Articolo di C. Sacchetti originariamente pubblicato sul blog "La cruna dell'ago" a ottobre 2024.
Quando Kiko Argüello ha compiuto 80 anni lo scorso 9 gennaio del 2019, ha persino avuto l”onore” di ricevere gli auguri di Jorge Mario Bergoglio,
come si fa in omaggio a quei personaggi che porterebbero lustro alla
Chiesa Cattolica, ma il problema è che di cattolico nella chiesa
presente c’è davvero molto poco.
Gli omaggi a Kiko Arguello sono una conseguenza di un problema
apostatico del quale si dirà meglio in seguito, ma intanto è importante
soffermarsi un istante sulla sua figura.
Argüello Wirtz, un cognome che a detta di alcuni tradisce qualche
origine ebraica, è il fondatore di uno dei movimenti “cattolici” più
noti del secolo scorso, ovvero il celebre, o famigerato, cammino
neocatecumanale.
L’esperienza del cammino nascerebbe dalla imprescindibile esigenza da
parte di questo pittore spagnolo di ripercorrere sulla carta le orme
dei francescani e di abbracciare la povertà come stile di vita.
Arguello nei primi anni’60 passa molto tempo nei quartieri poveri di
Madrid, originario della Castiglia, e la sua comunità sembra arricchirsi
di tutti quei diseredati che sulla carta il buon cattolico dovrebbe
cercare di aiutare e mettere sulla retta via.
La retta via cattolica non è però quella di Arguello. Il fondatore
carismatico dei neocatecumenali ha elaborato una sua particolarissima
teologia nella quale il cattolicesimo è praticamente sparito, sostituito
invece da quello che appare chiaramente essere una religione o setta di
ispirazione ebraica e protestante.
Qualche tempo addietro, a fare una anamnesi corretta del cammino fu,
tra gli altri, monsignor Schneider, attuale vescovo di Astana, che ha
avuto a che fare con la setta arguelliana e li ha definiti come un cavallo di Troia nel seno della chiesa che professa appunto un culto che richiama la teologia luterana e quella ebraica.
Nel cammino, la messa cattolica e il significato intimo e profondo
del sacrificio dell’eucaristia agli occhi dei neocatecumenali assume le
sembianze di un rito pagano, e allora ecco che la messa dei
neocatumenali è più simile ad una cena del ricordo, del tutto in linea
con l’impostazione luterana che ha spogliato la messa del suo
significato più autentico.
Non si può purtroppo fare a meno di notare su tale questione le
similitudini che sussistono tra la messa partorita dal Concilio Vaticano
II, l’attuale Novus Ordo, e la citata messa protestante, in quella che
appare una evidente protestantizzazione della Chiesa Cattolica partorita
dai “padri” conciliari.
I neocatecumenali si trovano perfettamente a loro agio in questo
nuovo spirito dei tempi modernista ed ecumenico e ciò spiega la loro
fortuna e la loro crescente espansione dagli anni’60 in poi.
Il Concilio è stato pensato espressamente da ambienti massonici per
infiltrare la Chiesa Cattolica e cambiarne la sua reale e autentica
natura cattolica, sino a trasformare la Chiesa di Cristo in un piccolo
altare illuminista che al posto del messaggio evangelico professa invece
quello dei diritti umani e della filosofia illuminista di Voltaire e
Rousseau, i philosophes iscritti alla libera muratoria e che nutrivano un profondo odio verso il cristianesimo e la Chiesa.
I diritti umani iniziano a comparire nei testi dei padri del Concilio
e anche nelle encicliche dei pontefici post-conciliari, e il cavallo di
Troia neocatecumanale ha davanti a sé una vera e propria prateria per
potersi infiltrare e fare tutti quei danni che ha fatto alle anime dalla
sua nascita.
La falsa teologia di Kiko Argüello
Arguello elabora una falsa teologia che é intrisa dello spirito del protestantesimo, della massoneria e dell’ebraismo.
