sabato 20 settembre 2025

Tocca sempre ribadire i concetti essenziali...

Nessun senso del sacro
Oggi è sabato, e dunque stasera i neocatecumenali celebreranno le loro carnevalate liturgiche zeppe di abusi e strafalcioni kikiani-carmeniani, in spregio al Messale Romano approvato da Paolo VI, alle «decisioni del Santo Padre» del 1° dicembre 2005, e perfino al loro stesso Statuto che le ha fatte sue.



Concetti essenziali:
 oltre a dimostrare con segni e prodigi di essere davvero il Figlio di Dio, Nostro Signore ha insegnato (dottrina), ha santificato (sacramenti), ha guidato spiritualmente. Questo triplice munus sacerdotale è esattamente l'incarico affidato alla Chiesa, da Lui costituita su Pietro e gli Apostoli, e sui loro successori.

Tutto il resto è secondario. Tutto ciò che non riguarda l'insegnamento della santa dottrina, la santificazione mediante i sacramenti, la guida spirituale, può nel migliore dei casi essere un aiutino secondario... e nel peggiore dei casi essere di ostacolo o addirittura scandalo.

Dunque - tanto per cominciare con un facile esempio - la sinodalità è inutile, se il suo risultato non è una maggior conoscenza dottrinale (tutti siamo chiamati a conoscere la santa dottrina, ognuno secondo le proprie capacità intellettuali), se il suo risultato non è un vivere più santamente i sacramenti, se il suo risultato non è un miglioramento della vita spirituale e morale, allora è inutile.

E così pure i movimenti ecclesiali, i pellegrinaggi e giubilei, il musical parrocchiale, i preti-influencer, perfino le processioni e le feste patronali, o sono di efficace sostegno alle anime (lo si dimostri per bene), o sono inutili (se non addirittura un ostacolo e un danno).

In particolare il Cammino Neocatecumenale è un vero tumore spirituale per le anime che lo approvano o addirittura frequentano.

Infatti nel Cammino non viene insegnata la santa dottrina ma viene somministrato un confusionario indottrinamento «erroneo, equivoco e fuori strada» (dovuto al fatto che gli autoproclamati "iniziatori", dall'alto della loro ignoranza e disprezzo per il Magistero, si spacciavano per "ispirati dallo Spirito", cioè infallibili e al di sopra di ogni critica). 

Ne è prova - fra i tanti altri - il fatto che gli adepti del Cammino, anche quando a parole professassero qualche articolo di fede cattolica, non hanno nulla da ridire sui cosiddetti "catechisti" (e ancor meno su Kiko, autonominatosi «il Vostro Catechista») che se ne infischiano. Si veda per esempio come nessun fratello delle comunità abbia mai avuto da ridire sulla diаbolica inversione di ruoli: "sacerdote in ginocchio davandi al laico Kiko per farsi benedire".

Prima comunione neocatecumenale:
pare un cosplay con distribuzione di snack
anziché la prima volta che si riceve l'Eucarestia
Inoltre nel Cammino i sacramenti vengono ridotti a spettacolino autogestitocon tutto lo show di "comunione seduti", di pagnottone-focacce sbriciolose, di insalatiere-copponi a cui tutti si devono abbeverare, di dispersione menefreghista di briciole e di gocce, di banalizzazione della confessione (da un lato "confessioni pubbliche", dall'altro "ma tanto abbiamo la penitenziale", e in mezzo una quantità di comunioni sacrileghe e sacrilegi eucaristici...).

E per di più, quanto alla guida spirituale, i cosiddetti "catechisti" del Cammino non hanno né titolo né conoscenze per guidare spiritualmente i fratelli delle comunità, ed infatti fanno danni incalcolabili spiritualmente e spesso anche materialmente (vedasi ad esempio la dettagliata testimonianza di Faustini, tristemente ancora attualissima).

Dal momento che la volontà e l'«autorità» di Kiko sono indiscutibili - persino quando blatera idiozie come «Dio ci parla attraverso i testimoni di geova», dopotutto i fratelli del Cammino sono convinti che «Kiko ha il carisma, chi sei tu per giudicarlo?» - ne segue che anche i cosiddetti "catechisti", ripetitori a pappagallo («ham ham!!») delle elucubrazioni e dei metodi di Kiko, sono da considerarsi indiscutibili anche quando proclamano emerite idiozie, e si deve loro ubbidienza assoluta anche quando comandano assurdità e azioni scriteriate o peccaminose (e no, non è vero che attraverso di loro fluirebbe la grazia anche quando comandano qualcosa di sbagliato).

Insomma il Cammino va contro la missione della Chiesa, va contro il bene delle anime, va contro il più elementare buon senso. Il Cammino è fondamentalmente una setta idolatrica, di sapore protestante-ebraico, un «cavallo di Troia» nella Chiesa, «che di cattolico ha solo la decorazione».

Tutte queste cose sono verificabili da chiunque abbia avuto almeno un pochino a che fare col Cammino, e sono state verificate persino da atei che pur detestando la fede e la Chiesa e la morale cattolica, hanno riconosciuto in qualche loro amico neocat le tipiche aberrazioni del Cammino.

"Comunione seduti"
in attesa che scatti il segnale manducatorio:
nel frattempo Kiko se la canta e se la suona
Oltre che eretica, la setta neocatecumenale è anche scismatica - fin dalle intenzioni degli autoeletti "iniziatori": quando non si vedeva accontentato dalla Santa Sede, Kiko ha più volte minacciato apertamente dicendo cose del tipo: "ma che aspettano, che ce ne andiamo coi protestanti?... che facciamo come in Giappone che ci ritiriamo nelle case?" (indicava il Giappone perché una quindicina d'anni fa i vescovi giapponesi sono stati fra i pochi a frenare davvero il Cammino, sopprimendone il seminario kikolatrico di Takamatsu e limitando drasticamente le cosiddette "catechesi" neocatecumenali, sicché le riunioni della kikolatria son proseguite nelle abitazioni private).

