Oggi esaminiamo il gruppo di domande sulla psicopatia, denominazione comunemente assegnata al disturbo anti-sociale della personalità, i tratti del quale includono: scarsa capacità empatica e bassa presenza di ansia, di rimorso e di vergogna, facilità nel violare regole e leggi, impulsività, malevolenza, crudeltà, aggressività che varia tra bullismo e crimine.
DISPREZZO LA VITA E LA MORTE DEGLI ALTRI.
2. Tengo da parte informazioni delicate che possono essere utilizzate per ferire qualcuno in futuro.
3. Mi sento superiore a chi condivide i propri segreti imprudentemente.
4. Posso provare piacere nel deridere i perdenti.
5. Disprezzo chi non riesce a controllare le proprie emozioni.
7. Non sono sconvolto quanto gli altri, quando muore qualcuno.
8. Non provo quasi mai rimorso.
Quindi, voglio che nelle comunità svisceriate tutte le difficoltà delle relazioni e che ne respiriate la disperazione. Chi non lo fa è un ipocrita. Me la chiamano violazione del foro interno, ma quale violazione. Se amare è impossibile a me, che ci ho provato per mesi quando andavo ai Cursillos, forse credono di essere migliori di me, gli altri? In realtà avete solo una soluzione per salvarvi da voi stessi: fare il mio Cammino e diventare uno : una schiera di copie identiche, decise da ME.
E poi, quanto mi diverte giocare al mago-psicologo durante gli scrutini (pag. 167), scarnificare le coscienze altrui... Più mi contraddicono, più violentemente e slealmente io li aggredisco. Anche se sono preti. Chissenefrega dei preti. Ora che i neocatecumenali sono un popolo, ho lasciato il mandato ad altri, i miei kikatekisti. Tra essi ci sono anche dei veri scalzacani, sadici ed irrisolti, che non vedono l'ora di poter maltrattare qualcuno. Per questo motivo accettano di essere prima maltrattati da me. Più sono complessati ed irrisolti, meglio mi lavorano.
- Eih! La mia schiena! - Ci penserà il Signore, alla tua schiena. |
Gli scrutinatori promettono che i segreti confessati pubblicamente in comunità saranno dimenticati. Invece, una moglie-scribacchina si segna tutto su un'agenda. Sono magnanimo, diamo un ruolino pure alle donne, a queste mogli dei fratelli di comunità! (Risata da iena isterica, in falsetto). Con gli scrutini li tengo tutti in pugno. Una volta che hai raccontato in pubblico certe cose, per giunta convinto di averlo fatto per il tuo bene, dove vuoi andare dopo? (Altra risatina in falsetto da iena isterica). Se esci sarai maledetto, e non solo da Dio ma anche dai fratelli della comunità e dalla gente là fuori: tutti, ma proprio tutti diranno male di te. Come gli ho insegnato io.
Il lavoro di psico-polizia me lo fanno quei fratelli assetati di reality-show, dei veri maldicenti a livello agonistico, che puniscono a colpi di gossip chi abbandona il Cammino. Ce ne sono in moltissime comunità ed io li lascio fare. Forse che ho mai insegnato a rispettare se stessi o gli altri? Forse che ho mai proibito le scarnificazioni psicologiche? Al contrario, i fratelli di comunità devono tirare fuori il peggio, scandalizzare, scandalizzarsi, litigare. Devono conoscere tutto il male gli uni degli altri. Quando avranno sciorinato le loro miserie davanti a tutti e si sentiranno uno straccio, ci penserà il Signore a cambiarli.
Tutto questo trattamento lo riservo agli altri. Di certo dei cavoli miei non racconto niente, solo le solite storielle apologetiche piene di incongruenze e contraddizioni. Ma quelli ci credono e le ripetono sorridendo, con le stelline negli occhi (risatina isterica), e, soprattutto senza verificare mai niente. Credono a tutte le panzane, come la storiella della visione intellettuale, per dirne una, e mi amano così come sono. Mi idolatrano, anche se sono io che li ho portati a un ciglio dal dirupo e loro non hanno fatto altro che sbilanciarsi.
Ho fatto anche circolare la voce che a me lo scrutinio l'ha fatto lo Spirito Santo, credono hanno creduto pure a quella (risatina isterica). Ma non mi vanno in giro a dire che il Cammino gli ha salvato il matrimonio? Finché restano in cammino, il matrimonio resiste. Basta che non escano. E intanto io incasso. Se poi qualcuno, da dentro o da fuori, dice basta, noi diciamo a tutti che quello lì ha il demonio. Se è un Vescovo diciamo che è un faraone, se è un parroco, che ha l'amante, se è un parente, che è un Giuda. Un'etichetta per ogni situazione, che i fratelli sono addestrati ad appiccicare da prima che l'occasione si presenti (così, faccio pure la bella figura del profeta ispirato).
Ecuador, 2017. Triste vicenda di un incidente d'autobus in cui hanno perso la vita 15 fratelli di una comunità. Foto dei funerali. Ne abbiamo parlato qui. |
11. Essere eticamente corretto è più importante che far successo.
12. Faccio ciò che voglio e non mi sento particolarmente obbligato nei confronti di nessuno.
13. Non ho mai avuto problemi con la giustizia.
14. A volte agisco secondo un capriccio senza pensare alle conseguenze o ai rischi.
Per tener buoni gli abusati, li facciamo sentire in debito morale, imponendo loro di pensare innanzitutto ai propri peccati, e quindi di perdonare e non denunciare o a chiedere scusa all'abusatore. Qualcosa di male devono trovarselo addosso, le vittime, così si tengono l'ingiustizia e non portano problemi al Cammino, cioè a ME. Dovete capire che l'importante è che la comunità si cementi e vada avanti, ed il trauma è un forte legante. Chi si brucia un pochino, scappa, ma chi è traumatizzato resta dov'è.
