sabato 1 aprile 2023

Progetto Decima: Causa che pende causa che rende - Seconda parte

Continuiamo, da qui, con la riflessione sull'argomento Il valore che il Cammino attribuisce al tempo dei fratelli camminantiche abbiamo articolato intorno ai discorsi autografi di Kiko e Carmen, iniziatori del Cammino Neocatecumenale.

4. Camminiamo piano piano piano. E il Cammino dura molto molto più di quanto promettiamo.

Ma quanto dura questo Cammino, che è la rievocazione un po' del viaggio verso la Terra Promessa e un po' dell'attesa dello Sposo delle dieci vergini della parabola evangelica? Kiko ingrana baldanzosamente la prima e tanto gli basta per viaggiare sicuri. E nessuno osi sorpassare, neppure nel deserto, neppure in caso di vocazione particolarmente ricca di grazie. Del resto il Signore vuole che tu proceda molto lentamente, come è scritto, per esempio, nel mamotreto del secondo passaggio, a pag. 12:

Ma lascia fare al Signore perché la Terra la si conquista poco alla volta. Il Signore ha promesso al suo Popolo di dargli la Terra Promessa, ma non l'ha promessa immediatamente: ha detto che la conquisteranno poco a poco.

Nello stesso mamotreto, a pag. 25 troviamo l'adattamento al Cammino della Parabola del fico sterile (Lc 13, 6-9) - e del conseguente tempo di pazientissima, lunghissima attesa (pag. 25):

Questa parabola non si potrebbe capire assolutamente al di fuori di un contesto catecumenale. Il catecumenato nella Chiesa primitiva dura 4 anni.

... ma Kiko e Carmen avevano raccontato a Papa Giovanni Paolo II che la durata del Cammino era di 7 anni! Il Papa ne era ancora convinto nel 1988, mentre già esistevano comunità di una ventina d'anni che non si scioglievano ancora nelle parrocchie. Nel 1977 Kiko invitava segretamente i suoi a preparare molta, moltissima pazienza, perché non avrebbero portato frutto tanto presto (evviva l'incoraggiamento). Notiamo anche il ritornello "fuori dal nostro contesto neocatecumenale, la gente non può capire il tale o talaltro concetto!", che compare più volte nei mamotreti e sta all'ego del neocatecumenale come l'elio al dirigibile.

El Kiko si improvvisa giardiniere, oltre che musicista e pittore (ma sicuramente col medesimo grado di "maestria") e prosegue:

Qui dice che il padrone viene tre anni a cercare frutti da questo fico e durante questi tre anni non ne ha trovati. Allora dice al giardiniere: "Taglialo!" Il giardiniere, leggasi catechista, dice: "No Signore, aspetta un poco, lasciamolo ancora un anno, lo poterò, gli zapperò la terra; ecco, farò catechesi, gli farò ascoltare la Parola di Dio, gli urlerò, lo picchierò, andrò a mangiare con lui, gli farò uno scrutinio, gli dirò che è un cretino, che si va a condannare. Se dopo un anno non troverai ancora frutti lo taglierò".
Sarà per solidarietà dendrologica, ma a noi pare strano che il fico non abbia stritolato questo giardiniere cialtrone con i suoi rami, dopo un anno di questo trattamento. E, secondo noi, pure il Signore due paroline in prosa piana, ad un certo punto al giardiniere gliele dice.

Nel medesimo mamotreto, a pag. 104:
Per questo il Pre-catecumenato era molto lungo nella storia della Chiesa: perché c'era bisogno di molto tempo perché si apra l'orecchio. Catecumeno significa colui che ascolta.
In realtà, il catecumenato antico radunava gente di tutte le religioni, compresi pagani veri, col diploma superiore di paganesimo (e sorvoliamo sui dettagli di certi loro riti). Non andava a pescare nel laghetto dei cattolici della domenica.



5. Tecniche per 
allungare il brodo e procedere più lentamente:

Mentre l'arbitro della corsa è distratto, Kiko e Carmen arretrano i blocchi di partenza: se i camminatori partono da un punto più lontano dal traguardo, arriveranno più tardi. Trattando i cattolici di parrocchia da pagani politeisti, il gatto e la volpe prospettano loro un lungo, molto lungo, lunghissimo cammino di conversione - al kikismo. Leggiamo dal mamotreto del secondo passaggio, a pag. 111:

Anche voi, all'inizio del cammino, eravate politeisti anche se vi credevate cristiani, come Abramo dunque, perché stavate chiedendo a molte cose, alla vostra carriera, al matrimonio, ai figli, stavate chiedendo loro la vita e forse, quando incominciaste il cammino questi idoli non vi avevano dato la vita.
Questi idoli ai quali vi consegnavate anima e corpo: il denaro, il lavoro..., con tutta la vostra anima vi consegnavate ad essi. Allora noi non ti dicemmo che tutto quello non aveva valore, perché anche quello ha valore, non ti dicemmo che quelli non erano dei; ti dicemmo che qui ti potevamo togliere quella sete e ciò che ti mancava. 
E se uno di questi fratelli gli moriva in stato di peccato mortale, frattanto che i "catechisti" gli facevano "prendere coscienza di quel che gli mancava"? Ma Kiko è così: da una parte insegna ai fratelli che è da pagani farisei sforzarsi nell'osservanza di quelli che egli considera legalismi da cattolici (questi sarebbero i dieci comandamenti, i precetti, il catechismo, ...). Dall'altra, sotto il pretesto di un incontro personale con Nostro Signore, Kiko pretende obbedienza rapida ed assoluta ai suoi propri decreti, anche - e soprattutto - quando sono contraddittori 

Prosegue Kiko: 

Adesso, dopo quattro anni di cammino ti diciamo una cosa che forse hai già scoperto per tua propria esperienza: che mai nella vita né la famiglia, né la carriera, né il successo umano, né l’evasione che ti sei cercato nella religione ti possono dare la felicità.

Già hai capito che gli altri sono idoli perché quando l'uomo dedica tutta la sua vita, per esempio, alla famiglia si è prostituito perché l'uomo non è chiamato solamente a dedicarsi alla famiglia. 
"Ci hai impiegato tanto, tantissimo tempo e, come avrai capito da solo, la cosa ti ha fatto bene!"
Ma che simpatico trucchetto: questi affabulatori, prima fanno perdere una marea di tempo ai fratelli delle comunità. Poi li esortano a ritenere di aver messo a buon profitto gli anni trascorsi in Cammino, per il fatto di aver imparato - a suon di repliche in un ambiente chiuso ed isolato - a descrivere la propria vita secondo gli schemi eretici kikiani. I fratelli escono soddisfatti di aver accumulato guadagni e meriti ...e non se la prendono con i catechisti, anzi, in certi casi di sottomissione grave li difenderanno a spada tratta.

Un altro trucchetto è lo spauracchio della bocciatura agli scrutini, quando i kikatekisti minacciano di  retrocedere quei fratelli che non pagano o che non frequentano con la necessaria assiduità, in una comunità più giovane, composta da sconosciuti, ripartendo da una tappa già passata e con lo stigma del ripetente.

È noto che la narrativa neocatecumenale prevede che il destino di chi lascia il Cammino sia la perdizione a tutto tondo, ma questo non è un problema che riguarda il profeta autoispirato Kiko, eccettuato il caso in cui il bocciato sia un pesce grosso, ricco sfondato. In quel caso il futuro dell'ex-adepto interessa eccome al guru, che ci lancia sopra almeno il cappello della profezia (mamotreto del secondo passaggio, a pag. 83):
[..] Però ritornerà, un giorno ritornerà dicendo: "Ecco, qui sono tutti i miei beni fratelli, vengo con voi, partiamo con questa nave verso la Terra promessa". [...] E quando tutto questo farà il suo effetto, lui si presenterà a noi. 



(POST-IT) Il falso profeta neocatecumenale Kiko Argüello prega Dio: -"Signore, Signore! Vorrei farti una domanda".  - "Dimmi, falso profeta Kiko", risponde Dio. - "Signore, Signore! È vero che per te un milione di anni sono solo un secondo?" - "Sì, è vero", gli risponde Dio. - "Molto bene. E cos'è per te un milione di euro?" insiste il falso profeta Kiko. - "Un milione di euro, per me, sono un centesimo", risponde Dio. - "Ah, Signore, Signore! Allora potrei avere un centesimo?" osa il falso profeta Kiko. - "Ma certo", gli risponde il Signore, "aspetta un secondo".

