martedì 11 giugno 2019

SICURI CHE IL VESCOVO MORCILLO SOSTENESSE KIKO? O MAGARI SOLTANTO LO “TOLLERAVA”?

Mi sembra il caso di ritornare ad un’affermazione che ha fatto il nostro lettore Gänswein il 30 maggio.
Leggendola, e per giunta scritta da uno spagnolo, mi si è allargato il cuore, pensavo questo da tanto tempo...

Gänswein diceva:
E non vi hanno mai detto che il "famoso" Casimiro Morcillo non fu vescovo di Madrid prima di marzo del 1964, e la sua biografia in Wikipedia è stata scritto dal CNC.
Vi chiedo se è possibile: è stato appena nominato vescovo di Madrid e la prima cosa che fa è andare a vedere Kiko? Mons. Casimiro Morcillo "chiede" a Kiko e Karmen di continuare il Cammino nelle parrocchie nel centro di Madrid, ma... Kiko e Karmen se ne scappano a Roma.
E il quartiere latino di Roma? Un pretesto per fare curriculum, per potersene vantare un giorno, niente di più.
Né a Vallecas, né a Palomeras, né nel Quartiere latino di Roma c'è traccia dei neocatecumenali. Non ha mai vissuto davvero come i poveri, lo ha fatto come messinscena agli occhi degli uomini.
Pensate a questo: dal 1964 al 1971, l'arcivescovo Casimiro MORCILLO NON HA MAI DETTO NULLA SUL CAMMINO. Però loro hanno montato su una storia biblica come se l'episcopato di Casimiro Morcillo fosse passato al CNC. Non fu così. NON È MAI STATO DALLA LORO PARTE
 "

Infatti, dalla storia pare impossibile che il vescovo Casimiro Morcillo González fosse un sostenitore di Kiko.
Troppo semplice crederci solo perché lo ha detto Kiko (e di conseguenza tutti gli ulteriori scritti sul cammino, che si sono sempre rifatti a ciò che affermava Kiko, spesso senza verificare).

Morcillo morì nel maggio del 1971, neanche tre anni dopo che Kiko e Carmen si erano installati a Roma, quando il cammino neocatecumenale aveva al massimo tre o quattro anni scarsi di vita.
Come dice Gänswein, Morcillo non c’era più quando si è cominciato pubblicamente a parlare di lui, quindi si poteva dire quello che si voleva, senza tema di essere smentiti. Può anche darsi che Morcillo si sia rivoltato nella tomba.

In realtà è noto che Morcillo è sempre stato un TRADIZIONALISTA CONSERVATORE, fino alla sua morte.
Legato politicamente al regime di Franco, ha ricoperto due importanti cariche politiche: Procurador en Cortes e Consejero del Reino, attribuitegli dal generale stesso.

Quando partecipò attivamente al Concilio Vaticano II, militò nell’area più conservatrice, la “COETUS INTERNATIONALIS PATRUM”, nella quale si trovava schierato per l’appunto tra gli altri, anche il conosciutissimo conservatore  ex scismatico ARCIVESCOVO MONS. LEFEBVRE.
Infatti si legge che «Con i vescovi Morcillo (Madrid), Castro Mayer (Campos), de Proença Sigaud (Diamantina) e altri 250 prelati, l'arcivescovo Lefebvre formò un "commando tradizionalista" all'interno del Concilio, il "Coetus Internationalis Patrum", composto da padri tradizionalisti che cercarono di fermare l'influenza prevalente della ricca e folta ala modernista guidata dal cardinal Bea».

Alcuni membri del Coetus Internationalis Patrum
Morcillo quindi era, ed è rimasto sempre, uno dell’opposizione, contrario al modernismo e tradizionalista conservatore. Fino alla morte.
Sarebbe, per esemplificare, come affermare che Lefebvre appoggiava e sosteneva il Cammino Neocatecumenale...

Oggi si legge da più parti che i neocatecumenali sono considerati (per certi versi) "conservatori", ma all’epoca e di certo anche oggi, risultavano essere totalmente innovatori e progressisti, seguaci dei teologi del “movimento liturgico” modernista sul rinnovamento della liturgia.
Ora, che si possa anche solo ipotizzare che un “lefebvriano” come l’arcivescovo Morcillo possa minimamente aver trovato “passabile” l’incipiente rinnovamento ad opera di Kiko Argüello, risulta davvero poco credibile, se non proprio del tutto impossibile. Soprattutto perché, come ci ricorda anche Gänswein, ciò non è mai emerso per bocca di Morcillo, ma solo per bocca di Kiko.

Per questo l’idea che possa averlo sostenuto e difeso pare inaccettabile, mentre l’averlo soltanto “tollerato” è comprensibile, perché da Roma si premeva sui vescovi spagnoli, prevalentemente conservatori, affinché si adeguassero alle statuizioni innovatrici del Concilio Vaticano II.

