sabato 5 gennaio 2019

Promemoria sulla liturgia

Le celebrazioni neocat sono zeppe di abusi liturgici.
Ogni suppellettile è rigorosamente designed by Kiko:
è Kiko il vero protagonista delle "liturgie" neocat
Lo Statuto del Cammino afferma che il Cammino deve seguire il Messale Romano, con l'eccezione delle concessioni fatte al Cammino.

"Concessioni" significa qualcosa che i documenti liturgici non prevedono né consigliano.

Secondo quanto afferma lo Statuto del Cammino (all'articolo 13, nei documenti elencati nella nota 49), le concessioni fatte al Cammino sono soltanto due:
1) la possibilità di fare ordinariamente la Comunione sotto entrambe le specie (attenzione: questa concessione non implica affatto la modalità delle "pagnottone" e dei "beveroni-insalatiera"). Tale possibilità non contraddice i documenti liturgici, che spesso invitano a valorizzare la modalità "sotto entrambe le specie" ma si scontrano con le difficoltà pratiche (per cui nella Chiesa Cattolica, la Comunione "sotto entrambe le specie" avviene quasi esclusivamente per intinzione, cioè bagnando la particola nel calice e amministrandola alla bocca e col piattino);
2) l'indulto, temporaneo e "ad experimentum" (dunque annullabile in qualsiasi momento e senza dover dare giustificazioni), di anticipare il segno della pace a prima dell'offertorio; indulto concesso perché nel Messale Romano il segno della pace è indicato come facoltativo e la celebrazione liturgica è lecita anche se si omette; dunque non pone nessun problema l'anticipare il segno facoltativo della pace.
"Prima Comunione" neocatecumenale:
una carnevalata in uno sgabuzzino,
l'Eucarestia trattata come una specie di snack,
non c'è niente di sacro. Povera bambina!
Lo Statuto - che è un documento di natura giuridica, non di natura liturgica - aggiunge di suo nell'articolo 13 un inciso bizzarro: "ricevere la Comunione al proprio posto". Si noti che ciò non contrasta con i documenti liturgici e la prassi vigente (che tengono conto delle persone con difficoltà di deambulazione). La bizzarria di tale inciso si comprende solo quando ci si accorge di come è stato sfruttato.

Qui entra in campo l'ipocrisia e la perfidia di Kiko, Carmen, e dei neocatecumenali:

1) quell'«entrambe le specie» diventa l'alibi per fare la sceneggiata delle "pagnottone" e dei "beveroni-insalatiera": tra i tanti modi che potevano scegliere per facilitare i sacrilegi e la dispersione di frammenti e gocce, hanno scelto quello più pacchiano (cosa normale, per gente che considera la liturgia uno spettacolino da osteria di campagna). Fateci caso: nelle comunità del Cammino non fanno mai la Comunione "per intinzione", ancor meno "sotto la sola specie del pane". Cercate su wikipedia l'eresia degli utraquisti, condannata dalla Chiesa: affermavano che la Comunione sotto una sola specie sarebbe di valore inferiore (o di tono minore) rispetto a quella sotto entrambe le specie;

2) il segno della pace nelle liturgie del Cammino diventa ordinariamente una inutile e chiassosa gazzarra. Pur essendo "facoltativo" non viene mai omesso (dunque considerano obbligatoria quella gazzarra);

3) il "ricevere al proprio posto" viene arbitrariamente trasformato nell'alzatina ipocrita: stanno comodamente seduti, poi arriva il "cameriere liturgico", ipocritamente si alzano per ricevere e... si siedono di nuovo e senza "manducare"! Tengono sotto sequestro la propria "porzione" in attesa che scatti il segnale manducatorio, poiché è prassi universale del Cammino comunicarsi tutti insieme e contemporaneamente al celebrante (cosa vietata dai documenti liturgici).

Il laico Kiko dietro le sbarre (...magari!)
esegue una "benedizione"
In tutto questo vanno blaterando di essere ubbidienti allo Statuto. Mentitori!

Bisognerebbe anche considerare che quell'intempestiva nota sul "ricevere al proprio posto" fatta nell'articolo 13 crea confusione, poiché per coerenza avrebbe dovuto formalmente precisare: "contrariamente a quanto stabilito nella lettera del 1° dicembre 2005..." Ma non lo precisa, poiché non può contraddire il Papa e non può contraddire il contenuto della propria stessa nota 49: può infatti essere solo il Santo Padre a rimangiarsi le «decisioni del Santo Padre», e il Papa non lo ha mai fatto, e non lo ha fatto neppure il suo successore.

Quel "ricevere al proprio posto" è solo una furbata posticcia aggiunta lì all'ultimo momento, ad uso e consumo dell'ipocrisia neocatecumenale intenzionata a tradire lo Statuto fin da quando è stato approvato dagli amiconi di Kiko che hanno messo il Papa davanti al fatto compiuto.

Tipico sgabuzzino "liturgico" neocatecumenale:
niente di sacro, a parte il ridicolo crocifisso-sogliola
e la cosiddetta "icona" con su scritto "Maria Kiko"
(infatti il Bambinello ha le fattezze di Kiko)

33 commenti:

  1. Voglio andare sotto casa di Kiko a prendere la comunione e a chiedere l'elemosina. Datemi l'indirizzo delle sue dimore!

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  2. Lex orandi lex credendi.
    Nel caso del CN una liturgia eretica è la logica esplicazione di una teologia eretica.
    La famosa lettera di Arinze ha avuto come risultato una mera esecuzione degli ordini (ossia il rispetto del Messale senza omettere nulla) che risulta solo formale, in quanto i NC (mi riferisco soprattutto ai catechisti) non hanno cambiato idea.
    Essi continuano ad affermare che il "Gloria" sia un doppione, che il credo niceno-costantinopolitano non abbia senso durante la Messa, che recitare il simbolo apostolico prima della Redditio Symboli è sbagliato (infatti può essere cantato solo dalle comunità a cui è stato "consegnato" dai catechisti, analogamente al Padre Nostro).
    Ma quel che è peggio, i NC si ostinano a rifiutare l'offertorio e a negare l'aspetto sacrificale della Messa. Al massimo riescono a dire che la Messa sia "anche il sacrificio", ma erroneamente vi includono anche la Resurrezione. Confondono la Consacrazione con la Santa Comunione affermando impunemente che l'eucaristia è "banchetto", che l'altare è "mensa".

    Durante la "Convivenza di nascita" ancora oggi, viene fatta una lunga catechesi sull'Eucaristia in cui si afferma che considerarla solo come Sacrificio è giusto ma incompleto, in quanto la Messa renderebbe presente l'intero Mistero Pasquale (che comprende anche la Risurrezione), pertanto bisogna definirla "Sacrificio di lode".
    Ora mi chiedo: è possibile conciliare queste affermazioni con i decreti del concilio di Trento, secondo cui la Santa Messa oltre che Sacrificio di lode e di ringraziamento è anche espiatorio e propiziatorio?
    In secondo luogo, non è vero che la Santa Messa ripresenta anche la Risurrezione di Cristo e non solo il Sacrificio del Calvario.
    Secondo la teologia dogmatica classica, di stampo tomista, la Risurrezione è il frutto del Sacrificio (noi ci cibiamo infatti del Cristo risorto e glorioso, in Corpo, Sangue, Anima e Divinità durante la Comunione, e non del suo "cadavere") ma la Messa ripresenta in modo incruento il solo Sacrificio, misticamente rappresentato dalla separazione delle Specie, e non anche la Risurrezione, avvenuta una volta per tutte.
    Perciò mi chiedo (ironicamente) se la catechesi neocatecumenale si collochi nel solco della Tradizione Apostolica (in un contesto di riforma nella continuità) o se si tratti di una imperfezione dottrinale.

    L'Offertorio risulta praticamente assente dalle Liturgie Neocatecumenali, in quanto il Sacerdote recita le preghiere previste dal Messale durante lo scambio di Pace (di solito accompagnato da un canto non offertoriale), anticipato grazie ad un indulto concesso dalla Santa Sede nel 1988.
    Il principale liturgista a cui si ispira la prassi del Cammino è Mons. Pedro Farnès (morto un paio di anni fa se non ricordo male) , il quale spiega in un suo saggio ("Vivere l'Eucaristia che il Signore ci ha comandato di celebrare") che l'Offerta di Cristo al Padre e della Chiesa, suo Corpo Mistico, con Lui, avviene solo DOPO la Consacrazione, precisamente alle parole "Ti offriamo Padre il Pane della Vita e il Calice della Salvezza", perciò non avrebbe alcun senso anticiparla o sdoppiarla con l'Offertorio, che quindi sarebbe errato definire tale, essendo una mera "preparazione dell'occorrente" per celebrare l'Eucaristia che non merita nessuna enfasi.
    In effetti, all'interno dell'innario in uso presso le comunità Neocatecumenali, non sono mai esistiti canti per l'offertorio, che rimane ancora oggi un tema inesistente nella predicazione del Cammino.
    La suddetta teoria non è una legittima opinione teologica.
    Si tratta di un'eresia.

