venerdì 14 agosto 2020

Cluster neocatecumenale di Covid19 nel Molise

Riportiamo una notizia pubblicata il 29 luglio 2020 su Teleregionemolise riguardante una cosiddetta "missione evangelizzatrice" neocatecumenale salita recentemente agli onori della cronaca:
Cluster venezuelano in parrocchia, la Digos ha chiuso le indagini

La relazione degli agenti della Digos è stata consegnata alla Procura.
All’interno la ricostruzione di quanto accaduto dal 7 luglio – data in cui la famiglia venezuelana proveniente dalla Serbia è arrivata a Campobasso, ospite dalla parrocchia di Sant’Antonio di Padova – fino alla scorsa settimana, quando in città è scoppiato il nuovo focolaio dopo che i sudamericani, appartenenti alla comunità neocatecumenale, sono stati trovati positivi al Coronavirus.

Da lì il cluster si è allargato facendo registrare in città altri 21 contagi, 11 cittadini venezuelani e 10 campobassani. L’ultimo in ordine di tempo è stato scoperto ieri: su 215 tamponi processati dal laboratorio analisi uno ha dato esito positivo. Si tratta sempre di un cittadino di Campobasso che ha avuto contatti con i venezuelani.

Questo perché la famiglia, approdata in città per una ‘missione di evangelizzazione’, non ha rispettato la quarantena. Questo è il primo dato appurato dagli agenti di via Tiberio.
Lo scorso 30 giugno infatti il ministro della Salute Roberto Speranza ha emanato l’ordinanza che impone l’isolamento fiduciario e la sorveglianza sanitaria per coloro che arrivano in Italia dai Paesi fuori dall’area Schengen, dunque anche dalla Serbia. [ndr: da Primonumero sappiamo che "la famiglia ha fatto rientro dalla Serbia, Paese considerato a elevato rischio per il numero di casi da Sars-COV 2, ed è arrivata in Molise dopo uno scalo a Parigi con un veicolo privato attraverso il Movimento Cammino neocatecumenale"].

In sostanza la famiglia venezuelana avrebbe dovuto segnalare il suo arrivo all’Azienda sanitaria regionale [ndr: non solo alla questura, dove si è recata il 9 luglio per espletare le pratiche imposte a tutti i cittadini stranieri che arrivano in Italia e che nulla hanno a che vedere con le misure anticovid] e rispettare 14 giorni di quarantena, senza avere contatti con altre persone.

Tutto ciò però non è avvenuto, tanto che i figli della coppia straniera hanno frequentato il campus estivo di Ferrazzano [ndr: dove, per fortuna, non si è esteso il contagio].


La famiglia ha avuto inoltre contatti con gli altri fedeli della comunità neocatecumenale, che sono infatti risultati contagiati.

Se sotto il profilo penale non si configura nessuna tipologia di reato, a livello amministrativo ora la famiglia rischia una pesante sanzione.
Non solo.
Anche il responsabile della comunità neocatecumenale che ha organizzato il viaggio di fede ed i due frati della parrocchia di Sant’Antonio di Padova che hanno offerto ospitalità alla famiglia potrebbero rispondere in solido per non aver rispettato l’ordinanza.

Ipotesi su cui si esprimerà la Procura di Campobasso dopo aver visionato la relazione della Digos.
Leggiamo quindi una notizia su Primonumero del 29 luglio 2020 alcuni interessanti approfondimenti:
[...] Padre Giancarlo, parrocco della parrocchia di Sant’Antonio di Padova a Campobasso che ospita la famiglia venezuelana positiva al coronavirus, dalla quale si è innescato un piccolo focolaio (al momento 21 persone) difende la posizione della parrocchia e smentisce che le persone positive al Coronavirus appartengano alla stessa. [...]

“Nessuno dei nostri parrocchiani ha incontrato la famiglia (tutti e cinque asintomatici) ospitata nella zona adiacente alla chiesa, lontana, tra l’altro, dal luogo delle celebrazioni" [...]

