mercoledì 27 agosto 2025

Fregati 40mila dollari di fondi della parrocchia

Presentiamo qui sotto una nostra traduzione ad sensum della lettera pubblicata recentemente su Jungle Watch.

Premessa 1: alla lettera segue una brevissima riflessione a margine riguardo al fatto che l'attuale arcivescovo a Guam continua a restare in silenzio riguardo al Cammino e alle sue attività, facendo salire i sospetti che la sua promozione a vescovo di Chalan Kanoa prima e ad arcivescovo di Agaña (Guam) poi, sia dovuta alle sue connessioni coi pezzi grossi del Cammino.

Premessa 2: del sottoindicato presbikiko Faiola ci sono poche tracce nell'internet; potrebbe anche darsi che dopo le disavventure sotto descritte abbia lasciato il presbiterato.

Premessa 3: un commento di poche ore fa su Jungle Watch ricorda che anche nel (felicemente soppresso nel dicembre 2017) seminario Redemkikos Mater di Guam i kikos pensarono di allestire una "cappella della Parola" pagando 120mila dollari ad un architetto italiano per un progetto che era identico a tutte le altre "cappelle della Parola" allestite dai neocat: anche in questo caso il progetto era in sistema metrico decimale. Un architetto di Guam preventivò altri 70-80mila dollari per adattarlo e farlo approvare. Ma dopo aver bruciato 200mila dollari per pagare un progetto-fotocopia, non andarono avanti. Chissà, si chiede il commentatore, magari un'indagine RICO (racketeer influenced and corrupt organizations) potrebbe svelare lo strano giro di soldi che c'è dietro una truffa fatta in chissà quante altre diocesi...



Quand'è che quegli eretici verranno espulsi dalla nostra arcidiocesi?

Il 27 agosto 2020, K.J.Jones, vincitore nel 2014 del premio Catholic Relief Services' Egan Journalism Fellowship, e un redattore senior della Catholic News Agency (CNA), pubblicarono un articolo propagandistico sul Cammino Neocatecumenale a Philadelphia (in Pennsylvania, USA); l'articolo è ancora leggibile sul sito della CNA.

L'articolo riguarda due preti neocatecumenali che hanno ristrutturato le loro chiese e cappelle parrocchiali senza l'autorizzazione (né approvazione) dell'arcivescovo di Philadelphia, che successivamente ordinò di riportare chiese e cappelle alla situazione precedente dopo che i parrocchiani avevano protestato contro tali innovazioni. Hanno fatto bene a denunciare, e ha fatto bene anche l'arcivescovo Nelson J. Perez, che ha ascoltato quei fedeli, ha delegato un esperto di liturgia per chiarire la situazione, e dopo averne ricevuto il parere ha riconosciuto che i due presbikikos avevano sbagliato e ha comandato di ripristinare tutto a com'era prima.

In una di queste parrocchie, intitolata a san Carlo Borromeo, il parroco neocatecumenale aveva convertito uno scantinato (precedentemente adibito a palestra) in una saletta neocatecumenale. Quello spazio era sempre stato utilizzato per le attività sociali dei fedeli e per i ricevimenti dopo i funerali. I parrocchiani lamentavano che il parroco neocatecumenale stava dando un trattamento preferenziale al Cammino, ritrovandosi sfrattati per far posto alla saletta neocatecumenale utile solo ai fratelli del Cammino.

Parentesi: qui a Barrigada (Guam), nel seminterrato della chiesa di San Vicente, c'è una stanza utilizzata regolarmente da un gruppo mariano per gli incontri di preghiera. Una sera, avendo iniziato la preghiera un po' più tardi, i fedeli sono stati interrotti a metà ed è stato intimato loro di continuare la preghiera nel corridoio perché la saletta doveva essere riconfigurata e preparata per un'attività del Cammino (probabilmente la bizzarra "messa" neocatecumenale).
I parrocchiani di san Carlo Borromeo a Philadelphia sono infine riusciti a far rimuovere il parroco neocatecumenale. Una devota 76enne della parrocchia, C.Jenkins, ha spiegato: "non c'è modo di farlo rimanere qui dopo tutte le pessime esperienze fatte e i segni di razzismo che abbiamo dovuto subire".