    Tomista ex NC

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  3. Concilio di Trento
    Canoni sul santissimo Sacrificio della Messa
    1 Se qualcuno dirà che nella messa non si offre a Dio un vero e proprio sacrificio, o che essere offerto non significa altro se non che Cristo ci viene dato a mangiare, sia anatema.

    2 Se qualcuno dirà che con quelle parole: Fate questo in memoria di me, ( 1 Cor 11,25 ) Cristo non ha costituito i suoi apostoli sacerdoti o che non li ha ordinati perché essi e gli altri sacerdoti offrissero il suo corpo e il suo sangue, sia anatema.

    3 Se qualcuno dirà che il sacrificio della messa è solo un sacrificio di lode e di ringraziamento, o la semplice commemorazione del sacrificio offerto sulla croce, e non propiziatorio; o che giova solo a chi lo riceve; e che non si deve offrire per i vivi e per i morti, per i peccati, per le pene, per le soddisfazioni, e per altre necessità, sia anatema.

    4 Se qualcuno dirà che col sacrificio della messa si bestemmia contro il sacrificio di Cristo consumato sulla croce; o che con esso si deroga all'onore di esso, sia anatema.

    5 Chi dirà che celebrare messe in onore dei santi e per ottenere la loro intercessione presso Dio, come la chiesa intende, è un'impostura, sia anatema.

    6 Se qualcuno dirà che il canone della messa contiene degli errori, e che, quindi, bisogna abolirlo, sia anatema.

    7 Se qualcuno dirà che le cerimonie, le vesti e gli altri segni esterni, di cui si serve la chiesa cattolica nella celebrazione delle messe, siano piuttosto elementi adatti a favorire l'empietà, che manifestazioni di pietà, sia anatema.

    8 Se qualcuno dirà che le messe, nelle quali solo il sacerdote si comunica sacramentalmente, sono illecite e, quindi, da abrogarsi, sia anatema.

    9 Se qualcuno dirà che il rito della chiesa Romana, secondo il quale parte del canone e le parole della consacrazione si profferiscono a bassa voce, è da riprovarsi; o che la messa debba essere celebrata solo nella lingua del popolo; o che nell'offrire il calice non debba esser mischiata l'acqua col vino, perché ciò sarebbe contro l'istituzione di Cristo, sia anatema.

    Caro Kiko, saresti in grado di proclamarli ad alta voce durante una Convivenza?

    Tomista ex NC

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  4. Postilla sull'Orate fratres (Omesso dalle celebrazioni NC per 37 anni).

    Nella storia della riforma liturgica le critiche dei modernisti (e a quanto ho letto anche di Farnes) riguardano piuttosto il fatto che esso “anticipi” all’offertorio una concezione sacrificale che è presente nell’anafora o canone. Non si capisce tuttavia quale sarebbe il problema. Timore di sacrificare in anticipo? Ridondanza delle allusioni al sacrificio? Come se se ne potesse parlare solo in un punto e per il resto fare finta di parlare d’altro? Ma in fondo, se la messa è un sacrificio, non lo è solo durante il canone: lo è nell’integrità e nell’unità dell’atto liturgico. C’è una preparazione che culmina nell’atto, che a sua volta ha la sua consumazione e infine c’è la conclusione. È tutto il rito a costituire il sacrificio, ovviamente la consacrazione è l’unico momento in cui avviene la transustanziazione. Ma la confessione dei peccati è in vista di purificarsi per il sacrificio, allo stesso modo della elevazione spirituale data dall’ascolto della parola, che è sempre per disporsi al sacrificio. L’offertorio è la preparazione materiale dei doni sacrificali, è evidente che le parole che lo acvompagnano debbano avere un richiamo col sacrificio per cui sono finalizzate (per la cronaca l’offertorio nuovo ha i riferimenti sacrificali, oltre all’orate fratres: se crea disagio quello, allora bisogna eliminare pure l’umili e pentiti; il vecchio offertorio era teologicamente migliore, il nuovo è democristiano, perchè vorrebbe eliminare tutti i riferimenti, peró tutti è troppo, allora ne elimina qualcuno sì e qualcuno no, giusto per sottolineare che grande utilità teologica e pastorale ha avuto il doverlo modificare). Ma logicamente ci sono decine di collette che hanno contenuto sacrificale e vengono dette al Gloria: superstiziose? Ma ammesso e non concesso che la liturgia debba essere intesa come una serie di compartimenti stagni, svincolati l’uno dall’altro e privi dell’elemento unificatore che è l’unicità e l’unità del rito sacrificale, quindi che all’inizio si faccia solo una confessione, poi solo una lettura istruttiva, poi solo un elenco dei dogmi in cui si crede, poi solo un poggiare il pane sul tavolo e riempire il bicchiere, se comunque ad un certo punto il sacrificio arriva, la superstizione ad esso eventualmente connessa non viene scongiurata. Piuttosto si avrebbero azioni incomprensibilmente giustapposte, tra cui anche il sacrificio.
    Facilità di interpretazione in senso superstizioso? Ma per chi?
    Ma soprattutto: e chi ha autorizzato a tagliarlo?
    Non che voglia fare una questione di vita o di morte dell’orate fratres (semmai la questione è il sacrificio), ma in base a quale criterio un fedele qualunque come Kiko stabilisce che un pezzo di messa è pericoloso per la fede e lo toglie? Allora chiunque puó fare quello che vuole, sulla base di una sua personale motivazione. A me pare che la questione non abbia alcuna giustificazione: non ha alcuna equivocità la preghiera in sè, non dà luogo ad alcun fraintendimento, non ha alcuna legittimità un privato che toglie un pezzo di messa a sua discrezione (e non mi si dica che lo ha fatto a fin di bene che altrimenti mi incazzo). Di che stiamo parlando?

    Tomista ex NC

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  5. Va detto che negli orientamenti, Kiko dice una delle sue balle clamorose (quelle che secondo voi gli ispira lo spirito santo, quindi che è vietato dubitare, pena la bestemmia immagino), ossia che Paolo VI era risolutamente contrario all’orate fratres ma fu poi persuaso a mantenerlo, sebbene fosse una sintesi degli errori “medioevali” (non ho idea di che male abbia fatto il medioevo a Kiko per odiarlo così tanto) sulla messa, ossia che essa avesse un carattere penitenziale e sacrificale.
    Diciamo che diventa un po’ dura la storia del fatto che ha modificato a fin di bene, quando pure si deve inventare una balla per giustificarsi. Ma diciamo le cose come stanno: l’idea della messa come sacrificio negli anni 70 non era un concetto molto apprezzato nell’ambiente nc. Poi il concetto ha preso piede, al punto che Farnes nel 2008 in “Vivere l’eucaristia che il signore ci ha comandato di celebrare” (Chirico), nella prefazione ammette e si scusa del fatto che a causa sua i neocatecumenali hanno negato il sacrificio della messa. La sua tesi è che lui voleva solo correggere il vecchio offertorio, a suo dire eretico, perchè come ho detto “anticipava” il sacrificio (definendo immacolata l’ostia presentata al Padre, mentre non essendo ancora consacrata non lo sarebbe: residuo a suo dire di paganità. In realtà a Farnes manca del tutto l’idea di una profondità metatemporale dell’unità liturgica di tutto il rito), mentre nella consacrazione avviene il sacrificio. In realtà, l’ammissione è pesante, se dice che comunque i neocatecumenali hanno negato il sacrificio. So che invece nel 2010 Kiko ha abbandonato il suo vecchio schema catechetico e nell’annuncio di quaresima ha dato lettura dei passi del ccc e addirittura di san Pio X inerenti la natura sacrificale della messa, ordinandone lettura in tutte le comunità. Mi sta bene, vuol dire che dopo decenni di fregnacce per motivi a me ignoti si è arrivati (senza fare ammenda) a superare la tesi iniziale sostituendola con la dottrina cattolica. E immagino che c’entri il fatto che nel medesimo periodo le catechesi venivano revisionate dalla CDF emendando le parti incompatibili col CCC e sostituendole con citazioni del medesimo. Va bene, si è arrivati ad una dimensione di normalità, sebbene con immensa ed inutile fatica, che potevasi evitare. Ma per favore, non giustifichiamo una cosa ingiustificabile.

