venerdì 28 luglio 2023

Cognitive Restructuring: come ti "circoncidono la ragione"

"Liturgia" neocatecumenale
Presentiamo qui sotto una traduzione delle parti più importanti della pagina blog di Origen de Principiis, permettendoci di evidenziare alcuni punti di maggior interesse per i lettori italiani (l'autore scrive in inglese).

Prima di cominciare è opportuno chiarire anzitutto che la "dissonanza cognitiva" è rappresentata del famoso caso della volpe e l'uva: la volpe vede benissimo che l'uva è buona ma impone a sé stessa un'idea diversa per autoconsolarsi ("è acerba"), finendo per crederci davvero: ciò che conosce ("acerba") è dissonante con la realtà (l'uva non è acerba).

La "ristrutturazione cognitiva" (preferiremo lasciare il termine in inglese), nel testo qui sotto, intende che il Cammino ti impone di vivere quella dissonanza cognitiva riguardo alle cose della fede e della vita (in gergo neocatecumenale ti dicono di "circoncidere la ragione", cioè di smettere di usare la ragione ogni volta che un cosiddetto "catechista" parla, o in un qualsiasi contesto dove rischi di scoprire che il Cammino contiene tanti errori e tante ingiustizie, che non possono certo provenire da Dio).


Cognitive restructuring

Nessuno può lasciare il Cammino in piena coscienza, perché non esiste alcuna ragione accettabile per lasciare l'organizzazione.

Quando ero nel Neocatecumenato, venivamo addestrati a commiserare coloro che lo avevano abbandonato, perché avevano voltato le spalle al Cammino di salvezza nel quale Dio li aveva chiamati. Ovviamente tentavamo di ammorbidire questo concetto prendendocela con "gli altri": chi aveva lasciato, doveva per forza essere stato "influenzato negativamente".

Nei primi tempi in cui facevo il Cammino, una giovane donna abbandonò improvvisamente la Comunità. Circolò subito la voce che era colpa del suo fidanzato che "non approvava" i nuovi movimenti religiosi. Quando abbandonai il Cammino mi giunse voce che avevano detto che era tutta colpa di quella che nel frattempo era diventata mia moglie. È più facile, a quanto pare, prendersela col "pessimo esempio" di persone esterne, che riconoscere che qualche ex fratello abbia valide ragioni per lasciare il Cammino.

Il mio presbìtero Neocatecumenale (nel Neocatecumenato i sacerdoti vengono chiamati presbìteri, non sacerdoti), predicò in un'omelia che coloro che avevano abbandonate erano "quelli che erano entrati per la ragione sbagliata". Disse: "alcuni di voi senza dubbio abbandoneranno, perché capirete che ciò che offre questo Cammino non è ciò che cercavate... Quelli che invece hanno aderito per le giuste ragioni, resteranno". Dunque l'abbandonare il Cammino non era mai un cambiar direzione alla propria vita: era invece considerato o un tradimento, o almeno l'ammissione di un'ipocrisia consolidata.

Mi dicevano sempre che quelli che abbandonavano avrebbero sempre avuto problemi nella vita, avrebbero perso la fede, sarebbero tornati a fare le cose malvage che facevano prima di aderire al Cammino: ubriachezze, droghe, licenziosità. Nelle nostre preghiere comuni non venivano mai ricordati coloro che avevano lasciato il Cammino.

Quelli che abbandonavano senza clamore venivano presto dimenticati. Ma quelli che nel lasciare il Cammino avevano osato criticare, venivano furiosamente infangati. Il Neocatecumenato non accetta mai di confrontarsi nel merito delle critiche. Al contrario, una valanga di voci di corridoio ad hominem infanga chiunque abbia testimoniato i punti critici. Di una giovane donna che aveva osato raccontare la sua storia alla stampa dissero che era sempre stata mentalmente instabile e che "aveva un problema col denaro". Di un giovane che aveva lasciato il Cammino dissero che "aveva sempre rifiutato l'insegnamento della Chiesa", una condanna definitiva. Di quel G. Urquhart, che scrisse un libro in cui criticava anche il Cammino, dissero che "dopotutto è un omosessuale con un matrimonio fallito alle spalle". E l'indagine fatta sul Cammino dalla diocesi inglese di Clifton, dissero che era "un lavoretto prefabbricato... con pregiudizi fin dalla partenza".

Nel caso in cui chi critica il Cammino guadagni un qualsiasi tipo di visibilità o sèguito, come nel caso dell'indagine a Clifton, subito parte l'etichetta di "persecutori" e il comando di restare ufficialmente in silenzio ("come Cristo") accompagnato da una montagna di voci di corridoio sui retroscena, gossip, e character assassination (non proprio "come Cristo", si direbbe). Questo è un grosso disincentivo per gli ex-membri ("Giuda") qualora volessero raccontare la propria storia. I miei ex "catechisti" conoscono fin troppo dei maggiori peccati della mia vita, dei miei principali fallimenti, rispetto a chiunque altro nel mondo - e tali "catechisti" non sono vincolati da alcun vincolo di segretezza. Alcuni rumors fatti circolare dal Cammino potrebbero essere veri, altri saranno falsi: non importa che i fratelli rimasti nel Cammino sappiano cosa c'è di vero e cosa c'è di falso, ciò che importa al Neocatecumenato è di dare un'impressione di infallibilità, che tale impressione venga sempre preservata, e che occorre distruggere la credibilità di chiunque sembri rappresentare una minaccia per quella del Cammino.

Dunque, per prevenire l'inevitabile serqua di accuse ad hominem dal Neocatecumenato, vi presento qui un breve elenco di rumors che hanno diffuso contro di me. Alcuni sono veri, altri sono menzogne, altri sono irrilevanti, ma per il Cammino non importa:

  • "N. ha problemi con la sfera sessuale"
  • "N. ha problemi col denaro"
  • "N. non ha mai accettato l'autorità della Chiesa"
  • "N. ha un matrimonio in crisi"
  • "N. è stato allevato da genitori paranoidi"
  • "N. è un genitore paranoide"
  • eccetera
È triste che mi restino tanti motivi di gratitudine al Cammino, ma per loro le approvazioni non possono essere accompagnate anche da critiche. Hanno preteso di essere "Gesù Cristo per me" - e con Gesù Cristo non si può certo essere in disaccordo su qualcosa.

Sinceramente, non sono tanto in sintonia con molte critiche fatte al Neocatecumenato da coloro che non sono mai stati nel Cammino. Da "sinistra" le critiche che riguardano contraccezione, divorzio, sesso prematrimoniale, pratica omosessuale, etc., semplicemente dimostrano che su tali punti il Cammino è fedele al magistero della Chiesa. Da "destra" le critiche riguardo allo strimpellare chitarre, bere troppo vino, e ballare attorno all'altare, mi sembrano poco rilevanti.

Le accuse di eresia sono forse più vicine al punto della questione. Nel loro zelo di proclamare che l'Eucarestia sarebbe un pasto comune celebrativo, i Neocatecumenali riconoscono poco o nulla del suo aspetto di sacrificio. Mettono grande enfasi sugli effetti salvifici dell'abbracciare la propria croce ma riducono l'oggettivo valore della Croce di Cristo. Danno una pessima impressione della natura umana e riducono esageratamente l'importanza delle opere buone (disprezzandole come "CAFOD" [associazione cattolica inglese che promuove lo sviluppo dei paesi d'oltremare, ndt]). Ma tale sbilanciamento teologico costituisce davvero un'eresia formale?

Penso che i problemi del Neocatecumenato siano assai più subdoli, molto meno ovvi, e di conseguenza assai più insidiosi di quanto riportato da tali critiche, poiché sono intimamente connessi con le virtù del Cammino, essendone in pratica il rovescio della medaglia. Il Neocatecumenato ovviamente non ammetterà mai tali problemi. Per loro il Cammino è "Gesù Cristo per te" - in altre parole, il Cammino è al di sopra di ogni critica. Perciò non può esistere nulla di cui il Cammino debba scusarsi. Dunque non può esistere un'umiltà del Cammino.


[...]

Un giorno incontrai A., una meravigliosa giovane donna che non era della Comunità Neocatecumenale. Era cattolica, pregava, leggeva la Bibbia, ortodossa, devota, catechizzata dall'Opus Dei, battezzata da adulta a Roma in San Pietro da papa Giovanni Paolo II. Ci fidanzammo e... lì cominciarono i problemi. Si aspettavano ovviamente che lei partecipasse alle "catechesi" del Cammino ed aderisse al Cammino. Lei scelse di non farlo e ciò comportò un torchiante interrogatorio da parte dei miei "catechisti". Che non conoscevano nulla della fede e della formazione della mia fidanzata, ma furono perentori: "Questa catechesi sarà addirittura meglio!", pretendendo che io dovevo portarla a tali "catechesi".

Ristrutturazione cognitiva

Se non sei avvezzo ai metodi di controllo mentale aziendale, potresti chiederti come mai io sia giunto al punto di consentir loro tale bullismo. La risposta più tipica potrebbe essere che mi avevano fatto il lavaggio del cervello, ma quest'espressione non spiega chiaramente come funziona il Neocatecumenato. La gente spesso ha un'idea di lavaggio del cervello mutuata dai film dell'epoca della Guerra Fredda, intesa a riprogrammarti a suon di ripetuti assalti, privazione sensoriale, indebolimento della tua capacità di giudizio, rendendoti incapace di pensare a te stesso, così da farti credere in qualsiasi cosa ti venga detta. No, il controllo mentale operato dal Neocatecumenato è molto più sottile ed efficace: non distrugge la tua intelligenza ma la imbriglia. Keiser e Keiser (The Anatomy of Illusion) chiamano questo processo "cognitive restructuring". Farò qui alcuni esempi di come funziona.

Man mano che procedevo nel Cammino, notavo come i "catechisti" davano periodicamente indicazioni che si contraddicevano, o facevano affermazioni che contraddicevano quelle fatte in precedenza, il tutto senza mai dare spiegazioni. Per esempio, al nostro primo scrutinio, ci veniva detto di "vendere i nostri beni e dare il ricavato ai poveri", promettendoci che non ci sarebbe mai stato chiesto nulla su cosa avremmo fatto dopo aver ricevuto tale ordine. Invece, circa diciotto mesi dopo, alla "convivenza dello Shemà", i "catechisti" avrebbero interrogato parecchi di noi davanti alla comunità proprio su quell'argomento - e il tutto con l'intenzione di dichiarare che nessuno degli interrogati aveva "fatto abbastanza". Ricordo di aver privatamente discusso questa contraddizione con alcuni della comunità; finimmo però per decidere di lasciar perdere l'argomento e fidarci del giudizio dei "catechisti".

Altro esempio, riguardo a ciò che i "catechisti" mi dissero mentre mi torchiavano riguardo alla mia fidanzata: la loro reazione fu totalmente contraddittoria rispetto a ciò che avevano predicato in precedenza riguardo al matrimonio, l'Eucarestia, la Chiesa, il Cammino. Avevano detto tante volte che la migliore preparazione per una coppia che si appresta a sposarsi è partecipare insieme all'Eucarestia, e però ebbero da ridire che partecipavo alla Messa insieme alla mia fidanzata. Avevano spesso detto che "il Signore chiama chi vuole" alle "catechesi" del Cammino, e però non erano capaci di consentire a Dio di decidere da solo se la mia fidanzata dovesse appartenere al Cammino. Avevano sempre predicato che "dobbiamo abbracciare la nostra croce", e però quando cominciò a concretizzarsi l'ipotesi che io sposassi una donna esterna al Cammino, mi avvisarono che "sposarsi con qualcuno esterno al Cammino è sempre una grande sofferenza" che doveva essere evitata, croce o non croce.

L'oggettiva impossibilità di far domande significative e di ricevere risposte adeguate, nel contesto del Neocatecumenato, garantiva che la gravità di tali contraddizioni non venisse mai a galla. Il risultato è che noi fratelli del Cammino dovevamo sobbarcarci tutta la "ginnastica mentale" necessaria a coprire quella risultante dissonanza cognitiva. E l'unico modo per professare due idee opposte è di fingere che in realtà non siano opposte, di fingere di non aver capito. Il risultato finale di ciò è una ubbidienza incondizionata ad un gruppo di persone anziché ad un insieme di precetti. Loro si aspettavano la nostra ubbidienza solo perché loro l'avevano richiesta. Noi dovevamo essere fedeli a loro, non a quanto loro avevano detto. Come san Francesco che faceva piantare i cavolfiori sottosopra - una storia che ci veniva raccontata spesso - loro esigevano da noi nient'altro che ubbidienza cieca.

Questo effettivamente significò che i "catechisti" potevano dire pressappoco qualsiasi cosa senza esserne considerati responsabili. Alcune delle loro grosse affermazioni erano così prive di significato da essere praticamente comiche: "Gandhi non era cristiano", è una che ricordo in particolare, che ci veniva ripetuta a pappagallo dai "catechisti" durante una convivenza, presumibilmente perché era stata detta loro dai loro rispettivi "catechisti" - un'ovvietà travestita da pensiero sublime. Di quelli con cui ne parlai successivamente, nessuno aveva idea di quale fosse il motivo di tale affermazione - ma tutti saggiamente annuimmo, come se ci aspettassimo che un giorno ci venisse rivelata cotanta profondità teologica. "Non siamo indù", era un'altra di quelle affermazioni: la ricordo così chiaramente perché il "catechista" che ce la predicò non sapeva cosa significasse - e così ce la ripeté di nuovo, come se la mera ripetizione imprimesse nelle nostre menti il suo vero valore.

Altre roboanti affermazioni "catechetiche" furono meno innocenti, poiché erano più specifiche o più personali. Mi venne solennemente detto, di fronte all'intera Comunità, dal mio presbìtero che presiedeva alla liturgia del mio primo Scrutinio, che io sarei stato un "omosessuale latente". L'affermazione è ovviamente senza senso (cosa diavolo significa "omosessuale latente"?), e se avesse avuto un qualsiasi valore sarebbe stata del tutto sbagliata. Questo presbìtero aveva detto che due più due fa cinque. Sapevo che si sbagliava, ma non mi lamentai: forse, mi chiesi, c'era qualche profondità nascosta nel suo uso della parola "latente"? Non riuscii a sommare due più due, e capii che se un uomo era preparato a fare simili affermazioni da una posizione di pubblica e solenne "catechesi" e di autorità ecclesiastica, doveva certamente essere lui stesso infognato nella stessa sorte di cognitive restructuring ma solo più avanzata della mia.


Neo-parlantina

Corollario a questa specie di "catechesi" che piega la realtà, fu l'abile indebolimento del linguaggio, e del significato delle parole. Il linguaggio può essere usato per indicare cose senza doverle effettivamente nominare. Se chiami l'altare "tavolo dell'eucarestia" anziché "altare", hai fatto una sottile affermazione riguardo al significato della Messa - senza ufficialmente pronunciare un'eresia. Lo stesso vale se chiami la Messa "celebrazione eucaristica" anziché "sacrificio eucaristico". Chiami il sacerdote "presbìtero" anziché "sacerdote", e di fatto ne hai ridotto il ruolo a quello di "presidente" dell'assemblea anziché celebrante il Sacrificio Eucaristico - e per di più hai dato l'impressione che un sacerdote, nel Cammino, ha meno autorità pastorale di un qualsiasi "catechista". Chiami un'omelia di un laico "esortazione", e hai effettivamente accettato che dei "catechisti" laici (formati dal Neocatecumenato anziché dalla Chiesa) possano fare prediche durante liturgia, pur senza ammetterlo a chiare lettere.

Il Neocatecumenato è stato anche un maestro ad inventare parole nuove ed espressioni che non significano nulla, o che sono state usate in sostituzione di parole già cariche di significato. Molte di tali parole ed espressioni provengono da traduzioni letterali di quelle italiane e spagnole. Per esempio, venivamo spesso messi in guardia contro l'idolatrare "the affections" (per capire, immaginatevela pronunciata con un forte accento spagnolo): il fatto che quell'espressione non esista nella nostra lingua inglese significava che non capivamo mai bene cosa volesse intendere - ma ciò non sembrava preoccupare nessuno. Allo stesso modo, una lettura dalla Scrittura non era mai chiamata lettura, ma veniva chiamata "Parola"; le "letture" erano cadaveriche, la "Parola" era viva; gli altri cristiani avevano le "letture", ma noi avevamo le "Parole".