In Italia, per fortuna mia, non si fanno le class action ed è stato abolito il reato di plagio. Negli Stati uniti invece, a Guam, abbiamo avuto qualche grosso problema disciplinare col clero neocatecumenale, e con ben più che un presbitero. Ma, in particolare, col Vescovo neocatecumenale, truffatore immobiliare e pedofilo, Anthony Sablan Apuron. Gli americani purtroppo non sono feudali e rassegnati alla depravazione, come da noi.
FINE della SECONDA PARTE.
Per la salute spirituale, ci sentiamo di consigliare le seguenti cose:
⦿ Un buon esame di coscienza, dopo aver riconosciuto le differenze tra la predicazione cattolica e quella neocatecumenale.
⦿ La confessione sacramentale generale.
⦿ La Santa Comunione, frequente se si può, accompagnata da quella spirituale.
I funerali, la morte.
RispondiEliminaGesù, da sentimentale nevrotico non convertito quale era, apprese della morte dell'amico Lazzaro e pianse.
Piansero con Lui anche le sorelle di Lazzaro, Marta e Maria, insieme a tutti i giudei che erano andati a Betania per consolarle. Dice la Scrittura che Gesù "si commosse profondamente, si turbò e scoppiò in pianto", proprio come un uomo qualunque non neocatecumenale.
Doveva essere un piagnisteo complessivo da gente insulsamente sentimentale e senza fede, che non ha capito che la morte è un evento gioioso da celebrare come una festa, perché il deceduto torna alla casa del Padre.
Nei loro funerali i neocatecumenali dichiarano questo perché loro sono forti, hanno una fede che supera ogni umano sentimentalismo, ancora più forte di quella di Gesù il quale, non riuscendo a vedere alcun aspetto gioioso nella morte dell'amico, invece che fare festa e ballare pianse di dolore.
Nel Cammino ho visto persone che hanno subito perdite importanti combattere contro quel senso di dolore umano per mostrare il loro alto grado di conversione, l'accettazione totale della storia che Dio ha fatto con loro, prima a sé stessi e poi agli altri.
Siccome recentemente ho letto un articolo che mi ha agghiacciato circa i funerali, trovando diverse consonanze con i neocatecumenali, ho subito pensato che i neocatecumenali sono stati precursori di questa moda, atta a cancellare ogni relazione con la morte.
L'articolo è totalmente ateo e mondano e parla di come organizzare un funerale "a tema", nuova tendenza anglosassone che si dice stia prendendo campo anche in Italia.
Cito alcune frasi:
"Durante i funerali a tema, la veglia funebre non è considerata come un espediente per celebrare la morte della persona cara, bensì come un momento speciale per ricordare la vita del defunto, le sue passioni e le sue abitudini." (a tema neocatecumenale, per esempio)
"Generalmente, lo scopo è quello di conferire all’evento funebre leggerezza e spensieratezza e di offrire ai convenuti un’occasione di raccolta volta a commemorare la vita del defunto"
"Nel caso dei funerali a tema non sono previsti codici di comportamento e abbigliamento rigidi e impostati. Il clima è più disteso e rilassato. La spensieratezza del momento risulta necessaria per trasmettere ricordi felici e positivi della persona venuta a mancare. Il funerale, così, si trasforma in una vera e propria festa durante la quale gli invitati celebrano con gioia la vita e la memoria del defunto."
"Generalmente, la musica accompagna anche le cerimonie funebri più tradizionali. In questo caso, però, è possibile alternare alle composizioni classiche canzoni più leggere e allegre." (aggiungerei anche ballare e battere le mani)
https://inmemoria.paginebianche.it/guide/prima-del-funerale/funerale-a-tema-cosa-sapere/
I neocatecumenali dovrebbero fare una bella catechesi a Gesù, spiegandogli che commuoversi e turbarsi non è da cristiani, che non si deve essere tristi di fronte alla morte, che è il demonio il signore della morte e gioire invece che piangere testimonia che uno ha la vita eterna dentro di sé.
Il funerale, infatti, è una festa e si può anche ballare, schitarrare e battere le mani per far finta che non sia successo nulla.
Che Gesù questo non lo sapesse, è veramente strano.
Infatti, la fede neocatecumenale è così forte che ogni volta che capita una guerra o un rivolgimento politico violento in un paese dove ci sono neocat. in missione, questi se la danno quasi tutti o tutti a gambe levate, sempre con "molto dispiacere", scrivendo poi lettere accorate che rendono pubbliche e parlando dell'amore di Dio. Così fu anni fa per il Ruanda, così è stato in tempi recenti per l'Ucraina. E allora dov'è tutta la vostra sbandierata fede? Perché non abbracciate la croce che dite di amare?? Ipocriti, falsi, sepolcri imbiancati siete. Della peggior specie. Ve lo dico io perché scappate a gambe levate. Perché quando c'è la guerra, c'è anche povertà e la gente deve pensare a sopravvivere e non a fare il Cammino, tanto meno a "sganciare il malloppo". E allora per voi non c'è più trippa per gatti. Perché voi non siete cristiani, ed è il vostro comportamento a manifestarlo. Se lo foste, ancor più nel bisogno aiutereste quelli che chiamate fratelli. Ma invece, di loro non ve ne importa un fico secco. Pensate solo a salvare la vostra pellaccia neocatecumenale.
EliminaGli psichiatri italiani hanno eletto il Cammino come "Miglior Manicomio del secolo"
RispondiEliminaMillemila spunti anche da questa fase due della Triade Oscura infernale.
RispondiEliminaDalla sua applicazione al Cammino Neocatecumenale ci si sorprende per le tante congruenze, che ci danno occasione per una analisi puntuale. Per parte mia molto sul piano concreto. Attingendo ai ricordi di una trentennale frequentazione. Finita con un addio irreversibile e salutare.
Se li conosci fino infondo li eviti.
Metti una distanza incolmabile tra loro e te. Se non vuoi alla fine soccombere sotto i colpi impietosi di gente che hai scoperto essere, a tue spese, effettivamente 'psicopatica'.
