giovedì 15 luglio 2021

Gli Errori del Cammino Neocatecumenale - II

Continuiamo con la seconda parte dell'articolo intitolato "Gli Errori del Cammino Neocatecumenale", inizialmente pubblicato dal periodico Sì sì No no, Anno XLIII n. 20, 30 Novembre 2017 e riproposto da Radio Spada nel 2019. L'articolo riprende il lavoro di don Elio Marighetto - lavoro di straordinaria attualità - e presenta, in modo schematico, i più gravi errori dottrinali del Cammino a partire dalla loro sorgente: i testi segreti delle catechesi (mamotreti).

In questo post abbiamo riorganizzato alcuni paragrafi del testo originale per presentarli al lettore secondo gruppi tematici ed integrando con brevi note, avendo cura di  
conservare sia il contenuto che il senso originali.

Abbreviazioni utilizzate nell'articolo:  
-per le citazioni dei "mamotreti" neocatecumenali

DS = Denzinger Schönmetzer - Enchiridion Symbolorum, compendio ufficiale di tutti i principali testi dogmatici del magistero, dai padri della Chiesa fino ai tempi recenti.

Qui la prima parte dell'articolo e qui la terza.
Nel seguito, la seconda parte: 



Gli Errori del Cammino Neocatecumenale

7. La Fede è l’esperienza dell’ incontro personale con Cristo

Avendo rifiutato la Tradizione della Chiesa, per Kiko il Cristianesimo non è più un insieme di verità tramandate. Vengono quindi rifiutati anche i precetti morali che da esse conseguono. Viene in particolare rifiutato il ruolo di Cristo quale modello supremo di santità, concetto che viene, esso stesso, ridefinito dal Cammino.

OR, p. 127:

Essere cristiano non sarà aderire ad alcune verità. Il Cristianesimo non è un insieme di verità, che stanno lì staticamente come se Dio fosse un Essere statico. […] Il Cristianesimo non è affatto una dottrina, è una Buona Novella, un evento storico, che lo distingue da tutte le religioni 

OR, p. 125:

Il Cristianesimo non è un moralismo. Gesù non è un ideale di vita, non è venuto a darci un esempio ad insegnarci a compiere la legge
Rispondiamo:
Queste tesi riprendono l’errore modernista sull’Esperienza religiosa condannato da S. Pio X nell’Enciclica Pascendi dominici Gregis (1907).

NDR; Citiamo anche:
1) L'opera "L'imitazione di Cristo", "che ha costituito per secoli un preciso punto di riferimento per la spiritualità cristiana, tanto che si può considerare il libro più letto dopo il Vangelo, meditato nei monasteri, letto nella vita religiosa e sacerdotale, tenuto come manuale di formazione cristiana robusta per tante generazioni di laici, di cristiani nel mondo". (Maranatha.it)

2) Da un contributo chiarificatore di Padre Angelo Bellon di Amici Domenicaniche elenca 5 motivi per cui il Verbo di Dio si è incarnato: "[...] 4. Il Verbo si è fatto carne per essere nostro modello di santità: «Prendete il mio giogo su di voi e imparate da me…» (Mt 11,29). «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Gv 14,6). E il Padre, sul monte della Trasfigurazione, comanda: «Ascoltatelo» (Mc 9,7)."

8. L’uomo è totalmente corrotto e non ha più il libero arbitrio

Per Kiko l’uomo è un irresponsabile:
 non può fare il male e perciò non ne ha colpa né può fare il bene, pur volendolo perché è in balìa del demonio:

OR, p. 138:

L’uomo è profondamente tarato. È carnale. Non può fare a meno di rubare, litigare, essere geloso, d’invidiare.  
Non può fare altrimenti e non ne ha colpa

OR, p. 167:

Cristo è stato resuscitato, io sono risuscitato. Io sono perdonato e vivente per sempre. […]. Se l’uomo è stato resuscitato dalla morte vuol dire che il peccato è stato perdonato. […]. Questo lo farà Dio non tu
La conversione non è un pentirsi del peccato, ma un camminare in avanti

OR, p. 130:

L’uomo vuol fare il bene e non può. L’uomo è rimasto radicalmente incapace e in balìa dei demoni. È rimasto schiavo del MalignoIl Maligno è il suo Signore

1° SCR, p. 93:

L’uomo pecca perché non può fare altro, perché è schiavo del peccato
Orientamenti alle équipes dei catechisti per lo Shemà, p. 14:
Se qualcuno pecca è perché il demonio è in lui

Rispondiamo
:

La Chiesa ha definito di Fede divino-cattolica che la natura umana non è stata totalmente corrotta, ma solo ferita dal peccato originale (Concilio Vaticano I, DS 3004, 3026) e che l’uomo ha conservato il suo libero arbitrio e quindi, se pecca, è responsabile del suo peccato (Concilio di Trento, DS 1555).


Direttamente dalla mente di Kiko: una giornata normale nella vita di due uomini qualunque
(Illustrazione di Matt Fox)

9. Non è necessario cooperare con la Grazia Divina

La Santa Madre Chiesa ci insegna che al momento della morte troveremo la nostra destinazione finale in Paradiso, se trovati perfetti da Dio Giusto Giudice, in Purgatorio se avremo ancora qualcosa da purificare, all'Inferno se ci ostineremo a rifiutare Dio. Per Kiko questa differenza non è contemplata: tutti sono uguali e perdonati a prescindere dall'impegno, dal desiderio e dalla volontà nel cooperare con la Grazia Divina. D'altronde, credendo che la natura dell'anima dell'uomo sia totalmente corrotta si va anche a credere che sia inutile ogni sforzo nel bene. Sono gli sforzi di Cristo a riscattare l'uomo, il quale non può che essere completamente passivo.

OR, p. 66

Il cristianesimo dice che tutti siamo già giudicati, e che il giudizio sopra tutti i peccati è stato fatto nella Croce di Gesù Cristo, che ci ha tutti perdonati

OR, p. 90; 

La Chiesa non giudica, non esige, bensì salva, cura e perdona

OR, p. 222

Tu sarai gloria a Dio, se credi che Dio può fare di te, che sei un peccatore, lussurioso, egoista, attaccato al denaro, un figlio di Dio, che ami come Gesù Cristo. Credi tu questo? Questo lo farà Dio, non tu. Per questo il Cristianesimo è una buona notizia per i poveri e i disgraziati. Il cristianesimo non esige nulla da nessuno, regala tutto

Rispondiamo:
Questa tesi nega la necessità che l’uomo cooperi con la Grazia di Dio ed è stata condannata come eretica dal Concilio di Trento (DS 1559).

NDR; Cfr. con P. Enrico Zoffoli:

- A pag. 15: "Il punto vulnerabilissimo della ricostruzione kikiana si riduce a questo: mentre si esalta l’iniziativa della Grazia, si nega la necessità della corrispondenza dell’uomo; al quale Dio risparmia ogni sforzo, ogni rinunzia, ogni sacrificio come amorosa e indispensabile partecipazione all’Offerta cruenta della Croce. Infatti - sostiene Kiko - “Gesù Cristo è venuto a soffrire perché tu non soffra; è venuto a morire perché tu non muoia: Lui sì che muore, tu no; in modo che ti si regala gratuitamente la vita, a te e all’ultimo disgraziato della terra, al più peccatore, al più vizioso, “all’assassino”, a chiunque sia si regala una vita eterna” (OR p. 222). 

Kiko ancora una volta lascia trapelare in modo inequivocabile la teologia luterana della fede che salva senza le opere, dipendendo tutto dalla Grazia, non potendo nulla una natura radicalmente corrotta."

- A pag. 28: "Lascia penosamente perplessi il fatto che Kiko non parli mai -almeno esplicitamente- della vita soprannaturalecoltivata con l’esercizio delle virtù teologali, agevolata potentemente dai doni dello Spirito Santo e confortata dalla gioia dell’intimità con Dio vivente nella preghiera che raggiunge la contemplazione infusa. Sintomatico del resto il suo silenzio sul dogma della beatitudine eterna, consistente nella partecipazione alla vita trinitaria, che in definitiva spiega tutto."


NDR; Vedi anche ai seguenti link:
La Grazia, questa sconosciuta, nel Cammino NC
A proposito di certe idee protestanti di Kiko Argüello e Carmen Hernàndez

Perché andare alla montagna, quando posso stare seduto bello comodo,
ad aspettare che la montagna venga a me?
Scripsit Kiko tra le righe.

10. Nella Chiesa primitiva non c’era il sacramento della Confessione ma solo il Battesimo

Ecco come Kiko elimina il Sacramento della Confessione:

OR, p. 167:

La Chiesa primitiva non ha alcuna esplicitazione del sacramento della Penitenza che non sia il Battesimo. […]. Quando la Chiesa si istituzionalizza un poco appare l’ istituzione della Penitenza
OR, pp. 176-177:
Il valore del rito non sta nell’assoluzione, visto che in Gesù siamo già perdonati, ma nel rendere l’uomo capace di sentirsi perdonato. […]. Uno si sente perdonato nel profondo quando si sente in comunione con i fratelli

Rispondiamo:

Il Concilio di Trento ha definito che la Chiesa ha ricevuto da Cristo il potere di perdonare i peccati mediante il sacramento della Confessione personale (DS 1670).

