giovedì 23 novembre 2023

Ah, ecco il perché del TABERNACOLO A DUE PIAZZE...

La Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, nel 2005 ha proposto una relazione a cura di Mons. Mauro Piacenza, sulla storia ed il significato del tabernacolo nelle Chiese cattoliche.
Senza dubbio, quello che si evince dal lungo scritto è che il tabernacolo è il luogo dove custodire il Corpo di Cristo presente nelle ostie consacrate:

“Lì c’è la PRESENZA “REALE” non perché le altre presenze non siano vere (“reali”) ma per antonomasia, perché è SOSTANZIALE e, in forza di essa, Cristo, Uomo-Dio, si fa presente TUTTO INTERO.”

Esempio di tabernacolo cattolico

Si rimprovera la tendenza, sviluppatasi negli ULTIMI 40 ANNI, ad appiattire l’assemblea, separandola dal Sacrificio e quindi dando meno importanza al Corpo di Cristo:

“Negli ultimi quarant’anni questa idea dell’assemblea si è appiattita in un ORIZZONTALISMO SQUILIBRATO, perché separato dall’idea fondamentale di sacrificio. Così l’Eucarestia per molti, per troppi, SI È RIDOTTA AD UN SEMPLICE SEGNO DI COMUNIONE FRATERNA E LA FOCALIZZAZIONE TOTALIZZANTE SULLA SOLA CELEBRAZIONE HA EROSO SPAZIO ALLA FEDE NEL SACRAMENTO…
L’Eucarestia si è ridotta ad un piccolo segmento temporale di una mezz’oretta nella quale la parte del leone viene fatta dalle letture o dallo scambio della pace. Così decentrata, l’Eucarestia non penetra più di sé un luogo e non scandisce più il tempo.”

Anche il Codice di Diritto Canonico afferma che il tabernacolo È LA CUSTODIA DELLA santissima Eucarestia:

“La santissima Eucaristia venga custodita abitualmente IN UN SOLO tabernacolo della chiesa o dell'oratorio.”
(Can. 938 - §1)

“Il tabernacolo nel quale si custodisce abitualmente la santissima Eucaristia sia inamovibile, costruito con materiale solido non trasparente e chiuso in modo tale che sia evitato il più possibile ogni pericolo di profanazione.”
(Can. 938 - §3)

“Davanti al tabernacolo nel quale si custodisce la santissima Eucaristia, brilli perennemente una speciale lampada, mediante la quale venga indicata e sia onorata la presenza di Cristo.”
(Can. 940)

Infatti:

“AUGUSTISSIMO SACRAMENTO È LA SANTISSIMA EUCARISTIA nella quale lo stesso Cristo Signore è presente, viene offerto ed è assunto, e mediante la quale continuamente vive e cresce la Chiesa”
(can. 897)

l’Eucarestia è un SACRAMENTO, AUGUSTISSIMO SACRAMENTO.

Nel 1999 il Pontificio Consiglio emanò un’INTERPRETATIO AUTHENTICA del canone 1367 del Codice di Diritto Canonico a proposito della traduzione in lingua volgare del testo latino che aveva ingenerato confusione quanto all’esatta definizione di sacrilegio.

Senza stare ad entrare specificatamente nel merito della questione, riportiamo l’interpretazione autentica del Pontificio Consiglio, confermata dal Santo Padre che ne ordinò la promulgazione:

“Il verbo abicit (in quesito dell’interpretazione) va inteso non solo nel senso stretto di gettare via e nemmeno genericamente nel senso di profanare, ma nel significato più ampio di disprezzare, spregiare, UMILIARE. Pertanto commette grave delitto di sacrilegio contro il Corpo e il Sangue di Cristo chi asporta e/o conserva le sacre Specie con fine sacrilego (osceno, superstizioso, empio) e chi, anche senza sottrarle dal tabernacolo, dall’ostensorio o dall’altare, ne fa oggetto di un qualsiasi atto esterno, volontario e grave di disprezzo. A colui che si fa colpevole di questo delitto è comminata, nella Chiesa latina, la pena della scomunica latae sententiae (cioè automatica) la cui assoluzione è riservata alla Santa Sede”

“La Chiesa, anche quando è, per così dire, costretta a comminare delle pene, è mossa sempre dalla necessità di salvaguardare l’integrità morale della comunità ecclesiastica e procurare il bene spirituale e la correzione dei delinquenti ma in questo caso lo fa anche, e primariamente, per tutelare il Bene più grande che ha ricevuto dalla divina misericordia, cioè lo stesso Cristo Signore, fatto «pane di vita eterna» (cf. Gv 6, 27) nella Santissima Eucaristia.”

Anche senza essere liturgisti, dalle disposizioni in esame si capisce bene che il tabernacolo è dove si custodisce il Santissimo Sacramento dell’Eucarestia, PRESENZA REALE di Nostro Signore Gesù Cristo. Niente altro.
Infatti sono comminate sanzioni, anche pesanti, a chi non solo compie sacrilegio verso quel Santo Corpo, ma in ugual misura anche a chi compie un atto esterno e volontario di disprezzo.

Allora tutto ruota intorno alla definizione di disprezzo e poi di disprezzo grave, quindi sacrilegio.