I cui tratti (che possono vantare di riprodurre) sono:
"scarsa capacità empatica e bassa presenza di ansia, di rimorso e di vergogna, facilità nel violare regole e leggi, impulsività, malevolenza, crudeltà, aggressività che varia tra bullismo e crimine."
Mi applico per una sorta di antologia delle gesta kikocarmeniane, siglate da comportamenti congrui e conseguenti di tutta la casta dei cd. Itineranti e compagnia bella.
A dopo, quando mi riuscirà di esporre. Intanto grazie a Jubilate Deo per il suo impegno.
Pax
Elenco errori contenuti in questi pseudo consigli:
RispondiElimina⦿ Partecipare alla Messa Tridentina per purificarsi l'anima da quella kikiana.
Sbagliato, la messa Tridentina è un indulto riservato a casi limitati, autorizzati dalla Santa Sede e dall'ordinario del luogo, la messa di Paolo VI è l'unica espressione della lex orandi del Rito Romano, pertanto ogni fedele deve partecipare solo alla Messa di Paolo VI, dire il contrario equivale a disubbidire al Romano Pontefice e al motu proprio Traditionis Custodes.
⦿ La preghiera quotidiana continua, in particolare il Santo Rosario contemplando i misteri.
Questo lo si può fare restando in Cammino, nel quale si recita anche la liturgia delle ore, preghiera ufficiale e più importante della Chiesa, più importante del Rosario.
⦿ Riprendere in mano il Catechismo (il Tridentino va benissimo) per separarsi progressivamente dalle idee radicalmente errate e velenose che vengono insegnate dai catechisti e sono scritte nei mamotreti.
Sbagliato, prima perchè il catechismo tridentino, era rivolto ai parroci, non ai fedeli, infatti si chiama ad parochos, poi è superato dal Catechismo della Chiesa Cattolica,o dal suo compendio.
⦿ Un buon esame di coscienza, dopo aver riconosciuto le differenze tra la predicazione cattolica e quella neocatecumenale.
Sbagliato, non esiste alcuna differenza, se non nella vostra mente, tra predicazione cattolica e quella neocatecumenale. Anzi il Direttorio Catechistico recepisce in pieno la novità del Vaticano II.
⦿ La confessione sacramentale generale.
Consiglio sbagliato, deve essere il confessore a chiederla, poi è fuori posto, perchè è qualcosa di eccezionale, che il confessore chiede, non il penitente.
⦿ La Santa Comunione, frequente se si può, accompagnata da quella spirituale.
Consiglio sbagliato, infatti se c'è la comunione reale, non ha senso parlare della comunione spirituale.l'una esclude l'altra
Continua
Ecco nuovamente Anonimo che si accanisce contro i consigli di JD.
EliminaMa che cosa lo preoccupa? Che qualcuno abbia un'idea di ciò che può essere utile spiritualmente che non coincide con la sua? Che poi, la sua è quella di Kiko...
La Messa secondo il Messale del 1962, di san Papa Giovanni XXIII, è perfettamente valida, a differenza del "rito" neocatecumenale, e sarebbe utilissimo parteciparvi, per rieducare le ginocchia irrigidite alla genuflessione, le braccia atrofizzate al segno della croce e il cuore ormai avvezzo a considerare la Messa un festino di cui essere commensali a riconoscere il sacrificio di Cristo sul Calvario.
Il rosario non è antagonista del breviario, anzi, non per nulla è stato chiamato il salterio di Maria, il breviario dei poveri e il breviario del Vangelo. Poi, visto che il consiglio è quello di una preghiera "continua", solo il rosario può accompagnare per tutto il giorno. Cosa più che necessaria per i neocatecumenali che drammaticamente lamentano sempre di non voler andare a Messa, di sentirsi lontani da Dio, di bestemmiarLo o di odiare il coniuge e i familiari per i motivi più assurdi.
L'esame di coscienza, poi, la comunione spirituale, la confessione generale vengono rifiutate da Anonimo probabilmente perché Kiko non le apprezza, o piuttosto le teme. Ma possibile che dobbiate aspettare che Kiko "riscopra" (in modo di solito incompleto e deteriore) le belle pratiche che la Chiesa consiglia, per praticarle; anzi, per comportarvi come se le aveste inventate voi?
Possibile che l'esame di coscienza spaventi così tanto? Anzi, la sola parola "coscienza" allarma. La Messa, anche quella parrocchiale, si cerca in tutti i modi di non farla frequentare. La preghiera è solo un modo per sentirsi a posto con le prescrizioni dei catechisti. La confessione è solo un'elencazione di peccati. La guida spirituale la fanno i catechisti inadatti ed ignoranti. Alla fin fine, viene da pensare che il consiglio più importante sarebbe l'ultimo: poi, a seguire, gli altri.
Alle bestialità snocciolate dall' "anonimo" nel commento copia-incollato qui sopra avevamo risposto in diversi, punto per punto, già la volta scorsa. Eppure l' "anonimo" insiste come se nessuno avesse detto detto niente, persino con le medesime parole, ripetendo pure l'obiezione a quella cosa che nessuno ha detto e che a nessuno verrebbe (tranne che all'anonimo) e cioè: di fare la Comunione spirituale insieme a quella materiale.
EliminaL'altra volta abbiamo modificato il post per agevolare l' "anonimo". Stavolta invece gli consigliamo, prima ancora di dedicarsi agli studi di teologia quellavera, lo studio intensivo dell' abbecedario, quello vero, cioè con tutte tutte le lettere dell'alfabeto.
Il fatto che si accanisca ripetendo all'infinito sempre le stesse cose è segno della debolezza delle sue argomentazioni e tentativo di confondere le idee e depistare.
EliminaMa chi ha un minimo di intelletto comprenderà!
Pax
Concordiamo al 100 % con l'anonimo che rifiuta i consigli.......................
EliminaA proposito della preghiera del Rosario.
