Nel 1983 la RAI trasmise sei puntate di propaganda neocatecumenale nella trasmissione "Il sale della terra" condotte dal neocatekiko Mimmo Gennarini. Gli articoli precedentemente pubblicati su questo tema sono:
- introduzione e contesto storico
- "prima-e-dopo", dalla prima puntata de Il sale della Terra
- "fruttidelcammino", dalla prima puntata
- sofferenza-morte-ingiustizia, dalla seconda puntata
- il possesso della morte, introduzione alla terza puntata
L’abbiamo già detto, nella III° puntata de
“Il sale della terra”, dopo aver definito l’accesso alla resurrezione come “
POSSESSO”, mostra tra i bisognosi di “
ANNUNCIO NEOCATECUMENALE” anche i “cristiani della domenica”, insieme ai giocatori di carte all’osteria.
Dice Mimmo Gennarini:
“C’è bisogno di RICOMINCIARE DA CAPO AD ANNUNCIARE IL VANGELO"
A parte il “da capo” (non "di nuovo") che non si sa a cosa voglia preludere, parendo quasi “
UN NUOVO INIZIO”, quello che determina la certezza della volontà neocatecumenale di “annunciare” non ai lontani, ma comodamente nelle parrocchie già preformate, è la frase successiva:
“RIMETTERE QUESTA BASE ALLA NOSTRA FEDE, SENZA LA QUALE LA NOSTRA FEDE VACILLA”.
Si tratta quindi di persone che “
hanno già una fede, sono già cristiani”, ma
CON LA FEDE VACILLANTE perché “
senza basi”, in quanto la Chiesa preesistente a questo fatidico “annuncio”, non sarebbe riuscita a darle.
Non solo quindi si parte con un feroce
GIUDIZIO SULLA CHIESA, trovata mancante: si ingarbugliano proprio le carte, dicendo mezze verità a sostegno della propria opera e tutti sanno che le mezze verità equivalgono a bugie.
Per primo si intervista un certo Mauro di Firenze e si afferma che ciò che dirà è
PARTITO DA UNA INIZIATIVA DEL CARD. BENELLI PER TUTTA LA DIOCESI.
Notare che il card. Benelli era morto l’anno prima, quindi non era in grado né di confermare né di confutare.
Solita tattica neocatecumenale (oggi lo sappiamo), quella di mettere in bocca ai defunti parole che non possono confermare né smentire.
Comunque, tale Mauro da Firenze conferma che loro (senza mai dire i neocatecumenali), sono stati MANDATI dal defunto card. Benelli.
A fare cosa?
“Ad annunciare il Signore morto e risorto, cioè la salvezza per tutti gli uomini.”
Attenzione, perché sta parlando del "passaggio" della
“TRADITIO”, OGGI lo sappiamo.
ALLORA le comunità erano poche e alla
Traditio ci erano arrivati solo quelli della primissima ora, quindi pochissime persone.
Nessuno poteva perciò comprendere di cosa stesse parlando questo Mauro.
OGGI lo comprendiamo benissimo e sappiamo anche che “ci ha mandato il card. Benelli”, significa “
abbiamo chiesto il permesso al vescovo per andare a due a due a bussare alle porte a nome della parrocchia”.
Come sempre,
NON È STATA UN’INIZIATIVA DEL VESCOVO, MA UN’INIZIATIVA NEOCATECUMENALE CHE “COL PERMESSO DEL VESCOVO”, ha compiuto delle azioni sul territorio.
Prima mezza verità, prima menzogna.
Mimmo Gennarini, a conoscenza perfetta della situazione, da buon neocatecumenale della prim’ora, imbecca furbescamente:
“Voi precedevate la visita pastorale del card. Benelli. Come sapete tutti è morto di recente, ma che ha voluto lanciare questa iniziativa di evangelizzazione”.
Benelli fu vescovo della diocesi di Firenze per soli 5 anni, dal 1977 al 1982 e viene ricordato come l’artefice delle “visite pastorali innovative”, promuovendo genericamente la “missionarietà” evangelizzatrice dei laici.