Dal Concilio di Trento, mai superato, oltre alla conferma dell’uso del tabernacolo per la conservazione della Santa Eucarestia, si hanno varie casistiche di “anàtema”, tra cui:

SE QUALCUNO DIRÀ CHE NON È LECITO CONSERVARE LA SANTA EUCARESTIA NEL TABERNACOLO; ma che essa subito dopo la consacrazione debba distribuirsi agli astanti; o non esser lecita che essa venga portata solennemente agli ammalati, sia anatema.”
(can. 7)

Ora riascoltiamo ciò che Carmen Hernández Barrera, "iniziatrice" del Cammino, sosteneva:

“Io sempre dico ai Sacramentini, che hanno costruito un tabernacolo immenso: se Gesù Cristo avesse voluto l'Eucarestia per stare lì, si sarebbe fatto presente in una PIETRA che non va a male. Il pane è per il banchetto, per condurci alla Pasqua. La presenza reale è sempre un mezzo per condurci ad un fine, che é la Pasqua. NON E' UN ASSOLUTO, Gesù Cristo è presente IN FUNZIONE del Mistero pasquale”

La pietra che non va a male.
Scelta di "Gesù" per non stare nel tabernacolo.
Secondo Carmen

“Abbiamo trasformato l'Eucarestia che era un canto al Cristo glorioso, nel DIVINO PRIGIONIERO DEL TABERNACOLO.”

Come si intuisce, non è che questa “santa di categoria superiore” avesse una grande considerazione del tabernacolo: lo definisce come la “PRIGIONE” di Gesù, “divino prigioniero”, e sostiene che Gesù non volle l’Eucarestia per stare nel tabernacolo (luogo della custodia del Corpo di Cristo sacramento), altrimenti avrebbe deciso di farsi presente in una pietra. Sapeva lei, povera donna, cosa voleva Gesù, meglio della Chiesa.
Peggio ancora, però, Carmen sostiene che LA PRESENZA REALE NON È UN ASSOLUTO, ma è SOLO IL FINE PER LA PASQUA O PER L’EUCARESTIA, come a dire che quindi, quando QUESTO FINE È ASSOLTO, LA “RELATIVA” PRESENZA REALE FINISCE.

Non so voi, ma io in queste parole trovo un grande disprezzo per Gesù-Eucarestia che la Chiesa bimillenaria, e non Carmen Hernandez, ha stabilito come dogma che sia una PRESENZA ASSOLUTA, TOTALE E PERMANENTE, tanto da custodire le Sacre Specie consacrate nel rispetto del tabernacolo.
Checché ne dicano i nuovi teologi post-conciliari.

Carmen non ha detto che “non è lecito” conservare la Santa Eucarestia nel tabernacolo, ma ha detto che il tabernacolo È SBAGLIATO ED INUTILE, perché la presenza reale del Corpo di Cristo nelle sacre specie è RELATIVA e volta al solo fine dell’Eucarestia. Poi finisce.
Niente adorazione eucaristica davanti al Corpo di Gesù nel tabernacolo, quindi.
Niente adorazione eucaristica proprio.
Niente tabernacolo.

Ci viene dunque il sospetto che il “tabernacolo a due piazze” del Movimento Neocatecumenale derivi proprio da questo disprezzo, da questo dileggio del tabernacolo cristiano come repositorio del Corpo di Cristo, che esaurisce la sua presenza una volta ottemperata la FINALITÀ EUCARISTICA.

Sappiamo infatti che questi tabernacoli neocatecumenali, oltre alla pisside con le ostie (pane-focaccia?) consacrate, contengono anche la Bibbia.

Tabernacolo neocatecumenale

Già intanto ci sorge la prima, lecita domanda: ma se nel Movimento Neocatecumenale non si usano le ostie, bensì la focaccia artigianale, cucinata nelle cucine familiari o professionali degli alberghi, che cosa verrà conservato nella pisside?

Pezzi di focaccia avanzati?
Ma non sono loro che sostengono, secondo santa Carmen, che il Corpo di Cristo consacrato nell’Eucarestia deve essere consumato TUTTO perché è RELATIVO AL FINE?
Che ci tengono allora nella pisside nel tabernacolo?

Sta a vedere che è vuota o al massimo contiene le ostie per l’adorazione, che da un certo punto in poi hanno iniziato a fare, comportandosi come i religiosi naturali (secondo loro) …

Quando consacrano le ostie per l’adorazione, nei seminari Redemptoris Mater, per esempio, si utilizzano sempre le tipiche focacce neocatecumenali? Insieme alle focacce nelle Eucarestie, per poi riporle nel tabernacolo?

Assimilare la Bibbia che, pur essendo un testo sacro, non è un sacramento, al sacramento dell’Eucarestia, al Corpo REALE di nostro Signore Gesù Cristo, ci pare un certo atto di disprezzo, anche se certe nuove teologie ecumeniche ci hanno provato a dichiarare “presenza reale” di Gesù anche altri aspetti, ferma restando però l’«eccellenza» del sacramento eucaristico, in cui la presenza reale di Cristo PERMANE e non è limitata al solo atto liturgico.