NDR; Cfr. P.  Enrico Zoffoli:

Sulla kikiana confusione sacramentale, tra Battesimo e Confessione (pag. 18): "Kiko evidentemente ritiene che soltanto il battesimo risalga alle origini, mentre il sacramento della penitenza - distinto dal battesimo - farebbe la sua comparsa più tardi e precisamente per opera della Chiesa istituzionalizzata (OR, p. 168). Siamo appunto all’eresia luterana, condannata a Trento, dove alla distinzione tra i due sacramenti si dedica un intero capitolo."

Sul sacramento della Confessione (pag. 17): "La situazione esistenziale del peccato, e poi l’iniziativa della Divina Grazia (che stimola il processo della conversione) precedono, non costituiscono il sacramento della penitenza, che invece comprende come suoi elementi essenziali sia l'accusa del peccato, sia il dolore di aver offeso Dio, sia il proposito di emendarsi e riparare, sia soprattutto, l'assoluzione del sacerdote, senza la quale è vano sperare nel perdono di Dio, almeno nell'ambito della Chiesa di Cristo."

Sulle confessioni pubbliche - leggi: scrutini neocatecumenali (pag. 35)
:
"La Chiesa Cattolica non solo non impone a nessuno, ma neanche tollera che i fedeli si accusino pubblicamente dei propri peccati gravi e occulti: per custodire il più geloso dei segreti, ha sempre imposto ai confessori il “sigillo sacramentale, il più inviolabile di tutti. "



In questa seconda parte sono stati evidenziati gli errori dottrinali neocatecumenali in materia di libero arbitrio, peccato e responsabilità. Nella terza ed ultima parte sarà preso in esame il fondamento dottrinale dei ben noti sacrilegi eucaristici del Cammino Neocatecumenale.


64 commenti:

  1. Facciamo notare ai nostri lettori cattolici che per smentire il Cammino, sbufalare Kiko, demitizzare Carmen, è sufficiente tornare alle normali e diffusissime fonti cattoliche: il Denzinger (grosso volumone che contiene tutti gli interventi del Magistero Pontificio e dei Concili, dal tempo degli Apostoli ad oggi, in ordine cronologico), l'Imitazione di Cristo (testo di spiritualità che per secoli è stato raccomandatissimo ai consacrati, alle vocazioni e a chiunque facesse un percorso di fede più intenso).

    Per questo è più evidente la tipica menzogna neocatecumenale del dire "siamo approvati", "è solo la tua opinione infondata", "non hai fatto il Cammino quindi non hai diritto di parlarne", "siete zoffoliani".

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    1. A me pare che noi documentiamo abbondantemente, loro mai.
      Si attengono alle parole di Kiko, elencano gli elogi papali sorvolando su tutto il resto che è sostanza.
      Ma quando è Kiko stesso che si contraddice, quando le sue stesse parole lo condannano senza appello, spariscono dalla circolazione. Per un poco, perché poi sempre ritornano.
      Noi per loro siamo un'autentica ossessione.

      Pax

      P.S. Molti di noi, poi, lo abbiamo anche conosciuto, lui insieme a Carmen accompagnati dall'inconsistente padre Mario.

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    2. Ma il fatto è che loro non possono "documentare", perché dimostrerebbero a loro stessi di essere nel torto. Per cui anche di fronte a chi dice che 2+2 fa 4 devono rispondere cambiando argomento, fare i finti tonti, proclamarsi perseguitati, reclamare che noialtri non siamo teletubbies orsetti del cuore.

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    3. Orsetti del cuore, buona questa. Concordiamo con Pax solo su una cosa : che don Mario Pezzi è inconsistente, l'unica cosa che ci accomuna al blog. Per il resto............

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  2. Sono così tali e tante le eresie di Kiko riportate dai SUOI STESSI mamotreti, che non si sa da dove iniziare a commentare.
    Ma le bestialità scritte si comentano con la loro evidenza.

    Kiko è PEGGIO di Lutero.
    Per Kiko "Se qualcuno pecca è perché il demonio è in lui".
    Ma anche Kiko pecca, ma lui dice di essere guidato dallo Spirito Santo!
    Evidentemente, per lui, il peccato dei camminanti è perdonato anche se continuano a peccare, solo perché credono che Dio perdona in anticipo e per sempre.
    Come se, visto che per lui non ci sono meze misure, il peccato dei camminanti fosse accettato o addirittura, visto che sarebbe necessario, ispirato dallo Spirito Santo!
    Ma questo, di per se, appare proprio come una bestemmia contro lo Spirito Santo!

    Penso che padre Zoffoli sia stato benevolo verso il Cammino giudicandolo luterano. E' peggio che luterano.
    Infatti Kiko non sembra limitarsi a credere che la salvezza sia opera della sola grazia, come Lutero, ma riduce la grazia a un'opera: camminare nel cammino.
    Così nel Cammino si tende a credere che ci si salva per le sole opere, che chiamano grazia. Anzi, per UNA sola opera: camminare nel Cammino.

    Non so quale sia il destino dei cristiani della domenica in buona fede nella mente di Kiko, che considera come dei religiosi naturali e dei pagani. Forse penserà a una specie di limbo, ma naturalmente non lo dice.
    In questa logica, per Kiko, Carmen sarebbe una santa di categoria superiore.

    Spero che Kiko non volesse dire tutto quello che ha detto, ma il fatto che i mamotreti sono stati SCRITTI senza che le catechesi di Kiko siano state corrette, diventando così la "bibbia" dei camminanti che spiega la Bibbia (non la Tradizione orale a cui non sembra credere), è sintomo di VOLONTA' di propagare eresie tra i cattolici.

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    1. Concordo, Kiko è peggio di Lutero, anche sotto un altro aspetto. Lutero ha dato vita al protestantesimo. Kiko si dichiara cattolicissimo, l'unico veramente cattolico. Egli ha fondato il kikianismo, ha ridotto la Chiesa a una cosa che deve passare per un imbuto: il suo cammino. Se essa non si rigenera catecumenalmente, Pastori a tutti i livelli compresi, è votata alla estinzione. Dio ha offerto alla Chiesa una salvezza in Kiko Arguello.
      D'altra parte queste parole fa pronunciare al Papa: Grazie Kiko che ci hai dato il C.N.=Salvezza della Chiesa. Questo è un pazzo assoluto.
      Il problema che, una volta acclarata la pazzia potrebbe anche diventare di fatto innocuo. Purtroppo non è avvenuto questo.
      Ciò che noi vediamo a molti non è chiaro con la stessa evidenza.
      Per questo continueremo a gridare la verità.

      Molto illuminante questo passaggio nel commento di Pietro:

      "Kiko riduce la grazia a un'opera: camminare nel cammino."

      Eppure dice che nel cammino tutto è gratis, grazia.
      Poi appesantisce con consegne e dictat sempre più onerosi le spalle dei suoi seguaci, che incedono a testa bassa continuando a guardare in terra.

      Pax

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  3. Alla radice della "complicità" col peccato immanente nel cammino è l'estenuante insistenza sul fatto che nulla può fare l'uomo per evitare di peccare e che, quindi, il Cammino di fede non è mai uno sforzarsi di migliorare (quasi una bestemmia). Questa cosa Kiko la ficca nella testa in modo martellante, su questo non si transige negli scrutini. E non si molla la presa finchè l'adepto non dimostra di aver capito bene la lezione con esempi concreti in linea con la dottrina predicata.

    E' inutile che ti sforzi. Tu non cambierai mai.

    Su questo io credo che si fondava anche, come ben ricordo, l'arroganza compiaciuta di un Gennarini Giuseppe che in una convivenza internazionale (dopo l'esperienza delle equipe degli Stati Uniti da cui emergeva - ogni volta puntualmente - una diffusa sofferenza serpeggiante tra gli altri itineranti di livello inferiore a lui sottoposti in ordine gerarchico a causa del suo pessimo carattere) disse, con quel suo sorrisetto un pò diabolico stampato sul volto:

    "Lo so, il mio peccato è l'ira!"

    Così come fosse una cosa normale, come fosse un titolo di vanto in più. Senza un "chiedere perdono", ovviamente, senza un minimo di "dolore per i propri peccati" (sconosciuto davvero in quel contesto). Niente. E d'altra parte, viceversa, dare un nome ai propri peccati è la prova più grande di aver superato brillantemente il fondamentale scrutinio del "fango del cieco nato".

    Detto piuttosto come uno che intende: io qua sono il meglio di tutti! (subito dopo Kiko, si intende!)

    Pax

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    1. Gennarini si vantava di essere iroso perché, secondo la loro mente turbata, l'ira era la spina nella carne di San Paolo e loro si sentono dei superapostoli come lo fu lui.
      Trasformando anche San Paolo in un iracondo, quando invece la sofferenza dell'Apostolo era sicuramente un problema fisico, soprattutto per l'accenno fatto all' "inviato di Satana per schiaffeggiarmi" che richiama le afflizioni subite da Giobbe il giusto, giustificano la propria prepotenza e la loro costituzionale mancanza di carità.
      Mentre proprio San Paolo chiarisce che nulla giova e nessun carisma è utile, neppure quelli più alti, se manca la carità.
      P.S.: e questa gente oltre a non avere carità non ha carismi né alti né bassi.

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    2. Nel Cammino sono tutti iracondi, a immagine e somigianza del Grande Iracondo: Kiko.
      Solo che l'ira nel Cammino va in una sola direzione, dall'alto verso il basso, come l'acqua di un fiume.
      Gli iracondi del Cammino sono contenitori dell'ira che viene dall'alto, e riversatori d'ira verso il basso.