    Tomista ex NC

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    1. Hai fatto un buon lavoro, bello corposo e molto interessante, ricco di spunti e di altri. Mi complimento e ti ringrazio. Fa sembre bene allargare il proprio punto di vista. Purtroppo la puzza di bruciato in mezzo a questi si sente, e si sente lontano dieci chilometri ( è un modo si dire,cercate di capirne il senso), ma li vedi dentro la Chiesa, sai che Giovvanni Paolo II ha scritto una lettera, e vedi dei sacerdoti che celebrano. Per cui senti la puzza, ma non sai da dove viene, perchè all'apparenza sembra tutto rientrare secondo quanto vuole la Chiesa. Ma appena stai attento, e appena ti metti in moto per capire da dove viene la puzza, per cui ti utilizzi per indagare,ed ecco che si iniziano ad aprire le porte tagliafuoco, per cui accedi alle altre stanze, cosa succede? Vedi da dove arriva la puzza di bruciato. Proprio quello che hai fatto tu Tomista ex NC.
      Purtroppo, noi tutti, abbiamo la memoria corta, e ci dimentichiamo, o facciamo scorrere, ciò che abbiamo vissuto. Costoro si sono posti davanti a noi come dei Maestri, Profeti, Illuminati, Assistiti dallo Spirito Santo h24, Apostoli, Riformatori, Rifondatori, Manuali di Dio, Architetti Sacri, e tanto altro, e poi una volta scoperti nelle loro meschine passioni, nei loro meschini imbrogli e raggiri, scoperti nelle loro menzogne, scoperti nella loro falsità e ambiguità, ecco che rispondono: SIAMO PECCATORI, BISOGNOSI DI CONVERSIONE.
      Come?! Prima eri IL SOMMO SACRO!!! E poi ci dici che sei solo un povero peccatore!? Qual'è la verità?! Mi viene da pensare: prima ti gonfi come un pallone, e pensi di primeggiare su tutti e su tutto, e poi al primo spillo scoppi e si sente solamente: PSSSSSSSSSSSSSSSSSS!
      Fino a quando non fuoriesce tutto il pus dentro.E una volta finito il pus, ovvero che hai finito di fare PSSSSSSSSSSSS, ecco che rientri in te, e dici: sono un poveraccio!
      Ma vi siete chiesti una cosa? Noi e tutti quelli che hanno subito la vostra arroganza, cosa dovremmo fare? Prendervi a pernacchie? Avere compassione? Misericordia?
      Ok! Si potrebbe optare anche per la via che a voi piace, il Perdono. OK! Ma pensate che dopo il Perdono che possiate ricominciare a fare lo stesso? E no! Cari belli! Non bisogna buttare le perle ai porci, sapete questo? Per cui il Perdono vi vincola al cambiamento,cioè al voler cambiare e al non voler ripetere più quelle cose, altrimenti non vi può essere perdono, ma ci potrà essere ciò che disse l'Apostolo, e cioè che il terreno una volta che ha fatto ricrescere i rovi e le spine è destinato ad essere bruciato dal fuoco.

      Pace ai figli della Pace. Dio è la Pace.

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  6. Una delle cose che mi ha dato piu' da pensare, quelle 4 o 5 volte che ho assistito alle liturgie del CN, e' il ruolo e la conseguente mortificazione del Sacerdote o presbitero come lo chiamano loro: non esce da una Sagrestia o pseudo tale, bensi' rimane in fondo alla saletta RIGOROSAMENTE DIETRO A TUTTI come se fosse,come dicono a Napoli, la shiefezza delle schifezze, fino a quando, il catechista di turno, finito il sermone di introduzione, lo invia a pseudo-celebrare.
    Ruben.
    ---

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  7. Grazie a Tripudio e a Tomista.
    Le eresie sono indiscutibili.

    A volte può capitare che qualcuno, anche un sacerdote, parlando a braccio e in un linguaggio non teologico, possa dire, involontariamente, qualcosa di teologicamente inesatto. La cosa principale, però, è che, esplicitamente o anche solo implicitamente, sia chiaro che le sue parole non possono che essere interpretate secondo il pensiero della Chiesa.
    A volte per focalizzare dei temi, anche in un'omelia, occorre essere un po' provocatori, magari dando l'impressione di penalizzare qualche altro aspetto che poteva essere messo in luce, ma un'omelia non può essere un trattato di teologia.
    Pe questo l'insistenza e la puntigliosità del Cammino nel sottolineare certe eresie non può essere scusato. Il Cammino è eretico, senza se e senza ma.
    Con questo non voglio dire che tutti i camminanti sono coscienti che il pensiero di Kiko non è quello della Chiesa.
    Dovrebbero formarsi anche su altri testi.

    Penso che se qualcuno vuole davvero essere federe alla fede della Chiesa, non si fa tante domande, non elabora nessuna teologia diversa, non pensa a riformare nulla, e accetta la Chiesa come è.
    Se ha un carisma da mettere al servizio della Chiesa, non inizia con le riforme autoreferenziali, ma ciò che "sente" lo rimette al discernimento della Chiesa.
    Si fa guidare da qualcuno che è all'ESTERNO della sua esperienza. Senza timore.
    Se non ha ambizioni umane cosa temere? Se l'esperienza non è autentica e finisce, meglio anche per lui, se è autentica e finisce per la chiusura mentale di qualche prelato, lui non è responsabile e ubbidendo troverà la sua ricompensa presso Dio.
    Se il carisma è autentico e viene riconosciuto deve comunque accettare di essere corretto.
    Un carisma autentico, infatti, è si libero di esprimersi, ma solo all'interno della Chiesa.
    Come la libertà di cui parla Paolo: "Sono libero, ma non tutto posso". Come un pesce è libero di andare dove vuole, ma solo nel suo elemento: l'acqua.

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  8. A quanto hanno appreso fonti del pericoloso Wall Street Journal e del sito web Church Militant, al vescovo pedofilo neocatecumenale Apuron sta per arrivare una sentenza definitiva alquanto mite, sostanzialmente la richiesta di ritirarsi prima dei 75 anni.

    L'arcidiocesi di Agaña ancora non ha ricevuto comunicazioni ufficiali. Il gruppo Concerned Catholics of Guam ha fatto appello a papa Francesco affinché venga almeno mantenuta la sentenza originale (che prevedeva per il vescovo pedofilo neocatecumenale almeno l'esilio da Guam e la rimozione del titolo di Arcivescovo), sulla base del fatto che lo stesso papa Francesco aveva dichiarato che c'erano "chiare prove" a carico di Apuron.

    Intanto continuano i processi civili a carico dei preti pedofili e del vescovo pedofilo neocatecumenale; fra una decina di giorni l'arcidiocesi avvierà una riorganizzazione interna per poter pagare le oltre 200 vittime.

    (maggiori dettagli sugli articoli pubblicati su GuamPDN e Guam Daily Post).

    Intanto a quest'ora i fratelli del Cammino stanno celebrando quella liturgia carnevalesca che offende Nostro Signore e insulta la Chiesa.

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  9. Lo scambio della pace anticipato non è tratto dalla liturgia ambrosiana, nè l’assenza dell’agnus dei.