Si arriva ad affermare che soltanto la Chiesa dei primi 4 secoli
sarebbe stata quella autentica, mentre da Costantino in poi e dal suo
editto di Milano, attraverso il quale l’imperatore romano riconoscerà la
religione cristiana, sarebbe a suo dire nata una falsa chiesa che
sarebbe durata per molti secoli fino al Vaticano II, momento di
“illuminazione” assoluta della storia della Chiesa.
Kiko si considera proprio così. Il pittore spagnolo si considera una
sorta di “illuminato” venuto per restituire alla Chiesa la purezza
perduta che soltanto il Concilio poteva donare, quando nella realtà dei
fatti tale falsa teologia capovolge completamente causa ed effetto, e
mistifica la storia della Chiesa Cattolica.
In tutti i secoli precedenti il Concilio Vaticano II, la Chiesa è
sempre stata un baluardo di civiltà e il pilastro cristiano attorno al
quale ha prosperato la civiltà italiana ed europea.
La massoneria sin dalla sua esistenza ha dichiarato guerra a questa istituzione, in quanto essa incarna il katechon
di paolina memoria, e ha il compito specifico di impedire e contenere
la manifestazione della Bestia, ovvero del dominio di Satana sul mondo
intero.
E’ una missione santa che spiega anche perché la Chiesa sia
praticamente una delle poche istituzioni, se non l’unica, che esiste
ancora da 2000 anni in quanto la sua fondazione non è di natura terrena,
ma divina e il suo creatore è Cristo stesso.
Il cammino neocatecumenale da “brava” setta di natura protestante
però, come si accennava sopra, capovolge interamente questa storia e
considera corrotta la vera Chiesa Cattolica e “pura” invece quella sorta
dopo il Concilio, nella quale si sono abbracciate ogni genere di eresie
che nulla hanno a che vedere con il cattolicesimo.
L’iniziale apparente afflato francescano del cammino era soltanto una
ipocrita facciata per indossare una maschera di purezza sotto la quale
invece si cela un mondo di vessazioni e di tormenti che non viene mai
raccontato dai media, che sono sempre molto preoccupati nell’infangare
pontefici come Pio XII, ma che invece nulla dicono su quei falsi profeti
e su quelle sette che tanto danno hanno fatto alle persone.
Se si dà uno sguardo al sito “Osservatorio sul cammino
neocatecumenale”, che in questi giorni è stranamente irraggiungibile, si
troverà un vastissimo archivio di documenti sul cammino e su coloro che
raccontano l’incubo vissuto quando si trovavano al suo interno.
C’è la testimonianza di Isabella,
madre di 4 figli, che è stata costretta a confessare i suoi peccati
pubblicamente, in una blasfema parodia della confessione cattolica, e in
una palese imitazione invece dei riti della massoneria e delle società
esoteriche quali Skulls & Bones, nella quale gli iniziati vengono
rinchiusi dentro un feretro e costretti a raccontare tutti i loro più
intimi segreti.
Ce ne sono molte altre,
che spiegano come chi si trova dentro la setta debba svuotare il suo
conto corrente per dare i soldi al cammino e dare poi un decimo del suo
stipendio ad essa, e, oltre a questo, gli esterni non sono affatto
graditi tanto che spesso i matrimoni sono combinati tra gli stessi
seguaci del cammino.
I neocatecumenali non sono stati nemmeno immuni da casi di abusi sessuali
che, singolarmente, non vengono però puniti dalla gerarchia della setta
né tantomeno i pontefici hanno pensato di allontanare questo movimento,
ma piuttosto, come si vedrà in seguito, non hanno mancato di elogiarlo
pubblicamente.
Guai poi a porsi delle domande sulla reale natura di questa setta,
poiché in quello stesso istante allora i catechisti neocatecumenali
invece di offrire qualche logica e sincera spiegazione alle loro
pratiche molto poche cattoliche e molto invece paramassoniche, bollano
immediatamente la persona come affetta da “possessione maligna” e così
si cerca di mettere a tacere ogni sincero dubbio sul cammino.