Nel 1981, aveva preannunciato che avrebbe modificato il modo di fare le visite pastorali nel senso che desiderava coinvolgere di più la parrocchia e non solo il prete.
Infatti nel 1982, poco prima della sua morte, mandò un questionario a tutte le parrocchie della diocesi (quindi non solo alla loro), nel quale poneva domande alle quali avrebbero dovuto rispondere sia il parroco che i parrocchiani insieme.
Questionario propedeutico alle visite pastorali, in modo da farsi un’idea delle varie realtà.
Il Movimento Neocatecumenale nacque a Firenze nel 1969, quindi quando Benelli divenne vescovo nel 1977
il Cammino esisteva da appena otto anni. Era proprio il momento in cui le prime comunità avrebbero iniziato la
“traditio” nelle case, che avviene circa dopo otto anni dall’inizio del percorso neocatecumenale, se tutto va bene.
Se in teoria deve essere chiesto il permesso al vescovo per poter andare di casa in casa a nome delle parrocchie della sua diocesi ("casa per casa", come dei venditori porta a porta, come i testimoni di geova), in pratica cosa sarà successo esattamente a Firenze? I neocatecumenali pronti per la
“Traditio” avranno veramente chiesto il permesso al vescovo preparandosi anche a ricevere un "no"? L'avranno veramente e formalmente ottenuto? Esiste forse qualche documento scritto a comprovarlo? (è estremamente improbabile che il vescovo abbia concesso
verbalmente un permesso per poi
verbalmente informare i singoli parroci dell'iniziativa neocatecumenale). Se esistesse qualcosa di scritto, i
kikos lo avrebbero sbandierato ai quattro venti: "vedete? Benelli ce lo chiede!"
Insomma, parlare di un’iniziativa partita dal vescovo, ci pare poco credibile.
È un po’ come gli “invii” delle famiglie in missione fatti dai Papi: non sono i Papi che chiedono alle famiglie di andare in missione: quello lo fanno i neocatecumenali, che poi a loro volta chiedono al Papa che
benedica con una celebrazione i loro invii.
Ma l’idea dell’invio non è del Papa.
OGGI, come funziona lo sappiamo,
ALL’EPOCA potevano accomodarsi le cose a piacimento, tanto nessuno ne sapeva nulla e… Benelli era deceduto non molto tempo prima.
Poi viene intervistato il parroco della parrocchia di quel tal Mauro,
don Piero Paciscopi, parroco di S. Bartolo in Tuto a Firenze, prima parrocchia neocatecumenalizzata direttamente dal Trio, lo dice a voce Mimmo Gennarini. E qui iniziano ad affiorare i dubbi.
Per don Piero e per i due parrocchiani di S. Bartolo in Tuto non compare la didascalia sulle loro persone, come avviene puntualmente per tutti gli altri ospiti.
Su don Piero Paciscopi, per brevità diremo soltanto che essendo un prete già appartenente all’Opera della Madonnina del Grappa, fu “ostacolato” insieme ad altri due preti, per aver abbracciato il Movimento Neocatecumenale.
Uno degli altri due preti è don Corso Guicciardini, presente anche lui in studio, che verrà intervistato in seguito.
Per dare un’idea dell’avversione del direttore dell’Opera alla quale appartenevano nei confronti del Movimento Neocatecumenale, si citeranno soltanto
due espressioni a loro rivolte dal loro superiore:
“Le comunità neocatecumenali stanno all’Opera come Papà Natale alla comunità di Betlemme”.
Oppure che l’aver dato loro spazio all’interno dell’Opera è stato:
“come condannare una eschimese ad andare a pescare in bikini sui lastroni di ghiaccio”.
Intervistando don Paciscopi, Mimmo Gennarini persevera:
“Il card. Benelli si è servito di questi fratelli…“
Se le cose stessero come le racconta don Piero, allora dovremmo tributare l’invenzione del passaggio della
TRADITIO al card. Benelli, il che è piuttosto poco credibile, anche se don Piero racconta:
“L’IDEA DEL CARDINALE ha subito cercato di concretizzarla cercando persone che fossero disposte ad andare nelle case e si è rivolto a diverse associazioni, direi ha mobilitato un po’ tutti in Firenze. Ha mobilitato anche noi, anche me ha chiamato, perché sapeva che avevo già questa esperienza da anni.”