Ogni millantata dimostrazione dell’accoglienza di Morcillo nei confronti del cammino di Kiko, non ha MAI basi ufficiali, sono solo parole di Kiko. E’ tutto fumo negli occhi:

1. FOTO ALLE BARACCHE. Sono le uniche foto che mostrano questo vescovo insieme a Kiko e vengono sbandierate ovunque.
Sappiamo però che fu Kiko a chiamarlo e sicuramente anche poi ad invitarlo nella sua baracca. Nelle foto il vescovo appare perplesso, non a suo agio, come uno che non ha potuto rifiutare un invito da parte di colui che l’ha chiamato ad adoperarsi per contrastare la distruzione delle baracche (quella di Carmen in particolare). Quelle foto non dimostrano nulla, anzi. Chiunque potrebbe avere due o tre selfie con un personaggio di rilievo, relative ad un’occasione speciale: se non c’è continuità il rapporto non è dimostrato.

Mi fa quasi tenerezza Kiko, questo giovanotto illuso, che strimpella la sua chitarra come un bambino alla presenza del vescovo per farsi dire “bravo”. Che stessero celebrando “Le Lodi” poi è cosa IMPOSSIBILE, non essendoci alcun Salterio o libro sul tavolo (ma ci sono delle sigarette...), a meno che non si voglia sostenere che Kiko conosceva a memoria i Salmi del giorno o che le sigarette sul tavolo, arrotolate mentre Kiko sta cantando, facciano parte della "liturgia"… Un neocatecumenale arriverebbe anche a questo. Probabile che all’epoca nemmeno esistessero i Salteri in lingua volgare ad uso dei comuni fedeli, dato che la prima Messa in lingua volgare spagnola, mi pare risalga al 1965 o 1966 addirittura.

Kiko quindi NON CELEBRAVA LE LODI CON MORCILLO, come ha sostenuto dopo che Morcillo era morto, ma gli faceva solo sentire le sue canzoni, mentre un suo amichetto delle baracche se la ride quatto quatto (vedere in foto).


2. MORCILLO TROVÒ A KIKO UN POSTO PER CELEBRARE L’EUCARESTIA NELLA VICINA CHIESA DELLA BARACCOPOLI. Questo viene spacciato come un appoggio ma, in realtà, vista con gli occhi di un conservatore tradizionalista, sembra più una insopportazione a che l’Eucarestia fosse celebrata in luogo non consacrato, con pane, vino e chitarrella. Infatti gli impose addirittura le porte chiuse, quasi non volesse che questa innovazione fosse di scandalo. Mossa, pare, “cautelativa”, non in appoggio alla novità kikiana. Quasi come a dire: “Ormai non mi posso più opporre alle novità del Concilio, ma conteniamo gli ardori. Almeno vai a celebrare in una Chiesa”.
Kiko racconta spesso questa situazione, quasi si fosse verificata in un contesto diverso dall’intervento alle baracche, quasi a voler dimostrare una continuità di rapporto con Morcillo, ma con tutta probabilità avvenne lo stesso giorno, quando Kiko lo avrà rimbombato con i suoi canti e le sue teorie. “Orrore!”, pensa un tradizionalista, ed indirizza il giovanotto menestrello verso una CHIESA.

Una domanda a cui non ho mai trovato risposta è chi fosse il prete che celebrava con Kiko l’Eucarestia nelle baracche. Doveva per forza essere un convinto modernista, per prestarsi a quell’esperimento, ma non sembra risultare che Kiko l’abbia mai nominato. Non vorrei azzardare che celebrassero l’Eucarestia da soli, perché mi pare davvero troppo, ma che magari di queste Eucarestie ce ne fossero state poche o addirittura nessuna, sinceramente mi è passato per la testa. Magari la novità consisteva proprio nel proporre a Morcillo un modo nuovo di fare l’Eucarestia, non ancora realmente sperimentato.
Se chiedessimo oggi a Kiko chi era il prete che celebrava l’Eucarestia nelle baracche, sicuramente nominerebbe qualcuno già deceduto, come spesso fa, in modo da non poter avere conferme certe.

1. alcuni amici al ballo della parrocchia del Pozo (Vallecas), 1966
2. battesimo con padre Llanos, 1960
3. processione della Vergine dei Dolori nella
parrocchia al Pozo del tio Raimundo, anni ‘60

Anno 1969: Comunioni a Palomeras Altas
come in qualsiasi altra normalissima parrocchia


3. MORCILLO “ORDINÒ” A KIKO DI ANDARE A PREDICARE NELLE PARROCCHIE.
Ma lo dice solo Kiko, è solo Kiko a dire che Morcillo glielo “ordinò”: di sicuro non l’ha detto Morcillo, che se ne sappia. È molto più probabile che “tollerasse”, in nome del Concilio, queste innovazioni in erba che Kiko e Carmen stavano pedissequamente diffondendo, credendo peraltro che fossero poca cosa (tre annetti di corso nelle parrocchie e basta, un’aggiunta pastorale del tutto temporanea). In effetti i parroci spagnoli non li volevano, al punto che furono per un tempo anche clandestini, ritrovandosi nel garage della famiglia Argüello, nel quartiere di Arguelles. O, come a Canillejas, dove dovettero fare ben 80 catechizzazioni prima che nascesse una comunità. Veramente perseveranti nella diffusione della loro creatura, approfittandosi della tolleranza del vescovo e dei nuovi venti del Concilio.