Alloggiarli nello stesso tabernacolo non ha nessun senso.
Il Corpo di Cristo è SACRAMENTO, la Bibbia è TESTO SACRO, presenza nell’atto liturgico. 

Non hanno pari dignità.

Ma allora, seconda domanda, perché hanno fatto questa scelta?

Intanto nei seminari neocatecumenali "Redemptoris Mater" il tabernacolo si trova nella yeshivà, definizione di un luogo di preghiera che per gli ebrei è l'istituzione educativa principalmente del Talmud e della Torah.

Normalmente, nelle yeshiva neocatecumenali, si trova davanti alla Bemà ebraica o greca, il luogo in cui si canta e si proclama la Parola, praticamente il pulpito dei cristiani.

Bemà (bimah) nella Yeshivà del
"Redemptoris Mater" di Perth


Tutto ciò si trova molto ben descritto nella presentazione del Redemptoris Mater di Perth, Australia.

I neocatecumenali affermano che il “loro” tabernacolo si troverebbe oltre la “porta per l’aldilà”: “al di là” di due grandi porte fatte ad ANTE, ci sono infatti:

“DUE DELLE “PRESENZE” di nostro Signore Gesù Cristo: le specie eucaristiche nel tabernacolo e la Sua Parola, sotto forma di Scrittura, sulla MENSOLA SUPERIORE.”

Il tabernacolo sta SOTTO la Scrittura.

Yeshiva ebraica

Quindi c’è una grande porta ad ante oltre la quale sta “rinchiuso” il tabernacolo insieme neanche alla Bibbia, ma “alla Sua Parola”, dicono, in forma di (generica) Scrittura.

Se, secondo Carmen, Gesù è "prigioniero" nel tabernacolo, adesso è pure "prigioniero" dentro le "porte" della struttura "doppia piazza" che chiamano "tabernacolo", insieme alle Scritture.

Se un seminarista desidera passare del tempo in adorazione eucaristica, può andare nella cappella, dove si trova davanti a “Cristo che è perennemente presente nei segni sacramentali del Pane eucaristico (ndr. vero sacramento) e delle Sacre Scritture, ambedue DIETRO le porte del tabernacolo della Cappella.”
Ma il tabernacolo non doveva essere UNO SOLO nella stessa struttura?
(Can. 938 - §1)
E i "segni sacramentali" non sono quelli che enumera la chiesa, cioè benedizioni e consacrazioni, a imitazione dei sacramenti?

Tabernacolo nella Yeshiva
del Redemptoris Mater di Perth

Ci si profonde ampiamente a descrivere la Scrittura: la Bibbia è rivestita in argento, oro e pietre preziose che si riferiscono alle dodici pietre dell’Apocalisse su cui si basa la nuova Gerusalemme, cioè i dodici Apostoli e, siccome HA GRANDE IMPORTANZA, NON DEVE ESSERE LASCIATA SCOPERTA E DOVREBBE AVERE UN POSTO D’ONORE (infatti sta SOPRA il tabernacolo).

Questo perché il TALMUD (????) dice:

 “Se vedi la Scrittura cadere, un giorno di digiuno si impone.”

IL TALMUD…

E di certo, il Talmud non può dire "il crocifisso".

Secondo tabernacolo nella cappella. Perth

Si dice che il tabernacolo MOSTRA la PRESENZA SACRAMENTALE DI GESÙ NELLE SCRITTURE (BIBBIA D’ARGENTO) E LE SPECIE EUCARISTICHE (CORPO DI CRISTO).

Capito???

Secondo i neocatecumenali il tabernacolo NON contiene il Corpo di Gesù Eucarestia, ma MOSTRA LA PRESENZA SACRAMENTALE DI GESÙ NELLE SCRITTURE!!!
Ma NON "NELLE" specie eucaristiche.
NO.
La presenza sacramentale di Gesù è NELLE scritture, non si dice anche “NELLE” SPECIE EUCARISTICHE.

È una parolina mancante, una sola, MA STRAVOLGE TOTALMENTE IL SENSO:

Il tabernacolo, secondo loro, MOSTRA la Bibbia, che rappresenta la PRESENZA SACRAMENTALE di Gesù NELLE SCRITTURE, “E” “MOSTRA” LE SPECIE EUCARISTICHE.

MOSTRA LE SPECIE EUCARISTICHE???

Il tabernacolo CONTIENE il Corpo REALE di Cristo NELLE SPECIE EUCARISTICHE CONSACRATE, il Santissimo SACRAMENTO, non delle generiche “specie eucaristiche”.

No, non crediamo ad un errore di trascrizione.
Dietro c’è proprio la classica deformazione malvagiamente neocatecumenale: intanto il tabernacolo non MOSTRA ma CONTIENE, non le specie eucaristiche in senso generico, ma proprio IL CORPO DI CRISTO, reale e permanente, nel cattolicesimo.

Quell’ “e” non seguita da “nelle”, è tutto un programma negazionista della presenza reale del Corpo di Gesù nelle specie consacrate, almeno della sua “permanenza” oltre la Liturgia.