6. Sorpresa! Dimenticatevi tutte le promesse iniziali, in particolar modo quelle pubbliche: il Cammino non finisce mai.

E Kiko lo va dicendo (almeno) dal 1977. Dal mamotreto del secondo passaggio a pag 211: 
Dio ha molta pazienza: se hai bisogno di 5 anni saranno 5 anni, se c'è bisogno di dieci saranno dieci, venti, trenta, cinquanta se c'è bisogno.
e i fatti concreti hanno dimostrato che non era un modo di dire...
Dio ha una pazienza immensa con noi ed il silenzio di Dio continua: ci sono momenti nei quali non interviene perché ha pazienza con noi. Ma tu resisti. Qui entra in gioco la libertà dell’uomo.  
Infatti è sapienza popolare che, quando un metodo non funziona per anni ed anni ed anni, quale miglior soluzione esiste, se non quella di ciecamente insistere, insistere ed insistere. Per altri anni ed anni ed anni. Il tempo sistema tutto. E se non lo sistema ancora, basta aspettare altro tempo.



7. Arriva il momento del raccolto: il tempo è denaro!

Dal mamotreto del secondo passaggio, a pag. 12:
Il tempo è denaro e io non sarei qua né voi sareste qua se non fosse una cosa molto importante.
Il Cammino divide la vita dei fratelli in due grandi segmenti: il tempo prima del Cammino, il tempo dopo il Cammino (II Passaggio pag. 47). I secondi scrutini stabiliscono l'inizio del secondo tempo, il tempo della mietitura, nel quale Kiko e catechisti cloni, immedesimandosi nel padrone della Parabola dei talenti (Mt 25, 14-30 ; II Passaggio pagg. 18, 19, 22, 150), rivogliono indietro "le sostanze" che avevano consegnato ai fratelli all'inizio del Cammino, e con gli interessi. 
All'improvviso - e senza previo contratto firmato da ambo le parti - i falsi profeti passano a mietere: i fratelli sono tenuti a presentare i frutti di conversione, cioè a raccontare davanti a tutti le proprie esperienze (soprattutto quelle intime) ovvero ad assicurare di aver "sperimentato che ciò che i catechisti hanno annunciato è vero".

Questo raccolto è un atto ineludibile, dovuto al Cammino in cambio della "parola seminata" durante i precedenti quattro anni dai cosiddetti catechisti  - vale a dire, in cambio del fatto che questi ultimi hanno recitato a menadito i mamotreti, spacciandoli per ispirazioni divine del momento. 

A pag. 22 del mamotreto del II passaggio:

Io non ti ho dato il talento perché adesso tu me lo ridia così. Noi ti abbiamo detto: Va' e fa presto, sperimenta che quello che ti ho dato è autenticamente veronon sono chiacchiere! Allora non perdere tempo qui con noi, il tempo vale denaro oggi.
I frutti di conversione includono il cospicuo malloppo che i fratelli molleranno, spintaneamente, a partire dal secondo passaggio, in virtù del cosiddetto avere sperimentatoTutto ciò lo aveva preannunciato il falso profeta Kiko ai suoi kikatekisti, parlando alle spalle dei neo-catechizzandi che frequentano le catechesi iniziali del Cammino Neocatecumenale - v. mamotreto relativo, a pag. 5: 
Se ti ascoltano si convertono e se si convertono devono mollare il malloppo. Così se tu ti accorgi che c'è una maggioranza schiacciante di gente che comincia a dormire, o che in comunità viene solo un gruppetto di fratelli, ricordati cosa dice il Vangelo: "Dio o il denaro". Il punto sta nei soldi come idolatria, e voi avete potere per espellere questi demoni.
Valeva la pena per Kiko aspettare quattro anni, perché nel suo Cammino il tempo è denaro. Letteralmente.



8. Se il tempo del Cammino è infinito e il tempo è denaro, allora il Cammino è denaro infinito

E questo te lo dice pure Puntini, quando è in vena di sillogismi.
Siamo a pag. 173 del mamotreto del secondo passaggio. Kiko si è imbottito le tasche con le vendite dei beni dei fratelli che, oltretutto, stanno per iniziare a pagare le decime, e si lancia ad ipotecare il tempo di Nostro Signore, chiamandolo a garante dell'investimento neocatecumenale:

E inoltre questo denaro che si trova messo lì, sarà restituito al cento per uno su questa terra. Magari non immediatamente, ma vi sarà restituito. In modo che nessuno possa dire: “Un momento, io ti ho dato un milione e non mi hai dato cento milioni sulla terra”. Ti assicuro che il Signore ti darà cento milioni. 
Pensate una cosa: forse mai più il Signore ti dirà che tu venda i tuoi beni, e l’idiota che sei stato che, giunto il momento in cui il Signore ti offriva un affare al cento per uno, non l’hai fatto.
C'è altro da aggiungere a quanto dichiarato smaccatamente da Kiko? La conclusione l'abbiamo anticipata nel titolo: causa che pende, causa che rende!

E a chi volesse giocare allo specchio riflesso, accusando di avidità noi che denunciamo il pozzo senza fondo che è l' Arguello, ricordiamo sin da ora che questo blog, al contrario del vostro signore e padrone, non solo non vi ha mai chiesto un milione, ma neppure un centesimo. Amen. 

Il tempo, questa dimensione di penitenza in cui siamo stati precipitati dall'eternità dopo il peccato originale, che è anche nostro talento e possibilità di riscatto in questa vita, il Cammino se lo prende tutto. Lo ieri in cui, secondo il dogma neocatecumenale, eravamo pagani, l'oggi in cui seguiamo il profeta, il domani in cui ci è promessa la città di Gerusalemme, tutto appartiene all'Idolo Cammino che si cela sotto la maschera del "Dio che cammina davanti a te, e tu lo segui". Perlomeno, nonostante il fatalismo e l'attendismo delle lunghe deviazioni secondarie, dei giri in tondo e delle retromarce nel deserto, Dio si fa presente con chi sinceramente lo cerca.

Domenica delle Palme Alte neocatecumenali


62 commenti:

  1. Formazione cristiana permanente, auspicata dal catechismo della chiesa. Potresti finire qui. Ma figuriamoci che noia sarebbe per il blog.
    Eros

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per capire gli inganni neocatecumenali i cattolici dovrebbero tener presenti due fattori fondamentali:

      1) il fatto che il Cammino abusa del lessico cristiano - cioè adopera termini del gergo ecclesiale (come "formazione cristiana") per indicare una cosa completamente diversa (la "formazione permanente" dei neocatecumenali è solo al kikismo-carmenismo: la chiamano "formazione cristiana permanente" ma in realtà significa "deformazione kikiana-carmeniana permanente")

      2) il fatto che il Cammino propugna errori, svarioni, ambiguità, eresie, carnevalate liturgiche... - cioè questo blog esiste per presentare dei fatti concreti, non per uno "scontro di opinioni" (gli asini amano lo scontro di opinioni perché in tal caso l'asino che raglia più forte e più continuamente, può illudersi di averla avuta vinta).

      In sintesi: "è inutile aggiungere rum: una cacca non diverrà mai un babà". Inutile riempirlo di paroloni cristiani (e magari anche in latino: "catechumenium", "missio ad gentes"...), il Cammino non sarà cattolico finché non rinnegherà i suoi fin troppi errori (a cominciare dalla kikolatria, dalla devastazione liturgica, dalle "Decime", dalle eresie, eccetera).

      Nota tecnica per i non addetti ai lavori: la fede è quel riconoscere Cristo presente. Quanto più lo riconosci, tanto più ti vuoi avvicinare a Lui. "Avvicinarsi" significa anche voler sapere tutto ciò che c'è da sapere (la dottrina cattolica, a lungo andare, ravviva anche le anime dei tiepidi), secondo quanto consentono le proprie capacità intellettive (motivo per cui, ad esempio, il Catechismo dei bambini non si addentra in complesse questioni teologiche).

      Dunque la "formazione cristiana permanente" - così come intesa dalla Chiesa - non è un attivismo dei più specialisti, ma è una necessità del cuore del singolo, che la Chiesa è tenuta a dare su espressa indicazione di Nostro Signore (il Magistero, cioè l'insegnamento, uno dei tre munus specifici, insieme a quello di guidare spiritualmente le anime, e a quello di santificare attraverso i sacramenti).

      "Permanente" significa che la Chiesa insegna sempre, perché ad ogni anima anche nell'ultimo minuto della propria vita può capitare di capir meglio una verità di fede.