Morcillo li tollerava perché li considerava poca cosa e perché non si interessavano di politica, cosa che in quegli anni creava problemi all’interno della Chiesa spagnola.
Da sottolineare inoltre che finchè non finì il Concilio nel dicembre del 1965, Morcillo fu impegnato a Roma, quindi tornò in Spagna nel 1966. Se nel 1967 Kiko già catechizzò a Zamora, c’è solo un anno in cui sarebbe stato possibile intrattenere un qualche tipo di rapporto col vescovo, che fra l’altro era completamente assorbito dalla costruzione ex novo di circa 250 nuove parrocchie, cosa di cui tanto si è potuto leggere, contrariamente al suo sostegno verso la nuova predicazione kikiana alle baracche.

4. LETTERA DI PRESENTAZIONE DI MORCILLO AL CARD. DELL’ACQUA, allora vicario del Papa.
Dal tono della lettera, è evidente che stava presentando un “animatore”. Si legge:
 Ho la soddisfazione e l'onore di informare che il giovane D. Francisco Argüello, domiciliato a Madrid, dedica tutto il suo tempo all'evangelizzazione delle classi sociali più umili che vivono tra loro poveramente (non delinquenzialmente), usando a loro favore le sue abilità come musicista e compositore e creatore di comunità cristiane nei quartieri in cui vive, in altre parrocchie della capitale e in altre città spagnole
Nel suo lavoro apostolico procede sempre d'accordo con il vescovo della diocesi ed è sempre pronto ad accettare qualsiasi osservazione fatta”.
Lo presenta come un musicista e compositore obbediente ed in accordo col vescovo, abile a creare comunità cristiane, pronto ad accettare le sue osservazioni.
Così si mostrava Kiko all’inizio, per accattivarsi legami utili: obbediente e disponibile ad accogliere le osservazioni. Sapeva che questo era l’unico modo per tenersi buono Morcillo, mentre era ancora un principiante. Infatti Morcillo, per verificarne l’obbedienza, mise su anche una specie di test, ordinando una serie di pratiche liturgiche nella celebrazione eucaristica che non erano di gradimento ai neocatecumenali. Furbo Kiko, allora le accettò. Nacque così l'ipocrisia tipica del cammino, quella del far buon viso a cattivo gioco...

5. SCAMBIO EPISTOLARE TRA KIKO E MORCILLO.
A dire il vero questo scambio sembra esclusivamente ad iniziativa di Kiko, le lettere di Morcillo sono quasi sempre in risposta, non d’iniziativa.
Kiko sapeva come prendere Morcillo, lo si vede in una lettera che gli scrisse nel ’68 poco prima di partire per l’Italia:
Scrivo da Paredes de Nava… dove io incontro gli italiani traducendo le canzoni e finalizzando il viaggio in Italia… Insisto umilmente… avere una breve intervista con i responsabili, con Lei, delle comunità insieme ai parrocchiani. Vederli insieme e con Lei sarebbe una cosa molto necessaria DI FRONTE AL FUTURO… siamo un piccolo gruppo di 15 persone, potremmo incontrarsi per mangiare in una delle case di loro che sono BORGHESI… Incontreremo 5 parrocchie di Madrid che stanno facendo questa esperienza catecumenale, più i parroci di fuori Madrid...”
Non si sa se Morcillo accettò: Kiko direbbe sicuramente di sì, ma non è dato sapere.
Comunque Kiko già pensava al FUTURO, voleva avere un incontro con Morcillo e lo invitava a mangiare in una casa dei responsabili, che erano BORGHESI.

Questa era la realtà in Spagna nel giugno 1968: un piccolo gruppo di 15 responsabili e parroci che avranno potuto rappresentare si e no 100/200 persone in tutta la Spagna. Con questo misero bagaglio Kiko arrivò a Roma.
I poveri erano ormai superati, nel ’68 si era già rivolto ai BORGHESI e ci teneva a sottolinearlo a Morcillo.

Merita riportare anche un’altra lettera che Kiko scrisse a Morcillo e che trovò da parte del vescovo un educato ma fermo rifiuto:

“…. abbiamo parlato della necessità di promuovere diaconi sposati che guidano queste comunità, così come la loro preparazione in modo che nel giro di 2 o 3 anni potrebbero essere ordinati. Con questo in mente abbiamo formato un piccolo "cerchio diaconale" a cui partecipano tutti i CAPI delle comunità (descrive i responsabili come “CAPI”). [...] Nelle riunioni che abbiamo avuto, in preparazione a quella che avremo con voi, abbiamo visto rispetto ai diaconi i seguenti punti: I ° - L'urgenza e la necessità di questi diaconi, dato che in tutte le parrocchie in cui c'è una comunità, e secondo la fame di catechesi nella gente, ci impone la necessità di formare gli altri con ciò che per il parroco, all'interno di tale struttura travolgente come è quello di una parrocchia a Madrid, SARÀ QUASI IMPOSSIBILE PER IL SERVIZIO DELLA PAROLA CHE LEI RICHIEDE [sì perché Morcillo richiedeva un prete anche per le celebrazioni infrasettimanali e Kiko cercò di aggirare l’ostacolo proponendo il diaconato permanente da attribuire ai responsabili, senza vocazione, ma per necessità]; [...] L'elezione di questi diaconi è stata praticamente fatta da alcune di queste comunità in cui il problema era più urgente. Sono stati eletti per acclamazione della comunità confermando in tal modo un'elezione che era stata in precedenza fatta dallo spirito [scritto minuscolo] attraverso il carisma del servizio… Ci sono cinque matrimoni esemplari in attesa dell'approvazione della commissione episcopale per iniziare la loro formazione, diciamo più teorica perché nella pratica stanno dirigendo le loro rispettiva comunità [dirigere per massimo due anni la comunità, secondo Kiko garantirebbe una “formazione pratica”. Faciloneria allo stato puro, nonché scarsa conoscenza delle questioni della Chiesa]. Al completamento della loro formazione, il termine [sic] che ha ritenuto opportuno andrebbe presentato alla commissione episcopale per la loro ordinazione”.