La lista di scandali neocatecumenali è vastissima (e tocca vertici tragicomici o addirittura grotteschi) ma i fratelli delle comunità vengono addestrati a fingere di non sapere, di non interessarsi, di non voler sentirne parlare. Sanno benissimo che ad aprir bocca verrebbero puniti (ricatti morali, mobbing, ostilità degli altri fratelli di comunità e addirittura dei familiari...).

Dunque non fatevi ingannare da tutti gli untuosi e mielosi discorsetti dei kikolatri ("il Signore mi ha salvato", "il Cammino mi ha salvato", "tu giudichi", "non hai fatto esperienza del Cammino"...): anche i protestanti sanno dire che Gesù è il Redentore, anche i testimoni di geova sanno dire che l'Altissimo è onnipotente, anche gli eretici sanno cantare inni, salmi e cantici al Signore, anche i pagani sanno augurare "la pace".

La fede cattolica è semplice da vivere: dottrina, sacramenti, vita morale. Le "sovrastrutture" - movimenti ecclesiali, sinodalità, petizioni... - se non ti aiutano a capire di più la dottrina, a vivere più santamente i sacramenti, a vivere meglio la morale cristiana, sono inutili, se non addirittura dannose.

Da parecchi decenni papi e vescovi sono stati ripetutamente messi in guardia su quel cancro spirituale che è il Cammino (che si autoproclama "frutto del Concilio"). Ci vien da pensare che stiano aspettando che il Cammino si estingua da solo - come avviene ad ogni setta quando sta per perdere il suo idolo.

25 commenti:

  1. Quando la sora Carmen "laureata in chimica" si vantava di aver servito a Kiko «il Concilio su un piatto d'argento», intendeva ovviamente non i testi promulgati dal Concilio, ma l'interpretazione di comodo che generalmente si dà al "Concilio": cioè ogni aspirante "rivoluzionario" può fare la sua "rivoluzione", alla sola condizione di disprezzare (o almeno deliberatamente ignorare) tutto ciò che è "preconciliare". Per cui persino una setta eretica e idolatrica come il Cammino Neocatecumenale riesce ad avere (abusivamente, davanti a Dio, giacché Nostro Signore non vuole eresie, sacrilegi, carnevalate) diritto di cittadinanza, e continua abusivamente ad averlo persino dopo che i vescovi neocatecumenali hanno lasciato dietro di sé solo una lunga scia di scandali - sessuali, finanziari, e quant'altro. Nel frattempo il popolo bue delle comunità del Cammino viene addestrato a reagire pavlovianamente con "Lefebvre! lefebvriani!"ogni volta che qualcuno fa delle osservazioni oneste sull'andazzo "conciliare".

    In questo video su youtube [link] vengono riepilogate le principali osservazioni critiche sul Concilio, a cominciare da Paolo VI che, incredulo e desolato, non si spiega come diavolo sia entrato "il fumo di satana nel tempio di Dio", pur essendo lo stesso Paolo VI quello che ha approvato il Concilio e approvato la nuova liturgia (e addirittura imponendola a partire dalla prima domenica di avvento del 1969). Se il video vi pare lungo, potete leggerne la descrizione con il riassunto delle affermazioni citate.

    Se non vi va di ascoltare Lefebvre (che avrà anche agito da scismatico, ma nella gran parte delle argomentazioni aveva ragione), potete benissimo ascoltare tutti gli altri citati - incluso padre Pio - e chiedervi anzitutto come mai voci serie e argomenti validi, non abbiano trovato ascolto. E così inizierete a capire che il Concilio Vaticano II è stata la risposta sbagliata al momento sbagliato. Il momento era "sbagliato" perché da molti anni cresceva la moda del voler giocare a fare i rivoluzionari, di buttar via tutto ciò che c'era di buono per sostituirlo con le elucubrazioni di qualche autocertificato "ispirato dallo Spirito". Ed è stato la risposta sbagliata a tale problema perché si capiva benissimo che sarebbe stato sfruttato dai "rivoluzionari". Giovanni XXIII - così come anche l'ultimo dei viceparroci - lo sa benissimo cosa succede a "regalare soldi ad un drogato". Dunque anche se il Concilio comanda di dare "il posto principale" al canto gregoriano, è del tutto ovvio che i "rivoluzionari" (sedicenti "frutto del Concilio") se ne infischieranno.

    Fra gli autori citati c'è anche monsignor Brunero Gherardini, che a Roma insegnò ecclesiologia per interi decenni (cioè ne sapeva molto più di noi), e di notevole caratura spirituale e intellettuale. Al termine della sua carriera pubblicò un libro sul Concilio, intitolandolo: Un discorso da fare. Negli anni successivi, osservò che quel "discorso da fare" non è stato fatto, e il vasto mare delle anarchiche interpretazioni di comodo - come quella dell'eretica Carmen - continuavano a devastare la vigna del Signore. (Non a caso Gherardini pubblicò poi il libro Un discorso mancato per spiegare, con rassegnazione, come tutti ci si sia abituati all'andazzo, fermo restando che ai vertici della Chiesa, anno per anno, diventa sempre più urgente fare quel "discorso" di chiarimento sul Concilio... "discorso" che dispiacerà tantissimo a tutti i rivoluzionari e ai loro nipoti - inclusi i kikolatri-carmenlatri, inclusi quelli che dopo che per una vita intera si sono vantati di essere "frutto del Concilio" e però non hanno mai rispettato il Concilio quando contraddiceva la "rivoluzione", come nel sopracitato caso del canto gregoriano).

