giovedì 16 novembre 2023

LA MENORAH SULLE MENSE EUCARISTICHE CRISTIANE?

Tutti sappiamo benissimo che nelle Eucarestie neocatecumenali svetta la MENORAH, candeliere ebraico e massonico, al centro della “mensa”, mai chiamata “altare” perché secondo Kiko & Co, l’altare è "un retaggio su cui facevano sacrifici i pagani".

Vediamo allora se l’utilizzo della MENORAH sulle MENSE NEOCATECUMENALI ha ragione di esistere, se è concesso dal Messale Romano che stabilisce le regole degli arredi sacri dell’altare con precisione.

Hannukkiah a 9 braccia
in una "liturgia" neocatecumenale



Molti intuiscono l’inopportunità ed il sincretismo introdotto da tale arredo, sacro per gli ebrei ma non per i cristiani, almeno non ai fini della Liturgia, ma non ne conoscono bene il fondamento, la sua eventuale o non eventuale liceità ed ammissibilità.

Diamo prima alcune informazioni sulla MENORAH, di modo che si possa comprendere il suo valore ed il suo significato.

La Menorah è una lampada ad olio a SETTE BRACCI che nell'antichità veniva accesa all'interno del Tempio di Gerusalemme attraverso la combustione di OLIO CONSACRATO.
È UNO DEI SIMBOLI PIÙ ANTICHI DELLA RELIGIONE EBRAICA.
Nelle sinagoghe, oltre ad una lampada semplice ad olio sempre accesa di fronte all'Aron, è spesso presente una menorah o una sua rappresentazione. Una menorah è rappresentata anche sullo stemma dello Stato di Israele.

Mensa-altare domestico neocatecumenale


È il più importante tra i SEGNI DELL'EBRAISMO, il MAGGIORE ed il PIU’ ANTICO.

La Menorà era simbolo di saggezza e di illuminazione. Essa ricordava anche, come ricordano i testi, il roveto ardente, e con i suoi sette bracci è stata ancora interpretata come il simbolo della creazione che appunto richiese sette giorni per realizzarsi. La lucerna centrale simboleggerebbe il Sabato. Essa è stata interpretata anche alla luce delle dottrine cabalistiche. La Menorà fu per secoli il simbolo stesso dell'ebraismo.

LE SETTE LAMPADE ALLUDONO AI RAMI dell'UMANA CONOSCENZA , rappresentati dai sei lampade inclinati all'interno verso, e simbolicamente guidati dalla luce di Dio rappresentata dalla lampada centrale. La menorah simboleggia ANCHE LA CREAZIONE IN SETTE GIORNI, con la luce centrale che rappresenta il sabato.
Secondo Clemente di Alessandria e Filone Giudeo, le sette lampade della menorah d'oro rappresentavano i sette pianeti classici in questo ordine: la Luna, Mercurio, Venere, il Sole, Marte, Giove e Saturno.
Si dice anche a simboleggiare il roveto ardente visto da Mosè sul monte Oreb.

La Menorah è un elemento importante nella QABALAH: il candelabro dell’antica tradizione ebraica è un elemento del Tempio e ha tanti significati simbolici tra cui anche la rappresentazione delle Sephirot: le sfere di emanazione dell’Albero della Vita.
La Menorah nella Qabalah è un simbolo dai molteplici significati. Le sue sette luci rituali rappresentano la genesi del mondo e il popolo eletto. La luce stessa si può rifrangere in sette raggi e sette colori: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e violetto. La Menorah è la luce per eccellenza, il riflesso del primo atto creativo di Dio. Sette sono i livelli dell’Albero della Vita. La simbologia del sette fa riferimento anche ai misteri egizi che hanno compenetrato la Qabalah sin dai tempi di Mosè e Aronne, ci sono forti riferimenti anche all’astronomia e alla successiva simbologia cristiana.
I 22 ingrossamenti della Menorah (bulbi, corolle o fiori) rappresentano le 22 lettere dell’alfabeto ebraico, preesistenti (secondo la Qabalah) alla stessa creazione del mondo.
Ogni lettera diventa quindi uno strumento di meditazione per la Qabalah, se si seguono i 22 sentieri che uniscono tra loro le 10 Sephirot.
La Menorah nella sua interezza rappresenta le dieci Sephirot dell’Albero della Vita, che a sua volta rappresenta la Scala di Giacobbe (Genesi 28), la cui base è appoggiata sulla terra e la cui cima tocca il cielo. La lampada centrale della Menorah è la Sephirot numero 1 Kether, la corona/il principio, la lampada alla sua destra sul primo braccio è Hokmah, la seconda sfera ovvero la duplicazione/polarità, la lampada alla sinistra è Binah, la terza ovvero la moltiplicazione/generazione. Queste tre sfere rappresentano il Triangolo Divino.

Ma la MENORAH è anche un simbolo massonico per eccellenza:

A mio parere il punto più sensibile di contatto tra tradizione ebraica e Massoneria: la Luce. La MENORAH è posta davanti al Maestro Venerabile che da Oriente irradia la sua Luce, luce di Saggezza che illumina la Loggia, come recita il Rituale dell’Apprendista. Non a caso Atena, simbolo di Saggezza, è posta accanto al Venerabile, esempio del sincretismo simbolico di cui l’Officina è permeata. La Menorah brilla della luce delle sue sette lampade e dà sostanza alla luce spirituale dell’Oriente e, poiché come già detto, essa si identifica con Hokmah, la Saggezza, la potenza del simbolismo sapienziale si accresce in un rimando continuo tra Atena e il Candelabro.

Ogni fiamma dei sette bracci rappresenta uno dei sette pianeti sacri: Sole (braccio n. 1), Luna (braccio n.  2), Marte (braccio n. 3), Mercurio (braccio n. 4), Giove (braccio n. 5), Venere (braccio n. 6), Saturno (braccio n. 7).

Per noi massoni questo oggetto è importante sia  dal lato storico che da  quello simbolico.
Sotto l’aspetto storico, è UN  INDISPENSABILE ARREDO  PER LA COSTRUZIONE DEL TEMPIO, come   le due colonne, il pavimento a scacchi e  tutto il resto.
Sotto l’aspetto simbolico è LA RAPPRESENTAZIONE DELLA LOGGIA."

Ci sarebbe moltissimo altro, ma per farci un’idea può bastare.

Quindi è chiaro: la MENORAH ha molti significati: ebraico, cabbalistico, esoterico, massonico.
Nessun significato cristiano.

Eppure sulle mense neocatecumenali è d’obbligo e troneggia AL CENTRO della mensa, dove dovrebbe stare il crocifisso.

Potrebbe darsi allora che, volendo essere buoni, la si possa considerare come un semplice arredo insignificante ed ingenuo, visto che si dice che questo candelabro fu scelto da Carmen “casualmente” mentre girovagava nei mercatini ebraici in Israele. L’acquistò in David street a Gerusalemme: le piacque e la annoverò subito tra gli arredi neocatecumenali principali.

Ma purtroppo la cosa non è così semplice né ingenua, perché esiste il Messale Romano attuale che dispone CHIARAMENTE come deve essere arredato l’altare e, al di là della mancata menzione della Menorah, che volendo essere buoni potremmo comunque annoverare nella dicitura “candelabri”, precisa senza ombra di dubbio quante debbono essere le luci sull'altare, variabili in considerazione delle varie tipologie di celebrazioni.

Da lì emerge chiaro che 7 luci, o 7 ceri IN CERA e non in olio come le ampolline della MENORAH, sono possibili solo durante le celebrazioni del Vescovo, per motivi ben precisi, mentre in tutte le altre celebrazioni eucaristiche debbono essere secondo i numeri stabiliti: 2, 4 o 6. Mai 7. Mai 9 come nella Hannukkah.

Allora vediamo, dal Messale Romano:

117. L’altare sia ricoperto da almeno una tovaglia bianca. In ogni celebrazione sull’altare, o accanto ad esso, si pongano almeno DUE candelabri con i ceri accesi, o anche QUATTRO o SEI, specialmente se si tratta della Messa domenicale o festiva di precetto; se celebra il Vescovo della diocesi, si usino SETTE candelabri. Inoltre, sull’altare, o vicino ad esso, si collochi la croce con l’immagine di Cristo crocifisso.

Don Enrico Finotti spiega molto bene questa disposizione:

“Ora l’altare è sì anche mensa, ma è la Mensa del Signore, sulla quale viene deposto il suo Corpo e il suo Sangue e dalla quale si innalza il suo Sacrificio redentore. Per questo l’arredo liturgico deve rivelare il mistero invisibile e ad esso condurre l’animo dei fedeli. I ceri dell’altare quindi non sono semplicemente come quelli che allietano una cena di gala, ma devono poter proclamare la presenza viva di Cristo e del suo Spirito e muovere i cuori dei presenti alla venerazione. Per riuscire in questo intento sacro è necessario adottare una regola ben precisa, diversa dall’uso profano. Disporre i due candelabri (o ceri) o i due gruppi di essi sui due lati della mensa delinea un’identità esclusiva e tipica dell’altare, SOTTOLINEA LA CENTRALITÀ DELLA CROCE, se questa si erge nel mezzo, e il popolo cristiano, subito, ne coglie l’originalità nella continuità della tradizione liturgica.