Nel sopracitato articolo di CNA si dice:

...i critici se la prendono con l'inusuale stile liturgico accusando il Cammino di formare comunità parallele alle parrocchie in cui il Cammino opera.
...
Quando il Cammino è presente in una diocesi, è spesso responsabile dell'introdurre vocazioni sacerdotali da tutto il mondo, anche se alcuni critici dicono che tali preti non sempre si integrano bene nelle comunità locali che vengono chiamati a servire...
Ciò accade perché la gerarchia neocatecumenale e i suoi luogotenenti (presbìteri ordinati dal Cammino) servono solo le comunità del Cammino, sfruttando le risorse delle nostre parrocchie, risorse di cui dovrebbero beneficiare tutti i parrocchiani. I presbikikos sono causa di divisioni nella nostra arcidiocesi.

Alla fine dell'articolo, K.Gavin, portavoce dell'arcidiocesi di Philadelphia, aveva certamente le "fette di prosciutto sugli occhi" quando ha affermato che:

Il Cammino Neocatecumenale è un particolare carisma nella Chiesa Cattolica Romana che è autorizzato dal Vaticano. Le sue celebrazioni liturgiche hanno degli elementi diversi da ciò che i parrocchiani tradizionalmente hanno vissuto.
Ma sul serio? Confrontate tali affermazioni con quelle del vescovo Athanasius Schneider, che ha avuto a che fare col Cammino per molti anni a Karagandà, in Kazakhstan, e a marzo 2016, intervistato dal John Henry Newman Center in Ungheria, aveva ricordato che il Cammino:
È un cavallo di Troia nella Chiesa... il Cammino è una comunità protestante-ebraica che di cattolico ha solo la decorazione...
Il Cammino Neocatecumenale è stato una spina nel fianco qui a Guam, specialmente da quando scoprimmo che era alleato col vescovo Anthony Sablan Apuron (poi caduto in disgrazia), e col loro piano di convertire l'Arcidiocesi di Agaña (Guam) in un'arcidiocesi neocatecumenale da esibire al resto del mondo. Con Apuron, il Cammino aveva una relazione "quid pro quo": cospirarono per conquistare in ogni modo il controllo dell'arcidiocesi e infiltrare le parrocchie e formarvi comunità neocatecumenali.

Il Cammino aveva bisogno di un leader locale e Apuron era proprio il soggetto giusto, soprattutto quando divenne un "fratello del Cammino" in una comunità neocatecumenale di Agaña. Il Cammino era stato presente nell'isola di Guàm fin dal 1994, quando il presbikiko Adrian Cristobal e Apuron consentirono ai neocatecumenali di "evangelizzare" i cattolici locali. Dato che all'epoca avevamo ancora fiducia nell'allora arcivescovo Apuron, pensammo che tutto sommato fosse un bene per la nostra chiesa locale.

Nel giro di pochi anni dall'arrivo del Cammino a Guam, i neocatecumenali misero le mani su un immobile dell'arcidiocesi, in località Yona, per stabilirvi un seminario neocatecumenale, raccattando giovani dagli USA e dal resto del mondo. Nel 2009 le prime ordinazioni di tali presbikikos da parte di Apuron.

Uno di quelli ordinati nel 2009, l'italiano Fabio Faiola, fu assegnato come parroco a Nostra Signora di Guadalupe (in località Santa Rita). Nonostante l'accoglienza dei parrocchiani, si rivelarono ben presto il suo vero carattere e le sue vere intenzioni: le omelie erano sconclusionate e poco chiare, e il suo marcato accento italiano le rendeva ancor più difficili da capire. Non mostrava alcuna empatia per la gente di Santa Rita; in un'omelia accusò tutti i parrocchiani di essere pettegoli e di sparlare alle spalle. I parrocchiani si sentirono offesi non dall'accusa, vera o falsa che fosse, ma dal fatto che aveva avuto il fegato di diffamare indistintamente proprio tutti i paesani.

Nei pochi anni che è stato in parrocchia, fece delle cose che colpirono ancor più negativamente i fedeli. Fece demolire la canonica (in gergo locale la chiamano "conbento") sita al di là della strada (proprio di fronte alla chiesa) senza l'intenzione di ricostruirla, allo scopo di allestirvi un centro pastorale neocatecumenale. In parrocchia, negli anni precedenti, si pianificava di dividere la struttura in uno spazio sociale con un parcheggio e garage (il progetto di massima era già stato redatto). [Editor's note: i presbikikos non risiedono in parrocchia ma sempre altrove; nel caso specifico, nell'ex seminario Redemkikos Mater]

Ebbene, il parroco neocatecumenale spese ventimila dollari di fondi parrocchiali per demolire la canonica (che aveva ospitato parroci fin dagli anni '70), e come se non bastasse pagò altri ventimila dollari di fondi parrocchiali al figlio del responsabile del Cammino per gli USA e Guam (cioè al figlio di Gennarini) per farsi fare un progetto di centro neocatecumenale.