Il cammino non deviazione, ma conseguenza del Concilio
Il cammino non ammette altro Dio all’infuori di Kiko, ma il loro
settarismo non è altro che la conseguenza del citato appunto Vaticano
II, ed in questo differiamo dall’analisi fatta da monsignor Schneider.
L’arcivescovo di Astana afferma che la teologia neocatecumenale sia
il frutto di una qualche “deviazione” o erroena interpretazione da
quanto stabilito dal Concilio, quando in realtà essa ne è la diretta
conseguenza.
Non è forse il cammino intriso di quello stesso spirito ecumenico del quale è intriso il Vaticano II?
La “sublimazione”, si fa per dire, di questo incontro dei
neocatecumenali con il mondo ebraico si è avuta di recente quando Kiko
Arguello ha ricevuto un dottorato honoris causa assieme ad un rabbino Shlomo Rosen,
assieme al quale ribadiva la stretta vicinanza della sua setta al mondo
ebraico, e subito dopo, affermava come fosse necessario salvare la
famiglia “giudaico-cristiana”.
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Kiko Arguello, a destra, assieme al rabbino Shlomo Rosen |
E’ evidente che Kiko è un figlio del Concilio e non un suo aborto,
poiché il Concilio si fonda sugli stessi identici presupposti, ovvero
quelli di affermare una unione di intenti tra il mondo cristiano ed
ebraico che semplicemente non è in essere, dato che l’ebraismo e la sua
successiva evoluzione talmudica hanno rifiutato il Cristo, mentre la
Chiesa ha fondato sul Suo messaggio la sua missione cristiana.
Il talmudismo attende con ansia il suo moschiach, antitesi di Cristo,
mentre il cristianesimo ha già trovato il suo messa in Gesù, che si è
incarnato 2000 anni orsono.
Non c’è possibilità di sintesi a meno che non si voglia creare una
nuova falsa religione che ripudi le fondamentali verità cattoliche e
diventi, di conseguenza, apostatica come accaduto dopo il Concilio.
Nei secoli scorsi i pontefici emettevano dure condanne nei confronti
dell’ebraismo e per la Chiesa era semplicemente inconcepibile soltanto
pensare alla espressione “giudaico-cristiano” data l’avversione del
talmudismo verso il cattolicesimo.
Sulle pubblicazioni cattoliche storiche quali Civiltà Cattolica,
prima della infiltrazione modernista, si trova una perfetta espressione
di qual è il vero pensiero cattolico al riguardo, come si può vedere
nel saggio “La questione ebraica” e se ne cita un passaggio qui di seguito per mostrare quale era l’attitudine della Chiesa verso l’ebraismo.
“Ond’ è che la gran famiglia israelitica, disseminata fra le genti del globo, forma una nazione straniera nelle nazioni in cui dimora, e nemica giurata del loro ben essere; cardine appunto
del talmudismo essendo l’oppressione e la spogliazione dei popoli, che
a’ suoi seguaci concedono ospitale soggiorno. Per lo che S. Paolo, fino
da’ suoi tempi, chiamava i giudei a Dio spiacenti ed avversi a tutti gli
uomini, Deo non placent, et omnibus hominibus adversantur . Che poi il tenebroso codice del talmud prescriva, oltreché regole di una morale esecranda, l’odio a tutti gli uomini che non hanno sangue giudaico, in ispecie a‘
cristiani, e faccia lecito il depredarli e malmenarli quasi bruti
nocivi, non è più uno di quei punti dottrinali che si possano mettere in
controversia. Non già. il Robling, che riconosciamo anche noi per
autore in parte romanzesco ed inventòre di citazioni a capriccio, ma gli
studiosi più assennati e gravi della Mischna, che ne è il testo, e della Ghémara, che ne è la chiosa, non esclusi parecchi rabbini,
fra i più autorevoli del tempo andato e dell’odierno, ne tolgono ogni
dubbio. Basterebbe consultare l’opera di Achille Laurent, che gli ebrei
hanno quasi totalmente fatta sparire,
perché magistralmente svela i segreti del talmudismo applicato a
sterminio della civiltà. cristiana, per fare che si persuadessero i più
restii e dubitosi. Del resto noi in addietro ne abbiamo date dimostrazioni irrepugnabili, che sarebbe superfluo il ripetere al presente.”
