giovedì 9 novembre 2023

E SE CHI “NON HA ORECCHI” NON INTENDE?

Siccome spesso parliamo dei “missionari” neocatecumenali, famiglie in missione, “missio ad gentes” ed itineranti vari, ci sembra bene ricordare la strigliata che riservò loro Papa Francesco nel 2016, quando incontrò 270 famiglie pronte a partire.

Al di là dell’incipit, convenevoli di prassi nella prima introduzione del discorso, i punti toccati dal Papa mostrano che è a conoscenza delle derive neocatecumenali e perciò tenta (inutilmente) di riprenderli con le buone, desideroso che si ravvedano.

Cosa mai accaduta, nemmeno in costanza delle reprimende dei Papi precedenti, che non hanno mancato di sottolineare certi aspetti da correggere in seno a questo Movimento.

Anche noi, pur nutrendo poche speranze, ci auguriamo che si ravvedano, per questo riproponiamo le parole del Papa, dritte al centro delle problematiche neocatecumenali di sempre:

“Vorrei sottolineare tre parole che il Vangelo vi ha appena consegnato, come un mandato per la missione: unità, gloria e mondo.”

Riassumiamo:

“UNITA’": Gesù prega il Padre…  È la sua ultima richiesta prima della Passione, la più accorata: CHE CI SIA COMUNIONE NELLA CHIESA. 

La comunione È ESSENZIALE. 
Il nemico di Dio e dell’uomo, il diavolo… può fare molto male alla Chiesa tentando la nostra umanità.
PROVOCA LA PRESUNZIONE, IL GIUDIZIO SUGLI ALTRI, LE CHIUSURE, LE DIVISIONI. 
Lui stesso è “il divisore” e comincia spesso col farci credere che siamo buoni, magari migliori degli altri: così ha il terreno pronto per seminare zizzania. 
È la tentazione di tutte le comunità e si può insinuare anche nei carismi più belli della Chiesa.
Voi avete ricevuto un grande carisma… Ma il carisma può deteriorarsi QUANDO CI SI CHIUDE O CI SI VANTA, QUANDO CI SI VUOLE DISTINGUERE DAGLI ALTRI. 
Custodite il vostro carisma! Come? Seguendo la via maestra: l’unità umile e obbediente.
Se c’è questa, lo Spirito Santo continua a operare… (ndr. e se non c’è?) È sempre necessario vigilare sul carisma, purificando gli eventuali eccessi umani mediante la RICERCA DELL’UNITÀ CON TUTTI E L’OBBEDIENZA ALLA CHIESA.
Così si respira NELLA Chiesa e CON la Chiesa; così si rimane figli docili della «Santa Madre Chiesa Gerarchica», con «l’animo apparecchiato e pronto» per la missione (S. Ignazio di Loyola, Esercizi spirituali, 353)”

Ebbene, pare proprio che Papa Francesco sappia che questo Movimento porta divisione nella Chiesa, che non è obbediente e che non sta in comunione con la Chiesa e con gli altri cristiani, che sono presuntuosi, giudicatori dei “cristiani della domenica” e di vescovi e preti “faraoni”, che sono chiusi e divisori.

Sa che nonostante si definiscano “poveracci” a parole, in realtà si credono migliori, quelli che vivono la fede “più al profondo”.
Sa che si vantano e si vogliono distinguere in tutto, che sono sintomi del “carisma deteriorato”.
Insegna loro anche il modo per rimanere nella retta via: umiltà ed obbedienza alla gerarchia.
Altrimenti lo Spirito Santo “non continua ad operare”.
Solo a questi patti si può avere l’animo pronto per la missione.

E’ chiaro.
Il Papa non poteva certo non riconoscere il “carisma”, altrimenti avrebbe messo in discussione quella certa parte di Chiesa, Papi precedenti compresi, che hanno lasciato spazio a questo Movimento.
Senza “carisma” non avrebbero avuto ragione di occupare un posto nella Chiesa quindi, gioco forza lo deve rammentare.

Noi sosteniamo, invece, che questo carisma non c’è stato mai, ma si è trattato di una superficialità (chiamiamola così) all’interno della gerarchia, che fin dagli inizi ha permesso a tutti (e quindi anche al Movimento Neocatecumenale), di portare avanti la riscossa del laicato promossa dal Concilio “pastorale” Vaticano II.

Continua Papa Francesco, sempre sull’UNITA’:

“Sottolineo questo aspetto: la Chiesa è nostra Madre. Come i figli portano impressa nel volto la somiglianza con la mamma, così tutti noi assomigliamo alla nostra Madre, la Chiesa. DOPO IL BATTESIMO NON VIVIAMO PIÙ COME INDIVIDUI ISOLATI, MA SIAMO DIVENTATI UOMINI E DONNE DI COMUNIONE, CHIAMATI AD ESSERE OPERATORI DI COMUNIONE NEL MONDO.
Questa è la fecondità della Chiesa, che è Madre: NON È UNA ORGANIZZAZIONE CHE CERCA ADEPTI, O UN GRUPPO CHE VA AVANTI SEGUENDO LA LOGICA DELLE SUE IDEE, ma è una Madre che trasmette la vita ricevuta da Gesù.
Questa fecondità si esprime attraverso il ministero e la guida dei Pastori. Anche l’istituzione è infatti un carisma, perché affonda le radici nella stessa sorgente, che è lo Spirito Santo. Lui è l’acqua viva, ma l’acqua può continuare a dare vita solo se la pianta viene ben curata e potata. Dissetatevi alla fonte dell’amore, lo Spirito, e prendetevi cura, con delicatezza e rispetto, dell’intero organismo ecclesiale, specialmente delle parti più fragili, perché cresca tutto insieme, armonioso e fecondo.”

Papa Francesco mostra di avere chiara la questione neocatecumenale, altrimenti avrebbe detto altre cose, si sarebbe complimentato per l’unità e la comunione che portano nella Chiesa, obbedendole.

Passa poi al secondo argomento: LA GLORIA:

“…  la gloria mondana si manifesta quando si è IMPORTANTI, AMMIRATI, QUANDO SI HANNO BENI E SUCCESSO. Invece la gloria di Dio si rivela sulla croce: è l’amore, che lì risplende e si diffonde.
È una gloria paradossale: SENZA FRAGORE, SENZA GUADAGNO E SENZA APPLAUSI.
Ma SOLO QUESTA GLORIA rende il Vangelo fecondo. 
Così anche la Madre Chiesa è feconda quando imita l’amore misericordioso di Dio, che si propone e MAI SI IMPONE. 
Chi annuncia l’amore non può che farlo con lo stesso stile di amore.”


"Senza fragore..."

Poche parole, ma che inequivocabilmente dimostrano che il Papa sa quanto i neocatecumenali tengano ai beni e al successo, nonché all’ammirazione.

Di beni extra lusso neocatecumenali hanno riempito il globo, per lo più semi vuoti, come gli oltre cento seminari “privati”.
Del successo poi non ne parliamo: numeroni sempre gonfiati per nascondere che sono un ruscello, tentando di sembrare l’oceano.
Che dire poi del FRAGORE, il GUADAGNO e gli APPLAUSI?
Credo non ci sia bisogno di aggiungere nulla: chi conosce i neocatecumenali sa che VIVONO DI QUESTO.

Senza fragore.
Beato Angelico: 
San Domenico di Guzmán
Ultima strigliata del Papa, IL MONDO:

“Dio non è attirato dalla mondanità, anzi, la detesta; ma ama il mondo che ha creato, e ama i suoi figli nel mondo così come sono, là dove vivono, anche se sono “lontani”. 
Non sarà facile per voi la vita in Paesi lontani, in altre culture, non vi sarà facile. Ma è la vostra missione. E questo lo fate per amore, per amore alla Madre Chiesa, ALL’UNITÀ di questa madre feconda; lo fate perché la Chiesa sia madre e feconda.
Mostrate ai figli lo sguardo tenero del Padre e considerate un dono le realtà che incontrerete; familiarizzate con le culture, le lingue e gli usi locali, RISPETTANDOLI e riconoscendo i semi di grazia che lo Spirito ha già sparso
SENZA CEDERE ALLA TENTAZIONE DI TRAPIANTARE MODELLI ACQUISITI, seminate il primo annuncio: «ciò che è più bello, più grande, più attraente e allo stesso tempo più necessario» (cita l’Evangelii Gaudium, 35: “Una pastorale in chiave missionaria non è ossessionata dalla trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine che si tenta di imporre a forza di insistere”).”