    Lo scambio della pace è attestato prima dell’offertorio nell’uso romano da Tertulliano (quindi tra il II e il III secolo) e dalla Tradizione apostolica di Ippolito (inizio III secolo, 215). Le liturgie orientali lo hanno in quel punto e ció fa supporre che fosse l’uso della cosiddetta protoliturgia (sempre che sia mai esistita). Viene traslato a Roma al punto prima della comunione alla fine del IV secolo ed è testimoniato come in uso in Africa Proconsolare nel V secolo da Agostino. Innocenzo I (416) ritiene già che sia un abuso che si dia la pace prima di aver mangiato i misteri, secondo quanto riporta Botte, perché tale bacio così non sarebbe ancora puro.
    Il rito ambrosiano si stacca dalla tradizione romana abbastanza precocemente, assumendo le caratteristiche che il rito romano aveva nel III secolo e fissandole, non partecipando alla sua relativa evoluzione. Va detto che peró è evoluto autonomamente e in seguito influenzandosi con forme più moderne del rito romano nei secoli successivi, per cui non è corretto pensare che l’ambrosiano sia un rito “puro”. Ha subito una evoluzione per vie diverse.
    È peró sicuramente scorretto pensare che kiko e carmen abbiano pensatondi imitare il rito ambrosiano, piuttosto che Farnes. I primi probabilmente ne ignoravano l’esistenza, il secondo non avrebbe mai avuto necessità ideologica di rifarsi (poi solo su un pezzo?) a un rito particolare di una diocesi italiana.
    È l’archeologismo che contraddistingue tutto il movimento liturgico novecentesco che si rifà ad una età dell’oro della liturgia, quando a loro giudizio il rito era “puro”e non contaminato da “incrostazioni” successive. Tale posizione è semplicemente folle, ideologica: uno studio compiuto con umiltà e senza pretendere di imporre i propri preconcetti come conclusioni già stabilite, mostra evidentemente come non sia mai esistito un rito “puro” in nessuna epoca, ma pure che non esiste (almeno fino a che non hanno messo le mani sulla liturgia codesti esperti geniali) una degenerazione liturgica dovuta ad aggiunte o modifiche, nè epoche degenerate che esprimevano una liturgia indegna di essere celebrata (peraltro la forma cosiddetta tridentina ha una certa immutabilità sostanziale di vari secoli precedente il Concilio di Trento). Non esiste cioè un nesso tra l’epoca aurea del IV secolo (identificato come precedente all’inizio del degrado, immagino a causa della progressiva vicinanza tra chiesa e impero) e una maggiore fede o partecipazione popolare, nè esiste un nesso tra quell’epoca e la sua forma liturgica e una qualità spirituale superiore. L’errore ideologico, gnostico, è che la decadenza percepita nel 900 stridesse con la fede vissuta dalla chiesa dei martiri, dunque se si adottava una forma celebrativa come quella del iv secolo, si sarebbe riprodotta anche quella qualità spirituale, inariditasi e sclerotizzatasi a causa della sola liturgia e delle sue “colpe”, il latino, il popolo in disparte, il silenzio, la separazione tra ruoli e ministeri, la rigidità rubricale.
    Non solo non c’è nesso, ma è evidente la brutalità e la bifolcaggine del ragionamento: si esclude qualsiasi influenza sociale, filosofica, politica, economica, tecnologica, intervenuta tra il IV secolo e il 1970, atta a scalfire o a modificare il senso religioso del popolo. Nè si è tenuto conto di tentativi già posti in atto in ambito protestante di “ritorno alle origini” del culto, che non hanno incrementato la pietà dei fedeli nonostante secoli di sperimentata prassi in tal senso.

    Tomista ex NC

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    1. L'archeologismo dei neocatecumenali mi sembra essere più un'ebraicizzazione. Quindi anch'io non credo che ci sia stata un'ispirazione al rito ambrosiano. A mio parere l'anticipare invece lo scambio di pace è un dare ad esso un valore più umano che divino. È infatti il momento in cui la comunità si riconosce e l'estraneo si sente ed è escluso.

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  10. KFC (Kiko Farnes Carmen, o Kentucky fried chicken se vuoi) vuole da un lato ripristinare il catecumenato, opzione in sè folle perchè non ci sono più le premesse nè le circostanze storiche ed ecclesiali. Sicuramente il catecumenato aveva degli aspetti anche belli e positivi, come l’introduzione graduale alla fede, oppure la verifica dei progressi spirituali a determinati step, contraddistinti anche dalla consegna del credo, la restituzione, l’orazione dominica, gli esorcismi, le unzioni.
    Mi duole, ma la struttura catecumenale del battesimo era sopravvissuta per secoli solo nel rituale “tridentino”, in realtà tradizionale. Il rito del battesimo del vecchio rituale presenta tutta la successione delle consegne, riconsegne, esorcismi, tappe, scrutini, dell’antica prassi, immutata. Solo in un’unica cerimonia, mettendo i momenti uno di seguito all’altro. La riforma ha buttato nel cesso questo patrimonio liturgico e spirituale che poteva benissimo essere meditato e riscoperto. Voi lo riscoprite: un po’ è appunto la riscoperta dell’acqua calda, perchè prima che passasse il concilio era lì da vedere. Un po’ peró è una vera stortura, perchè di fatto introducete una copia malfatta, KITSCH del catecumenato, che é appunto in neo-catecumenato. È neo perchè è nuovo rispetto al catecumenato di 1700 anni fa, è un’altra cosa. Ed è neo anche perchè è un nuovo catecumenato per il battezzato, il quale dopo aver espletato la preparazione al suo battesimo al momento della celebrazione (sia in forma completa col rito vecchio, sia con ció che è rimasto dopo il taglia e cuci paolosestino), fa così una nuova preparazione. Ma il problema è che il battesimo c’è già stato. Ora io non sto qui a sindacare l’opportunità o meno di istituzionalizzare una istruzione alla fede dei battezzati in forma catecumenale: lo dice l’OICA, ma sostanzialmente puó considerarsi tale anche il catechismo istituzionale che la chiesa propone. Voi ce la menate orribilmente con sta storia dell’oica, come se fosse l’oica ad aver ordinato a Kiko di fare il vostro movimento. Si potrà dire che il CN è un modo di mettere in pratica quanto detto nell’oica, non IL modo, nè il migliore, nè il solo. È il modo che la fantasia di KFC ha elaborato, forse sulla base dell’oica (in realtà prima). Ma per dire, il catechismo cei, per infanzia, comunione, cresima, post cresima, giovani, adulti, matrimonio, ha una struttura catecumenale moderna, è in tappe, introduce gradualmente alla fede, ecc. Non ha il complesso di forme rituali che ha il CN: quel complesso è una peculiarità vostra. Mi permetto peró di dire che quel complesso tradisce l’intento dell’oica, volendo troppo scimmiottare una prassi quale quella del catecumenato, che aveva il suo scopo nell’avere il battesimo DOPO e non PRIMA. Perchè cambia tutto: introdurre gradualmente alla fede o ai riti uno che non è battezzato non pone problemi, nè di tempistiche, nè di limitazioni. In fondo non è cristiano, se dunque assiste solo a un pezzo di messa, non fa peccato. Anzi puó giovargli (fargli capire l’esigenza del battesimo, che non è ancora completo, che senza il battesimo non puó incontrare Cristo, ravvivare il desiderio di Cristo ecc). Se un battezzato assiste solo a un pezzo di messa, invece fa un sacrilegio, e se è una istituzione che ha stabilito di privare di pezzi di messa, o di preghiere, dei battezzati, perchè non sono “ancora pronti”, è l’istituzione ad essere sacrilega. Il battesimo rende cristiani giá in modo perfetto, non servono ulteriori tappe di “cristianità”. Se poi si diventa neocat con giá comunione e cresima (penso a chi riceve un primo annuncio in quegli incontri gesutismacomesei), si ha l’iniziazione completa. Non è per fare il moralista che lo dico, ma per sottolineare come il catecumenato non possa essere concettualmente un sistema applicabile a dei battezzati, a meno ovviamente di snaturarlo o di fare torti ai battezzati.

    Tomista ex NC

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  11. Il problema è essenzialmente concettuale. Il catecumenato si riferiva a battezzandi, quindi non poteva essere strutturato attorno all’eucaristia. Il neocatecumenato si riferisce a battezzati, quindi è strutturato principalmente attorno all’eucaristia. Il catecumenato applicava la sua gradualità potremmo dire in un contesto extraliturgico. Non potendo negare la realtà, ossia che il sacramento del battesimo ormai c’è stato (e io mi chiedo quanto KFC approvassero il pedobattesimo: credo molto poco, coerentemente. Ma probabilmente hanno evitato di darsi all’anabattismo per questioni di opportunità, forse sperando in un futuro pneumatico in cui la chiesa intera è tutta NC, e quindi tutta un IV secolo, battesimo degli adulti incluso), il CN non puó far finta che uno non sappia già il credo e il padre nostro, dunque sfrutta la mania archeologica dello spirito della riforma e di farnes, per togliere il credo e altre parti dalla messa, aggiungendoli poi. Qui si vede l’effetto KITSCH: nel IV secolo nessuno avrebbe mutilato la messa o pensato a messe per gruppi ad un certo grado (cosa che ricorda moltissimo i lavori in loggia fatti dalla Massoneria: gli apprendisti lavorano in grado d’apprendista, quindi hanno un rituale che possono conoscere e con simboli legati al loro grado; passando di grado a compagni, lavorano in grado di compagno, vale a dire che l’apprendista non puó assistere a misteri a cui non è ancora iniziato, ma solo quelli degli step successivi possono; infine con l’elevazione a maestri si lavora in grado di maestri; questi possono lavorare in tutti i gradi, perchè hanno la perfezione iniziatica, mentre gli altri solo fino al proprio grado) con o meno credo, gloria, ecc. è Kitsch mischiare pezzi di catecumenato inserendoli in un contesto eucaristico, ma con intenzioni differenti e inventandosi lo sviluppo graduale. Perchè la redditio va fatta solo a quel punto e non prima? E perchè il credo non va recitato prima? In realtà lo si è già recitato per anni e lo si recita ogni volta che si va a una messa normale: che mistero sarebbe mai? Eppure l’avete fatto per 40 anni.