EliminaUn episodio di grazia.
San Giuseppe Cafasso una mattina, molto per tempo, passando per le vie di Torino, incontrò una povera vecchia, che camminava tutta ricurva sgranando piano piano la corona del Santo Rosario.
«Come mai così presto, buona donna?», chiese il Santo.
«Oh, reverendo, passo a ripulire le strade!».
«A ripulire le strade?... che vuol dire?».
«Veda: questa notte c'è stato il carnevale, e la gente ha fatto tanti peccati. Io passo, ora, recitando delle Ave Maria, perché profumino i luoghi appestati dal peccato...».
Il Rosario purifica le anime dalle colpe e le profuma di grazia. Il Rosario salva le anime.
San Massimiliano M. Kolbe scriveva nella sua agendina: «Quante corone, tante anime salve!». Ci pensiamo? Potremmo tutti salvare anime recitando corone del Rosario. Quale carità di inestimabile valore sarebbe questa!
Che dire delle conversioni dei peccatori ottenute con il Santo Rosario? Dovrebbero parlare san Domenico, san Luigi di Montfort, il santo Curato d'Ars, san Giuseppe Cafasso, san Pio da Pietrelcina...
Il Rosario fa bene a tutti, ai peccatori, ai buoni, ai santi.
Quando a san Filippo Neri si chiedeva una preghiera da scegliere, egli rispondeva senza indugi: «Recitate il Rosario e recitatelo spesso».
Anche a san Pio da Pietrelcina un figlio spirituale chiese quale preghiera preferire per tutta la vita. Padre Pio rispose di scatto: «Il Rosario».
Miracoli di Carmen Hernandez Barrera
RispondiEliminaMiracolo n. quello del metaverso
Kiko sta leggendo da tempo articoli sul metaverso, e non capendone una beneamata mazza, per evitare figure barbine, si è rivolto a Carmen, e lei da lassù gli ha spiegato che, inforcando degli occhiali speciali, entra in una realtà virtuale. Kiko si è procurato questi occhiali e, inforcandoli, ha visto una realtà nella quale tutta la Chiesa era diventata neocatecumenale, a iniziare dal Papa, cardinali, vescovi, ecc... per cui i neocatecumenali, che erano solo un milione, sono diventati un miliardo, cioè l'intera cattolicità. Kiko ha avvisato Semeraro che ha avvisato il Papa che ha detto : " eccelso, hermano cardenal, con il metaverso tutta la cattolicità es nel Cammino, infatti mi è passato anche il dolore al ginocchio. Que dire? Solo una parola : beatificasion".. Semeraro ha avvisato Kiko, che ha ringraziato il Santo Padre inviandogli un pacco con dentro un paio di occhiali da metaverso, con un biglietto : "que meraviglia que el mundo es todo neocatecumenal, Sancto Padre. Saludos Kiko".
e la causa continua.....
MI ERGO A LEGISLATORE E GIUDICE.
RispondiElimina10. Preoccuparsi della moralità delle proprie azioni è da perdenti.
11. Essere eticamente corretto è più importante che far successo.
12. Faccio ciò che voglio e non mi sento particolarmente obbligato nei confronti di nessuno.
13. Non ho mai avuto problemi con la giustizia.
14. A volte agisco secondo un capriccio senza pensare alle conseguenze o ai rischi.
Eh...ma questo è il ritratto di Kiko! E non solo...
(Naturalmente alle due domande 11 e 13 le risposte devono variare tra molto poco e nulla).
Nell'articolo la dimostrazione che tutti questi aspetti poco simpatici della personalità del capo, si sono trasferiti in quella dei seguaci, per il desiderio di imitazione del leader.
Sì, perché Gesù non è un modello da imitare, è irraggiungibile; invece chiunque sia già un po' egoistello e poco sensibile di suo, può aderire con facilità al modello proposto, e nel contempo assicurare d'essere un vero cristiano delle origini!
Perché preoccuparsi della moralità, di dire la verità, per esempio, se la menzogna attira molti adepti e molte donazioni?
Perché, se l'obbiettivo è essere dei vincenti, come i nostri commentatori neocatecumenali ci confermano ad ogni articolo, farsi scrupolo d'essere credibili ed obbiettivi, ridimensionandosi e accettando di correggere gli errori?
Non sentirsi particolarmente obbligati nei confronti di nessuno, per esempio, è l'obbiettivo di tutta la catechesi contro gli idoli del secondo passaggio; la famiglia ti aliena, il lavoro ti aliena, la parrocchia ti aliena... ti fanno sentire obbligato, ti tolgono la libertà, ti uccidono. Solo il Cammino non ti aliena. Quindi non ci si deve sentire in obbligo nei confronti di nessuno, neppure verso se stessi, tranne di chi si presenta come il Mosè, il profeta.
Andiamo nel dettaglio ai tratti
RispondiElimina1^ Parte:
scarsa capacità empatica e bassa presenza di ansia, di rimorso e di vergogna.
I caratteri distintivi e propri dei due iniziatori vengono puntualmente replicati e fatti propri da tutti i loro cortigiani.
Ho compreso quali e quante siano le gravi conseguenze del cattivo esempio.
Se ti spacci per santo ogni attitudine viene giustificata, anche i lati peggiori del carattere sublimati.
Quando non ti lasci coinvolgere minimamente dell'altrui destino (si precisa: destino segnato proprio dall'aver scelto la sequela kikocarmeniana), men che meno per quella parte che dipende da te direttamente, assumi un'imperturbabilita' disumana.
Che fa male a chi ne è oggetto. Egli sperimenta una fragilità grande e si sente indifeso. Deve fare appello a tutte le sue energie. Se non è egli stesso uno disposto alle pazzie totali come riscatto da una quotidianità grigia.
Essendo la misura e il sano buon senso bandite del tutto come sintomi di poca e povera fede, al sorgere dei minimi e legittimi dubbi si oppone l'obbedienza cieca e piena fiducia nei propri mentori che supera tutti gli ostacoli.