Parla di amore alla Chiesa, all’unità feconda, e quindi li esorta a non fare come hanno sempre fatto, NON familiarizzando con le culture (unico esempio per tutti il Giappone), NON trapiantando modelli acquisiti (il Movimento Neocatecumenale vive dei suoi modelli in tutto), NON imponendosi (come hanno sempre fatto ovunque all’interno di parrocchie “preformate da altri”).

Potrebbero dire i neocatecumenali “Eh, ma voi avete omesso le parole buone che il Papa ci ha indirizzato!”

Al che noi rispondiamo:

“Cari fratelli neocatecumenali, se un Papa, quando parla ad un gruppo, omettesse di dire qualche parola “buona” sparsa qua e là, avrebbe già decretato in quel medesimo istante la FINE di quel gruppo. 
Nella Chiesa non può sussistere qualcosa di cui si parla solo in negativo.
Nella dialettica ecclesiale, quindi, sono sempre presenti ringraziamenti, a volte freddi riconoscimenti di circostanza, anche solo per giustificare l’esistenza di coloro ai quali si rivolgono.
Non vi fate troppe illusioni, quindi, il Papa ha mostrato di sapere bene quelli che da 50 anni sono i vostri punti deboli, mai modificati, ed evangelicamente esprime parole e concetti perché “chi ha orecchi per intendere, intenda”.
Noi abbiamo inteso”.

39 commenti:

  1. Sento quasi le unghie neocatecumenali sui vetri. Quando un Papa si spende paternamente e più del dovuto per riportare la pecorella smarrita all'ovile, "eeeh, il Papa ci loda, il Papa ci approva!", e perseverano ancor più nei propri errori.

    Quando invece mette qualche puntino sulle "i", i kikolatri si eclissano come nebbia al sole e fingono che non ci sia nulla da cambiare nel Cammino: infatti per loro Kiko vale più del Papa.

    Ricordiamo inoltre che questo blog ha come tema il Cammino Neocatecumenale, ma facendo a meno della "propaganda kikiana". Per tutti gli altri temi riguardanti la Chiesa Cattolica in quest'epoca di inaudita crisi, suggeriamo caldamente di partecipare al blog Chiesa e postconcilio.

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    1. Si, infatti parlare dei fatti è misfatti del cammino in questo tempo sembra anacronistico, quando abbiamo una chiesa cattolica completamente occupata da forze diaboliche e massoniche che la stanno distruggendo dall'interno. Vieni Signore Gesù.. Amen

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    2. Questo blog è dedicato al Cammino Neocatecumenale, se non ti interessano i fatti e misfatti del Cammino c'è praticamente tutto il resto di internet a tua disposizione.

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  2. Conosco alcune "famiglie in missione".
    Oggi vengono inviate anche in Europa in zone cattoliche (conosco famiglie inviate in Francia, in Germania e perfino in Italia) e non ne capisco il senso.
    O meglio, il senso lo capisco, ossia aprire il CN dove non c'è o dove è "in crisi" e quindi rimpolparlo con nuovi adepti.
    Ma queste famiglie vanno in città dove vi è già presente la Chiesa Cattolica, dove magari ci sono anche attive realtà ecclesiali (all'inizio non era così, venivano mandate in sudamerica, in africa, in Giappone, in Cina e già la "missione" aveva più senso).
    Dunque non vanno ad annunciare Cristo ma Kiko. Quindi è inevitabile portare DIVISIONI perchè nelle parrocchie c'è la Chiesa TRADIZIONALE (tra di loro poi la definiscono secolarizzata, desacralizzata, scristianizzata ecc...) e la nuova chiesa come PARROCCHIA ATOMICA (formata di piccole comunità) che, nonostante ciò che si dice all'inizio MAI ANDRA' A FONDERSI CON LA PARROCCHIA RIMANENDO UNA REALTA' ESTRANEA al punto che conosco molti miei ex fratelli che non sono mai entrati in Chiesa ma che però guardano dall'alto in basso i PARROCCHIOSI che vanno a partecipare le normali funzioni liturgiche.
    Dunque la DIVISIONE nasce già all'interno della parrocchia e mentono a se stessi, sapendo di mentire, quando dicono che svolgono attività parrocchiale nelle catechesi iniziali, allorquando invece tentano solo di rimpolpare il numero di aderenti alle comunità nc.
    Purtroppo (ci sono stato dentro oltre venti anni) a parole si definiscono POVERACCI ma in realtà si sentono MIGLIORI degli altri e guardano quasi con disprezzo i PARROCCHIOSI ritenuti totalmente scristianizzati.
    Il culto del DENARO, asseritamente rinnegato, trova invece ampio spazio all'interno delle comunità e non a caso quando i catechisti vanno a trovare le comunità la prima domanda che fanno al responsabile è se viene raccolta regolarmente la DECIMA. Si fanno convivenze in alberghi di lusso e i seminari redemptoris mater appaiono degli eleganti salotti (al che si capisce perfettamente cosa spinga tanti giovani provenienti da zone poverissime dell'africa o del sudamerica ad entrarvi e scoprire che mangiare bene, vivere in ambienti eleganti e riscaldati, uscire comunque la sera per le celebrazioni e stare in contatto con coetanee anche disinibite, partecipare ai fastosi pranzi domenicali nelle famiglie, valga ben la pena di rimanerci fino alla fine).
    Il cammino è IDOLATRA verso se stesso, va avanti come si pare (inutile richiamare le varie esortazioni passate, soprattutto sulla liturgia ma anche sul mancato rispetto del foro interiore, che ben conosciamo) e quindi è inevitabile che porti conseguenze negative.
    Eppure tutto rimane inalterato.
    Però che si sappia come funziona, soprattutto in questi giorni di "kikoevangelizzazione", anche se con l'avvento di internet è facile conoscere le cose, a differenze dei primi anni novanta, quando iniziai io, che non sapevo nulla e venni, posso dirlo, INGANNATO da tante fandonie.

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  3. Nome di Fantasia è l'acronimo di :

    Neocatecumenale Ormai Mamotreticamente Eretico Decisamente Indecente Francamente Allucinante Nonostante Tanti Abnormi Strafalcioni Insomma Assurdo

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  4. Il problema del Cammino si potrebbe riassumere nella famosa frase latina "errare humanum est, perseverare autem diabolicum", se fin da principio si fosse trattato solo di errore e non della superbia umana di uno spagnolo qualunque che per edificare sé stesso si è auto-attribuito prerogative che nessuno gli ha mai previamente riconosciuto (essere Giovanni il Battista in mezzo a voi, essere apostolo, essere il catechista scelto da Dio per voi, essere beneficiato da una visione della Madonna mai vagliata dalla Chiesa, pittore famoso, vincitore di premi milionari, fino a definirsi addirittura "genio"...)

    Tutto questo se l'è sempre detto da sé stesso prima che i suoi sudditi cominciassero a dirlo di lui, certamente influenzati dalla sua prosopopea.
    Ma anche si fosse trattato di mero errore umano, resta che il perseverare è diabolico, come hanno confermato emeriti santi del calibro di San Gerolamo e Sant'Agostino.

    Nessuna correzione è valsa a far ricapitolare il "profeta" neocatecumenale, che ha sempre perseverato nel suo errore, né le parole dei Papi né le lettere esplicite come quella che Benedetto XVI fece inviare al card. Arinze nel 2005.
    L'hanno anche inserita nello Statuto definitivo, come se fossero obbedienti alle DECISIONI del Santo Padre.
    Praticamente una beffa.

    Questa lettera non fu un fulmine a ciel sereno, ma derivò da un incontro che l'équipe internazionale aveva fatto 20 giorni prima (11 novembre) con la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.