      Solo l'ira di Kiko è assoluta e universale, mentre l'ira dei suoi adepti è solo partecipata, cioè non origina dagli adepti, ma "scorre" in essi... E' la stessa ira di Kiko, il suo santo peccato necessario per ottenere la salvezza del Cammino.

      Ma l'ira, secondo Kiko, è il peccato dei leader (ma in realtà, quando è facile a montare, è la caratteristica degli isterici). Vorrei vederlo sottoposto alla "confessione pubblica" con domande morbose intorno alla sua sessualità, come succede a tutti i camminanti

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    3. Altro epiteto sui camminanti : iracondi. Perchè parlate di sessualità di Kiko? Non aveva fatto voto di castità ai suoi tempi?

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  4. Non per nulla Kiko non parla di pentimento, ma attribuisce al sacramento solo un valore psicologico o emozionale, quello di 'sentirsi perdonato' (quindi ne nega l'autenticità).
    Non solo non accenna all'importanza del pentimento per le proprie mancanze, ma attivamente demolisce e irride la forma di pentimento che è necessaria per la validità del sacramento: quella che ci fa rammaricare del peccato non perché semplicemente ci crea danno personale ma per il dolore arrecato al prossimo e soprattutto per l'offesa a Dio.
    Dicendo infatti che Dio non può essere offeso, Kiko taglia alla radice i benefici del sacramento della riconciliazione.
    Dice a questo proposito il Catechismo di Trento (in modo più esteso gli stessi concetti sono rinvenibili nel CCC e riassunti nel Compendio di Ratzinger): "Prova pentimento chi si rammarica di una cosa, che prima gli era piaciuta, a parte la considerazione se fosse buona o cattiva. Tale è il pentimento di coloro la cui tristezza è di carattere mondano e non secondo Dio, pentimento che arreca non la salute, ma la morte (2 Cor 7,10). Altra specie di pentimento è quello di coloro che si dolgono di un misfatto commesso, di cui si erano compiaciuti, non per riguardo di Dio, ma di se stessi (Mt 27,3). Una terza specie si ha quando non solo ci addoloriamo con intimo sentimento del peccato commesso, o ne mostriamo anche qualche segno esterno, ma ci rammarichiamo principalmente per l'offesa di Dio (Gl 2,12).
    A tutte e tre queste specie di dolore conviene propriamente il nome di penitenza.
    Ma v'è una grande diversità tra queste tre specie di penitenza. La prima è difettosa, la seconda è l'afflizione di un animo commosso e turbato, solo la terza è nello stesso tempo una virtù e un sacramento."

    Solo la terza afflizione, quella che ci fa pentire dei nostri errori per l'offesa arrecata a Dio, è una virtù ed un Sacramento: un'altra prova del fatto che Kiko sia un deformatore alla fede e un nemico dei Sacramenti è proprio il suo tentativo (purtroppo ben riuscito) di non parlare di pentimento per il peccato commesso e di descriverlo come un dispiacere per il male arrecato a noi stessi o alla comunità.

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    1. Se non erro anche l'atto di contrizione fatto dopo ogni confessione cita: "
      Mio Dio mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati,
      perché peccando ho meritato i tuoi castighi,
      e molto più perché ho offeso Te..."

      Lo dice chiaramente che i nostri peccati offendono Dio!
      Incredibile cio che dice Kiko...

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    2. Infatti, mai conosciuto un prete neocatecumenale che facesse recitare l'atto di dolore alla fine della confessione.
      Anzi, dirò di più: quando lasciai la comunità dopo decine d'anni, l'atto di dolore ancora lo sapevano solo le vecchiette e nessuno tra i più giovani. Agitazione quando alle penitenziali confessavano preti non neocatecumenali, c'era il rischio che lo chiedessero. E molti lo chiedevano.
      Nel Cammino non si insegna l'atto di dolore perché non è richiesto di saperlo, essendo tacitamente considerato come parte della fede da superare e rinnovare.
      Solo chi proveniva dalla "vecchia" dottrina lo conosceva. Poi, a furia di non insegnarlo, è andato sparendo.

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  5. Considerazione: senza il copia e incolla questo blog non sarebbe esistito...

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    1. Sì perché senza aver nessuno da plagiare Kiko non avrebbe fondato il Cammino e quindi neppure questo blog avrebbe avuto ragione di esistere.
      Comunque, ti dirò che il segreto è sapere cosa copiare e cosa incollare: diciamo che Kiko non ha copiato dalle fonti giuste.

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    2. Perché tu quando citi un brano lo trascrivi se puoi copiarlo e incollarlo?

      Il copia e incolla ALLA LETTERA è proprio quello che rende serio questo blog: nulla di inventato, tutto quello che è riportato è farina del sacco di Kiko.
      Le nostre non sono dichiarazioni velleitarie, ma PROVATE.
      Facciamo come gli archeologi: cerchiamo, troviamo e pubblicamio.

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    3. Anonimo, seguendo la tua logica, non esisterebbe più la scuola in nessun grado di istruzione, causa violazione del copyright dei libri di testo.

      Ma questo spiega anche un paio di cose sul Cammino: l'assenza di testi di riferimento e il fatto che, pur esistendo dei libri di catechismo, non vengono aperti.

      Il copione capo maggiore, che non ha fatto altro che copiare (male) in vita sua, messo addosso ai suoi adepti la paura di copiare.

      A. Non.

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  6. "Lo so, il mio peccato è l'ira!"
    Questa non è una ammissione di un peccato, non è un motivo di pentimento, non è causa di afflizione, non è empatia verso i destinatari della sua ira, no, non è niente di tutto ciò, è una specie di auto-compiacimento, una ammissione di un peccato che non può e non deve essere evitato , come se essere peccatori consapevoli sia già un atto di salvezza, anzi sia l’atto principale di salvezza.
    Nel CN è sufficiente ammettere di essere peccatori, poi non serve più nulla, fa tutto Dio autonomamente senza alcuna necessità di inutili orpelli cristiani, tipo il pentimento, l’umiltà di impegnarsi ad evitare il peccato, il perdonare il peccatore ma condannare il peccato, il chiedere perdono del carnefice alla sua vittima.
    Questo è un mondo alla rovescia, dove Gesù Cristo è venuto per sanare i peccatori, anzi ancora meglio è venuto solo e solamente per i peccatori.
    Nel CN i giusti non servono, non sono contemplati, il Gesù Cristo del CN non ammette i giusti, per il CN i giusti sono falsi ed ipocriti.
    Compito del CN è smascherare i giusti, provare che i giusti non esistono, non sono mai esistiti e non esisteranno MAI.
    In fondo a questo servono gli scrutini neocatecumenali, a rivelare l’anima nera ed il peccato delle persone.
    Possiamo definire il CN come il paradiso dei peccatori incalliti e impenitenti?
    Ecco il rifiuto della Santità, il rifiuto dei Santi, il considerarli religiosità naturale, falsa ,ipocrita e pagana.
    Come direbbe Lino, logicamente la cosa potrebbe avere un senso, solo che tutto questo castello di carta cade quando, Kiko e compagni di merende, pretendono di fare Santa Carmen Hernandez e non semplice Santa ma Santa di Categoria Superiore.
    Cioè una Santa Peccatrice Incallita?
    Una Santa Impenitente che provava piacere a massacrare i suoi adepti?
    Una Santa totalmente priva di empatia e di carità?
    Un mezzuccio di Kiko per essere fatto santo anche lui?
    Un tentativo disperato di richiamare gente nel CN che può vantarsi di annoverare una Santa tra le sue magre e sparute file?
    Comunque è un non senso, è una scelta illogica e immotivata provata da 50 anni di predicazione contro la figura cristiana dei Santi.
    È’ una conferma di come il CN sia Kiko e Kiko sia il CN, in quanto Kiko decide una cosa e solo Kiko decide di contraddire quello che ha affermato per 50 anni.
    Tutto il CN è orientato all’accoglienza dei peccatori e del loro peccato.

    Continua……

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  7. Continua……
    E fino a qui potrebbe essere una azione meritevole, purtroppo questa accoglienza dei peccatori e dei loro peccati diventa connivenza con il peccato, diventa complicità con il peccatore, diventa esaltazione del peccato e incensazione del peccatore.
    Nel CN i peggiori diventano i migliori perché i migliori vengono trasformati nei peggiori.
    E chi non si adegua a questa trasformazione è fuori dal movimento.
    Chi pretende di trovare verità,giustizia, carità nel CN , alla lunga resterà deluso.
    Quindi, o si adegua alle falsità, alle ipocrisie, alle ingiustizie, alla mancanza di misericordia, oppure scappa via con una bella sporta di dolore ed inutili sofferenze, fisiche e psicologiche.
    “Il cammino non è per tutti”, ed è tristemente vero, noi ex siamo la prova vivente di questa verità.
    Perché la realtà è che non tutti sono utili al cammino, il CN fa una cernita scrupolosa dei suoi adepti e taglia tutti quelli che non si adattano alle caratteristiche richieste.
    Il cammino non è iniziazione cristiana è iniziazione al cammino.
    Solo che ha bisogno di una leccata di religiosità cristiana per reclutare adepti nella nostra Chiesa sempre più in crisi di identità.
    Il Cammino è un gigante dai piedi di argilla che fonda il suo potere sul carisma di Kiko, sulla potenza del denaro e sullo svuotamento di valori della nostra società.
    Il cammino è sempre più un modo di vivere di un gruppo di persone che hanno bisogno di identificarsi in qualcosa o in qualcuno.
    È’prettamente un modello sociale, uno specchio di altri modelli sociali come ad esempio i TdG o gli Scientology.
    È un gruppo che sviluppa nelle persone una appartenenza sociale là dove manca appunto un modello di appartenenza sociale.
    I camminanti non sono stupidi, anzi, quelli più fanatici sono scaltri e molto furbi.
    Hanno trovato un posto dove sfruttare la loro capacità di adattamento e la loro scaltrezza, adattandosi ad un modello da cui traggono grossi vantaggi sociali ed economici.
    Sanno esattamente cosa c’è davvero dietro alla patina dorata del CN , ma lo difendono a spada tratta per difendere i loro diritti acquisiti,i loro vantaggi ottenuti con le unghie e con i denti.
    Più grandi sono i vantaggi , maggiore è la difesa ad oltranza del loro spazio vitale.
    La verità è che a queste persone non interessa nulla del movimento, ma interessa tantissimo la posizione guadagnata con fatica al suo interno.
    In questo senso è chiarissima l’affermazione del Gennarini :
    "Lo so, il mio peccato è l'ira!"
    Affermazione che diventa una bandiera e un simbolo per tutti gli irosi (e sono tanti), che hanno trovato diritto di cittadinanza nel CN.
    Se uno è coscientemente un iroso e conquista un posto invidiabilissimo di SUPER-CATECHISTA , significa che l’ira potrà essere un peccato ma rappresenta sicuramente anche un valore aggiunto per fare carriera nel movimento.
    LUCA