La 'fede forte' come loro la chiamano (forse meglio definirla spregiudicatezza) e la riprova dell'aver ripudiato sicuramente tutti gli 'idoli' (quando invece si è precipitati, mani e piedi, nella più pericolosa idolatria identitaria!).
Pax
È d'uopo esemplificare.
RispondiEliminaE parlo in primis di Kiko.
Che ansia può mai prendere uno che non si lascia coinvolgere da alcun sentimento? Da nessun problema degli altri?
A chi ha problemi che ostacolano l'evangelizzazione si dice che dar loro importanza è segno certo di non conversione, se pure si tratti di malattie serie proprie o dei familiari più stretti. (Minimo minimo due idoli congiurano contro la kikizzazione: la salute e l'affettività malata).
Non contano i legami di amicizia: che per il Cammino (preferisco personalizzarlo) semplicemente 'l'amicizia NON esiste' è un inganno, una debolezza, una odiosa dipendenza...
Men che meno gli affetti legittimi: che il Cammino come sorge un problema alla sequela kikiana derivante dalla moglie o dai figli, fratelli o genitori lo liquida col 'devi ODIARE"... e se un anziano genitore muore se ne escono con "i morti seppelliscano i loro morti" o col "chi mette mano all'aratro e si volta indietro..." (quando magari per andare al funerale del padre si tratta di perdere la prima giornata soltanto di convivenza di itineranti. Si rischiava - Carmen adirata - di essere rispediti a casa perché "ormai per te il kairos è già passato!")
Meno ancora di niente valgono infine gli obblighi assunti in campo lavorativo e sociale, tutte e soltanto perdite di tempo e nutrimento del proprio ego, orgoglio, amore al successo, amore al denaro.
Ti facevano per ogni cosa sentire uno schifo.
Non ne parliamo se amavi uno sport.
Anatema!
Urlavano i due iniziatori.
La parola sport non poteva neanche essere pronunciata.
Evangelizzazione...
"L'evangelizzazione non si può fermare!!!"
Per il rimorso e la vergogna di questa gente senza pudore credo sia inutile aggiungere qualcosa.
Rimorso di che?
Sono infallibili
Vergogna?
Hanno la verità.
Già solo là 1^ Parte!
E sono sfinita.
Pax
7. Non sono sconvolto quanto gli altri, quando muore qualcuno.
RispondiEliminaQuesto punto potrebbe dare origine a delle contestazioni, perché è proprio del credente non essere sconvolto per la morte fisica, soprattutto se si hanno buone ragioni per essere sereni e di avere la ragionevole speranza, se il defunto è morto in grazia di Dio, avendo ricevuto i conforti religiosi, se insomma era "pronto" per la partenza, che sia salvo. Questo però non vuol dire che non si soffre, non si è tristi, non si piange. Non vuol dire che si balla scompostamente scavalcando le bare di decine di morti, fra cui due bimbi piccolissimi, rapiti prematuramente alla vita in un tragico incidente, come successe in Ecuador nel 2017. Soprattutto poi quando invece i funerali dei big del Cammino sembrano delle esequie papali...lì niente balletti.
Non credo assolutamente che i parenti stretti dei defunti del Cammino non si sentano dilaniati interiormente; credo piuttosto che non gli si dia questa possibilità di elaborare il lutto, di piangere, come è giusto che si possa fare durante i funerali.
Mi impressiona vedere mogli e figli andare all'ambone a fare le solite ambientali come nulla fosse: recentemente la moglie di un defunto neocatecumenale di spicco lo ha elogiato perché l'ha forzata a frequentare il Cammino anche quando lei non se la sentiva e si è commossa sì, ma parlando di Carmen.
Ecco un altro caso in cui la personalità del fondatore, algida e per nulla compassionevole, per il quale è naturale non commuoversi per la perdita di qualcuno, anche se persona vicinissima (come Pino Fusca, definito da Kiko nella sua lettera di commiato come un "maggiordomo"), diventa un modello per tutti e il difetto, quello di non saper soffrire, di non essere empatico, diventa un pregio.
Addirittura di certi funerali, come quello dei due fratelli morti in un silos dell'azienda familiare, ci si rallegra perché la grande emozione dei vicini e degli amici potrebbe attirarli in comunità.
Mi chiedo quanto dolore e quanto rimorso potrebbe svilupparsi in chi si rendesse conto che gli è stato tolto anche l'ultimo conforto, quello di piangere per le perdite più amare.
Anche questo è un frutto della deviata catechesi contro gli idoli dal primo passaggio in poi, che mira a rendere tutti, anche coloro che, per fortuna, non vi sono inclinati per carattere/scelta/traumi psichici, degli automi cinici, incapaci di riconoscere i propri sentimenti e di dar loro sfogo senza sentirsi inadatti al "regno dei cieli" neocatecumenale.
D'accordo con te Valentina, infatti
Eliminai Neocatecumenali, di fronte al mistero della morte, assumono una
sorta di "rimozione" psico-fisica, attraverso la quale credono, di aver risolto il problema; cosa non vera, infatti con il ricacciare indietro forzatamente i sentimenti spiacevoli, altro non si fa che trasferire il problema, dallo stato
cosciente all' "inconscio" il quale,
non potendo dimenticare, potrebbe
provocare sintomatologie psichiche come ansia e/o depressione o psico-somatiche.
Di conseguenza, penso che la via migliore per affrontare la morte di chi ci è caro sia quella in uso da che mondo è mondo ovvero, dolore, pianto ed elaborazione del
lutto; il tutto senza togliere nulla
alla sacralità della Vita Eterna.
Ruben.