    Poi, il 19 novembre, ci fu anche un'udienza privata col Santo Padre di cui lo spagnolo riportò quello che volle, non senza aver prima magnificato le (scarse) lodi del Cammino.

    Dichiarò che BXVI, quasi incidentalmente, alla fine parlò dell'Eucarestia neocatecumenale e gli disse che "aveva concordato alcune cose col card. Arinze" proprio il giorno prima.
    Queste "cosucce" erano la possibilità di fare brevi monizioni alle letture e 3 o 4 risonanze.
    "La pace resta dove la facciamo" e poi la fatidica frase: "per la comunione sotto le due specie possiamo continuare per un tempo a farla come l’abbiamo fatta finora, POI SI VEDRÀ…"

    Ripreso dal sito neocatecumenale:
    https://neocatechumenaleiter.org/it/discorsi-dei-papi/benedetto-xvi/udienza-privata-agli-iniziatori-del-cammino-19-xi-2005/

    Ma l'astuto spagnolo non riportò esattamente ciò che sicuramente gli avrà anticipato BXVI, dato che al momento il Papa aveva già preso le sue DECISIONI in virtù dei due colloqui precedenti e non è neanche peregrino che avesse già comunicato al card. Arinze di trascriverle nella lettera che fu poi inviata ai tre caballeros.

    Continua...

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  5. Le DECISIONI del Santo Padre furono queste:

    1) il Cammino Neocatecumenale accetterà e seguirà i libri liturgici approvati dalla Chiesa, senza omettere né aggiungere nulla (come invece ancora fa nella preghiera eucaristica II)

    2) Almeno una domenica al mese le comunità del Cammino Neocatecumenale devono partecipare alla Santa Messa della comunità parrocchiale (e non cominciare e poi smettere o preservare le comunità più giovani dal farlo)

    3) Circa le EVENTUALI monizioni previe alle letture, devono essere brevi. Occorre inoltre attenersi a quanto disposto dall’”Institutio Generalis Missalis Romani” (nn. 105 e 128) e ai Praenotanda dell’”Ordo Lectionum Missae” (nn. 15, 19, 38, 42).

    Quindi ci possono essere eventuali monizioni brevi, ma si devono osservare certe norme, che naturalmente non vengono osservate:

    - n. 105 IGMR: parla del "COMMENTATORE" (e non I COMMENTATORI), che NON DEVE STARE PRESSO L'AMBONE.
    - n. 128 IGMR: dice che è il SACERDOTE che "può, molto brevemente, introdurre i fedeli alla Liturgia della Parola (equivalente della monizione ambientale neocatecumenale)
    - n. 38 Praenotanda: Colui che presiede la Liturgia della Parola... riserva di norma a se stesso sia alcune monizioni, per ravvivare l'attenzione dei fedeli, sia specialmente l'omelia (sempre il SACERDOTE)
    - n. 42 Praenotanda: Spetta a colui che presiede introdurre talvolta i fedeli alla liturgia della Parola con opportune monizioni prima che vengano proclamate le letture (sempre il SACERDOTE).

    Quindi, EVENTUALI monizioni sì, ma brevi e fatte da un commentatore o dal sacerdote e non da una schiera di "preparanti del giorno prima" che si avvicendando all'ambone.

    4) Quanto ad interventi OCCASIONALI di testimonianza da parte dei fedeli laici, valgono gli spazi e i modi indicati nell’Istruzione Interdicasteriale “Ecclesiae de Mysterio”, approvata “in forma specifica” dal Papa Giovanni Paolo II del 1997:
    - È lecita la proposta di una breve didascalia per favorire la maggior comprensione della liturgia che viene celebrata e anche, ECCEZIONALMENTE, qualche eventuale testimonianza sempre adeguata alle norme liturgiche e offerta in occasione di liturgie eucaristiche celebrate in PARTICOLARI GIORNATE (giornata del seminario o del malato, ecc.) se ritenuta oggettivamente conveniente...
    - La possibilità del ‘dialogo’ nell’omelia (cfr. Directorium de Missis cum Pueris, n. 48) può essere, talvolta, prudentemente usata dal ministro celebrante come mezzo espositivo, con il quale non si delega ad altri il dovere della predicazione.

    Quindi le risonanze devono essere limitate ECCEZIONALMENTE a PARTICOLARI GIORNATE e non SEMPRE.
    Quindi nella Messa coi bambini IL CELEBRANTE può dialogare, ma non può farlo il MAESTRO DEI BAMBINI.

    5) Sul modo di ricevere la Santa Comunione, si dà al Cammino Neocatecumenale un tempo di transizione (non più di due anni) per passare dal modo invalso nelle sue comunità di ricevere la Santa Comunione (seduti, uso di una mensa addobbata posta al centro della chiesa invece dell’altare dedicato in presbiterio) al modo normale per tutta la Chiesa di ricevere la Santa Comunione. Ciò significa che il Cammino Neocatecumenale deve camminare verso il modo previsto nei libri liturgici per la distribuzione del Corpo e del Sangue di Cristo.

    Questa DECISIONE, a mio avviso, è forse la più importante, nonché quella DISOBBEDITA in maniera assoluta.
    Tuttora, dopo 18 anni, il Cammino non si è adeguato (altro che due anni!).

    La DECISIONE del Santo Padre è chiarissima, non interpretabile: il Cammino aveva tempo due anni per adeguarsi al MODO PREVISTO NEI LIBRI LITURGICI PER LA DISTRIBUZIONE DEL CORPO E DEL SANGUE DI CRISTO.
    Intanto niente mensa addobbata posta al centro della chiesa al posto dell’altare dedicato in presbiterio e MAI seduti.

    Continua...

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  6. Ma cosa dicono i libri liturgici che ANCHE IL CAMMINO DEVE OSSERVARE?

    - il modo per la distribuzione è la processione dei fedeli

    - il sacerdote si DEVE comunicare per primo e non insieme ai fedeli (per questo deve dire sottovoce "Il Corpo di Cristo MI custodisca per la vita eterna", prima di comunicarsi per primo. Non deve dire ad alta voce "Il Corpo di Cristo CI custodisca per la vita eterna" e comunicarsi insieme ai fedeli. Stessa cosa col calice)

    - la frazione del pane è riservata al sacerdote o al diacono e non a un qualsiasi neocatecumeno

    18 anni.
    Eccolo il "POI SI VEDRÀ" dell'astuto spagnolo.
    18 anni e sono ancora fermi al POI SI VEDRÀ...
    Marco

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  7. Ah, dimenticavo, nella Redemptionis Sacramentum si dice anche che se la comunione avviene sulla mani, il comunicando ASSUMA SUBITO l’ostia DAVANTI AL MINISTRO e non aspetti che sia finita la distribuzione a tutti gli altri, come invece avviene REGOLARMENTE nel Cammino Neocatecumenale.
    Marco

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    1. Risulta proprio che non ci siano dubbi quanto a disobbedienza e mancata sottomissione alla Chiesa.

      Allora mi sorge spontanea una domanda: si può continuare a rimanere nella Chiesa se si dichiara di obbedire e poi non lo si fa?
      Evidentemente sì.

      Il punto da stigmatizzare allora non è la disobbedienza in sé, ma la DICHIARAZIONE esplicita di non voler obbedire.
      Se non obbedisco ma non lo dichiaro e, anzi, dichiaro di essere obbediente e sottomesso, alla fine la Chiesa mi lascia stare.
      Molto pericoloso.

      In tutto questo mi viene in mente la vicenda di mons. Lefebvre, che alla fine di un lungo percorso venne scomunicato perché aveva compiuto un atto scismatico ordinando quattro vescovi, quando questo gli era stato formalmente proibito.

      Evidentementi si impara dagli sbagli altrui.
      Anche allo spagnolo è stato formalmente proibito da Benedetto XVI di continuare con la sua eucarestia diversa, ma furbescamente non si è opposto attraverso dichiarazioni esplicite di disobbedienza come fece Lefebvre (e anche Lutero), pur avendolo fatto nella pratica.