Non so se mi sono spiegata bene.
È una questione anche grammaticale:

Il tabernacolo = soggetto
mostra = predicato verbale
(cosa?) la presenza reale = complemento oggetto
(di chi?) di Gesù = complemento di specificazione
(dove?) nelle Scritture = complemento di luogo (figurato)
e (mostra) = predicato verbale
(cosa?) le specie eucaristiche = complemento oggetto

Quindi, NON MOSTRA la presenza reale di Gesù “NELLE” SPECIE EUCARISTICHE, ma MOSTRA “SOLO” LE SPECIE EUCARISTICHE, genericamente.

Come se non bastasse, si continua la descrizione spiegando che “nella parte superiore del Tabernacolo è inciso l’Albero della Vita (proprio come il significato della menorah nella kabbalah), che produce frutti. PREFIGURAZIONI DELLE SEFIROT.”

Parte superiore del tabernacolo
nel R.M. di Perth, con relativa
"prefigurazione delle Sefirot"

DELLE SEFIROT???

Cosa sono le Sefirot?

Ovunque si cerchi compare sempre la stessa spiegazione: sono le 10 essenze fondamentali della Kabbalah.
Sono le dieci modalità o gli “strumenti” di Dio attraverso cui l’Ein Sof (l’Infinito) si rivela e continuativamente crea sia il reame fisico che la Catena dei Reami metafisici superiori (Seder hishtalshelus).
Sono: Kèter, Chokhmàh, Binàh, Dàat, Chèssed, Ghevuràh, Tifèret, Nèzakh, Hod, Yessòd e Malkhùth.

Le 10 sefirot
emanazioni  della
Kabbalah

È questo il credo cristiano?

Un tabernacolo rinchiuso dietro spesse e grandi porte che MOSTRA le specie eucaristiche e la PRESENZA SACRAMENTALE di Gesù NELLE SCRITTURE, su cui l’incisione dell’Albero della Vita produce dei frutti che prefigurano le Sefirot???

Detto questo, possiamo allora meglio comprendere perché il tabernacolo neocatecumenale è “a due piazze”, in considerazione anche del fatto che nelle sinagoghe ebraiche è sempre presente l’ARON.

Che cosa è l’Aron?

Aron ebraico

L'Aron è l’Armadio Sacro ed ha una grandissima importanza all'interno della sinagoga per la liturgia ebraica, perché è il mobile deputato a CONTENERE il Sefer Torah, i rotoli della legge. Ogni SABATO, durante le funzioni, vengono srotolati e letti. Poi vengono riposti all'interno dell'Aron.

Presenta sempre ANTE APRIBILI con all'interno i rotoli dei testi sacri.

Ed ecco svelato l’ennesimo arcano degli arcani!

Il “tabernacolo neocatecumenale a due piazze” altro non è che il sincretismo sacrilego tra l’Armadio Sacro ebraico, l’Aron, che contiene la Scrittura, e il tabernacolo cristiano che NON contiene il Corpo REALE di Cristo, ma MOSTRA le specie eucaristiche (come le potrebbe mostrare un negozio di arredi sacri). 

La Scrittura sta SOPRA ed il tabernacolo sta SOTTO.
Il tabernacolo MOSTRA la presenza reale di Gesù NELLA Scrittura.
Il tabernacolo MOSTRA le (generiche) specie eucaristiche.

E così, Gesù in persona, Gesù REALE, si trova annoverato con pari dignità (senz’altro meno) alla Scrittura e sottostà (proprio come posizionamento) alle 10 Sefiroth kabbalistiche.

Da qui escono i “preti” neocatecumenali.

Non si può allora parlare di disprezzo e umiliazione, come recita il canone 1367 del Codice di Diritto Canonico?

Francesco, Papa Francesco, alzati!

17 commenti:

  1. “Davanti al tabernacolo nel quale si custodisce la santissima Eucaristia, brilli perennemente una speciale lampada, mediante la quale venga indicata e sia onorata la presenza di Cristo.”
    (Can. 940)
    ---
    Nelle Parrocchie neocatecumenalizzate, il Tabernacolo è posizionato in modo
    defilato o altrimenti coperto da pannelli Kikiani e quindi invisibile ai più.
    Il lumino rosso, che testimonia la presenza Reale, del Corpo di nostro
    Signore, non sempre arde.
    D'altronde cosa ci si vuole aspettare
    da un setta, che si comporta addirittura peggio dei Luterani, che almeno credono nella "consustansazione"?
    Ruben.
    ---

    RispondiElimina
  2. Nella chiesa neocatecumenale di San Leone a Catania il tabernacolo non è visibile entrando in chiesa. Per raggiungerlo devi andare in fondo , andare DIETRO e lo trovi SENZA NESSUNA INDICAZIONE in una stanzetta minuscola (ovviamente senza inginocchiatoi). Lo sgabuzzino delle scope è più grande. Insomma, sembra proprio che abbiano fatto di tutto per non farlo trovare. Non sia mai che qlc sia tentato di fare un gesto da "cristiano della domenica" come adorare Gesù Sacramentato.
    P.s é molto che non entro in quella chiesa. Magari adesso hanno messo qlc indicazione. Spero che la situazione sia diversa, ma ne dubito fortemente.