Tutto questo potrebbe sembrare comico e irrilevante ma quando una parola deve significare non ciò che significa, ma ciò che i "catechisti" vogliono che significhi (che può cambiare da un contesto all'altro), la mente di una persona è totalmente alla mercè di coloro che ne convalidano il linguaggio. E dato che le domande dal basso (che potrebbero aiutare a chiarire i significati) sono proibite, vivevamo in una giungla di linguaggio per la quale non avevamo gli strumenti teologici per decifrarne i significati - ma che dovevamo solo accettare acriticamente. Faccio qualche altro esempio.

Molti di noi probabilmente pensano di conoscere cosa significa la parola "felice", anche se abbiamo diverse idee riguardo a come raggiungere la felicità. Invece, nel Neocatecumenato, ci ripetevano continuamente che "felice" significa "essere nel posto giusto". È una ridefinizione brillante, perché l'unico posto giusto è il Neocatecumenato! Se qualcuno affermava di non essere felice (o anche solo seccato, depresso, ferito, disperato), allora non avvertivano alcun bisogno di parlare di cosa sostanzialmente fosse la causa di tale infelicità. La risposta era semplice: "sei nel posto giusto". Qui, nel Cammino, sei per definizione "felice", indipendentemente da come ti senti.

Ho spesso menzionato l'espressione "pervenire alla fede". Ma nel Cammino si dice chiaramente, già al Primo Scrutinio, che la "fede" non ce l'hai. Ecco perché dovevi essere così ubbidiente al Cammino: è l'unico modo per "pervenire alla fede" - qualsiasi cosa significasse "fede". Così vengono spazzati via due millenni di discussione teologica riguardo al significato della fede cristiana - da Paolo e Giacomo, attraverso Lutero, Calvino e il concilio di Trento, fino al presente. L'idea che la fede potrebbe crescere gradualmente e che la sua verifica potesse essere approcciata con discrezione e sensibilità, era completamente estranea al Cammino.

Il nemico di tutta la vita cristiana era "l'idolatria". In teoria, qualsiasi cosa ci distraesse dalla fede cristiana era un idolo. Ma ovviamente erano i "catechisti" a decidere quale fosse davvero "l'idolo" di ogni fratello di comunità. Se qualcuno si lamentava dell'aver atteso per ore in strada, al freddo di una buia notte invernale, i "catechisti" ritardatari ad un appuntamento, beh, costui chiaramente "idolatrava" il tempo. Se qualcuno faceva domande su dove finisse tutto il denaro che versavamo nel sacco nero (il 10% dei propri guadagni è il minimo richiesto ai membri da un certo punto in poi), costui chiaramente "idolatrava" i soldi (il Neocatecumenato non rendiconta nulla di ciò che gli si dà). Se qualcuno voleva passare più tempo insieme ai propri bambini anziché rifilarli alle babysitter della Comunità per presenziare a più "catechesi" e più "convivenze", beh, va da sé che i loro bambini erano i loro "idoli" - e lui, di conseguenza, un "genitore paranoide".

Questo abuso del linguaggio è un'abile ed efficacissimo modo per deragliare qualsiasi possibilità di critica. Se qualcuno pensa che c'è un problema, gli si rivolga contro la sua stessa critica, lo si renda un suo problema. Così i "catechisti" non hanno bisogno di occuparsi di alcuna delle accuse di illecito o malaffare, perché tutte le critiche che si fanno ai "catechisti" devono per forza essere il risultato degli "idoli" di chi critica, e il modo più efficace di respingere le critiche è di non entrare nel merito ma di incoraggiare ognuno a dubitare di sé quando critica. Così, quando mi lamentavo col mio presbìtero riguardo a come venivo bullizzato dagli stessi "catechisti" riguardo la mia fidanzata A., la risposta del presbìtero era splendidamente furbetta: "N., tu devi discernere cosa Dio vuole da te. Ti sta chiamando alla fede attraverso il Cammino o in un altro modo?". In altre parole, noi-Cammino non abbiamo fatto niente di male, e il problema sei tu.


Disciplina arcani

Tutti questi metodi di cognitive restructuring sono sostenuti da un accuratamente calibrato sistema di controllo delle informazioni. Le informazioni personali e private nel Neocatecumenato vanno in una sola direzione: "verso l'alto". I "responsabili" di ogni comunità riportano ogni dettaglio personale dei loro "fratelli", delle loro vite, del loro comportamento, direttamente ai "catechisti". I "catechisti" a volte chiedono ai fratelli della comunità di parlare loro dei propri peccati nascosti, o dei peccati dei loro amici e parenti che hanno invitato alle "catechesi" - così che i "catechisti" possono adattare i propri commenti in modo da intrappolarli meglio. Ed ovviamente gli Scrutini consentivano ai "catechisti" di torchiare il malcapitato su qualsiasi argomento volessero, senza alcun timore di esporsi a critiche. E davvero intendo qualsiasi argomento. Io sono stato fortunato ad abbandonare il Cammino prima del secondo Scrutinio. A coloro che hanno partecipato agli Scrutini viene comandata la massima segretezza, e però ciò che avviene negli Scrutini trapela comunque, ed è la più orrenda manipolazione psicologica. Per esempio, persone accusate di essere omosessuali sono costrette ad ammetterlo di fronte all'intera comunità; poi, persone costrette a rivelare i più intimi dettagli del loro matrimonio (anche se il coniuge non è del Cammino, o addirittura non è nella saletta dello Scrutinio); e vengono rimestati peccati vecchi del singolo, di fronte a tutti i presenti. Il secondo Scrutinio a volte dura settimane intere, con i membri che passano lunghe ore nella saletta ogni sera, ascoltando le confessioni altrui, e subendo paternali dei "catechisti" per presuntamente scarso dettaglio o scarsa sincerità. Viene ovviamente ridicolizzata qualsiasi esitazione a confessare peccati che erano stati confessati e perdonati nella confessione sacramentale tanto tempo prima.

All'opposto, qualsiasi flusso di informazioni "verso il basso" viene strettamente controllata. Alle "vecchie" comunità viene vietato di parlare di qualsiasi argomento delicato alle "giovani", perché "le spaventereste". Questo regime di segretezza viene spesso giustificato riferendosi alla disciplina arcani ("disciplina dell'arcano") della Chiesa primitiva. Non c'è dubbio che nella Chiesa primitiva vigesse una simile disciplina: aveva perfettamente senso in un mondo pagano dove le convinzioni e le pratiche cristiane erano facilmente mistificate e malcomprese e si rischiava di finir condannati ad essere sbranati dalle fiere; e comunque all'epoca tale disciplina riguardava i misteri della fede e dei sacramenti. Nel contesto del Neocatecumenato, invece, il termine viene usato come alibi per nascondere informazioni e per rifiutarsi di rispondere a domande sugli abusi psicologici che avverranno. E noi stessi usavamo quel termine per giustificare quello stesso atteggamento che avevamo di fronte a coloro che erano "sotto" di noi e, ovviamente, a coloro che non erano nel Cammino. Ci scherzavamo, addirittura: "se sapessero cosa li aspetta, non aderirebbero mai!" Per quanto all'epoca ciò mi sembrasse divertente, ancor oggi non riesco a capire come fossi riuscito a distorcere così tanto il mio senso di moralità. Nell'accettare gli abusi del Cammino, ero diventato a mia volta un abusatore.

Questo distorcere la morale è stato ovviamente possibile solo perché hanno esercitato un controllo sul nostro rapporto col mondo esterno. Dovevamo valutare le parole dei "catechisti" molto più di quelle di coniuge, amici, genitori, o perfino sacerdoti della Chiesa Cattolica, altrimenti sarebbe stata "idolatria". Il Neocatecumenato occupa la maggior parte del tuo tempo, per cui è davvero difficile trovare il tempo di confrontarsi con altri cristiani. Da un lato venivamo avvisati continuamente dei pericoli dello "shopping around" (gergo neocatecumenale che qui indica l'andare ogni tanto in qualche altra parrocchia), dall'altro lato gli esterni non erano normalmente benvenuti alle liturgie neocatecumenali - al massimo una o due volte, dopodiché vengono invitati a partecipare alle "catechesi".

Quanto sopra descritto contribuisce in maniera molto efficace a mantenere un eccezionale livello di controllo sui fratelli delle comunità. Non esiste una critica accettabile. Nulla è considerabile errore del Cammino, è sempre e solo colpa tua. Non c'è alcun motivo accettabile per lasciare, e non c'è alcuna informazione disponibile per farti riflettere se sia il caso di restare o abbandonare. I "catechisti" hanno una massiccia e intima conoscenza delle vite dei membri e degli ex-membri - senza alcun vincolo di segretezza, e senza dover reciprocare onestamente. Nessun esterno ha l'opportunità di vedere e valutare ciò che succede in comunità. E comunque, gli esterni sono sempre considerati come non affidabili... Mettete insieme tutto questo e avrete la tempesta perfetta e che non termina mai.


Un cammino diverso

Ovviamente non è proprio vero che non ci sono motivi validi per abbandonare. Anche questo può essere ridefinito a seconda di come decidono i "catechisti". Io e la mia fidanzata, senza saperlo, eravamo in una specie di "test a doppio cieco". A lei non era consentito di partecipare alle liturgie neocatecumenali con me, tranne in pochi casi sporadici. La comunità presumeva fin dall'inizio che lei fosse una “confirmation-class Catholic” (i neocat italiani direbbero "cristiana della domenica", ndt) che sarebbe "pervenuta alla fede" solo aderendo al Cammino. E quando io andavo a Messa con lei al di fuori della comunità, venivo accusato dai "catechisti" di aver fatto “shopping around”, o di aver "cavalcato sulle spalle di lei" - cioè sempre qualcosa di disdicevole. Così, quando il mio presbìtero mi chiese a quale cammino Dio mi stesse chiamando alla fede, io e lei capimmo che intendeva dire: "N., o porti la tua fidanzata A. in cammino, oppure vattene".

Avevo iniziato il Neocatecumenato cinque anni prima, da non battezzato, convertito di recente al cristianesimo, chiedendo di essere battezzato in Cristo. Il Neocatecumenato non perde occasione di proclamare quanto è speciale l'essere battezzati nel Cammino - per immersione, in una vasca a forma di croce sotto il piano del pavimento, con una veste bianca, durante la notte della vigilia di Pasqua. Così, ogni anno mi ripromettevo di chiedere formalmente il battesimo, ma ogni anno mi veniva risposto di "aspettare un po'". Quando mi fidanzai con A., il mio presbìtero aveva almeno detto che sarei stato battezzato "a Pasqua", prima del sacramento del matrimonio. Ma nei mesi successivi, mentre diventava chiaro che lei non sarebbe entrata nel Cammino, la terminologia venne derubricata da "preparazioni per il tuo battesimo" a "la tua richiesta di battesimo". Alla fine, un paio di settimane prima di Pasqua, divenne addirittura: "mi dispiace, non potremo battezzarti nella Vigilia di Pasqua. Le regole del Neocatecumenato richiedono che se un adulto deve essere battezzato nel contesto del Cammino, bisogna fargli fare certi preparativi, e sfortunatamente i «catechisti» non se ne sono resi conto prima, e quindi ora non c'è tempo per fare quei preparativi prima di Pasqua... - un errore del tutto innocente!".

Se fossi stato capace di sopportare questo livello di dissonanza cognitiva, avrei sicuramente risposto alla maniera di Orwell, "io amo il Grande Fratello". Invece... lasciai il Cammino.


Ma l'autorità di chi?

Potreste restare sorpresi di fronte al comportamento di quel presbìtero. Lo ero anch'io all'epoca, perché non avevo ancora realizzato quanto il Cammino possa far cadere la gente così in basso. Certo, era un parroco, teoricamente soggetto al suo vescovo diocesano, ed era perfino uno dei più buoni e saggi preti che io abbia mai conosciuto. Ma nel contesto del Cammino era obbligato ad essere ubbidiente ai suoi "catechisti", l'equipe "nazionale" nominata da Kiko e dai suoi associati, non da un qualsiasi vescovo della Chiesa cattolica. Quando lui annunciò alla mia fidanzata che questa equipe "nazionale" (che non mi aveva mai incontrato) stava rifiutando di battezzarmi, gli suggerimmo che avrebbe potuto fare appello al suo vescovo. Lo sguardo sul suo volto fu quello del panico: "Oh, no, non penso che ci siano motivi per andare dal vescovo, finirebbe solo per rinviare la questione e causarvi ancor più sofferenza". Il poveraccio si era ritrovato fra l'incudine e il martello. Ah, quanto aveva da perdere a disubbidire ai suoi "catechisti"! Che croce sarebbe stata! Certe volte, per fare l'omelette, c'è proprio bisogno di rompere uova. Non è forse meglio - come disse Caifa - che un solo uomo perisca, anziché l'intera nazione venir distrutta?

È in punti come questo che il Neocatecumenato finisce nei guai. Quando i vescovi scoprono che i loro preti disubbidiscono, scendono a compromessi, o addirittura mentono (o il Papa scopre un vescovo comportarsi così), cominciano a preoccuparsi sul serio, e a chiedersi: ma questi sono eretici? scismatici? cosa sta succedendo esattamente? Ovviamente non lo scoprono mai perché, in generale, essendo benintenzionati, non riescono a concepire le dinamiche dell'abuso spirituale, o come si riesca a nascondere la verità dietro una fitta nebbia di manipolazione e di doppiezze. E chi potrebbe mai aiutarli? Quale diocesi ha tempo e risorse per inviare osservatori a far rapporto in tutte quelle "catechesi" e quegli "scrutini" su cosa viene insegnato a quei devoti ma vulnerabili cristiani che si comporteranno in modo disumano verso i loro "fratelli"?

E guai al prete o vescvovo - o anche laico - che oserà presentarsi "contro il Cammino". Il Cammino dirà che costui è caduto nelle insidie del Maligno, lo dirà urlando e stringendo i pugni (abbastanza letteralmente) per difendersi, lo dirà esaltando le proprie virtù e infangando la dignità e la persona di coloro che criticano il Cammino... e senza mai entrare nel merito delle critiche. Per definizione, l'azienda-Cammino non ha colpe: se qualcuno ha un problema col Cammino, è lui il problema, non il Cammino, è lui ad avere un problema, non il Cammino. L'atteggiamento neocatecumenale è di dichiararsi "perseguitati" e di ritirarsi nel silenzio, lasciando che i rumors e la character assassination facciano il lavoro sporco.

Dei circa 30 membri della mia comunità neocatecumenale, solo due o tre hanno avuto il coraggio di ammettere di pensare che erano stati i nostri "catechisti" ad essersi comportati male. Di tutti gli altri, ci fu uno che mi disse candidamente che i "catechisti" avevano "grande discernimento, forse hanno ragione, la tua fidanzata dovrebbe fare il Cammino, altrimenti il tuo matrimonio vivrà grandi sofferenze". Un altro particolarmente rattristato e preoccupato dalle implicazioni, mi ripeté più volte: "ma i catechisti sono Gesù Cristo per te! sono Gesù Cristo per te!" Dopotutto la cognitive restructuring è un lavoraccio.


Vivere in modo precario

Ero terrorizzato, ovviamente, nel lasciare il Cammino. Non c'era la minaccia del "pianto e stridor di denti" ad aspettarmi? Beh, un sacerdote non del Cammino che avevo conosciuto da tanti anni mi battezzò in una bella vigilia di Pasqua, e celebrò il mio matrimonio alcune settimane più tardi. Avemmo cinque figli, uno perso durante la gravidanza, e gli altri quattro che oggi hanno 27, 24, 20 e 15 anni. Siamo stati particolarmente benedetti dal Signore, e molta di quella benedizione ovviamente la devo a ciò che ho imparato nel Neocatecumenato. Portandomi fuori dal Cammino, Dio mi ha insegnato una cosa che nel Cammino è impossibile apprendere, e cioè il fatto che Dio è misericordioso e generoso nei modi più inimmaginabili e nei posti più impensabili. Nel Neocatecumenato sono tanti i discorsi a proposito del vivere in modo "precario" (termine spesso pronunciato con un forte accento spagnolo, allungando la "a"), eppure non c'è alcuna vera precarietà in una situazione dove tutte le questioni della vita vengono mediate esclusivamente attraverso un unica stretta visione del mondo e un ristretto insieme di persone. Nostro Signore ci ha insegnato che lo Spirito soffia dove vuole - e ciò, nel Neocatecumenato, non riusciranno mai a capirlo.