      Non ha detto che avrebbero continuato a ricevere la Santa Comunione da seduti e non processionando, non ha detto che avrebbero continuato a non consumare subito il Corpo di Cristo, non ha detto che avrebbero continuato a tenere la mensa al centro e non l'altare dedicato, non ha detto che avrebbero continuato a fare risonanze ad ogni Eucarestia, non ha detto che il prete avrebbe continuato a comunicarsi insieme al popolo, non ha detto che il dialogo con i bambini avrebbe continuato a farlo un laico, non ha detto che nella cinquantina avrebbero continuato a bere latte e miele, ecc. ecc...
      Manca la dichiarazione esplicita, ma esiste sia l'intenzione che la perseveranza a continuare nonostante i divieti.

      Infatti lo spagnolo non ha mai dichiarato esplicitamente che non si sarebbe adeguato alle DECISIONI di Papa Benedetto XVI e che non avrebbe adeguato la sua Eucarestia neocatecumenale ai libri liturgici.
      L'avesse fatto, con tutta probabilità avrebbe ricevuto la stessa proibizione formale al mantenimento della sua eucarestia variopinta e, se l'avesse mantenuta nonostante questo, non vedo perché non avrebbe dovuto incorrere nelle stesse sanzioni occorse a mons. Lefebrve o anche a Lutero, anche lui disobbediente dichiarato.
      Oppure no?
      Lo spagnolo dice di propugnare il CVII e forse tanto basta a tenerlo ancora in piedi.

      Comunque abbiamo capito una cosa importante: se si vuole disobbedire è conveniente non dichiararlo in modo esplicito e continuare con la disobbedienza tacita.
      Pare infatti che il problema non sia la disobbedienza, ma la dichiarazione di disobbedienza.
      Marco

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  8. Incredibile il canovaccio della convivenza d'inizio corso non trapela quest'anno ! Cmq solite cose .....una noia.....catechesi padre mario solite cose sul sesso il transumanesimo ecc ecc ,video scientifico sulla riproduzione ,gmg , zzzzZZzzZZzzZZzzzZzz

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    1. Kiko di qui Kiko di la......

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    2. Del canovaccio trapela la versione di Vito Luigi Valente sul suo sito. Alle 00.23 ha pubblicato il giorno del sabato.

      Però è mancante dell' Ammonizione al canto “Tu sei la mia speranza, Signore”, della catechesi di Kiko sulla lettura dell'Apocalisse e della catechesi di Pezzi “La Nuova Epoca alla luce del libro della Apocalisse”.

      Semplici sviste?
      Praticamente manca il clou.

      Allucinante l'omelia di Pasotti, che non è altro che l'elegia del Cammino Neocatecumenale e del dispregio della Chiesa prima del CVII.

      Cito una frase per tutte, che mi sembra la più allucinata (anche se distinguere quale sia la peggiore non è facile):

      "Se non RI-DIAMO NOI (neocatecumenali) alla Chiesa il dono Parola di Dio, che abbiamo ricevuto così abbondantemente, se non RI-DIAMO NOI alla Chiesa il dono della Pasqua, se non RI-DIAMO NOI alla Chiesa il dono della comunità cristiana; CHI POTRÀ COMPIERE QUESTA MISSIONE?"

      Poi blandamente: "Certo, non siamo né unici, né meglio di altri, ma questi doni hanno impregnato la
      nostra vita...".
      Però più sopra aveva detto: " Dovremmo essere davvero grati al Signore per questi tre doni immensi – il tripode – che ha fatto A NOI IN MODO PARTICOLARE nella Chiesa"...

      Risposta alla domanda di Pasotti "Chi potrà compiere questa missione?":
      Se non siete unici né migliori, la potranno compiere tutti gli altri, che forse sono migliori davvero. Anche gli altri possono aver ricevuto gli stessi vostri doni (impregnato di doni è brutto).
      Appunto: non siete unici, anche se il Signore ha fatto tre doni immensi A VOI IN PARTICOLARE.

      In due pagine, Pasotti ha detto NOI ben 11 volte, intendendo NOI DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE:

      1) NOI dovremmo essere immensamente grati al Cammino (non alla Chiesa o al Signore)
      2) dovremmo essere davvero grati al Signore per questi tre doni immensi – il tripode – che ha fatto a NOI in modo particolare (a LORO più che a tutti gli altri)
      3) gli Apostoli – e spesso anche NOI con loro
      4) ci attende un tempo difficile davanti al quale possiamo anche NOI come gli apostoli restare senza luce, senza parola
      5) vedo come NOI, fratelli delle prime comunità... tendiamo un poco a sederci...
      6) (NOI) abbiamo questi 3 doni immensi che il Signore ha fatto alla nostra vita e che NOI siamo chiamati a riversare nella comunità cristiana (quindi LORO hanno dei DONI PARTICOLARI che devono RIVERSARE nella comunità cristiana che non li ha. Specifico che il tripode Kiko l'ha ricopiato dai Cursillos, dove viene chiamato treppiede e poggia su differenti basi)
      7) se non ridiamo NOI alla Chiesa il dono Parola di Dio
      8) se non ridiamo NOI alla Chiesa il dono della Pasqua
      9) se non ridiamo NOI alla Chiesa il dono della comunità cristiana
      10) siamo accompagnati da questa storia che il Signore sta facendo con NOI
      11) tornare nel mondo di oggi, nella Chiesa di oggi portando con NOI questi doni.

      Questo qui, infatti, non parla della Chiesa ma SOLO del Cammino Neocatecumenale, la sua chiesa nella Chiesa.
      Sono LORO che devono RI-DARE alla Chiesa ciò che la Chiesa non ha.
      Marco

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  9. Che dire della lettera di San Paolo Apostolo ai Romani, lettura di oggi?

    Così da Gerusalemme e in tutte le direzioni fino all'Illiria, ho portato a termine la predicazione del vangelo di Cristo. Ma mi sono fatto un punto di onore di non annunciare il Vangelo dove era già conosciuto il nome di Cristo, per non costruire su un fondamento altrui, ma, come sta scritto: «Coloro ai quali non era stato annunciato, lo vedranno, e coloro che non ne avevano udito parlare, comprenderanno».

    Parola di Dio.

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  10. Ahiahiahia si sono fermati i battesimi con relativo viaggio vacanza alla domus in galilea.Le vesti bianche & tutta la paccotiglia di kikolandia a chi sarà venduta ?

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    1. Kikolandia è l'acronimo di :

      Kiko Ieri Kiko Oggi Lancia Ancora Neocatecumenali Demenziali Idee Assurde

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  11. Intanto aspettiamo di sapere gli esiti dell'incontro del 28 novembre di tutta la Conferenza Episcopale Spagnola presso il Dicastero per il Clero, presente Papa Francesco. Evento del tutto eccezionale, simile solo a quello cileno.
    La questione principale è sui seminari, dopo una visita commissionata dal Papa.

    Nel mirino pare proprio ci siano stati i 14 seminari RM:
    "Incoraggiare e assistere nell’applicazione della Ratio nationalis ” . È questo l’obiettivo dichiarato della visita apostolica che, nei mesi di gennaio e febbraio 2023, due vescovi uruguaiani effettueranno ai seminari spagnoli e che, in un primo momento, colse di sorpresa i pastori spagnoli...
    Questa visita avrebbe a che fare con la necessità di "accelerare" l'unione di seminari, poiché solo 3 dei 45 esistenti nelle diocesi spagnole avrebbero quel “numero moderato” tra i 25 e i 30 giovani che il Papa ritiene ideale"

    Se decidessero di chiudere qualche RM, lo spagnolo obbedirà?
    Marco

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    1. Ricordiamo ai finti tonti che i cosiddetti seminari Redemkikos Mater non sono dei seminari della Chiesa cattolica ma sono solo delle case di formazione che a detta del loro stesso statuto cercano di formare presbiteri secondo lo stile del Cammino e le esigenze del Cammino.

      Un seminario vero viene istituito da un vescovo (o gruppo di vescovi) secondo le linee guida della conferenza episcopale e della Santa Sede (quanto a percorso di studi, vita comunitaria, vita spirituale, metodi di verifica, ecc.).