Sarebbe anche interessante, che nei candelabri, posti simmetricamente alle due estremità della mensa, o comunque divisi dalla croce che sta in mezzo, si ravvisi il simbolo delle due nature del Verbo incarnato, vero Dio e vero Uomo. La croce poi, quale vessillo di passione e di gloria, compirebbe il simbolo col riferimento alla Pasqua di morte e risurrezione. Così l’altare rappresenta ‘iconicamente’ Cristo nei due fondamentali aspetti del suo Mistero: l’Incarnazione e la Redenzione. In tal modo la PRESENZA REALE e L’ATTO SACRIFICALE troverebbero una mirabile espressione simbolica.

In questa riflessione è voluto proporre una necessaria verifica sugli arredi dell’altare per non continuare ad essere dominati da pregiudizi gratuiti, assunti in modo acritico da usi ormai diffusi, ma scorretti e abusivi. E’ necessario riprendere con intelligenza e buon gusto aspetti importanti, abbandonati con troppa facilità e che assicurano, nella continuità della tradizione, la profonda ricchezza dei simboli liturgici. Si tratta di far nuova chiarezza, nel tumulto talvolta frettoloso e superficiale, in cui ci può condurre una prassi liturgica senza teologia e senza radici.

Si afferma anche che i ceri sull’altare durante la Messa simboleggino gli Angeli:

“I ceri accesi sull’altare durante la Messa, a destra ed a sinistra del Crocifisso esprimono ancora i santi Angeli e l’unione intima della Chiesa del cielo con la Chiesa della terra nella celebrazione del Santo Sacrificio…
Anche gli Angeli sono spesso chiamati dai Santi Dottori «delle luci celesti, delle stelle, degli astri viventi», etc. per questo motivo, la Chiesa ha ordinato fin dalle origini, che non si celebrasse Messa senza luce; e dopo i primi secoli, è stato ordinato che queste luci fossero delle CANDELE DI CERA. Il cero è in effetti, una sostanza purissima, raccolta dalle api nel calice dei fiori più balsamici…
Se le persone di chiesa conoscessero bene ed osservassero religiosamente questi minimi dettagli del culto divino, esse troverebbero nelle loro funzioni una fonte inesauribile di significato pratico, e non si abituerebbero, come spesso succede, a trattare le cose sante, come volgarmente si dice, sottogamba. Ordinariamente, nulla edifica meno della grossolana familiarità che induce la gente di chiesa ad assolvere le loro funzioni intorno ai santi altari.”

Questo lo spiega benissimo mons. De Ségur.

Invece padre McNamara, professore di Teologia e direttore spirituale, spiega la mancanza di relazione della MENORAH con le sette candele utilizzate ogni volta che un vescovo celebra la Messa:

“No, NON C’È ALCUNA RELAZIONE DIRETTA E PROBABILMENTE NEPPURE INDIRETTA.
Alcune usanze ebraiche sono entrate direttamente nel culto cattolico sin dall’inizio, ad esempio parole come Amen, Alleluia...
Le sette lampade dell’Apocalisse potrebbero essere in qualche modo legate alla menorah, ma questo non ha influenzato la loro introduzione nella liturgia...
Il Cerimoniale dei Vescovi per la Messa pontificale del vescovo dice infatti chiaramente che I CERI posti sull’altare devono essere sette.”

Quindi, anche il numero dei ceri da apporre sull’altare per la Messa è ben determinato, come abbiamo visto:

“Vi è un'ACCURATA REGOLAMENTAZIONE del numero dei CERI da porre sull'altare, sia in relazione alla solennità della messa (nella messa pontificale devono essere almeno sette, per la messa solenne sei, per la messa cantata quattro e per quella semplice due) che della festa: sei ceri accesi nelle solennità (già feste di prima classe), quattro nelle feste (già feste di seconda classe) e due nelle altre date.”

Messa di Benedetto XVI

Inoltre, questa Menorah, NON DEVE OCCUPARE IL POSTO DEL CROCIFISSO, che dovrebbe stare al centro quando è sull’altare eucaristico e non è posto “a lato”:

La disposizione classica della CROCE AL CENTRO e dei candelabri ai lati sull’altare è certamente quella che assicura meglio la loro natura di insegne proprie dell’altare, in quanto fanno corpo con esso. Questa forma è certamente la meta migliore che si dovrebbe raggiungere, anche secondo le indicazioni del Sommo Pontefice.

Ecco allora i motivi per cui LA MENORAH EBRAICA NON HA DIRITTO DI ASILO SUGLI ALTARI EUCARISTICI CRISTIANI:

1) È uno dei maggiori simboli dell’ebraismo
2) È uno dei maggiori simboli della Massoneria
3) Ha chiari e netti significati esoterici e cabbalistici
4) Ha 7 o 9 braccia, e ciò non è consentito dal Messale Romano, in cui 7 LUCI (ceri), sono consentiti SOLTANTO nelle Messe vescovili, altrimenti DEVONO essere 2, 4 o 6. Mai 7 o 9.
5) È alimentata con olio, secondo le disposizioni ebraiche, mentre le luci, i ceri, devono essere DI CERA d’api, elemento purissimo.
6) Non ha attinenza con gli arredi sacri del cristianesimo.

Può bastare?

46 commenti:

  1. Risposte
    1. Ho letto adesso tutta la descrizione del simbolismo legato alla menorah. Non c'è che dire, un capolavoro di intrecci ed arzigògoli, immagini ("eidol" ) anche magari solo mentali, il cui culto ("latria") cela, alla fine dei conti, la voglia di rendere culto a sè stessi. Complicata, elaborata, bella ed ammirabile che sia tale immagine, io che l'ho pensata o che semplicemente "me ne intendo" sono ancor più degno di culto (ovvero "me la canto e me la suono"). È questa la molla di fondo che attira i neocat. Tu, Tripudio, sostieni che il Cammino sia idolàtrico verso il trìpode Kiko Carmen Cammino, ma io porrei l'accento su quest'altro aspetto dell'idolatrìa, di cui il cammino non è che una delle tante manifestazioni: una creazione umana che si regge su una sciocca idea di essere superiori agli altri, venduta a carissimo prezzo ai poveri che ci cascano. In fondo, il culto che si rende nel Cammino è verso sè stessi.

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    2. Da un lato penso tu abbia ragione.
      Il Cammino CREA DIPENDENZA. E nelle dipendenze si cade nell'errato tentativo di cercare soddisfazione per sé stessi.

      Non la dipendenza da sostanze, ma la dipendenza psicologica derivante dalla manipolazione del pensiero autonomo.

      Il presidente del CeSAP (Centro Studi Abusi Psicologici), lo psicologo Luigi Corvaglia, sostiene che "La manipolazione, quando funziona, comporta una dipendenza dal gruppo”.
      Il manipolatore è "generalmente persona molto carismatica (in senso umano), non di rado con caratteristiche di personalità psicopatica. È un narcisista disturbato".

      Tutti possono cadere nel gruppo settario, basta anche solo attraversare un momento di vita particolare o difficile in cui mancano punti fermi.
      Tuttavia, è anche vero che alla fine si cerca una soluzione PER SE STESSI e il Cammino, di pseudo soluzioni dice di offrirne moltissime, dalla solita ricostruzione del matrimonio, alla promessa generica di felicità (che sono cose che uno cerca per sé stesso).

      Un'altra psicologa del CeSAP, Lorita Tinelli, spiega che dopo il love bombing iniziale "all'adepto viene assegnato un RUOLO e gli viene fatto credere di avere dei PRIVILEGI RISPETTO AL RESTO DEL MONDO. Allo stesso tempo, si cerca di costruire un NEMICO esterno, rappresentato da tutte quelle persone che potrebbero portarlo ad avere un pensiero critico. Al seguace, poi, vengono indotti costanti SENSI DI COLPA qualora dovesse nutrire qualche dubbio. In poche parole, non deve più pensare in maniera autonoma al gruppo. Per assicurare la sua fedeltà, inoltre, l'adepto viene sottoposto a CONTINUE PROVE che prevedono premi e punizioni; per capirci, il classico metodo del bastone e la carota. Il membro di un gruppo settario, tra l’altro, è DISPOSTO A SOTTOPORSI ANCHE AD UMILIAZIONI TERRIBILI e lo fa con la consapevolezza che è un è PASSAGGIO NECESSARIO. In questo modo ciascuno diventa CARNEFICE dell’altro. L’adesione e la devozione, insomma, avvengono attraverso la manipolazione mentale.
      Chi è dentro ad una setta viene indotto a pensare che il mondo esterno è un NEMICO da combattere, inclusi PARENTI ed AMICI di cui prima aveva fiducia. Innanzitutto, l'adepto viene allontanato dalla sua famiglia e dai suoi cari e questa è un’ulteriore violenza a suo carico, perché da questa esperienza ne risulterà ancora più vulnerabile. Ma i rischi possono essere anche di TIPO ECONOMICO: per i guru o leader, il POTERE ECONOMICO È UNO DEGLI ASPETTI FONDAMENTALI PER LA LORO SOPRAVVIVENZA PERSONALE E DI GRUPPO. Pertanto cercheranno in ogni modo possibile di racimolare sempre di più ricchezze dai loro adepti. Lo faranno con la richiesta di adesione a corsi e seminari di miglioramento, spesso molto costosi, oppure PER PORTARE AVANTI LE FINALITÀ DEL CULTO.
      Uscire da un gruppo significa dover chiudere con tutti coloro che restano all'interno e che da quel momento NON TI SALUTERANNO PIÙ NÉ TI CONSIDERERANNO COME PERSONA. Un’esperienza non semplice, soprattutto dopo anni di appartenenza. Se c'è qualcuno dei propri cari coinvolto nel gruppo, inoltre, allontanarsi sarà ANCORA PIÙ DEVASTANTE."