    Diete che ora tutto è a posto perchè è stato corretto. No, non è a posto: la prassi NC è un pasticcio KITSCH fatta per tentare di conciliare l’inconciliabile, il credo era un epifenomeno vistoso di quella tendenza KITSCH, ma non è che modificarlo abbia reso meno pasticcione un sistema che nasce esso stesso come un pasticcio. Mi viene da dire che anche la verifica della fede e del progresso spirituale ha sensi opposti nel catecumenato e nel CN. Aveva perfettamente senso e legittimità essere severi nella tegolatura (termine massonico per indicare la ricognizione previa delle attitudini e delle qualità di un iniziando, prima di ammetterlo all’iniziazione) dei catecumeni, per non avere tiepidi, incostanti, incoerenti, deboli o disinteressati. Serviva a motivare e soprattutto a dissuadere. Ma se uno è battezzato, la verifica sui suoi progressi spirituali diventa molto pericolosa e delicata, da affidare alla direzione spirituale, e non a processicoli di fronte alla comunità, con pure l’obbligo di umiliarsi pubblicamente anche dichiarando cose sconce e private. Questa non è nè la prassi della penitenza pubblica, nè quella degli scrutini antichi. Ma se anche questi avessero avuto forme inquisitoriali, esse diventano indebite tra battezzati, per i quali vige l’obbligo di carità. Trovo che anche questa sia una dimensione KITSCH che tenta di fare stare in piedi una prassi antica e sensata, in un contesto diverso e incompatibile.

    Tomista ex NC

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  12. Io sinceramente non capisco come possa essere accettabile che qualcuno modifichi privatamente la messa, pensando di migliorarla. Non c’è differenza alcuna con quei preti che cambiano le parole dei sacramenti inventandole al momento. Stesso delirio di onnipotenza.

    Come è possibile anche solo pensare che la chiesa abbia avuto un rito eretico e potenzialmente pericoloso che deve essere migliorato per il bene dei fedeli?

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  13. 1) Ricevere la Comunione:
    per la Chiesa vuol solo dire "Assumere il corpo di Cristo", non esiste un tempo in cui la ricevi e un tempo in cui la mangi; quindi giustificarvi dicendo che lo statuto dice "Ricevere in piedi" ma non specifica come va mangiata è una furbata eretica. Il Corpo di Cristo va assunto nel momento stesso in cui lascia le mani del Sacerdote (dal 1989 questo lasso di tempo per chi si comunica sulle mani è di qualche secondo 3/4 al massimo).
    Quindi già vi comunicate male in quanto avete (senza nessuna autorizzazione) "creato un tempo Eucaristico" che non esiste, ne come parte della Comunione ne proprio come tempo di attesa.

    2) La Comunione la riceviamo da Cristo stesso:
    Il celebrante durante la Consacrazione dice "prendete e mangiatene tutti questo è il mio corpo" non dice "questo è il Suo corpo", il Sacerdote agisce in "figura di Cristo", e lo diventa assumendone il Corpo e il Sangue di Cristo, (il Sacerdote deve sempre assumere sia il Corpo che il Sangue).
    Per questo motivo il celebrante può distribuire la Comunione solo dopo averla (interamente Corpo e Sangue) assunta lui, lo stesso per i ministri straordinari della comunione o altri concelebranti.
    Quindi vi chiedo, a che titolo il vostro responsabile (che fino ad un attimo prima stava casomai suonando la chitarra), si avvicina all'altare, prende un piatto e comincia a darvi un pezzo di pane?
    Chi è che vi sta dando la comunione?
    E' un fratello? non può farlo!
    E' Cristo? allora quando quella persona è diventata Cristo? anche questo sarebbe un mistero della Fede e vorrei inginocchiarmi come per la Consacrazione.
    In realtà nè il responsabile nè il Sacerdote (Presbitero), fintanto che non si accostano al Corpo e Sangue di Cristo, non ne possono assumere la "Figura".
    Risultato: voi neocatecumenali non ricevete mai da Cristo il suo corpo.

    3) tutti Ricevono la Comunione, nessuno si dà da solo la Comunione (tranne il celebrante in quanto Figura Christi), se notate il vostro responsabile (o chi per lui) quando rimangono pochi pezzetti, se li prende direttamente, e torna al suo posto.
    Risultato lui si dà da solo la comunione.
    In questo caso dovrebbe tornare dal celebrante e ricevere anche lui la comunione, ma visto che già si "erge" a Cristo senza esserlo, a questo punto se può darla ad altri, a maggior ragione si auto dà la comunione.

    Quindi vi consiglio, andate a parlare con un sacerdote, e chiedetegli se durante una Messa parrocchiana lui distribuisce la Santa Comunione ai fedeli prima di assumerla lui?; poi chiedetegli chi lo ha autorizzato invece a farlo nella Messa Neocatecumenale. Nello Statuto non c'è traccia, e di una cosa così importante deve esistere un documento ufficiale che in deroga al Messale Romano, ai Libri Liturgici ecc... autorizza un sacerdote a "stravolgere" il senso stesso di Eucarestia.
    Chiedetegli perché lo fa? metteteli davanti all'evidenza che in Parrocchia fanno una cosa e nelle salette ne fanno una completamente diversa, e per farlo devono aver avuto istruzioni da qualcuno, e siccome la cosa è importantissima deve esistere un documento della Chiesa che li autorizzi.

    Annalisa


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  14. La MESSA è soprattutto SACRIFICIO

    Circa il Sacrificio eucaristico è importante notare alcune questioni:
    - Il luogo dove si celebra l'Eucaristia è chiamato "ALTARE", ossia "alta ara": un'ara non è una tavola per cenare ma è
    una pietra sacrificale su cui si immolano le vittime.
    - Il Sacerdote, presentando l'ostia consacrata al popolo dice "Ecco l'AGNELLO di Dio", che è un'espressione chiaramente sacrificale.
    - La stessa parola "OSTIA", con cui si indica la particola del pane eucaristico, proviene dal latino "hostia", che vuol dire "VITTIMA".
    - Anche la TOVAGLIA dell'altare può essere interpretata in senso sacrificale, infatti richiamerebbe la sindone che avvolse il corpo di Cristo, morto in espiazione dei peccati. Di qui nasce infatti la lunghezza laterale debordante della tovaglia da altare (molto lunga come la sindone), che raggiunge il pavimento, e che la differenzia da una normale tovaglia da pasto.

    Annalisa

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  15. Cosa dice il Magistero?

    Nella tradizione della Chiesa, la Messa è stata sempre SOPRATTUTTO SACRIFICIO, e poi ANCHE CONVITO. Lo stesso Giovanni Paolo II lo ha attestato dicendo: "L'Eucaristia è soprattutto un sacrificio" (Giovanni Paolo II, Dominicae cenae, n. 9).
    Non è un errore teologico chiamare l'altare anche Mensa (cfr. 1Cor 10,21), tuttavia bisognerebbe farlo accentuando la terminologia dell'ALTARE che è, anche Mensa, rispettando il dato teologico tradizionale della priorità dell'aspetto sacrificale su quello conviviale.
    Vorrei concludere riportando due citazioni:

    "Nella Messa è immolato in modo incruento lo stesso Cristo, che si offrì una sola volta in modo cruento sull'altare della croce. [...] Si tratta, infatti, di una sola e identica vittima e lo stesso Gesù la offre ora per il ministero dei sacerdoti, egli che un giorno offrì se stesso sulla croce: diverso è solo il modo di offrirsi. I frutti di quella oblazione (cioè di quella cruenta) vengono ricevuti in abbondanza per mezzo di questa incruenta" (Concilio di Trento, Sessio XXII: Doctrina et canones de ss. Missae sacrificio, capp. 1-2)

    "Emerge talvolta una comprensione assai riduttiva del mistero eucaristico. Spogliato del suo valore sacrificale viene vissuto come se non oltrepassasse il senso e il valore di un incontro conviviale fraterno [...]. Come non manifestare, per tutto questo, profondo dolore? L'Eucaristia è un dono troppo grande, per sopportare ambiguità e diminuzioni" (Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia, n. 10).