Quale “esperienza”?
Quella di andare a due a due a suonare i campanelli delle case?
Allora il cardinale non ha avuto nessuna
IDEA, se l’esperienza c’era già.
Sempre silenzio di tomba sul fatto che si tratta del Movimento Neocatecumenale.
Continua don Piero:
“Sono già sei anni che continuativamente, ho scelto fra gli altri metodi, anche questo di andare a bussare di porta in porta, due a due, anche noi sacerdoti, annunciando come ha detto Mauro, la buona notizia.”
Sei anni???
Cioè a Firenze i kikos facevano la loro traditio già dopo 7 anni esatti di camminamento, ma da quel che vien detto dopo, anche da prima.
Mandavano a suonare i campanelli per annunciare la buona novella gente che era appena approdata all’
«itinerario di riscoperta»?
Qualcuno non dice il vero.
Potrebbe essere anche Kiko, se è vero che già dopo pochissimo andavano a due a due a suonare i campanelli, facendo concorrenza ai già esperti Testimoni di Geova.
Perché Kiko ha sempre detto che il suo Movimento “
non è nato a tavolino”, ma si è completato man mano con l’esperienza.
E che esperienza ci poteva essere in nemmeno 6 anni di camminamento? Nessuna.
Quindi se già facevano la
TRADITIO, era stata progettata a tavolino per diffondere il loro “verbo”.
Dopo meno di 6 anni, nemmeno si è cristiani, si è solo "catecumeni" che hanno tutto da imparare e da scoprire… secondo la logica neocatecumenale…
Mimmo Gennarini dà un altro spunto:
“Avevate già un’esperienza, per questo il card. Benelli si è servito di questa esperienza”
Quindi se è vero che avevano già un’esperienza, doveva essere precedente al '77, anno in cui fu nominato vescovo Benelli.
Kiko mente quando dice che il Cammino “non è nato a tavolino”?
Perché se le cose fossero davvero cresciute man mano, la
traditio non doveva essere quasi nemmeno stata ipotizzata prima del '77.
Un altro parrocchiano di S. Bartolo in Tuto conferma con un
lapsus rivelatore:
“Anch’io sono andato di porta in porta, SULL’INVITO del cardinal Benelli, prima ero andato anche per conto… in parrocchia.”
Allora sì, è vero, andavano anche "prima" del '77, dice questo signore.
Per conto di chi?
“
In parrocchia” non spiega e non dice niente. Non aveva il coraggio di dire “per conto di don Piero”? O non sapeva “per conto” di chi potesse dire che era andato? Di Kiko?
Allora, prima del '77, avevano ancora meno anni di cammino, meno esperienza, meno preparazione: pivellini della fede, secondo quanto ha sempre ritenuto l'Arguello. Catecumeni, non "chiesa".
Ma andavano a suonare i campanelli delle case...
L'intervistato dice che era un forte bestemmiatore, lontano dalla chiesa da 40 anni.
Ammesso che sia stato uno dei primissimi, dopo una manciata di anni di camminamento era già ad annunciare Gesù Cristo alle porte delle case.
Nemmeno San Paolo folgorato sulla via di Damasco…
Anche la moglie parla e dice una cosa imprevista, che sappiamo corrispondere al vero:
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Battesimo dei Testimoni di Geova |
“Presentandomi come inviata della parrocchia… Una volta mi aprì una signora, era una testimone di Geova e mi disse: “Ah era l’ora che vi muoveste voi cattolici!” E gli dissi: “Signora, tutto a suo tempo. Il tempo per la chiesa è venuto ora” [di fare come i Testimoni di Geova, ndr]
Gennarini si premura di dire che in “
questa piccola itineranza”, marito e moglie vanno insieme.
Ecco, anche questo è diverso da quello che noi sappiamo, perché a noi risulta che le coppie vengano tirate a sorte: due uomini o due donne.