      Descrizione che si attaglia perfettamente al Cammino Neocatecumenale e allo spagnolo in cerca di seguaci.
      Lui ha sempre cercato seguaci per sé e i seguaci hanno sempre cercato soluzioni per sé stessi, ammantate dall'illusione che il tutto fosse ottenere la fede e salvare la Chiesa e il mondo nemico.
      La realtà è invece che non hanno salvato nessuno, se non illusoriamente quelli che sono andati a finire nella loro stessa setta.
      Al contrario, hanno distrutto molti.
      Marco

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  2. Ho sentito nel cammino che lutero ha fatto tante cose buone nella sua vita è nella chiesa ,si era solo un pochino ma propio pochino rimbabito in vecchiaia !

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    1. Lutero ha fatto tutte ottime cose e noi passeremo con lui se la Chiesa scioglie il Cammino.

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    2. Esattamente come profetizzava padre Zoffoli.

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    3. L'affermazione che "se la Chiesa scioglie il Cammino, passeremo ai protestanti" l'ha profferita anche lo spagnolo, e vedo che ha trovato seguito.

      In quest'affermazione è racchiusa tutta la filosofia gnostica del neocatecumenalesimo che, per sopravvivere a sé stesso, preferisce professarsi protestante invece che obbedire alla Chiesa.

      Dovrebbe bastare questo per qualificare il neocatecumenalesimo come un corpo estraneo alla Chiesa Cattolica, perché chi non è disposto ad obbedirle già in potenza, dichiaratamente si pone già fuori da essa.

      Io ho sempre pensato che i neocatecumenali siano cristiani non cattolici (da quando sono uscito dal Cammino), per cui non mi meraviglia affatto che piuttosto che convertirsi in cattolici preferiscano farsi protestanti.
      Sarebbero l'ennesima chiesuola tra le migliaia del protestantesimo ma di certo perderebbero adepti, almeno tutti quelli che in buona fede credono di seguire la Chiesa Cattolica.

      In definitiva a cosa tengono, già da adesso?
      Alla Chiesa Cattolica che tanto dicono di rispettare?
      No di certo.
      Tengono alla sopravvivenza del loro gruppo a tutti i costi, qui o là è uguale per loro.

      Gente così non merita di razziare ancora la nostra povera Chiesa sofferente.
      Che vadano quanto prima a razziare le chiese protestanti, dato che lo tengono in prospettiva come piano B.
      Non ne sentiremo la mancanza.
      Marco

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  3. Un altro, in inglese:
    https://thoughtfulcatholic.com/?page_id=45755

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  4. Mi sono sempre chiesto del perchè della menorah sull'altare, certo il motivo dato da Carmen mi sembra abbastanza debole anche a me..
    comunque volevo sollevare delle critiche alle argomentazioni fornite:
    1) Non vedo il problema di usare un simbolo ebraico, se come detto da voi l'origine della simbologia è qualcosa di comune tra ebraismo e cristianesimo, cioè la creazione e suoi sette giorni
    2) Anche qui il fatto che sia usato dalla massoneria non implica il fatto di non poterlo utilizzare in altri contesti, non è che se ora la massoneria avesse preso come simbolo la croce allora il cristianesimo non avrebbe potuto più utilizzarla
    3) Qui niente da dire, da quello che scrivete sembra essere così, anche qui però verrebbe da chiedersi chi ha usato prima il simbolo
    4) Qui anche niente da dire, il messale parla chiaro, una cosa che non ho mai capito è la differenza tra 7 e 9 braccia, se l'origine è la creazione o i pianeti, perchè allora esiste la variante da 9?
    5) In realtà io ne ho viste molte di più nella versione candela tradizionale

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    1. Ricordiamo alcuni concetti che per i cattolici sono semplici e comprensibili ma per i neocatecumenali sono incomprensibili o addirittura sbagliati:

      1) la liturgia è descritta dai documenti liturgici della Chiesa (anzitutto il Messale), validi per tutta la Chiesa, e non dalle estemporanee invenzioni di Kiko e Carmen.

      Il neocatecumenalismo vuole essere fuori dalla Chiesa e perciò celebra una liturgia diversa da quella della Chiesa. (vedi anche: padre Pio e il teatrino liturgico neocatecumenale).

      Nella liturgia tutto ha una storia, un significato, un'importanza. Nella liturgia non c'è nessun simbolo, parola, segno, gesto, oggetto, nulla di "aggiuntivo": c'è solo ciò che serve a rendere gloria al Signore, al massimo c'è qualcosa di esplicativo (che spiega e aiuta a capire, ma sempre sulla scia della tradizione).

      Invece i neocatecumenali commettono il madornale errore di pensare che la liturgia sarebbe uno spettacolino da abbellire con oggetti nuovi, formule aggiuntive, modificazioni, ecc. E quindi non capiscono che l'introduzione di un qualsiasi simbolo offende Dio perché è dettato o da crassa ignoranza, o da vera e propria idolatria. (Vedi anche strane analogie e concordanze fra massoni e kikolatri)

      2) i simboli sono importanti (tanto più nella liturgia) e perciò la Chiesa non adopera simboli ambigui o estranei.

      I simboli "parlano". Se Kiko e Carmen hanno avvertito il bisogno di infilare un simbolo "che sa di massonico", significa che volevano farsi belli agli occhi di qualche massone. Ed infatti negli orridi dipinti kikiani compaiono simboli massonici come l'Occhio del Cuore (sarebbe bello sapere esattamente da chi voleva farsi notare Kiko?).

      3) per qualche misterioso motivo, nessuna comunità neocat ha mai tentato di celebrare la Messa cattolica.

      Negli altri movimenti ecclesiali convivono più "accenti" diversi, ferma restando la fedeltà ai rispettivi fondatori. Nel Cammino invece vigono esclusivamente le deiezioni di Kiko e Carmen. Per le comunità neocat è letteralmente impensabile celebrare la Messa cattolica, o con canti che non siano "di Kiko", o con suppellettili sacre che non siano "designed by Kiko" (e nei momenti di assoluta emergenza, devono tassativamente kikizzare ciò che hanno a disposizione). Non si è mai avuta una comunità neocat che per almeno una volta avesse liberamente seguito le indicazioni della Chiesa anziché quelle dei due autoinventati "iniziatori" spagnoli.

      4) quel numero di "braccia" è stabilito dal Messale: andare contro il Messale significa andare contro la Chiesa.

      Per cui la domanda non è sul "perché" di 7 o 9 o di 2, 4, 6. La domanda è: perché tutti ubbidiscono a Kiko anche quando va contro la Chiesa? Cosa diavolo c'entrano i pianeti o i sette giorni della creazione, se il Messale non li menziona?

      5) l'esperienza del singolo Mandolino non riduce il valore delle esperienze altrui e delle testimonianze dei "fuoriusciti". Come mai il fratello Gino Mandolino viene qui a sproloquiare senza aver la minima intenzione di correggere gli errori del Cammino?

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    2. Per Gino Mandolino - una visione d'insieme.

      Più spesso i neocatecumenali mettono la hanukkah a nove bracci.
      Comunque sia, la hanukkah è un "derivato" della menorah in memoria del cosiddetto miracolo di Hannukkah, poi divenuto la Festa delle Luci ebraica.
      Nel gergo neocatecumenale viene ugualmente chiamata menorah e pochissimi ne conoscono la storia.
      Credono che sia un normale candelabro, solo di foggia ebraica.
      Oserei anche dire che nessuno conosce le prescrizioni del Messale Romano sulle luci dell'altare e questo facilita non poco la leggerezza con la quale si mette un simbolo ebraico sull'altare cristiano.

      I neocatecumenali medi non sanno nulla.
      Sono i capi i responsabili del sincretismo, anche solo "perché a Carmen piaceva la menorah" che in Israele si trova ovunque, non solo nei mercatini di David Street. Bastava guardarsi intorno, non è e non era un cimelio particolare da "scoprire". Ogni negozio in Israele, da quando Israele è divenuto uno Stato, vende ai turisti menorah in enormi quantità e di tutte le fogge.
      Se Carmen visse in Israele per un anno, di sicuro fu circondata da migliaia di menorah anche fuori da David Street. Le doveva conoscere per forza, non "scoprì" nulla di nuovo né di particolare.
      È poco credibile l'affermazione che "Carmen trovò (la menorah) in un piccolo negozio di David street a Gerusalemme e che acquistò per le comunità". Anche negli anni '70 si vendevano le menorah, quando le comunità erano pochissime.
      Poteva acquistarla per sé, se avesse saputo che sugli altari cristiani non ci può stare, ma non per le comunità.

      Leggiamo al link proposto nell'articolo: "nel corso degli anni Dio ha ispirato a Kiko Arguello tutto quello che oggi vediamo, dai SEGNI LITURGICI agli SPAZI CELEBRATIVI, per una più perfetta partecipazione ai sacramenti".
      Quindi Dio avrebbe ispirato a Kiko anche di porre la menorah/hannukkah sulle loro mense PROIBITE (dal 2005) al centro della chiesa, come anche avrebbe ispirato tutte le altre cose VIETATE nella Chiesa Cattolica.
      Dio avrebbe ispirato allo spagnolo delle cose VIETATE.