      Ricordiamo che il sacerdozio non è un diritto. Nessuno può esigere di diventare sacerdote. Il sacerdozio viene concesso da un vescovo solo dietro precise condizioni - anzitutto la fiducia personale, perché se il vescovo non ha fiducia in te non ti ordinerà mai, neppure se hai mille titoli di studio in teologia e in pastorale. Infatti nemmeno il Papa può obbligare un Vescovo a ordinare qualcuno. "Ordinatelo tu", risponderebbe -giustamente- il vescovo che tentano di obbligare. Oppure, al massimo, "presentami le lettere dimissorie", con le quali ti assumi responsabilità sulla formazione che avrebbe già fatto il candidato.

      Purtroppo ci sono vescovi che cedono facilmente a lusinghe o ricatti, e quindi sono disponibili a ordinare pessimi sacerdoti purché se ne possano pilatescamente lavare le mani. Solitamente si fa così: si scrive una relazione fittizia sul pessimo candidato, dove mentendo si dice che è un ottimo candidato, e il vescovo (corrotto o ricattato) lo ordina fingendo che la relazione sia onesta e credibile.

      È legittimo pensare che tutti i seminaristi dei Redemkikos Mater, provenendo da case di formazione che esplicitamente intendono "formare presbiteri secondo lo stile del Cammino e le esigenze del Cammino", non sono adatti al sacerdozio. Qualcuno di loro potrebbe avercela davvero, la vocazione, ma fondamentalmente bisogna ritenerli non adatti al sacerdozio proprio perché provengono da una casa di formazione che lavora solo per le esigenze del Cammino.

      Esistono case di formazione di altri soggetti ecclesiali, e talvolta la loro formazione può essere ritenuta tutto sommato accettabile: in questi casi, comunque, i vescovi richiedono condizioni aggiuntive (per esempio almeno un anno supplementare di seminario presso un seminario vero) prima di convalidare l'intera formazione fatta (incluse le condizioni aggiuntive).

      I seminari Redemkikos Mater furono inventati perché i seminaristi neocatecumenali venivano puntualmente scacciati dai seminari veri. Le cosiddette vocazioni neocatecumenali, infatti, provenivano da un ambiente settario (il Cammino), vagliate da laici della setta (i cosiddetti "catechisti" neocat), con un orizzonte esclusivamente settario (servire solo il Cammino e diffondere solo il Cammino, a costo di disubbidire alla gerarchia, a costo di fare gran danno alla Chiesa), con abitudini sbagliate ("no, il sabato sera non voglio fare servizio pastorale in parrocchia, perché il mio Catechista mi ha detto che devo partecipare alla liturgia neocatecumenale"), con la totale incapacità di accettare qualsiasi espressione religiosa e artistica che non siano quelle di Kiko, ecc.

      Una delle cose che più fanno infuriare i kikolatri è quando un loro membro lascia la setta per vivere di più la fede. Quando si tratta di un presbìtero, che lascia la setta per servire la Chiesa, il bruciore di deretano è ancora più forte. Nella setta neocatecumenale, infatti, insegnano ossessivamente che "fuori dal quella porta c'è il demonio", cioè che se esci dalla setta perdi la fede e vivi la perdizione totale.

      p.s.: lo stato penoso dei seminari di oggi, e delle parrocchie e delle diocesi, e dei vescovi e del clero, non cambia quanto detto sopra. Se uno ritiene di aver la vocazione - sacerdozio o altro -, si rivolgerà a coloro che nella Chiesa hanno esplicitamente il compito di verificarla, senza né sceneggiate (come le "alzate" di Kiko) né percorsi preferenziali furbetti (come i seminari neocatecumenali R.M.).

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    2. Detto questo, possiamo chiarire che è legittimo (e anzi addirittura doveroso) che i vescovi decidano che le presunte vocazioni neocatecumenali debbano essere vagliate in seminari veri.

      È nel pieno diritto di ogni conferenza episcopale - come quella spagnola -, al di là della facciata meramente "organizzativa" (del non voler più avere a che fare con micro-case di formazione), di riorganizzare la formazione al sacerdozio secondo le linee guida e la Ratio già approvate e valide per i vescovi e per la Santa Sede. I seminari di altre organizzazioni religiose (società di vita apostolica, ecc.) sono stati approvati proprio perché seguono quelle linee e non pretendono di fare percorsi preferenziali furbetti.

      Nel Cammino vige infatti l'idea che una cosa fatta dai vescovi e dalle parrocchie sia sbagliata perché non l'hanno decisa Kiko e i suoi cosiddetti "catechisti". Nel Cammino vige l'idea che il Cammino salverebbe la Chiesa, e che chi rifiuta il Cammino starebbe rifiutando la salvezza (a volte esprimono questo concetto perfino a chiare lettere, come quando Kiko disse che quando Carmen fu scacciata dalle suore Misioneras "lo Spirito ha lasciato quel convento").

      Vedete, uno può perfino permettersi di criticare l'operato di certi vescovi deboli o corrotti, però nessuno di noialtri si crede più sapiente della Chiesa bimillenaria, nemmeno di fronte all'evidenza della crisi. Se la Chiesa funziona ancora con "parrocchie", "seminari" e "conferenze episcopali", noi non abbiamo titolo (né voglia) di riscrivere tutto daccapo (come invece vorrebbero i kikolatri).

      I neocatecumenali si credono più sapienti della Chiesa e perciò vogliono trasformare le parrocchie in "comunità di comunità" che ubbidiscano al laico catechistone di turno e paghino la Decima a Kiko, autodefinitosi "il Vostro Catechista".

      E così chiamano "Faraone" un vescovo che non li ha accontentati; chiamano "Giuda" un fuoriuscito dalla setta che ha ritrovato la fede e vissuto la sua vocazione; chiamano "fango" e "calunnie" un qualsiasi scoperchiare la verità sulle loro vergognose magagne.

      Si riempiono la bocca di "ilsignore-ilsignore", di "missioni-evangelizzazione", di "lapace-laperturallavita", e poi però sono idolatri, ipocriti, arroganti, e pretendono di ricostruire la Chiesa a immagine e somiglianza di Kiko.

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    3. Quando la propaganda neocatecumenalizia blatera di "seminari missionari diocesani Redemptoris Mater" vi sta prendendo per il sedere.

      Se fossero veramente "diocesani" verrebbero attivati dalla diocesi, non dal Cammino, e dipenderebbero esclusivamente dalla diocesi, cioè solo dal vescovo, e vi sarebbero accolte vocazioni diocesane, non esclusivamente gli "alzati" di Kiko. Ma lo statuto di tali seminari R.M. afferma che la formazione che vi è fatta è secondo le linee e le necessità del Cammino. Forma solo "presbikikos".

      Quanto al "missionari", si tratta sempre e solo delle missioni neocatecumenali, intese a far crescere solo il Cammino, organizzate dai pezzettoni grossi del Cammino.

      La qualifica di "missionari" e "diocesani" non è solo una panzana decorativa, è anche una truffa. Infatti i soggetti, una volta ordinati, vengono parcheggiati per qualche tempo in diocesi in attesa di venire iscritti al Sostentamento Clero, i cui tempi sono lunghetti (generalmente passa più di un anno prima che un novello sacerdote cominci a ricevere lo "stipendio" da prete, che viene alimentato dai fondi del fatidico "otto per mille alla Chiesa cattolica").

      Non appena il presbikiko comincia a ricevere lo stipendio, i suoi cosiddetti "catechisti" alzano la cresta e decidondo o i mandarlo in missione kikiana, o di sfruttarlo per neocatecumenalizzare ancor più di prima qualche parrocchia della diocesi. E spesso succede che il presbikiko è un tal combinaguai (o ignorante, o immorale, o arrogante, o un mix di tutte queste cose) che il vescovo accetta che venga spedito in missione neocatecumenale pur di toglierselo dai piedi.

