Nel cammino questa gente ha una carriera folgorante. Chissà perchè.

      Elimina
  12. E poi vorrei anche chiedere (se fosse possibile, ma hanno un pregiudizio così radicato che è inutile chiederlo) ai neocatecumenal: ma voi ancora non credete a una virgola di quanto riportato da padre Zoffoli?

    E che diamine, siete rimasti talmente indietro che siete fermi alla propaganda kikiana del 1968? Padre Zoffoli è stato un uomo di grande santità di vita, oltre che apostolo del confessionale e autore di parecchi studi filosofici, apologetici, teologici, facilmente accessibili anche al grande pubblico, poiché non era il solito materiale "scritto da professori che voglion farsi belli davanti ad altri professori" senza far capir niente agli studenti.

    Ed infatti alcune pagine di padre Zoffoli son finite dritte nel breviario passionista. Cioè i padri passionisti, ancor oggi, nel recitare l'Ufficio, pregano anche con testi scritti da un loro confratello. E quindi ci sono i novizi passionisti, che leggono i testi di padre Zoffoli e capiscono molto più di quanto le facoltà teologiche non riescano ad insegnare, perché come tutti coloro che desiderano diffondere la fede, padre Zoffoli parlava in modo chiaro, preciso, comprensibile.

    Nella setta neocatecumenale padre Zoffoli non viene mai nominato, per il (fondatissimo) timore che qualcuno, incuriosito, ne legga anche solo una mezza pagina, e capisca che Kiko e Carmen sono davvero «i nuovi falsi profeti», come li definì padre Pio da Pietrelcina ancor prima che mettessero piede in Italia.

    Immaginatevela, l'incresciosa scena, in cui il Direttorio del Cammino venga accidentalmente pubblicato, e qualcuno in buona fede chieda ai kikolatri: ma voi dunque credete in questa pagina "approvata per la pubblicazione", o nel testo che padre Zoffoli commentò riportandone i madornali errori? E i kikolatri, loro malgrado, ammetteranno che quella riportata (e sbufalata) da padre Zoffoli è quella ancor oggi in vigore nel Cammino, e capiranno che la mancata pubblicazione del Direttorio è dovuta al fatto che nel Cammino se ne fregano altamente delle "approvazioni" perché vige esclusivamente il kikismo-carmenismo originale e sedicente "ispirato".

    Padre Zoffoli salì al cielo carico di meriti, dopo che Kiko in persona tentò di fregarlo (nel Cammino circolò la falsa diceria - messa su proprio da Kiko - che padre Zoffoli avrebbe "chiesto perdono a Kiko", mentitori sempre, mentitori anche davanti all'imminente morte di un sant'uomo, abituati a mentire anche davanti al Santissimo Sacramento).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nota tecnica per i non addetti ai lavori: salvo rarissime eccezioni (come quella citata di padre Zoffoli), negli ambienti religiosi si evita molto accuratamente di trasformare "ufficiosamente" un confratello in maestro degli altri confratelli. Cioè gli esercizi spirituali del clero diocesano non vengono mai predicati da un membro di quello stesso clero; per il testo delle preghiere di una congregazione non si ricorre mai a qualcosa di scritto da un membro della stessa congregazione ancora vivente; ecc.

      Ciò è per evitare sia le invidie ("perché proprio lui dal momento che io ho più pubblicazioni e più anni di professione?"), sia l'iniziativa di ingenui troppo volenterosi ("io invece l'avrei fatto così, correggiamo"), sia le dicerie ("quel raccomandato di ferro!"), ecc. Dunque è un caso notevolissimo che pagine di padre Zoffoli siano state incluse nel breviario passionista... e si capisce solo venendo a sapere che padre Zoffoli scrisse una imponente e dettagliata opera (seimila pagine, richiese dieci anni di duro lavoro) su san Giovanni della Croce, da cui furono tratte le pagine che vennero inserite come preghiere liturgiche.