      Alcune possono essere forse anche piccole cose, ma se si sommano tutte insieme viene fuori un'amalgama che di cattolico ha ben poco:
      1. Non si può tenere l'altare/mensa al centro della chiesa
      2. Non si può usare un simbolo ebraico a 7/9 bracci sull'altare
      3. Non si può allontanare il crocifisso dall'altare per metterlo vicino all'ambone (che spesso dista molto dall'altare)
      4. Non si può ricevere né consumare la comunione al posto, dovendo procedere processionando
      5. Non si può assumere il Corpo di Cristo tutti insieme, dovendo assumerlo prima il sacerdote da solo
      6. Non si può bere latte e miele durante l'Eucarestia, perché i libri liturgici non lo prevedono e quindi è un'aggiunta non consentita
      7. Non si possono fare risonanze ad ogni Eucarestia, ma solo in giornate particolari
      8. Non si può sguinzagliare per la chiesa il maestro dei bambini con microfono a fare domande che può fare solo il sacerdote
      9. Non si può fare il canto alla pace, né spostarsi dal posto ("sarà necessario che nel momento dello scambio della pace si evitino definitivamente alcuni ABUSI come:
      - L’introduzione di un “canto per la pace”, inesistente nel Rito romano.
      - Lo spostamento dei fedeli dal loro posto per scambiarsi il segno della pace tra loro.
      - L’allontanamento del sacerdote dall’altare per dare la pace a qualche fedele".
      Lettera Circolare l’Espressione Rituale del Dono della Pace nella Messa - Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, approvato dal Santo Padre, 2014)

      Più approfondisco e più lo spagnolo mi somiglia a Ron Hubbard di Scientology. Ambedue hanno inventato una chiesa a loro piacimento.
      Solo che Ron Hubbard non aveva la pretesa di inserirla nella Chiesa Cattolica.
      Marco

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    3. Mandolino è l'acronimo di :

      Ma Adesso Neocatecumenali Dementi Ostentano Larvate Idee Neocatecumenalmente Orride

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    4. Sullo specifico a Gino Mandolino.

      1) Il problema ad usare un simbolo ebraico è che noi siamo cristiani cattolici e non ebrei. Noi abbiamo i nostri simboli e l’ebraismo ha i suoi.
      Gli ebrei non credono a Gesù Messia e quindi risulta alquanto inopportuno mettere sull'altare un simbolo proprio di chi non crede né nel Sacrificio né nella Resurrezione.

      2) Il punto non è la massoneria. Il punto è che si è andati a cercare un simbolo non cristiano, ma di un'altra religione, che per l'appunto coincide anche con quello della massoneria.
      Per fare spazio a questo simbolo ebraico/massonico, il crocefisso, simbolo del cristianesimo, è definitivamente sparito dalle mense neocatecumenali.

      3) Non capisco bene il riferimento al "qui". Se parli della menorah è ovvio che i primi ad usarla sono stati gli ebrei, è scritta nella Torah, nel Libro dell'Esodo. Poi sono stati i massoni e poi lo spagnoletto rampante. È arrivato ultimo.

      4) I 9 bracci, nell'ebraismo, fanno memoria della vittoria di Israele sui Seleucidi (Ellenici) e la relativa riconquista del secondo Tempio. Volevano riaccendere la menorah, ma l'olio per bastava per un solo giorno invece che per gli 8 di festa. Allora avvenne il miracolo di Hannukkah, dato che l'olio bastò per tutti gli 8 giorni. Il nono braccio centrale serve per accendere tutti gli altri, uno al giorno durante la festa delle Hannukkah (8 giorni).
      Ecco la variante del 9, anche se a noi cattolici interessa poco saperlo o no.

      5) Non so quale sarebbe la versione "candela tradizionale". Non esiste una menorah così e non esiste che nel Cammino mettano due candele tradizionali. Non so cosa hai visto.

      Marco

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    5. Ciao Tripudio e Anonimi,
      Grazie delle risposte.

      Attenzione Tripudio, definire sproloquio il mio messaggio potrebbe anche offendermi, ah giusto, forse era proprio quello l’intento.

      Ragazzi a volte mi sembra che sopravvalutiate un po’ il cristiano cattolico medio, ho i miei dubbi che, entrando in una chiesa, la maggior parte delle persone sia effettivamente a conoscenza di cosa sia un messale, tuttavia, sono aperto a cambiare opinione se mi vengono presentati dati che contraddicono questa mia percezione.

      Ritornando all’oggetto dell’articolo per me l’unica argomentazione sensata é quella del messale, il messale dice A i neocatecumenali fanno B, sbagliano, punto.

      Per tirare acqua al proprio mulino non credo servano argomentazioni tipo quella delle candele che diciamocelo lascia un po’ a desiderare, le candele a cera d’api esistono per carità, ma la maggior parte sono di paraffina che é sottoprodotto del petrolio, ora non venitemi a dire che tutte le candele e ceri a scopi liturgico sono di cera d’api…ma anche qui sono aperto a cambiare opinione.

      Ringrazio Marco per la spiegazione sulle 9 braccia, mi ha risparmiato un ricerca su google : )

      Per il simbolo in comune con gli Ebrei non ci vedo grossi problemi, alla fine il cristianesimo non è totalmente estraneo all’ebraismo, è nato da li e ne condivide molte sue radici, letteralmente le sacre scritture sono gran parte Antico Testamento, ma sui simboli liturgici ammetto di essere forse troppo flessibile io e detta legge il Messale che ribadisco mi sembra un'ottima ragione per non inserire il candelabro, alla fine come ha detto l’esilarante Anonimo 2 sono solo un demente che ostenta larvate idee neocatecumenalmente orride.

      Gyno

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    6. Il fratello Gino Mandolino era già intervenuto "a gamba tesa" a marzo 2019 insultando il sottoscritto e gli altri commentatori del blog. Inoltre sosteneva l'idea che occorrerebbe evidenziare ciò che di buono farebbe il Cammino: ma è come dire che se in una bottiglia di minerale qualcuno ci versa gocce di arsenico, bisogna guardare al 99% di acqua anziché all'1% di veleno. E nel Cammino c'è molto più veleno spirituale di quell'un per cento.

      Quando qui si parla di kikolatria, è perché nel Cammino c'è la convinzione fondamentale che Kiko e Carmen siano "ispirati", che abbiano predicato qualcosa di assolutamente perfetto, non modificabile, al di sopra di ogni critica, riguardo a cui si può al massimo cambiare qualcosina di secondario, qualche apparenza superficiale, ma che deve rimanere perfettamente identico. Non c'è la percezione di "minerale all'arsenico", nemmeno come categoria di "remota possibilità"; c'è al massimo un tentativo di fingere che qualcosa sia cambiato quel tanto che basta per avere un alibi con cui mettere a tacere le critiche... oltre al tentativo di fingere di credere che le critiche sarebbero opinioni personali anziché fatti ben documentati e massicciamente testimoniati.

      Come dimostrato da altri autori molto più preparati di noi (oltre che da innumerevoli testimonianze, e dai documenti della Chiesa), il Cammino è fondamentalmente un'accozzaglia di errori, e i suoi autoeletti "iniziatori" sono semplicemente eretici. La quantità di dimostrazioni è tale che bisogna essere in assoluta ignoranza o in malafede per non riconoscere la necessità di correzioni drastiche al Cammino. Ma l'ignoranza non può durare a lungo: non c'è kikolatra che non abbia assistito a ingiustizie, menzogne, furbate, inganni, perpetrate dai capi del Cammino, in nome del Cammino, per promuovere il Cammino.

      Ed infatti nei documentati e madornali errori del Cammino il fratello Mandolino "non ci vede problemi", proprio dopo che gli è stato ripetuto e spiegato che i problemi ci sono e non si può far finta di non vederli. "Non ci vede problemi", cioè ritiene non solo che il Cammino non debba essere corretto, ma addirittura che sarebbe impossibile che il Cammino abbia mai bisogno di una correzione. La mentalità secondo cui il Cammino è al di sopra di ogni critica, impossibile da correggere, come se il tripode Kiko-Carmen-Cammino fosse un dogma di fede, anzi, l'unico dogma di fede. Letteralmente l'idolatria.

      Qualche promemoria:

      - che senso ha questo blog

      - i giovani Balilla del DVCE KIKO

      - desiderate il dialogo? riflettete con questo questionario di 18 domande

      - testimonianza di Stefano a proposito dei trucchetti furbetti adoperati dai cosiddetti "catechisti", abituatissimi a fare ricatti morali pronunciando invano il nome del Signore

      - le "stragi eucaristiche" del sabato sera neocatecumenale

      - seggiole pieghevoli, tappeti, stravolgimento degli spazi sacri: ai kikolatri non interessa la fede cattolica, interessa solo fare le cose "come Kiko comanda", a costo di calpestare l'arte cristiana e la fede.

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    7. Ciao Tripudio,
      ti ringrazio per aver ripercorso la cronistoria delle nostre interazioni relative al sito.

      Vedo che hai un concetto di “offesa” abbastanza esteso, ma qui è la mia parola contro la tua...