Morcillo rispose:
“… Credo già di averti detto che non sono tutti i vescovi in particolare, la Conferenza episcopale deve decidere sulla creazione del diaconato permanente nel paese. La Conferenza Episcopale Spagnola non ha considerato questo soggetto deliberatamente perché capisce che in Spagna i diaconi non sono necessari oggi”.
E Morcillo, che era il Presidente della Conferenza Episcopale Spagnola, mostrò così che non gliene importava nulla (“non sono necessari”) di come avrebbe fatto Kiko a garantire un sacerdote o un diacono che seguisse in tutto le comunità. Problema di Kiko: Morcillo pretendeva ci fosse un sacerdote e non era disposto a concedere il diaconato permanente: se non c’erano ministri ordinati sufficienti non gliene importava un bel niente se non si potevano diffondere le comunità.

Molto interessante vedere come, nel 1969, si mossero coloro che dovevano valutare se presentare o meno alla Conferenza Episcopale Spagnola l’insistente proposta di Kiko sul diaconato permanente. Già allora si facevano le stesse domande (profeticamente) che ci facciamo noi oggi:
“… Punti che avrebbero bisogno di ulteriori chiarimenti:
  1. È necessario respingere la specializzazione apostolica nella Chiesa?
  2. È necessario rifiutare l'uso di tecniche per svolgere il lavoro pastorale della Chiesa?
  3. In che cosa le strutture della Chiesa devono essere modificate?
  4. Come dovremmo considerare i cristiani che non vogliono integrarsi in piccole comunità e vogliono vivere la carità attraverso "grandi cammini caratteristici di una società urbana ", come dice Chenu, citato nei fondamenti*? Che cosa succede se questi cristiani volessero integrarsi attivamente nella Parrocchia, senza appartenere a piccole comunità o fare il catecumenato?
  5. Come giudicheresti il pastore che non accetta questa struttura?
  6. Come sarebbe la Parrocchia costituita da una serie di comunità?
  7. Quali funzioni pastorali avrebbero le comunità? Come si collegherebbero alle funzioni pastorali della Parrocchia? Come sarebbero organizzate internamente queste comunità?
  8. Su quali punti essenziali sarebbe il rinnovamento conciliare della Liturgia, Teologia e strutture della Chiesa?
  9. In cosa consisterebbe la formazione dei futuri diaconi? Come verrebbe effettuata?
  10. Se si afferma che "proprio come questi diaconi sono stati scelti dalla comunità, cioè da Dio attraverso il carisma e acclamato dalla comunità e confermato dalla Gerarchia", i futuri presbiteri della Chiesa "sorgeranno nello stesso modo: la comunità acclamerà tra se stessa colui che la rappresenta, significa, in breve, la testa, in modo che possa presiedere la comunità la comunità", si pensa che il presbitero del il futuro sarà un uomo sposato? Che cosa accadrebbe al caso, MOLTO PROBABILE, in cui la comunità avesse torto per quanto riguarda l'attitudine dell'acclamato o semplicemente lo rifiutasse in seguito? Ogni presbitero presiederà una piccola comunità? 
  11. Come sarebbe controllato che non ci fossero deviazioni dottrinali nelle piccole comunità?
  12. Quale ritmo di convivenza e riunioni sarebbero richiesti ai membri della piccola comunità? Cosa succederebbe a coloro che non si sono adattati a questo ritmo? In che situazione si troverebbero respinti in ragione di violazioni?”
Questo verbale si concludeva con una nota significativa:
Credo che la richiesta di Kiko Argüello non possa essere presentata alla Conferenza Episcopale senza che prima sia risposto in modo dettagliato alle domande poste”.
A giudicare dal risultato, visto che i responsabili non sono mai diventati diaconi permanenti, sembra che Kiko non abbia risposto o che le risposte date non siano state trovare soddisfacenti.
* Nota: Marie-Dominique Chenu fu un teologo domenicano affine a Congar e Rahner, che sta alla base dell'impostazione neocatecumenale.
Queste sono solo alcune dimostrazioni del perché Morcillo non potesse essere in alcun modo un sostenitore di Kiko, ce ne sarebbero altre, ma ci fermiamo qui.

Per farsi un'idea della storia delle Vallecas e di come la Chiesa sia stata lì presente (tutti vengono rammentati tranne l'opera di Kiko), si può andare sul sito Vallecas Web.

Si accettano dimostrazioni contrarie, ma soltanto se pertinenti e documentate. Che non siano solo affermazioni di Kiko Argüello (“Morcillo disse, Morcillo fece…”) ma affermazioni riscontrabili e certificate in modo ufficiale.