Un'altra cosa che non ho mai davvero capito quando ero nel Cammino riguardava quanto Dio mi amasse. Pare strano doverlo chiarire, perché ovviamente nel Neocatecumenato si investivano tempo ed energie per dirci quanto Dio ci amasse nonostante l'atrocità dei nostri peccati: l'amore "nella dimensione della Croce". E noi potevamo vedere l'amore di Dio espresso nell'amore dei "fratelli": eravamo sempre lì gli uni per gli altri, nel bene e nel male, incoraggiandoci ed esortandoci a vicenda, pregando gli uni per gli altri, partecipando ai rispettivi battesimi e matrimoni, perfino accanto al letto di morte gli uni degli altri. Ma ovviamente, ciò che non capivamo all'epoca, era che tutto ciò era condizionato dall'appartenenza al Cammino. Negli ultimi tempi in cui ero nel Cammino, quando già pensavo di abbandonare, ci fu il matrimonio di uno dei "fratelli". Se sei nel Neocatecumenato, tutti quelli della comunità devono partecipare al tuo matrimono neocatecumenale; deve essere così, è previsto by design e by definition. Questo poveraccio non sapeva se invitarmi o no, era nel dubbio se io fossi "fuori" o ancora "dentro". Così, Dio lo benedica, mi telefonò per chiedermi se per la prevista data del suo matrimonio io prevedessi di stare ancora "dentro", nel qual caso mi avrebbe invitato. Per lui, e per la vasta maggioranza dei miei ex "fratelli", l'amore verso di me era condizionato dal proseguimento della mia membership nel cammino.

E va bene. Ma uscendo dal Cammino, ho scoperto che c'è un Amore che non è come quello. Esiste un Amore incondizionato, un Amore che mi segue dovunque, che mi rincorre, che si esprime attraverso persone che si relazionano a me così come Lui si relaziona a me, come di intrinseco valore per Lui. Se andrò nei cieli, Lui sarà lì; se mi rifugerò in profondità, Lui sarà lì. Sì, c'è il rischio di "pianto e stridor di denti", ma io non avrò paura perché la Sua mano mi guiderà, la Sua mano mi terrà forte.

117 commenti:

  1. Analisi molto interessante e precisa del fenomeno. I pasqualoni come prima cosa diranno che chi ha scritto la lettera non ha fatto davvero il cammino perché si è fermato al secondo passaggio. Quindi non può sapere, non conosce. Come se per capire che il tumore è un brutto male fosse necessario averlo.

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  2. Occorre ovviamente non limitarsi alla lettera del testo, e capire le sfumature che all'autore -inglese- sembravano ovvie.

    "Omosessuale latente" è un termine del gergo dei kikolatri italiani, che lì in Inghilterra veniva certamente riciclato a pappagallo a costo di risultare incomprensibili o eccentrici. "Latente" è una parola che nella nostra lingua può venir interpretata sia come "ma riesce a non farlo notare", sia come "ma nessuno - magari nemmeno lui - lo nota". L'ambiguità piace davvero tantissimo ai facinorosi adepti del Cammino.

    Fra l'altro l'accusa di omosessualità, in quel contesto, è solo per far sentir colpevole il fratello di comunità. È un modo per fargli intendere: "o ti sposi, o entri in seminario, altrimenti devi per forza essere omosessuale anche se non si nota".

    E quando finalmente N., l'autore della pagina blog sopra tradotta, rimedia una fidanzata, cosa succede? Che esigono che lei entri in Cammino. Eh, ma allora a voi "catechistoni" non vi va mai bene niente...!

    E gli negano pure il battesimo! Addirittura un presbikiko, che adopera la tattica standard e crede di aver fregato l'adepto che non vuol costringere la fidanzata a entrare nella setta. Ma pensate un po' cosa diventa un buon prete nel momento in cui è vincolato all'ubbidienza ai cosiddetti "catechisti".

    L'autore fa anche riferimento a degli aspetti buoni del Cammino, come ad esempio sul tema del divorzio. Ma è come lodare il fatto che la tua macchina ha quattro ruote. È un non accorgersi del marciume che c'è nel sepolcro imbiancato. È un lodare un aspetto completamente generico, trascurando la mentalità che c'è di contorno.

    Sì, il Cammino è sfavorevole al divorzio... tranne quando fa comodo alla setta, come nel caso esemplarmente descritto da Augusto Faustini, letteralmente il "divorzio alla neocatecumenale".

    E questo vale anche per gli altri temi su cui, superficialmente e "alla lontana" sembrerebbe che si possa dire che il Cammino segue l'insegnamento della Chiesa (apertura alla vita, castità prematrimoniale, ecc.): sul principio generale, si presentano come "più cristiani dei cristiani", ma all'applicazione pratica... finisce come al famoso "matrimonio neocatecumenale", con i giovani neocat che si infrattano per fare esattamente le cose che "in generale" il Cammino sembrava aver loro insegnato che fossero sbagliate. E poi si autoassolvono: "eh, sapete, quando il Signore mi toglie la mano dalla testa, ne combino di ogni!" (chiaro il sottinteso? "il Cammino non ha colpa, è Dio che ha colpa dei peccati che io decido di fare!").

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    1. Facciamo poi presente che il tipico "lobotomizzato" del Cammino, proprio per quel cognitive destructuring di cui sopra, penserà di non esserlo.

      Eppure lui è il primo a credere che la parola del "catechista" sia più importante di quella del parroco, del vescovo e del Papa. È il primo a credere che se il cosiddetto "catechista" si contraddice, il problema non è nel "catechista" ma nella propria testa. È il primo a notare che la "liturgia neocatecumenale" è diversa da quella della Chiesa, visto che contiene "variazioni liturgiche" (per dirla alla maniera dell'ineffabile Gennarini, principale pretendente al trono di Kiko). È il primo a cantare "non resistete al male" e poi a inveire, infangare, mentire, contro noialtri che diciamo semplicemente che... il Cammino contiene errori da correggere.

      Il tipico "lobotomizzato" del Cammino avrà interesse non ad accertarsi di quanto c'è di vero nelle critiche fatte al Cammino, ma solo nell'accertarsi dei nomi e identità di chi critica, in modo da far partire la specialità neocatecumenale della character assassination a suon di rumors, gossip, voci di corridoio, illazioni, insinuazioni, mormorazioni, giudizi... un procedimento "intenzionale e duraturo" inteso a "distruggere la credibilità e la reputazione" di chiunque faccia presenti i problemi del Cammino.

      I cosiddetti "catechisti" del Cammino davanti a Dio e davanti alla Chiesa non hanno alcuna autorità, e non hanno alcuna autorevolezza.

      Quei cosiddetti "catechisti" non hanno autorità perché non sono il vostro vescovo, tanto meno sono il Papa. Non è al laico Kiko o ai suoi cosiddetti "catechisti", ma solo a Pietro e agli Apostoli uniti con lui, che il Signore ha affidato l'incarico di "pascere" (cioè di santificare, guidare, insegnare). E lungo duemila anni Pietro e gli Apostoli e i loro successori non si sono mai sognati di chiedere la Decima, non si sono mai sognati di «scarnificare le coscienze», non si sono mai sognati di negarti il battesimo perché la tua fidanzata cattolica non vuole entrare nel Cammino, ecc.

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  3. ByTripudio se vuoi che i neocatecumeni ti prendano in considerazione smettila di offenderli, se li offendi non ti ascolteranno mai, non fai altro che insultarli, come possono ascoltarti, poi esci dall'anonimato, mettici la faccia, se resti anonimo ti squalifichi perché ti mostri vile e codardo, uno che non si vuole prendere la responsabilità.Non so perché continui ad attaccare il Cammino,dopo tanti anni non ha ottenuto nulla se non rafforzarlo. Sono consigli spassionati poi se vuoi continuare in questo modo stupido fai pure, ma dovresti aver capito che non ti porta a nulla, se alzi i muri li alzano pure gli altri, non puoi pretendere che chi non è d'accordo con te sia cretino , asino, lobotomizzato, abbia subito il lavaggio del cervello, tu esprimi solo la tua opinione e non vale più della nostra , non sei il Papa ne' sei nessuno, accetta dunque l' opinione avversa , non hai la verità in tasca.La Chiesa sul Cammino si è espressa e non come speravi tu, non sei superiore alla Chiesa e si Papi, dunque smettila non vai da nessuna parte.

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    1. 1. Attenzione alla terminologia. Si tratta di neocatecumenali, cioè di coloro che seguono il Cammino Neocatecumenale.
      "Catecumeni" indica coloro che non hanno ancora ricevuto il battesimo.
      "Neocatecumeni" è un parolone altisonante utilizzato solo per dare enfasi in qualche discorso ufficiale, ma non è il termine esatto, perché significa "nuovi catecumeni", mentre la totalità dei fratelli del Cammino è già battezzata, non è "catecumena".
      E l'etichettare come non battezzati i già battezzati, è quantomeno un insulto al sacramento del battesimo.

      2. Confido nel fatto che i fratelli del Cammino sono sufficientemente adulti e capaci di distinguere l'ironia dall'offesa.
      E che di fronte ad accuse che possono sembrare insultanti (come ad esempio "kikolatri") mettano in gioco non la permalosità, ma l'intelligenza, chiedendosi: "ma davvero il mio atteggiamento verso Kiko, Carmen e il Cammino, può dare l'impressione che io viva una specie di idolatria?"

      3. Conoscendo la mentalità neocatecumenale, so già che i fratelli del Cammino non ascolteranno mai un blog sperduto nell'internet.
      A meno che non abbiano già personalmente cominciato a nutrire qualche dubbio.
      E abbiano chiesto ai motori di ricerca pagine sui problemi del Cammino, per capire se certe cosacce viste nella propria comunità sono avvenute anche altrove.

      4. La mia identità non aggiungerebbe nulla agli argomenti trattati su questo blog.
      E finché il Cammino procederà a fare character assassination di chi lo critica (ufficialmente i kikos "tacciono", ufficiosamente mormorano, giudicano, infangano, diffamano, calunniano) sarà bene che chiunque abbia uno sguardo critico sul Cammino continui a usare pseudonimi.

      5. Il Cammino ha smesso di crescere più di vent'anni fa.
      Sono tantissimi anni che le sue comunità vengono accorpate o soppresse, che intere famiglie lasciano la setta, che le cosiddette "catechesi" vanno a vuoto, che gli "arcani" come la Decima vengono rivelati ovunque...

      6. Non siamo noi ad aver "alzato i muri".
      Noi siamo disponibili al confronto. Noi ci adeguiamo all'evidenza. Noi usiamo la ragione.
      Sono i fratelli del Cammino a "circoncidere la ragione" e soprattutto ad "alzare i muri".
      Siete voi a non ammettore mai che il Cammino contiene errori, siete voi a pensare che i cosiddetti "catechisti" non possono sbagliare.
      Ed infatti chi fra voi comincia anche solo lontanamente a dubitare, ha già un piede fuori dalla setta.

      7. Se tu avessi letto almeno qualche riga di ciò che il sottoscritto scrive, avresti scoperto che non si tratta di mie opinioni personali, ma di fatti, spesso testimoniati (anche fotograficamente) dagli stessi fratelli delle comunità neocatecumenali.
      Il trucchetto neocatecumenale di fingere che i fatti sgraditi siano solo opinioni infondate dimostra la vostra malizia e la vostra dissonanza cognitiva, esattamente come spiegato in questa pagina blog.
      E quando uno di voi evita accuratamente di entrare nel merito delle questioni per ripetere sempre le stesse asinerie, è naturale che meriti l'epiteto di "asino che raglia".

      8. Non sono io ad aver utilizzato per primo il termine "lobotomizzato" o il termine "lavaggio del cervello".
      Sono termini che normalmente non uso, perché nella vulgata popolare sono troppo inflazionati.

      9. Non sono il Papa. Sono un emerito signor nessuno.
      Ma il fatto che due più due faccia quattro, è vero indipendentemente da chi lo dice.
      Il fatto che la liturgia neocatecumenale non sia quella della Chiesa, è vero.
      Non sono mie opinioni. Le mie opinioni le riservo al bar dello sport, dove tutti sanno che sono interista.

      10. La Chiesa si è espressa in modo molto generico sul Cammino.
      Non ne ha approvato le liturgie (anzi, gliele ha vietate, ma il Cammino ancor oggi disubbidisce).
      Non ne approva le cosiddette "catechesi" - ancor oggi è impossibile verificare cosa si insegna del Cammino.
      Non approva la Decima (che non è prevista dallo Statuto del Cammino) né tante altre cosacce.
      Ne ha condannato la «scarnificazione delle coscienze», ecc.

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    2. Pasqua' (o chi altro sei mai, ma solo il pasqualone scrive "ByTripudio" e dimentica gli spazi dopo i punti), noi non siamo nessuno e neanche tu sei nessuno. Kiko è nessuno, i vostri catechisti sono nessuno e tutti voi siete nessuno. Ma voi, che siete imbecilli e soggiogati, obbedite a laici inviati da se stessi autoproclamati catechisti. Chi è più scemo, voi o noi?

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    3. i Neocatecumenali non crederanno mai a by Tripudio, ma solo ed esclusivamente a Kiko, e questo per sempre
      !

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    4. E che c'entra il sottoscritto?

      Dovresti dire più esattamente: i neocatecumenali "non ubbidiranno mai al Papa, ma solo ed esclusivamente a Kiko, e questo per sempre".

      Esempio: le «decisioni del Santo Padre» Benedetto XVI del 1° dicembre 2005 contro le liturgie del Cammino, «decisioni» che lo stesso Statuto del Cammino ha accolto pienamente (cfr. art.13, nota 49), ma che vengono ancor oggi disubbidite.

      Su quelle «decisioni» il sottoscritto non c'entra niente.

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    5. Quelle decisioni sono state eliminate dallo Statuto quando lo capirai?Inutile che continui a ripeterlo Ficcatelo bene in testa non sono più richieste.

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    6. "i Neocatecumenali non crederanno mai a Gesù, ma solo ed esclusivamente a Kiko, e questo per sempre!"

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    7. Osservate come il commento delle 11:50 nega la realtà che tutti possono verificare.

      Lo Statuto del Cammino Neocatecumenale, del 2008, ha pienamente recepito la lettera del 1° dicembre 2005, inserendola nell'articolo 13 tra i documenti rilevanti per la liturgia neocatecumenale (la trovate citata nella nota 49).

      Dunque quelle «decisioni del Santo Padre» non solo sono ancora valide (Benedetto XVI non se le è mai rimangiate, e neppure Francesco le ha mai modificate o annullate), ma sono pienamente parte dello Statuto del Cammino.

      Quando un kikolatra nega la realtà che tutti possono verificare, sta parlando dei suoi sogni. Può sognare quello che vuole, nessuno glielo impedisce. Intanto lui e il Cammino continuano a disubbidire alle «decisioni del Santo Padre», allo Statuto del Cammino, e ai documenti liturgici validi per tutta la Chiesa. E ciò non è affatto segno di appartenenza alla Chiesa.

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  4. Noticina: il cattolico che ha scritto questo articolo vive in Indonesia, tanto per aggiungere un'altro paese dove il cammino ha fatto danni. Fra un po' potremo ripetere la gag de I Simpson, nella quale Bart traccia una X sull'Australia dal mappamondo, per indicare l'ennesimo posto dal quale sono banditi.

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  5. La stampa comincia a svegliarsi

    https://silerenonpossum.com/labusatore-di-coscienze-kiko-arguello-ho-sperato-che-morisse-benedetto-xvi/

    Frilù

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    1. «Peraltro, entrambe queste realtà hanno sempre goduto dell’appoggio di un eccellenza vaticana: il polacco Stanisław Marian Ryłko. Il cardinale quando vede dei soldi sbava, ed ecco chiarito come sono arrivate determinate approvazioni...»

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    2. Intanto, oggi è sabato, il giorno festivo dei neocatecumenali, quello in cui a tarda sera si compie la celebrazione delle chiassose pagliacciate. Ma magari parecchi kikos diserteranno perché è estate, siamo in ferie, una pizza con amici e parenti val più di una messinscena pseudo-liturgica...

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  6. Off topic... ma non troppo, segnalazione:
    https://silerenonpossum.com/labusatore-di-coscienze-kiko-arguello-ho-sperato-che-morisse-benedetto-xvi/
    Saluti a tutti.
    La voce dello Jonio

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    1. E magari un giorno potrebbe venir fuori che Kiko è stato abusatore non solo di coscienze...

      La Chiesa ha da essere ripulita per bene, troppi cancri, troppe piaghe, troppe gravi malattie. Vogliamo sperare che tale pulizia, a Dio piacendo, costi a noi poveri fedeli la minor sofferenza possibile.