      Vorrei precisare che la mia critica era specificamente indirizzata al contenuto dell'articolo, ho espresso le mie riserve riguardo le argomentazioni presentate, e comprendo che potreste non considerarle.
      Nel 2019, avevo condiviso i miei pensieri sul blog, parlare di ciò che buono fa il cammino pensavo fosse un modo obbiettivo di parlare di un argomento.

      Per quanto riguarda l'etichetta che mi hai attribuito, di essere un neocatecumenale acritico, voglio chiarire che non è mia intenzione difendere ciecamente i leader di questo movimento, per me Kiko é un mezzo rincoglionito e come lui quelli al vertice mi sembrano dei vecchi rincoglioniti con nessuna attinenza con la realtà.

      Vorrei inoltre sottolineare che non ho mai negato l'esistenza di problemi all'interno del Cammino, se non in relazione a un aspetto specifico dell'articolo. Mi sorprende come possa essere percepito come se tutti i neocatecumenali condividessero la stessa opinione; questa semplificazione non mi sembra corretta.
      Infine, non ho mai affermato che il Cammino non necessiti di correzioni. Mi chiedo con chi stai realmente discutendo: con un'immagine idealizzata di un nemico, un individuo che segue senza pensare e senza porre domande?

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    8. Attenzione, perché qui abbiamo spesso usato il termine "mentalità". Non è una mera opinione delineata da precisi contorni (o almeno, in alcuni kikolatri non appare proprio così, anche se l'impressione generale è che i kikolatri siano usciti tutti dallo stesso "stampino"), ma è una mentalità, cioè che perviene agli stessi risultati partendo dalle stesse premesse, anche attraverso strade diverse, ma pervenendo sempre agli stessi prevedibili risultati, perfino in presenza di elementi apparentemente contraddittori (per cui c'è gente che "Kiko è perfetto ma il Cammino non viene capito", e c'è gente che "Kiko è un rincoglionito ma il Cammino è perfetto": sempre allo stesso punto vanno a parare).

      Abbiamo sempre ricordato anche che i dati della fede sono "fissi". I dogmi sono quelli. La dottrina è quella. Il Messale è quello. Si può discutere sui dogmi, ma se uno contraddice anche soltanto uno dei dogmi, è un eretico. Se uno non celebra secondo il Messale, sta andando contro la Chiesa (il Messale non dice "fate come vi pare"). Se uno altera la dottrina - anche soltanto a suon di ambiguità - non sta facendo "catechesi" ma sta mentendo, sta andando contro ciò che Nostro Signore ha insegnato e che la Chiesa ha sempre trasmesso.

      E intanto abbiamo notizia che nel Cammino si insegnano eresie che perfino un bambino del primo anno di Catechismo riconoscerebbe come eresie. Abbiamo l'evidenza che nel Cammino non credete alla Presenza Reale di Nostro Signore nel Santissimo Sacramento. E di conseguenza abbiamo pure notizie di neocatecumenali pedofili che minacciano la famiglia neocatecumenale della vittima.

      Di fronte a tutto questo, non solo non s'è visto ancora nessun neocatecumenale che se ne dispiaccia, ma si son visti solo soggetti che con più o meno tracotanza vengono qui a cercare il pelo nell'uovo, vanno protestando su "come" deve parlare questo blog, vanno lamentando su cosa può o non può "dire" questo blog, vanno aggredendo le persone che scrivono su questo blog (meno male che qui si raccomanda l'uso di pseudonimi, visto che i kikolatri credono di rendere gloria a Dio quando fanno mobbing, molestie, doxxing, aggressione, a chiunque non lodi l'idolo Kiko).

      Credetemi, davanti a Dio tutte quelle eresie, tutto quel disprezzo del Santissimo Sacramento, tutte le porcherie (in fatto di soldi, di carità verso i fratelli e verso chi non è del Cammino, di giustizia verso le vittime dei pedofili neocatecumenali), costituiscono una condanna gravissima. Ed è per questo che diciamo che il Cammino viene dal demonio. Per il demonio va bene anche la bottiglia di minerale con una goccia di arsenico, l'importante è che la bevano volontariamente. E nel Cammino c'è spiritualmente molto più che una goccia di arsenico.

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    9. Il cristianesimo non è un'opinione, è una fede, una religione.
      Nei secoli la Chiesa, unica detentrice dello Spirito Santo, ha capillarmente considerato ogni aspetto, compreso quello liturgico.
      Sulla liturgia non si possono avere opinioni: è la Chiesa che la determina e l'ha sempre determinata secondo il mandato ricevuto dallo stesso Gesù.

      Le riserve e opinioni di Gino decadono in toto di fronte al Messale Romano e alla liturgia della Chiesa Cattolica, che mai ha adottato il simbolo della menorah.

      Qui non è questione di cera d'api o no.
      Qui la questione è che adottare un simbolo ambiguo quando il Messale richiede espressamente che sull'altare ci stia la CROCE, simbolo per eccellenza del cristianesimo, non è una cosa ammissibile ma appunto, ambigua.

      È proprio il lassismo che genera e permette tali ambiguità.
      Poi dal lassismo si passa alle opinioni personali e poi, dalle opinioni personali si passa alla disobbedienza, al credere che ciascuno possa fare come gli pare e come gli dettano il gusto o altre motivazioni.

      Se ci si attenesse fedelmente a ciò che la sapienza della Chiesa bimillenaria ha stabilito, non ci sarebbero né articoli né opinioni e riserve contrarie. Non ci sarebbero ambiguità.

      Io personalmente non penso che dietro alla menorah sulle mense neocatecumenali ci siano chissà quali e quanti significati esoterici, ma penso che lo spagnolo (e la spagnola) abbiano anche in questo voluto attentare all'autorità della Chiesa, come continuamente fanno da sempre disobbedendole e mentendo.

      In conclusione, credo che si è liberissimi di criticare contenuti esplicativi del perché no alla menorah sugli altari cattolici, ma resta il fatto che, al di là delle opinioni, il simbolo per eccellenza di coloro che non credono a Gesù Cristo, la Chiesa non l'ha mai ritenuto ammissibile. Ed avrà avuto le sue ragioni, che non sono opinabili. Nessuna riserva né opinione contraria può valere.
      Marco

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    10. Per Marco:
      Ma figurati se mi metto a metter bocca sulle questioni liturgiche, non so nulla di liturgia e mi affido alla tradizione millenaria della chiesa.

      Concordo pienamente con la tua affermazione riguardo al seguire il messale, e ho sottolineato più volte in precedenza che questo è il punto centrale per me.

      Che la menorah non abbia diritto ad essere sull’altare perché "È uno dei maggiori simboli dell’ebraismo”, scusate ma dove sta scritto che è questo il motivo? Voi avete partecipato alle riunioni ecclesiali dove si decidevano queste cose?
      Che non abbia diritto ad essere sull’altare perché “È uno dei maggiori simboli della Massoneria”, anche qui ma chi l’ha detto? Ovviamente sono opinioni e speculazioni che per quanto possano averci preso rimangono tali.
      Ho citato l'esempio delle candele perché mi sembrava rappresentativo delle argomentazioni basate su opinioni, tuttavia, le altre argomentazioni potrebbero essere interpretate allo stesso modo.

      Poi io sono sempre aperto a cambiare opinione se mi si forniscono dati a corredo delle tesi.

      Tra l’altro tu stesso in conclusione affermi che:
      “si è liberissimi di criticare contenuti esplicativi del perché no alla menorah sugli altari cattolici”
      Io esattamente questo ho fatto, ma come ho detto e hai detto anche tu, il Messale e di conseguenza la Chiesa hanno l’ultima parola.

      Per Tripudio:
      Non ho compreso a cosa ti riferissi quando hai menzionato i risultati della "mentalità" neocatecumenale.
      Penso che tu stessi facendo riferimento alla tendenza a non dispiacersi delle eresie e a cercare difetti nelle argomentazioni altrui (pelo nell'uovo).

      Capisco la frustrazione, ma quando parli di “vanno protestando su "come" deve parlare questo blog, vanno lamentando su cosa può o non può "dire" questo blog, vanno aggredendo le persone che scrivono su questo blog” ti faccio notare che esistono anche le critiche costruttive, se sono distruttive sono d’accordo anche io che siano da cestinare, ma quelle costruttive posso essere anche prese in considerazione, ma temo che questo giudizio sia per il fatto che tu abbia molto più a che fare con le seconde.

      Poi “vanno aggredendo le persone che scrivono su questo blog”, non è che gli altri utenti ci vadano poi molto leggeri eh, insulti e appellativi di ogni genere verso i “kikos”, utenti che scrivono acronimi offensivi, voi fate quello che volete eh, il blog è vostro, ma non è che sia proprio un esempio di civiltà questo sito.

      Se in me hai visto “vanno lamentando su cosa può o non può "dire" questo blog” ti chiedo scusa, non volevo essere pretenzioso dei confronti del blog, figurati se voglio rovinare questa isola “felice”, io qualche volta lo leggo e faccio delle osservazioni tra me e me e in questo caso le ho scritte tutto qui, se non sono apprezzate o mi dite di smetterla figurati mene faccio una ragione, non è di certo la mia battaglia : )

      Chiudo esprimendo un opinione non richiesta…(l’ultima giuro!):
      Come argomentazione nella lista finale lo avrei messo:
      La menorah potrebbe non sottolineare la centralità della croce, come dovrebbe essere fatto, citando il discorso di Don Enrico Finotti 

      Ciao,
      Giño

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    11. Ma è appunto la critica di Mandolino a non essere costruttiva.