      Giovanni Paolo II, durante una delle sue udienze, citò alcuni passi del Dizionario del cristianesimo di padre Zoffoli, addirittura elogiandolo. Non è vero che padre Zoffoli fosse un autore sconosciuto o secondario, anzi. Ma i nemici della verità - come ai neocatekikos - vorrebbero farvi credere il contrario.

      Insomma, gli unici a disprezzare padre Zoffoli sono solo i neocatecumenali (per ovvi motivi) e gli altri modernisti.

      Elimina
    2. Errata corrige, è san Paolo della Croce - tipico refuso perché stamattina ancora non ho preso il caffè...

      Elimina
    3. San Paolo della Croce è per caso un altro nemico del Cammino????????????????????????????

      Elimina
    4. E' da un po che by Tripudio non dice "asino ragliante". Strano, molto strano............................................

      Elimina
    5. Ma tanto lo sappiamo già che stasera vi vanterete dicendo "io vengo perseguitato perché evangelizzo!", che tradotto dal neocatecumenalese all'italiano diventa: "mi hanno chiamato asino ragliante perché ho ripetutamente proferito asinerie e sono intenzionatissimo a ripeterle per gloriare il Cammino e i suoi autonominati iniziatori!".

      Elimina
    6. @Anonimo 29 aprile 2023 alle ore 15:59
      "San Paolo della Croce è per caso un altro nemico del Cammino????????????????????????????"
      ---
      No; voi siete nemici dei Santi, tutti i
      Santi, in quanto, li avete sempre ritenuti un retaggio della religiosità
      popolare.
      Carmen, che vi ha sempre
      propugnato quest'idea, adesso
      la volete Santa?
      Ma che bella contraddizione
      ragazzi!
      Ruben.
      ---

      Elimina
    7. Noi amiamo i Santi, nella misura in cui non sono nemici del Cammino, quindi nessuna contraddizione..........................................................................................................................................

      Elimina
    8. @Anonimo 30 aprile 2023 alle ore 15:39
      Menti, con la più grande consapevolezza di mentire; in
      parole povere, sei un bugiardo.
      Ruben.
      ---

      Elimina
    9. Puntini, Puntini,
      un po' album di santini,
      un po' collezione calciatori della Panini

      Elimina
    10. @Puntini 15:39
      Non esistono, né potranno mai
      esistere Santi nemici del Cammino
      in quanto, ad imitazione di Cristo,
      amano e ameranno anche gli "imitatori di Kiko".
      Ruben.
      ---

      Elimina
  13. O.T.
    Cari Neocatecumenali,
    il "Papa" che tanto amate e per oscure ragioni vi tollera, ha elogiato il metodo Billings per la regolazione della natalità;
    riaffermando, tra l'altro, che il "fine procreativo" non viene meno, sia nei periodi infertili, sia che nell'infertilità dovuta all'età.
    Il testo completo su:

    https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2023/04/28/0313/00697.html

    Ruben.
    ---

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ne approfitto per ricordare ai non addetti ai lavori che nella mentalità neocatecumenale occorre sempre esagerare. I cattolici fanno magro e digiuno in certi giorni di quaresima? I kikolatri fanno tre giorni di digiuno nel triduo! I cattolici pregano in libertà seguendo le indicazioni del confessore o direttore spirituale? I kikolatri pregano pomposamente le Lodi a Kiko, fanno le Preparazioni, l'Ambientale, la Parola, la Liturkikia interminabile! I cattolici la domenica delle Palme scambiano il rametto di ulivo come suggerito dalla Chiesa? i kikolatri devono esibire le Palme Alte per farsi riconoscere come seguaci dell'idolo Kiko!