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    2. Lo penso anche io. Credo che la Chiesa debba passare dal lavacro del fuoco e che questo momento sia vicino più di quanto immaginiamo. Anche se ne ho paura, probabilmente una grande persecuzione. Benedetto XVI lo predisse.

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    3. Ricambio caramente i saluti di Voce dello Ionio!
      L'articolo di Silere non possum ripercorre argomentazioni da sempre riportate in Osservatorio e riassunte nell'articolo del 4 gennaio 2023: Kiko Argüello diceva di Benedetto XVI: "L'unica cosa che ci potrà salvare è che muoia il Papa" .

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    4. Anche io a scuola ripercorrevo sempre i compiti di Gianni R., ti ricordi FAV? Dei Bellissimi voti.

      FungKu. A proposito, Puntini, li stai facendo i compiti delle vacanze? Preparati che a settembre si torna in classe!

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  7. Noto senza sorpresa che certe pensate kikiane sono diffuse ovunque.

    A noi i catechisti spiegarono "perché Gandhi non era cristiano".
    Al di là del fatto che non era cristiano veramente, la destrutturazione della figura di Gandhi passava dal concetto di non violenza e protesta pacifica.
    Secondo Kiko, e quindi anche secondo loro, Gandhi voleva obbligare gli altri (cioè il governo) a fare quello che voleva lui: sebbene operasse in modo pacifico, aveva una "sua" idea di giustizia.
    Siccome obbligare gli altri è male, perché significa non accettare la realtà e la croce, Gandhi era a suo modo un violento che non si sottometteva all'ingiustizia.

    Il concetto è contorto, ma somiglia molto a quello dello sciopero (anche questo fortemente sconsigliato nel Cammino, almeno ai miei tempi).
    Per un ideale di giustizia sociale, scioperando si agisce in modo da tentare di cambiare le cose, mentre le ingiustizie vanno subite ed accettate, perché sarà il Signore a fare giustizia.
    Stringatamente, il nocciolo del discorso era questo.

    Gandhi protestava, i cristiani non protestano.
    Gandhi non accettava, i cristiani accettano.
    Gandhi forzava il cambiamento, i cristiani assumono l'ingiustizia.
    Insomma, Gandhi era un violento che voleva fare la sua giustizia.

    Un po' come la moglie aggredita dal marito, che gli mette il broncio e rifiuta il rapporto sessuale.
    Invece che accoglierlo e amare questo nemico, col suo comportamento la moglie opera come un ricatto e quindi una violenza.
    Anche questo è un esempio di Kiko che sta nei mamotreti.

    Insomma, per Kiko, qualunque vittima che si opponga all'ingiustizia è quasi peggio dell'ingiusto.
    Strano concetto per uno (o chi per lui) che ha minacciato azioni legali alla stampa che aveva diffuso la notizia dei contagi da coronavirus avvenuti in un'assemblea neocatecumenale.
    Marco

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    1. Per Kiko la vittima che si oppone all'ingiustizia è praticamente peggio dell'aggressore.

      Però poi quando ci sono di mezzo il prestigio e i soldi del Cammino... subito volano minacce di querele.

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    2. se le querele fossero partite da subito...ma Kiko non vuole....

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  8. Marco Felipe Perfetti un altro che vuole visibilità attancando il Cammino, quanto bene sta facendo il Cammino alla Chiesa.

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    1. Eccolo qua, il solito asino ragliante che vuol far doxxing, imbufalito come se lo avessero centrato in pieno con una secchiata d'acqua santa.

      Il sopracitato Perfetti è il fondatore del sito web Silere non possum sopra citato (come si evince dalla sua pagina "Chi siamo").

      Ma l'articolo che ha fatto imbestialire e ragliare l'asino delle 17:09 è in realtà firmato "R.M."

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  9. Quando Kiko morirà ci sarà un bel redde rationem come vi spetta da anni ma che avete accuratamente evitato grazie a mazzette, bustarelle, regalini e inganni. Non ci saranno più gli amici degli amici, i vostri amici massoni sono per lo più vecchi, morti o ininfluenti. Svegliatevi prima dello schianto.

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  10. Questa esperienza raccontata nel post l'ho letta tutta di un fiato e con sempre maggior interesse, perché spiega in maniera semplice ed efficace quel leggero malessere impercettibile ma continuo e molesto che ho vissuto personalmente all'interno del CN.

    L' autore, chiarisce le sue spiegazioni con ottimi esempi .

    E rende evidente i punti più oscuri e più pericolosi ma meno visibili del CN , cioè la manipolazione ed il plagio psicologico.

    E di queste cose pultroppo può parlare ,con cognizione di fatto, solo chi le ha subite sulla propria pelle , queste particolarità non sono visibili alle persone che non conoscono il CN perché sono coperte dall'arcano neocatecumenale che è essenziale per tutelare gli abusatori.

    Ma le coscienze non possono essere oscurate o comperate con il denaro e con il potere per sempre.

    Arriva comunque un tempo in cui la coscienza si sveglia e quando succede non esistono minacce o promesse suadenti che riescono a riportare la coscienza nell'oscurità in cui vorrebbero riporla kiko e la sua gerarchia neocatecumenale.

    Il cammino è una setta piena di abusatori seriali.

    Questa è una verità che non può più essere nascosta.

    I soldi finiscono, le persone comperate dal CN muoiono e la gente prima o poi si sveglia dal letargo neocatecumenale.

    Anni fa non era possibile fare le stesse critiche che si fanno oggi al CN.
    Il CN è sempre più debole , malato ,abusatore e corrotto ma debole ed il tempi sono maturi per spazzarlo via come pula dalle nostre vite e dalla nostra CHIESA.

    Quel video in cui il vostro santone imbratta-tele da 4 soldi, augura la morte al Papà è stato riesumato alla GRANDE.

    E rappresenta la pietra tombale del CN REALE, cioe del CN degli ipocriti, corrotti, corruttori, abusatori e manipolatori.

    LUCA

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    1. Avevo letteralmente fatto notte a tradurre la pagina di Origen de principiis. E dopo tanti anni che partecipo da questo blog, scoprivo di aver ancora imparato qualcosa di nuovo. Nel senso che tanti elementi ce li avevo già presenti da tempo, ma non vedevo ancora chiaramente le connessioni.

      La cosa che più mi ha colpito è l'osservazione del comportamento contraddittorio dei catechisti, che non è solo ciarlataneria ma metodo. Per esempio, prima ti comandano di sbarazzarti dei beni e dare il ricavato ai poveri, garantendoti che non ti avrebbero mai chiesto conto di ciò che avresti fatto. E poi "diciotto mesi dopo", allo Shemà, lo chiedono davvero, tirando a sorte su un po' di malcapitati, e solo per dire a ognuno di loro che non hanno fatto abbastanza. "Colpirne uno per educarne cento", anzi, colpirne mezza dozzina per "educare" l'intera comunità.

      Ora, nel mio piccolo, avrei classificato quell'azione come malizia, inganno, menzogna, perché è evidente che lo è. Ma avrei dovuto spingermi più a fondo, avrei dovuto notare che quelli sono solo gli "strumenti del mestiere", necessari - nel lungo termine - a portare il fratello del Cammino a fidarsi ciecamente della persona dei cosiddetti "catechisti" anziché del loro insegnamento. Cioè non importa cosa ti dicano i cosiddetti "catechisti", non importa che oggi ti dicano che 2+2=3 e domani ti dicano che 2+2=5, importa solo che quando ti dicono che fa 3 tu devi adeguarti al 3, quando ti dicono che fa 5, tu devi adeguarti al 5, e tutte le volte che la tua ragione ti grida che è 4, tu devi "circoncidere la ragione" e chiederti dov'è che tu avresti sbagliato, perché devi seguire la persona (cioè i comandi perentori, le affermazioni momentanee) del cosiddetto "catechista", adeguandoti ai dettami del momento. E quanto più ciò vale per l'autonominatosi "Vostro Catechista", il sommo Kiko.

      Quando Kiko dice che "l'ubbidienza al catechista è tutto", lo sta dicendo a chiare lettere: la dottrina cristiana, nel Cammino, è irrilevante, è modificabile a piacere, è al massimo una foglia di fico per nascondere quel "controllo mentale" sui fratelli delle comunità. E le cosiddette "catechesi" non fanno altro che ripetertelo in modo subdolo e ossessivo. E tutto ciò vale anche per gli stessi cosiddetti "catechisti", che sono ingranaggi e vittime di quello stesso sistema ("Non siamo indù!!", e te lo ripetono e ripetono e ripetono, perché nelle "convivenze" in alto loco a loro è stato detto e ripetuto senza dar spiegazioni, e quindi te lo riversano addosso, acriticamente). Il Cammino è una setta idolatrica proprio perché esige quest'ubbidienza assoluta e cieca ai cosiddetti "catechisti", i quali a loro volta devono ubbidire a quelli di rango superiore, fino al sommo Kiko, vertice della piramide e che non ubbidisce a nessuno.

      Per far bene il Cammino, dunque, occorre un'enorme ipocrisia. Perché se stai ad arrovellarti su come seguire nel migliore dei modi tutto ciò che ti viene detto, sbrocchi, impazzisci, vai in depressione (quanti fratelli del Cammino in mano a uno psicologo... ed infatti s'è subito allestito il circolo dei vari "psicologo del Cammino", per te, per i tuoi figli, per i tuoi parenti; a pagamento, s'intende!). Invece una persona ipocrita la scampa: "dovete donare tutto ai poveri!", e non dona niente; poi viene estratto allo Shemà e -mentendo- dice di aver donato qualcosa, "poca roba, mi faccio schifo, sono attaccato a mammona", e il catechistone di turno ti rimprovera ma ti applaude, perché hai detto esattamente ciò che gli serviva per far sembrare riuscita la pagliacciata dello Shemà. E dunque sarai presto uno dei tanti che si autoassolverà dai peccati... dandone la colpa a Dio: «eh, sapete, quando il Signore mi toglie la mano dalla testa, ne combino di ogni!». L'ipocrisia è per il Cammino come la benzina per le automobili del Gran Premio.

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    2. per fare bene il cammino, per essere un Cristiano, per accedere alla Grazia di Cristo bisogna prendere consapevolezza dei propri limiti, le proprie debolezze. Se i catechisti ti dicono di vendere i beni e darli ai poveri, come ha detto Gesù all'uomo che voleva essere suo discepolo, tu immediatamente comprendi che è davvero difficile realizzare quello che ti viene chiesto. Sperimenti la tua inadeguatezza di fronte ai comandamenti di Dio. Se ti affidi allo Spirito Santo, il Paraclito, ti senti giustificato ed entri nella gioia, ma se rimani da solo, con le tue pochezze, allora impazzisci e come giuda puoi disperarti fino a perdere la vita. Il catechista ti ricorda che anche se non riesci con le tue forze a realizzare quella parola, il Signore viene in tuo soccorso e garantisce per te, di fronte al Padre, col suo sangue e le sue piaghe. Siamo Salvi

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    3. L'omelia laicale del fratello Leonardo finge di dimenticare parecchi punti fondamentali, ne elenco qualcuno:

      1) i cosiddetti "catechisti" non hanno alcuna autorità per dire ai fratelli del Cammino cosa fare o non fare.
      L'autorità ce l'ha solo la Chiesa.
      E la Chiesa, pur invitando alla povertà, a sostenere i poveri, ecc., non ti dice mai di "vendere i tuoi beni" ecc.
      Perfino per entrare in monastero è sufficiente essere liberi da impegni/ricchezze che sarebbero un peso.

      2) i cosiddetti "catechisti" non hanno assolutamente venduto i loro beni per dare il ricavato ai poveri.
      Anzi, letteralmente campano di rendita, fanno la bella vita a spese dei fratelli di comunità, ecc.
      Sono ipocriti e dittatoriali: ti comandano di fare ciò che loro non farebbero mai.
      Proprio come i farisei, che ti impongono pesi che loro non sfiorano nemmeno con un dito.
      E purtroppoi i fratelli delle comunità ci cascano perché nessuno dice loro che il cosiddetto "catechista" andrebbe ascoltato solo se spiega - in modo cattolico - il Catechismo della Chiesa cattolica (e solo perché quest'ultimo è uno strumento della Chiesa).

      3) nel Vangelo di Matteo leggiamo, nel capitolo 19, versetto 21: Gli disse Gesù: "Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi".
      La perfezione di cui parla Nostro Signore è quella sequela diretta, cioè la vita consacrata (monastica, conventuale, ecc.): è quel desiderio di "perfezione" che nasceva dall'aver già una vita morale ineccepibile («Ho sempre osservato tutte queste cose, che mi manca ancora?», cfr. Lc 19,20).

      4) nell'omelia laicale del kikolatra Leonardo si trascura colpevolmente il fatto che i primi "poveri" sono il tuo prossimo e anzitutto le persone verso cui hai dei doveri.
      Se hai contratto il sacramento del matrimonio, i tuoi doveri sono anzitutto verso coniuge e figli.
      È ingiusto impoverire coniuge e figli solo perché vuoi prendere alla lettera un versetto che hai decontestualizzato.
      Così come è ingiusto impoverire il bilancio familiare solo perché sei ostinato a comprare il gratta-e-vinci.

      5) per "sperimentare la tua inadeguatezza di fronte ai comandamenti" non c'è bisogno di tentare di dar tutto ai poveri.
      È sufficiente frequentare regolarmente il sacramento della riconciliazione per capire la propria "inadeguatezza".
      Meglio ancora se accompagnato dalla preghiera personale quotidiana, e dall'esame di coscienza quotidiano (riflettere ogni sera, prima di dormire, sulla propria "inadeguatezza di fronte ai comandamenti"...).
      Come al solito il Cammino ti impone metodi e strumenti fingendo che tu non abbia alternative più valide.
      Cioè il Cammino ti inganna.

      6) a proposito di "comandamenti", il dare i beni ai poveri non è un comandamento.
      Nostro Signore si è degnato di parlarne solo quando un uomo che già aveva una vita morale ineccepibile e che voleva una vita di perfezione, voleva seguire insieme agli apostoli e discepoli Nostro Signore, voleva proprio consacrare la propria vita interamente al Signore (piccola parentesi: da sposato non avrebbe potuto, poiché ha dei doveri verso coniuge e figli -- e questo spiega perché monasteri, conventi, seminari, accettano solo persone che liberamente scelgono di non sposarsi).

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    4. 7) quanto detto sopra, nulla toglie alla virtù della povertà.
      Ricordiamo sempre che povertà non significa impoverimento.
      Povertà significa usare i propri beni (pochi o molti, non importa) per onorare il Signore.
      Dunque se compri le scarpe ai tuoi figli, anziché buttare quei soldi nel gratta-e-vinci, stai vivendo già la virtù della povertà, anche se non lo sai. Così come se paghi una radiografia a tuo figlio, ti sei già provato coi beni, perché invece di buttarli in discoteca li hai spesi per la salute.
      Se per "pagare la Decima" togli soldi al bilancio familiare (salute, riscaldamento, tasse scolastiche...), stai impoverendo la famiglia, stai calpestando il sacramento del matrimonio, stai andando contro il Signore.

      8) il vertice più asinino dell'omelia laicale del fratello Leonardo è questo: "entri nella gioia ma se rimani da solo impazzisci come Giuda..."
      Nel neocatecumenalismo non credono alla libertà del singolo, non credono nel libero arbitrio, non credono che l'uomo possa compiere anche opere di bene, gradite a Dio. Devono per forza avere una mentalità cupa, funerea e pessimista.
      Ora, non è affatto detto che "rimani da solo".
      Come dice il salmo 127, è inutile affannarsi, "il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno". Cioè, come ci spiega Nostro Signore (cfr. Mt 6,25-34): "Non affannatevi... Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta".
      Chi cerca anzitutto il regno di Dio (cioè cerca di santificare sé stesso per poter entrare nel regno), chi cerca anzitutto la giustizia di Dio, riceverà da Dio l'aiuto - spirituale e materiale - "in aggiunta", "nel sonno", senza sforzo.