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  2. "Da parecchi decenni papi e vescovi sono stati ripetutamente messi in guardia su quel cancro spirituale che è il Cammino (che si autoproclama "frutto del Concilio"). Ci vien da pensare che stiano aspettando che il Cammino si estingua da solo - come avviene ad ogni setta quando sta per perdere il suo idolo."

    Sicuramente la Fondazione Cammino Neocatecumenale subirà un bel contraccolpo quando perderà il suo animatore.
    Penso però che Papi e vescovi non aspettino con le mani in mano ma che agiscano prudentemente e senza clamore già da adesso.

    1) Progetto Repara dell'arcidiocesi di Madrid: https://www.youtube.com/watch?v=F6BQOQHW5GE&t=1s
    2) Profilo basso incontro vocazionale del Giubileo neocatecumenale
    3) Rimozione card. O'Malley da Tutela Minorum come uno dei primi atti di Papa Leone
    4) Incontro del vescovo Prevost col parroco Victor Torres minacciato dal Cammino Neocatecumenale: https://alandar.org/portada-destacado/los-pasos-del-papa-leon-xiv-por-el-callao/
    5) Confronto di Papa Prevost col vescovo Jimenez di Guam sul Cammino Neocatecumenale: https://www.guampdn.com/news/holy-father-we-are-sinking-guam-archbishop-brings-pacific-messages-to-pope-leo/article_2c7d6b5b-5122-41f6-a3a9-1ff8e3b267f4.html

    Ma soprattutto:
    7) Scioglimento della Domus Jerusalem inc il 30/6/2025.

    E il presidente O'Malley?
    E i vescovi DiMarzio e Baldacchino che ne erano membri?
    E i Gennarinis?

    Costruiranno ancora la Domus Jerusalem sul terreno acquistato sul Monte degli Ulivi 6 anni fa?
    Cambieranno inc.?

    Sommovimenti di bassa magnitudo ancora, ma possono preludere a un bel terremoto
    Marco

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  3. Molte delle pagine di questo blog sono dovute a Paola, che a suo tempo fu segretaria di padre Enrico Zoffoli.

    Nei primi tempi Paola si limitava a gestirgli appuntamenti (padre Zoffoli riceveva molti sacerdoti) e a riordinargli la corrispondenza (padre Zoffoli spendeva molto tempo al confessionale e a pubblicare articoli e libri su argomenti di fede). Si era resa presto conto dello scempio neocatecumenale. Uno dei casi che più le aprirono gli occhi fu l'aver visto un esimio cardinale "fare il trenino" (cioè il girotondino imbecille a conclusione delle liturgie neocatecumenali) in una celebrazione kikolatrica al Laterano (era entrata con una sua amica e restò allibita davanti all'orribile spettacolo).

    Dopo la morte di padre Zoffoli, Paola tenne ancora i contatti con molti sacerdoti oppressi dal Cammino (che si erano rivolti a padre Zoffoli perché era l'unico che li ascoltava e li confortava). Fece anche celebrare molte messe per sacerdoti defunti e dimenticati da tutti.

    La prima volta che andai a farle visita a casa, mi mostrò un articolo di questo blog stampato su carta (addirittura stampato a colori), e mi disse tutta seria: "guarda, guarda cosa c'è scritto qui". Feci fatica per non ridere, perché quell'articolo lo avevo scritto io stesso (non le dissi che ero io l'autore). Ne aveva stampato parecchie copie, per darne una copia ad ogni sacerdote con cui era ancora in contatto. Lo aveva già fatto per altri articoli di questo blog. Probabilmente molti lettori - di quelli che non hanno mai commentato - ci hanno cominciato a leggere dalle stampe della Paola.

    Fu lei a darmi quella fotocopia della lettera di Kiko a padre Zoffoli e a procurarmi molte informazioni di primissima mano sul Cammino. Mi donò parecchi libri di padre Zoffoli (li stava "smistando" solo a persone che li avrebbero apprezzati).

    Un annetto fa Paola è tornata alla casa del Padre, carica di meriti, e di fede. Mi dispiace non averla potuto incontrare almeno un'ultima volta per ringraziarla. Nostro Signore saprà come ricompensarla.

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    1. Tripudio il lavoro che fate con questo blog è fondamentale! È grazie a questo blog se ho trovato le risposte che cercavo. Non dovete fermarvi, è troppo importante. Molti giovani, a causa del cammino, subiscono violenze psicologiche e fisiche dai genitori, e questo è uno dei tanti motivi per portare avanti il blog

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    2. Posso aggiungere che tutto il tempo che ho investito su questo blog (e altrove) a gettar luce sul neocatecumenalismo mi è stato "ripagato" dal Signore in maniere completamente imprevedibili. E suppongo che chiunque altro abbia speso del tempo - anche per una sola pagina o un solo commento, o anche per una sola telefonata per far rinsavire chi è incatenato dalle catene kikolatriche - riceverà altrettanto "centuplo".

      Come abbiamo sempre fatto notare, per "criticare il Cammino" è sufficiente ribadire le verità di fede; per "infangare il Cammino" è sufficiente prendere sul serio la Tradizione e il Magistero; per "denigrare il Cammino" è sufficiente considerare la vita e le opere dei santi... e persino gli atei con un minimo di cervello si accorgono che il Cammino è una setta.

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  4. È stato appena pubblicato dalla CEI il rito di istituzione dei catechisti.

    Non oso immaginare la grande fanfara che faranno nelle polverose salette neocatecumenali, ad uso dei somari più asinini che ancora non sanno distinguere fra l'incarico di catechista cattolico (colui che insegna il Catechismo), e l'incarico di pretoriano di Kiko (colui che insegna il Kikatekiko, cioè i Mamotreti, cioè le catechesi eretiche del Cammino Neocatecumenale, e che va scavando nelle coscienze altrui "con domande che nessun confessore farebbe").