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    1. Bellissima riflessione quella di Luca, I camminanti appartengono ad un gruppo sociale. Nelle catechesi, molte volte i catechisti dicono che un psicologo direbbe che una comunita non sopravviverebbe per piu di 3 mesi perche tutti sono diversi e non hanno niente in commune. Ma e falso perche il loro common denominator e’ Kiko e il suo cammino. Questo e’ cio che i fratelli hanno in comune… non sono cosi estranei tra loro come vogliono far credere. Il loro senso di appartnenza e’ cosi forte che questo basta per mantenerli uniti per anni nella loro ipocrita comunita.

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    2. La necessità di ricatechizzare i cristiani facendo fare loro un percorso catecumenale post-battesimo, perché la Chiesa è statica, sacramentale, pigra, smorta, fallimentare, senza fede autentica e quindi da rinnovare e ricatechizzare, è un modo furbo che il demonio ha escogitato per introdurre la sua sporcizia.

      Se veramente fosse stata svolta un'azione di nuovo impulso, approfondimento e vitalità, tutto ok.
      Ma siccome questo è stato il trampolino di lancio per introdurre eresie anche pesanti in seno alla Chiesa sotto l'egida del rinnovamento e dei percorsi da farsi dopo il battesimo per i cristiani ignoranti e con la fede da prima comunione, è veramente chiaro che si tratta di un'azione non ispirata dal bene.

      Rinnovare non significa trasformare, creare un'arte apposita, creare chiese in serie, spacciare nuove e distorte dottrine.
      Rinnovare significa dare nuovo impulso, nuova vitalità a qualcosa che magari può averne bisogno.

      Quando si rinnova un mobile antico, non si possono utilizzare prodotti diversi da quelli adatti all'oggetto, altrimenti invece che rinnovarlo lo si sciupa.
      Il Cammino, volendo farsi passare per il restauratore della Chiesa e del mobile, sta utilizzando acidi corrosivi e non i buoni prodotti di cui c'è bisogno.

      Ricatechizzare i cristiani (e per questo il maligno ha preso di mira proprio le parrocchie), significa per il Cammino introdurre in essi la propria dottrina, il proprio acido corrosivo, ed è quindi un'azione certamente ispirata, ma da chi ha interesse a sciupare il mobile, non da chi lo vorrebbe restaurare, amandolo come cosa Sua.

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  8. Anche qui dalle mie parti, quando fai notare un peccato ai Kikos, loro invece di prenderne atto e cercare di cambiare, se ne fanno vanto! E cosi rimangono in un ciclo vizioso dove non si sforzano minimamente di cambiare, piu non cambiano piu rimangono schiavi e prede del cammino, piu sono volenterosi ad ubbedire ai comandi e pagare la decima...

    Io entrai in cammino che ero cattolico NON praticante, in poche parole non sapevo nulla del cattolicesimo.
    Quando decisi di uscire dal cammino poco piu di un anno fa entrai in parecchi dubbi perche non sapevo piu chi fosse Dio, quello descritto nel cammino o quello che insegnano nella vera chiesa (che sono due Dio proprio diversi...)
    Cosi dovetti disimparare tutto cio che imparai, cominciando dai gesti piu piccoli (come pregare a braccia aperte) fino alle cose di piu importanza (come il "non puoi non peccare"), per poi nuovamente imparare il cattolicesimo come lo insegna la Chiesa quella vera.

    Fu un processo non molto facile e molto confuso, ma Dio e' stato piu forte e mi ha aiutato in tutto questo processo.

    Per questo ho smesso di dire la verita ai miei ex fratelli, non tutti sono pronti per lasciare il cammino... e' come nel film MAtrix, non tutti sono pronti a staccare la spina per vedere la realta. preferiscono vivere nel loro mondo delle fiabe.

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    1. Il Cammino è un mondo delle fiabe. Epiteto non volgare, non offensivo, elegante ed edulcorato, se vogliamo, ma ci vogliono anche questi. Da inserire nel nostro libro.

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  9. Ah, c'è anche una terza parte? Su, pubblicatela il più presto possibile, non possiamo resistere................

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  10. Sempre dallo scrutinio che l'orrido Kiko pervertitore della fede infligge ad un Presbitero che ha "accettato il Cammino per la propria vita" ma che si "è permesso" di criticarne alcuni aspetti.

    Kiko lo "doma" imponendogli la propria autorità ed gli sovrascrive nella coscienza, agendo da specchio deformante, una brutta immagine di se stesso. Purtroppo il presbitero si guarda in quello specchio, invece di romperlo.

    kikodixit:

    ===========
    "Vediamo. Se il Signore ci porta qui, tu devi discernerlo come parroco della tua parrocchia. Devi considerare che il Signore va a creare uno scombussolamento tremendo nella tua parrocchia e questo disorienterà molto le persone".

    "Se noi apriamo un cammino, dobbiamo portare una interpretazione della Parola e se stiamo aprendo un cammino che in definitiva vuole essere per gente non adulta nella fede, secolarizzata, allora dobbiamo portare una interpretazione della Parola."

    "E ai Vescovi toccherà, in ultima istanza, sapere se questo è un carisma da Dio, o se è che io sono un idolatra di me stesso, mezzo pazzo; se qui veramente si sta facendo del bene alla gente o se la si sta distruggendo. Nessun vescovo ci ha proibito mai nulla. E quando giunse il momento che il Papa parlasse, non credo che abbia detto nulla di negativo, e il Papa non parla a casaccio."

    ===========

    [...] Kiko semianalfabeta e psicologo da strapazzo si permette di minimizzare l'importanza del Presbitero, emettendo su di lui un giudizio estremamente riduttivo e pietoso, ripetendo più volte l'espressione "in fondo", proprio per avere la parola ultima e definitiva sull'interlocutore.

    ===========
    ""Tu forse esponi qui tutto questo forse per farti notare, però è necessario sapere se questo è illuminato in te. Allora, se si trova illuminato, se è illuminato che tu nel fondo hai un complesso molto profondo di inferiorità perché non ti sentivi amato dal superiore, o per altri motivi, ed hai paura di fare il ridicolo, tutto questo influisce nel tuo ministero e ti condiziona. Se questo fosse illuminato la prima cosa che succederebbe è che saresti molto più cauto di fronte a te stesso, alle tue proprie convinzioni, e ti appoggeresti di più in Gesù Cristo. Non lo so, ne parleremo se vuoi, però pensa:da altre convivenze fino ad oggi tutto questo si trova non illuminato. C'è una zona in te che non è chiara."
    ===========

    DUNQUE,
    "C'è una zona in te che non è chiara" Kiko può permettersi di dirlo solo dopo
    essere stato scrutinato pubblicamente (e pesantemente)
    aver rendicontato le decime fino al centesimo
    aver abiurato pubblicamente le proprie eresie
    aver restituito il maltolto ai contribuenti che ha truffato
    aver scontato il fio delle proprie malefatte e di quelle compiute da altri a causa sua

    Invece, la "zona che non è chiara", in questo Presbitero, è proprio il fatto di stare discutendo con un soggetto del genere, invece che prenderlo a mazzate.

    [...] Poi, Kiko fattucchiere della psicologia umana riduce il rispetto dei sacramenti ad una questione di litigi di potere infantili:

    ===========
    " Abbiamo passato la vita lottando con i preti: che se si tocca il calice, se non si tocca. E risulta che poi abbiamo scoperto che nel fondo non c'era la questione di "se il Vescovo lo permette, o se il Vescovo non lo permette", ma che era una questione affettiva che non sopportava che un altro lo comandasse."
    ===========

    In definitiva, kikodixit: "il Cammino deve andare avanti, tutti i vescovi e i papi ci approvano e chi è contro di noi ha dei problemi di piccolezza d'animo ed interessi meschini"

    Un fanatico obnubilato della peggior specie.

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    1. "Non sopportava che un altro lo COMANDASSE".

      Ecco qui il nocciolo dell'idea kikiana: COMANDARE. COMANDARE ANCHE SUI PRETI E I MINISTRI ORDINATI.