      Nella Chiesa cattolica si insegna la "paternità responsabile", cioè l'apertura alla vita non riguarda solo l'avviare gravidanze, ma anche ciò che succede dopo, anche ricordare che i doni di Dio vanno trattati da doni di Dio. E se i figli sono dono di Dio, non li si può smollare come zavorra inutile alle babysitter. Sono tuoi figli, hanno assoluta precedenza su ogni "preparazione", su ogni "celebrazione", su ogni "convivenza".
      Nel Cammino bisogna sempre esagerare, illudendosi che più sono le gravidanze e più sono le medaglie appuntabili sul petto, poco importa di smollare i figli a nonne, didàscali e babysitter, poco importa seguire i doveri del sacramento del matrimonio.

      Nella Chiesa cattolica è importante "santificare le feste"? Nel Cammino è importante far crescere il Cammino, fare le attività del Cammino, mollare il malloppo al Cammino. Pertanto, anziché santificare le feste, i kikolatri stasera (sabato sera) andranno a celebrare la liturkikia (coi canti di kiko le kikone di kiko i drappi di kiko i copribibbia di kiko le fascette reggichitarra made in kiko le scritte col font di kiko le suppellettili sacre designed by kiko la formula di consacrazione modificata da Carmen e Kiko il ridicolo girotondino infantile comandato da Kiko la "comunione seduti" imposta da Carmen e Kiko... idolatria di Carmen e Kiko). Ovviamente domani - che è domenica - celebreranno le lodi domestiche a Kiko e dimenticheranno di santificare la festa del Signore, con l'alibi che la carnevalata liturgica che celebrano stasera sarebbe valida per assolvere il precetto festivo... (sempreché i loro celebranti abbiano davvero intenzione di fare "quel che fa la Chiesa" anziché di essere innocue decorazioni kikolatriche in un'assemblea che celebra Kiko anche se qua e là nomina il Signore).

      Elimina
    2. Nel caso che qualche asino neocatecumenale si presenti a ragliare, ricordategli questi punti:

      1) l'apertura alla vita non consiste nello "sfornare figli come conigli" ma nell'accettare tutti i figli che il Signore dona; accettare significa anche farli crescere spiritualmente e moralmente - per cui è ingiusto, davanti a Dio, comportarsi come i neocatecumenali, che hanno molta più premura per le cosiddette "convivenze" (e per tutte le attività del Cammino) che per i figli che il Signore ha donato;

      2) i cosiddetti "metodi naturali" non ostacolano le nascite, ma le rendono solo "meno probabili", cioè non vanno contro la natura, non vanno contro l'apertura alla vita, non vanno contro l'insegnamento della Chiesa (che infatti li indica come leciti); per i kikos, invece, sarebbero sempre peccaminosi poiché secondo loro "apertura alla vita" significa evitare anche i metodi che la Chiesa stessa accetta e promuove; vogliono proprio sembrare "più cristiani dei cristiani", dall'alto della loro superbia, credono di appuntarsi più medaglie nel momento in cui vantano più gravidanze degli altri;

      3) i kikolatri, campioni del non credere nella presenza reale di Nostro Signore nel Santissimo Sacramento, pronti a giudicare in modo temerario (e diffamare, infangare, calunniare) chiunque faccia luce sul kikismo-carmenismo, convinti che ingannare e mentire sarebbero azioni sacrosante quando servono a proteggere il prestigio e i soldi della loro setta, vengono poi a farvi la morale tutti precisini tutti pronti a spaccare il capello in due, anzi, in quattro: farisei ipocriti, razza di vipere, sepolcri imbiancati!

      Elimina
    3. Bene, by Tripudio è ritornato al suo stile come sempre, tutto nella norma.................................................