    Annalisa

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  16. Per quanto riguarda la Liturgia è interessante ricordare cosa scrisse un Vescovo ai neocatecumenali della propria Diocesi.

    Il Vescovo Michael G. Campbell (agostiniano; 76 anni ad ottobre 2015) della Diocesi di Lancaster (Inghilterra centrale, 105.000 battezzati) ha emesso un decreto sulla Liturgia neocatecumenale:

    Nel testo del suo decreto del 28 maggio 2017 si legge in particolare:
    - la liturgia non è una funzione privata ma celebrazione della Chiesa
    - le liturgie delle "piccole comunità" devono avvenire usando un altare consacrato
    - devono inoltre essere indicate sul bollettino parrocchiale (se di orario)
    - devono dare alla parrocchia una quota dei soldi raccolti
    - il parroco deve stabilire quante di tali liturgie sono ammissibili nella sua parrocchia, peraltro tenendo presente che un sacerdote, salvo i casi previsti dal Diritto Canonico, non può celebrare più di una Messa al giorno (è al vescovo che spetta decidere se e quando concedere il permesso - in caso di mancanza di sacerdoti - di celebrare due o tre Messe al giorno)
    - il sacerdote deve comunicarsi prima di distribuire la Comunione ai fedeli, come previsto dal Messale (IGMR 157,158; Redemptionis Sacramentum 97)
    - la Comunione va consumata subito, appena ricevuta, come previsto dal Messale (IGMR 161)
    - queste norme entrano in vigore il 1° luglio 2017.

    Il 6 giugno 2017 lo stesso Vescovo ha dovuto emettere una chiarificazione per affermare che:

    - le norme date erano solo un ricordare norme valide per la liturgia di tutta la Chiesa
    - anche se il Cammino ha lo Statuto, lo Statuto non può rimpiazzare con proprie indicazioni liturgiche quelle già valide per tutta la Chiesa
    - le norme date dal vescovo, pertanto, non sono punitive
    - subito dopo la promulgazione di tali norme i neocatekikos in fretta e furia hanno voluto incontrare il vescovo, ma a dispetto di quanto affermato dai kikos alla stampa, nell'incontro non si è parlato né delle norme né di rinvii della loro applicazione;
    - quelle norme valgono per tutta la Diocesi, non solo per il Cammino.

    **********************************

    Per completezza conviene riportare cosa dicono gli articoli indicati nel decreto:

    Dall' ORDINAMENTO GENERALE del MESSALE ROMANO (IGMR = "Institutio Generalis Missale Romanum"):

    157. Terminata la preghiera, il sacerdote genuflette, prende l’ostia consacrata nella stessa Messa e, tenendola alquanto sollevata sopra la patena o sopra il calice, rivolto al popolo, dice: Ecco l’Agnello di Dio, e, insieme con il popolo, prosegue: O Signore, non sono degno.

    158. Poi, rivolto all’altare, il sacerdote dice sottovoce: Il Corpo di Cristo mi custodisca per la vita eterna, e con riverenza si ciba del Corpo di Cristo. Quindi prende il calice, dicendo sottovoce: Il Sangue di Cristo mi custodisca per la vita eterna, e con riverenza beve il Sangue di Cristo.

    161. Se la Comunione si fa sotto la sola specie del pane, il sacerdote, eleva alquanto l’ostia e la presenta a ciascuno dicendo: Il Corpo di Cristo. Il comunicando risponde: Amen, e riceve il sacramento in bocca o, nei luoghi in cui è stato permesso, sulla mano, come preferisce. Il comunicando appena ha ricevuto l’ostia sacra, la consuma totalmente.

    Dal Redemptionis Sacramentum

    97. Ogni volta che celebra la santa Messa, il Sacerdote deve comunicarsi all’altare al momento stabilito dal Messale; i concelebranti, invece, prima di procedere alla distribuzione della Comunione. Il Sacerdote celebrante o concelebrante non attenda mai per comunicarsi il termine della Comunione del popolo.(Cf. Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione sulla Sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 55; Missale Romanum, Institutio Generalis, nn. 158-160, 243-244, 246)

    *****************************************

    Annalisa


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  17. Il CANDELABRO EBRAICO a 9 braccia (la "Chanukkiah")

    E' importante ricordare che il Concilio Vaticano II afferma che nessuno ha il diritto di modificare la liturgia:
    "assolutamente nessuno, anche se sacerdote, osi, di sua iniziativa, aggiungere, togliere o mutare alcunché in materia liturgica" (Sacrosanctum Concilium, n. 22)

    Ma cosa dice la Chiesa circa i ceri sull'altare?
    L'art. 117 del Messale Romano:
    "... In ogni celebrazione sull’altare, o accanto ad esso, si pongano almeno DUE candelabri con i ceri accesi, o anche QUATTRO o SEI, specialmente se si tratta della Messa domenicale o festiva di precetto; se celebra il Vescovo della diocesi, si usino SETTE candelabri...".

    La "Chanukkiah" è perciò un grave abuso, non solo perché ha 9 candele invece che 2, 4 o al massimo 7 (solo per il Vescovo della Diocesi), ma soprattutto perché non ha nulla ha a che vedere con la Messa cristiana!

    Gli ebrei usano la "Chanukkiah" a 9 braccia durante la festa di "Hanukkah" (il loro Natale che dura 8 giorni). Ogni sera si accende una candela in ricordo dell'olio sacro ritrovato nel tempio che avrebbe dovuto durare un giorno ma ne durò 8, il nono braccio serve per accendere gli altri 8.
    Nel libro di Lino lista c'è scritto giustamente:
    "Il candelabro Hannukiah con otto bracci più il servitore, quindi, è relazionato con la restaurazione del Santuario e il rifacimento di un altare nuovo, perché il precedente analogamente all'olio era stato profanato dagli ellenisti.".
    Potremmo fissare l'attenzione sulla "restaurazione" del Santuario.
    Utilizzando questo simbolo sull'altare forse Kiko vuol simboleggiare che il Cammino è la "restaurazione" della Chiesa di Dio?
    Quanta superbia!!! ...e quanta stoltezza!!! (anche di tutti coloro che seguono questo "falso profeta"!)

    Annalisa

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  18. Grazie Annalisa,1 sintesi chiara e importante.

    "poi chiedetegli chi lo ha autorizzato invece a farlo nella Messa Neocatecumenale."
    ------
    A me rispose: il vescovo.

    Si vede che solo i vescovi amici del Cammino - e non gli altri, come quello citato di Lancaster - meritano obbedienza.

    Certi sacerdoti danno 1 importanza davvero secondaria alla Liturgia, prima vengono altre cose, incontrare Cristo nella compagnia cristiana, ad es. (non necessariamente NC) .. Come se non fosse Cristo a creare la compagnia, ma il contrario!

    Io non so più come si possa parlare di UNICA Chiesa .. quello che vedo è che non c'è LA Chiesa ma LE Chiese, non IL sacerdote ma I sacerdoti,non LA dottrina cattolica ma LE dottrine cattoliche.

    È l'humus perfetto per i furbi NC che avidamente si accaparrano la loro fetta.

    Ma qualcuno con la testa sul collo che, con autorità, metta le cose in ordine .. arriverà mai?

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  19. Anche io con Roberta ti ringrazio Annalisa.
    Mai sintesi fu più chiara e anche esaustiva.

    Merita di essere messa in evidenza con un post a futura memoria e per scuotere, come spero, le coscienze di chi nella salette prende parte a questi orrori e, diciamolo, anche se si considera l'ultimo fratello della comunità, e magari si lava la coscienza ripetendosi: "Mica dipende da me!" con la sua partecipazione si rende complice, gli piaccia o no.

    Ricordiamo che anche per Dante il girone degli "ignavi" è il più affollato dell'inferno, quelli che vissero "senza infamia e senza lode".

    Pax

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  20. Cosa dice il Magistero della Chiesa circa gli ADDOBBI FLOREALI e la disposizione dei FIORI?