      E questo secondo quale potere?
      Secondo un generico "carisma", secondo una non acclarata visione della Vergine Maria, secondo una non comprovata e sfuggente ispirazione di ciò che viene chiamato spirito santo.

      A che ne so io, essere approvati non significa affatto essere ordinati e quindi agire secondo un preciso ministero.
      L'approvazione non sostituisce né supera l'ordinazione, ma dovrebbe consentire di agire nella Chiesa in perfetta SOTTOMISSIONE ai ministri ordinati di qualunque grado, non COMANDARLI.

      È questo ciò che la Chiesa non ha compreso o ha fatto finta di non comprendere.

      Questo Kiko ha sempre avuto l'ambizione di COMANDARE sui preti, sui consacrati, sui vescovi, sulla Chiesa gerarchica e ministeriale, altro che "offrire un servizio".
      Lo scrutinio ai sacerdoti ne é riprova. Dovrebbe essere il sacerdote a scrutinare l'ispanico con la chitarrella, non viceversa.
      A maggior ragione se si pensa che gli scrutini sono vere e proprie incursioni nella vita privata della gente, alla quale si fanno CONFESSARE gli angoli più reconditi del loro vissuto.
      E le confessioni, fino a prova contraria, non possono essere fatte da semplicissimi laici con in mano un pezzo di carta statutario estorto, ma da ministri ordinati e sigillati da un sacramento, per poter agire in persona Christi Capitis.

      È quindi doppiamente deprecabile la modalità new-age/neocatecumenale: non solo si fanno confessioni pubbliche durante gli scrutini e la Redditio, ma queste confessioni vengono operate da laici e non da ministri ordinati.
      L'assoluzione, in definitiva, sarebbe il nulla osta a passare alla tappa successiva.
      Quando il laico ti boccia, praticamente non ti ha assolto. Scrutinio-confessione da rifare.

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  11. Queste 'catechesi' subentrano nella mente degli ascoltatori affiliati con una preoccupante semplicità. In sintesi, senza schermi che ne filtrino il significato, Kiko e Carmen - e di conseguenza i loro vice - affermano che Dio è l'autore del peccato, quindi Colui che tenta affinché il kikos 'cada'. Una menzogna pericolosa, finalizzata a giustificare il male e a banalizzare il sacramento della Penitenza. Con queste basi catechetiche, l'uomo fortemente convinto della missione affidata a questi catechisti illuminati (in realtà fantocci di Kiko), si lascia inesorabilmente modellare da essi.
    Leggendo questi scritti che rappresentano la guida cardine del contesto, si può dichiarare con risolutezza che, Kiko e Carmen in primis, ed i catechisti ammaestrati da essi in secundis, sono dei tentatori. Essi spingono l’uomo a cadere nel peccato, a seguire quelle inclinazioni che contraddicono l’esistenza cristiana proposta dal vangelo.
    Così si affliggono le anime determinando della debolezza spirituale e morale. Un guaio ingente direi.

    «L’uomo vuol fare il bene e non può. L’uomo è rimasto radicalmente incapace e in balìa dei demoni. È rimasto schiavo del Maligno. Il Maligno è il suo Signore»

    «L’uomo pecca perché non può fare altro, perché è schiavo del peccato.»


    Sembra utopia che degli uomini senza problematiche di sorta, si lascino intimorire da queste dichiarazioni sino a giungere ad un convincimento vergognoso che ne frantuma addirittura le coscienze. Non sottovaluto il potere di questi "appunti" dannosi, poiché ho guardato negli occhi quegli uomini e quelle donne che li hanno assimilati lasciandosi plasmare da essi. Gente d'ogni età senza scrupoli, divenuta talmente meschina da non stentare a supportare un catechista che aveva agito violentemente contro un'innocente. Essi sostenevano che un catechista non sbaglia mai, dunque le sue azioni, anche le più disumane, erano giustificate.

    Le esortazioni dell'Argüello qui descritte non permangono su carta, ma si concretizzano in coloro che vi basano la propria fede, procurando alle menti lucide una sorta di raccapriccio e repulsione. Lo squallore che si manifesta apertamente provoca inevitabilmente un senso di ribrezzo.
    L'ultima volta che partecipai ad una riunione nc venni fortemente attaccata da due sacerdoti del cammino. Uno in particolare, accompagnatore miserabile dell'equipe del catechista molestatore, mi diede contro perché non accondiscendevo alla sua richiesta di non diffondere il terribile agire del catechista aggressivo. In quel momento mi fu chiaro più che mai che la verità è incompatibile con il cammino. Perché la verità distrugge il cammino!
    Nessuno dei "fratelli" presenti ebbe il coraggio di obiettare a quello schifo! A tarda notte, al termine di quella inutile e spregevole sceneggiata orientata a convincermi a non diffondere ulteriormente i fatti, il sacerdote mi sbarrò le porte della parrocchia alle spalle e i nc evacuarono, anche coloro con i quali dovevo ritornare in macchina a quell'ora così inoltrata, per non ritrovarsi a discorrere con me, d'improvviso considerata la traditrice del cammino. L'infedele che aveva osato contrapporsi a dio - il dio lurido di Kiko, il vitello d'oro -. Che orrore! Confondono il bene con il male!

    "Guai a quelli che chiamano bene il male e male il bene". Isaia 5:20.

    - Continua...

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  12. - Segue...

    «Gesù non è un ideale di vita, non è venuto a darci un esempio ad insegnarci a compiere la legge»

    Per l’uomo esiste un solo criterio di riferimento per riconoscere il bene dal male e questo riferimento è Cristo Gesù. Il bene è Dio Padre nostro creatore e legislatore e il nostro riferimento sono le Sue leggi, la Sua Parola. Ma come possiamo apprendere anche dai documenti (oltre che dalle varie esperienze che si sono susseguite nel tempo e dagli annunci esplicati a voce di cui esistono delle registrazioni) che ci vengono proposti e da quelli sino ad ora analizzati, nel movimento nc Cristo viene scartato e sostituito dall'idolo. A questa impostazione deviante fa inevitabilmente seguito anche l'alterazione delle Sacre Scritture.
    Senza la verità della Bibbia, che è la Parola di Dio, a cosa fanno riferimento i nc per distinguere il bene dal male? Fanno tutto il contrario di ciò che la Bibbia invita a fare. Ed i risultati sono dinanzi agli occhi di tutti i "vedenti".
    L'etica di Kiko, che ha escluso Cristo per prevalere trionfante (illuso), è diabolica! Egli induce alla morte spirituale i suoi sottoposti, portandoli a vivere una vita priva di autodeterminazione e speranza. Il fango che impone loro accecandoli penetra sino ad arrivare a sporcare l'anima. La corruzione dell'uomo kikiano ha raggiunto livelli tali da giustificare addirittura il male. Questo è il vero e più grande male!

    "Andiamo tastando la parete come i ciechi, andiamo a tastoni come chi non ha occhi; inciampiamo in pien mezzogiorno come nel crepuscolo, in mezzo all’abbondanza sembriamo de’ morti“. (Isaia 59:10).

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    1. Sempre quando ti leggo mi sento male. Io non c'entro niente con la tua storia però ti voglio chiedere perdono per tutte le cattiverie che ti sono state fatte. Perdono per tutte le volte che sono stata zitta quando i catechisti mortificavano gratuitamente i miei fratelli più timidi. Perdono per tutte le volte che ho preferito conformarmi al gruppo anche quando la coscienza mi rimordeva. Perdono per tutte le volte che ho disprezzato i più deboli e per averli considerati inutili. Perdono per avere deriso chi era diverso dai canoni del cammino. Perdono per non avere avuto il coraggio di consolare chi ne aveva bisogno per paura di venire isolata dalla comunità. Perdono per quando io stessa ho umiliato gli altri per sentirmi qualcuno li dentro.
      Il cammino non ti lascia mai anche quando ne esci, più dei soldi e del tempo sprecati rimangono i rimorsi che fanno un male tremendo. Da quando sono entrata in cammino non mi sono più riconosciuta, si sono ribaltate tutte le mie priorità, ero diventata fredda pensavo sempre alla prossima preparazione, alla convivenza, all'ammonizione, ai canti che mi dovevo preparare. Ero diventata un'altra persona, confusa. Difendevo il cammino ma ero insoddisfatta. Scusate...

      Marisa

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    2. Basta leggere con attenzione l'esperienza di Rebel per entrare nei profondi meccanismi del cammino che, non lo ripeteremo mai abbastanza, sono sempre uguali dappertutto. Una vera prassi consolidata che tanto male ha seminato nelle anime.

      Queste storie sono come un "giudizio" che piomba sull'intera comunità, e ognuno dovrà renderne conto alla propria coscienza e a Dio.
      Ringrazio Marisa per la sua sincerità, per la sua consapevolezza riacquistata. Cosa davvero rara, che nel cammino ha del miracoloso.

      Deve far riflettere l'inerzia delle comunità davanti alle ingiustizie, l'omertà complice dei fratelli che si nascondono dietro ad un ipocrita quanto opportunistica considerazione diffusa tra i camminanti: "Faccenda troppo scabrosa, di competenza dei catechisti." E così tutti se ne lavano le mani!
      Così si illudono che loro non devono fare nè dire niente. Poichè ubi maior minor cessat!

      D'altra parte questo comportamento deprecabile è suggerito dai catechisti stessi, che ripetono a tutti:
      "In questa vicenda siamo subentrati noi, voi non parlatene neanche tra di voi e non fate niente"

      E i pecoroni, caproni con la testa china ad obbedire, come sempre.