    RispondiElimina
  3. Tabernacolo è l'acronimo di :

    Troppi Anacronismi Bellamente Eretici Ridicolizzano Neocatecumenali Assumendo Certe Obbrobiosita' Larvatamente Oscene

    RispondiElimina
  4. Ricorderò sempre quella volta in cui al momento della comunione fu messo un pezzetto di pane consacrato nella pisside, evidentemente per portarla a qualche malato. Dopo la comunione, l'ostiario, o il responsabile o chi per lui mise via dell'altare i calici ecc mettendo sul tavolino accanto alla mensa anche la pisside. Il sacerdote nc lo riprese dicendo che doveva stare sull 'altare perché li c era il Corpo di Cristo ma era evidente che nessuno sapeva bene come maneggiarla e dove collocarla, è evidente che capita assai raramente che " avanzi" pane consacrato dopo la celebrazione nc e nessuno in un caso simile aveva idea di come comportarsi.

    RispondiElimina
  5. Penso che questo tabernacolo a due piazze derivi dall'interpretazione forzata delle Dei Verbum del 1965, al n. 21.

    Se si legge la spiegazione di questa specie di tabernacolo nel sito domusgalialaeae.org relativo alla Domus Galilaeae, alla voce Santuario della Parola (comunemente chiamato yeshivà), si trova un rimando alla Dei Verbum n. 21 come fonte dalla quale hanno tratto il singolare tabernacolo:

    "La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo, non mancando mai, soprattutto nella sacra liturgia, di nutrirsi del pane di vita dalla mensa sia della parola di Dio che del Corpo di Cristo, e di porgerlo ai fedeli."
    (Importanza della sacra Scrittura per la Chiesa, Dei Verbum n. 21)

    Però il riferimento non pare del tutto corretto perché qui si sta parlando dell'importanza della sacra Scrittura per la Chiesa e ai punti che seguono si continua a spiegare questo aspetto.
    Non si sta parlando di come "conservare" la Sacra Scrittura, che è sempre disponibile e che, non trattandosi del Corpo reale di Cristo, non ha bisogno di un repositorio adeguato che protegga la sacra specie consacrata e consenta l'adorazione di Cristo stesso.

    Il tabernacolo, nella Chiesa Cattolica, serve come custodia del Santissimo Sacramento, dove dimora Gesù vivo, lo stesso Dio.
    Non è un'esposizione in cui sia possibile aggiungere altro, anche se di grande importanza.

    Le Sacre Scritture non hanno bisogno di "custodie" e "repositori", essendo ognora disponibili per tutti.
    Non è come per gli ebrei, che conservano la Torah nell'aron (arca dell'alleanza), perché è per loro la cosa più sacra, non avendo Gesù Cristo Signore.

    Aprono questo armadio sacro (proprio della religione ebraica) solo allo shabbat. Allora vengono aperti questi rotoli (scritti a mano) per la liturgia e poi riposti nell'aron.
    Per loro è "il luogo più prezioso della sinagoga, concepito a immagine di quell’arca del patto, aron ha-berit, che conteneva le tavole della legge ricevute da Mosè sul Sinai, e che viaggiò con i figli d’Israele finchè fu traslata definitivamente nel Tempio." (definizione ripresa da un sito ebraico).

    Così si capisce che per l'ebraismo, che si rifà all'Alleanza del Sinai, l'arca santa sia la cosa più importante.

    Ma noi siamo cattolici ed abbiamo Gesù Cristo. Vivo nel tabernacolo, che per un mistero impenetrabile ogni volta rinnova la sua morte e la sua resurrezione nella carne di uomo.
    Questa per noi è la cosa più importante, nulla togliendo alle Sacre Scritture.

    Se quindi la Dei Verbum, riferendosi soprattutto alla sacra liturgia, esalta l'importanza delle Sacre Scritture, non pare proprio che voglia dire che possano essere custodite in un tabernacolo insieme a Gesù Cristo vivo.
    Il passo è troppo lungo.
    Noi non abbiamo bisogno dell'aron, armadio sacro dell'ebraismo, perché abbiamo Gesù ed il suo Corpo nelle sacre specie consacrate deve essere adeguatamente custodito, non essendo di pietra come sembrava meglio alla spagnola e non dovendo essere consumato tutto subito come nelle Eucarestie neocatecumenali.
    Marco

    PS. Siccome l'ostia si può consacrare solo durante l'Eucarestia (can. 927 CJC), mi domando se, per esempio alla Domus Galilaeae, utilizzino per le eucarestie anche le semplici ostie al posto della focaccia azzima. Altrimenti come farebbero a mettere l'ostia nella cappella dell'adorazione?
    La loro focaccia casalinga non si presta a tale scopo, quindi, se c'è un ostensorio, ci devono essere anche le ostie consacrate.
    Ecco che allora si dimostra che l'utilizzo di focacce casalinghe non può essere concepito per tutta la Chiesa e che anche i neocatecumenali devono piegarsi all'utilizzo delle ostie di carta (come sprezzantemente le definì l'aspirante santa spagnola), se vogliono fare adorazione.