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    5. Hai detto un sacco di cose sconnesse, "Leonardo", che non sono nemmeno parole tue ma un pout pourri si scemenze kikiane

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    6. @Leonardo
      Ma quindi i beni bisogna venderli oppure no? Oppure va bene anche se si dice di volerli vendere/ averli venduti senza poi farlo / averlo fatto? E chi li vende davvero come si sente di fronte a chi dice "sì ma basta che dici di sì, tanto poi mica li devi vendere davvero...", come capito' a me di sentire dei figli di cammino?
      Porto

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  11. A proposito dell'articolo citato del sito "Silerenonpossum" è da sttolineare che non si critica il Cammino per lo zelo, per l’apertura alla vita, ecc., ma lo si critica per le dottrine sbagliate e perciò anche per le motivazioni sbagliate che animano lo zelo dei camminanti, nella consapevolezza che se correggono il tiro, ne gioverebbero la Chiesa e loro stessi.

    Ma se uno accenna a un’eresia, spesso i camminanti rispondono che hanno zelo, che non c'entra niente, perché anche i Testimoni di Geova hanno zelo.
    Fanno come uno studente che non capisce un argomento ma che si giustifica dicendo che l'ha studiato e si appluca: se ha studiato, evidentemente lo ha fatto su un testo sbagliato.

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  12. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  13. Scrive l'autore dell'articolo:
    "È triste che mi restino tanti motivi di gratitudine al Cammino, ma per loro le approvazioni non possono essere accompagnate anche da critiche. Hanno preteso di essere "Gesù Cristo per me" - e con Gesù Cristo non si può certo essere in disaccordo su qualcosa".
    I motivi di gratitudine nascono dal fatto che egli ha avuto una vera conversione nel Cammino, ma la conversione non è stata dovuta agli errori del Cammino, ma a quello che nel Cammino ha coinciso con la grazia della Chiesa, e se qualcosa di giusto può venire adi protestanti, ma sempre derivato dalla Chiesa cattolica, perché non da chi si dichiara cattolico?

    In questo caso l'autore, sebbene abbia bevuto del veleno, ha però aperto il cuore anche all'antidoto, anche se il veleno può aver lasciato dei residui da guarire nel tempo.
    In un certo senso è come se l'autore dell'articolo, da non credente sia entrato in una comunità di protestanti e, successivamente, sia passato al cattolicesimo, e questo proprio perché seguiva davvero Cristo, che conduce sempre alla Chiesa.

    Una certa "nostalgia" dei tempi della conversione ci sta, ma occorre decontaminarla da eventuali scorie prodotte dagli errori.
    E' un po' come quando si ascolta una canzone che ci ricorda un certo periodo della nostra vita ricco di suggestioni, cioè di eventi e di speranze emotivamente coinvolgenti, che ci fa battere il cuore.
    Ma la suggestione, per quanto emotivamente coinvolgente, non è la verità. A volte può coincidere con essa, ma spesso è una forza centrifuga che ce ne allontana.

    Scrive il profeta Geremia a proposito dei falsi profeti: "Vi annunziano visioni false, oracoli vani e suggestioni della loro mente" (Ger 14,14).
    Non è che le suggestioni sono da demonizzare, ma sono pericolose e vanno "inculturate" così come la fede ha inculturato la filosofia pagani, uomini dai costumi disdicevoli, e ha trasformato in chiese edifici di culto agli idoli, cioè ai demoni.

    Il mio vecchio direttore spirituale, ora deceduto, mi parlava sempre della ragione ILLUMINATA dalla fede.
    Fede della Chiesa naturalmente, riassunta non nei mamotreti ma nel Catechismo della Chiesa Cattolica.
    Se i camminanti cominciano a informarsi sulla fede autentica e cominciano a ragionare come dice la Chiesa, penso che possano trasformare il Cammino in senso ecclesiale, oppure molti potranno trovare la forza di uscirne.

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  14. Utile promemoria per eventuali lettori distratti:

    - il Cammino non insegna la dottrina cattolica ma quella kikiana-carmeniana che contiene un gran numero di ambiguità, svarioni, e vere e proprie eresie;

    - tali errori dottrinali sono stati documentati e dimostrati da padre Zoffoli ed altri teologi; Kiko e i suoi pretoriani, però, non hanno mai fatto pubblica ammenda di quegli errori, che vengono ancor oggi insegnati nel Cammino (poiché Kiko e Carmen, a suo tempo, li spacciarono come "ispirati dallo Spirito");

    - quegli errori dottrinali sono riccamente accompagnati da una liturgia sbagliata ed esplicitamente condannata dall'autorità della Chiesa (lettera della Congregazione per il Culto Divino del 1° dicembre 2005 con le «decisioni del Santo Padre», ancor oggi in vigore, e facente parte dello Statuto del Cammino), liturgia sbagliata che però nel Cammino ancor oggi continuano a celebrare;

    - quanto detto sopra è già sufficiente per dire che nonostante le migliori intenzioni dei fratelli del Cammino, il Cammino non lavora per la vigna del Signore, ma contro la vigna del Signore (se la liturgia fosse modificabile a piacere, Nostro Signore avrebbe detto "fate come vi pare in memoria di Me", e se la dottrina fosse modificabile a piacere, Nostro Signore non avrebbe investito tanto tempo del suo ministero terreno a insegnare, spiegare, precisare!);

    - dunque, nonostante il buon cuore di tanti fratelli del Cammino, finché Kiko e i vertici del Cammino non fanno ammenda di quegli errori, e finché celeebreranno strafalcioni liturgici, la sua presunta "evangelizzazione" resterà sbagliata e ostile alla Chiesa;

    - non basta riempirsi la bocca di "ilsignore-ilsignore" se poi dietro le quinte vengono calpestati il buonsenso, la dottrina, la liturgia, la dignità dei fratelli delle comunità neocatecumenali, calpestano addirittura il Santissimo Sacramento.


    Quanto ai cosiddetti "catechisti" del Cammino, occorre ricordare che:

    - non sono catechisti della Chiesa cattolica, poiché non insegnano il Catechismo della Chiesa cattolica;

    - i cosiddetti "catechisti" del Cammino sono inviati da Kiko e dai suoi scagnozzi, non dalla Chiesa;

    - tranne che da sporadici vescovi molto kikizzati o molto ben "oliati", non è mai esistito alcun incarico ufficiale; e comunque non avrebbe senso inviare dei laici visto che il triplice munus (di insegnare, santificare, guidare) è prettamente sacerdotale;

    - la cosiddetta "evangelizzazione" del Cammino non è evangelizzazione della Chiesa, ma solo attività di proselitismo del Cammino, per procacciare nuovi adepti con cui formare nuove comunità; tali nuovi adepti vengono adescati nelle parrocchie (con la scusa di una "catechesi per adulti") e, irrimediabilmente, una volta infognati nelle attività della setta neocatecumenale smettono di partecipare alla vita di parrocchia;

    - l'espressione evangelica «l'operaio è degno della sua mercede» (cfr. Lc 10,7), nel caso dell'evangelizzazione, riguarda i discepoli al lavoro nella messe del Signore, non gli autoproclamati "evangelizzatori" del Cammino;

    - nel Cammino vige la diabolica consuetudine di sfruttare versetti del Vangelo per coprire le porcate dei cosiddetti "catechisti" e soprattutto di Kiko, autonominatosi «il Vostro Catechista». Per esempio il versetto dell'operaio degno della mercede lo usano per far campare a sbafo i cosiddetti "catechisti" (con moglie, figli, e babysitter al seguito).

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  15. il nostro Vescovo, sud italia, non catecumeno, ha dato il consenso per celebrare con pane e vino. Ha presenziato la celebrazione di Elezione di alcune comunità alla fine del cammino, e ha incontrato i catechisti piu anziani della città.
    Primavera 2023

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    1. "Ha incontrato" non significa "ha inviato".

      "Ha presenziato" non significa "ha approvato le vaccate kikolatriche".

      "Ha dato il consenso per celebrare con pane e vino" non significa niente, visto che anche le ostie piccole in uso in tutta la Chiesa sono pane azzimo, e anche il vino usato in tutta la Chiesa è vino. Resta il problemuccio che gli strafalcioni liturgici neocatecumenali sono proibiti dallo Statuto del Cammino (articolo 13, nota 49, lettera del 1° dicembre 2005 con le «decisioni del Santo Padre»), e quindi va da sé che un vescovo non può contraddire «le decisioni del Santo Padre».

      "Vescovo non catecumeno": ma è ovvio, "catecumeno" è il non battezzato che si sta ancora preparando a ricevere il battesimo... ed un vescovo, in quanto tale, è certamente battezzato.

      Comunque, mettetelo alla prova con Mammona: smettete di dargli soldi (e disattivate tutte le trappole trasversali che gli avete teso, tutti i ricatti a cui è a rischio, ecc.), e guardate come reagisce.

      Ricordiamo agli altri lettori che nel regno dei cieli non c'è posto per la menzogna, la corruzione, la finzione, l'idolatria.

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    2. quindi secondo te gli vengono versati soldi per presenziare, incontrare e deliberare l'uso del pane e del calice. Questa tua accusa ricorrente, potremmo segnalarla direttamente alla curia vediamo chi dice menzogne

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    3. Leonardo mi sfugge dove stia la notizia

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    4. Il fratello Leonardo nel commento delle 21:46 annunci adi voler far ridere tutta la curia vincendo il campionato di analfabetismo funzionale.

      Ah, se solo provasse a leggere ciò che vuol commentare!

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    5. Ancora, ma insomma quand'è che allerti Vescovo, curia, e chi ti pare?

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    6. Mi riferivo ovviamente al commento di Leonardo delle 19:52.
      - Presiedere il Rito di fine cammino
      - Autorizzare ( dopo il covid ) la possibilità di riutilizzare le due specie.
      - Incontrare i catechisti.
      In queste cose non vedo "la notizia"
      Che i Vescovi ricevano soldi dal Cammino sotto forma di offerta anche questa non è una notizia è prassi.
      Per tua conoscenza Leonardo un terzo del "bottino" del II Scrutinio è destinato al Vescovo. Ed è prassi lasciare una offerta anche quando presiede, così come si da una offerta ai preti per celebrare l'Eucarestia.
      Niente di nuovo, niente di apparentemente scandaloso.

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  16. Il Cammino è stato approvato nel 2008, quindi tutto quello che dice e fa va bene, liturgie comprese. Se dite il contrario, avvisate voi il Vaticano e vediamo cosa vi risponde.

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    1. Anche se l'anonimo troll delle 08:15 si è svegliato con l'incontenibile fretta di "trollare", ogni tanto è utile far notare che quel genere di menzogne circola davvero parecchio nel Cammino, poiché i "camminanti" sono veramente allergici alla verità e amici della menzogna (altrimenti, di fronte all'evidenza dei fatti, si darebbero da fare a correggere gli errori del Cammino).

      Lo Statuto del Cammino, approvato dal fu Pontificio Consiglio per i Laici a maggio 2008 (e postdatato al 13 giugno 2008 per convenienza kikolatrica: sapete, bisognava "preparare i festeggiamenti"), contiene pochissime cose - tra cui la condanna delle liturgie neocatecumenali, cfr. articolo 13, nota 49, lettera del 1° dicembre 2005 con le «decisioni del Santo Padre».

      Lo Statuto è come la patente di guida: non ti dà il diritto di andare contro la legge, anzi, ti rende doppiamente colpevole se lo fai, perché è chiaro che stai andando coscientemente contro la legge, visto che per conseguire la patente avevi dovuto dimostrare di conoscerla bene, la legge (le norme del codice della strada).

      Tanto per fare il solito esempio, lo Statuto non prevede la "Decima". I fratelli del Cammino potrebbero benissimo smettere di pagarla, senza essere accusabili di essere andati contro il Cammino, contro lo Statuto, contro la Chiesa. Potrebbero benissimo chiedere ai cosiddetti "catechisti" di rendicontare con precisione ed onestà che fine fanno tutti quei soldi che lo Statuto non prevedeva. E invece...

      Inoltre, tutti i neocatecumenali sono stati obbligati a comprare una copia dello Statuto (spesso e volentieri "una copia per ogni componente del nucleo familiare", come per i libri di Kiko e Carmen), ma si sono guardati bene dal leggerlo. Avrebbero potuto accorgersi che lo Statuto non prevede la "scarnificazione delle coscienze" che avviene nei cosiddetti Scrutini (e Giri di Esperienze, e Risonanze, eccetera). Avrebbero potuto accorgersi che la fatidica "lettera di Arinze" del 1° dicembre 2005 (cioè la lettera della Congregazione per il Culto Divino, firmata dall'allora prefetto cardinal Arinze, contenente le «decisioni del Santo Padre» contro le liturgie neocatecumenali), è tuttora in vigore e parte integrante dello Statuto.

      Per questo, mentre disubbidiscono alla Chiesa, al Papa, e al proprio stesso Statuto, i neocatecumenali mentendo si autoproclamano ubbidienti, fanno i finti tonti, negano sfacciatamente la verità e l'evidenza dei fatti, proprio nello stesso stile del commento delle 08:15, e certe volte lo fanno perfino in buonafede, mentre noi cattolici sappiamo che la fede in Dio non è buona se è fondata sulla menzogna, l'inganno, l'ipocrisia.

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    2. Nell'articolo «L’abusatore di coscienze Kiko Argüello» abbiamo letto che «Ryłko... quando vede dei soldi sbava, ed ecco chiarito come sono arrivate determinate approvazioni».

      Il riferimento è infatti all'approvazione dello Statuto ad experimentum del 2002 e a quello definitivo del 2008: in entrambi i casi il sopracitato Ryłko fu il protagonista di approvazioni che misero prima Giovanni Paolo II e poi Benedetto XVI di fronte al "fatto compiuto" (entrambi i Pontefici non gradirono la furbata fatta alle loro spalle, a loro insaputa, e per di più contro la loro volontà).

      Dunque anche il dire che "la Chiesa ha approvato lo Statuto" è un po' una forzatura. In seguito papa Francesco eliminerà il Pontificio Consiglio per i Laici, per evitarsi sorpresine come le ricevettero GP2 e B16.

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    3. A questo proposito caro anonimo fermo all'avantieri ti consiglio di leggere questo articolo e quest'altro articolo dove trattiamo estesamente la questione. Non vi hanno approvato un fico secco e quelle poche concessioni le avete estorte con l'inganno. Nel 2013 Woelki voleva radervi giustamente al suolo, ma il diavolo ci ha messo lo zampino. Del resto le vostre opere sono molto gradite a lui: banalizzazione del Santissimo Sacramento, teologia distorta, morale corrotta, abuso delle coscienze, oppressione. Siete degnissimi figli del padre vostro e fate le sue opere.

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    4. E qui ti sbagli, amico Anonimo.

      Il Cammino è stato eretto come persona giuridica pubblica il 28 ottobre 2004, come dice la nota 2, § 3, art. 1 dello Statuto del 2008.
      È quindi in quella data che lo Statuto fu approvato, perché non si può erigere una persona giuridica pubblica senza approvarne lo Statuto.

      È nel 2004 che il PCL erige il Cammino a persona giuridica pubblica (Fondazione autonoma di SOLI beni spirituali) ed approva il relativo Statuto della Fondazione Cammino Neocatecumenale.
      Prima, al tempo dello Statuto ad experimentum del 2002, probabilmente si trattava di un'associazione privata, di cui fu approvato lo Statuto.
      Con l'erezione a persona giuridica pubblica nel 2004, ha ottenuto di poter agire in nome della Chiesa, altrimenti avrebbe continuato ad agire "in nome proprio".

      Per cui la Chiesa (meglio dire il PCL) ha giuridicamente riconosciuto il Cammino nel 2004 e contestualmente ne deve aver approvato anche lo Statuto.

      Poi, non si capisce perché, nel 2008 è comparsa l'approvazione di un altro Statuto, trascorsi 6 anni dall'experimentum.
      Dico "non si capisce perché" in virtù del fatto che, di regola, l'associazione privata che voglia richiedere il riconoscimento a persona giuridica pubblica lo fa quando è terminato l'experimentum dei suoi Statuti e non dopo soli 2 anni (perché l'associazione e gli Statuti sono ancora in fase sperimentale).

      Detto questo, nel caso del Cammino Neocatecumenale, il riconoscimento a persona giuridica pubblica sarebbe dovuto intervenire nel 2007 e non nel 2004.
      L'anomalia sta nel fatto che per dare un ulteriore riconoscimento giuridico non si sia aspettato che l'esperimento fosse finito.
      E se, puta caso, l'esperimento non andava a buon fine, come si giustificava l'anticipazione del riconoscimento a persona giuridica pubblica dopo soli 2 anni, mentre l'esperimento doveva durare 5?