      Una critica costruttiva deve partire dalla verità, dai fatti, dalla realtà (ma son tutte cose che inevitabilmente danno torto al Cammino). Come già ripetuto fino alla nausea su questo blog e altrove, la menorah/hannukkiah non c'entra niente con la liturgia cattolica. Non siamo noi a dirlo, è l'autorità della Chiesa, attraverso il Messale, che stabilisce come va celebrata l'Eucarestia.

      Quanto alla "mentalità", abbiamo sempre fatto notare che la liturgia neocatecumenalizia è una carnevalata. Non si tratta solo della menorah a nove fuochi, ma di un intero atteggiamento: il Cammino celebra in maniera deliberatamente e profondamente diversa da quella della Chiesa. Per cui anche gettando via quel gadget dei mercatini di Carmen e sostituendolo col crocifisso come prescrive il Messale, restano ancora un mucchio di strafalcioni da correggere prima che la celebrazione del sabato sera cominci a somigliare almeno un pochino ad una liturgia cattolica.

      Ma come ha detto il fratello Mandolino ieri alle 12:13, sulla menorah "non vede il problema".

      Figuratevi se è capace di vedere il problema sul resto degli strafalcioni - dall'alterazione della formula eucaristica all'uso esclusivo di produzioni artistiche/canore kikiane, dall'uso di spazi non sacri alla diffusione di tappeti e seggiole pieghevoli, dal girotondino imbecille conclusivo alle suppellettili sacre designed by Kiko come il coppone-insalatiera, passando per le omelie laicali e la "comunione seduti"...

      Dietro ognuno di questi strafalcioni c'è una raffica di errori dottrinali, seri problemi teologici, disubbidienze all'autorità della Chiesa, di superba tracotanza chiamata ipocritamente "riscoperta", di arroganza del voler imporre ai cattolici quelle carnevalate.

      Ma no, il fratello Mandolino "non vede il problema", anzi, si è risentito per come sono formulati i commenti su questa pagina, infatti cerca assiduamente di ridurre la discussione a beghe personali ("capisco la frustrazione... esistono anche le critiche costruttive... il blog è vostro ma non è un esempio di civiltà...": non può argomentare perché i fatti danno torto al Cammino, e quindi tenta astuzie e trucchetti, proprio come gli è stato insegnato dal Cammino). Proprio la tipica tattica neocatecumenale del fingere di credere che i fatti siano opinioni.

      È come se i kikolatri cercassero disperatamente qualche astuzia retorica per potersi finalmente dire davanti allo specchio: "nel Cammino è tutto a posto, non c'è niente da correggere". Perfino a costo di dire che Kiko è "rimbambito" (sottinteso: "quando non lo era, ha fatto bene ha inventare il Cammino, che è al di sopra di ogni critica e di ogni correzione"). La disonestà intellettuale di non ammettere mai almeno la possibilità che nel Cammino e nei suoi fautori possa esserci qualche errore.

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    12. Ma perché parli in terza persona come se stessi rivolgendoti ad una platea se stai parlando con me?

      Comunque vedo che hai tracciato il mio intero profilo psicologico da cima a fondo, sai cosa penso, quali siano le mie intenzioni e perché ho detto certo cose.

      A questo punto la discussione si può chiudere qui, non ho nessuna velleità di continuare.

      Buona lotta contro il nemico perfetto!

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    13. Per rispondere all'offesissimo Gino Mandolino: si parlava della "platea" di persone che leggono oggi (o leggeranno in futuro) questa pagina.
      E leggeranno i commenti a firma Gino Mandolino, e poi leggeranno quelli di By Tripudio, e poi trarranno l'unica possibile conclusione: che Gino Mandolino non ha argomentazioni ma solo un "non vedo il problema", e non ha ragionamenti ma solo un "non ho nessuna velleità di continuare", e non ha critiche costruttive ma solo un affastellare di insinuazioni non motivate: "capisco la frustrazione... non è che sia proprio un esempio di civiltà... questa semplificazione non mi sembra corretta...".

      In breve, l'idolatra è sempre prevedibile, poiché è sempre totalmente chiuso alla categoria delle possibilità, accetta esclusivamente ciò che gli dice l'idolo, anche se l'idolo oggi indicasse come bianco ciò che fino a ieri ti indicava come nero.

      Il Cammino è indifendibile perché va contro ciò che la Chiesa ha sempre promosso, insegnato, celebrato, proclamato. La nostra è una battaglia "facile" proprio perché la kikolatria è radicalmente (e deliberatamente) incapace di ammettere anche soltanto come ipotesi da verificare le affermazioni di chi non vive quella stessa kikolatria.

      Per questo non ci costa nulla ripetere anche un milione di volte quei punti fermi della fede. Cioè i dogmi. Cioè il Messale. Cioè il fatto che la sincera tensione del cuore verso Nostro Signore non può includere il fare cose contrarie a ciò che i santi e la Chiesa hanno sempre fatto. Altrimenti non è disciplina di agnelli verso il loro pastore ma è solo un giocare a fare i rivoluzionari, è solo un nominare Dio invano, è solo un ridurre associazioni e movimenti a una specie di campionato di chi fa più attività e raccoglie più iscritti, è solo un ridurre la liturgia a "non vedo il problema", è solo un ridurre i dogmi di fede a opinioni passeggere e discutibili...

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  5. Fin dalle primissime catechesi "mamotretiche", si insiste (malamente) sullo stretto collegamento tra ebraismo e cattolicesimo. Subito ti dicono che Gesù era ebreo, come la Vergine Maria eccetera. In tante catechesi si afferma lo stesso collegamento raggiungendo l'apice nelle catechesi finali della convivenza con il collegamento tra la pasqua ebraica e quella cristiana.
    Per questo ti fanno notare tanti segni "recuperati" dall'ebraismo, tra i quali la menorah o l'Hannukkah, ma anche la mensa sullo stile di quella ebraica della pasqua, con il pane azzimo e la coppa di vino; moltissimi canti tratti dall'ebraismo compresa la famosa danza finale attorno alla mensa con il tradizionale passo con il piccolo salto. E così via.
    Il problema è che le persone presenti si convincono che tutto ciò sia normale (soprattutto quelle poche che entrano provenienti dall'ateismo totale, mentre la maggior parte dei "nuovi" non sono altro che figli di neocatecumeni che hanno visto e sentito queste cose fin dall'infanzia e ovviamente le prendono per buone); i pochi che invece provengono da una seppur minima conoscenza cattolica, piano piano si tirano fuori dal gioco. Ma chi rimane, poi, convinto di £essere nel giusto", si sente superiore ai normali "cattolici della domenica" che non sanno nulla e vengono giudicati come "cristianucci" o "parrocchiosi".
    La menorah ad esempio viene presa per un normale candelabro e spesso posizionata anche sopra l'altare della chiesa quelle volte che per necessità si deve celebrare una eurarestia (guai a chiamarla messa...) come ad esempio in occasione dei matrimoni, dei battesimi o della veglia pasquale neocat.
    Capisco i giovani "presbiteri" forgiati nei seminari RM, ma gli anziani ed esperti preti? i Vescovi? Perchè quasi nessuno formula osservazioni?
    Perchè, ad esempio nella celebrazione eucaristica di fine convivenza di inizio corso, spesso presieduta dal Vescovo della Diocesi, questi permette tale scempio? Chiudiamo un occhio sugli strampalati canti paraliturgici, ma l'addobbo della "mensa", le monizioni che costituiscono delle vere e proprie catechesi o omelie anticipate, le chilometriche risonanze mai autorizzate, la comunione sui generis, il ballo finale, perchè permettere tutto ciò? Si fa del bene alla Chiesa lasciare che proseguano quest'opera?
    E la cosa triste è che questo è solo il più piccolo dei problemi del CN, che non lascia strascichi nella coscienza e nella psiche delle persone; ma quello che voglio dire è che mentre la barbarie degli scrutini la sui può notare solo quando si è dentro quelle sale e spesso rimane circoscritta in quell'ambiente, gli abusi liturgici sono evidenti e sotto gli occhi di tutti. Eppure, chi potrebbe aiutare, spesso fa finta di non vedere.
    Mi dispiace dirlo ma è così.

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    1. Hai ragione, i primi responsabili sono i sacerdoti vescovi e lo stesso papa, che tacciono davanti a queste pratiche che si conoscono da più di 20 anni, ma stanno muti e solo qualche piccolo richiamo del papà ma non chiaro e palese, che anzi lascia ad interpretazione ed i catecumeni,come sappiamo sono bravi a girare a loro favore qualsiasi frase o parola del papa. Non intervengono chiudendo definitivamente il cammino, quindi corresponsabili dei danni del cammino sono il papa, il vescovo, i sacerdoti e tutto il clero. La chiesa non è perdonabile e giustificabile. Danni ne ha fatto nelle epoche passate ed oggi continua continuando a coprire malefatte, dai pedofili spostati, uso di soldi improprio, festini e giochi di potere, al cammino. Ecco anche perché sto lontano dalla chiesa dopo quasi 20 anni di errori fatti in cammino, oltre che non credo che esista un dio. Ex fratello

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  6. Un amico ortodosso mi ha regalato un chotki, una corda da preghiera con 33 palline ricordando gli anni di Gesu. Su ogni pallina si recita la preghiera di Gesu:
    «Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me, peccatore!»
    Mi sono poi ricordato che nel cammino cambiano la parola Dio con Davide, cosi insegnano al passo della preghiera.
    Perche nel cammino fanno sempre sti cambi???
    Quasi per togliere importanza alla natura di Cristo passato da figlio di Dio a figlio di Davide...