    RispondiElimina
  6. il cammino è diventato stantio ,vecchio,noioso, interessucci personali ecc ecc eccc

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il problema del Cammino è che si spaccia per cattolico ma non lo è.

      Dunque le sue possibili apparenze di stantìo anziché scalpitante sono del tutto irrilevanti, perché in entrambi i casi il Cammino si spaccia per cattolico ma non è cattolico.

      Il Cammino, nonostante applausi, statuti e incoraggiamenti, si spaccia per cattolico ma non lo è. Il detenere una patente di guida non ti esonera dal rispettare le norme del codice della strada. Se non le rispetti, meriti multa e carcere, poco importa di come hai conseguito la patente.

      "Cattolico" significa vivere quell'unica vera fede dell'unica vera Chiesa. Si può viverla in modi diversi (abbiamo santi bambini, santi re, sante casalinghe, santi militari...) perché le singole anime provano maggior gratitudine riguardo ad uno dei tantissimi tesori spirituali anziché a un altro, ma sempre nello stesso alveo. È sbagliato pensare che si possa vivere la fede acconsentendo ad inquinarne un aspetto: per fare un esempio, non è vera fede quella che banalizza i sacramenti, anche se si riempie la bocca di "ilsignore-ilsignore", anche se proclama il Vangelo, non è fede: al massimo sarà una finzione di fede, non può essere fede se prescinde dai sacramenti, se li inquina, se li banalizza.

      E per inquinare e banalizzare non c'è bisogno di proclamarlo a chiare lettere. Il Cammino non vi dirà mai "ehi gente, rendiamo ridicola la liturgia, riduciamo il Santissimo Sacramento a una specie di sacro snack!", non ve lo dice, non ve lo comanda in modo chiaro, ma vi obbliga a viverlo (ed oggi è sabato, e vi obbligherà anche stasera). Le cosiddette "catechesi" del Cammino non vi diranno mai "ehi gente, l'unico vero redentore è Kiko!", non ve lo dicono ma di fatto ve lo impongono, perché se qualcuno osasse apprezzare un'opera di arte o musica sacra che non sia una deiezione di Kiko... "a quel fratello gliela fecero pagare cara!" (figurarsi se donate soldi a opere di carità che non c'entrano niente col Cammino: ve la faranno pagare molto cara, "siete schiavi di mammona e in braccio al demonio!").

      Il Cammino è opera di mani d'uomo, e in quanto tale è destinato a perire. Il Cammino è "ispirato" solo dal demonio, è un "dono" ma del demonio, e come tale diventa irrimediabilmente "stantìo", "noioso", eccetera (al contrario, nonostante il fatto che la fede sia stata vissuta in tantissimi modi diversi nei venti secoli di cattolicità che ci precedono, noi ancor oggi possiamo scoprire la fede e trovarla adeguata alla nostra vita, anzi, addirittura indispensabile).

      Il Cammino si sta "esaurendo" proporzionalmente alle capacità di Kiko; i kikolatri di oggi non potranno vivere di soli ricordi domani (e poi, diamine, fareste davvero la cerimonia delle "alzate" alla chiamata di un Gennarini?), e i primi a saperlo sono proprio i pezzettoni grossi del Cammino che si sono affrettati, da almeno vent'anni a questa parte, a intestarsi immobili, a piazzare i figli in un comodo e lucroso posto di lavoro, ad accaparrarsi rendite e benefici, a trar vantaggi materiali finché potevano; e vedrete che saranno i primi a scapparsene (portandosi soldi, beni e privilegi accaparrati grazie alla setta) quando le cose si metteranno male. Per questo vanno considerati dei "non credenti in Kiko e Carmen, ma praticanti il kikismo-carmenismo" (poiché ancora conveniente fingersi kikolatri pur di turlupinarvi, visto che non si è ancora seccato del tutto il fiume carsico di soldi estratto dalle tasche dei fratelli delle comunità).

      Se ad un'anima interessa fare una vera esperienza di fede, non cercherà l'ambiente scoppiettante ma quello cattolico; non cercherà l'ambiente "non noioso" ma quello in cui viene insegnata la vera fede, in cui vengono celebrati santamente i sacramenti, quello in cui la parte "spettacolaristica" è assente. Chi cerca la fede, non cerca uno spettacolino di intrattenimento, né un club dove sentirsi "privilegiati ed esclusivi" per cantarsela e suonarsela.

      Elimina
  7. Tabernacolo è l'acronimo di :

    Troppe Assurdità Bellamente Erettche Ridicolizzano Neocatecumenalmente Abnormi Cattolici Ormai Lesivamente Obbrobriosi

    RispondiElimina
  8. Miracoli di Carmen Hernandez Barrera

    Miracolo n. il più rivelatore

    Kiko ha letto su Il Messaggero che l'omicida di Giulia, Filippo, per sfuggire alla giustizia si è rifugiato in Germania mettendosi una maschera con la faccia di Kiko per confondere le idee. Orrorizzato ha implorato Carmen e lei, da Lassù. con uno schiocco di dita ha eliminato la maschera da Filippo, che è stato cosi riconosciuto, arrestato e riportato in Italia. Kiko ha avvisato Semeraro che ha avvisato il Papa che ha detto : "sublime, hermano cardenal. Esta notisia me ha confortado al puento che mi è passada l'influensia. Solo una sancta de categoria superior poteva fare esta cosa, quindi....beatificasion". Semeraro ha avvisato Kiko, che ha ringraziato il Santo Padre inviandogli un pacco con 50 scatole di Aspirina e una scritta : " Sancto Padre, se el miraclo non es efficace, prenda qualche compressa de esta roba. Saludos Kiko".

    e la causa continua...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. by Tripudio ogni tanto fa l'elenco degli aspetti negativi del Cammino, che noi non leggiamo certamente e del quale non facciamo nessun conto............