    È triste osservare l'inutilità di questo nuovo "rito" (che è ad experimentum per tre anni, poi si vedrà). Fino a ieri l'incarico di catechista, in parrocchia, era basato sulla fiducia personale, ed era livellato secondo le esperienze e le capacità. Ora invece con questo provvedimento CEI è diventato un titolo nobiliare (già me li immagino vantarsi pomposamente: "eh, io sono catechista istituito, io!") e sgomitare per accedere al titolo ("eh, ma io per tot anni già l'ho fatto, mi spetta di diritto!").

    Probabilmente l'idea di fondo è di ficcare il solito "discernimento del vescovo" nel processo, cioè l'intromissione della curia, ossia far mettere becco ai preti più ammanicati, allo scopo di tagliar via soggetti attualmente "catechisti" di parrocchia ma praticamente incapaci... si finirà, come al solito, a tagliar via solo i non raccomandati, e ad imporre al parroco catechisti "istituiti" ma di cui quest'ultimo non nutre fiducia.

    La questione "fiducia" è fondamentale perché il parroco è responsabile davanti a Dio dell'insegnamento delle cose della fede e - come noi - ha giornate che durano solo 24 ore. Se l'essere catechisti diventa un mestiere (o, in gergo ecclesiale moderno, un "ministero istituito"), non possono che venire fuori burocrazia, titoli nobiliari, lotte intestine, raccomandazioni, figli e figliastri.

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    1. Però l'iter formativo deve essere stabilito dalle Conferenze Episcopali, non da Kiketto vostro, e si inserisce nella Chiesa locale, cioè in diocesi e parrocchie.

      La CEI ha stabilito l'iter formativo e i criteri di discernimento, riferendo il ministero di catechista all'iniziazione cristiana dei fanciulli e al catecumenato degli adulti (RICA, non neo-catecumenato).

      La Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha esplicitamente stabilito che:

      "Il ministero di catechista è un «servizio stabile reso alla CHIESA LOCALE secondo le esigenze pastorali individuate dall’Ordinario del luogo..."

      Si concede il ministero di catechista in parrocchia, non in un movimento.

      Infatti le regole sono chiare.
      Non dovrebbero essere istituiti come catechisti:

      "coloro che svolgono un servizio rivolto esclusivamente verso gli appartenenti di un movimento ecclesiale"

      Questo perché:

      "tale funzione, ugualmente preziosa, viene, infatti, affidata DAI RESPONSABILI DEI SINGOLI MOVIMENTI ECCLESIALI e non, come nel ministero di catechista, DAL VESCOVO DIOCESANO in seguito ad un suo discernimento in relazione alle necessità pastorali"

      I catechisti neocatecumenali, quindi, non avranno il ministero.

      Infatti i catechisti devono ricevere una precisa formazione "da parte di una équipe di esperti" secondo "percorsi formativi idonei stabiliti dai vescovi".
      La durata del percorso formativo è di un anno sotto la guida di una ÉQUIPE DIOCESANA, il mandato dura 5 anni e poi il vescovo, insieme all'équipe diocesana, fa una verifica e valuta se riconfermare.

      Detto questo, sono perfettamente consapevole che la Fondazione Cammino Neocatecumenale, annoverata tra quelle seguite dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, metterà in atto vari escamotages per far ottenere il ministero ai suoi diffusori, magari camuffandoli da catechisti dei fanciulli, se il vescovo è compiacente.

      Tuttavia da adesso nelle parrocchie aperte al neocatecumenalesimo ci saranno catechisti con ministero e catechisti di movimento senza ministero.
      La distinzione è molto significativa.
      I catechisti del movimento (e la Fondazione Cammino Neocatecumenale viene in tutto trattata come un movimento) ottengono l'incarico dai loro responsabili, i catechisti con ministero lo ottengono dal vescovo.
      Notare anche che quelli nei movimenti non vengono espressamente chiamati "catechisti", ma "coloro che svolgono un servizio".
      Marco

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  5. Ora i kiko's stanno in attesa della convivencia di inizio corso 2025/26 à metà ottobre ......la solita solfa?? mhaaaa si paga in anticipo cmq ahauhauhauhauh

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  6. Piccolo promemoria tecnico sulla crisi della Chiesa:

    - Fiducia Supplicans: se un sacerdote si rifiuta di benedire una coppia omоsеssuale, è da considerarsi "dentro" o "fuori" dalla comunione gerarchica della Chiesa Cattolica?

    - Amoris Laetitia: se un sacerdote si rifiuta di dare la Comunione a una coppia "irregolare" che vive more uxorio (cioè "come marito e moglie"), è da considerarsi "dentro" o "fuori" dalla comunione gerarchica della Chiesa Cattolica?

    - Traditionis Custodes: se un sacerdote non se la sente più di celebrare in Novus Ordo (dopotutto, come ci ricorda l'articolo 1 del Summorum Pontificum, non è mai stato abolito il Vetus Ordo), è da considerarsi "dentro" o "fuori" dalla comunione gerarchica della Chiesa Cattolica?

    - comunione "sulla mano": se un sacerdote non se la sente più di amministrarla "sulla mano" (dopotutto, come ci ricordano i documenti della Conferenza Episcopale, si tratta di un indulto, cioè di un permesso temporaneo, non di una modifica ai libri liturgici), è da considerarsi "dentro" o "fuori" dalla comunione gerarchica della Chiesa Cattolica?

    La lista potrebbe proseguire a lungo, ma ci limitiamo a questi pochi esempi facendo notare che ogni singolo punto dimostra che c'è confusione nella Chiesa.

    Proprio quella confusione su cui ha prosperato il Cammino.
    Proprio quella confusione nata con il Concilio.