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Sì Ruben hai ragione! Si tratta di una vera e propria rimozione, che a lungo andare (ma anche a breve termine) può portare a gravi conseguenze psicofisiche, come hai detto tu. Perché se uno è chiuso nella fortezza algida del proprio narcisismo, è chiaro che non sente dolore se non per ciò che colpisce il suo io; quindi certe personalità non subiscono alcun danno, non devono nascondere nessun dolore, perché semplicemente non lo avvertono; anzi, sono sollevati e grati al Cammino che permette loro di essere se stessi e, addirittura, li porta ad esempio.
EliminaMa gli altri no... gli altri si sentono forse degli eroi al primo momento, ma poi tutto il dolore e tutte le emozioni lì colpiranno in seguito, nel momento in cui sarebbe necessario reagire e farsi animo.
E allora i "cari" catechisti, forse, diranno che non hanno avuto abbastanza fede. Oppure li obbligheranno a dire in uno scrutinio che quel caro è morto per dimostrare loro di non essere attaccati ai familiari... o chissà cos'altro.
Questo è un aspetto del Cammino neocatecumenale che detesto dal più profondo del cuore.
Andiamo nel dettaglio ai tratti
RispondiElimina2^ Parte:
facilità nel violare regole e leggi, impulsività, malevolenza, crudeltà, aggressività che varia tra bullismo e crimine.
Sintesi:
- Non ho mai avuto problemi con la giustizia.
Perchè parto da questo punto di approfondimento?
Perchè l'approccio neocatecumenale alla giustizia è davvero dirimente.
Sempre con la semplicità dei fatti vissuti e le parole ascoltate dalla bocca di Kiko che dimostra la verità vera del C.N. più di ogni altra disquisizione.
A proposito della giustizia Kiko la liquidava con un asserto finale:
“Dietro ogni richiesta di giustizia c’è il demonio”
Questo per troncare sul nascere ogni anelito nelle vittime come nei testimoni onesti che si sarebbero aspettati dagli Iniziatori ben altro dallo sconcio che hanno sempre fatto nella gestione degli scandali, aggiungendo per le vittime al danno la beffa. Di doversi Sentir loro colpevoli di non saper perdonare i nemici e di resistere al male.
Da qui tutto il marcio conseguente e facile da immaginare senza altre spiegazioni. Perchè se dietro ogni richiesta di giustizia c’è il demonio, io mi chiedo, dietro la negazione della giustizia di Kiko Arguello cosa c’è? Forse lo Spirito Santo? Non siamo ridicoli!
Tanto più che la motivazione di tutti questi assurdi e corrotti e discutibili comportamenti è solo e soltanto la paura che gli scandali travolgano il Cammino. Unico bene da tutelare, con ogni mezzo legale o no.
La “facilità nel violare regole e leggi” vien da sé ed è il minimo delle iniquità automaticamente conseguenti. Che vuoi che sia per loro? Kiko – novello Re Sole – è legge a se stesso. E a chi non gli va bene, peggio per lui!
“ impulsività” viene de plano. Neanche la pazienza di rendersi comprensibili. Come qualcuno si opponeva a loro un minimo, poteva succedergli di tutto.
“malevolenza, crudeltà” tutto è consentito. Quando non ce la facevano iniziavano le calunnie, e della peggior specie, coinvolgenti quasi sempre il piano sessuale.
“aggressività che varia tra bullismo e crimine”
Finale inevitabile.
A chi sta bene, bene. E a chi no, siamo alle solite, o se ne dovrà andar via dal cammino o sarà sbattuto fuori prima o poi.
Pax
@Pax ieri 20,31
EliminaL' affermazione di Kiko: “Dietro ogni richiesta di giustizia c’è il demonio”,
e' una gravissima offesa, verso Nostro Signore, che essendo Giustizia Infinita, ne è il Massimo Fattore.
Penso, che il non ricorrere MAI alla giustizia, né per offesa che per difesa, sia una sorta di alibi per blindare il Cammino dal dover produrre, nelle sedi giudiziarie, le proprie pecche ed i propri arcani; inoltre le cause costano e la vittoria, non te la porti
da casa.
Ruben.
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Brevissimo promemoria:
RispondiElimina- qualche giorno fa mons. Cordileone, arcivescovo di San Francisco in USA, ha escluso dalla santa Comunione un certo soggetto politico notoriamente abortista, ingiungendole personalmente di non presentarsi alla Comunione finché non ripudierà la propria opinione riguardo all'aborto.
Questo evento "fa notizia" perché normalmente gli alti papaveri ecclesiastici, per timore di rappresaglie, sono soliti tacere di fronte a certi scempi di soggetti politici importanti.
Noi cattolici invece sappiamo che Nostro Signore è realmente presente nel Santissimo Sacramento e perciò chi accede alla Comunione in stato di peccato mortale (ivi incluso il caso di grave scandalo, per esempio di chi professa posizioni abortiste, aggravato magari dal fatto di essere un prominente personaggio della scena politica) «mangia e beve la propria condanna» (cfr. 1Cor 11,29: è chiaro che se sei in peccato mortale e pretendi di fare la Comunione, di fatto stai "disconoscendo il Corpo del Signore", poiché lo tratti non come "Pane di Vita Eterna" e nutrimento di salvezza, ma come una specie di "sacro snack" inteso a simboleggiare qualcosa di secondario, tipo "l'unità fraterna" come i neocatecumenali).
Vogliamo qui ricordare che nel Cammino Neocatecumenale la Comunione viene invece trattata come una specie di "snack" sacro, simboleggiante l'unità fraterna. Infatti è molto difficile e molto imbarazzante rifiutarsi di fare la Comunione.
Mentre nella Chiesa Cattolica la Comunione è un gesto "personale" (chi vuole, si alza e va a riceverla; chi non è in condizioni di riceverla, non si alza e non va), nel Cammino è invece un gesto "comunitario", al punto che prima viene distribuita, e poi quando scatta il segnale, tutti insieme "manducano", perché il consumarla subito significherebbe "gesto personale" (la setta eretica neocatecumenale esige di trattare il Corpo di Cristo come se fosse un "sacro snack" da mangiare "tutti contemporaneamente" affinché si evidenzi l'unità della comunità, come se la cosa più importante della Comunione fosse "la comunità" anziché il personalissimo gesto del mangiare il Pane di Vita Eterna).