Tale progetto era del tutto inutilizzabile, tanto più che usava il sistema metrico decimale laddove l'edilizia a Guam (maestranze e materiali) utilizza quello americano (pollici e piedi). Inoltre il figlio di Giuseppe Gennarini non era abilitato a presentare progetti a Guam, per cui per presentarlo e ottenere i permessi per costruire sarebbe stato necessario pagare un architetto abilitato a Guam per rifare daccapo il progetto dell'altisonante Centro Neocatecumenale, secondo le leggi e le consuetudini vigenti a Guam.

Come se non bastasse, prima dei progetti ingegneristici e architetturali, sarebbe stato necessario far analizzare e verificare il suolo su cui edificare, cosa che non è stata fatta. Il terreno è in pendenza. Non c'è neppure un rilievo topografico. Il parroco neocatecumenale semplicemente non aveva idea di ciò che stava facendo: ha ottenuto solo di bruciare quarantamila dollari dei fondi della parrocchia (che erano destinati alla costruzione di un centro pastorale parrocchiale) e di demolire la canonica (che era destinata a ospitare anche i futuri parroci).

I parrocchiani sono delusi e demotivati da tutto ciò, in attesa del giorno in cui il Cammino verrà rimosso da Guam e dalle isole Marianne settentrionali, oltre che in attesa di veder terminare gli strascichi dello scandalo degli abusi del clero sull'isola.

Sono passati anni da quando è stata demolita la canonica. Anche il parroco succeduto al Faiola, tale K.Szafarski, altrettanto neocatecumenale, non risiedeva a Santa Rita; si fermava in parrocchia solo per celebrare la Messa di orario e poi andava via. Praticamente non erano parroci ma solo dei marcapresenza. [Editor's note: alloggiavano infatti nel seminario Redemkikos Mater, in località Yona, a venti chilometri di distanza]

Il nuovo parroco, R.Kidd, è invece un ottimo pastore e un vero sacerdote per Guam. Per ospitarlo, l'ufficio parrocchiale è stato riattato a camera da letto. La parrocchia deve ora pianificare come raccogliere fondi per ricostruire la canonica. Quei quarantamila dollari sprecati dal Faiola avrebbero potuto essere adoperati per risistemare la vecchia canonica (era una casa in mattoni rossi, con due camere da letto, tetto in legno e lamiera, costruita verso il 1959, che ha retto molti tifoni - tra cui il tifone Karen del 1962 -, con danni davvero minimi).

Demolendo la vecchia canonica, il terreno su cui sorgeva è rimasto vacante e perciò è stato inserito nella lista delle proprietà diocesane da vendere per pagare per i danni degli abusi sessuali di certi membri del clero. Se non fosse stata demolita la canonica, quel lotto non sarebbe stato inserito in lista.

Faiola ha impedito ai parrocchiani l'uso di un altro immobile

Il Faiola aveva anche contattato il Dipartimento dei Lavori Pubblici (DPW) per denunciare l'inagibilità dell'edificio accanto alla chiesa. L'ispettore, pur non essendo ingegnere né strutturista, era comunque un ufficiale del DPW, per cui con la sua firma l'edificio - nato come deposito - è stato sigillato e diffidato all'accesso. Prima dell'avvento del Faiola, il consiglio parrocchiale per gli affari economici aveva investito soldi per ripararlo e convertirlo in aule per i bambini della parrocchia. Aveva già un pavimento in cemento, pareti in forato e tetto in legno e lamiera.