19 commenti:

  1. Il boom del "diaconato permanente" avverrà diversi anni più tardi. Nonostante le mille precauzioni prese dalla gerarchia ecclesiale, venne considerato dal popolino bue una specie di titolo nobiliare per i "laici super impegnati" della parrocchia, con l'idea che avrebbe dato prerogative "da parroco" in diversi àmbiti. Furono distribuiti a pioggia "diaconati permanenti" a gente che non aveva fatto alcun tipo di studi teologici, finendo in molte parrocchie a consolidare la situazione "il parroco è un prete, ma chi comanda è un laico". Solo dagli anni '90 c'è stato finalmente un freno (per lo più richiedendo gli studi teologici agli aspiranti...).

    Il diaconato "permanente" (così come quello "transeunte" di coloro che si apprestano ad essere ordinati al sacerdozio) consente di celebrare esequie, battesimi, matrimoni, ecc. (sempre su richiesta del parroco e in un rito a parte, esterno alla Messa), di guidare preghiere e paraliturgie sulla Parola e di tenere l'omelia (qualora il celebrante lo chieda), distribuire la Comunione, ecc., ed essendo il primo grado di sacerdozio, fa entrare nel clero con tutti gli annessi e connessi, a cominciare dal fatto che richiede l'ubbidienza al vescovo, soprattutto in materia di "spostarti in altra parrocchia": il tipico diacono permanente non ha alcuna intenzione di lasciare la parrocchia sotto casa per andare a servirne una dall'altra parte della diocesi... tanto più che tipicamente è un uomo sposato ed ha un lavoro, cioè non può facilmente macinare chilometri e chilometri per andare a servire una parrocchia "lontanuccia". (Detto fra parentesi, è uno dei tantissimi argomenti che confermano che per vivere bene il diaconato e il sacerdozio occorre il celibato: un uomo sposato finirà per trovarsi combattuto tra famiglia e parrocchia, finendo per trascurare l'una o l'altra).

    Questa lunga introduzione è per chiarire che fin dai primissimi anni di attività Kiko aveva già intenzione di fare tutto ciò che la Chiesa non voleva: l'idea che "diaconi sposati" dovessero guidare la comunità kikiana-carmeniana (a cominciare dallo spezzare il pane e distribuire e tenere l'omelia... proprio come fanno i supercatechistoni ancor oggi), sfruttando l'annunciata riscoperta dei diaconi permanenti.

    Morcillo, come tantissimi altri vescovi, aveva fiutato bene il pericolo e non aveva alcuna intenzione di impelagarsi in situazioni problematiche - esattamente quelle che avverranno non molti anni più tardi, quando l'invadenza dei neo-ordinati "diaconi permanenti" provocò pasticci e litigi in tantissime diocesi. Tanto più in una diocesi come quella di Madrid, con tremila sacerdoti - difficile per Morcillo anche il conoscerli uno per uno, figuratevi! - e diversi milioni di anime.

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    1. Quello che oggi chiamiamo "diaconato permanente" è documentato fin dagli Atti degli Apostoli (capitolo 6): vennero ordinati perché si occupassero di quelle attività (soprattutto caritative) che toglievano agli Apostoli tempo prezioso per la preghiera e per il ministero sacerdotale. Dunque non nasce come titolo nobiliare ma come servizio a tutti i fedeli in seguito a comprovata necessità, e le prerogative connesse non sono "potere" ma solo la necessità di consentire ai legittimi pastori di svolgere il loro ministero.

      Il fatto che negli Atti si racconta che furono scelti dal popolo non cambia il fatto che la decisione ultima se accettare o no il candidato spettava agli Apostoli - che non erano certo pronti ad "imporre le mani" (cioè ordinare ad un grado del sacerdozio) chiunque capitasse a tiro, pur in presenza di approvazione popolare. C'è anche il fatto che all'epoca Apostoli e discepoli praticamente si conoscevano tutti.

      La riscoperta del diaconato permanente, in epoca conciliare, era intesa a sostenere il clero, non a mettergli i bastoni fra le ruote, tanto meno a creare una specie di "clero parallelo" per comunità "autogestite". L'interpretazione kikista-carmenista era esattamente quella sbagliata, cioè "clero parallelo", sia come impostazione, sia come mentalità. Volevano veramente costituire una "chiesa parallela", una "chiesa nella Chiesa": le bizzarre piroette dottrinali di Carmen che si abbeverava agli scritti teologici più "rivoluzionari" e vogliosi di novità probabilmente sono solo la punta dell'iceberg, sono solo l'inizio della spiegazione.

      La spiegazione, infatti, sta nell'odio degli autonominati "iniziatori" (velato ma fortissimo) verso il sacerdozio - odio che si esprime nella fissazione di creare un clero parallelo e di svilire il sacerdozio gerarchico. Infatti per tutta la loro "carriera" hanno considerato il sacerdozio (oops, presbiterato) un "incarico", non un sacramento, l'hanno considerato un elenco di cose da fare, una figura "per adesso ancora necessaria" nelle liturgie della piccola comunità, praticamente una figura ornamentale. Il modo in cui la perfida Carmen calpestava i presbikikos è da solo già sufficiente a capirlo.