      Elimina
    2. Ma infatti è proprio quello uno dei tratti tipici dell'idolatria: l'ostinarsi a voler perseverare nell'errore.

      Gli appartenenti ad un qualsiasi altro movimento e associazione, di fronte alle critiche, qualche valutazione e qualche riflessione la farebbero, anche se si trattasse solo di chiedersi "come possiamo fare per evitare di dare quell'impressione che riteniamo essere sbagliata?".

      Invece l'idolatria no. L'idolatria non consente riflessioni critiche, non consente autocritica, non consente nulla che non sia l'elogio dell'idolo. Infatti, se un kikolatra cominciasse a nutrire un piccolo dubbio sull'operato dei cosiddetti "catechisti" o addirittura su Kiko o Carmen... ha già un piede fuori dal Cammino.

      C'è gente - anche fra i cosiddetti "catechisti" neocatecumenali, perfino fra i cosiddetti "itineranti" - che ha abbandonato il Cammino perché a furia di ripetere agli altri qualche versetto della Bibbia... ha cominciato a prenderlo sul serio per sé stessa. Cioè hanno veramente aperto il cuore alla Parola di Dio per un solo istante - e questo è stato sufficiente ad un "effetto valanga" per uscire dal Cammino e riabbracciare la fede della Chiesa. (Altri, invece, hanno abbandonato il Cammino semplicemente perché stufi di sentir nominare il nome del Signore usato come alibi per coprire le porcate dei pezzettoni grossi del Cammino)

      Tali soggetti, nel gergo neocatecumenalizio, vengono definiti "giuda", "faraoni", "sputano nel piatto dove hanno mangiato", e altre espressioni similmente schifose e odiose: zero autocritica, zero riflessione, e soprattutto zero volontà di piacere a Dio; l'unica cosa che importa ai kikolatri è essere ciò che vollero sempre Carmen e Kiko.

      Con questo blog, attivo fin da maggio 2006, non ci illudiamo affatto di convertire i kikolatri; ci limitiamo a offrire quelle informazioni e quelle testimonianze che nel Cammino vengono prontamente censurate, ignorate, banalizzate, screditate, infangate. Coloro che hanno già un piede fuori dal Cammino, hanno il diritto di sapere che la fede cattolica è un giogo "soave e leggero", non un pesantissimo e imbarazzantissimo fardello. E gli asini kikolatri che vengono qui a ragliare, lo fanno non perché abbiano qualche possibilità di controargomentare, ma solo perché hanno il fondato terrore di scoprire la dolorosa verità sul Cammino, di accorgersi di essere stati turlupinati fin dalla primissima sera delle "catechesi iniziali", di aver indotto in errore i propri cari, di aver invano usato il nome del Signore per difendere le porcherie dei capicosca e le ipocrisie dei fratelli...

      Elimina
    3. Anonimo 28 novembre 2023 alle ore 09:51
      by Tripudio ogni tanto fa l'elenco degli aspetti negativi del Cammino, che noi non leggiamo certamente e del quale non facciamo nessun conto............
      ---
      in ogni caso, stai affermando che il Cammino, ha degli aspetti negativi e se non li avessi letti, non potresti dire che sono negativi; poi, se non vuoi o non volete tenerne conto, è un problema vostro.
      Ruben.
      ---

      Elimina
  9. C'è un'altra cosa che mi ha fatto pensare e alla quale non sono riuscito a dare una motivazione accettabile.
    Si tratta della parte superiore del tabernacolo kikiano e della relativa spiegazione tutta incentrata su fondamenti che nulla hanno a che fare col cattolicesimo (nemmeno in generale col cristianesimo).

    Tutti i tabernacoli kikiani riportano le stesse immagini, quindi basta per dedurre che non si tratta di una cosa occasionale, ma di una scelta precisa.

    Guardando bene, ci si accorge che compare distintamente ancora una volta l'immagine della menorah a 7 bracci (madre di quella a 9 bracci che mettono sulle loro mense), ed un fiore ad 8 petali di cui mi è ignoto il significato.

    Nessun simbolo cristiano come croce, pesce o altro, presente in tutti i tabernacoli della Chiesa Cattolica. Solo menorah e Sefiroth, che ben si addicono all'armadio sacro ebraico, ma per niente al repositorio cattolico.

    E poi, come ogni cosa nel kikianesimo, sono sempre tutti uguali perché uniche invenzioni del leader poliedrico, che alla fine di tutto non ha nemmeno saputo produrre più idee per un singolo oggetto.
    Ma forse non è che non ha saputo, è che un modello unico contribuisce maggiormente all'identità neocatecumenale e quindi per ogni cosa hanno un loro modello unico (croce, candelabro, tabernacolo, tappeto rosso, corone misteriche o singole pale, sedie, chiese rinnovate o di nuova costruzione...).
    Sono unici.