Evidentemente il Faiola aveva qualcos'altro in mente: demolire il complesso della chiesa. Avendo fatto dichiarare inagibile l'edificio accanto, gli sarebbe stato più facile trovar scuse per dichiarare inagibile (e demolire) anche la chiesa parrocchiale. Aveva infatti già cominciato a diffondere la menzogna secondo cui la struttura della chiesa era piegata su un lato, addirittura chiedendo ai parrocchiani dimettersi in piedi sul retro della chiesa per vedere la presunta pendenza della parete. Il suo piano era ovviamente di costruire un tempio neocatecumenale con l'altare (pardon: la "mensa") al centro e i banchi disposti in circolo (per far sedere i fratelli neocatecumenali nelle sezioni designate). Aveva anche convinto Apuron a sostenerlo in questa truffa. Ad una messa festiva Apuron predicò ai fedeli di Santa Rita che era ora di demolire la chiesa e di lavorare per costruirne una nuova!

Il Faiola non sapeva che dopo che il tifone Paka (dicembre 1997) ne aveva fatto volar via il tetto in legno e lamiera, la parrocchia aveva ottenuto un prestito di parecchie centinaia di migliaia di dollari dalla US Small Business Administration per rinforzare la struttura con pilastri e travi in cemento, e per ricostruire un solido tetto in cemento. Le pareti erano rimaste quelle originali ma il peso del tetto era sostenuto dai nuovi pilastri (di ampia sezione) e travature. E prima di procedere alla ricostruzione c'era stata l'analisi del suolo su cui architetti e ingegneri avevano progettato la nuova struttura della chiesa.

Qualche parrocchiano aveva poi chiesto ad un ingegnere di venire a verificare l'integrità strutturale della chiesa parrocchiale. L'ingegnere confermò che non solo l'edificio era solido e che non c'era niente di sbagliato nella costruzione, ma anche che non c'era alcuna piega o pendenza. Il piano del Faiola è stato sventato.

L'edificio accanto è ancora ufficialmente inagibile, e il parroco Kidd sta lavorando anche per ottenere la rescissione della decisione del DPW.

Faiola finse un furto delle statue dei santi e della statua di Nostra Signora di Guadalupe

Una sera tardi il Faiola, con l'aiuto di alcuni del seminario farlocco Redemkikos Mater (il seminario che venne soppresso dall'arcivescovo Michael Byrnes giacché non era un vero seminario), fece sparire tutte le statue dai loro piedistalli e nicchie. Posero le statue (alte circa un metro e mezzo) nel corridoio centrale, pronte per essere portate via e nascoste lontano dall'area della chiesa.

Un parrocchiano, G.San Nicolas, mentre guidava nei pressi della chiesa, sorpreso dal fatto che le luci vi fossero ancora accese a mezzanotte, si fermò a dare un'occhiata. Appena entrato in chiesa chiede cosa stia succedendo e il Faiola risponde che insieme agli altri aveva nientemeno che impedito a dei ladri di rubare le statue, intervenendo appena in tempo prima che fossero portate via.

Credo che il Faiola volesse rimpiazzarle con dei dipinti di Kiko Argüello, fondatore del Cammino. Se questa era la sua intenzione, anche questo suo piano è stato sventato.

Le statue furono rimesse ai loro posti, ma non quella di Nostra Signora di Guadalupe, che era stata danneggiata. Così, venne portata via per presunte riparazioni. Parecchi anni dopo quell'episodio, e dopo abbondanti lamentele dai parrocchiani, finalmente all'inizio del 2016 si scopre che la statua giaceva abbandonata in uno sgabuzzino della scuola del Monte Carmelo ad Agat, così com'era, senza alcuna riparazione.

Recuperata e riparata la statua, pochi mesi dopo venne finalmente reinstallata al suo posto in chiesa.

La parrocchia di Nostra Signora di Guadalupe è una delle parrocchie di Guam che ha subìto i danni dei presbikikos per nove anni, fin dal 2009. Essendone stato un parrocchiano fin dal 1978 ho visto un terribile declino nel rapporto tra parroco e fedeli proprio negli anni in cui ci sono stati parroci neocatecumenali. Questi ultimi erano sempre assenti, tranne quando erano obbligati a presenziare dall'orario delle celebrazioni.

La nostra arcidiocesi sarà servita meglio senza il Cammino. I neocatecumenali devono essere espulsi da Guam e non farvi mai più ritorno. Quelli che hanno finora fatto il Cammino possono essere presi in cura da buoni sacerdoti che attivino catechesi nelle proprie parrocchie indirizzate specificamente ad adulti che desiderino conoscere la Verità così come insegnata da Gesù Cristo e dalla Sua Chiesa di tutti i tempi, e non da Kiko Argüello e dai suoi scagnozzi.

D.J.Sablan
Santa Rita, Guam 

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