      Passavano i decenni e la loro idea fissa rimaneva, mentre aspettavano inutilmente il momento per cominciare la rivoluzione. Tra gli amiconi di Kiko c'è il poco compianto cardinal José Policarpo, che una decina d'anni fa fu convocato in Vaticano per una seria strigliata: era favorevole nientemeno che al "sacerdozio femminile", e aveva fatto bizzarre dichiarazioni in materia, in un caso anche subito dopo un incontro con Kiko. Questo ci ha fatto sospettare seriamente che uno degli indicibili segreti dei vertici del Cammino è che nonostante il "maschilismo neocatecumenale" Kiko e Carmen davvero intendevano sostenere una cosa del genere appena il dibattito (diciamo piuttosto "la finestra di Overton") si fosse riaperto.

      Eppure venticinque anni fa Giovanni Paolo II si era già espresso usando un linguaggio fortissimo, da vero dogma:

      «...Pertanto, al fine di togliere ogni dubbio su di una questione di grande importanza, che attiene alla stessa divina costituzione della Chiesa, in virtù del mio ministero di confermare i fratelli, dichiaro che la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l'ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa».

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    2. Grazie, by Tripudio, sei stato chiarissimo!

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  2. Questo articolo molto interessante scardina un'altra delle bufale posta alla base delle origini del cammino di Kiko: il vescovo Morcillo non li appoggiò, l'unico elemento in loro favore fu una lettera con cui scaricava i due ingombranti fondatori (di Carmen neppure si parla, immagino quanto questo rodesse alla Hernàndez) a Roma...lontani dalla sua Madrid.
    Interessante poi è il documento (un promemoria in vista di una discussione in seno alla Conferenza Episcopale spagnola mai avvenuta, immagino) in cui si citano frasi probabilmente tratte da una proposta scritta di Kiko e Carmen.
    Già immagino di cosa sia stato frutto: è la risposta clericale ad ogni insistenza: mettimi per iscritto ciò che vuoi dire, figliolo...poi ci penseremo noi...

    Due spezzoni delle frasi citate sono i seguenti:
    "proprio come questi diaconi sono stati scelti dalla comunità, cioè da Dio attraverso il carisma e acclamato dalla comunità e confermato dalla Gerarchia", i futuri presbiteri della Chiesa< "sorgeranno nello stesso modo: la comunità acclamerà tra se stessa colui che la rappresenta, significa, in breve, la testa, in modo che possa presiedere la comunità».

    Il soggetto i futuri presbiteri della Chiesa è sicuramente una interpretazione di qualche circonvoluzione oscura dell'appunto dei due fondatori, e ciò che ne viene fuori permette di affossare la richiesta del diaconato per i capi responsabili prima ancora che venga formulata.

    Vale a dire: questi sono dei cripto protestanti che vogliono soppiantare, con i loro diaconi, il sacerdote. Orrore. No pasaràn...

    Non so se sono riuscita a spiegarmi...era a mio parere un trabocchetto ben confezionato per tagliare le gambe ai due "raccomandati".
    Che poi davvero nelle comunità Neocatecumenali anche odierne il sacerdote non abbia nessun valore, rispetto ai catechisti laici, è un fatto che dimostra che Morcillo ebbe la vista lunga.

    Libera, io suppongo che le eucarestie nelle baracche siano state officiate da Kiko, se mai ci sono state. Altrimenti, perché non fare il nome del sacerdote?
    Hanno benedetto il pane e il vino e l'hanno consumato da seduti, come fanno ancora adesso. Nulla di nuovo, nulla di diverso.

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  3. Ho trovato questa bella foto:

    https://www.20minutos.es/museo-virtual/foto/1920/

    la quale dimostra che:
    1) A Palomeras Altas c'era una chiesa.negli anni '60. La foto è del 69, è vero, ma se il guru avesse costruito una chiesa di mattoni non avrebbe esitato a sbandierarlo.
    2) I poveri delinquenti (questa associazione è tipica delle classi "borghesi" che guardano i poveri con disprezzo) erano cattolici e i loro figli si accostavano ai Sacramenti.
    3) Il guru ha raccontato un sacco di balle.

    Cordiali saluti,

    Simonetta

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  4. Ringrazio Gänswein per il prezioso suggerimento da cui Libera ha tratto l'articolo. Ci fa molto piacere che ci siano collaboratori e frequentatori del blog Cruxsancta che ci leggono e intervengono. Noi spesso leggiamo i loro articoli e commenti e li riportiamo qui. Ci manca tanto la nostra LaPaz che ha tradotto vari articoli in spagnolo e in inglese per gli amici di Guam. Spero che stia bene, un saluto affettuoso e un grazie di cuore. 😍

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  5. O.T.:
    Leggiamo un articolo apparso sulla stampa sul sistema delle oliature utilizzate da un vescovo che aveva molto da farsi perdonare.
    Immaginiamo se, come in questo caso, un imbarazzante documento venisse fuori un giorno dagli archivi del CNC, con la lista delle personalità della Chiesa beneficiate...
    Le due vicende, quella del vescovo Bransfield e quella del CNC, hanno dei parallelismi assai interessanti.