      Così si è avuta la deprecabile e inammissibile situazione che il Cammino, negli anni 2004-2008 ha avuto praticamente due Statuti diversi: quello dell'associazione privata del 2002 (noto) e quello della Fondazione autonoma del 2004 (ignoto).
      In ogni caso, lo Statuto dell'associazione privata non poteva andare più bene dal 2004, dato che il Cammino era diventato persona giuridica pubblica, quindi con caratteristiche diverse (addirittura non associazione, ma fondazione!).

      Finito l'experimentum, cioè nel 2007, il Cammino avrebbe potuto chiedere il riconoscimento dei nuovi Statuti della neo eretta persona giuridica pubblica (Fondazione autonoma).
      Non prima, nel 2004.

      Quindi capisci che le cose non sono andate come avrebbero dovuto, quasi sicuramente perché in tal caso lo Statuto avrebbe dovuto essere quello allegato al decreto di erezione a persona giuridica pubblica e ciò non poteva essere, perché il Cammino si dichiara "senza patrimonio proprio".
      Invece le Fondazioni autonome si basano proprio sul patrimonio e dallo Statuto doveva emergere questo elemento necessario, dato che le norme canoniche non sono state modificate e quindi per le Fondazioni autonome vige sempre il regime della patrimonialità.
      Meglio quindi fare le cose alla rovescia, senza darne puntuale notizia all'epoca dei fatti.

      Quindi la Fondazione autonoma Cammino Neocatecumenale fu riconosciuta nel 2004 e nello stesso contesto fu approvato il suo Statuto, certamente diverso da quello del 2002 e del 2008.

      L'ho già detto altre volte: mostrateci il decreto di erezione a Fondazione autonoma del 2004 (perché non si trova) e quindi anche il relativo Statuto (che non può essere lo stesso dell’associazione privata del 2002, perché gli elementi necessari sono diversi).
      Da lì potremo iniziare a ragionare.
      Marco

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    5. Questa è una finezza, non la più importante delle stranezze pilotate dai potenti appoggi. Molto più lo furono gli Statuti 2008, approvati senza gli orribili orientamenti.

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    6. Sono d'accordo con te che approvare prima lo Statuto del Direttorio è una cosa inconcepibile.
      Però non è illegittima, anche se deprecabile.

      Ma quella che tu definisci "finezza", giuridicamente parlando, potrebbe anche comportare la nullità dei riconoscimenti e/o dello Statuto.
      Mi pare di poterla annoverare tra le più importanti.
      Anche perché se un atto è invalido o nullo, rende invalidi o nulli tutti quelli successivi ad esso connessi.

      Capisco che certi concetti non siano d'impatto immediato per i non addetti ai lavori, ma la loro portata è molto rilevante, perché la validità degli atti è cosa fondamentale.

      Non si tratta, infatti, di questionare su date o tempistiche, ma di verificare se sono state seguite le norme e l'esatto procedimento, perché le conseguenze della non osservanza potrebbero portare guai seri e talvolta insanabili, specialmente se volontaria.

      Ecco perché mi sembra di vitale importanza conoscere il decreto di erezione a fondazione autonoma e il relativo Statuto.
      Può mancare l'elemento essenziale della dotazione patrimoniale? Per la validità della fondazione autonoma non dovrebbe mancare. Altrimenti l'atto è nullo per difetto di un elemento essenziale, dato che è stabilito dalla legge canonica che le fondazioni autonome riguardano i beni materiali.
      Ma non è quello che si trova scritto nello Statuto 2008...

      La discrepanza temporale non ha importanza in sé, ma acquisisce importanza se si paventa che sia stata progettata per oscurare difetti invalidanti o per presentare uno Statuto diverso da quello agli atti.

      Per fugare ogni perplessità, basterebbe rendere noti decreto e Statuto 2004, onde permettere la verifica di legittimità e la concordanza con lo Statuto 2008, arrivato come portato dal vento senza essere legato contestualmente ad alcuna entità giuridica.
      Non è che gli Statuti hanno vita in sé e si emettono quando ci pare, servono a disciplinare il soggetto giuridico a cui si riferiscono e ad esso devono essere contestualmente allegati.
      Però tra erezione del soggetto giuridico nel 2004 e approvazione dello Statuto nel 2008, tanta contestualità non mi pare di poterla ravvisare.
      Marco

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    7. Nessuno si è mai chiesto perché tutti, anche Giovanni Paolo II, hanno sempre parlato di "approvazione" dello Statuto, senza mai fare riferimento all'entità giuridica di cui lo Statuto è espressione?

      Del tipo: in data 28 ottobre 2004 IL CAMMINO È STATO FINALMENTE RICONOSCIUTO COME FONDAZIONE AUTONOMA (ed il suo Statuto è stato approvato)!

      Normalmente infatti, in costanza di un riconoscimento, si cita la data in cui l'aggregazione ecclesiale fu riconosciuta, perché è quello che giuridicamente ha importanza. Naturalmente insieme al riconoscimento deve essere approvato anche lo Statuto, perché è quello che disciplina l'ente riconosciuto. Senza l'approvazione dello Statuto non si può nemmeno riconoscere l'ente.

      Invito chi abbia voglia a consultare il repertorio delle Associazioni Internazionali stilato dal PCL:

      https://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/laity/documents/rc_pc_laity_doc_20051114_associazioni_it.html

      Come si potrà notare, per ogni Associazione è riportata la data del riconoscimento come Associazione/Organizzazione, non la data dell'approvazione dello Statuto (anche perché senza Statuto non si poteva riconoscere l'associazione. Quindi l'esistenza dello Statuto è "implicita").
      Perché non si può approvare uno Statuto senza riconoscere l'associazione e viceversa.
      Stessa cosa vale per le Fondazioni.

      In poche parole, non si può approvare uno Statuto "da solo", senza che sia espressione dell'ente che disciplina.

      Eppure, riguardo al Cammino Neocatecumenale, mai si è sentito parlare del riconoscimento della realtà giuridica a cui questi Statuti fanno riferimento.
      Né a quella del 2002 (probabilmente associazione privata), né a quella del 2008 (sicuramente Fondazione Autonoma di (soli) beni spirituali).

      È un po' strano che nell'unico caso del Cammino si sia parlato solo di "approvazione" degli Statuti, che ormai nel linguaggio comune è diventata l'alias dell'approvazione dell'entità ecclesiale.

      Ecco perché è stato possibile far credere che fosse stato approvato lo Statuto ad un "itinerario".
      Cosa giuridicamente impossibile.
      Se si tace che è stato approvato lo Statuto della Fondazione Autonoma Cammino Neocatecumenale, poi si può dire di tutto.

      Continua...

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    8. Ricordo la lettera che Giovanni Paolo II inviò al card. Stafford (allora presidente del PCL) nel 2001.
      Diceva:

      "... non mancai di sottolineare l’importanza di ALCUNI ADEMPIMENTI ineludibili dai quali dipende l’esistenza stessa del Cammino. TRA QUESTI, la stesura di una precisa normativa statutaria IN VISTA di un suo FORMALE RICONOSCIMENTO GIURIDICO.
      Culmine di questo processo è l’ATTO UFFICIALE DEL RICONOSCIMENTO e dell’APPROVAZIONE DEGLI STATUTI come chiara e sicura regola di vita".

      Il fatto che Giovanni Paolo II premesse per la redazione degli Statuti, è perché l'aggregazione ecclesiale "Cammino Neocatecumenale" non avrebbe potuto ottenere il RICONOSCIMENTO senza che i suoi Statuti fossero approvati.
      Forse, nel 2002, il riconoscimento fu dato come associazione privata.
      Chi lo sa...
      Nessuno ne ha mai parlato.
      Però tutti hanno parlato dell'approvazione degli Statuti ad un "itinerario" (???).

      E allora, se la Fondazione Cammino Neocatecumenale fu riconosciuta nel 2004, è d'obbligo che nel 2004 si sia stato "approvato" anche lo Statuto di questa Fondazione.

      A che titolo, quindi, spunta fuori lo Statuto del 2008?
      Boh...
      Se interrogati potrebbero dire che lo Statuto 2008 è una modifica a quello del 2004, ma allora vorremmo vedere in cosa è stato modificato.

      Se volessi fare una battutaccia, visto che lo Statuto 2008 non è ancorato contestualmente ad alcuna entità giuridica, lo chiamerei "Statuto volante".
      Marco

      PS. Giovanni Paolo II, in relazione all'atto ufficiale di riconoscimento (normalmente decreto) disse anche:
      "... momento che le realtà ecclesiali interessate vivono sempre con grande gioia e con viva gratitudine nei confronti di Dio e nei confronti della Chiesa."
      Come mai, quindi, quando fu riconosciuta ufficialmente la Fondazione Cammino Neocatecumenale nel 2004, non ci fu alcuna risonanza mediatica e nessuno manifestò "grande gioia e gratitudine", nessuna celebrazione plateale dell'evento in stile neocatecumenale?
      Anzi, che io mi ricordi, nessuno ne seppe nulla.

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  17. Continuare a scrivere senza prendere provvedimenti è un po' risibile.

    Perché non disturbare le illegittime sinassi eucaristiche ad esempio impedendo loro di compiere anticanonicità?
    Si costringerebbe oltremodo l'autorità ad intervenire. :-)

    D.

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  18. Domanda secca per il nostro affezionato amico neocatecumenale Leonardo:

    "Il cammino neocatecumenale si fonda SULL'OBBEDIENZA ai tuoi catechisti laici neocatecumenali ?"

    SI o NO?

    LUCA

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    1. Si, e allora? Qualcosa in contrario?

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    2. SI, che a loro volta debbono obbedienza al "sommo" Kiko.
      Per quanto si possano elencare "supercazzole" nel cnc non si muove foglia che Kiko non voglia.
      Ogni iniziativa personale va vagliata dai catechisti, ogni iniziativa degli itineranti va preventivamente approvata da Kiko.
      Poi ci sono gli itineranti paraculi ( li conti su una mano ) che si inventano la qualunque "aggirando" il controllo, a volte producendo situazioni che creano problemi, ma rimangono intoccabili ( fin'ora )

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    3. Ricordiamo ai gentili lettori occasionali che i neocatecumenali non sono monaci di stretta osservanza con voti di ubbidienza e povertà.

      Nella Chiesa cattolica, chi vuole consacrarsi ("vita religiosa") emettendo voti di povertà, castità e ubbidienza, sceglie liberamente di entrare in un ordine religioso in cui ancor prima di entrare sa già che per vivere al massimo la propria fede dovrà ubbidire ai superiori (se la cosa non gli sta bene, non è mica tenuto a entrare, eh!).

      Quell'ubbidienza al superiore, in realtà, è solo un delegargli la responsabilità delle scelte più importanti. Cioè il superiore, davanti a Dio, si assume tutta la responsabilità di averti comandato qualcosa. Cioè l'ubbidienza non è mai "a senso unico". L'ubbidienza non è un servilismo (accontentare il superiore), ma è una collaborazione con lui, su cui lui sarà chiamato a risponderne davanti a Dio. Chi sceglie di farsi monaco, suora, frate, claustrale, non lo fa perché vuole essere schiavo, ma perché vuole essere libero da responsabilità, una libertà che gli consente di pregare meglio, di vivere più intensamente la preghiera, ecc.

      Questo è ciò che avviene nelle comunità religiose. Da notare che riguardo all'ubbidienza alcune sono più esigenti, altre meno (i certosini hanno un'idea assai più severa di ubbidienza rispetto ai comboniani...), ma in tutte vige il concetto che chi chiede di entrare, sa già cosa lo aspetta, fin dagli inizi, letteralmente zero sorprese, avendo già frequentato il convento/monastero per farsi un'idea, e avrà letto qualcosa della Regola che vi vige, avrà conosciuto dei consacrati e chiesto come vivono la giornata, come si regolano sulle questioni difficili, avrà scoperto come e perché sono diventati superiori gli attuali e i precedenti superiori, ecc.

      (Chi volesse tirare in ballo la durezza dell'ubbidienza, o le fissazioni di certi superiori... sarebbe come voler organizzare un viaggio in aereo partendo dall'ossessione che "gli aerei fanno incidenti aerei").

      Come vedete, nella Chiesa funziona tutto col buonsenso e con la libertà dei singoli, di modo che anche persone distratte o un po' incapaci di verificare, abbiano tutto il tempo e la possibilità di farsi un'idea. Padre Zoffoli, del suo ordine, diceva che era stato un onore entrarvi (cioè essere riconosciuto, da chi era già dentro, come uno adatto ad aderire a quel tipo di vita), diceva che era stato una fatica rimanervi ("fatica" che si fa volentieri, visto che si era entrati proprio per quegli specifici ideali di vita cristiana rappresentati dall'ordine), e che sarebbe stato una grazia morirvi (cioè aver vissuto una vita intera consacrati al Signore in quello specifico ordine religioso, nel suo caso quello dei Passionisti, senza aver mai rinunciato, senza mai arrendersi).

      Se a questo punto consideriamo che nel Cammino «l'ubbidienza al "catechista" è tutto» (Kiko dixit!), osserviamo che:

      - che nel Cammino "non sai cosa ti aspetta": non c'è trasparenza, né sulle Decime, né sulla "scarnificazione delle coscienze", né sull'ubbidienza cieca, né sul fatto che i cosiddetti "catechisti" si contraddicano proprio come metodo, ecc. (ti comandano di non chiedere "cosa verrà dopo" perché sanno già che in futuro dovranno contraddirsi)

      - che nel Cammino i suoi cosiddetti "catechisti" sono per la quasi totalità persone completamente ignoranti di dottrina, arroganti, pretenziose, manipolatrici, che giocano con la tua vita infischiandosene delle conseguenze (quanti giovinotti sono stati spediti in un seminario R.M. perché Kiko aveva comandato di far "alzare" tot vocazioni? quanta gente è stata indotta a "fissare la data [delle nozze] entro l'anno"? ecc.)

      - che davanti a Dio, non solo non avete scelto voi di ubbidire ai "catechisti" (è stata un'imposizione fatta con l'inganno!), ma quei cosiddetti "catechisti" non hanno alcun titolo per comandare sulla vostra vita, famiglia, vocazione, beni, morale, tutto!

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    4. @anonimo: dove è menzionata negli statuti l'obbedienza ai catechisti? e che percorso di formazione hanno fatto i catechisti?

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    5. Nello statuto la formazione dei catechisti è rimandata alla frequenza del cammino. Non altro. Il Papa GPII raccomandò di frequentare dei seri corsi biblici e senza successo.

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  19. Il cammino oggi è solo fatto per interessi vari, tutto il resto è noia & tornaconto.

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    1. Oh ma che strano, un anonimo che fa una critica molto generica e molto blanda al Cammino.
      Chissà quali saranno gli "interessi vari", e cos'è che provoca la "noia" e -udite,udite!- il "tornaconto"...

      Piuttosto, vengono i brividi alla sola ipotesi di presentarsi davanti a Dio avendo professato l'idolatria per il triplice vitello d'oro di categoria superiore (Kiko-Carmen-Cammino), dopo una vita passata a porgere orecchio ai cosiddetti "catechisti" anche quando contraddicevano la Chiesa, aver ridotto la celebrazione dei sacramenti a una carnevalata (peraltro anche in barba allo stesso Statuto del Cammino), aver sacrificato beni e affetti non per i propri doveri di stato ma in risposta ai ricatti morali dei capi della setta...

      Davvero, è una sventura farsi abbindolare dalle cosiddette "catechesi", è un autolesionismo il permanere nel Cammino, è una vera grazia di Dio abbandonare il Cammino. Il Cammino è opera di mani d'uomo, destinata perciò a perire miseramente. I suoi fautori non riusciranno a ingannare Dio. Nel giorno del giudizio urleranno furenti: «ma come ti permetti, Signore? noi facevamo la Decima! noi facevamo le Centopiazze! noi facevamo le Lodi! noi facevamo la celebrazione del sabato sera! noi facevamo l'Ambientale, le monizioni, le risonanze, perfino le Lodi Domestiche! noi avevamo lo Statuto! ma come osi, Signore? Tu giudichi!»

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    2. Mi avete fatto ricordare quel giovane sacerdote che trovandosi obbligato a scrivere un bigliettino di auguri natalizi ad un certo gruppo di fedeli (la cui fede era molto più scenografia che sostanza), scrisse una cosa piuttosto ironica che si concludeva con "il disprezzo dei cattolici sani vi accompagna". Bigliettino poi recapitato a metà, senza il testo ironico.