Abbiamo un'infinità di testimonianze riguardo a "fratelli" e "sorelle" neocatecumenali che in stato di peccato mortale e di grave scandalo hanno allegramente continuato a "fare la Comunione", con i cosiddetti "catechisti" che approvavano e invogliavano, poiché essendo considerato un gesto "comunitario" bisognava farlo "riuscire bene", a costo di far "mangiare e bere la propria condanna".
Ci chiediamo mestamente quanti fratelli del Cammino, seguendo gli eretici insegnamenti della setta di Kiko e Carmen, hanno guadagnato le fiamme dell'inferno. O credete forse che all'inferno ci vanno solo Hitler e Stalin?
psicopatia è l'acronimo di :
RispondiEliminaPossiamo Sempre Indicare Catecumeni Osceni Perennemente Abnormi Terribilmente Indecenti Adesso
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaVorrei aggiungere qualcosa a proposito di questa caratteristica ulteriore evidenziata nel post a proposito del tema analizzato:
RispondiEliminaLa psicopatia.
Al punto 5.
. Disprezzo chi non riesce a controllare le proprie emozioni.
Nell'istruzione degli itineranti che a nome di Kiko e Carmen vanno evangelizzando per il mondo e governando comunità impegnate nel percorso neocatecumenale c'è questo aspetto al quale gli iniziatori dedicavano molta attenzione.
Il controllo delle emozioni.
È detto che non bisogna mai lasciarsi coinvolgere emotivamente appunto.
Ad una itinerante che si prendeva pena delle sofferenze psicologiche di una sua catechizzata - per di più dovute a una storia di abusi conclamata - con fermezza Kiko disse:
"Ma tu ti fai coinvolgere dalle sofferenze altrui? Non sei adatta per itinerante!
Chi si fa coinvolgere è perché è nevrotico. Un nevrotico non può fare il catechista...
Ti andiamo a togliere!"
Pax
Grazie Pax per le tue testimonianze,
Eliminaquando si dice che la mela non cade mai lontano dall'albero.
Questo commento mi colpisce particolarmente per più ragioni, alcune delle quali dolorose.
EliminaL'empatia non si accorda con il narcisismo necessario a ricoprire il ruolo principe del contesto. Il catechista non deve soltanto imitare Kiko, ma deve contenere in sé quel piglio cinico e crudele che lo caratterizza. E quando ciò non si realizza qualcosa nell'ingranaggio si interrompe ed il cammino barcolla. Quindi: "ti andiamo a togliere!".
Mi sento indignata ed anche disgustata, non si ha pietà per nessuno, è un ambiente senza speranza.
"Gli scrutinatori promettono che i segreti confessati pubblicamente in comunità saranno dimenticati"
RispondiEliminaMa quei segreti vengono appuntati nella mente d'ogni singolo 'fratello' e sfruttati come merce di ricatto. Il catechista pretende un abbandono totale di sé, una consegna incondizionata del proprio essere, un affidamento senza riserve. Un'apertura del cuore che sfora nell'abuso, perché il tutto nasce da una pretesa di obbedienza che pressa le coscienze sino a far rivelare ciò che dovrebbe esser confidato soltanto ad un sacerdote. Tutto ciò fa quasi timore, deprime, scoraggia, toglie ogni briciola di dignità e rende schiavi, succubi del cammino, la sensazione è quella di essere appesi ad un filo che si stringe un pò di più ad ogni confidenza, una trappola che strugge la vita del singolo, della sua famiglia, ma anche dei semplici presenti nell'assemblea. Nelle sale si scandalizza e si uccide l'anima con una facilità allarmante e sconvolgente.
Questi personaggi privi di reale autorità esercitano dominio sulla coscienza altrui, operando dei soprusi che, proprio per la loro natura spirituale, sono più infidi e rovinosi di qualsiasi altro tipo di abuso.
Io ho vissuto il cammino sotto un profilo un pò differente, ma non sono scampata ai loro tentativi subdoli di annientarmi. Anch'io mi ritrovai circondata dagli occhi dei curiosi e dalle dita puntate di catechisti e sacerdoti definiti d'alto livello. Tutti riuniti per me, una ragazzina che non la smetteva più di dichiarare la verità. Mi incalzavano affinché mi pentissi della mia ricerca di giustizia, volevano che compissi uno scrutinio standard in cui aderivo alle idee di quegli uomini terribilmente ostili affermando pensieri che non mi appartenevano per poter mettere fine al trambusto che la verità aveva generato nel cammino. Un semplice soffio di verità ebbe un impatto notevole sul contesto, infatti li devastò causando agitazione, trasferimenti, incontri imprevisti, movimentazione dei fondatori. Ciò è impressionante e significativo.
Mi presero di sorpresa dinanzi a tutti, pensando che in tal modo avrei ceduto e avrebbero potuto scrutinarmi modificando le mie percezioni, ma non funzionò. Volevano far calare il sipario sulla verità, ma non ci riuscirono.
Non ebbero pietà neanche di una ragazzina priva di appoggi (secondo loro, io ero sostenuta dalla Vergine Santissima), perché dovrebbero averla dei vostri figli?
Nessuna persona può esercitare autorità sulla coscienza dell’altro, neanche una guida spirituale - vera e santa - è dotata di una simile libertà. È un principio che non sopporta eccezioni o deroghe.
La "teologia" kikiana teme che si dia un'eccessiva rilevanza al sacerdote nella pratica penitenziale; essa ha una forte ripugnanza per quell'"io" premesso al "ti assolvo" e una grande disapprovazione per la riservatezza escludente l'assemblea; essa preferisce che il confessore si eclissi dietro alla comunità.
RispondiElimina- Ogni sacerdote che ascolta le confessioni è obbligato, sotto pene molto severe, a mantenere un segreto assoluto riguardo ai peccati che i suoi penitenti gli hanno confessato.