    Nelle Precisazioni della Conferenza Episcopale Italiana al "Messale Romano" del 1983 si afferma:
    n° 14: "[...] Si faccia attenzione a non ridurre l’altare a un supporto di oggetti che nulla hanno a che fare con la liturgia eucaristica. Anche i CANDELIERI e i FIORI siano sobri per numero e dimensione e la collocazione non sia tanto ingombrante da sminuire il valore delle suppellettili sacre e dei segni liturgici."

    L'Ordinamento Generale del MESSALE ROMANO (OGMR) al Capitolo V: "Disposizione e Arredamento delle Chiese per La Celebrazione Eucaristica" prevede quanto segue:
    (http://www.liturgia.maranatha.it/Ordmessale/b1/5page.htm )

    n.° 305: "Nell’ornare l’altare si agisca con moderazione. [...] L’ornamento dei fiori sia sempre misurato e, piuttosto che SOPRA la mensa dell’altare, si disponga ATTORNO ad esso."

    n.° 306: "Infatti SOPRA la mensa dell’altare possono disporsi SOLO LE COSE RICHIESTE PER LA CELEBRAZIONE DELLA MESSA: l’Evangelario dall’inizio della celebrazione fino alla proclamazione del Vangelo; il calice con la patena, la pisside, se necessaria, il corporale, il purificatoio, la palla e il Messale siano disposti sulla mensa solo dal momento della presentazione dei doni fino alla purificazione dei vasi."

    ***********************

    Ancora una volta i neocatecumenali commettono un abuso liturgico quando mettono i fiori, e in tempo di Pentecoste persino i frutti, sopra all'altare, perché la Chiesa è molto chiara: i FIORI vanno disposti ATTORNO all'altare, ossia nelle sue vicinanze.

    Annalisa

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  21. Ambone, oppure un semplice leggio?

    Il termine "ambone" deriva dal greco "anabàinein" che vuol dire "salire", "messo in alto", perché esso è costituito da un rialzo al quale si accede normalmente mediante alcuni scalini.
    L'importanza della Parola di Dio e la sua recezione da parte dell'assemblea richiedono la valorizzazione del luogo da cui si annuncia tale Parola. Il recente Ordinamento Generale del Messale Romano (OGMR) afferma che "l'importanza della Parola di Dio esige che nella chiesa vi sia un luogo adatto dal quale essa venga annunciata e verso il quale, durante la Liturgia della Parola, spontaneamente si rivolga l’attenzione dei fedeli" (OGMR n. 309).
    L'ambone deve essere una nobile ed elevata tribuna, deve essere, come l’altare, unico e FISSO, non un semplice leggio mobile: "un leggio qualunque non basta" (Inter Oecumenici 96); inoltre non deve diventare “supporto per altri libri all'infuori del Lezionario e dell'Evangelario" (Precis. al Messale Romano 1983 n.16).
    L'ambone, perciò, come mensa della Parola deve essere riservato unicamente alla proclamazione delle Letture, del Salmo Responsoriale e del Preconio Pasquale, ma può essere usato anche per l'Omelia del celebrante e la preghiera dei
    fedeli (OGMR n.309); non è, dunque, consentito dare annunci, informazioni o anche spunti di riflessione dall'ambone Distinto dall'ambone è, invece, il leggio, che può essere mobile e viene usato dal commentatore o dall'animatore del coro.
    È importante sottolineare che un ambone deve essere benedetto prima di esser destinato all’uso liturgico, secondo il rito descritto nel Rituale Romano (Cf. RITUALE ROMANO, Benedizionale, 1992, Benedizione di un nuovo ambone, nn. 1238-1266).

    *******************************

    E' quindi evidente che i neocatecumenali commettono un abuso liturgico sia quando utilizzano un Ambone per fare l'ambientale oppure le ammonizioni, e sia quando, non celebrando l'Eucarestia in Chiesa, proclamano le Letture, il Vangelo e l'Omelia da un semplicissimo leggio che non è stato neanche benedetto o consacrato.

    Annalisa

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  22. Ringrazio Tripudio, Annalisa e Tomista ex nc per le riflessioni odierne che sicuramente faremo in modo di riportare all'attenzione di tutti.
    Le riflessioni da fare sono molte.
    Al momento, le sintetizzo con una semplice impressione, che prende a prestito le parole del cardinale Schneider: del cristianesimo, nel neocatecumenalismo, rimane solo la decorazione.
    Far ripercorrere infatti le tappe del catecumenato come se il battesimo non fosse mai avvenuto è, concordo con Tomista, una negazione del valore sacramentale del battesimo.
    Allo stesso modo la confessione, sostituita dagli scrutini comunitari e dalle risonanze, e l'Eucaristia, ripensata in chiave di banchetto ed escludendo il sacrificio, invece che essere vissuti come sacramenti, cioè come azioni di Dio, divengono azioni d'uomo, testimonianza di sé, esibizioni di fede: tanto più perdono le caratteristiche proprie di sacramenti della Chiesa Universale, tanto più diventano delle rappresentazioni comunitarie, dei simboli di un percorso tutto e solo umano.
    Degli spettacoli, insomma, allestiti solo per alcuni, in cui Cristo è un invitato e non il Padrone di casa.

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  23. Grazie per questo post sulla liturgia cristiana.
    Come al solito su questo blog trovo delle risposte chiare concrete e documentate.
    Niente di fumoso, auto-referenziele o frutto di sensazioni personali o emotività del momento.
    Apprezzo molto lo stile pacato,semplice e sintetico di Tomista e di Annalisa.
    Grazie per tutto il tempo è la passione che mettete nei vostri commenti.
    Per me siete una fonte inesauribile di sapienza e verità.
    Per favore non vi stancate di fare quello che state facendo,la vostra opera ed il vostro impegno sono preziosi.
    LUCA

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  24. Annalisa: grazie anche da parte mia.
    Post e commenti da copiare, incollare e mettere da parte.

    La cosa sconcertante è che certi Vescovi trattano gli abusi come quisquiglie. Certe cose sembrano dettagli, ma se volutamente alterati non sono affatto dettagli.
    Il fatto è che dietro nella Chiesa anche certi "dettagli" sono espressioni di fede e cambiarle vuol dire cambiare, prima o poi, anche la fede. E se si cambia la fede, alla fine cambiano pure le opere e perciò la legge divina, che esprime l'amore stesso di Dio

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  25. Dovremmo andarli a denunciare, a tutti ( parlo dei capi e contigui, cioè solamente dei colpevoli, non di coloro, anche capi, che hanno messo al primo posto il rispetto del prossimo), per manipolazione di coscienze, attentato alla sacralità, attentato alla Pace ( perchè costringono le persone a litigare, dicendo che la vera comunità è una dove si litiga), calunnia, profanazione, abuso di potere ( per via delle retrocessioni arbitrarie e imposte senza motivo e con ipocrisia [ non è la retrocessione, grazie a Dio che avvenga,in un certo senso, in quanto uno capisce ed esce fuori e si allontana]) e per le iposizioni fatte durante il tempo trascorso tra di loro ( come ti devi vestire, cosa devi comprare, dare le decime, comprare oggetti, non andare su internet e tanto altro) mistificazione, umiliazione dei deboli, per costrizione nel rispondere ad interrogatori ( perchè non lasciano la persona libera di voler o non voler rispondere), e tanto altro.
    Ma cosa accade? Che vanno dicendo che sono loro i perseguitati, gli umiliati, i poveracci: di cosa?
    Usano le storie in mezzo a loro, come le famiglie, dove un padre si è convertito, per cui una storia di conversione cristiana, per poi nascondersi dietro tutto questo e continuare nel seminare la zizzania in mezzo alla Chiesa, accusando i Cristiani di essere dei "Cristiani della Domenica", come se fossero delle cattive persone. Loro si prendono la libertà di fare i Maestri e i Profeti, poi se uno fa il Maestro e il Profeta a loro, perchè ha capito che ci sono delle cose da sistemare, ecco che si trasformano in vittime e fanno i perseguitati e i calunniati. Ovviamente a distanza, perchè se potessero prenderti da vicino, farebbero le belve. Situazioni accadute realmente in mezzo a loro, sia direttamente a persone ( cioè fatto in maniera esplicita ed evidente), sia ad altre persone indirettamente, cioè cercando di portare avanti la loro linea subdola con l'intenzione di sottomettere la persona alla propria volontà umana e fallace. Gesù ha detto, durante la Sua Passione, che ne sarebbe stato del legno secco, perchè facevano quelle cose al legno verde. Da qui tutta l'ostilità verso la liberta delle creature di Dio, perchè non devono osare a fare azioni che non rientrano nel proprio modo di agire, e che possano destabilizzare quell'ambito creato con arroganza ed imposizione. Ma non sanno che Gesù ha creato noi tutti liberi e pensanti, per cui è lo Spirito che ci guida e non ci permette di sottometterci a simili azioni imposte. Da questo loro modo di fare ecco che si manifesta la vera intenzione che hanno celata nel cuore, ed ecco che viene a galla la vera natura delle loro intenzioni: IL VOLER COMANDARE SULLE PERSONE, PENSANDO DI ESSERE I PROPRIETARI DELLA CASA DEL PADRE.