      Purtroppo, con la confusione che oggi regna, non potete chiamare "formazione" ogni insegnamento sedicente cristiano. Le barbose prediche di tanti parroci, le smielate e tutt'altro che incisive lettere pastorali di tanti vescovi, la brama di andare "incontro ai 'gggiovani" e incontro al "mondo", il ridurre tutto al telegiornale della sera prima, l'accanirsi a non toccare "tasti delicati"... tutto questo è nel migliore dei casi una perdita di tempo. E non basta dirsi che il parlante è "ispirato" (cosa peraltro rarissimamente vera). Uno dei maggiori drammi della Chiesa di oggi è l'aver ridotto la fede ad un attivismo parlatorio, "noi facciamo questo e quello", più un fiume di paroloni altisonanti ("noi evangelizziamo, noi facciamo le missioni e i seminari"), ma in fondo in fondo con la bocca lodano Dio ma il loro cuore è lontano da Lui.

      p.s.: anche se proviamo immensa gioia per chi si salva, siamo chiamati singolarmente, uno per uno, ciascuno di noi, a salvare anzitutto la nostra stessa anima. E sappiamo che in tanti si perderanno, lo sappiamo con certezza perché Nostro Signore ha detto non solo la faccenda della "porta stretta" (cfr. Lc 13,24) ma anche: «non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi» (cfr. Gv 17,9). Nostro Signore ha a cuore ciascuno di noi, ma non "il mondo" nella sua interezza. Nella Bibbia il termine "mondo" ha un'accezione negativa, non un'accezione geografica. Non esiste alcun salvataggio automatico (come invece danno ad intendere i neocatecumenali quando blaterano di "salvezza a grappoli" perché "la tua comunità ha fatto bene il Cammino, nonostante te").

      Elimina
    2. La cosiddetta formazione permanente non implica lo strapotere di laici semi-dotti o malamente indottrinati, che disprezzano la massa di tutti gli altri e che passano la vita a sdottorare al posto del parroco e a pungolare i parrocchiani come dei pavoni nel migliore dei casi e come veri carcerieri dello spirito, se si è avuta minor fortuna.

      A. Non.

      Elimina
    3. Hai ragione Eros, è auspicata, ma la vostra non foema per niente

      Elimina
    4. Formazione permanente? Perché non avvisare nelle catechesi iniziali, del fatto che non c'è nessun punto di arrivo e che, in qualsiasi momento si esca dal Cammino, sarà del tutto inutile l'averlo frequentato, se non dannoso, a causa di tutti gli eventi calamitosi che si rovesceranno certamente sul malcapitato e su tutta la sua famiglia? Anzi, perché non chiamarlo ergastolo? Sarebbe più realistico.

      Elimina
    5. Ah, se i neocatecumenali dicessero pubblicamente tutta la verità sul Cammino già alle catechesi iniziali... Altro che formazione permanente, ci sarebbe bisogno di diecimila Puntini a dirvi "Non catechizzate.......................................... ..... .................... .................."

      E invece, già alle catechesi iniziali Kiko intima ai suoi catechisti di non lasciarsi sfuggire che ad un certo punto sarà chiesto di vendere i beni e dare la decima altrimenti, nero su bianco: "potete fare le catechesi che vi pare ma non viene più nessuno".

      Che paradosso: l'essere sinceri sarebbe la fine della permanenza della "formazione" data da coloro che auspicano la formazione permanente. E questo tipo di paradossi si verificano in caso di ipocrisia ab initio.

      Elimina
    6. Per le catechesi, soprattutto
      quelle iniziali, siete come "una
      bella donna", che magari lusinga,
      accarezza, fa intravedere "mari e monti", poi alla fine chiede i soldi.
      Ruben.
      ---

      Elimina
    7. ...e, visti i problemi che affliggono i soggettoni di cui stiamo parlando, poi si scopre pure che questa donna lusingante che lascia intravedere e poi chiede soldi, proprio donna-donna non era!

      FungKu. Se leggete questo commento, vuol dire che anche i moderatori hanno fatto tre anni di militare a Cuneo! (cit.)

      Elimina

  2. Kiko conta che con il passare degli anni anche la memoria del neocatecumenale cominci a perdere colpi, tant'è che afferma:
    "Questi idoli ai quali vi consegnavate anima e corpo: il denaro, il lavoro..., con tutta la vostra anima vi consegnavate ad essi. Allora noi non ti dicemmo che tutto quello non aveva valore, perché anche quello ha valore, non ti dicemmo che quelli non erano dei; ti dicemmo che qui ti potevamo togliere quella sete e ciò che ti mancava."
    E naturalmente mente, mente male, mente sapendo di mentire. Perché nelle catechesi iniziali già aveva detto tutto, sparato tutti i colpi, seminato tutti i semi che poi va a raccogliere, insieme ai vari malloppi, negli anni e nei passaggi successivi.
    E infatti ecco cosa diceva nelle catechesi iniziali, 12a serata dedicata ad Abramo:
    "Tu sei Abramo. Mi piacerebbe sapere quando tu eri in Ur, cioè eri un idolatra- cercavi la. felicità nei soldi, nel lavoro, nella famiglia, ecc .... Mi piacerebbe sapere se tu come
    Abramo un giorno ti sentivi fallito... perché non eri felice, non ti sentivi realizzato, non sapevi nemmeno perché vivevi".
    E perché fa finta di stare dicendo qualcosa di nuovo? Per dare l'illusione di stare facendo un progresso: ma non è così, Kiko e Carmen non avevano molto da dire e soprattutto da dare: tutto ciò che avevano raccolto qui è là lo hanno buttato fuori nelle catechesi iniziali. Quello che non avevano detto è che, successivamente, sarebbero passati all'incasso. Anzi, avevano assicurato gratuità ed anche nessun impegno da parte del neofita catecumeno.
    Ma si sa, mentivano e ingannavano: e la cosa non sarebbe neppure tanto grave, il mondo è pieno di lestofanti, se non la avessero attribuita a Dio e alla Chiesa.

    RispondiElimina
  3. Il concetto molto subdolo che viene riproposto a tutte le catechesi sugli idoli tenute dai neocatecumenali, catechesi sia interne che esterne al Cammino, è che sì, sei pieno di idoli, no, essi non ti danno la vita ma, no, non sforzarti perché non ce la farai a toglierli, sei troppo debole. Ma continua ad ascoltare e vedrai, pian piano, pian piano, pian piano, il Signore te li toglierà. Aspetta. Non correre. Aspetta. Pazienta. Vieni e vedi. Ascolta.

    Lo decidono loro e quando lo vogliono loro, se uno si è tolto gli idoli o meno. Che se li sia tolti o meno, perché è una questione di certificazione, mera burocrazia interna. L'ironia della sorte di aver accettato di dare dei burocrati ai cattolici "della Domenica" per partito preso, solo perché lo dice il Kiko...

    E così va a finire che il Cammino rilascia la Certificazione-KikaTM di Adulto nella Fede a chi, per un tempo sufficientemente lungo da poter ritenere il suo recupero alla vita esterna ormai impossibile, si appiattito come uno zerbino di fronte alla volontà della setta, per lasciarsi spennare di conseguenza senza opporre resistenza né fuggire. Che sia adulto - o che sia piuttosto, più probabilmente, purtroppo, regredito nella fede.

    RispondiElimina
  4. Info. Quando avete pagato per mettere la veste bianca la notte di pasqua ?????

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Paradossalmente in questa domanda il termine "quando" è più onesto di "quanto".

      Ai kikolatri sarebbe stato facile rispondere "non abbiamo pagato nulla" (falso), "abbiamo pagato solo i materiali" (vero, ma con riserva mentale che non poteva essere una generica vestina bianca, dev'essere fatta come Kiko comanda, designed by Kiko, e quindi costa un botto).

      È la vestina bianca della superbia: "ehi, guardateci, noi abbiamo fatto il Cammino Kikatecumenale talmente a lungo che possiamo vantarcene con apposita vestina bianca kikizzata".

      Il "quando" riguarda il momento in cui ai camminanti che hanno eroicamente superato tante tappe che "potranno" esibirsi con la vestina bianca. Sottinteso: "dovranno". Sottinteso al sottineso: "mano al portafoglio, ragazzi! andremo in chiesa non per la liturgia, ma per fare il nostro show! come ben sapete, il Signore tratta bene solo chi esibisce la vestina bianca e che ha sempre pagato tutte le Decime offerte collette raccolte fondi e quant'altro al Cammino".

      Eh, già, perché quando i capicosca del Cammino vi hanno parlato della vestina bianca della superbia kikiana-carmeniana, non vi hanno mica detto che è un abuso tutto neocatecumenale (che la Chiesa non prevede che degli adulti, così, senza altro motivo che vantarsi di aver "fatto un cammino", vadano facendo le primedonne alle celebrazioni liturgiche), e non vi hanno mica detto "siete liberi di sfoggiarla o di andare vestiti come cristiani che vanno a Messa".

      Elimina
    2. Nota: nella suprema superbia neocatecumenale, domani esibiranno le Palme Alte per mostrarsi superiori ai cattolici.