      Ma allora perché diversi vescovi son caduti nel trappolone del dare il loro consenso ad un seminario R.M.?
      Per i soliti motivi: "oliature" o ricatti. Metti che un vescovo brama di far carriera e i kikolatri, con le loro conoscene in Vaticano, gliela ostacolano. Metti che un vescovo ha un dissesto finanziario da sanare (poco importa se personale, familiare, diocesano) e arriva il diavolo in giacca e cravatta e portachiavi col logo kikiano a proporgli un po' di soldi in cambio della firmetta per il seminario, "tanto poi ti spostano in altra diocesi e la rogna resta sulle spalle del tuo successore". Metti che un vescovo sia talmente ingenuo da credere alle untuose e smielatissime omelie laicali dei rappresentanti dei kikolatri... ah, no, siamo nel 2023, non siamo più nel 2003, ora quest'ultimo tipo di eventualità è talmente raro da sembrare impossibile.

      Per questo ai kikolatri spagnoli sta bruciando così forte il deretano. Il giochino dello stare con un piede in due scarpe (seminari "diocesanimissionari" ma kikiani) non funziona più. La riorganizzazione dei seminari in Spagna - e speriamo presto anche altrove - comporterà che i presbikikos vengano vagliati anche da sacerdoti di fiducia del vescovo, e comporterà che la loro formazione non sia esclusivamente neocatecumenalizia. Si rischia un'ondata di presbikikos intenzionati a tener conto del parere del vescovo, intenzionati a servire tutto il popolo di Dio - anche le anime che disprezzano il Cammino -, si rischia che qualcuno di loro, dopo essere stato coltivato così bene dal Cammino, si metta invece al servizio della Chiesa.

      E probabilmente comporterà anche che le iniziative utili solo al Cammino, financo la manutenzione delle case di formazione kikolatrica, non possano più essere fatte distraendo furbescamente fondi dalle (già poco floride) casse diocesane. Questo è un danno gravissimo per quei seminari-truffa. Ricordate il felicemente soppresso seminario R.M. di Takamatsu in Giappone: una diocesi con soli cinquemila fedeli, che non ha "otto per mille" né sostegno statale ma solo donazioni dei fedeli, che veniva derubata dai kikolatri e... i presbikikos rifiutarono di ubbidire ai vescovi giapponesi e pretesero che un soggetto terzo facesse da intermediario fra loro e i vescovi... Il tutto coi vergognosi Filoni, Bertone e compagnia cantante, che da Roma calpestavano i vescovi giapponesi per far continuare la kikolatria e la truffa anche in Giappone.

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  12. E rieccoci alla rubrica serale: "pagine indimenticabili", che tanto ha rovinato il fegato a certi kikolatri:

    - i "matrimoni con i pagani": nel Cammino si apre la porta a separazioni, ripudi, nullità

    - il delirio catto-calvinista del "neocatecumeno" medio

    - la "Cognitive Restructuring" del Cammino: perché si contraddicono, perché mentono

    - perché il Cammino odia il Concilio di Trento

    - a proposito dei "figli del Cammino"...

    - Kiko e la sua fissazione per i vostri soldi.

    Ricordiamo in particolare che il Cammino non ti porta a Dio, ma ti porta a Kiko.

    Una vera esperienza di fede poggia su due millenni di santità della Chiesa, dagli Apostoli fino a padre Pio e agli altri santi della nostra epoca.

    Una falsa esperienza di fede ti censura ciò che non fa comodo agli autonominati iniziatori. Per esempio per Kiko e Carmen la Chiesa era praticamente inesistente "da Costantino al Concilio". Per esempio il Cammino ti banalizza e ti disincentiva pellegrinaggi, rosari, opere di carità, canto gregoriano, devozioni, giaculatorie. Per esempio il "provarsi con Mammona" consiste solo nel versare soldi al Cammino (se versi la Decima ad un monastero di clausura che non c'entra niente col Cammino, Nostro Signore apprezzerà ma i tuoi cosiddetti "catechisti" neocatecumenali vedranno l'ammanco e andranno su tutte le furie). Tutte queste cose, insieme ai madornali errori dottrinali e liturgici, insieme all'ipocrisia e all'arroganza, insieme alla disubbidienza alla Chiesa (l'ubbidienza non è un proclamare slogan e fingersi mansueti e sorridenti, l'ubbidienza non è un far fingere che i problemi non esistano), ecc., non provengono da Dio ma dal demonio.

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    1. I neocatecumenali sono pesci strani, il cui ambiente naturale è quel mare di complessità e di semplificazionismo, per cui non abbiamo voglia di entrare in quel mare. Gettare confusione in un dibattito (es.: mettendo troppa carne a cuocere) oppure ipersemplificandolo (es.: mettendo slogan triti e ritriti), sono le loro tattiche principali, derivanti dalla loro maggior paura ancestrale: che le loro parole e le loro opere vengano esaminate con onestà.

      In altri termini, lo sanno benissimo di star sbagliando, ma vogliono perseverare nell'errore, e soprattutto vogliono che nessuno lo noti. È come se la loro missione fosse quella di sembrare cattolici pur sapendo bene di non esserlo, di conseguenza ogni volta che si discute di ciò che dicono e di ciò che fanno, la loro reazione immediata e pavloviana è quella di seminare slogan preconfezionati ("ma a me il Cammino ha fatto incontrare Dio!", ma qui nessuno parlava della tua esperienza, qui tutti parlavano delle testimonianze sulle storture del Cammino, contro le quali tu opponi il tuo presunto "incontrare Dio"), oppure di mettere troppa carne a cuocere ("la Chiesa è in crisi", lo sappiamo già, e sappiamo anche che lo state dicendo solo perché volete sembrare la cura a quella crisi).

      Punto primo: noi non detestiamo le carnevalate liturgiche neocatecumenali "perché le fanno i kikolatri"; noi le detestiamo perché sappiamo che la liturgia è l'unico culto a Dio gradito, sappiamo che la liturgia rispecchia la fede, sappiamo che la liturgia è un dono e non un teatrino, sappiamo che chi celebra male offende Dio (Nostro Signore chiamò "macellai" i sacerdoti che facevano abusi liturgici, e immaginate che pessima stima avrà di coloro che hanno ridotto la liturgia a una carnevalata degli strafalcioni).

      Punto secondo: il vostro essere in buona fede non rende magicamente buone le opere di cui siete complici. Conosciamo benissimo la differenza fra coloro che facevano il Cammino cercando di viverlo con spirito di preghiera e di carità (cioè avevano già un piede fuori del Cammino), e coloro che invece si sono semplicemente adeguati ("il Cammino fa così, il Cammino dice così, perciò mi adeguo": cioè sei complice di quelle malefatte), e i tanti che addirittura cavalcano comodamente l'andazzo ("quando il Signore mi toglie la mano dalla testa, ne combino di ogni!", cioè stai dando a te stesso una comodissima "autorizzazione a peccare", e ti credi addirittura cristiano...).

      Punto terzo: le eresie - cioè le distorsioni delle verità di fede - non hanno mai portato a nulla di buono. Dalle orge dei movimenti gnostici del basso Medioevo alle guerre di religione, dal settarismo all'iconoclastia, il tutto sempre condito da persecuzioni di cristiani - a volte "statali" e "legali", tante altre volte con quei tratti tipici che oggi verrebbero qualificati come "terrorismo". Dunque è legittimo inorridire di fronte alle eresie (più o meno manifeste, più o meno dichiarate), anche se per pigrizia mentale ci si limitasse a temerne i soli effetti. Del resto è noto che gli autonominati "iniziatori", invitati da padre Zoffoli a fare una semplice "pubblica e dettagliata professione di fede", cosa che avrebbe sgombrato il campo da tutti gli equivoci (poiché i cosiddetti "catechisti" e tutti i fratelli di tutte le comunità avrebbero dovuto scegliere da che parte stare: quella della fede o quella dell'eresia)... ebbene, Kiko e Carmen non l'hanno mai fatto. Kiko e Carmen hanno sempre voluto propugnare le loro eresie. Lo sapevano benissimo che la pacchia del campar di rendita (ubbiditi, riveriti, temuti, elogiati, addirittura pagati!) sarebbe miseramente cessata.

      Finché i kikolatri continueranno a spacciarsi per cattolici, questo blog continuerà ad aver motivo di esistere. Tanto più che è ricercabile (dalla sua casellina di ricerca, e dai vari Google Bing eccetera). Ed è improbabile che qualche vecchia pagina diventi obsoleta, visto che Kiko e Carmen non hanno mai voluto cambiare una virgola del Cammino.