      Ci sono nella Chiesa di oggi troppe cose che non si possono dire, perché ci sono troppi sedicenti fedeli che sono mortalmente permalosi di fronte ad ogni critica, e la cui fede ha molto di messinscena e poco di sostanza. Tanti buoni sacerdoti - come il sopracitato - usano pazienza a fiumi solo nell'ottica di inseguire la pecorella smarrita, sapendo che tale inseguimento può durare tempi lunghissimi, anche tutta la vita, e che il miracolo della conversione (cioè di un'anima che offre alla divina grazia uno spiraglio anche solo per un attimo) è piuttosto raro. Mi dispiace solo per quei casi in cui con tutta evidenza non si tratta di una pecorella smarrita, ma di un pecorone intenzionato a tutti i costi a smarrirsi.

      Nostro Signore insegnò a tutti, anche agli scribi e ai farisei (ma questi ultimi ascoltavano solo perché aspettavano il momento di cogliere una contraddizione). E infatti ai farisei dedicò insulti piuttosto ben calibrati (per quei pii giudei tutti ligi alle norme di purezza rituale, il solo pensare alle vipere o al contenuto dei sepolcri era qualcosa di raccapricciante; come direbbe don Ariel, "ci vuole proprio un ebreo per insultare per bene un altro ebreo").

      Un cattolico, di fronte a una critica anche campata in aria, anche solo per un millisecondo si chiede se ci sia un qualche fondamento, o se ci sia qualcosa che abbia dato erroneamente quell'impressione. Il fedele cattolico, infatti, desidera una Chiesa ripulita dagli errori, e ripulire è qualcosa di molto diverso dal nascondere la polvere sotto il tappeto.

      Invece quei sepolcri imbiancati dei neocatecumenali desiderano una Chiesa plaudente al loro triplice vitello d'oro di categoria superiore, nascondono il lerciume dei loro capi sotto il tappeto del "tu giudichi!" e del "non è come dite voi!", cantano "ama il tuo nemico" ma poi vengono qui a dirci che siamo nemici del Cammino e a vomitarci addosso una quantità di odio micidiale.

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  20. Il nostro amico Leonardo non ha risposto o almeno non ha risposto firmandosi.

    Perché, come spiega esattamente Tripudio, l'obbedienza ai catechisti laici neocatecumenali è piramidale ed arriva fino al primo catechista kiko che ,guarda caso, non ha fatto il CN e non ha nessun catechista di riferimento.

    Quindi ,quando in questo blog, si afferma che il CN si regge sull'obbedienza al tuo catechista laico neocatecumenale, è implicito affermare che kiko è il riferimento unico e totalitario del CN.

    Ecco perché il nostro amico Leonardo non risponde.

    SI limita alle sue sterili e inutili omelie laicali ma si guarda bene da spiegare, a chi ci legge, cosa è veramente il cammino neocatecumenale.

    Perché affidarsi ad un qualsiasi percorso di fede, che parte dalla premessa che chi comanda, (i catechisti laici neocatecumenali scelti dalla gerarchia neocatecumenale) ,debba essere obbedito, a prescindere da quello che dice, solo per il suo ruolo all'interno della organizzazione, si capisce perfettamente in che di tipo di pastrocchio ci si va a cacciare.

    E questa è solo la premessa del problema rappresentato dal cammino neocatecumenale, che pretende di insegnare senza avere ricevuto nessun insegnamento e di decidere della vita delle persone, senza avere alcuna conoscenza.

    Kiko e carmen non sono sposati ma pretendono di insegnare alle famiglie,non hanno figli ma pretendono di gestire i figli dei propri adepti.

    Non hanno mai lavorato un giorno nella loro vita, ma pretendono di decidere come gestire il rapporto lavorativo dei loro adepti, per non ostacolare gli impegni sempre più stringenti imposti dal CN.

    Kiko è carmen non si sono mai occupati dei LORO genitori e delle LORO famiglie, quindi possono permettersi di affermare, senza vergogna ,che i doveri di stato verso i familiari ed i genitori non sono vincolanti nella vita del tipo di cristiano creato dalla loro falsa ed ipocrita predicazione.

    Il coniuge è un idolo,i figli sono idoli,i genitori ed i familiari sono idoli,il denaro è un idolo,lo studio è un idolo, il lavoro è un idolo, gli hobby sono idoli, gli amici sono idoli,etc.,etc.,etc.

    Vediamo se indovinate quale è l'unico modo di non farsi soggiogare dagli idoli?

    Dedicare tutto il proprio tempo, le proprie energie fisiche e mentali ed i propri soldi, al cammino neocatecumenale !!!!!

    Certo ,perché il CN toglie tutti gli idoli dei suoi adepti e li sostituisce con un unico e smisurato MOLOCH chiamato cammino neocatecumenale.

    Ma queste cose Leonardo le sa , per questo che preferisce continuare le sue inutili e vuote omelie laicali, mica può raccontare la VERITÀ alla gente, no, altrimenti rischia di rimanere da solo in comunità, a fare il catechista neocatecumenale che parla davanti allo specchio.

    LUCA

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  21. Leonardo è uno che campa col cammino altrimenti è un pirla.

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    1. giuditta sei l'orgoglio della redazione del blog, loro cercano proprio gente arrabbiata come te.

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    2. Questa volta Leonardo non ha tutti i torti.
      Se vogliamo insultarci l'un l'altro possiamo continuare a farlo, ma così facendo la discussione, già difficile, diventa impossibile.
      Per quello che vale il mio parere.

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    3. Come dice il sottotitolo del nome del blog, qui l'unica cosa che conta è la verità.
      Non possono sussistere fede, speranza e carità se ci si appoggia a inganni e menzogne.
      Se poi al fratello Leonardo dovesse sembrare che alcuni ex neocatecumenali non sono troppo contenti della propria esperienza nel Cammino, dovrebbe onestamente chiedersi cosa diavolo ha fatto il Cammino a costoro.

      Negli altri movimenti ecclesiali, la quasi totalità degli "ex" ha abbandonato per noia o per mancanza di tempo. Non perché sia stata calpestata - nella vita, nella dignità, nella spiritualità - dai caporioni.

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  22. Visto che i moderatori scelgono cosa pubblicare e cosa no, credo che la responsabilità non sia tutta di chi scrive. Questo blog riesce a togliere e ad usare a proprio losco vantaggio il peggio delle persone come Giuditta

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    1. A titolo di curiosità: fu quindici anni fa che attivammo la "moderazione". Neanche 24 ore dopo, e lo spazio commenti era ridiventato leggibile.

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    2. Ho l'impressione che questa volta l'amico Leonardo sia stato punto da un calabrone 🤣

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    3. È più probabile che il calabrone gli abbia punto il santino di sankiko...

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  23. Tornando alla segnalazione di Frilù e La voce dello Jonio:

    https://silerenonpossum.com/labusatore-di-coscienze-kiko-arguello-ho-sperato-che-morisse-benedetto-xvi/

    e agganciandomi al commento di Valentina che ricopio. Con lei ricordo qui a tutti che:

    "L'articolo di Silere non possum ripercorre argomentazioni da sempre riportate in Osservatorio e riassunte nell'articolo del 4 gennaio 2023: Kiko Argüello diceva di Benedetto XVI: "L'unica cosa che ci potrà salvare è che muoia il Papa" ."

    Ciò che abbiamo scritto anche sul nostro blog comincia a preoccupare le gerarchie del Cammino: non per nulla si è messo in moto il blog in lingua spagnola Observatorio (nato per smentire Osservatorio) per smentire in questa precisa circostanza che Kiko avesse augurato la morte al papa Benedetto, pur di sentirsi liberato dalla terribile angustia di un intervento devastante della Chiesa sulla eucarestia neocatecumenale e la prassi antiliturgica invalsa nelle comunità e difesa con successo, fino a quel giorno infausto per loro, coi denti.
    ........

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  24. http://observatoriodelcaminoneocatecumenal.blogspot.com/2023/07/la-verdad-sobre-kiko-arguello-y-su.html?m=1

    Questo il link spagnolo.
    ........

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  25. https://neocatecumenali.blogspot.com/2023/01/Kiko-Arguello--unica-soluzione-che-BenedettoXVI-muoia.html?m=1

    Questo il nostro link
    ........

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    1. C'è una pagina sull'Obserbatorio che racconta di una "profezia di padre Pio" riguardo alla sede del primo seminario Redemkikos Mater.

      I kikolatri che credono alle panzane dette da Kiko su padre Pio avendo come fonte una suora francescana, sono gli stessi che si rifiutano di credere alla testimonianza di padre Zoffoli riguardo alla lettera in cui si testimonia che padre Pio definì Kiko e Carmen «i nuovi falsi profeti».

      La kikolatria gioca brutti scherzi. Se avessero un minimo di onestà intellettuale si chiederebbero: cosa ne penserebbe padre Pio della liturgia neocatecumenale? (e anche dell'obbligo della Decima, del contenuto delle "catechesi" segrete, delle infinite tappe, dell'arroganza e dell'ignoranza dei cosiddetti "catechisti", e della protezione dei pedofili dalla "ferrovia sotterranea neocatecumenale per predatori sessuali"...).

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    2. Sicuramente li avrebbe cacciati a pedate e avrebbe fatto fuoco e fiamme

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    3. alla larghissima da p. Pio degno compagno di merende di p. Ariel e p. Zoffoli........

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    4. @Anonimo 2 agosto 2023 alle ore 10:12
      "alla larghissima da p. Pio degno compagno di merende di p. Ariel e p. Zoffoli........"
      ---
      Risposta degna del demonio(quello
      vero), che ha il terrore della Madonna!
      ---

      Elimina
  26. La cosa è rimarchevole e molti testimoni possono confermarla.
    Se si attivano così vuol dire che fa loro molto male questa uscita improvvida di Kiko, non nuovo a simili esternazioni, per dirla tutta.
    Il vero problema, insuperabile per loro, è il video inserito nel nostro articolo del blog che li inchioda e li condanna.
    Abituati a mentire e smentire perfino se stessi, questa volta se insistono a difendere Kiko cadono nel ridicolo dalla testa ai piedi e si mostrano sfacciatamente per quelli che sono e sono sempre stati.

    Lo scandalo si sta allargando e magari è questa la volta buona che le gerarchie ecclesiastiche si diano finalmente una scrollata!

    Pax

    Saluti cari a tutti

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    1. Sito web nel quale i commenti sono chiusi e riservati ai "membri del gruppo". Non sono in grado di reggere la verità. Una infame lenzuolata contenente tutte le solite menzogne. Da vomito

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    2. Saluti cari a tutti voi altro che, mentre voi siete qua a sparlare come vecchie betoneghe nelle prossime ore partirano circa 70.000 giovani italiani per le GMG a Lisbona, dei quali i neocatecumenali saranno tra il 10/15%… ma di che cosa stiamo parlando? Ad ogni pagina che inserite vi coprite sempre piu di ridicolo e ancora state qua a parlare di 30 secondi di video dove solo gente in malafede come voi poteva ricamarci su così tanto, ringraziate che esiste il Cammino che ancora tiene i giovani dentro la Chiesa.

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    3. Lo hai detto tu, fesso. Di 70.000 giovani italiani 63.000 NON fanno il cammino neocatecumenale. I giovani se vogliono andare in chiesa ci vanno anche senza il CNC. Togliti il fango dagli occhi! Non esistete solo voi. I miei figli sono con il Meg in un campo, pregano tutte le mattine le lodi, si divertono in modo sano e stanno insieme.
      Voi siete un cancro e una setta, ai giovani fate il lavaggio del cervello per farli diventare bravi kikiani con il barbone.

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    4. Caro anonimo se avessi acceso la televisione ti saresti accorto che la GMG iniziava oggi e avresti ammirato la meraviglia di tutti quei giovani anche italiani che sono arrivati puntuali e che vivranno TUTTA la GMG.
      Voi arriverete, se arriverete in tempo, per la veglia, andrete via dalla messa di chiusura prima dell'Angelus o addirittura prima delle fine della messa con la scusa di evitare la calca, ma puntialissimi e in anticipo il giorno dopo per l'incontro con Kiko.

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    5. Ovviamemte per oggi intendevo la data del 1 Agosto ( ore 20 ora italiana )

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    6. A parte il fatto che i giovani kikolatri non vanno alla GMG per il Papa e per la fede, ma vanno alla GMG solo per Kiko e per il Cammino, abbiamo sufficienti testimonianze - specialmente in quella di Tor Vergata a Roma - per prevedere che saranno indistinguibili dai pagani.

      Ricordiamo inoltre che gli eventi "molto scenografici" (come la GMG), per quanto possano essere belle iniziative ("belle da vedersi in tv"), non valgono come "punteggio in classifica".

      Nel giorno del giudizio non ci verrà chiesto a quante GMG abbiamo partecipato, tanto meno il numero di giovani presenti. Avremo invece da rispondere su quanto siano stati sinceri i pentimenti nelle nostre confessioni, su quanto avevamo l'anima pulita da peccati mortali nel momento in cui facevamo la Comunione, su se e come abbiamo onorato il Santissimo Sacramento, su cosa abbiamo fatto per la cognata malata quando c'era la "convivenza"...

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    7. Caro Anonimo, raccontaci pure come i ragazzi NC partecipano alle iniziative della GMG. Se vuoi te lo racconto io, che ne ho fatte diverse: lunghissime giornate in bus, dormire in posti sperduti (perchè sennò "i giovani vanno in discoteca a drogarsi"), arrivo alla veglia del Papa e alla Messa, ripartenza veloce e incontro di Kiko (il momento clou di tutto il viaggio).
      Una volta (Parigi 97) non abbiamo neanche partecipato alla Messa del Papa perchè c'era troppa folla, a Colonia 2005 non ho neanche messo piede in città.
      La presenza dei giovani del CN alla GMG è solo simbolica, loro fanno il loro percorso fatto di missioni in piazza, visite alle famiglie in missione, etc. e si presentano solo all'ultimo, ignorando tutto il contorno della GMG. Una mossa di marketing per farsi vedere e basta.

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  27. Ci sono news sulla salute di Kiko?

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    1. Dovresti chiederlo ai tuoi catechisti. Come tu sai, il tuo capo kiko non frequenta questo blog.
      Porto

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  28. Ma ci sono stati sviluppi sul presunto accorpamento dei RM spagnoli ai seminari diocesani, a seguito della visita apostolica dello scorso febbraio, o è ancora troppo presto per avere notizie?

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    1. Un qualsiasi discorso sul presunto "accorpamento" a seminari diocesani deve tenere in conto due fattori fondamentali.

      Il primo è che i seminari diocesani veri dipendono in tutto dalla diocesi (o magari dall'accordo tra più diocesi nel caso di "seminario interdiocesano"), cioè le strutture appartengono alla diocesi o comunque sono sotto controllo diretto della diocesi, i formatori sono decisi dalla diocesi (sacerdoti di fiducia del vescovo, che avranno il delicato compito di accompagnare e vagliare le vocazioni), la facoltà teologica è scelta dalla diocesi o organizzata dalla diocesi (con suoi sacerdoti, o persone che il vescovo ritiene affidabili). In breve, un vero seminario diocesano o interdiocesano risponde esclusivamente ai vescovi che lo hanno organizzato, e la facoltà teologica risponde ai vescovi o direttamente alla Santa Sede. Dopotutto si tratta di formare sacerdoti, e garantire al vescovo che ognuno dei candidati al sacerdozio ha ricevuto una buona formazione e la sua vocazione è stata ragionevolmente verificata.

      Il secondo è che il termine "accorpamento" è un'espressione troppo gentile per dire che un seminario "di troppo" deve essere soppresso, passando sotto il controllo del vescovo e seguendo le direttive del vescovo (quanto alla formazione, agli studi, al vaglio delle vocazioni). Se si parla di "accorpamento" non è una manovra meramente amministrativa (altrimenti si sarebbero usati termini come "sostegno", "collaborazione" e simili), significa proprio che un seminario deve rinunciare alla sua vecchia organizzazione e sostituirla con quella ufficiale della diocesi. Dunque saranno i sacerdoti esplicitamente incaricati dal vescovo a vagliare le vocazioni (e non più i laici cosiddetti "catechisti" del Cammino), sarà seguita la prassi in vigore nel seminario diocesano, ci si dovrà adeguare agli studi secondo i requisiti che la diocesi impone ad ogni candidato diocesano...

      In breve, se le voci sull'accorpamento sono fondate, significa che i seminaristi del Redemkikos Mater verranno vagliati dalla diocesi come se fossero normali seminaristi, seguiranno il normale corso di studi dei seminaristi diocesani, seguiranno le normali liturgie diocesane, seguiranno il programma spirituale e pastorale scelto dalla diocesi, seguiranno le indicazioni dei sacerdoti di fiducia del vescovo anziché dei "formatori" del Cammino.