    E il caso di don Pompei, qualunque cosa pensiate di lui, è solo la più recente conferma che a tutt'oggi i vescovi e il Papa, riguardo a quella confusione, ancora non hanno agito abbastanza.

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  7. Corre voce che la "fase diocesana" di Carmen Hernández sarebbe conclusa.

    Ribadiamo che tale "fase" non implica nient'altro che una raccolta di documentazione e di testimonianze. Per quanto possa essere stata orchestrata dagli amiconi del Cammino lautamente pagati per epurare le testimonianze scomode e i ragli d'asino, non è garanzia di nulla, anche se a tale "causa" venisse dato seguito (per portare al titolo di "servo di Dio", e quindi ulteriore fase per portare al titolo di "venerabile", e quindi ulteriori fasi...).

    La discutibile "politica" di Giovanni Paolo II sulle canonizzazioni veloci, dovuta alle buone intenzioni dello snellire procedure e dello sbloccare cause arenatesi per mille motivi, comportò una semplificazione brutale dei processi, dando la stura a un sacco di enti (comunità religiose, santuari, ecc.) di "lavorarsi" la canonizzazione del proprio fondatore/capocannoniere (che magari avrà anche avuto una vita cristianamente encomiabile, ma non in grado eroico come richiesto per il titolo di beato e di santo). Ricordiamo che le beatificazioni e canonizzazioni non sono un titolo nobiliare né un certificato automatico di cattolicità e santità dei seguaci. Come sempre, le vie dell'inferno sono sempre lastricate di buone intenzioni...

    Un esempio, purtroppo, pare di notarlo nella recente canonizzazione di Acutis e di Frassati. Mentre di quest'ultimo vi erano da molto tempo certezze piuttosto consistenti sull'eroicità delle virtù, su Acutis ci sono ancora delle ombre per la velocità con cui si è giunti alla canonizzazione e sulle fonti (con addirittura l'accusa che sarebbe stata sua madre a "lavorarsi" tutto). Qui non ci vogliamo pronunciare sul dibattito relativo al caso Acutis ma, nell'ipotesi che qualcuno di quei dubbi possa rivelarsi fondato - e ripeto: "ipotesi" - ci permetteremmo di notare che anche stavolta la canonizzazione è avvenuta in affiancamento ad un santo "veramente santo". Come a scuola, quando per promuovere "a pieni voti" un alunno un po' asino ma molto raccomandato, si faceva l'interrogazione insieme ad un alunno studioso, per complimentarsi infine con entrambi per la "brillante" prestazione (in realtà era stato "brillante" solo quello che aveva studiato), e mentre ai piani alti si festeggiava, gli altri alunni deducevano che la raccomandazione sostituisce l'intelligenza e le ore di studio... In tal caso, un futuro Pontefice (non necessariamente papa Prevost) potrebbe dover "bonificare" la lista dei santi e dei beati, riaprendo i processi conclusi un po' troppo frettolosamente.

    Di sicuro i capicosca della setta neocatecumenale hanno una fretta del diavolo di ottenere un titolo nobiliare per sora Carmen, a suon di "le regalini per le cardinali" e magari in affiancamento a qualche santo vero, perché servirà non solo per "autocertificarsi" il Cammino ma anche per aprire la strada all'autocanonizzazione di Don Kikolone.

    Il Cammino viene dal demonio: ricordiamo ai lettori che Carmen ha insegnato eresie, promosso la liturgia degli strafalcioni, calpestato la vita di sacerdoti, ha osato interrompere il Papa mentre parlava... l'unica cosa che meritava Carmen è la scomunica. Carmen ha dato testimonianza di fede non cattolica ma protestante, filo-ebraica, autoreferenziale, non è stata nemmeno "cristianamente encomiabile" come quei fondatori di ordini religiosi di cui sopra, e il suo unico eroismo è consistito nel fumare sigarette - persino davanti al Papa. I kikolatri, a suon di soldi e di minacce trasversali, credono di potersi fabbricare i certificati di santità e farseli timbrare dalla Santa Sede, si illudono di poter ingannare non solo la Chiesa ma anche Dio stesso.

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  8. Cominciano a trapelare le prime indiscrezioni sulla convivenza di Porto San Giorgio di qualche giorno fa, preparatevi a sbadigliare moltissimo.

    «Durante la settimana in albis abbiamo vissuto in Israele la convivenza con più di 250 vescovi, molti vescovi africani e Sud America. Erano più di 300 iscritti, ma con la morte di Papa Francesco, i cardinali e alcuni vescovi non hanno potuto venire. Molti non conoscevano il Cammino e sono rimasti impressionati dal conoscere questa realtà, soprattutto vedendo il sostegno che la comunità dà alla famiglia, che sono in crisi da tutte le parti. Ci giungono notizie che molti stanno chiedendo di aprire il Cammino nelle loro diocesi. Abbiamo visto che è stato molto buono riprendere queste convivenze...»

    Come potete notare, è sempre la stessa sbobba autoreferenziale, Kiko dice sempre le stesse cose («l'orchestra prova poche volte e l'esibizione è stata meravigliosa, e questo è un segno chiaro di benedizione»: siamo nel 2025 e parla ancora delle "sinfonie"?!), sempre della nueva estetica kikolatrica («solo una nuova estetica salverà la chiesa, ed è necessaria una nuova estetica per le celebrazioni liturgiche, e il Signore ha dato al cammino gli strumenti per questo rinnovamento»), e sempre coi soliti applausi telecomandati come nelle trasmissioni comiche televisive.

    E sempre lo stesso ritornello del "papa ci approva": «il Papa ci ha concesso una lunga udienza e ci ha permesso di parlare con tranquillità del Cammino... Siamo stati con lui quasi un'ora, abbiamo potuto parlargli delle cose fondamentali del Cammino, dell'iniziazione cristiana per tappe, dell'evangelizzazione, delle missio delle famiglie, dei seminari, dei presbiteri Redemptoris Mater».