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  13. Pietro (NON del Cammino13 novembre 2023 alle ore 10:31

    Il Papa dice che il carisma (che è quello riconosciuto dallo statuto e non altro) "può deteriorarsi quando ci si chiude, o ci si vanta, quando ci si vuole distinguere dagli altri".

    Quando è che ci si chiude? Ad esempio quando si vive il proprio gruppo a discapito della comunità parrocchiale e diocesana. Occorre vivere concretamente agli altri cattolici le iniziative della parrocchia e della diocesi, e non solo quelle del proprio gruppo, altrimenti ci si chiude.
    Meglio rinunciare a qualche incontro del proprio gruppo per non rinunciare a quelli che la parrocchia e la diocesi propongono a tutti.

    Quando ci si vanta? Non solo quando ci si vuole mettere in luce rubando la luce a Gesù, ma anche quando si vuole mettere in luce il proprio gruppo (in cui ci si identifica) rubando la luce alla Chiesa di tutti.

    Quando è che ci si vuole distinguere dagli altri? Quando si espongono le palme giganti dal balcone, quando si canta a squarciagola per le strade, quando si espongono cartelli spropositati.
    Invece per il Papa occorre fare il contrario: confondersi in mezzo agli altri. Solo così, infatti, si mette in rialto la propria fede tra i non credenti, solo così si testimonia l'amore di Dio e ci si fa riconoscere non per la stravaganza, ma per l'amore. Cioè si fa riconoscere Gesù e non noi.
    Il crocifisso e l'abito religioso, allora, diventano segni esteriori della fede, cioè di uno stato di vita, come la fede matrimoniale.

    Gesù e gli Apostoli esteriormente non si distinguevano dagli altri ebrei, se non per la dottrina di Gesù e le opere che ne conseguivano, e per i segni esteriori che corrispondevano al loro stato di vita.
    Mai Gesù si è comportato come un fanatico e, anzi, faceva apparire fanatici i suoi oppositori.

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  14. Scusate se torno sul punto, ma ho letto il pout pourri della domenica dell'IC ed ho provato un senso di profondo fastidio, conoscendo troppo bene il modus neocatecumenale.

    1) il tema "difficile e complesso" della tutela e salvaguardia dei minori e delle persone vulnerabili, spiegato da Pasotti.
    Ora a LORO "è sembrato bene" di preparare finalmente le Linee Guida richieste a tutte le aggregazioni ecclesiali sugli abusi su minori e persone vulnerabili già cinque anni orsono.
    Naturalmente, come sempre, Pasotti osa dire che il Cammino "per Statuto non è una associazione o un movimento, ma una Iniziazione Cristiana", ma ormai sappiamo bene che PER STATUTO è una Fondazione Autonoma di soli beni spirituali e senza patrimonio proprio. Non un'Iniziazione Cristiana, quello è il suo scopo/fine.
    Poi la contraddizione in termini: preparano le Linee Guida, ma siccome hanno per scopo/fine l'iniziazione cristiana da svolgersi nelle parrocchie (come praticamente tutti i movimenti operano nelle diocesi e nelle parrocchie, pari pari), LORO ritengono di potersi attenere a quanto stabilito nelle parrocchie/diocesi.
    Ma allora che le hanno redatte a fare le Linee Guida?
    Ma poi c'è l'indizio.
    È "stato loro richiesto" di trovare un delegato che tenga i contatti con l'ufficio diocesano per gli "adempimenti richiesti" e "i catechisti disporranno insieme al parroco le opportune modalità attuative delle PRESENTI Linee Guide per la comunità".
    Non si capisce molto, il tutto è volutamente confuso.
    Hanno redatto delle Linee Guida, ma "siccome la legislazione è diversa da paese a paese, diventa praticamente IMPOSSIBILE stabilire delle “Linee guida” per tutto il Cammino, che opera in tutti e cinque i Continenti (esattamente come tutte le realtà ecclesiali internazionali).
    Ma che c'entra la legislazione? Una realtà ecclesiale si deve solo preoccupare di porre in essere procedure per la tutela interna e per l'eventuale denuncia a chi di dovere. Questo è uguale ovunque.
    Allora, le hanno stabilite o no, queste Linee Guida?
    Intanto, la RESPONSABILITÀ PRINCIPALE cade sui genitori, che "debbono informarsi sui movimenti dei figli in comunità o in convivenza".
    Cioè, praticamente li devono seguire negli spostamenti e nelle convivenze, perché sono i responsabili principali anche quando i figli sono in custodia di altri. Anche nella scuola è responsabile la scuola quando i genitori non sono presenti... ma non nel Cammino...
    Ti abusano il figlio e il responsabile principale sei tu, che non ti sei adeguatamente informato sui movimenti di tuo figlio in comunità o in convivenza credendo che fosse in un contesto sicuro, con tutto quello spirito che passa...
    Neocatecumenali, mettete una micro camera sui vostri figli quando i padrini li riportano a casa (caso di abuso successo) o quando dormono in convivenza, perché se diventano vittime di abusi, i principali responsabili siete voi.

    Continua...

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  15. 2) La pornografia.
    Lo spagnolo dice che i dipendenti da pornografia, o chiunque ne sia in qualche modo coinvolto, deve essere CACCIATO DAL CAMMINO.
    Ascensiòn mitiga i toni: "Alcuni sono malati e devono andare dal medico".
    Ma lo spagnolo non demorde: "Che vadano dal medico! Ma se continuano, non possono rimanere in comunità. Che GUARISCANO E POI RITORNINO!".
    Allora Ascensiòn propone un metodo: vivere in casa secondo l'ora et labora di San Benedetto.
    Ma lo spagnolo è incaponito: "Con la pornografia, È IMPOSSIBILE STARE NEL CAMMINO ed essere cristiano. È IMPOSSIBILE! È un insulto alla Chiesa e al Cammino. QUI NON LO VOGLIAMO PIÙ. Vuoi vedere pornografia? VA VIA DI QUA! Sei stato un invidioso, un lussurioso, un pagano? Va bene. Sei pentito? Va bene, ti accettiamo".
    Non si capisce se li accetta o no, i lussuriosi pentiti ma recidivi.
    E poi il Pezzi: "a volte alcuni presbiteri dicono: questo non è peccato..."
    Cosa??? Hanno dei presbiteri che dicono che la pornografia non è peccato???
    Suggerimento di Pezzi ai presbiteri: "consigliate voi di chiedere aiuto ai CATECHISTI a chi si trova in queste dipendenze".
    I preti demandano ai catechisti laici.
    E poi smettetela, neocatecumenali, di andare da Gianna, la sorella del Cammino che dirige un'Associazione di gruppi di recupero.
    Avete capito male, anzi no, lo dissero loro l'anno scorso che potevate rivolgervi a questa sorella. Ma ora non va più bene: sceglietevi lo psicologo che più vi piace...
    Confessa Pezzi: "MOLTI fratelli sono stati aiutati a superare questa dipendenza". Quindi MOLTI ce l'avevano, nel perfettissimo Cammino.

    3) "Ringiovanire le équipes".
    Dice che l'ha chiesto la Santa Sede.
    Ma ce la vediamo la Santa Sede a chiedere di "ringiovanire" le équipes?
    Pare più un modo non dichiarato di adeguarsi al ricambio richiesto per i mandati a termine.

    4) Nuova casa di formazione a Gerusalemme, per presbiteri e non solo.
    Ma siccome i preti DIPENDONO DAI CATECHISTI: "I presbiteri che desiderano fare questa esperienza devono parlare con i loro catechisti e con il loro rettore, perché giudichino se vedono bene che facciano questa esperienza".
    Ma il rettore è secondario perché: "Se hanno il PERMESSO DEI PROPRI CATECHISTI, si mettano in contatto con..."
    Ma, scusate l'ignoranza, i presbiteri hanno un "rettore"?