      Il Cammino ti porta alla superbia.

      Nel Cammino si autoqualificano come gente che ha Ricevuto le Palme Alte. Ricevuto da chi? Da Kiko e Carmen. Cioè due laici che per tutta la vita hanno insegnato una mostruosa quantità di errori, strafalcioni, eresie. Ma sì, bravi, mostrate al mondo la vostra superbia e il vostro tesserino kikolatrico di appartenenza kikiana-carmeniana. Ditelo chiaramente a tutti che siete "migliori" degli altri cristiani.

      Elimina
    3. Nella Parrocchia sotto casa, che
      dovrebbe essere anche la mia, per competenza territoriale, hanno già addobbato la Chiesa con 🌴 palme
      alte in quantità industriale e domani, ci "delizieranno" con processione e canti correlati urlati.
      Nel corteo, le palme alte, saranno
      ben distinte dai rametti di ulivo.
      Ruben.
      ---

      Elimina
  5. Il tempo, questa dimensione di penitenza in cui siamo stati precipitati dall'eternità dopo il peccato originale, che è anche nostro talento e possibilità di riscatto in questa vita, il Cammino se lo prende tutto. Lo ieri in cui, secondo il dogma neocatecumenale, eravamo pagani, l'oggi in cui seguiamo il profeta, il domani in cui ci è promessa la città di Gerusalemme, tutto appartiene all'Idolo Cammino che si cela sotto la maschera del "Dio che cammina davanti a te, e tu lo segui". Perlomeno, nonostante il fatalismo e l'attendismo delle lunghe deviazioni secondarie, dei giri in tondo e delle retromarce nel deserto, Dio si fa presente con chi sinceramente lo cerca.




    Si può contrapporre Tempo ed Eternità?
    Il problema è assai audace perché secondo taluni il "tempo non esiste" e se non esiste vien da dire che la sua percezione è puramente illusoria

    "!In questo libro - scritto in modo agile e scorrevole per un pubblico di studenti e appassionati della materia - l’autore racconta il proprio percorso umano, intellettuale e scientifico, che parte dalla ribellione giovanile per continuare nella ricerca scientifica, vissuta come avventura affascinante e modello di un pensiero aperto al nuovo, che rifiuta regole e dogmi e vuole guardare il mondo “sempre con occhi nuovi”. Rovelli descrive con la curiosità di un neofita i più recenti sviluppi della teoria della gravità quantistica - che combina relatività generale e meccanica quantistica - ed espone la nuova teoria quantistica dei loop, proposta dall'autore e dal fisico Lee Smolin: lo spazio è fatto di “grani di spazio” e il “tempo non esiste”. Spiega inoltre perché i buchi neri sono caldi e come studiare la nascita dell’Universo." (Carlo Rovelli: Che cos'è il tempo? Che cos'è lo spazio?
    )

    L'imperfetta conoscenza del "finto" non deve sfociare nel fideismo dell'infinito come rimedio all'ignoranza (ovvero l'incolpevole non sapere)

    RispondiElimina
  6. Breve promemoria biblico:

    - un'importante profezia su Nostro Signore, contenuta nel salmo 110, diceva: «il Signore ha giurato... tu sei sacerdote per sempre, al modo di Melkisedek». Melchisedek è questa figura di re-sacerdote di cui la Bibbia ci dice pochissimo. Era re di Salem (che i più tendono a identificare con Gerusalemme). «Offrì pane e vino... e benedisse Abramo» (cfr. Gn 14,18).

    Ora, il sacerdozio del popolo ebraico era quello "levitico", cioè della tribù di Levi. Era un incarico pastorale, chiamiamolo così per comodità. Nostro Signore, a cui spettano massimamente i titoli di "re, profeta e sacerdote", era dunque profetizzato come "sacerdote per sempre" (non un incarico "pastorale"), "al modo di Melchisedek" (non al modo di Levi).

    Gli adepti della kikolatria rifiutano che il sacerdozio di Nostro Signore (che è "per sempre") e preferiscono un incarico di pastorale kikiana-carmeniana (il cosiddetto "catechista", laico e magari sposato, licenziabile a piacere non appena sia in "discomunione con Kiko"). Per loro la gerarchia sacerdotale non inizia da Nostro Signore che sceglie gli Apostoli, ma da Kiko che sceglie i cosiddetti "catechisti" salvo poi dichiarare "demonio" quelli che non gli piacevano più.

    Quando qualcuno vi dice che il Cammino è una "chiesa parallela" o anche "una chiesa nella Chiesa", dovete ricordarvi che la gerarchia "sacerdotale" (fra virgolette) del Cammino discende solo da Kiko, mentre quella della Chiesa discende solo da Nostro Signore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Abramo, antenato degli Ebrei, rispettava Melchisedec come suo superiore. Melchisedec non apparteneva al popolo ebraico.

      Elimina
  7. E' descritto plasticamente nell'articolo odierno che l'unico tempo che arriva nel neocatecumenato è il tempo di liberarsi dei beni e di strutturare la dazione della decima in ogni comunità. L'obbligo della decima non è come le altre consegne del cammino. Ogni tappa le sue. La decima dura per tutta la vita. La preghiera / a modo loro è uguale, ma non è lo stesso! La decima è, come abbiamo ampliamente spiegato in innumerevoli post, costitutiva del kikianesimo ed è una invenzione totale del loro genio. Si rifà all'ebraismo, ma non rispetta neanche quei canoni. La decima resta per sempre. Si comprende il perché: fondamento del cammino è il denaro che rastrellano a piene mani... a loro vantaggio. La decima è solo uno dei modi, quello più opportuno per ricordare ai camminanti che devono liberarsi del denaro sempre, sempre, sempre. Un allenamento continuo, in un certo senso.
    E' anche il primo criterio di discernimento a cui i catechisti si attengono per decidere se puoi procedere nel percorso. Chi si mette contro la decima di sicuro viene fermato. Una delle poche cose certe nel cammino. Lo stesso non vale neanche se hai tradito tua moglie o hai fatto le peggio porcherie. Per quelle c'è sempre un rimedio (e che rimedio! Ben lo sanno le vittime). Ma se ti rifiuti APERTAMENTE di dare la decima o la contesti in pubblico, nel c.n. non hai futuro. Questo sicuro.
    Per tutto il resto: santificarsi, diventare migliori spiritualmente e moralmente, per tutto questo non c'è fretta e pretenderlo è moralismo e superbia spirituale. Finchè ti convincerai da solo che il cammino non ha questa vocazione. E se aspiri alla santità hai sbagliato proprio indirizzo.

    Pax

    RispondiElimina
  8. Ribadisco che la notizia diffusa da questo blog è falsa, non c'è alcuna veste bianca griffata da Kiko. Sono falsità inventate di sana pianta da voi, è una comunissima veste di lino. Quindi smontiamo l'ennesima bufala di questo blog.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Senti amico, i catechisti portano il modello, presumo disegnato da kiko, come disegnato da kiko è il pagnottone che viene usato per "l'Eucaristia " e poi ti invitano ad andare dal sarto a farti prendere le misure.

      Te lo dice uno che è stato per 35 anni tra le grinfie di ERETICI MALFATTORI che, per grazia di Dio, il Dio di Gesù Cristo, sono state spezzate le catene come a San Pietro in carcere.

      Poi ti portano a Grusalemme, si fanno pagare il pellegrinaggio e mentre relegano a sei piani sotto la reception e mangiare al ristorante del "popolo", LORO, invece soggiornano all'ottavo piano, due piani sopra la reception in una suite con vista su Gerusalemme vecchia.

      Ma si sa loro si considerano figli di Re mentre sono dei miserabili figli di pxxxxxa.

      Quindi caro celebro leso non puoi venire qui a raccontare storielle a chi il cammino lo conosce a menadito e poi tengo molto a dire anche un'altra cosa, quella sul matrimonio spirituale che kiko si è inventato per fermare l'emorragia cioè le fughe dalle comunità dopo finito il cammino il cui mamotreto è sconosciuto alla Chiesa perché non è stato mai presentato.

      Col matrimonio spirituale ti inducono a stipulare un vero e proprio matrimonio con la comunità diventando di fatto BIGAMO nel quale non sei più tenuto alla fedelta solo A TUA MOGLIE MA ANCHE ALLA COMUNITÀ.

      Secondo me questi sono ormai dei maledetti, meglio stare lontanissimi da loro.