      Chi osa mettersi di traverso ne passerà di cotte e di crude anche lui, finchè non si stanca e si omologa oppure, dopo aver colmata la misura, finalmente uscirà per sempre dal cammino.

      Pax

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  13. @Rebel:
    «L’uomo vuol fare il bene e non può. L’uomo è rimasto radicalmente incapace e in balìa dei demoni. È rimasto schiavo del Maligno. Il Maligno è il suo Signore». Qui kiko sta parlando dell'uomo pagano come anche fa San Paolo nella sua epistola ai Romani capitolo 7. Poi parla dell'uomo della luce, il Cristiano come fa sempre San Paolo nel capitolo successivo l'ottavo. Il copia incolla va bene pure, ma estrapolare solo le frasi che fanno comodo a voi per fomentare odio non va bene.
    Fallacio Asino Vinicio

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    1. sai dove fa acqua il tuo ragionamento?
      nel fatto che Kiko fa gli stessi discorsi a gente avanti nel cnc se non addirittura a cnc finito...che di pagano non dovrebbero avere più niente...

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    2. Caro Fav, giungi sempre a dare conferma di ciò che affermiamo. In questo momento stai appunto manifestando la confusione tipica dei kikos. Il cap 7 della Lettera ai Romani offre l’immagine dell’uomo in continuo scontro con il peccato e con la Legge. Solo l’accosto a Cristo (che Kiko afferma non essere modello di Santità per nessuno, distanziando i fedeli da Lui) consente una risoluzione del disorientamento. Infatti, distante da Dio, l’uomo non trova più la sua strada, dominato com’è dalla carne che atrofizza le aspirazioni dell’anima.
      Se poi vai un pizzico oltre, ti ritrovi il confortante principio del cap. 8:
      - “quelli che sono in Cristo Gesù” non possono subire alcuna condanna, perché Dio ha reso possibile quello che era impossibile alla Legge, mandando il proprio Figlio Gesù. Egli ha sconfitto il principe di questo mondo e annullato il suo dominio e quello della morte. La natura umana, schiacciata dalla debolezza, dalla fragilità e dall’incapacità di uscire dal dominio del peccato è resa libera, è ricondotta alla sintonia con Dio, ad una condizione di vita dimensionata all’amore di Dio (questo concetto è per voi nc scomodo dati i convincimenti distorti che vi animano). Questa nuova realtà è grazia e dono dello Spirito di Dio. -
      I cristiani, dice proprio Paolo, sono “guidati dallo Spirito di Dio”, che li fa camminare dalla schiavitù alla libertà, dal peccato alla grazia, dalla morte alla vita. Sono Figli di Dio, eredi di Dio, coeredi di Cristo.
      Ricordatelo quando il tuo amato Kiko vi svilisce, umilia e quando sgualcisce la Verità!

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    3. Abbiamo ragione a dire che FAV non deve scrivere su questo blog. Perchè scrive? Per convincervi? Vi ha mai convinto di qualsiasi cosa? O gli piace farsi criticare? E' per caso un masochista? Oppure vuole far vedere che un catechista ha autonomia nel Cammino disobbedendo al sommo Kiko che dice di non scrivere sul blog e affini? Oppure si è messo d'accordo con Kiko per scrivere, in modo che poi gli fa vedere le vostre risposte e gli dice : hai visto i cattivoni del blog cosa scrivono sul cammino? e fargli quindi propaganda del tipo : siamo perseguitati, ecc...Oppure è uno del blog stesso camuffato da FAV (sospetto che viene perchè lo pubblicate sempre al contrario di altri) per poter rispondere quello che rispondete? Oppure..oppure...oppure....

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    4. FAV scrive perché ha delle opinioni ed intende comunicarle. Noi non facciamo dietrologia come negli scrutini del Cammino e non ci chiediamo di ognuno il perché desideri comunicare il proprio pensiero: chiunque lo faccia, ha i propri motivi, ma l'importante è che ciò che esprime sia in tema, sia civile e permetta l'approfondimento e la riflessione.
      In ciò trovi già la risposta del perché gli interventi di FAV sono pubblicati: perché sono civili e in tema.

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    5. @fallacio
      "Qui kiko sta parlando dell'uomo pagano come anche fa San Paolo nella sua epistola ai Romani capitolo 7.

      Grazie per averci ricordato che nel cammino si considerano pagani anche e sopratutto i cristiani della domenica. E grazie per ricordarci che il cammino non serve a nulla dato che si continua a rimanere pagani.

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    6. Ma se è la foto di quello che voi siete:
      figli del demonio
      peccatori che non potete non peccare
      ?

      Pax

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  14. Abbiamo il primo Vescovo uscito dalle comunità neocatecumenali, tremate "osservatori" arriveremo al Papa uscito dalle comunità neocatecumenali, che vi scomunichera' andrete dai vostri simili la fraternità pio x

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    1. Non è il primo vescovo uscito dalle comuni neocatecumenali. Non dimentichiamoci l'ex itinerante Del Palacio, vescovo del Callao, rimosso con disonore. E poi l'ex vescovo di Guam, Apuron,'fratello' del Cammino dal profilo morale così alto! Non siate troppo umili...non dimenticate le vostre glorie!

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  15. @Rebel, questa è la catechesi completa, tratta da un annuncio di un paio di anni fa: "Questo è un testo bellissimo, il capitolo ottavo della Lettera ai Romani: la vi ta del cristiano nello Spirito; e il capitolo settimo che parla della vita dei pagani, che fanno il male che non vorrebbero fare, perché sono schiavi dei desideri della carne, del corpo. Abbiamo ricevuto un corpo che è ferito come dice il Catechismo della - Chiesa Cattolica -, è ferito dal peccato originale, per questo nelle decisioni che gli uomini prendono sempre c'è questa ferita dell'egoismo, della realtà che l'uomo non è perfettamente libero per il bene, perché è ferito dal peccato originale, e il suo frut to si vede in tutto quello che ci attornia. Ma noi siamo stati chiamati dal Signore per essere liberi dalla legge, dalla schiavitù del peccato e della morte, per essere liberati e vivere non secondo le concupiscenze della carne, cercando in tutto noi stessi."
    Fallacio Asino Vinicio

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    1. un paio d'anni fa si nomina il Catechismo della Chiesa cattolica, alla buon'ora, vostre maestà imperiali.

      2019-2977 = 42

      non c'è di che dare lezioncine o vantarsi ma di fare ammenda pubblica, casomai.

      A. NOn.

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    2. EC 1977 non 2977 (così si fa un'ammenda pubblica) A. Non.

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    3. Ma poi la cosa ridicola è che FAV cita un passaggio che abbiamo riportato noi su Osservatorio, perché i mamotreti di Kiko sono secretati! E dimentica di dire che, nella stessa 'catechesi' perde di vista il foglietto con gli appunti scritti da chissà chi e torna alla solita vecchia mangiatoia di eresie!

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    4. Si, guardate, Fav non fa altro che arrampicarsi sugli specchi. Si affanna e mai riesce a cavarsela. Forse perché far passare per verità la menzogna non è una questione plausibile?

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    5. Quindi abbiamo ragione o no che FAV non deve scrivere sul blog, visto che non ne azzecca una? Ma forse gli piace perdere, e che perda, allora........

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    6. Occhio: più FAV scrive, e più dimostra l'incompetenza e la malafede tipici della "spiritualità" neocatecumenale, insieme a maldicenza, mormorazione e giudizio temerario.

      Finora non si è mai visto un neocat ragionevole e capace di ammettere che il Cammino ha dei problemi da correggere subito.
      Se un kikos si spingesse a quel punto, avrebbe già non uno ma due piedi fuori dalla setta.

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  16. Dalle mie parti sta girando un messaggio sulla messa dell anniversario della morte di Carmen il 19 di luglio. Il messaggio dice che "per la causa di beatificazione sara' un segno motlo importante il numero di persone che assistiranno perche sara' un evento storico per il Cammino Neocatecumenale".
    " Alla fine dell'Eucarestia si faranno segni importanti per annunciare che comincia il processo di beatificazione di Carmen, anche se mancano ancora mesi per l'apertura ufficiale della sessione. Il semiario redemptoris mater sara aperto anche dopo la messa cosi i fedeli possono visitare la tomba di Carmen. La pace.

    Pilar pajes ( segretaria del centro neocatecumenale di madrid)
    Charlie Metola (Postulato diocesano per la causa di beatificazione di Carmen)

    Poi segue in altro messaggio con el indicazione per vedere la messa su youtube, e che ci sara un articolo dedicato sul sito Alfa y Omega il 16 di luglio.
    Inoltre il messagio invita ancora una volta i fratelli e i presbikikos di partecipare in molti perche questo sara un segno importante per la causa di beatificazione...

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    1. È loro abitudine confidare nell'apparenza. Pensano che una cifra consistente di partecipanti sia utile ad affascinare la Chiesa, quindi a convincerLa della loro bontà. Non hanno ancora compreso che l'effimera e fasulla forma a nulla serve dato che non vi è sostanza?
      I loro annunci sono costellati di numeri esorbitanti costruiti appositamente per ingannare. Nulla è suscitato da Dio, tutto è studiato a tavolino. "Invitano molti presbikikos a partecipare poiché questo è un segno importante per la causa di beatificazione...". Cosa temono? Perché necessitano di segni terreni? Perché si affannano così tanto per ottenere credibilità? Forse quelle 1.500 'testimonianze' di "grazie ricevute" e le documentazioni che hanno preparato non sono poi così attendibili e plausibili?