      Elimina
  14. https://www.edizionisegno.it/libro.asp?id=2148

    Fabio de Carlo

    Nella tela del ragno

    “Con la presente testimonianza voglio rendere un servizio al Cammino neocatecumenale, non denigrarlo”, afferma l’autore, che continua: “Ho amato ed apprezzato per molti aspetti questa realtà, anche se ne siamo usciti insieme a mia moglie dopo 22 anni, entrambi profondamente distrutti nella persona. La mia intenzione è solo quella di unire la mia voce a quella di tantissimi altri, tra cui sacerdoti e vescovi più credibili ed autorevoli di me, allo scopo di contribuire a far luce sui numerosi e spesso nascosti aspetti negativi del Cammino, che ha bisogno di rinnovarsi in alcuni contenuti dottrinali e nei metodi formativi che mortificano la persona; che deve uscire da una gestione autarchica, verticistica e autoritaria, tanto da configurarsi a tutti gli effetti come una ‘chiesa nella Chiesa’”.

    RispondiElimina
  15. "Nel primo giro non fu raccolta la somma necessaria. Fu fatto un altro giro e la nostra catechista con parole molto sentite fece capire che c’era stato qualcosa di grandioso...: la somma non solo era stata raggiunta ma superata! La cosa aveva un sapore magico..."
    Ecco, questo "giochetto" fatto all'inizio per far credere ad un intervento miracoloso della Provvidenza divina, segno della benevolenza di Dio in particolare sulla nascita della piccola comunità neocatecumenale, la dice lunga sui tanti giochi delle tre carte che saranno una costante del Cammino, tutto per convincere gli adepti del fatto che c'è una predilezione speciale per il Cammino e per tutte le sue iniziative. Ci si casca perché sembra incredibile che qualcuno possa mentire cosi spudoratamente: soprattutto in quel contesto, davanti alla croce di Gesù.
    E ci si continua a cascare sempre per lo stesso motivo ed anche perché, nel frattempo, si comincia a credere che il fine giustifichi sempre i mezzi, e che Dio per primo abbia la disdicevole abitudine di ingannare le persone per far fare loro ciò che è più giusto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il trucchetto escogitato è effettivamente una cosa gravissima, non una cosa veniale o che può far sorridere.
      E' come se durante una liturgia presso un santuario, ad esempio quello di Sant'Antonio a Padova, i frati organizzassero, con la complicità di un attore, un falso miracolo.

      Se fossi un camminante, mi chiederei se anche l'apparizione che avrebbe avuto Kiko non sia che un trucco.
      Una presunta apparizione che non è stata mai sottoposta al discernimento della Chiesa perché non è mai stata divulgata ufficialmente, se non all'interno Cammino.

      Una presunta apparizione che ha tutte le caratteristiche del trucco: non esiste per la Chiesa, che perciò non può esaminarla, ma che è una sorta di dogma all'interno del Cammino, perché ne sta alla base.

      Non esiste per la Chiesa, ma è fondamentale per giustificare l'esistenza del Cammino: una situazione che spiegherebbe perché nel Cammino si tende a vivere in modo parallelo alla Chiesa, cioè, secondo l'assioma di Talete, in modo da non incontrarla mai.
      Nella Chiesa, ma non della Chiesa (Cattolica): sembra proprio un trucco.

      Elimina
    2. Trucco è l'acronimo di :

      Troppi Ridicoli Uomini Certamente Catecumenaleggiano Ora

      Elimina
    3. Euclide è l'acronimo di :

      Enunciano Uomini Catecumenali Larvate Idee Decisamente Eretiche

      Elimina
  16. Ultim'ora:
    La cattedrale nel deserto Redemptoris Mater di Roma, ha "sfornato" quest'anno,
    solo tre pseudo-presbiteri: la montagna
    ha partorito il Topolino!
    Chi paga quest'enorme spreco? Sicuramente non la Diocesi di Roma e
    tantomeno Kiko; a voi le conclusioni.
    Ruben.
    ---