    Baltimora, 10 giugno 2019 / 11:00 pm (CNA) .-
    Diversi vescovi e altri dirigenti della Chiesa hanno detto che restituiranno il denaro loro donato dal vescovo della Virginia dell'Ovest Michael Bransfield, ora ritiratosi, che è accusato di essere un molestatore sessuale seriale di seminaristi e giovani sacerdoti; facendo un uso improprio dei fondi diocesani egli, oltre a tenere uno stile di vita sontuoso, ha fatto "doni" a cinque cifre per gli uomini di Chiesa in posizioni di comando.
    Il Washington Post ha riferito il 7 giugno che il cardinale Kevin Farrell, prefetto del Dicastero vaticano per i Laici, la famiglia e la vita, restituirà 29.000 dollari alla diocesi di Wheeling-Charleston, dopo che tale somma gli è stata data da Bransfield. L'arcivescovo William Lori, amministratore apostolico di Wheeling-Charleston e vescovo incaricato di supervisionare un'indagine su Bransfield, ritornerà alla diocesi la somma di $ 7.500 che gli è stata regalata da Bransfield.
    Lori ha affrontato critiche dopo aver rimosso da una bozza di rapporto al Vaticano i nomi di quei vescovi che hanno ricevuto grossi assegni da Bransfield.
    Venerdì, Lori ha detto che avrebbe dovuto lasciare i nomi sul rapporto, ma li ha rimossi perché pensava che la loro inclusione fosse non pertinente, o implicasse che coloro che avevano ricevuto assegni si fossero fatti corrompere.
    "Se dovessi ricominciare da capo, soprattutto dal momento in cui stiamo cercando di creare maggiore trasparenza e responsabilità, il rapporto avrebbe incluso i nomi di quei vescovi che hanno ricevuto doni, incluso il mio, con la notazione che non c'erano prove che suggerissero che coloro che hanno ricevuto doni contraccambiassero in qualsiasi modo non fosse appropriato", ha detto Lori.
    Una fonte vicina al cardinale Donald Wuerl, arcivescovo emerito di Washington, ha detto alla Cna che Wuerl avrebbe anche restituito dei donativi che gli erano stati dati da Bransfield.
    L'arcivescovo Carlo Viganò, ex nunzio apostolico negli Stati Uniti, ha dichiarato al Washington Post che i 6.000 dollari che aveva ricevuto da Bransfield erano stati dati in beneficenza.
    Le dimissioni di Bransfield sono state accettate da Papa Francesco lo scorso settembre, otto giorni dopo aver compiuto 75 anni, l'età in cui per i vescovi diocesani è previsto, secondo il diritto canonico, che presentino una lettera di dimissioni al papa.
    (Continua)

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    1. Successivamente Lori lo ha sospeso dall'incarico vescovile di Wheeling-Charleston e Baltimora.
      In una lettera del 5 giugno, Lori ha dichiarato che le accuse di cattiva condotta sessuale e finanziaria da parte di Bransfield erano state rilevate, per essere "credibili", da un'indagine indipendente.
      Gli investigatori hanno scoperto che Bransfield era riuscito a erodere ed eludere la supervisione e i controlli promuovendo "una cultura di paura di ritorsioni e di retribuzioni" nella diocesi.
      Lori ha detto che mentre non c'erano "prove conclusive" di cattiva condotta sessuale con i minori, l'indagine - guidata da cinque esperti laici - aveva trovato indicazioni di una cattiva condotta sessuale e molestie da parte di Bransfield nei confronti degli adulti.
      "Il gruppo ha scoperto un comportamento continuo di allusioni sessuali e commenti e azioni esplicite e esplicite verso coloro sui quali l'ex vescovo esercitava autorità", ha detto Lori.
      Lori ha anche confermato che gli investigatori hanno stabilito un modello di grave condotta finanziaria da parte di Bransfield durante il suo mandato come vescovo. "Il rapporto investigativo ha stabilito che durante il suo mandato come vescovo di Wheeling-Charleston, il vescovo Bransfield si è profuso in spese eccessive e inappropriate", ha detto Lori citando lavori di ristrutturazione a più residenze e l'uso improprio dei fondi della Chiesa "per benefici personali su cose come viaggi privati, ristoranti, liquori, regali e oggetti di lusso. "

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  6. @ Libera
    Ho sempre pensato che l'iniziale racconto sulla miracolosa evangelizzazione in terra iberica fossero solo una "ispirata" seppur confusionaria accozzaglia di cretinate, pensando di avvalorarle con le immediate e "miracolose soluzioni" dovute alle ispirate di..vin invocazioni dell'aspirante e vivente "mifaranno santo prima o poi" e dell' ei fu siccome immobile santa "meglio mai che tardi", del resto nella mia terra si dice che"Sparare belle minc...te non è affatto facile. Molti credono di saperlo fare ma quasi tutti non riescono a farsi credere". Sicuramente ci fù più di un "serio e autorevole prelato pesce grosso" che si diede da fare chi ufficialmente sponsorizzandoli, ma sopratutto molti sottobanco ne garantirono l'operato, con le loro le particolari attenzioni curiali vaticane post sessantottine,hanno permesso lo sbarco in terra italica ed alla quasi immediata (ancora più breve della patria campagna di conquista ) e repentina trasformazione,espansione del movimento infestando di colpo decine decine di parrocchie. E qui anche a me passano per la mente certe pruriginose e ardite teorie.
    P.S. Se qualcuno riesce a reperire il libro "Intervista a Francesco Cuppini - Frammenti di storia CNC e della Chiesa di Bologna", sarebbe interessante leggerlo, magari ci si trova qualche tassello utile a ricostruire la verità su questa strana e triste storia.