      Elimina
    2. La bufala è il Cammino Neocatecumenale, che istituisce cristiani di serie A e di serie B anche fra i propri adepti. Quelli più avanti nel Cammino con la veste bianca e il ramo di palma, quelli più indietro con il semplice ramoscello di ulivo, come i "cristiani della domenica", da voi disprezzati e irrisi. Se c'è un movimento anticristiano e anticattolico all'interno della Chiesa Cattolica, questo è il Cammino neocatecumenale. Basterebbe solo l'esempio che ho riportato a provarlo, oltre a tutte le eresie, prassi inventate, sottomissione del clero ai laici, scrutini con violazione del foro interno, imposizione della decima e molto molto altro.
      Porto

      Elimina
    3. Devo smentirti anch'io.
      La veste by Kiko c'è. Nel senso che il modello è quello ed è uguale per tutti. Basta vedere le foto che pure si trovano in rete.
      Si acquistava il lino. C'era la sarta demandata. Si andava tutti a prendere le misure e venivano confezionate per essere indossate la prima volta all'elezione.
      Sono i catechisti che prima della celebrazione provvedono alla vestizione dei loro figliocci.
      Tanti anni fa, con la lira, ogni tunica costava poco meno di 100.000 lire.
      Anche perché ti davano in dotazione la borsa ad hoc, blue, identica per tutti, con cartellino dove ognuno scriveva il suo nome. Sembravamo scolaretti ben addestrati. Ti insegnavano come dovevi piegarla e riporla. Con la raccomandazione di stirarla ogni volta.
      In terra santa dovevamo portare il ferro dietro. Io acquistai apposta quello da viaggio.
      Racconto queste cosine così ...tanto per...
      O solo per dire che niente è lasciato al caso.
      Importante è tenerti impegnao il più possibile così non hai tempo per pensare...a proposito di tempo...

      Pax

      Elimina
    4. per l"ignorantone di turno gli facciamo notare che anche il menu della cena dopo la veglia all'elezione è deciso da Kiko

      Elimina
    5. tra l'altro se fosse come dici basterebbe comprarle tutte uguali già confezionate in un qualsiasi negozio.
      E invece no! Devono essere uguali in tutto il mondo, solo quelle disegnate da Kiko e fatte su misura ( parloamone )

      Elimina
    6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    7. il prezzo di una comune alba, in più il logo del magnifico Kiko

      Elimina
  9. Eros nel primo commento equipara la catechesi permanente che auspica la Chiesa al cammino permanente del Cammino, ma non si rende conto che è il Cammino stesso che prende le distanze dal concetto di catechesi permanete della Chiesa, e questo lo si può dedurre non solo da vari atteggiamenti dei camminanti, ma anche da come essi paragonano il camminare nel Cammino all'esodo del popolo ebraico nel deserto fino ad arrivare alla Terra promessa.

    In realtà il senso dell'attesa del Vecchio Testamento ha un termine, la Terra promessa e, più ancora, la venuta del Messia, ed è simbolo dell'attesa che ogni cristiano deve avere fino all'incontro con Cristo alla fine della sua vita e della Chiesa fino alla manifestazione dell gloria del Signore alla fine dei tempi.
    All'attesa fino al Messia corrisponde una progressione della Rivelazione, mentre l'attesa cristiana consiste in un cammino di santificazione.

    Il problema del Cammino è che non si capisce bene il significato che da all'attesa, perché parla di arcani, tappe, ecc. Ma la catechesi permanente auspicata dalla Chiesa non si configura a tappe, ma come un approfondimento.
    Ovviamente tocca un argomento per volta, in questo senso si può parlare di tappe, ma nel Cammino i modi di procedere sembrano quelli del procedere della rivelazione, piuttosto che del procedere della santificazione.

    Di fatto se il Cammino non finisce mai, i cristiani non diventano mai maturi (e perché allora dovrebbe esserlo il solo Kiko? O pure lui è un politeista?).
    Un conto infatti è la "maturità" della fede e un conto è il suo approfondimento e la santificazione: la pienezza della verità non va confusa con la pienezza della comprensione della verità e con la possibilità di santificarsi sempre più.
    Per questo Kiko, confondendo le cose, avvalora i sospetti di chi dice che il Cammino è una gnosi.
    Più che cristiani maturi sembra formare delle comunità che rendono dipendenti e perciò uomini immaturi.

    Mi sembra che all'inizio il Cammino si proponga ai neofiti come un millenarismo, promettendo amore e pace per tutti, per poi dilatare i tempi fino a fermarli, come avviene nei buchi neri dello spazio, ammesso che esistano come delle singolarità, come vengono spesso proposti.
    Il Cammino, perciò, tendendo i tempi fino all'infinito, cioè fino alla morte, si può manifestare come una struttura che ha fallito nel suo intento (o che ha nascosto il suo intento), come una struttura in coma irreversibile che si vuole tenere in vita con accanimento terapeutico.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vedo il Cammino come un' "anestesia della vita", che dà agli adepti, tutti cloni di una dottrina e di una liturgia
      scriteriate, una sorta di torpore che li rende insensibili ed indifferenti al bene ed al male del mondo.
      Ruben.
      ---

      Elimina
    2. il Cammino é una gnosi? E con questo??????????????????

      Elimina
    3. La gnosi è eresia.

      Anche quando tentano di ammorbidire il significato del termine "gnosi" (che dal greco significa "conoscenza", ma nella storia cristiana ha indicato coloro che professavano le numerose varianti dello "gnosticismo", tutte eretiche; sant'Ireneo di Lione, nel suo Contra Haereses, criticò gli eretici gnostici fino a prenderli a insulti pesanti).

      Elimina
  10. Buona domenica delle palme carissimi tutti. Oggi è stata letteralmente invasa la mia parrocchia dai neocatecumenali.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io non sono proprio uscito di casa,
      ma ho ugualmente udito, le urla disumane dei loro canti in processione!
      Ruben.
      ---

      Elimina
  11. Cosa si mangia dopo la veglia in cui si è dichiarati eletti e' non semplici cattolici della domenica .Il solito menu' del secondo passaggio a base di pesce e vino bianco ??

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dovresti chiederlo ai tuoi catechisti. Anche se immagino che ti risponderanno che è un arcano super segretissimo e che potrai scoprirlo tu stesso al relativo passaggio...
      Porto

      Elimina
    2. Divertiti:
      Spumantino per il brindisi ( già in tavola )
      Cappelletti in brodo ( vino già in tavola )
      1/2 Astice a testa ( fresco e con il guscio )
      Maionese e salse varie
      Pinzimonio
      Sorbetto
      Agnello arrosto
      Carciofi alla romana ( 2 a testa )
      Macedonia con gelato
      Un uovo grande di Pasqua ( per comunità )
      Caffè
      Grappa, Whisky, Amari

      Vino Bianco, Rosso, Spumante rigorosamente DOC

      I curiosi saranno soddisfatti invece gli altri si sono rovinati la sorpresa.

      Elimina
  12. Oggi, domenica delle Palme, in una piccola parrocchietta totalmente neocatecumenale (nel senso che tutti i parrocchiani se ne sono andati altrove), è accaduto il paradosso.
    Palme alte, credo cantato in pompa magna dai "più avanti nella fede"..., alla comunione distribuita nello stile neocatecumenale serviti al proprio posto, i neocatecumenali si sono sentiti dire: "Consumala subito!", con loro somma meraviglia.
    Naturalmente la cosa ha ingenerato confusione e c'è stato chi ha consumato subito e chi, non capendo l'ordine nuovo, ha consumato dopo da solo, dato che non c'è stato lo start di manducazione.

    Furbetti eh?
    Hanno voluto fare la distribuzione alla neocatecumenale ma, dato che oggi c'erano anche persone diverse sicuramente occasionali, l'ordine è stato di "consumare subito".
    Questo conferma che sanno come si deve fare e lo fanno quando altri li guardano.

    Domandina: ma se sanno come si deve fare, perché non lo fanno anche nelle loro Eucarestie? Che ci vuole a prendere il Corpo di Cristo e consumarlo subito, senza doversi mettere a sedere e, trattenendo Gesù nelle mani, aspettare che il prete dia il via a tutti?

    Risposta: ne risentirebbe il concetto comunitario kikiano, per cui per i neocatecumenali è meglio disobbedire alla chiesa alterando la liturgia che disobbedire a Kiko e Madama "consumando subito" individualmente.