      È improbabile che un "accorpamento" conservi la struttura neocatecumenalizia. Non avrebbe senso far correre qua e là i formatori, tranne se il seminario diocesano non avesse alcun posto libero per accogliere i seminaristi neocatecumenali. Ma la realtà è che i seminari neocatecumenali sono piccoli (è decisamente raro che come dimensioni superino la mezza dozzina di seminaristi), e che i seminari diocesani hanno generalmente posto (tre stanze doppie non è difficile che siano impossibili da allestire in un seminario previsto per 30-50 ragazzi e attualmente usato solo al 50%-70% della sua capacità).

      Il significato di ogni eventuale accorpamento è ciò che qui ci interessa conoscere di più.

      I seminari Redemkikos Mater esistono solo per evitare ai seminaristi neocatecumenali di essere vagliati da vescovi veri e da sacerdoti competenti. Infatti le vocazioni neocatecumenali sono per grandissima parte farlocche: o sono particolarmente incapaci di studiare teologia, o hanno problemi di natura spirituale, morale, mentale, o semplicemente non c'è proprio la vocazione al sacerdozio. Al Cammino fa comodo ordinarli lo stesso al sacerdozio perché servono solo al Cammino, sono elementi decorativi delle liturgie inventate da Kiko e Carmen, e se fanno pasticci vengono comodamente trasferiti "in missione" altrove, dove nessuno li conosce, e dove potranno esercitarsi a fare altri pasticci.

      C'è da supporre che tale "accorpamento", laddove dovesse avvenire, debba iniziare fra il tardo settembre e i primi di ottobre, cioè all'inizio del nuovo anno di seminario. È però molto probabile che sia già stato tutto deciso - chi entra, chi non entra, quali esami teologici abbuonare, ecc.

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    2. Il fatto che i kikolatri raccontino pomposamente che i seminari Redemkikos Mater sarebbero "diocesani e missionari" è una panzana troppo grossa, che non sarebbe durata a lungo.

      Tipicamente il kikolatra veniva ordinato e smollato alla diocesi per un breve periodo (due o tre anni al massimo), che generalmente coincide coi tempi tecnici per la sua iscrizione all'istituto del Sostentamento Clero (o equivalente negli altri paesi). Quando il presbikiko comincia a ricevere lo "stipendio da prete" dalla Chiesa cattolica, allora i suoi cosiddetti "catechisti" neocatecumenali lo mandano in missione (neocatecumenale) e bye-bye alla diocesi e al Sostentamento Clero (che continuerà a pagare lo stipendio).

      Molti vescovi, ben oliati a suon di bustarelle, di promesse di carriera, e di ricattini trasversali, si sono prestati a questa truffa alla Chiesa, pensando magari "fra due anni mi promuovono ad altra diocesi", oppure "fra tre anni vado in pensione". Ma basta che un vescovo non sia ricattabile, e che voglia chiudere o accorpare, e allora vedrete subito il Cammino fargli guerra perché i seminari Redemkikos Mater, cosiddetti "diocesani e missionari", non sono diocesani e non servono le missioni cattoliche ma solo quelle neocat.

      Ora, mettetevi nei panni di un kikolatra che si è "alzato" davanti a Kiko a una GMG perché glielo avevano comandato i cosiddetti "catechisti". Né in comunità né alle GMG era riuscito a rimediarsi una fidanzata neocat (fra i giovani kikolatri c'è l'entusiasmo sulla GMG perché contiene occasioni di fornicazione, di sballarsi, e magari addirittura fidanzarsi). Lo hanno "estratto" per un seminario in un paese che non sapeva neppure esistere (non essendo figlio di "catechisti", l'estrazione è sempre enormemente lontana da casa). È andato lì e ha fatto due anni di "seminario", senza riuscire a imparare neppure una parola della lingua del posto (però era sempre presente alle attività kikolatriche) e senza riuscire a superare neppure un esame di teologia. Becca il raro colpo di fortuna di farsi trasferire ad un R.M. del proprio paese, fa un anno brillante in cui supera ben uno o due esami teologici con "docenti" del Cammino.

      Non fa in tempo a spararsi le pose sull'essere ormai seminarista del Quarto Anno, che gli piove addosso una dura tegola: l'accorpamento. Non potrà più svegliarsi tardi al mattino. Non mangerà più come un re. Non avrà più le "itineranti di servizio" a procurargli i sigari gratis e a rammendargli e lavargli la biancheria. Non potrà più andare in giro gratis con la macchina del seminario. Non avrà più la liturkikia il sabato sera. Per la direzione spirituale avrà un sacerdote diocesano anziché il suo "catechista" laico. Soprattutto, dovrà recitare il breviario con gli altri, partecipare alla normale Messa quotidiana del seminario, fare i servizi comunitari (ivi incluso il turno di lavapiatti e di pulizia bagni) come gli altri seminaristi. Dovrà adeguarsi al repertorio di canti in vigore in seminario, che ha una bassissima percentuale di canti di Kiko, e che nessun canto verrà urlato o sgrattugiato furiosamente sulla chitarrella, nemmeno quelli di Kiko (e deve già ringraziare sankiko che qualcuno c'è).

      Dovrà iniziare daccapo gli studi teologici (e sarà già fortunato se gli abbuonano qualche esame di quelli farlocchi che ha fatto presso il vecchio seminario R.M.), frequentandone i corsi, sostenendo gli esami scritti e orali, presentando elaborati magari di gruppo, e venendo miseramente bocciato se non studia a dovere.

      E soprattutto, la sua vocazione sarà vagliata sul serio. Se non ha intenzione di servire tutta la Chiesa, o se ha problemi di natura morale, spirituale, mentale, a fine anno gli daranno giustamente il benservito. Lo vedrete presto correre in un altro seminario kikiano "non accorpato"... o ammettere che la vocazione non ce l'ha.

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    3. Molte grazie per le risposte!

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  29. @By Tripudio

    Non ci verrà chiesto nemmeno a quante messe tridentine abbiamo partecipato.

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    1. La messa tridentina ha santificato milioni di anime nel corso della storia e prodotto un esercito di Santi. In ogni caso essendo una liturgia ancora vivente, onorare il Signore nella Messa è precisamente ciò che ti conduce alla Salvezza.

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    2. @Anonimo
      Ma a quante messe in peccato mortale sì...

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    3. Ma infatti noialtri non ci gloriamo di "quante Messe tridentine". Per noi la fede non è una banale raccolta punti del supermercato. Non siamo noi quelli che vanno in giro vantandosi di avere "centotrenta seminari", "ventimila presbiteri per la Cina", "venti figli di cui dodici in cielo", "un milione di giovani neocatecumenali alla GMG", "diecimila alzate".

      Il vostro odio alla liturgia tridentina (cioè alla liturgia che ha infuocato il cuore di sedici secoli di santi, fra cui padre Kolbe, Teresa d'Avila, Tommaso d'Aquino, Alfonso de' Liguori, don Bosco, Teresa di Lisieux, padre Pio...) è dovuto al fatto che la vostra liturkikia non è culto a Dio ma culto a Kiko.

      Intanto consiglio di leggere l'articolo: «perché consigliamo la "Messa tridentina" ai kikos».

      Mi avete fatto ricordare quel presbikiko marchigiano che urlava che non è vero che il Cammino è ostile alla liturgia tridentina, e che lui l'avrebbe presto celebrata ("perché non subito?" "eh, la sto ancora studiando")... ed infatti dopo tanti anni ancora non abbiamo notizie di una sua celebrazione tridentina (si sarà accorto che la tridentina non consente né le grattugiate di chitarrella, né la "comunione seduti" col cameriere liturgico, né le monizioni, né l'ambientale, né le altre vaccate kikolatriche).

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  30. Che poi la GMG sia essa stessa in crisi, lo dimostrano i video che circolano in rete da ieri. Canzonette arabe, Messa "senza consacrazione" (dunque le ostie eventualmente distribuite sono dubbie), "canti arabi" (nel senso di non cattolici), chiassate giovanilistiche che non hanno nulla di sacro (lì al Parco è praticamente un happening giovanile che di religioso ha solo il logo su alcune t-shirt), e la partecipazione ben meno "oceanica" di quel che ci si aspettava. Che poi in tale caciara i kikolatri si vogliano accodare per ipocrisia e per avere un evento kikiano conclusivo (con le cosiddette "alzate" che oscillano sempre tra l'1,5% e il 3% dei kikolatri), non c'è da meravigliarsi.

    Così, non fa meraviglia che certi semplici cattolici di parrocchia già dopo il primo giorno abbiano scritto un messaggio ai parenti "che delusione la GMG, voglio tornarmene a casa".

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    1. non mi sembra proprio in crisi, poi che a te forse non è mai piaciuta ci può stare, ma non può esere un dogma

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    2. Lo dite voi chd la Gmg é in crisi, sono previsti un milione di giovani, perciò....


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    3. La crisi non è tanto un fattore quantitativo (e comunque il vantato "milione" di giovani, già arrotondato per eccesso, è meno di metà di quanti avrebbero partecipato a quella di Madrid, e meno di un terzo di quanti avrebbero partecipato a Rio de Janeiro) ma qualitativo. Il tentativo di fare una "Woodstock cattolica" poteva forse funzionare con Giovanni Paolo II, ma non con i successori. Peraltro, per ravvivare la fede, non c'è bisogno di tutte queste massicce iniezioni di giovanilismo, tanto meno se inquinate da una sciatteria liturgica e da una vastissima quantità aggiuntiva di occasioni di peccato.

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    4. cosa state insinuando, che i giovani vanno alla Gmg per scopare, per caso????????????

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    5. Signore e signori, ariecco il fintotontismo neocatecumenale, nel commento delle 10:22, in cui il kikolatra finge di non sapere cosa dicono i giovani neocatecumenali riguardo alla GMG (oltre agli slogan ufficiali tipo "l'incontro con Kiko che ti cambia la vita").

      Consigliamo all'emerito Finto Tonto di farsi una capatina nelle chat dei giovani kikolatri per vedere cosa pianificano di fare alla GMG (inclusi quelli che si dovranno "alzare"), e inorridire. Ricordiamo anche la fissazione di Kiko per gli autobus zeppi di neocatecumenali.

      Il bello della kikolatria è che oltre a dare un moralismo perbenista asfissiante, clericale e imborghesito (e "comunicazione non verbale"), dà anche il diritto di "autoassolversi". E quindi anche i giovani kikolatri andranno con la convinzione di "tanto, quando alla GMG il Signore mi toglie la mano dalla testa, ne combino di ogni". Che tristezza.

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    6. Mettiamoci però d'accordo sugli argomenti di discussione. Parliamo della GMG come istituzione ( e non è questa la sede ) o di come vivono la GMG i cnc ( decisamente più consono a questo blog ). Anche la seconda ipotesi avrebbe però necessità di partire dal giusto presupposto di cosa sia la GMG all'interno della Chiesa.
      Don Bosco ( che vedeva lontano ) avrebbe da insegnarci ancora qualcosa .
      Altrimenti condsideriamo l'argomento totalmente OT e andiamo oltre.

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  31. La Gmg è ottima, magnifica semplicemente meravigliosa, sopratutto il 7 agosto quando davanti al sommo Kiko ci saranno le alzate vocazionali

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  32. L'ultimo giorno è previsto l'arrivo alla Gmg dei neocatecumenali, il loro interesse è incontrare kiko

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  33. Fra qualche anno ci saranno solo presbiteri dei Redemptoris Mater e poco altro, i seminari diocesani piangono.

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    1. Prova a leggere i commenti più su a proposito dell'imminente "accorpamento" dei seminari R.M.

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    2. Ti assicuro che neanche i RM ridono!

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    3. Ricordo di aver letto qualche anno fa che il Papa aveva chiesto al Cammino di ridurre i TROPPI seminari RM di Spagna.
      Non fu fatto, anche se a qualche annuncio, non ricordo quale, Kiko disse che la Santa Sede chiedeva di ridurre gli RM.
      Infatti, andando a memoria, da quel momento in poi non ne sono sorti più.

      Gli RM, nonostante un battage pubblicitario continuo e asfissiante, hanno pochi seminaristi come tutti gli altri, tranne alcuni. Senza considerare gli abbandoni, che superano di gran lunga quelli di tutti gli altri seminari.

      In Spagna alcuni numeri sono venuti fuori in costanza della visita apostolica:

      Burgos: seminario diocesano 19 seminaristi, RM solo 8
      Cadice: seminario diocesano 11 seminaristi, RM 11
      Oviedo: seminario diocesano 16/17 seminaristi, RM 11
      Murcia: seminario diocesano 33 seminaristi, RM 24
      Siviglia: seminario diocesano 37 seminaristi, RM 11 (ma "sperano" in nuovi arrivi)

      Però... occhio!
      A Murcia i kikos si stanno per trasferire (notizia di gennaio 2023) nell'enorme Casa de Espiritualidad Nuestra Señora de la Fuensanta, la cui proprietà si dice sia già stata "ceduta" dal Capitolo della Cattedrale. I neocatecumenali cercavano una sede per un grande centro internazionale di formazione missionaria, con una capacità di oltre CENTO SEMINARISTI provenienti da tutto il mondo.
      E ora che Papa Francesco ne chiede massimo 30, che se ne fanno di quell'enorme struttura?

      E intanto dimissioni accettate di Osoro...
      ll card. Blázquez Pérez non è più presidente della Conferenza Episcopale...

      Tra i sogni e le pubblicità gonfiate dei neocatecumenali e la realtà ci sono di mezzo diversi oceani.
      Marco

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    4. Per fare un esempio di pubblicità gonfiata.
      Un articolo di marzo di Religion digital riporta questi dati per il 2023:

      974 seminaristi in Spagna, di cui PIÙ di 250 neocatecumenali.

      Facendo la somma dei seminaristi citati nel commento sopra, più quelli di Madrid che sembrano essere 38 su 84 nella diocesi, gli 11 di Castellon, 11 di Cordoba, 7 (nel 2021) di Granada, 14 (nel 2021) a Leon, il risultato è 146.
      Certo, mancano all'appello 4 RM (Pamplona, Ourense, Alcalá De Henares, Vitoria) di cui non sono riuscito a trovare notizie ma, a meno che non abbiano oltre 26 seminaristi ciascuno, a più di 250 non ci si arriva nemmeno volendo.

      Ecco quello che intendo per "pubblicità gonfiate".

      Ho ritrovato l'articolo cui accennavo sopra, è del 2020.

      Testuale, dice:

      "Omella (allora presidente della CEE) ha ricevuto una lettera dal prefetto, il cardinale Stella. Il processo significherebbe la scomparsa di metà dei centri, in particolare il "Redemptoris Mater".
      Ritorna il progetto di unificazione dei seminari spagnoli. Non è stato raggiunto quando il cardinale Ricardo Blázquez era presidente della Conferenza episcopale spagnola, e ora ci stanno riprovando.
      Questo processo significherebbe la scomparsa di praticamente la metà dei centri di formazione diocesani e, IN PARTICOLARE DEI SEMINARI MISSIONARI DIOCESANI "REDEMPTORIS MATER" DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE.
      Nella precedente occasione era stato proposto che i cardinali Omella, Osoro, Blázquez e Cañizares formassero una commissione per studiare e analizzare la fattibilità dei seminari. Ora NON È ESCLUSA ANCHE UNA VISITA APOSTOLICA PRECEDENTE ALLA DECISIONE DI CHIUDERE I CENTRI DI FORMAZIONE."

      https://religion.elconfidencialdigital.com/articulo/conferencia_episcopal/congregacion-clero-vuelve-intentar-reducir-seminarios-espanoles/20201013015354040196.html

      Già nel 2020, ma anche prima, cercavano di ridurre i seminari, in particolare gli RM.
      Addirittura, già 3 anni fa ipotizzavano una VISITA APOSTOLICA a tale scopo.

      Adesso vedremo se Kiketto obbedirà alla riduzione delle sue creature.
      Sono anni che tentano invano di chiuderli, ma Kiketto ha sempre trovato il modo di resistere.
      Marco

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    5. Interessante come anche a Murcia, probabilmente la più importante delle "perle del Cammino", il numero dei seminaristi diocesani sia un terzo maggiore dei RM.

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  34. Ma il kiko alla gmg parallela, farà un canto nuovo che rimmarà nella storia delle schittarate per sempre ?

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