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    1. Il libro si trova nelle seguenti biblioteche:

      Biblioteca diocesana sezione di Bari - Bari - BAFE0009PBEL8Biblioteca del Seminario Arcivescovile di Ferrara - Ferrara - FENA0079NAPBNBiblioteca nazionale Vittorio Emanuele III - Napoli - NAPG0149UM144Biblioteca Oasis - Perugia - PGRM0267BVECRBiblioteca nazionale centrale - Roma - RM

      Chiedo scusa per la formattazione, ma non è stato semplice fare un copia e incolla.

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    2. https://www.libreriadelsanto.it/libri/9788863621150/intervista-a-francesco-cuppini.html

      (da IPG)

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  7. In poche parole, chiedo scusa se sono un testone, per cui arrivo lentamente, vi è stata una persona cha dice di aver visto/sentito ( come vi pare) la Madonna, poi si incontra con una riccona che vuole farsi suora, decidono di voler vivere in santità e povertà e semplicità, formando comunità, per cui vanno, per un certo tempo a Palomeras, in mezzo ai poveri ( sempre come riportato da queste persone), lì avvengono segni e miracoli, ma poi si va a Roma ai Parioli ( quartiere confinante), per cui si inizia ad andare per Hotel, ristoranti, ben vestiti, cibo raffinato, ecc, ecc.
    E come se San Francesco, una volta spogliatosi di tutto e davanti a tutta la popolazione di Assisi, fosse andato per i castelli e i Re, mangiando e banchettando e dicendo a tutti: io ad Assisi mi sono spogliato di tutto, ho rinunciato a tutti i miei averi, forza e animo fratelli, ora vi insegno io come essere bravi cristiani. Ricordate sempre il fatto di Assisi, e dimenticate il presente.

    Fatemi passare il termine.

    A Napoli si usa dire questo:

    Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato, scurdámmoce 'o ppassato, simmo 'e Napule paisá!

    Invece con Kiko avviene questa operazione:

    Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato, arcurdemece simpre 'o ppassato, simmo 'e Palomeras gità.

    (da IPG)

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  8. KIKO È UN MITO TRA I MITOMANI...

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  9. In sintesi voglio dire che dalle origini c'é stata una raffinata pianificazione strategica, che non era farina proveniente dal sacco dei due ragazzotti spagnoli, purtroppo questa potente strategia occulta ha lavorato x 50 anni, ed é attualmente ben presente (vedi l'operazione acquisto terreno monte degli ulivi x 5 milioni di euro passata praticamente in silenzio).E proprio in questi casi che mi vengono certi pruriti mentali. Chi sono stati o ancor sono i veri burattinai?

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    1. Libera, grazie per tutto il lavoro che stai facendo.
      Mi piacerebbe molto leggere la vera storia del cammino e di Kiko riscritta da te.
      Per ora mi leggo i tuoi post che sono davvero illuminanti.
      LUCA

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  11. Premesso che anch'io sono dell'opinione che i due fondatori non avessero gli strumenti adeguati per creare quel formidabile impianto formativo che è la colonna portante del Cammino Neocatecumenale, ritengo che nessuno avrebbe potuto prevederne il successo, né la portata che avrebbe avuto in futuro.
    I burattinai non facevano correre le persone alle catechesi dei primi anni dimezzando i fedeli di intere parrocchie, non potevano prevedere che la coppia Kiko & Carmen avessero così poco senso etico da trasformare un catechismo eterodosso in una organizzazione-piovra che incatena le anime.
    Non sottovaluterei la personalità carismatica di Kiko Argüello, la sua capacità di incarnare e catalizzare i sogni e le aspettative religiose di più generazioni, né il supporto continuo della mamma-ragno Carmen.
    Non sottovaluterei la capacità di questa coppia diabolica di "guadagnarsi il regno", il proprio potere personale da guru indiscussi che hanno saputo formare una classe dirigente interna venduta, ricattata e illusa e pagare gli appoggi nella Chiesa da parte di altri prelati, troppo facilmente in vendita (a che titolo il vescovo Farrell, del Dicastero pro laicis, ha ricevuto 26mila euro dal vescovo pedofilo Bransfield? Vedi mio commento OT di ieri).
    Chi c'è dietro Bransfield, dietro McCarrick, dietro Apuron? Spero non mi si risponda "la massoneria" perché non è così che agisce.
    "Il potere assoluto corrompe assolutamente", diceva il Barone di Montesquieu e Goya titolava la sua opera "il sonno della ragione genera mostri": bastano questi due aforismi per capire i veri mandanti del cammino neocatecumenale per come oggi lo conosciamo.

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  12. @ Libera
    Voglio dirti che ti ho sempre capito e stimato sin dai tuoi primi interventi sul blog, il tuo modo di argomentare è simile a quello del compianto Lino che di pruriti mentali era maestro (vedi l'approvazione farlocca degli statuti subordinata alla postuma fantasmatica pubblicazione del direttorio catechetico, di fatto segretato). Anche in quel caso i rossi e purpurei burattinai vecchi e nuovi fecero i salti mortali carpiati pur di far stare "i sacchi leggi additta" ovvero i sacchi vuoti in piedi.
    E comunque penso che a seguito della "singolare procedura" la tanto strombazzata approvazione non ha mai assunto efficacia.

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