    E voi ci credete davvero? Papa Prevost conosce benissimo le porcherie del Cammino, visto che quando venne silurato il vescovo neocatecumenale Del Palacio (che da allora non ha più avuto incarichi!), fu proprio l'allora arcivescovo Prevost a essere nominato amministratore apostolico del Callao con l'incarico di riparare i primi danni fatti dai kikolatri e dal vescovo kikolatra Del Palacio.

    E invece Kiko continua: «il Papa si sorprendeva e allo stesso tempo confermava con gesti di approvazione. Quando gli abbiamo detto che ci sono quasi 2000 famiglie in missione... Da dove vengono 2000 famiglie? Boh. 2000 famiglie in missione. 2000 seminaristi che provengono da 116 seminari Redemptoris Mater. Che il Cammino è presente in 138 nazioni, adesso è nata la prima comunità del Botswana. È rimasto molto sorpreso...»

    Sicuramente papa Prevost è rimasto "molto sorpreso" dalla faccia di bronzo di Kiko che ancora si illude di poterlo turlupinare.

    «Chi conosce la realtà del cammino si stupisce. Ma perché abbiamo tante famiglie e tanti giovani nelle nostre comunità? Perché abbiamo seguito a San Paolo VI e l'Humanae vitae, e così abbiamo detto al Papa».

    Invece Leone XIV sa benissimo che il popolo dei kikolatri, su ordine perentorio dei propri cosiddetti "catechisti", non deve seguire l'Humanae Vitae ma deve solo figliare il più possibile, senza criterio, irresponsabilmente, scambiando la Provvidenza e il dono della vita con un concetto superstizioso (espresso con "Dio provvede") e un vantarsi dei numeretti ("12 figli! 15 figli!", tanto poi ci sono le babysitter e i didascali kikolatri).

    Quando Kiko sembra quasi ammettere che il Papa già conosce le porcate neocat, subito ricicla le solite panzane sull'ammirazione: «il Papa ha conosciuto le famiglie in missione quando era in Perù, e ha detto che per lui erano un segno di ammirazione. Allora continueremo con lui l'invio delle famiglie, come hanno fatto gli altri Papi. Forse il prossimo anno ma non sappiamo ancora...»

    Insomma, se avete problemi di stitichezza, o se non riuscite a sbadigliare, Kiko fa per voi.

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    1. È incredibile come di anno in anno dicono sempre le stesse cose. Voglio proprio vedere cosa diranno quest'anno nelle nuove "convivenze"

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  9. Sembra una specie di incantesimo: questo da 60 va ripetendo le solite quattro fesserie e loro neanche se ne accorgono. "250 vescovi che non conoscevano il cammino"... non è verosimile che nel 2025, con un'attività di 60 anni, ci siano vescovi che non conoscono il cammino.

    "Faceva segni di approvazione": in pratica quello che lui è andato farneticando davanti al Papa lo dice, ma tace la risposta del Pontefice (che avrà pur detto qualcosa), a parte interpretarne una presunta gestualità.
    E io mi immagino questi seduti in assemblea che non battono ciglio di fronte a cose così evidenti.

    Sembra veramente un incantesimo di massa.

    Autore della Lettera

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    1. Già.. il caso del cammino neocatecumenale e dei suoi adepti dovrebbe essere studiato da psicologi ed esperti di manipolazione. Davvero c'è qualcosa che non va

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  10. A proposito della causa di beatificazione di Carmen.
    Mi sono studiato a fondo le auto-dichiarazioni biografiche della sua vita, perché sappiamo tutti benissimo che NESSUNO ha mai parlato del Gatto e la Volpe prima che si mettessero in società.
    Quello che è stato divulgato è solo sulla loro inaffidabile parola.

    Quindi avrei da fare una domanda sui 3 anni "nascosti" della vita dell'aspirante al titolo.

    Si legge da varie fonti, prese dalle dirette dichiarazione di Carmen, che "appena raggiunta la maggiore età" scappò di casa per entrare nelle Misioneras de Cristo Jesús a Javier.
    Per citarne uno:

    "quando compii 21 anni e mi laureai in chimica, scappai da casa e me ne andai come missionaria"
    (Convivenza di Inizio Corso - Porto S. Giorgio 22-25 settembre 2016)

    Carmen raggiunse la maggiore età il 24 novembre del 1951.

    Alcuni siti, quindi, seguendo quanto dichiarato dall'interessata dichiarano che entrò nelle Misioneras in quell'anno. Altri, invece, che vi entrò nel 1954.

    Tuttavia lo stesso sito dedicato all'aspirante al titolo mescola le date e afferma che entrò nelle Misioneras in una data precisa: 1° aprile 1954.

    Per essere precisi, in una pagina afferma che si laureò nel 1954:
    https://carmenhernandez.org/it/biografia/

    E un'altra che si laureò a 21 anni, quindi nel 1951:
    https://carmenhernandez.org/carmen-hernandez-soria-y-navarra-espana/

    In realtà, siccome questa signorina ottenne una laurea breve (3 anni anche allora), è logico pensare che si laureò nel 1951 come lei stessa più volte ha raccontato, altrimenti dovremmo sostenere che era molto molto fuori corso e non è un sintomo di grande abilità o nasconde qualche impedimento.

    Quindi chiedo ai soloni e agli storici carmeniani: quand'è che vi mettete d'accordo sull'anno di laurea della vostra beniamina? Perché a seconda che scegliate il 1951 o il 1954, spariscono nel nulla 3 anni di vita e non è né poco né bene.
    Se veramente si laureò nel 1951, anno della sua maggiore età, dove e come visse nei 3 anni che la separavano dall'entrata nelle Misioneras nel 1954?
    Ha qualcosa a che fare con le nevrosi messianica che le diagnosticò la sorella medico, che esortava la famiglia a portarla da uno psichiatra?