    Finale: APPLAUSO.
    Marco

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    1. Questi stanno fuori di testa. Sono ossessionati dal sesto comandamento. Gli altri soprattutto il 7, 8, 9, 10. Per loro non contano.
      Inoltre invitano i presbikikos a violare il foro interno del penitente, non solo, invitano il penitente ad andare dai catechisti. Chi sono i catechisti? Ma il problema reale non sono quei 4 vecchi, ossessivo compulsivi, di kikos & co. Ma di chi ancora li segue.
      Ex.

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    2. L'ossessione di Kiko e Carmen per i peccati contra sextum (durata tutta la loro vita) denota un loro permanente e grave squilibrio interiore (chiamiamolo gentilmente così) e lascia sospettare seriamente che abbiano parecchi "scheletri nell'armadio" (incluso abusi compiuti verso persone innocenti). Poco importa che Kiko si vanti di essere casto.

      Se tali "scheletri" verranno fuori - come già avvenuto per Maciel e qualche altro prominente protagonista della scena ecclesiale, a volte prima della morte, a volte dopo -, avremo solo una conferma supplementare che i due promotori di eresie non sono mai stati ispirati da Dio. (Una "supplementare" conferma perché la certezza derivava dai loro sbagliatissimi insegnamenti).

      Spesso, storicamente, gli eretici erano stati sempre ottimi esempi di ascetica e di virtù (con le quali ingannavano le anime che non sapevano riconoscere le eresie). Ma in linea generale, chi distorce la fede finisce inevitabilmente per distorcere anche la morale. I pezzettoni grossi amano dire alle loro vittime «non ti crederà nessuno» (testuali parole del vescovo pedofilo neocatecumenale Apuron a una delle sue vittime), e quindi molti preferiscono non denunciare, preferiscono non aiutare chi ha potenzialmente subìto abusi (ricevendo magari un pochino di giustizia solo molto tempo dopo la propria morte, come avvenne quando Benedetto XVI tra i primissimi atti del suo pontificato detronizzò Maciel e gli impose una vita ritirata e senza contatto col pubblico).

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    3. Ne approfitto per ricordare che nessuno degli altri fondatori di movimenti e associazioni ecclesiali ha avuto un'ossessione per i peccati contro il sesto comandamento. Anzi, se proprio ne parlavano, se ne parlava in maniera "distante", distaccata, generica. Contro tali fondatori si possono elevare tante critiche, ma non quella.

      Nella mentalità protestante - come quella neocatecumenale - si tende a ridurre la morale ad un agguerrito e lungo elenco di divieti. E così, uno dei suoi tipici effetti collaterali è l'ipocrisia: come a pensare che "il divieto c'è, ma ho trovato la scappatoia, quindi posso peccare, basterà non farmi scoprire dagli altri, o al massimo trovare la scusa adatta, la sequenza di slogan contro cui gli altri che mi hanno scoperto non potranno criticarmi".

      Per questo i fratelli delle comunità - e ancor più i pezzettoni grossi del Cammino - digrignano i denti al sentire che qualche "ex fratello del Cammino" vive una vita cristiana senza le ossessioni inflitte da Kiko, senza il loro contraltare ipocrita, senza perbenismi puritani, senza ridurre la fede e la morale a pesanti fardelli e puntigliosi divieti. La vita morale non è l'elenco dei 613 precetti dei "catechistoni", ma è un adeguarsi alla legge di Dio (anche "implicitamente": anche un ateo anticattolico sa che è ingiusto uccidere) perché la legge di Dio è un "giogo soave" e un "carico leggero" (cfr. Mt 11,30), non è né irragionevole, né impossibile (e nemmeno un fardello pesantissimo che i furbi evitano e i poveracci sopportano).

      Notate in particolare come il Cammino fin dalle cosiddette "catechesi iniziali" sia sempre e continuamente un giogo amaro e un carico pesante: devi fare questo, anzi no, quello, non devi fare quell'altro, anzi puoi farlo però senza farlo, anzi... è tutto un contraddirsi di proposito.

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  16. Il tripode vero dei camminatori le 3 S ( SESSO-SOLDI-SUCCESSO) una vera ossesione

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  17. Linee guida è l'acronimo di :

    Le Idee Neocatecumenali Eretiche Esprimono Generalmente Umane Idiosincrasie Decisamente Assurde

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    1. Intanto segnalo un articolo sul Purgatorio. Non fatevi spaventare da qualche termine "tecnico", perché tutte le affermazioni sono documentate e verificabili (non solo nelle Scritture), e il voler semplificare troppo il linguaggio comporterebbe dover allungare molto le spiegazioni. (Se ci fosse bisogno di spiegare che "costruire con l'oro e l'argento" riguarda un simbolo anziché i due metalli preziosi, o che il "fuoco" del Purgatorio non è una combustione col bagliore delle fiamme e il rilascio di calore e gas, significa che si applica il proverbio "quando il saggio indica la Luna, lo stolto guarda il dito").

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  18. https://www.youtube.com/watch?v=lKgN1rBN22k IL NUOVO CANTO INIZIO CORSO 2023 che tristezza

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    1. Ormai il Cammino è tutta la stessa chiassata in tono calante ndrùng-ndrùng-ndrùng, Galileaaah! ndrùng-ndrùng-ndrùng, cavallo e cavaliereeeh! ndrùng-ndrùng-ndrùng, la scecchinà dessignoreeeh! ndrùng-ndrùng-ndrùng...

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    2. ndrung è l'acronimo di :

      Neocatecumenali Decisamente Ridicoli Umanamente Non Gestibili

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    3. Riguardo all'episodio dell'ingiusta rimozione del vescovo Strickland, da Jungle Watch i recenti commenti di Tim fanno notare che Strickland ha commesso due errori. Il primo è stato quello di "sforare" dal suo ambito di competenza. In quanto vescovo, aveva autorità sulla sua sola diocesi. Quando sei bersagliato non puoi permetterti di regalare ai tuoi avversari una buona scusa per colpirti. Il secondo errore è stato di accettare supinamente la bergogliata, anziché commentarne le irregolarità canoniche. I soloni del vaticansecondismo amano pilatescamente lavarsene le mani delle conseguenze delle loro decisioni ingiuste, per cui anche se l'opporsi ad esse non cambiasse la situazione, bisogna comunque opporsi affinché quei soggetti si assumano chiaramente la responsabilità delle loro azioni davanti alla Chiesa e davanti a Dio. Anche quando si tratta del Papa. Mai farsi complici - nemmeno per donabbondismo o per pigrizia - di decisioni ingiuste della gerarchia cattolica.

      Nell'articolo di oggi Tim commenta un articolo in cui si parla di Strickland ponendolo grosso modo sulla stessa scia di chierici che hanno subìto persecuzioni. Cioè mettendolo sullo stesso piano di soggetti impenitenti come McCarrick (ex cardinale spretato) e Apuron (vescovo pedofilo neocatecumenale, esiliato e privato di insegne e di diritto di celebrare in pubblico). Che è sbagliato, oltre che maldestro. Mai consentire che i pessimi uomini di Chiesa vengano appaiati a chi subisce ingiustizie. Non è che l'indossare certi abiti clericali renda automaticamente meritevoli di acritico rispetto. L'ossequio non equivale al servilismo o all'adulazione.

      Nello stesso articolo Tim allude infatti anche al fatto che che fin da adolescente ha capito a sue spese che anche i chierici son peccatori. Altrove aveva raccontato che da adolescente aveva denunciato alla curia il caso di un pretazzo che commetteva abusi sessuali su minori, e che la curia aveva allegramente insabbiato tutto e continuato a promuovere e spostare il pretazzo, salvo poi decenni dopo veder cadere la diocesi in bancarotta per quello e per altri casi che erano stati comodamente "coperti". Nell'articolo si allude pure al fatto che i guai familiari di Tim sono stati accuratamente orchestrati come vendetta neocatecumenale (quella "pubblica crocifissione" che subì a maggio 2018).

      Il suo commento su tutte queste situazioni è sempre stato: «non lascerò Gesù a causa di Giuda».

      Non saranno certo le porcate di certi "uomini di Chiesa" a far perdere la fede nel Signore e l'appartenenza alla Chiesa.

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    4. Porcate è l'acronimo di :

      Possono Ora Ridicoli Catecumeni Annunciare Terrificanti Eresie

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