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  26. Un altro aspetto, molto importante, è la paura che hanno tra di loro ( che ricorda molto quella di Re Erode) su un sacerdote che viene ad un certo punto in mezzo a loro. Subito si domandano se è a favore del Cammino ( ovviamente quel Cammino che risiede nel loro modo di volersi vivere le situazioni) oppure se è contro. Non capiscono, e non riescono a capire o non vogliono capire, che chiunque arriva, specialmente un sacerdote, è una benedizione del Signore, in quanto viene nel Suo Nome. Anche se la persona ( il sacerdote) avesse dei sentimenti contrari ( ovviamente sempre nell'ambito della correttezza reciproca) rimarrebbe sempre una benedizione, perchè mi darebbe la possibilità di confrontarmi con una visione diversa, oppure mi darebbe la possibilità di accrescere la mia spiritualità. Per cui: DOV'E' IL PROBLEMA? Non c'è, realmente. Ma per loro c'è, e continua ad esserci. Vince la paura. Per cui, siccome Gesù con la Sua Venuta ha illuminato il Mondo, per cui la Luce illumina le Tenebre, e ci ha mostrato il tutto, ecco che abbiamo, nel Vangelo, Erode come esempio sul perchè costoro hanno timore. Il timore, ho notato, prende anche a coloro che non hanno nessun compito privilegiato o di responsabilità, come l'essere un catechista, responsabile di zona, responsabili regionali, e altro. -Figuratevi la paura che grado abbia in queste persone che ho elencato. Se ad un semplice catecumeno fa 100, ad uno di questi fa 10000.- Perchè Erode aveva paura? Perchè temeva per il suo regno, cioè si era costruito una posizione terrena, con tutte le azioni terrene e fallaci, e per cui riuscì ad avere privilegi terreni, riuscì a sentirsi ( era il Demonio che gli insufflava certi stati d'animo) il padrone di un territorio, si sentiva al di sopra dei suoi sudditi, si sentiva privilegiato rispetto agli altri, e viveva nel lusso e in altri vizi. Erode, ci serve come cartina di tornasole, cioè ci da lo spunto per capire il motivo per cui costoro hanno paura e poi iniziano a perseguitare le persone dentro il loro ambito, anche un sacerdote che non la pensa come loro. Si, persecuzione del sacerdote, perchè quel loro modo di vedere i sacerdoti, se è a favore, oppure se è cotrario, è già un modo subdolo di persecuzione. Proviamo ad immaginarci il sacerdote che va in mezzo a queste persone e che li vede ed interagisce con loro. Loro si relazioneranno già con un pregiudizio impostato, per cui si attiveranno con azioni mirate a far cambiare idea al sacerdote, che per loro è un nemico, ma si attiveranno non esplicitamente ( salvo in casi particolare) e con la consapevolezza che devono combattere colui che è stato preposto dalla Chiesa a guardia del gregge nella parrocchia, cioè il sacerdote stesso. Secondo voi come faranno la loro battaglia? In maniera subdola ed ipocrita, cioè si adopereranno verso il sacerdote con sorrisi e simpatie, cercando di portarlo verso il prorpio mulino, affinchè si riesca nel proseguire con la prorpia mentalità.

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  27. Ricordiamo che Gesù è voluto venire in questo modo umilmente, e che non ha voluto togliere il regno a qualcuno. Infatti la fine del Vangelo dimostra tutto questo, abbondantemente, perchè disse a Pilato: il mio Regno non è di questo mondo. Così, il sacerdote è in mezzo a loro, cioè è venuto per dirigere le anime e per fare la Volontà del Signore. Il sacerdote a quel punto sarà investito da una serie di venti contrari, espliciti, meno espliciti, subdoli, sensi di colpa, si sentirà non ben voluto, e tanto altro, per cui, goccia goccia, ecco che alla fine potrebbe cadere nella loro rete, per poi perdere il vero obbiettivo, cioè fare la Volontà di Dio nel miglio modo possibile. Immaginatevi un solo sacerdote che si trova in mezzo a loro e che costoro meditano nel loro interno tutti questi sentimenti. Ecco perchè, in molti casi, vi vedete sacerdoti che cambiano bandiera, cioè si girano verso il vento contrario.Come si stava dicendo, la paura attecchisce anche nei cuori di coloro che all'apparenza non hanno nessuna responsabilità, e nessuna altra cosa, ma che sono dei semplici neocatecumenali. Perchè? Perchè, evidentemente, anche questi, nel loro piccolo, si sono conformati alla mentalità dominante, ed hanno da difendere il loro piccolo regno, quel regno fatto di amicizie, di azioni, di parole, di modi di vedere, di modi di pensare, che il sacerdote nemico viene a destabilizzare e potrebbe togliere. Ognuno si attacca al proprio orticello, sia se è di pochi m2 e sia se è di molti km2. Gesù è venuto per illuminare tutto, sia i grandi e sia i piccoli, infatti quando sorge il sole, ecco che la luce penetra ovunque e nulla sfugge, anche le cose che sono all'ombra, perchè ci sono i riflessi, come per la luna che illumina la notte con il suo riflesso.
    Un grande ringraziamento a Gesù Nostro Signore, perchè è venuto ad illuminare ogni cosa e ci da la possibilità di vedere davanti a noi il cammino che dobbiamo compire. E un grandissimo grazie a Maria, Nostra Madre, che ha permesso la nostra salvezza e da Lei noi tutti prendiamo ogni gioia e ogni conforto. Grazie Madre Santa.

    Pace ai figli della Pace. Dio è la Pace.

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  28. Volevo velocemente rispondere ad Annalisa:
    Ho letto velocemente solo i primi "tuoi" scritti, gradirei che se citi (anzi più che citare qui è proprio riprendere tutto lo scritto pari pari), avessi la cortesia di non firmare te le parole di altri. Quello che hai "copiato" nel tuo primo messaggio del 6 gennaio alle 6:50, è la copia integrale di quanto scrissi qualche mese fa per altro proprio su questo blog.
    Sono contento che ti sia piaciuto al punto di averlo conservato in questi mesi, ma per correttezza sarebbe meglio che lo usassi "Virgolettato", così come anche gli altri che hai messo dopo quello, anch'essi scritti da altri in questo blog.
    Anzi ancora meglio sarebbe conoscere la tua idea al riguardo della Liturgia NC ora che sappiamo che anche a te molte delle cosa che vengono fatte sono dei veri e propri abusi.
    Scambiarsi idee e opinioni serve a noi, serve a qualcuno che è ancora dentro, e serve ad altri che forse riusciranno ad evitare ani di sofferenze come è successo alla maggior parte di noi.
    Con Affetto
    Bruno

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  29. Dimenticavo:
    Il messaggio lo avevo scritto l'8 Novembre alle 1:34 se qualcuno volesse andar a leggere in quei giorni ci furono molti spunti interessanti da parte di tanti, sulla Liturgia che rafforzano e che aiutano anche il post di questi giorni.

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    1. Sì, confermo: in quella giornata molti commenti interessanti, ho riletto molto volentieri i tuoi.

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  30. Isaia ho letto con piacere i tuoi ultimi due commenti.
    Dici delle cose che ho visto e vissuto anche io.
    E' vero, tutto il popolo neocatecumenale guarda alle persone che incontra con una sola prospettiva:
    Sono pro cammino o contro cammino?
    Sono con noi o contro di noi?
    Ci lasceranno continuare quello che facciamo a modo nostro da 50 anni o tenteranno di cambiare quello che facciamo in quello che fà la Chiesa da 2000 anni?
    Quanta paura, angoscia, stoltezza e miseria inutile vive questo triste popolo neocatecumenale.
    LUCA

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