    RispondiElimina
  17. Oggi sono capitato in una messa dove c'era un sacerdote del cammino. Non mi era mai capitato di vedere un presbitero celebrare la messa normale... Quindi ho pensato. Quando questi celebrano le messe normali, dentro di loro stanno apprezzando quella messa che stanno celebrando visto che per loro vale meno della Eucarestia? Come fanno a vivere con questa "divisione" dentro?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non lo so come fanno. Quello che mi chiedo è se tu hai riconosciuto che il prete era del Cammino da quello che ha detto oppure perché lo conoscevi e sapevi chi era. Se la risposta è la prima, direi che per quel prete molto probabilmente la messa neocatecumenale "vale" di più, sicuramente "è più bella". Al punto che lui si è talmente imbevuto delle interpretazioni della Parola di Dio propagate dal Cammino (e spesso contrarie a quelle della Chiesa cattolica) e del suo linguaggio peculiare, che ormai li ha fatti propri e a lui connaturati. Un po' come una persona la cui provenienza viene riconosciuta dall'accento che ha nel parlare, con tutte le dovute differenze.
      Porto

      Elimina
  18. Miracoli di Carmen Hernandez Barrera

    Miracolo n quello del sacco nero

    Alcuni giorni fa in una saletta della parrocchia di s. Cristoforo ad Abbiategrasso la XVI comunità si riuniva per la consueta convivenza, alla fine della quale è passato il sacco nero per la raccolta. Contati i soldi, c'erano solo 40.000 euro e, ritenendo la cosa troppo misera, si fece un altro giro, dove si raccolse 58.000 euro. La cosa era ancora troppo miserella ma, non essendoci più soldi, la comunità ha implorato Carmen e lei, dal Lassù. ha gonfiato il sacco per cui alla fine c'erano dentro 150.000 euro, questa volta sufficienti per le quotidiane spesucce. Il capo comunità Giuseppe De Andreis ha avvisato il parroco che ha avvisato il Vescovo che ha avvisato Semeraro che ha avvisato il Papa, ancora in Ungheria, che ha detto al telefono : "hermanop cardenal, se Carmensita es cosi brava da moltiplicar los dineros, chiediamole di moltiplicar anche i conti allo Ior, cosi recuperamos el dinero perso da quel canchero di Becciu. E nel frattempo procedamos con la beatificasion". Semeraro ha avvisato Kiko, che ha ringraziato il Santo Padre inviandogli un pacco con dentro un raro libro di Keynes del 1938, del modico valore di 45.000 euro, che il Papa ha fatto mettere nella Biblioteca Vaticana in una teca con un cartello : "anche l'economia, nel suo piccolo, contribuisce a far diventare santi".

    e la causa continua...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il primo miracolo del sacco nero:

      Anni '60, un giovane Kiko va a confessarsi.
      - "mi perdoni padre perché ho peccato"
      - "dimmi figliolo..." risponde il prete
      - "sa, durante la seconda guerra mondiale ho tenuto nascosto un rabbino dai nazisti in casa mia..." dice il giovane Kiko
      - "ma figliolo è stata una buona azione non vedo nulla da cui assolverti"
      - "si ma vede padre per tenerlo nascosto gli chiedevo l'equivalente di 50 mila lire al giorno..." continua Kiko
      - "figliolo l'hai fatto a fin di bene... puoi andare!"
      Il giovane Kiko si alza, fa tre passi e poi torna indietro dal parroco dicendo:
      - "padre.. lo devo dire al rabbino che la guerra è finita?"


      Irene

      Elimina
    2. @Anonimo dei "miracoli"
      Contribuisce soprattutto l'"economia" dei sacchi neri, delle rinunce ai beni e delle decime estorte ai fratelli con la scusa della rinuncia agli idoli... Beni che poi vengono usati per oliare chi serve a favore del Cammino...
      Porto

      Elimina
  19. MA IL CAMMINO NEOCATECUMENALE
    - È LA PORTA DELLE PECORE?-

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo essere stati approvati da uno dei moderatori.

È necessario firmarsi (nome o pseudonimo; non indicare mai il cognome).

I commenti totalmente anonimi verranno cestinati.