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    2. Insomma, ci sarà una Messa non in suffragio di Carmen, ma in onore di Carmen? La differenza è importante.
      Non so dove sia attualmente l'anima di Carmen Hernandez, ma è chiaro che non è morta in concetto di santità. Per anni i neocatecumenali si sono dimenticati persino della sua esistenza: tutti osannanti Kiko sempre Kiko e solo Kiko non hanno mai sofferto l'assenza di quella persona enigmatica, sempre corrucciata, incapace di dire una parola buona per nessuno. Ora la continua insistenza (vedi la lettera in cui si raccomanda agli adepti di seguire l'evento o la raccomandazione di chiedere grazie a Carmen e di segnalare quelle ricevute) li ha convinti che questa donna fosse ciò che non è mai stata. Comunque, non certo una santa, anzi, una persona sicuramente caratteriale.
      Eppure non pregano per lei, non sono interessati alla sua salvezza, non celebrano Messe in suo suffragio, ma solo eventi pubblicitari per il Cammino.

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    3. Ho pena per loro.
      Ancora continuano a pensare che , facendo vedere il "potente cammino" con tutte le sue truppe cammellate possano ottenere quello che non gli spetta. Fatevi una domanda, cari camminanti in buona fede: se Carmne fosse davvero questa "santa di categoria superiore" avrebbe bisogno di tutto questo? Di questo continuo invitare a farsi vedere, a scrivere di presunte grazie (lo sapete che ci vuole un miracolo appurato da fonti scientifiche super partes vero)?

      E poi Carmen avrebbe gradito tutto questo, dato che in vita disprezzava chi richiedeva grazie ad un santo?
      CAri camminanti in buona fede, A CHI SERVE la beatificazione di CArmen? Alla CHiesa intera? Neppure per sogno. Serve a fare pubblicità ad un cammino che, ed oramai è sotto gli occhi di tutti, fa fatica persino a far entrare i propri figli.

      Fatevele due domande... Vi farà solo bene

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  17. I fratelli del Cammino, ad una certa "tappa", son costretti a proclamarsi «figli del demonio»: a quanto pare Kiko detesta la dicitura «figli di Dio», e pertanto menziona il suo vero ispiratore.

    Alcuni indiavolati kikos oggi festeggiano non per cristiana gioia ma per il gusto di vendetta, perché il Bergoglio ha promulgato un motu proprio zeppo di ambiguità che verranno sfruttate per porre restrizioni arbitrarie alle celebrazioni della liturgia "tridentina". I kikolatri raglianti non hanno né letto il documento, né meditato esattamente i contenuti. Odiano a morte la liturgia tridentina. Lo sanno benissimo che c'è un'abissale differenza tra culto a Dio e carnevalata kikista-carmenista.

    Un'ampia discussione la trovate sul blog Chiesa e Postconcilio - qui infatti ci occupiamo del Cammino, e se abbiamo consigliato la liturgia tridentina è perché viverla per un po' è una vera terapia d'urto contro le imbarazzanti carnevalate liturgiche inventate da Kiko e Carmen.

    Nello stesso giorno in cui è stato pubblicato quel motu proprio, abbiamo già una prima analisi da parte di un canonista, che comincia osservando dei punti fondamentali: per esempio, in nessun punto del documento vengono poste restrizioni, da nessuna parte viene abrogato qualcosa.

    Vi ricorda qualcosa? Ah, già, la fatidica "lettera di Arinze", cioè la lettera del cardinale Arinze del 1° dicembre 2005 che comunicava le «decisioni del Santo Padre» che poneva restrizioni al Cammino (tra cui l'obbligo di partecipare almeno una volta al mese alla Messa della parrocchia) e abrogava usanze liturgiche del Cammino (tra cui il dire che la Comunione non va fatta da seduti e tutti insieme contemporaneamente ma va fatta come in tutta la Chiesa).

    Dunque, a dispetto delle agenzie di stampa - che cercano sempre di piazzare il titolone in prima pagina - la liturgia tridentina non è stata abolita (non può esserlo, e Benedetto XVI lo ha ricordato e lo ha addirittura motivato spiegando che «ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso»: nel documento bergogliano di oggi non viene negata questa motivazione, né viene legiferato contro la liturgia tridentina).

    Vi ricorda qualcosa? Ah, già, la fatidica "lettera di Arinze", che fu messa nero su bianco il 1° dicembre 2005 ma che era stata largamente anticipata a Kiko e Carmen, fino a pochi giorni prima (il 19 o 20 dicembre 2005 furono ricevuti da papa Ratzinger per spiegar loro le stesse cose della lettera e dire: "ve lo faccio scrivere fra qualche giorno dal cardinal Arinze così avrete un documento ufficiale"). Ma Kiko e Carmen, campioni di disubbidienza al Papa, avevano già deciso di ignorarla. Speravano che restasse segreta. Ma sapete, Benedetto XVI ne avrà fatto menzione coi collaboratori. E anche Arinze ne avrà parlato coi collaboratori. E siccome era qualcosa di grosso, nel giro di poche settimane, poco prima di Natale, il contenuto della lettera era già noto fuori dai sacri palazzi, e il Tornielli pubblicava su Il Giornale un'anticipazione piuttosto esatta. Cosicché intervenne furente l'ineffabile Gennarini intimandogli di ritrattare e correggere il tiro. Cosa che il Tornielli fece ("tengo famiglia!")... e sarebbe finita lì, se non fosse che il 1° gennaio 2006 Magister pubblicò il testo completo della lettera. Con tutte le restrizioni, e le precisazioni, e le citazioni di documenti a sostegno, e la conclusione che il Cammino deve seguire i libri liturgici approvati senza aggiunte né omissioni. Giuridicamente impeccabile - come si conviene ai documenti legislativi importanti - e validissima ancor oggi.

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  18. È molto bene che circolino lettere che chiamano in adunanza kikos e presbiteri kikiani, perché questo è un modo certo per testimoniare che la "fama di santità" richiesta riguardo al candidato non è spontanea. Requisito imprescindibile stabilito nella Sanctorum Mater della Congregazione delle Cause dei Santi.

    Già nelle istruzioni per lo svolgimento delle inchieste diocesane è sancito il requisito dell'esistenza della spontaneità della fama di santità (Titolo II, art. 7 § 2 Sanctorum Mater):

    "La fama deve essere spontanea e non artificiosamente procurata. Deve essere stabile, continua, diffusa tra persone degne di fede, vigente in una parte significativa del popolo di Dio"

    Questa dell'organizzazione di un'Eucarestia dedicata e l'invito a partecipare in molti, specialmente preti kikiani, toglie ogni spontaneità alla fama di santità di Carmen, soprattutto quando si ribadisce che "sarà molto importante il numero delle persone... sarà un segno importante per la causa di beatificazione".

    Artificiosamente procurata è dir poco: i kikos obbediscono a qualsiasi comando che venga dall'alto della loro piramide, per cui questo apparente invito, nonché comando, è indubbiamente qualcosa di artificioso che richiede obbedienza kikiana e non spontaneità.

    Si capisce in modo chiarissimo che l'evento è organizzato come dimostrazione per la causa di beatificazione e non per una spontanea credenza nella santità della donna.

    Se poi il tutto, come mi pare di capire, si svolge a Madrid, dove c'è anche la tomba da andare a visitare, è chiaro che si vuole impressionare la fase diocesana che per l'appunto si apre nella diocesi di Madrid.

    Stavolta, però, la lettera è a firma del postulatore e della segretaria del Centro Neocatecumenale ("diocesano" perché si trova nella diocesi, non perché appartenga alla diocesi, altra voluta confusione terminologica).
    Molto strano che non l'abbia firmata il trio dei fundadores.

    Spero che, in pochi o molti che siano i kikos-comparse, chi di dovere si renda conto che questa "non spontanea fama" riguarda solo i neocatecumenali di parte e non certo tutta la Chiesa universale.

    Sarebbe interessante poter leggere tutta la lettera, se Anonimo Texas la può inoltrare.

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  19. La pasqualoneria invasata e con la bava alla bocca sta ragliando fortissimo per il motu proprio di ieri di papa Francesco.

    Vien quasi voglia di rispondere ironicamente ai pasqualoni: ubbidiremo alle decisioni del Santo Padre di ieri così come i neocatecumenali hanno ubbidito fino a oggi alle «decisioni del Santo Padre» del 1° dicebre 2005.

    Ma il problema del motu proprio di ieri non è nostro: è anzitutto dei sacerdoti che celebrano devotamente la liturgia tradizionale, per cui vedremo cosa succederà.

    Intanto, i pasqualoni fortissimamente raglianti fingono di non ricordare che quelle del 1° dicembre 2005 erano un richiamo a seguire le normative già vigenti per tutta la Chiesa... mentre nel caso del motu proprio di ieri si tratta di restrizioni, non di un reagire a disubbidienze e strafalcioni.

    La lettera della Congregazione del Culto Divino, a firma del suo prefetto dell'epoca, card. Francis Arinze, contenente le «decisioni del Santo Padre» contro le liturgie del Cammino, datata 1° dicembre 2005, vietò esplicitamente le carnevalate neocatecumenali e comandò di abolire la pagliacciata della "comunione seduti tutti insieme contemporaneamente".