Cosa è rimasto oggi di tale lezione nei vertici della Chiesa? Più
nulla, diremmo, tanto che i pontefici post-conciliari, quali Wojtyla e
Ratzinger, non hanno mancato di porgere i loro dovuti omaggi
all’ebraismo con i loro ingressi in sinagoga, circostanza semplicemente inconcepibile un tempo.
Il cavallo di Troia del cammino non poteva trovare ostacolo, poiché
coloro che avrebbero dovuto essere a guardia della cittadella cattolica,
lo hanno fatto entrare e si sono anche premurati di ringraziarlo
pubblicamente, come avvenuto il 21 settembre 2002 quando Wojtyla ricevette gli iniziatori del cammino pronunciando tali parole.
“Come non ringraziare il Signore per i frutti portati dal Cammino
Neocatecumenale nei suoi oltre trent’anni di esistenza? In una società
secolarizzata come la nostra, dove dilaga l’indifferenza religiosa e
molte persone vivono come se Dio non ci fosse, sono in tanti ad aver
bisogno di una nuova scoperta dei sacramenti dell’iniziazione cristiana;
specialmente di quello del Battesimo. Il Cammino é senz’altro una delle
risposte provvidenziali a questa urgente necessità. Guardiamo le vostre
comunità: quante riscoperte della bellezza e della grandezza della
vocazione battesimale ricevuta! Quanta generosità e zelo nell’annunzio
del Vangelo di Gesù Cristo, in particolare ai più lontani! Quante
vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa sorte grazie a questo
itinerario di formazione cristiana!”
Gli fece eco Ratzinger il 10 gennaio del 2009 ricevendoli in Vaticano con queste parole.
“Come non benedire il Signore per i frutti spirituali che,
attraverso il metodo di evangelizzazione da voi attuato, si sono potuti
raccogliere in questi anni? Quante fresche energie apostoliche sono
state suscitate sia tra i sacerdoti che tra i laici! Quanti uomini e
donne, e quante famiglie, che si erano allontanate dalla comunità
ecclesiale o avevano abbandonato la pratica della vita cristiana,
attraverso l’annuncio del kerygma e l’itinerario di riscoperta del
Battesimo, sono state aiutate a ritrovare la gioia della fede e
l’entusiasmo della testimonianza evangelica! La recente approvazione
degli Statuti del “Cammino” da parte del Pontificio Consiglio per i
Laici è venuta a suggellare la stima e la benevolenza con cui la Santa
Sede segue l’opera che il Signore ha suscitato attraverso i vostri
Iniziatori. Il Papa, Vescovo di Roma, vi ringrazia per il generoso
servizio che rendete all’evangelizzazione di questa Città e per la
dedizione con cui vi prodigate per recare l’annuncio cristiano in ogni
suo ambiente. Grazie a tutti voi.”
Non sapevano forse Wojtyla e Ratzinger della reale natura della setta
neocatecumenale e della sua vera identità ebraica e protestante?
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Benedetto XVI assieme a Kiko Arguello
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Lo sapevano perfettamente, ma evidentemente come i loro predecessori,
Roncalli e Montini, e come i loro successori, Bergoglio, non avevano
interesse alcuno ad espellere quel male in quanto in tutti c’era la
stessa continuità modernista, ecumenica e massonica uscita dalle stanze
del Concilio Vaticano II.
La Chiesa è malata perché il Vaticano II si è infiltrato a poco a
poco nel suo corpo fino a contaminare ogni sua parte, e il cammino non è
altro, evidentemente, che un sintomo di tale patologia.
L’unico modo per arrivare ad una guarigione completa del paziente è quella di espellere dal suo corpo l’eresia del Vaticano II.
Solo e soltanto così, spariranno tutti i sintomi e le sette
massoniche, ebraiche e protestanti che hanno proliferato per 60
facendosi passare per cattolici, quando in realtà non sono stati altro
che dal primo istante nemici della Chiesa e della croce.