    Eccoli, i farisei e gli ipocriti.
    Marco

    RispondiElimina
    Risposte
    1. se facessero così sarebbero dei cristianucci della domenica, ci sarebbe il crollo del Cammino

      Elimina
  13. Quanto alle vestine bianche, con relativa borsa blu contrassegnata coi nomi, io personalmente ho preso una decisione (d'accordo con mia moglie).
    Una volta lasciato definitivamente il Cammino e disfattomi di ogni singolo quadretto e orpello kikiano, ho buttato le vestine e mi sono trattenuto la borsa a due piazze, visto che era condivisa sia per il marito che per la moglie. Può sempre far comodo.
    Alla puntuale e veritiera descrizione di Pax aggiungo che, almeno da noi, una volta indossata la vestina per la prima volta, con l'aiuto del catechista, c'era la foto d'obbligo con le braccia aperte, un po' come quella stereotipata e per nulla naturale che viene fatta all'uscita dalla tomba di Lazzaro in Israele.
    Sarà che mi sono depurato, ma questi ricordi adesso mi sembrano ridicoli.
    Anche come dovevi fare le foto ti dovevano dire, gli illuminati catechisti laici...
    Quando giungerà la mia ora, non voglio essere vestito con la vestina bianca e la palma alta, come segno distintivo del nulla, ma desidero presentarmi al Padre per quello che sono, un uomo comune che ha avuto fede in Lui.
    Marco

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ne approfittiamo per ricordare agli altri lettori del blog alcuni fatti concreti:

      - si va in chiesa per onorare il Signore, non per affermare sé stessi - dunque la "vestina bianca" neocatecumenale costituisce oggettivamente superbia e vanità;

      - è la Chiesa a stabilire il "dress code" (la vestina bianca per il battesimo dei neonati, ecc.), non i laici vogliosi di distinguersi;

      - la "vestina bianca" neocatecumenale, come ci è stato testimoniato da parecchi anni, era costosissima proprio perché era quella griffata da Kiko (che ciò comporti una "firma" o un altro tipo di "certificazione d'origine kikiana garantita", non cambia la sostanza).

      Da: meia162 - 11/05/2008 20.30
      Stavo ritirando dallo stendino le vesti bianche dei miei genitori e mi è venuto in mente un commento (x sckerzare) che fece una volta una mia amica che sta in monastero, riguardo al fatto che loro fanno il cammino e che quando arriveranno a questa tappa sarà comunque strano ricevere le vesti bianche visto che già le hanno ricevuto quando hanno preso i voti o almeno questo è quello che ho capito e mi son chiesta che senso fa far fare a delle suore di clausura il cammino se saltano anche delle tappe????secondo voi???



      p.s.: un articolo di Magister, scritto più di vent'anni fa a valle della prima autoapprovazione dello Statuto temporaneo ad experimentum, risulta ancor oggi incredibilmente attuale (e sì, parla anche delle confessioni pubbliche): il Cammino contiene sempre gli stessi errori.

      Elimina
  14. Questo articolo ha il pregio di mostrarci senza veli tutta la sbrodolosa e stomachevole lungaggine neocatecumenale.
    Il Cammino così lo ha voluto Kiko.
    Allungato all'inverosimile.
    Già le tappe sono tante.
    Ma col tempo, negli anni, si è proprio industriato a diluire, stiracchiare, esasperare.
    Ricordo la Traditio che è inesorabilmente seguita almeno da una re-traditio... ma anche due... e perché no? E prima di arrivare alla Redditio.
    E poi vogliamo parlare del secondo scrutinio che almeno si fa due volte, se va bene?
    Poi ancora
    Prima chiamata all'elezione.... e
    Seconda chiamata all'elezione. Ma col tempo tra le due, ancora non bastasse, è stata inserita una ulteriore convivenza di richiamo.. e sempre all'elezione.

    Insomma, sti' neocatecumenali sono proprio di coccio!!!
    Eternamente ripetenti, rimandati, fermati. Un cammino a singhiozzo o proprio un cammino per gamberi.

    E poi
    ........

    Pax

    RispondiElimina
  15. E poi
    E poi
    Con le fusioni ripeti ancora tappe già fatte e strafatte e se, finito il cammino, non bastasse ancora, ecco che  vieni unito tu e la tua comunità di eletti con la comunità seguente che sta finendo il cammino e ti tocca ovviamente ripetere l'elezione finale come se mai l'avessi fatta, come se non ci fosse un domani. Viaggio di nozze in Israele incluso un'altra volta, con annesso oneroso costo senza sconti. E lo devi fare. Se no i catechisti che penseranno di te? Poi di sicuro te la faranno pagare, prima o poi. Pagare pagare ... questo certo che sì, questo certo mai manca nel Cammino.

    Pax

    RispondiElimina
  16. I poveracci del cammino alla fine sono tutti o sfruttatori o sfruttati purtroppo !

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È esattamente il principio di funzioanmento di una setta.
      Una setta non ha a cuore il bene dei suoi adepti, ma solo il loro sfruttamento.

      Pertanto i vertici di una setta - e quindi anche quelli del Cammino - li definirei "non credenti ma praticanti".

      Sono "praticanti" del neocatecumenalismo (solo in apparenza, e comunque in modo blando) solo per opportunismo. Non fanno elemosine che "fanno sanguinare il cuore" (anzi, non ne fanno proprio), non mettono a nudo i propri "peccati" (se non recitando qualche copione molto ben calibrato per dir tutto senza dir nulla, limitando la propria ricattabilità al minimo), eccetera.

      Ed infatti non sono "credenti in Kiko": sfruttano la propria posizione per assicurarsi beni, privilegi, soldi. Sistemano figli e parenti in posti di lavoro prestigiosi e intoccabili, aprono kikoshop in cui i camminanti devono obbligatoriamente comprare (sovraprezzatissimi) i gadget obbligatori del Cammino, si intestano proprietà immobiliari neocatecumenali che destineranno immediatamente a diverso utilizzo non appena il Cammino cadrà, eseguono truffe a favore del Cammino ma di cui loro sono i veri beneficiari (ricordate la truffa della proprietà degli immobili del seminario neocatecumenale di Guam?)... e non parliamo dei mostruosi giri di riciclaggio di denaro sporco, che hanno forma di "donazioni" da una parte, e di "non rendicontazione delle Decime versate in contanti" dall'altra... (se un mafioso vuol "lavare" 100.000 di denaro sporco, accetterà allegramente 70-80.000 di "pulito non tracciabile e in contanti": e nel Cammino vi diranno: oh, guardate, abbiamo pregato e il Signore ci ha donato 100.000 ispirando un Fratello Benefattore...).

      Dunque, sì, nel Cammino esistono sfruttatori e sfruttati, come in ogni setta. Per questo, ironizzando, diciamo che la Decima, nel Cammino, c'è chi la dà e c'è chi la prende. Ovviamente ci sono livelli intermedi, di gente che sfrutta ciò che può (a partire dai "responsabili" che cominciano a far la cresta sulle Decime aùmma aùmma, ai gestori di alberghetti e di aziendine di trasporto passeggeri, ecc.), addentando financo le ultime briciole. E tutto questo, con sullo sfondo quegli asini che farebbero carte false pur di essere i cantori del Preconio Pasquale, i grattugiatori principali della chitarrella kikizzata, gli urlatori principali nelle centopiazzate kikiane... evidentemente per costoro la propria vanità personale vale più dei soldi stessi.

      La maggioranza assoluta dei fratelli del Cammino - a partire da pensionati minimi, padri di famiglia che faticano ad arrivare a fine mese, ecc. - sono quelli che più vengono spennati, e che più vengono indotti a odiare sé stessi in modo da "mollare meglio il malloppo".

      Davvero, mettete alla prova il Cammino, smettete di versargli soldi e guardate quant'è ossessivamente attaccato a Mammona.

      Elimina
    2. Mah, uno sfruttatore non lo definirei un poveraccio. Uno sfruttatore generalmente non è uno sprovveduto, sa bene quello che fa. Poi se si vuole coprire la coscienza con scuse, tipo "qui si fa così" o "me lo hanno detto i catechisti" e sim., è un altro discorso. Ma sono scuse, e se fa lo sfruttatore è perché ha un suo tornaconto o lo spera.
      Porto

      Elimina
  17. Per non parlare che i catekiki usano misericordia e giustizia in nome e per conto di dio , come gli garba a loro.