    Le chiese cristiane protestanti, per esempio, non hanno il tabernacolo perché non credono nella transustanziazione ma nella "consustanziazione", per la quale il pane e il vino restano tali e coesistono col Corpo e il Sangue di Cristo.

    I neocatecumenali, che chissà perché (si sa, si sa...) si incaponiscono a voler far parte della Chiesa Cattolica, non potevano dismettere il tabernacolo come i protestanti, ma allora l'hanno voluto "personalizzare" secondo la loro filosofia e gli hanno tolto la specificità di dimora e custodia del Corpo Vivo di Gesù Cristo, unendolo alla Sacra Scrittura (che è presenza, ma non Corpo vivente) e l'hanno sormontato di simboli propri di coloro che non hanno creduto alla divinità di Gesù Cristo ma hanno venerato le Scritture del Pentateuco.
    Anche nell'aspetto somiglia più all'aron ebraico che al tabernacolo cattolico.

    Quindi tabernacolo sì, ma "altro" rispetto al significato proprio del cattolicesimo.
    Un compromesso che per adesso consente ai neocatecumenali di gravitare ancora all'interno della Chiesa Cattolica come corpo "unico" e separato, contraddistinto da una propria identità che non ammette deroghe.

    Del resto, mi viene da pensare che tutto questo derivi dall'eresia incarnata nell'infiltrata alla santità, la spagnola che CREDEVA e PREDICAVA che la presenza reale di Gesù nelle sacre specie consacrate è LIMITATA e FUNZIONALE alla sola Eucarestia per volontà dello stesso Gesù, che altrimenti si sarebbe fatto presente in una pietra che non va a male.
    Anche interprete dei pensieri non espressi di Gesù, in netto contrasto con quelli della Chiesa Cattolica bimillenaria, che non ha mai pensato che Gesù potesse scegliere di incarnarsi in una pietra.

    Mi piace specificare "Chiesa Cattolica", perché di chiese cristiane ce ne sono tante, ma solo la Chiesa Cattolica è quella alla quale Gesù ha affidato il Suo Spirito.
    Se non si obbedisce alla Chiesa Cattolica non si è cattolici, ma cristiani di altro genere.
    Nessuno infatti va a sindacare che i neocatecumenali siano cristiani, se dicono in credere in Cristo.
    Ma non cattolici.
    Marco

    RispondiElimina
  10. Ma conoscete qualche camminante che veramente non RESISTE AL MALE MT5,38WSS

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il "non resistere al male" è un concetto ambiguo - le circostanze vanno analizzate caso per caso -, perché possono esserci diversi casi, tra cui:

      - impossibilità di resistere (esempio: gli abitanti di Hiroshima e Nagasaki come potevano mai resistere contro la bomba atomica?)

      - "non resistere" che diventa un farsi complici dell'ingiustizia (esempio: vien detto loro di non denunciare il cosiddetto "catechista" pedofilo abusatore)

      - resistenza semplicemente sbagliata (esempio: il Papa, lo Statuto e il Messale vietano le carnevalate liturgiche, eppure i neocatecumenali "resistono": cioè chiamano "male" ciò che è bene, e "resistono" celebrando quegli strafalcioni che offendono Dio e la Chiesa e anche il buonsenso).

      Purtroppo nella mentalità protestante e neocatecumenale c'è questa fissazione del letteralismo biblico, che comporta una badilata di ingiustizie e di ipocrisie. Proprio ciò che è gradito al demonio, cioè al vero ispiratore del Cammino.

      Elimina
  11. Trovo strano che gli stessi camminanti che reputavano normale l'inserimento della menorah/hannukkah ebraica sulle mense neocatecumenali (guai a chiamarle altari!), ora non si esprimano conformemente anche per quanto riguarda l'unicissimo, elaboratissimo armadio sacro neocatecumenale.

    Dovrebbero trovare normale anche quello.

    Ma forse, di fronte a copiose dimostrazioni del sincretismo neocatecumenale è meglio tacere, lo insegnano per induzione nel Cammino Neocatecumenale.
    Quando i problemi si fanno amari, tacciono.
    L'hanno fatto anche quando il Cammino fu eretto a persona giuridica nel 2004.
    Silenzio di tomba, mentre invece avrebbero dovuto esultare e suonare le trombe, perché finalmente la Chiesa aveva dato una configurazione giuridica al loro movimento, addirittura conferendo la personalità giuridica pubblica.
    Non son cose da tacere, ma da celebrare, specialmente per i neocatecumenali che suonano le trombe anche se lo spagnolo si attribuisce la composizione di una sinfonia di mezz'ora.

    Una cosa ho imparato stando decenni nel Cammino: quando tacciono, ci sono problemi. Spesso enormi.
    Marco

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo essere stati approvati da uno dei moderatori.

È necessario firmarsi (nome o pseudonimo; non indicare mai il cognome).

I commenti totalmente anonimi verranno cestinati.