Ed il laico neocatecumeno per quale ragione dovrebbe mantenere una discrezione così fitta? La riservatezza sui fatti altrui non è un tratto distintivo che gli appartiene.
Ricordo con chiarezza i gruppetti che si formavano in seguito alle strazianti confessioni, ai risolini e alle chiacchiere senza carità effettuate proprio a ridosso dell'accaduto.
Una volta un personaggio noto di una comunità tradì sua moglie ed i catechisti decisero di effettuare un incontro dinanzi a tutta la comunità. Da quella sala uscì fuori ogni circostanza, addirittura il fatto che il traditore stette tutto il tempo con la testa china senza proferir verbo. Ogni particolare venne dichiarato a voce talmente alta da risultare noto a tutti, anche a chi non aveva voglia di conoscere simili miserie.
- Per la sua peculiare natura, il sigillo sacramentale arriva a vincolare il confessore anche “interiormente”, al punto che gli è proibito ricordare volontariamente la confessione ed egli è tenuto a sopprimere ogni involontario ricordo di essa.
Invece tra i partecipanti delle comunità - che non sono sicuramente vincolati - vi è chi è talmente impreparato e sensibile da soffrirne anche in seguito. Certe rivelazioni non solo tornano alla mente ma possono segnare irrimediabilmente le relazioni - anche quelle importanti - e comportare delle profonde fratture Per non parlare della memoria infrangibile di certi aguzzini dell'anima, che ricorda tutto per filo e per segno per poter, a tempo debito, ricattare o punire i malcapitati.
Il cammino è un ambiente malsano ove predomina la confusione e la trasgressione. E la spiritualità non può che risentirne gravemente.
Considerato che, a neocatecumenato già concluso, nel corso della tappa del matrimonio spirituale che si consuma presso la Domus Galilaeae in Israele, vengono celebrate le nozze con la comunità, cioè con il cammino, questo legame è nullo in partenza per tutta una serie di motivi, appunto, di immaturità e soggezione psicologica da una parte e di veri e propri disturbi della personalità dall'altra.
RispondiEliminaQuindi chiunque si sentisse impegnato dalla farsa celebrata con tanto di certificato di nozze, detto ketubah, sappia che quel matrimonio, davanti a Dio e alla Chiesa, non c'è ma soprattutto non c'è mai stato.
"Per la salute spirituale...
RispondiElimina⦿ La preghiera quotidiana continua, in particolare il Santo Rosario contemplando i misteri."
Il santo Rosario ci salva nella lotta contro i nemici dell'anima, pregarlo ci illumina, edifica e rende liberi. Io son certa che sia stata proprio la semplice preghiera che compivo con il Rosario in mano a soccorrermi e a salvarmi. Tutta opera della Vergine Maria, Madre di Nostro Signore Gesu’ Cristo e Mediatrice di ogni Grazia.
Santa Teresina ci insegna e assicura che «col Rosario si può ottenere tutto», e aggiunge la più bella spiegazione: «Secondo una graziosa immagine, esso è una lunga catena che lega il cielo alla terra; una delle estremità è nelle nostre mani e l’altra in quelle della Santa Vergine… Il Rosario sale come incenso ai piedi dell’Onnipotente. Maria lo rinvia subito come una benefica rugiada, che viene a rigenerare i cuori».
San Pio X espresse delle parole che, seppur semplici, fanno comprendere il valore del Santo Rosario nella sua portata più vasta:
«Qualunque cosa… con il Rosario!».
Nel cammino si viene sopraffatti dal trambusto e dall'agitazione della vita neocatecumenale. Come una foglia che viene portata via dalla corrente del fiume, così essi rischiano di vivere senza saperne il perché e del tutto incuranti del loro destino eterno.
Se Kiko e Carmen hanno sempre evitato questa meravigliosa e indispensabile preghiera, nonostante fosse fortemente raccomandata da numerosi Papi, dai Santi tutti, ma anche da Cielo stesso, significa che ne hanno sempre nutrito timore. Ed essendo che la Vergine Santissima è la Debellatrice d'ogni eresia, qualche sospetto sugli intenti di questi iniziatori e sulla sostanza del movimento kikiano sorge inesorabile.
Il Rosario induce a fermarsi, riflettere, ripensare alla propria vita nella prospettiva della vita di Cristo. Una prospettiva che evidentemente non convinceva Argüello e Hernàndez.
in sostanza : Putin continua a fare la guerra perché il Cammino non recita il Rosario.
EliminaAnonimo, ma che commento scemo, proprio di chi non ha nulla da dire.
EliminaPax
perché scemo? Se il Rosario risolve tutti i problemi, deve risolvere anche la guerra di Putin, se non lo fa vuol dire che non risolve i problemi, quindi che non serve
RispondiEliminaSì, sicuramente se abbiamo fede e chiediamo nella preghiera la soluzione di questa crisi internazionale, la Madonna intercede per noi presso Gesù ottenendoci ciò che desideriamo.
EliminaLa Madonna di Fatima, de La Salette, di Lourdes, ci ha chiesto sempre di pregare e promesso il suo sicuro sostegno per allontanare le guerre e sventare le macchinazioni di chi vuole un mondo asservito a logiche sataniche.
Leggi e rileggi ciò che ti ha espresso Valentina. I benefici derivanti dal santo Rosario sono certi e innumerevoli, esso dispensa dei meravigliosi doni spirituali.
EliminaMa ciò che maggiormente mi fa riflettere non è il tuo quesito in sé, ma la sfiducia che trasmetti. Il tuo scopo è palese, porre in dubbio "il potere del santo Rosario che fa tremare l'inferno" (Padre Pio) e, lasciamelo dire, questo tuo tentativo significa che Kiko, dalla sua prospettiva volta alla dannazione, ha fatto davvero un buon (per le anime cattoliche pessimo) lavoro.