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    1. Da un lato abbiamo nel Vangelo l'espressione con "figlio di Davide", comprensibile agli ebrei dell'epoca ("stirpe di Davide", cioè stirpe di re). Dall'altro abbiamo la tradizione cristiana che ha usato tutte le formule presenti nel Vangelo, ma non per ripeterle pedissequamente.

      Mi sembra che la chotki riguardi la preghiera interiore perpetua, descritta nei Racconti di un pellegrino russo.

      Personalmente ritengo che al di fuori dell'area etnica russa, i cosiddetti "ortodossi" siano tali solo per questioni estetiche. Nel momento in cui in parrocchia vedono straziata e banalizzata la liturgia, confusa la dottrina, spettacolarizzato il rosario, devastata l'arte sacra, rincitrullito il canto, finiscono o in una setta come il Cammino (che strazia e devasta ma almeno segue un filone molto preciso e molto identificabile: le deiezioni kikiane), oppure fra i sedicenti "ortodossi" (che non hanno vissuto lo scempio vaticansecondista, conservando almeno coerenza con la propria tradizione artistica e canora). I sedicenti "ortodossi" vollero separarsi dall'unica vera Chiesa cercando appigli teologici e speculando sulle traduzioni, ma non c'è mai stato vero motivo di separazione (ed infatti esistono cattolici romani "di rito greco", difficilmente distinguibili dai sedicenti "ortodossi" finché non si parla della gerarchia cattolica...).

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  7. Che poi la menorah è stata descritta a Mosè da Dio stesso sul Sinai. Come può sembrarvi inopportuna? baaa

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    1. Ecco che il fratello Leonardo crede di saperne più della Chiesa bimillenaria sostenuta da innumerevoli santi. Come osano i santi e addirittura la gerarchia cattolica ignorare per due millenni la menorah? Ascoltate, o santi di Dio, la parola del fratello kikolatra Leonardo, ascoltate o sommi pontefici di tutti i tempi, e voi successori degli Apostoli lungo venti secoli, e imparate da lui che ne sa più di voi e più di tutta la Chiesa!

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    2. Ognuno ha le sue opinioni, anche Kiko e i neocatecumenali.
      Bisogna però vedere se queste opinioni sono ammissibili o meno nella Chiesa Cattolica.

      L'opinione di Gino Mandolino ed ora anche di Leonardo, è che la menorah sarebbe un "simbolo in comune con gli Ebrei", dato che "il cristianesimo non è totalmente estraneo all’ebraismo, è nato da li e ne condivide molte sue radici, letteralmente le sacre scritture sono gran parte Antico Testamento".
      Quindi non vedono grossi problemi a che i cristiani usino simboli ebraici, cioè quelli dell'Antica Alleanza, dato che Jhwh descrisse la menorah a Mosè proprio in costanza dell'alleanza che fece col popolo di Israele.
      Quella era l'Antica Alleanza tra Jhwh e gli Israeliti.

      Il fatto che il cristianesimo derivi dall'ebraismo non fa delle due religioni una cosa sola.
      Lo spartiacque è proprio Gesù Cristo, la sua passione, la sua morte e la sua resurrezione come Figlio di Dio, il Messia, l'Unto del Signore.
      Il cristianesimo si basa su questo, l'ebraismo no, è fermo all'Antica Alleanza.
      Per questo il simbolo del cristianesimo è la croce di Gesù nella Nuova Alleanza.

      Per un ebreo, la menorah che si trova normalmente nelle sinagoghe attuali è un elemento dell'Antica Alleanza che Dio fece solo con gli Israeliti.
      Ma Dio comandò anche altre cose: la costruzione di un altare per gli olocausti, la costruzione del santuario, l'arca dell'alleanza, il propiziatorio, la tavola, il CANDELABRO (menorah), l'olio di oliva per il candelabro, come dovevano essere i paramenti per i sacerdoti (efod, turbante...)...

      Noi cristiani invece viviamo nella Nuova Alleanza basata su Gesù, e Gesù ci ha dato altre indicazioni, a partire dal "fate questo in memoria di ME".
      I simboli dell'Antica Alleanza non hanno più valore come simboli per la Nuova, perché nella Nuova sono tutti incentrati su Gesù Cristo.

      È chiaro che per un ebreo vige ancora l'Antica Alleanza del Sinai come popolo eletto.
      Ma non per un cristiano, perché Gesù ha compiuto ed è andato oltre con la sua morte e resurrezione.
      Quindi per noi la menorah non è un simbolo, ma lo è la croce, che dovrebbe stare sull'altare (o vicino) a rappresentare il centro della nostra fede: Gesù Cristo morto e risorto per TUTTI (che è di più del solo popolo eletto d'Israele come nell'Antica Alleanza).

      Altrimenti, se per noi fossero simboli tutti quelli dell'Antica Alleanza, potremmo mettere nelle chiese anche l'arca dell'alleanza (aron, già ricopiato dai neocatecumenali col tabernacolo a due piazze), potremmo vestire i sacerdoti con l'efod, l'altare per i profumi, ecc... come a ciascuno piace.

      Quindi ebraismo e cristianesimo hanno "una parte" della storia in comune, ma non i simboli.
      Altrimenti si mescola chi vive nell'Antica Alleanza con chi vive nella Nuova Alleanza, come se Gesù non avesse istituito la Chiesa ed il cristianesimo. Da qui il sincretismo.

      La risposta all'inopportunità della menorah sulle mense cristiane cattoliche (che evidentemente anche la Chiesa ha ritenuto), si basa proprio su Gesù Messia.
      Nell'Antica Alleanza Jhwh elegge solo il popolo di Israele.
      Nella Nuova Alleanza Gesù apre a TUTTI la salvezza, anche a noi che eravamo goyim.
      E siccome Gesù ha istituito la Nuova Alleanza attraverso la Chiesa, i nostri simboli cristiano cattolici si rifanno ad essa perché l'Antica Alleanza si è trasformata per noi nella Nuova Alleanza.
      Marco

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    3. Noooooo di nuovo Leonardo. A questo punto scriva pure FAV.....

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    4. Vorrei ricordare che fino al Concilio
      Vaticano II, tranne qualche passo
      significativo, la lettura della Bibbia,
      non ere molto incoraggiata dalla Chiesa.
      Ruben.
      ---

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    5. @leonardo
      Nella Bibbia sono descritte molte altre cose, tipo l'Arca dell'Alleanza. Perchè non mettere pure quella?

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  8. Kiko probabilmente si è "innamorato" dell'ebraismo (in particolare della variante Chabad/Lubavitch) e cerca di riproporla in salsa cattolica.
    Faccio alcuni esempi:
    * l'ossessione per la Pasqua ebraica (che poi se uno conosce l'ebraismo, Pesach non è neanche la festa più importante)

    * il digiuno pasquale che ricalca nelle modalità quello ebraico dello Yom Kippur

    * il balletto intorno alla mensa che è uguale a un ballo tradizionale ebraico

    * Il rito del matrimonio con gli sposi sotto il velo

    * le famiglie in missione, un tentativo di replicare le Case Chabad in giro per il mondo

    * il canto di Pasqua dei bambini, che è una melodia tradizionale ebraica, usata anche in Hatikva, l'inno dello stato d'Israele

    * l'uso di termini (sham, shekina, midrash, etc.) e di nomi della tradizione ebraica

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    1. Vorrei consigliare a tutti, ma in particolare ai membri del cammino che in buona fede ne fanno parte e solo perché siano meglio informati, di vedere questo video su utube: " l'abuso spirituale, riconoscerlo per prevenirlo." Pubblicato dalla diocesi di Padova. Intervista a Giorgio Ronzoni il quale ha scritto vari libri, tra cui "Le sette sorelle".
      Molly

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  9. menorah è l'acronimo di :

    Mamotreti Eretici Neocatecumenalmente Orridi Ridicolizzano Assurdi Humus

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  10. Very good article! I saw a Menorah not with 7 but 9 candles. What is it's significance?

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    1. The only one is "we want to be different than the Church, we believe in Kiko, we're way better than Roman Catholics".

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  11. https://www.diakonos.be/dal-trionfo-al-disastro-i-cinque-punti-di-caduta-dei-nuovi-movimenti-religiosi/

    Da leggere. Nel mirino i movimenti ecclesiali e in particolare il Cammino neocatecumenale.

    Frilù

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    1. l'articolo sembra scritto da Tripudio... un momento... che Tripudio sia effettivamente Sandro Magister?

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    2. Intanto è un interessante spunto di riflessione il fatto che persino dagli ambienti della "sinistra clericale" (Brambilla non è esattamente un tradizionalista) arrivano le stesse critiche al Cammino provenute da ambienti ecclesiali ben diversi.

      Ma l'ossessione neocatecumenalizia di identificare i nomi di chi fa notare le storture del Cammino... a che serve?
      Per rinfrescarsi la memoria consiglio di rileggere Scemo e PiùScemo alla conquista dell'Isola di Patmos.