Almeno adesso è così.
Poi il mitico Gennarini, da buon giocoliere, tira fuori il coniglio dal cilindro e, ancora senza rammentare i neocatecumenali informa:
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Bettesimo neocatecumenale. Similitudine.
Aveva ragione la signora alla porta… |
“Ci sono dei piccoli gruppi, due laici con un sacerdote, oppure una coppia con un sacerdote, che non vanno in una città, vanno in giro per il mondo. Lasciano tutto e vanno in giro per il mondo ad annunciare Gesù Cristo. Questa novità che prima del Concilio era anche impossibile pensarla. Però adesso diamo un’occhiata a questi CATECHISTI ITINERANTI che sono riuniti e che ci raccontano un poco chi sono e che cosa fanno.”
E qui, furbetti furbacchioni, sempre in incognito, presentano una convivenza di itineranti a Porto San Giorgio.
Non si fanno proprio mancare nulla. Lo diranno solo alla fine,
incidentalmente.
Il primo a parlare è un ragazzo spagnolo che, mentre fuma, dichiara di stare “evangelizzando” a Singapore, Malesia e Hong Kong.
Studia per architetto e un giorno non esclude di potersi sposare e fare l'architetto.
Quindi non ha proprio “lasciato tutto”… praticamente "evangelizza" solo nel raro tempo libero…
È una cosa
spot, temporanea. In tre paesi che totalizzano una popolazione quasi uguale a quella italiana. È il suo hobby.
I risultati - suoi e dei par suoi - sono scarsini: dopo quasi trent'anni di "kerygma" a Singapore esistono oggi
solo 7 comunità, divise in parrocchie diverse.
Gli viene chiesto come
paga i costosi viaggi, gli spostamenti e da chi sono mantenuti.
La vaga risposta è che paga la “comunità”. Una comunità non meglio specificata di 38 fratelli in una parrocchia di Madrid
(anche all’epoca non arrivavano ai fatidici 50!).
Questi “fratelli” sono gente comune che col loro salario pagano i “loro viaggi”.
Avessero avuto il salario minimo di tante persone, col cavolo che ce l’avrebbero fatta a pagare i “viaggi” in estremo oriente.
Chi pagava realmente?
Un altro ragazzo dichiara di essere itinerante a Taiwan, insieme al presbitero Antonio, che deve essere Antonio Sergianni, già missionario del PIME in prestito al Movimento Neocatecumenale, divenuto poi rettore del seminario Redemptoris Mater di Kaohsiung a Taiwan.
Potrebbero essere quindi anche compagni di
quella famiglia che
dovette abbandonare la missione fallimentare a Taiwan per far ritorno a casa a causa delle enormi difficoltà di inserire i figli nella società cinese, motivo per cui anche i figli di dieci anni erano stati costretti ad andare all’asilo, dato che non capivano una parola di cinese e quindi non potevano seguire le scuole relative alla loro età.
Poi c’è un’equipe, definitasi
“team”: uno viene dalle non meglio specificate comunità di Barcellona, una coppia dalle “comunità” di Roma.
Questi vanno in Australia (addirittura!) ed evangelizzano anche
gli anglicani “
AIUTANDO LORO A SCOPRIRE IL LORO BATTESIMO ALL’INTERNO DELLA LORO CHIESA”.
“Loro ci stanno accogliendo e siamo molto contenti di essere in comunione con loro”.
Stendiamo un velo pietoso sulla RISCOPERTA DEL BATTESIMO DEGLI ANGLICANI.
Mi pare ci sia un po’ di confusione…
Questi, basta che si dica "battesimo", avrebbero aiutato a riscoprire anche "il battesimo delle navi"…
Anche in Australia il Movimento Neocatecumenale ha
causato problemi. Da allora solo 70 parrocchie risultano “conquistate”, in un territorio che sappiamo essere vastissimo.
Ma non tutte si lasciano conquistare, per esempio a Redfern, nel 2016 si sono avute serie proteste da parte dei parrocchiani, fino ad arrivare all’estremo del prete neocatecumenale che abbandona per almeno 3 volte la Messa all’offertorio affermando che il canto aveva contenuti “politici”. Tutti i parrocchiani furono lasciati senza Comunione.