    RispondiElimina
  18. In uno dei miei vecchi interventi sul blog, accennai a un colloquio che ebbi anni fa con padre Erminio Passi, il parroco della FSMI che nel 1975 portò il Cammino al Poetto di Cagliari e lo diresse per 40 anni. Gli chiesi quanto durava il Cammino,e mi rispose che in teoria durava 25 anni con i vari passaggi e il battesimo finale a Gerusalemme, in pratica tutta la vita, perchè un cammino di fede non poteva avere una durata limitata, per quanto lunga, quindi niente 7 anni come Kiko disse a Giovanni Paolo II. L'ho trovata una risposta onesta, anche perchè mi avrebbe potuto dare la risposta ufficiale di Kiko e la cosa sarebbe finita li. Poi se davvero il Cammino è infinito perchè cosi la richiesta di soldi dura all'infinito, tra Decime e altro, è un altro discorso. Aldo dei focolari di Cagliari

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eh, però 25 anni non sono tutta la vita. In qualche modo potevano esserlo se il Cammino fosse stato riservato agli adulti, ma entrando a 13 anni, come succede ai figli del Cammino e ai ragazzini intortati nei corsi della cresima tenuti dai padrini neocatecumenali, si finisce presto, escludendo in particolar modo il periodo più produttivo della vita, quello in cui si hanno i primi proventi seri, economicamente parlando.
      Quindi è evidente che il Cammino deve continuare, anche al di là della fine dichiarata. Chi chiacchiera di formazione permanente dovrebbe spiegare perché continua ad essere richiesta l'obbedienza ai catechisti, l'attività dei garanti, e soprattutto perché chi si dedica alla parrocchia o anche alla propria vita spirituale mettendo in secondo piano il Cammino, già completato, viene trattato come fosse un apostata e di lui si sussurra che ha perso la fede. Ma quale fede?

      Elimina
  19. Dal Catechismo della Chiesa Cattolica

    La povertà di cuore

    2544 Ai suoi discepoli Gesù chiede di preferire lui a tutto e a tutti, e propone di rinunziare a tutti i loro averi 416 per lui e per il Vangelo. 417 Poco prima della sua passione ha additato loro come esempio la povera vedova di Gerusalemme, la quale, nella sua miseria, ha dato tutto quanto aveva per vivere. 418 Il precetto del distacco dalle ricchezze è vincolante per entrare nel regno dei cieli.

    2545 Tutti i fedeli devono sforzarsi « di rettamente dirigere i propri affetti, affinché dall'uso delle cose di questo mondo e dall'attaccamento alle ricchezze, contrario.

    Chiaro "osservatori"?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per dire una banalità. A "quei tempi" non c'erano l'irpef, l'Irap, la Tasu, la Tari, la casa del comune, l'ospedale gratuito, la scuola gratuita, il reddito di cittadinanza, la pensione di cittadinanza, l'Inps etc.
      Quindi...
      Se la chiesa non li pretende, perché voi li pretendete?

      Elimina
    2. No. Quanto esponi del Catechismo, si riferisce infatti alla "Povertà di Cuore", art. 10 Decimo Comendamento.
      Non riporti infatti Canone 2544, ma solo tre note dello stesso.

      Perciò che riguarda il Canone 2545 così recita: " L`amore per i poveri è inconciliabile con lo smodato amore per
      le ricchezze o con il loro uso egoistico"
      Di conseguenza, si può esser ricchi senza amore smodato verso la ricchezza e facendo buon uso dei propri beni, a favore di poveri e bisognosi.
      Amico mio, quando riporti la Dottrina della Chiesa, almeno fallo bene! Mentire anche sul Catechismo?!
      Per ironia: da che pulpito viene la predica sul Deciomo Comandamento ovvero "Non desiderare la roba d'altri?"
      Da un adepto di una setta, che taglieggia i propri appartenenti, con una cedolare secca mensile del 10% oltre alle continue ed infinite collette.
      Ruben.
      ---

      Elimina
    3. -Errata corrige alla mia del 3 aprile 2023 alle ore 13:23:
      Ho erroneamente riportato l'enunciato 2445 (VI Comandamento), comunque utile all'argomento.
      Per ciò che riguarda quanto enunciato riguardo al 2544, Decimo Comandamento, dall'anonimo 3 aprile 2023 alle ore 11:54, era corretto.
      Parziale invece l'enunciazione del 2545.
      Mi scuso con il fratello delle 11,54 per la confusione, però, visto che il VII Comandamento: Non rubare ed il IX:
      Non desiderare la roba d'altri, sono intimamente legati, la sostanza non cambia, cosi come confermo il mio pensare in merito, tra l'altro il 2544 ed il 2545, si riferiscono a " La povertà di cuore".
      Sperando di essere stato chiaro,
      Ruben.
      ---

      Elimina
    4. Qualcuno dica ai neocatecumenali di non confondere la «povertà» (cioè l'uso dei beni secondo il loro giusto fine) con l'«impoverimento» (cioè il toglier via i beni senza un'adeguatissima ragione).

      Ricordiamo anche che sono tantissimi i fratelli del Cammino che già si "provavano coi beni" senza nemmeno saperlo. Come ad esempio i genitori che si sobbarcano spese per mandare a scuola i figli. Quei soldi spesi per i figli (e anche il tempo per accompagnarli a scuola, e anche la benzina, eccetera) sono risorse che hanno liberamente sacrificato per il bene dei figli. Cioè sono soldi usati per onorare i doveri del sacramento del matrimonio. Cioè in fin dei conti per onorare Dio. Si sono "già provati" coi beni, ma la setta pretende comunque la "Decima"!

      Quando gli avidi capicosca della setta comandano di "provarsi coi beni", stanno letteralmente aggiungendo fardelli arbitrari (e pesantissimi) sulle spalle dei "camminanti". Fardelli che loro non osano toccare nemmeno con un dito (con la scusa che "l'operaio ha diritto al suo salario", una scusa campata in aria perché Nostro Signore si riferiva ad altro). Il Cammino è una fabbrica di ipocriti, arroganti, avidi... e di gente impoverita da costoro.

      È tipico di ogni setta fingere di considerare "peccaminosa" la ricchezza (in modo che l'adepto la odi, cioè la regali ai capi della setta). Il problema, infatti, non è la quantità di beni. Il problema è solo il loro errato utilizzo. Il figliuol prodigo, coi beni ereditati, volle andarci a prostitute. E quando si pente e torna dal padre... ridiventa "ricco": veste pregiata, anello al dito (simbolo di dignità), eccetera. Il "ricco", nella Bibbia, è colui che sguazza nei beni, cioè che preferisce lussi, sfarzi, sprechi. Ed infatti Nostro Signore non vuole l'impoverimento. L'eroicità nella virtù della povertà, per Francesco d'Assisi, fu non quella di "liberarsi dei beni", ma solo quella di liberarsi di ciò che oggettivamente ostacolava la propria spiritualità che già stava vivendo.

      E Nostro Signore stesso girava in una tunica «tessuta tutta d'un pezzo» (cfr. Gv 19,23), magari oggi sarebbe stato un giaccone Armani Collection, ed entrò a Gerusalemme montando un asinello (cfr. Gv 12,14), magari oggi sarebbe stata una Mercedes. Bisogna essere tonti (o invidiosi della ricchezza altrui) per chiamare "sfarzo" o "spreco" ciò che era normale adeguatezza (vestendo da straccione o andando a piedi, avrebbe sofferto di più il freddo o rischiato la salute dei piedi, rischiando la portata della sua missione; forse che oggi un chirurgo che deve operare d'urgenza a 20 km di distanza ci va con la bici anziché col Mercedes?). I capicosca del Cammino vogliono non solo che tu disprezzi la ricchezza, ma anche e soprattutto che la consegni nelle loro mani (mani avide che non la disprezzano affatto). Perciò quando vi invitano a "provarvi coi beni", consegnateli non nelle grinfie di esponenti del Cammino... ma ad opere caritative che non c'entrano nulla col Cammino. E guardate con che perfidia si infuriano contro di voi. Il Cammino blatera di "Mammona", ma vuole solo i vostri beni.

      Elimina
  20. Prendiamo, per esempio, dei fratelli entrati in Cammino nel 1999, convinti dai catechisti di doverci stare circa 10 anni (e invece sono ancora lì); convinti dai catechisti che tutto sarebbe stato gratis (e invece si sono progressivamente privati di case, risparmi, automobili, vacanze, a volte persino dello stretto necessario, in favore dei capi della setta); convinti dai catechisti di trovare nel Cammino la vera fede e la vera Chiesa (e invece si sono ritrovati in braccio ad eretici prepotenti, arroganti, opportunisti e finalizzati alla sussistenza della setta (cioè la propria) ed, in certi casi, proprio ottusi alla vita come cocuzze); tranquilli di non dover rinunciare alle loto relazioni preesistenti (e invece si sono ritrovati a trascurare e disprezzare i loro cari, anche in occasioni uniche come malattie terminali e matrimoni, per andare alle convivenze della comunità); convinti dai catechisti che nessuno li avrebbe giudicati perché Dio ti lascia libero (e invece si sono ritrovati scarnificati davanti a tutti e bocciati agli scrutini); convinti che il Signore avrebbe vinto la loro sfortuna in amore facendogli trovare moglie o marito (e si sono ritrovati a dover fare i conti tutti i giorni con una specie di estranea/o imposta/o dai catechisti, e dieci figli che non sanno come tenere); ma soprattutto: convinti che quelle catechesi, in virtù delle quali essi hanno sopportato tutto ciò, fossero ispirate dallo Spirito Santo.