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  12. Per chi ha tempo da perdere, segnalo la visione della nuova sinfonia dell'ormai incapace Argüello, corredata da una penosissima introduzione dello spagnolo, applautito come fosse Riccardo Muti.
    Anche se, a differenza di Muti, questo qui se ne va alle sinfonie con la Bibbia sottobraccio, per farne cosa non si sa (fa parte del personaggio, come la coperta di Linus).

    Stantia la battuta iniziale: "Coraggio, che la vita è un passaggio...".
    E poi: "Eh???" "Come???" pare non sappia bene nemmeno cosa deve fare.
    Ascensión, pensaci tu...
    Silenzio.

    "Potete sedervi". Erano ancora tutti in piedi, perché non si sa.

    "Ahhh". Finalmente è arrivato il discorso scritto. Meglio che lo spagnolo legga (come sempre, ultimamente).
    Quello che legge sembra un temino delle elementari dal titolo "Le mie sinfonie a Trieste".
    Solo che il tema è del "maestro", come lo chiama la vice sindaco.

    Il vescovo Enrico Trevisi parla, ma ormai lo spagnolo è perso nel suo mondo interiore e nemmeno lo ascolta, sguardo vacuo nel vuoto.

    Completa la disfatta una catechesi letta senza partecipazione, lunghissima e ripetitiva, allo stile neocatecumenale.

    Ma questo spagnolo, pare uno in grado di comporre una sinfonia?

    Come sempre gli attribuiscono il merito (e anche lui se lo auto-attribuisce), ma è più che evidente che non può essere farina del suo sacco. Riesce a stento a leggere e alla fine non vede l'ora di andarsene via, forse anche lui annoiato.
    Mezz'ora di "sinfonia" e una quantità di bis per allungare il brodo.

    Evento realizzato grazie alla neocatecumenale Assunta Cannatà, Programmista Regista presso RAI - Radiotelevisione Italiana sin dal 1988.

    Visione consigliata solo a quelli che hanno stomaco.

    https://www.youtube.com/watch?v=ivD7AAEIIR0

    Marco

    PS. Puntuale come un orologio, Debora Donnini (presente all'evento, come anche il padre Giampiero), approfittando della sua posizione in Vatican News, decanta le lodi di "casa nostra".

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    1. "Il canto del cigno" di Kiko Arguello.
      Ruben.
      --'

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  13. Ricordiamo ai gentili lettori alcuni punti fondamentali e ineludibili:

    1) in venti secoli la Chiesa non ha mai ritenuto opportuno, tanto meno necessario, adoperare menorah e hannukkiah;

    2) Kiko e Carmen, dall'alto delle loro invincibili arroganza e ignoranza, hanno ritenuto un aggeggio a nove fuochi (che scimmiotta menorah e hannukkiah) talmente "necessario" da metterlo al posto del crocifisso;

    3) come testimoniato da uno che il Cammino l'ha conosciuto bene, Kiko ha spiegato l'aggeggio a nove fuochi in maniera estremamente sbrigativa e bambinesca («nove è il numero dell'evangelizzazione»);

    4) chi va blaterando di "significati", crede di saperne di più della Chiesa - che da venti secoli ha saggiamente scelto quali simboli, quali significati, quali caratteristiche deve avere la liturgia, cosa deve stare sull'altare;

    5) il popolo eletto attendeva il Messia, ma solo una parte di quel popolo riconobbe il Messia; l'ebraismo, dopo Gesù, è cambiato drammaticamente e più volte in venti secoli, e gli ebrei di oggi non possono essere paragonati ai contemporanei di Gesù;

    6) la Chiesa ha tenuto presente l'ebraismo per quanto riguarda la storia della salvezza, ma la diatriba su cosa utilizzare dell'ebraismo è stata risolta già all'epoca degli Apostoli (non occorre "farsi ebrei" per diventare cristiani, tanto meno occorre scimmiottare l'ebraismo come fanno i neocatecumenali);

    7) quando Giovanni Paolo II definì "fratelli maggiori" gli ebrei, non intendeva indicarli come maestri della nostra fede ma solo esprimere una provenienza storica; e comunque a quell'affermazione certi rabbini ebrei si sono risentiti molto perché nella Bibbia i fratelli maggiori hanno sempre azzeccato figuracce epiche (Caino fratello maggiore di Abele; Esaù fratello maggiore di Giacobbe; i fratelli maggiori di Giuseppe, quello dei sogni... e perfino il fratello maggiore del figliuol prodigo);

    8) Nostro Signore ci chiama alla conversione del cuore, non a scimmiottare l'ebraismo, non a diventare campioni di Universalismo ed Ecumenismo, non a saldare ebraismo e cristianesimo, non a disquisire di antisemitismo o di continuatività.

    Il fatto che i cristianucci imborghesiti si illudano di avere la "fede adulta" mentre pasteggiano in salotto parlando di Cose Molto Alte come la Decima per Provarsi con Mammona, o che si vantino di aver Evangelizzato solo perché la loro setta vanta di avere "più di cento seminari e perfino la sinfonia", o che si affannino a Preparare-Preparare-Preparare liturgie parolaie e zeppe di elementi spuri (come l'hannukkiah kikista-carmenista a nove fuochi), non cambia il fatto che i cristiani normali seguono la Chiesa, si fidano della Chiesa, celebrano come vuole la Chiesa, si fidano solo della dottrina della Chiesa.

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  14. Amate i vostri nemici ,vengo presto ! Ma questi agnelli dove stanno ?? Nel gregge del cammino ??

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  15. Come dicevo prima, i primi a fare danni è il clero, dal papa all'ultimo prete, più preoccupati di piacere a tanti che difendere i più deboli, e soprattutto essendo coerenti con gli insegnamenti di Cristo. La chiesa, nei suoi uomini, da quando è nata con Pietro ha fatto solo danni. Chi ha fatto del bene, santi conosciuti o santi non conosciuti, sono persone dal cuore puro che non hanno nulla a che fare con il sistema chiesa, ma semplicemente hanno fatto loro la parola di Dio, non seguendo le leggi umane e l'ipocrisia della chiesa. Non scrivete la chiesa è Dio etc etc, tutto ciò che tocca l'uomo fa danni. E Dio...se esiste, permette tutto il male perché poi vorrebbe risolvere tutto alla fine? La vita è oggi, visto che ci ha "donato" una vita non richiesta, a me non interessa il dopo, sempre se esiste qualcosa, ma oggi che sono costretto a sopravvivere una vita non richiesta. Chi ha subito ingiustizie e violenze, specialmente i bambini, dovrebbero trovare giustizia oggi e non dopo. Come fa Dio davanti ad un abuso di un bambino a guardare senza fare nulla? Non esiste nessun Dio giusto, solo belle parole, come i politici, ma fatti zero. Ex fratello.

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    1. Quando si usa l'espressione "la Chiesa ha fatto danni" si sta parlando al più di qualche uomo di Chiesa che anziché insegnare, santificare e guidare, si è impegnato su altri fronti (perfino quelli non immorali).

      Dobbiamo sempre distinguere l'opera della santa Chiesa dall'opera degli uomini di Chiesa - peccatori come noi, e talvolta molto più di noi. Cioè distinguere fra la santa Chiesa istituita da Nostro Signore, con compiti, prerogative, poteri, missione, e la Chiesa "oggetto studiato dalla sociologia, dalla politica, dalla psicologia... e da altre scienze che non contemplano né il soprannaturale, né la sua divina missione", Chiesa che contiene "uomini di Chiesa" che non sempre sono santi, nonostante attraverso le loro mani e la loro voce passino quotidianamente l'Eucarestia e l'assoluzione sacramentale.

      C'è da notare che certe malvagità sono dovute non all'esplicita volontà di essere malvagi, ma da altri fattori, da debolezze - come ad esempio il donabbondiesco vescovo citato nel commento delle 21:46, che temendo più la vendetta dei cosiddetti "catechisti" che il giudizio del Signore, ha preferito assecondare una profonda ingiustizia.

      Dio ci ha creati liberi, talmente liberi da essere perfino capaci di peccare (come da Adamo ed Eva in poi). Se ci togliesse questa libertà non saremmo più esseri umani ma robot pre-programmati. Se intervenisse a correggere continuamente le malvagità umane, non saremmo più liberi, ma saremmo macchinette, burattini.

      È assolutamente certo che Nostro Signore terrà conto delle ingiustizie che subiamo (e quindi considererà di enorme valore quelle subìte da innocenti, proprio Lui che innocente ha vissuto la Passione e la Crocifissione), così come nella sua infinita giustizia terrà conto in modo severissimo di coloro che sono stati malvagi (e specialmente di quelli che hanno inflitto sofferenza e morte agli innocenti). Dio è misericordia infinita, ma anche giustizia infinita: in questa valle di lacrime ci saranno sempre tante ingiustizie, ma verranno adeguatamente ricompensate - punendo severissimamente chi le ha commesse, ricompensando in maniera straordinaria e umanamente incommensurabile chi le ha subìte.

      Da notare che tutto questo riguarda non solo le ingiustizie del corpo ma anche quelle dell'anima. Anche coloro che ti hanno fatto perdere la fede, si ritroveranno a urlare nel giorno del giudizio, di fronte alla condanna eterna: "ma noi eravamo approvati, io davo la Decima, noi facevamo l'evangelizzazione, avevamo addirittura più di cento seminari! Signore, ma come ti permetti? Tu giudichi!"

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