    Visti i continui accomodamenti su fatti e date, a questo punto è d'obbligo fare chiarezza e mostrare documenti a comprova, non solo parole al vento.

    Come si fa a fare anche solo beata una che ha intortato la sua auto-biografia davanti ai suoi seguaci?
    Marco

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    1. Sono senza parole. Ma davvero gli consigliarono di andare da uno psichiatra?

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    2. "UNA MIA SORELLA, che aveva studiato medicina, DICEVA CHE AVEVO UNA "NEVROSI MESSIANICA", e aveva convinto mio padre di portarmi da uno psichiatra"
      da Convivenza di Inizio Corso - Porto S. Giorgio 22-25 settembre 2016

      "Non sarei mai rimasta a Madrid perché la mia famiglia voleva addirittura portarmi da uno psichiatra. A Madrid ho subito terribili persecuzioni da parte della mia famiglia."
      da Tesi di Pedro López Martín “El desarrollo de la Fe tras la Modernidad Carmen Hernández y el Vaticano II” pag. 46

      Il dubbio che l'aspirante santa e anche il compare fossero affetti da "delirio mistico" appare prepotentemente.

      Il delirio mistico si ha quando "la normale vita quotidiana è alterata e l’individuo delirante spesso vive una condizione di disadattamento e forte angoscia, dettata dalla primaria necessità di assolvere il compito religioso", come emerge fortemente leggendo i Diari di Carmen.

      Inoltre comporta:

      1) convinzione di ricevere messaggi diretti da entità divine o spirituali (sogno-visione dell’Ascensione o all’episodio della “elezione divina” a Ein Karem. Visione della Madonna per Kiko, vari "tocchi di sostanza" e "riunione di potenze" (?))

      2) credenza di essere stati scelti per compiere una missione sacra o di salvataggio mondiale (troppo risaputo e ovvio: catechisti scelti da Dio per voi e bla bla bla)

      3) percepire segni e simboli in eventi quotidiani (colomba in Cina, terremoto alla convivenza, cane che morde il fratello di Carmen interpretato come immagine dei pagani)

      La mancanza di terapie adeguate lascia spesso il disturbo libero di evolversi senza controllo, rendendo il delirio una condizione stabile e dominante nella vita della persona.

      Distinguere un delirio mistico da altre esperienze spirituali non è sempre semplice, dato che entrambi coinvolgono spesso elementi di profondità spirituale e percezioni non ordinarie.
      Tuttavia, una caratteristica distintiva del delirio mistico è la convinzione irremovibile che le proprie percezioni o credenze siano vere, nonostante le evidenti prove contrarie e il disaccordo delle persone circostanti (come per esempio della famiglia di Carmen o delle Misioneras che non ammisero Carmen ai voti perpetui).

      Nella patologia, le idee deliranti assumono un ruolo nella vita del soggetto e inducono ad orientarla verso la fede, che è ANOMALA o LONTANA DALLA CANONICITÀ: la persona smette di studiare, di lavorare e di condurre una vita che possa essere considerata “normale”. Accade di frequente che i suoi ragionamenti siano basati su allucinazioni o pseudoallucinazioni, vale a dire percezioni alterate della realtà.

      Al di là del contenuto delirante, l’aspetto fondamentale è che questo disturbo influenza notevolmente la vita di chi ne soffre. Provoca grandi sofferenze e conduce a elaborare giudizi falsi sulla realtà (come in Diari).

      Le informazioni sul disturbo del "delirio mistico" sono state reperite in: Milena Rota, psicologa, "Delirio mistico e psicoterapia"
      Marco

      PS. Se di interesse, visto che ho approfondito a fondo, posso elencare vari racconti autobiografici del Gatto e la Volpe, in forte sospetto di delirio mistico.

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    3. Certo marco, vorrei saperne di più dei deliri di quei due

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  11. Siccome la "conferma" di una cosa senza senso, e cioè che "si stanno ultimando i preparativi" per la fase istruttoria diocesana, viene dal postulatore della causa Carlos Metola, non sono propenso a crederci.

    In realtà "ultimare i preparativi" è una frase ambigua, che propende più a far pensare che questa causa sia ancora allo stadio dei "preparativi" e non ancora alla valutazione documentale e testimoniale.

    Nel Regolamento dei postulatori, inoltre, si specifica al punto 24a che il postulatore non può assistere all'escussione dei testi, pena la nullità delle Sessioni.
    Come faccia quindi a conoscere che "si stanno ultimando i preparativi", non è dato sapere, dato che non fa nemmeno parte del Tribunale.

    Loro "confidano" che la fase diocesana si concluda entro la metà dell’anno accademico 2025-2026, ma pare proprio una mera speranza, priva della debita conoscenza dello stato dei fatti.

    Quando si ha a che fare coi neocatecumenali, occorre sempre fare estrema attenzione all'utilizzo delle parole, perché hanno un'abilità astuta a confondere, un po' come fece il serpente con Eva.

    Parlare di "ultimazione dei preparativi" non significa nulla nella prospettiva di conclusione dell'iter diocesano.

    Perché sono così attento alle singole parole?
    Perché è proprio attraverso l'ambiguità e il confondimento che sono riusciti a inculcarmi concetti errati per troppi anni e ora ho capito la trappola.
    Marco

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  12. Avete letto il blog che stanno portando avanti i neocatecumenali? E' una guerra contro tripudio

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    1. Significa che quei neocatecumenali sono sempre gli stessi due o tre pasqualoni che fin dal 2006 hanno tentato di negare quanto riportato da questo nostro blog (e ad ogni figuraccia epica cambiavano nickname).