    Quando pubblichiamo i mamotreti - che sempre commentiamo secondo relazioni di causa-effetto, mettendo ordine nei farfugliamenti volutamente emozionali del Kiko - è per mostrare che tutte queste sofferenze, che questi fratelli entrati in Cammino nel (per esempio) 1999 hanno dovuto e voluto sopportare in virtù di "improvvise e ripetute chiamate divine", Kiko e compagnia bella le avevano già decise per loro, sin dalla fine degli anni '60. Nero su bianco, nei documenti ex-segreti. Non dicono cosa fanno, non fanno cosa dicono: premeditazione, non "ispirazione".

    RispondiElimina
  21. Sarà il caso di completare il paragrafo che hai troncato con il copia-incolla:
    2545 Tutti i fedeli devono sforzarsi «di rettamente dirigere i propri affetti, affinché dall'uso delle cose di questo mondo e dall'attaccamento alle ricchezze, contrario allo spirito della povertà evangelica, non siano impediti di tendere alla carità perfetta». (Lumen Gentium CVII).
    Lo spirito della povertà evangelica non ha nulla a che vedere con la precarietà predicata da Kiko Argüello, seguendo la quale ci si deve spogliare di tutto quando imposto dal Cammino per i suoi scopi ed interessi, e nello stesso tempo usare dei soldi e degli aiuti che da esso provengono come se si trattasse di un centuplo e di una provvidenza divina riguardo al quale non farsi alcun scrupolo morale, senza avvertire l'obbligo di amministrarlo con parsimonia per gli scopi per cui è stato donato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A proposito di quanto lo spirito del Cammino poco o nulla abbia a che fare con quello evangelico, consiglio di leggere questo articolo, questo e questo.

      Elimina
  22. Ricordiamo ai gentili lettori che il fintotontismo neocatecumenale consiste nel recitare la parte dei finti tonti sperando o di cogliere noialtri in contraddizione o di farci sembrare come gente che ha un'opinione infondata sul Cammino.

    Ebbene, il Fintotontismo Neocatecumenale è malizia e inganno. Loro le conoscono benissimo le pecche del Cammino - dagli abusi relativi alle raccolte soldi, agli strafalcioni liturgici, alla superbia delle "vestine bianche" griffate (sì, è superbia, e sì, non potete procurarvela "al risparmio", e sì, vi "suggeriranno" - cioè ordineranno - come e dove dovete comprarla), eccetera.

    Il fintotontismo è una tattica intesa ad estenuare, svilire, azzittire chiunque dica la verità. Fateci caso: gli asini raglianti, quando diventa chiaro che hanno torto, cambiano discorso. Aggrediscono, fingono di "puntualizzare", fingono di essere tonti (ma proprio tonti assai), e poi appena viene irrefutabilmente sbugiardata la loro menzogna del giorno, passano ad altro come se nulla fosse.

    Alcuni di tali asini raglianti bazzicano questo blog da più di una decina d'anni. Non li si è mai visti scusarsi per qualcosa, o almeno ammettere che su un determinato punto Kiko e Carmen hanno avuto torto, riconoscere che un dato errore del Cammino va corretto. Mai. La loro ossessione - che ha un che di psicologico, e un che di spirituale, in senso diabolico, s'intende - è che bisogna mettere a tacere chiunque sveli le magagne del vitello d'oro di categoria superiore, il tripode Kiko-Carmen-Cammino. A costo di calpestare le vittime dei pedofili neocatecumenali pur di salvare il prestigio del pedofilo neocatecumenale di turno.

    Non si sono fermati nemmeno dopo quelle numerosissime volte in cui il loro ragliare ha mostrato ai lettori del blog capitati per caso, quale è la diabolica mentalità neocatecumenale. Sono proprio ossessionati da questo blog; si svegliano al mattino sperando di trovare nuove pagine e nuovi commenti, si connettono a tutte le ore del giorno inserendo sempre le stesse ragliate nei commenti, ragliano, ragliano, ragliano come asini su tutte le furie, provano un insano piacere nell'azzeccare figuracce (e sfido io: dopo tanti anni di neocatecumenalismo, in cui il cosiddetto "catechista" gode sadicamente a spalar loro tanto fango addosso, ci hanno letteralmente preso gusto: la spiritualità autolesionista e sadomasochista dei "camminanti" zelanti).

    Il Cammino è davvero molto gradito al demonio. Ai kikolatri non interessa essere graditi al Signore, ma solo al signor Kiko.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro tripudio,
      il cammino e il sommo kiko non hanno mai torto, anche davanti all'evidenza dei fatti. Questo non perche sia vero, ma perche i fratelli hanno ormai il cervello lavato.

      La tua descrizione e' verissima, in quanto anche io ogni volta che cerco di intraprendere un discorso, loro cominciano a gridare e sbraitare come se cosi facendo abbiano automaticamente ragione, oppure come tu dici, cambiano discorso, fanno i finti tonti.
      La loro tecnica ti stanca mentalmente, tu ti stanchi ti rispondere alle loro vaccate e loro pensano di aver "vinto" il discorso.

      Poi chissa come mi descrivono alle loro convivenze mensili,
      gia li sento. Questo mese il demonio mi ha attaccato...

      Elimina
  23. Per quanto riguarda la "Questione Cammino" la Chiesa sa; infatti, se si
    considerano gli innumerevoli oggettivi riscontri, provenienti ormai da tutto
    il mondo, sulle eresie liturgico-dottrinali
    dell' "associazione", non può non sapere.
    Se durante il Pontificato di Benedetto XVl,
    il silenzio era dovuto al timore di uno scisma, è attualmente afferente ad una Curia filo-massonica ed a un Pontefice quasi esclusivamente dedito alla politica sociale, piuttosto che alla Dottrina e Liturgia.
    Andiamo comunque avanti! Con Fede,
    Speranza e Carità(alta forma di Verità).
    Ruben.
    ---

    RispondiElimina
  24. Anonimo delle 11 e 54:
    perchè tu, come la vedova, non dai tutto quello che hai per vivere? Intendo dire proprio TUTTO.
    E perché Kiko non da tutto?
    Se chi non da tutto non è del tutto distaccato dal denaro, allora neanche Kiko lo è. E ci vuole insegnare?
    Prova a rispondere.

    Il gesto di quella vedova è stato eccezionale, ma se non fosse stata sola, se, ad esempio, avesse avuto un figlio a carico, avrebbe dato tutto ugualmente: non al tempio, ma al figlio. E lei si sarebbe comunque affidata a Dio.
    L'interpretazione del Vangelo la fa la Chiesa, non Kiko, e la Chiesa parla di distacco dai beni,che certo deve avere una corrispondenza pratica, ma non da fondamentalisti.

    La povertà evangelica sta alla povertà materiale come lo spirito penitenziale sta alle forme di penitenza: non sono la stessa cosa, ma sono in relazione.
    Se fossero direttamente proporzionali, allora Kiko, non potrebbe mai ambire a una santità superiore.
    Conta la carità: "nche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo come cibo, senza la carità non giova a nulla" dice San Paolo. Giova piuttosto alla superbia.
    La vedova donando tutto, ha donato in realtà se stessa, ma si può donare anche per se stessi, per vanagloria.

    Se un camminante ricco da la decima, ma non si fa mai mancare nulla e vive nel lusso, che testimonianza dà?
    Ma dà una contro testimonianza anche il povero che dà la decima facendola scontare alla famiglia: non è questo quello che dice di fare la Chiesa! La Chiesa non vuole che una persona anoressica digiuni, neanche se è venerdì.
    Perciò chi dà la decima impedendo ai propri figli di studiare, in realtà è un ladro, ed è un ladro che ruba ai poveri per donare ai ricchi. O è un imbecille.

    RispondiElimina
  25. O.T.
    Carmen Hernandez Barrera.
    ---
    Tanto per puntualizzare, la Chiesa proibisce il Culto ai Servi di Dio ed anche
    ai Venerabili, cosa il Cammino tributa,
    anche pubblicamente e virtualmente attraverso il web, alla Serva di Dio in
    oggetto, vedi anche Santino e Preghiera,
    alla quale si attribuisce, una generica approvazione ecclesiastica.
    Ruben.
    ---

    RispondiElimina
  26. Pecunia non Olet kiko&company

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "non olet" quando non sai da dove viene, altrimenti "puzza" e come!
      Ruben.
      ---

      Elimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo essere stati approvati da uno dei moderatori.

È necessario firmarsi (nome o pseudonimo; non indicare mai il cognome).

I commenti totalmente anonimi verranno cestinati.