    Abbiamo tutti visto come se ne è infischiato il Cammino e come se ne infischia ancor oggi. Dopotutto il Cammino è ispirato dal demonio, e il demonio non è certo fonte di buonsenso, ubbidienza, sensus fidei, sublimità della liturgia...

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    1. grazie per i pasqualoni raglianti, questo ci sprona a proseguire per la nostra strada

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    2. "Grazie per il «razza di ipocriti»", gridarono i Farisei digrignando i denti, "questo ci sprona a proseguire per la nostra strada; presto, convocate il Sommo Sacerdote!"

      Non sia mai che un kikos metta da parte il patetico vittimismo e si accorga dei fatti ampiamente documentati.

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  20. C'è da chiedersi dove voglia andare a parare Papa Francesco quando si dice rattristato in ugual misura sia dagli abusi della pratica del vetus ordo che da quelli perpetrati sul novus ordo.

    Col MP Traditionis Custodes ha duramente limitato la celebrazione della Messa vetus ordo, paventando una non accettazione del Concilio V. II ed un latente scisma all'interno della Chiesa.

    Mi chiedo allora perché non agisca con altrettanta fermezza e durezza verso chi perpetra abusi nella Messa celebrata secondo il novus ordo, equivalenti a quelli intravisti per il vetus ordo quanto ad obbedienza e rispetto della liturgia.

    Non è che se si dice di accettare il Concilio V. II e poi si commettono abusi liturgici, questi non vadano stigmatizzati con altrettanta fermezza.
    Se ci sono abusi, da entrambe le parti (come spiega Papa Francesco nella lettera di accompagnamento al MP), chi li commette va trattato allo stesso modo, altrimenti la dichiarata azione in base al Concilio V. II diventa un lasciapassare per il trattamento più indulgente verso coloro che rispetto ad esso commettono abusi.

    Se nelle intenzioni di Papa Francesco c'è la salvaguardia dell'unità della Chiesa, mi pare logico che questa debba contemplare ogni forma di abuso ed ogni prefigurazione di scisma.

    Si va allora allentando la convinzione che la Chiesa abbia nutrito in seno il Cammino Neocatecumenale per non danneggiare i neocatecumenali in buona fede: non ci si è fatti lo stesso scrupolo per quanto riguarda coloro che partecipano alle liturgie vetus ordo. Essi sono stati limitati e duramente trattati, senza evidente tema che si sentissero danneggiati.

    Comincio quindi a pensare che allora la Chiesa voglia mantenersi in seno la serpe neocatecumenale e che non agisca affatto per la tutela dei neocatecumenali in buona fede quando tergiversa sulle decisioni da prendere o non si impone per il rispetto delle proprie esortazioni.

    Non so che disegno possa esserci dietro, ma questo MP mi fa guardare con nuovi occhi a tutti i recenti decreti sui leader dei movimenti e sul ministero di catechista.
    Non è che attraverso di essi, ben lungi dal voler limitare, si voglia invece aprire il terreno all'apertura di legittimazioni a copertura e sanatoria di abusi persistenti?
    Un catechista neocatecumenale che abbia ricevuto il ministero di catechista secondo il decreto recente del Papa, a questo punto diverrebbe pienamente regolarizzato e la dimostrazione della sua eretica predicazione sarebbe molto più difficile.

    Io non ho mai partecipato ad una Messa vetus ordo, quindi non parlo per difendere il "partito", ma proprio da osservatore oggettivo e disinteressato scorgo negli ultimi provvedimenti papali qualcosa che mi lascia una sensazione di disequilibrio.

    Se per l'unità della Chiesa, come motiva Papa Francesco, gli abusi vanno eliminati, ciò dovrebbe valere per tutti i tipi di abusi, vetus o novus ordo che siano, specialmente per quelli chiari e già inutilmente maneggiati.

    A questo punto non si può più credere ad un'inazione dovuta al rispetto delle persone o al timore di uno scisma: quando si vuole queste questioni passano in second'ordine, evidentemente.

    Chi vivrà vedrà.

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  21. Il Motu proprio di Papa Francesco non condanna la liturgia antica, ma vuole ridurre i rischi che essa possa diventare causa di una rottura di comunione all'interno della Chiesa.
    Si vuole inoltre difendere la liturgia emanata da Paolo VI. Questo desiderio è da tutti noi ampiamente condiviso: anche se probabilmente la si difenderebbe meglio combattendone gli abusi, primi fra tutti quelli neocatecumenali, ma non solo.

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    1. Ma non si faceva prima, a fine Concilio, a permettere entrambe le liturgie? Questo casino non sarebbe successo, la Chiesa non capisce proprio una mazza. Peggio per lei

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    2. Ottima domanda, a cui purtroppo segue una risposta piuttosto dolorosa (per i cattolici).

      Anzitutto il Concilio Vaticano II è stato imposto a sorpresa da Giovanni XXIII, che sorprese anche i suoi collaboratori. Se da un lato si avvertivano certe urgenze - come ad esempio sul piano dottrinale la condanna del comunismo e sul piano liturgico una strigliata ai preti che celebravano frettolosamente o in modo "ingessato" -, dall'altro versante c'era una voglia matta di "fare la rivoluzione nella Chiesa". Quest'ultimo punto, da solo, era già sufficiente a far considerare pericolosa l'eventualità di un Concilio. Giovanni XXIII, incautamente, annunciò il Concilio.

      In secondo luogo, il Concilio partì col piede sbagliato. Giovanni XXIII voleva che si discutessero certi temi e che durasse poche settimane al massimo. Invece i cosiddetti "schemi preparatori" furono scartati in blocco e subito, per far partire altri tipi di discussioni. E il Concilio si protrasse per anni (Giovanni XXIII morì nel frattempo).

      In terzo luogo, i documenti conciliari contengono troppi spiragli comodi per i rivoluzionari. Pur di essere "pastorale", usò un linguaggio non definitorio ma sfumato e e ampio. I rivoluzionari ne hanno approfittato, e naturalmente hanno disubbidito a ciò che non faceva loro comodo: per esempio la costituzione Sacrosanctum Concilium comanda di mantenere il canto gregoriano, e infatti tutti se ne sono infischiati tranne i tradizionalisti - gli unici che ancor oggi conservano il gregoriano.

      Quindi c'è il fatto che certe novità rivoluzionarie non sono venute dal Concilio. Il Concilio non ha detto di girare gli altari. Il Concilio, pur chiedendo una revisione della liturgia, non ha detto di far sparire la "tridentina". Il Concilio non ha comandato di introdurre la Comunione "sulle mani". Però queste cose sono tutte successe, perché tutti i furbetti hanno preteso di far dire al Concilio ciò che il Concilio non ha detto. Per esempio la Carmen Hernández si vantava di porgere a Kiko "il Concilio su un piatto d'argento", ma a quanto pare sul piatto d'argento non c'era posto né per il gregoriano, né per le altre cose "tradizionali" dette dal Concilio, e però c'era posto per robe tipo la Comunione "sulle mani" e addirittura "tutti insieme contemporaneamente quando scatta il segnale".

      Tutti i rivoluzionari - da quelli più eleganti fino ai bifolchi borghesotti Kiko e Carmen - si son vantati di essere "frutto del Concilio". Essendo pessimi frutti, fanno capire che è pessimo anzitutto l'albero.

      La liturgia Novus Ordo approvata da Paolo VI si è dimostrata fonte infinita di abusi liturgici. Se compri un'auto nuova e ti si guasta ogni cento metri, e te la sostituiscono in garanzia e ti succedono gli stessi guasti, ad un certo punto cominci a sospettare che non sia colpa della sfortuna, ma del fabbricante.

      Come rilevato chiaramente anche da mons. Viganò, è inutile tentare di aggiustare le storture conciliari, è inutile tentare mosse come "l'ermeneutica della continuità": il Concilio e la nuova liturgia vanno semplicemente mandati in soffitta, come triste e dolorosa parentesi della storia della Chiesa. Non ci sarà neanche bisogno di sforzo, visto che ormai i fautori del vaticansecondismo sono tutti anzianis: la "primavera della Chiesa" - così definirono pomposamente il Vaticano II - ha prodotto solo ciarpame e vecchiume.

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  22. il card Siri diceva : ci vorranno 50 anni per rimediare i guasti causati dal Concilio

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  23. Avete quasi sempre ragione nel criticare il kikismo, ma non essere obbedienti al Sommo Pontefice e citare l'apostata Viganò vi rende poco credibili.
    Quindi Giovanni XXXIII, Paolo VI, GP I, GP II, Benedetto XIV, Francesco, tutti in errore e Viganò (cacciato dal Vaticano come amministratore infedele) e Siri (sconfitto in assemblea ecumenica, furente perché voleva succedere a Roncalli ma gli fu preferito Montini) veri credenti?

    La nostalgia non é virtù cristiana.

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    1. Non è che ci siamo affrancati dal monopensiero kikiano per cadere in altre dittature dell'opinione! Ognuno ha diritto alle proprie idee e alle proprie nostalgie.

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    2. Ma GPII quando diceva ai catechisti neocatecumenali che "dovevano studiare" era in errore?
      Ma Benedetto XVI quando vi ha dato la "lettera di Arinze" e vi ha detto che la messa è una sola (e non è la vostra" era in errore o no?
      Ma Francesco quando vi ha detto che dovete rispettare le culture e non imporvi e quando vi ha detto che dovete rispettare chi sceglie strade diverse dal cammino era in errore o no?

      Per come vi siete comportati evidentemente sì. QUindi, di grazia, di che stiamo parlando?

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