Vessazioni e umiliazioni contro i parrocchiani a non finire. Il card. Pell a difesa dei kikos.
 |
Murale che i parrocchiani di Redfern
hanno allestito nel 2006,
con le parole di Giovanni Paolo II
a difesa della loro dignità.
Qui chiamano i neocatecumenali "Neo-Cats",
ossia "Neo-Gatti". |
Eppure questi neocatecumenali sono meno di un pugnello di persone:
nel 2020 il Redemptoris Mater di Sidney ospita soltanto 18 seminaristi (diciotto, avete letto bene), ed è stato costruito nuovo di zecca. Molti meno dei parrocchiani che vessano e che tentano di sottomettere.
La minoranza che opprime le maggioranze: proprio come nelle peggiori dittature.
Poi un’altra equipe: un presbitero da Roma, un laico da Firenze e altri 2 laici.
Loro “evangelizzano” Filippine e Giappone (per un totale di cinque volte la popolazione italiana).
Il laico fiorentino sembra don Maurizio Pallù, diventato prete in seguito, che divenne famoso qualche anno fa per essere stato “rapito in Nigeria”.
L’incredibile però è che i
kikos dichiarano di essere andati dieci prima, quindi nel 1973 quando al massimo potevano avere 4-5 anni di camminamento, nella migliore delle ipotesi.
Da qui capiamo senza ombra di dubbio che
IL MOVIMENTO NEOCATECUMENALE NON HA PRODOTTO "FRUTTI", che poi ha sguinzagliato per il mondo, ma che queste piccole gemme,
ancora non frutti, "catecumeni" e non cristiani secondo la logica neocatecumenale,
sono nati INSIEME al Movimento Neocatecumenale,
non ne sono una conseguenza, non sono un frutto.
Hanno addirittura avuto la pretesa di andare ad "evangelizzare" (cioè impiantare il Cammino), quando avrebbero dovuto essere considerati
loro i destinatari della vera evangelizzazione.
L’idea iniziale, già dalla fine degli anni 1960, era quindi quella di "conquistare il mondo", specialmente l’Asia, la più ostica nei confronti del cristianesimo.
Ma quali frutti!
Capillare organizzazione dell'esercito conquistatore fin dai primissimi passi.
Sempre più il Movimento Neocatecumenale si presenta come un’impresa con grandi capitali economici iniziali alla conquista del mercato con la vendita di servizi spirituali!
Hanno mandato per il mondo i catecumeni, non i cristiani, gli eletti, ma gente che ancora doveva concludere il “percorso iniziatico”.
Questo la chiesa primitiva, alla quale fanno subdolamente riferimento, non l’avrebbe fatto MAI.
Nello stesso luogo di questa “evangelizzazione giapponese” ad Hiroshima, però
noi sappiamo che nel 1991 sono state inviate anche 6 famiglie.
Ma allora la “missio ad gentes” non è stata un “frutto” successivo alle "famiglie in missione"!
Questi dichiarano di essere partiti con figli a seguito, senza conoscere la lingua giapponese e, dopo un tempo
“senza fare niente”, hanno iniziato a lavorare dando lezioni di italiano ai giapponesi.
Nel gergo neocatecumenale le chiamerebbero
missio ad gentes, perché gli itineranti non lavorano e non vanno in nuclei di sei famiglie.
La frittata quindi è sempre stata la stessa, anche se l’hanno rigirata dall’altra parte.
Poi
OGGI noi sappiamo com’è andata in Giappone: nel 2008 i vescovi giapponesi iniziarono a chiedere insistentemente la chiusura del seminario neocatecumenale di Takamatsu (avviato nel 1992), chiusura avvenuta circa due anni dopo e imposero l'interruzione delle catechesi neocatecumenali.
Abbiamo in seguito l’intervista a
Daniel Lifschitz (che recentemente ha scritto un
articolo sulla Madonna di Kiko). Apparteneva al Movimento Neocatecumenale fin dal 1973, quindi da dieci anni, e faceva l’itinerante con moglie e figli.