      Ovviamente è molto più comodo aggredire la persona che aggredire gli argomenti.
      Anche perché non sono gli argomenti di Tripudio (un emerito signor nessuno, "reo" solo di aver collaborato a questo blog praticamente fin dagli inizi), ma sono argomenti di fede, che resterebbero solidissimi anche qualora Tripudio impazzisse e li negasse.

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    2. Fra gli esempi sopra citati della confusione nella Chiesa:

      - Amoris Laetitia: se un sacerdote si rifiuta di dare la Comunione a una coppia "irregolare" che vive more uxorio (cioè "come marito e moglie"), è da considerarsi "dentro" o "fuori" dalla comunione gerarchica della Chiesa Cattolica?

      Vedete, le conseguenze sono piuttosto serie, perché siamo stati avvisati che chi fa la Comunione in stato di peccato mortale, «mangia e beve la propria condanna» (cfr. 1Cor 11,29): non puoi "riconoscere il Signore" e contemporaneamente vivere come se non avesse insegnato niente di serio. E però se un sacerdote rifiutasse pubblicamente di amministrarla, sarebbe stato molto probabilmente redarguito dal suo vescovo anche prima dell'uscita dell'Amoris Laetitia, con scuse del tipo "non giudicare i cuori". E andava così anche in epoca ratzingeriana e woytiliana. L'Amoris Laetitia non ha fatto altro che confermare un andazzo tipico conciliare.

      E quindi riflettiamo sulle conseguenze: se per quieto vivere o qualsiasi altra "ragione" (che ragione non è, visto che va contro Dio) i preti amministrano la Comunione a dei peccatori conclamati (che per di più danno pure scandalo convivendo, e fingono di sentirsi a posto con la coscienza perché "io non rubo e non ammazzo nessuno"), Nostro Signore come ne valuterà la vita sacerdotale?

      Queste cose non sono opinioni di un anonimo "Tripudio". E possono essere aggiustate solo da un intervento netto del Papa (in quanto Amoris Laetitia l'ha voluta pubblicare il Bergoglio, che a quanto pare fino alla fine non se n'è mai pentito).

      Ed ancora: se la Comunione è amministrabile ai pubblici peccatori, allora la si può concedere a chiunque si presenti, come se fosse un "sacro snack" dovuto a chiunque partecipi alle liturgie. Se è uno "snack", può pure essere servito dai camerieri anche se si è seduti: un minimo di riverenza (proprio minimo), tanto è uno "snack", non vorrete mica inginocchiarvi come se vi fosse realmente presente Nostro Signore? Non vorrete mica riceverla alla bocca, come se il Santissimo Sacramento potesse essere toccato solo da mani consacrate per il sacerdozio?

      E se la Comunione è amministrabile ai peccatori (addirittura come uno "snack"), il sacramento della riconciliazione si riduce a solo una formalità: magari si organizza una "penitenziale" tanto per far vedere che qualcosa è stato fatto, e non c'è più bisogno di ricordare a tutti di confessarsi frequentemente (confessarsi, poi, a che pro? tanto la Comunione vi spetta di diritto, come "gettone di presenza", come "snack in omaggio"; e poi non dovete mica sembrare dei "religiosi naturali"...).

      E se confessione e comunione non hanno più la serietà che avevano prima del Concilio, allora anche il ruolo del sacerdote va rivisto al ribasso: il sacerdote diventa praticamente un presentatore televisivo, un elemento ornamentale obbligatorio (per ora obbligatorio, ma il sogno di Kiko e Carmen era quello di far celebrare le liturgie ai cosiddetti "catechisti": lui fa la predica, la moglie provvede ad apparecchiare e sparecchiare), mentre un gruppetto di autoinventati cerimonieri e suonatori si affanna qua e là a far sembrare riuscito lo spettacolino che chiamano "liturgia". Non più la liturgia unico culto a Dio gradito, ma la "liturgia" ridotta a spettacolino autogestito, da "abbellire", da far "riuscire", da far sembrare "vissuto".

      Poi quando qualche chierico o vescovo dice l'equivalente religioso de "il re è nudo", ecco i modernisti lanciarsi come tante scimmie affamate su una banana incustodita.

      Nostro Signore ci disse di non esser venuto a portare la pace, ma una spada (cfr. Mt 10,34ss): se ci sono divisioni nella Chiesa, c'è speranza che qualcuno stia davvero combattendo la confusione. Preferiremmo che a combatterla fosse il Papa. Invece ci ritroviamo che per ora a combatterla, a mettere i puntini sulle "i", oggi sono dei Viganò e dei Pompei.

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    3. Snack è l'acronimo di :

      Sostanza Neocatecumenalmente Abnorme Catecumenalmente Kikiana

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  13. La situazione con il padre
    Eugenio Fernández Herrera
    Si afferma che egli attribuisce a se stesso il
    copyright delle canzoni
    del Cammino Neocatecumenale,
    di cui la paternità è
    di Kiko Argüello, e dice
    che le canzoni
    non sono protetti da copyright. I Neuro catec0mani hanno messo il copyright sui salmi di davide !

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    1. Episodi come questo sono interessanti perché significa che i topi cominciano ad aver fretta di abbandonare la nave. Cioè significa che i diretti interessati riconoscono che la nave sta affondando davvero. Immaginatevi il caos negli ultimi giorni di vita di Kiko, con tutti i topi a contendersi furiosamente gli ultimi pezzetti di formaggio.

      (Intanto complimenti a quelli che hanno già fatto da tempo tutte le acrobazie necessarie a intestarsi i "seminari" e gli altri immobili, che alla morte di Kiko svuoteranno e "bonificheranno" togliendo le kikolatrie e li liquideranno per riempirsi i granai per la propria vecchiaia).

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