Un tempo parlava così:
“Io sono Daniele, vivo a Palermo, sono di una famiglia ebrea, ho ricevuto il Battesimo da adulto (ma prima di entrare nel Movimento Neocatecumenale). Però è questo cammino che mi ha portato a conoscere Gesù Cristo (o almeno così credeva all’epoca, perché è questo che ti fanno credere)”
A lui l’intervistatore chiede apertamente di che “cammino di tratta”:
“Il Cammino Neocatecumenale” che ho incontrato a Palermo…”
Evangelizzano in Etiopia, il paese natale della moglie (difficile pensare ad un sorteggio) ed hanno 5 figli.
Noi
OGGI sappiamo che Daniel Lifschitz
non solo ha lasciato il Movimento Neocatecumenale, ma ha scritto anche libri contro di esso, ha collaborato a questo blog ed oggi, a 83 anni, è ancora “sul pezzo”, impegnato a portare il messaggio cristiano in Togo.
Ha lasciato il Movimento Neocatecumenale, ma non ha lasciato la fede, come minacciano i catechisti neocatecumenali a chiunque se ne vada dalla loro setta.
Altre “indiscrezioni” le veniamo a conoscere da un’altra coppia itinerante da cinque anni in Zaire (Congo), sempre con figli a seguito, intervistata in studio:
Parlano di
CONTINUI VIAGGI, a volte di un anno e mezzo, a volte di 6 mesi, a volte di 7.
Ma non ci vivono “stabilmente”?
Vanno e vengono, come dei turisti.
Pagava la comunità, abbiamo sentito prima.
Chi è così abbiente da permettersi di poter pagare CONTINUI VIAGGI IN CONGO ad una coppia con figli?
Le comunità?
Ma non fateci ridere…
Forse nemmeno quelle più ricche del quartiere dei Parioli.
Non di certo quelle immaginarie di Palomeras a Madrid.
E poi, nei tempi in cui questi "missionari di Kiko" restavano a casa, chi li campava?
Chi dava loro un lavoro ad intermittenza, che permettesse di partire per mesi e poi tornare?
Loro hanno visto dei
MIRACOLI “
come li hanno visti i primi Apostoli" (che superbia!)
E quali erano questi “miracoli”?
Che all’arrivo non sapevano la lingua, che poi è il francese, e hanno visto che il Signore “dava
POTERE alla loro predicazione” perché, come sempre e ovunque, le
SITUAZIONI FAMILIARI CAMBIAVANO.
In Congo esisteva la poligamia e loro hanno visto “
sciogliere questi garbugli” e “far tornare la famiglia alla sua unione”.
Ma che vuol dire? Che significa?
I congolesi hanno rinunciato alla poligamia sì o no? Questo sarebbe un vero cambiamento, altro che garbugli e garbugli…
Che modo ambiguo di parlare!
L’episodio che più è rimasto impresso alla signora itinerante, è che quando ha avuto paura ad attraversare il fiume Congo in piroga di notte, si è ricordata di S. Pietro che camminava sulle acque e….
Lei non camminava sulle acque, "ma c’è mancato poco!"
Questi soggetti credevano di impressionare, ma a me sono parsi solo dei perfetti esaltati: hanno visto gli stessi miracoli dei primi Apostoli, mancava poco che camminavano sulle acque…
Ma un buon psicologo che curi bene le allucinazioni ipnagogiche o ipnopompiche?
Ci fermiamo qui, ma non abbiamo ancora terminato, ce ne sono di cose…
Possiamo solo dire che il messaggio passato in questa trasmissione per
POSSEDERE LA RESURREZIONE, è alquanto ambiguo, relegato nelle mani di
mestieranti alla buona, che
vanno e vengono tutti spesati non si sa da chi e,
dopo una breve incursione nel cammino iniziatico neocatecumenale, hanno emeritamente tentato di incistare supponentemente un bubbone che poi alcuni hanno avuto la forza di incidere per salvare la parte ammalata.
Come dimostrano poi gli eventi degli anni a venire.
(fine sesta parte -- segue)