[...] “Qualora dovessero essere accertati nuovi casi di contagio nessuno è nelle condizioni di poterne determinare una diretta connessione con la Parrocchia” sostiene in una nota inviata alle redazioni.
Il giornale difende così la veridicità della notizia:
La conferma che il cluster di importazione definito “venezuelano” (per la nazionalità del nucleo familiare arrivato in Molise) sia collegato alla parrocchia, così come che alcuni cittadini legati alla parrocchia siano positivi, è arrivata dai vertici sanitari e questo è il motivo per cui i giornali, fra cui il nostro, lo hanno riportato. Non si tratta di infangare nessuno, ma di fare chiarezza sul contesto del contagio nell’esclusivo interesse della popolazione.

Sembrerebbe esserci un piccolo 'giallo': ma insomma, l'iniziativa “missionaria” era o no responsabilità della parrocchia? E i contagiati erano o no parrocchiani?

Sciogliamo noi l'arcano: il parroco ha perfettamente ragione. I contagiati non sono 'parrocchiani' perché semplicemente sono 'neocatecumenali', che parassitano la parrocchia senza appartenerle veramente.

I neocatecumenali hanno organizzato la 'missione' dei venezuelani eludendo i controlli sanitari, loro hanno organizzato gli incontri, loro hanno creato i presupposti per la diffusione del contagio.

Due sole cose non hanno fatto. La prima: non hanno accolto in casa i loro fratelli venezuelani; li hanno fatti ospitare dalla parrocchia dai buoni frati come fossero dei profughi. La seconda: non hanno, al momento opportuno, provveduto a prendersi in toto la responsabilità delle proprie iniziative, ed invece l'hanno scaricata, come al solito, sulla parrocchia e sulla Chiesa.
Motivo per il quale ora il parroco si vede costretto a fare queste dichiarazioni ai giornali.
"Sono proprio recidivi" ha commentato Antonio comunicandoci questa notizia. Poche parole sconsolate alle quali ci associamo, sperando che le parrocchie e i sacerdoti coinvolti siano per il futuro un po' meno ingenui verso i parassiti del neocatecumenalismo nelle strutture parrocchiali e sappiano evitare di accogliere il kikismo-neocatecumenalismo, tenendo presente che quando scoppiano gli scandali, il Cammino subito scarica la responsabilità sulla parrocchia.

15 commenti:

  1. Kiko dixit:
    Il vescovo di Campobasso è Contentissimissimo della nostra missione!!!!!

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  2. I KIKOS NON AMANO LA DIGOS..

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  3. Come è che i missionari della Chiesa non riportano il covid e i "missionari" del Cammino si?
    Che forse stiamo parlando di due stili di fare missione diversi?

    Fatto sta che alcuni dei nuovi focolai di covid sono causati da due nuovi modi di concepire la missione: l'immigrazionismo e il neocatecumenalismo.

    Preciso: come non ce l'ho con gli immigrati (che non delinquono) ma l'ho con una politica che, invece di mirare allo sviluppo dei popoli, mira all'emigrazione degli stessi (lasciando i più poveri in patria senza aiuti), così non l'ho coi camminanti in buona fede.
    Anzi gli immigrati in buona fede e camminanti in buona fede sono oggetto della mia sollecitudine.

    Ma è evidente che, come sostituire la missione cristiana ad gentes con l'immigrazione, come se Gesù, invece di inviare i discepoli nel mondo, avesse invitato tutti a Gerusalemme, è sbagliata (anche se ciò non toglie che anche da questo errore Dio possa trarne del bene), allo stesso modo è sbagliata una missione che, invece di cristianizzare, neocatecumenalizza e, per giunta, a nome della Chiesa!

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Il problema del Cammino è che è forse l'unica realtà ecclesiale che, invece di condurre le persone alla Chiesa, si propone di MEDIARE tra la Chiesa e le persone che controlla. E' perciò una setta piuttosto che una realtà ecclesiale.
    Nei movimenti laicali ci sono spesso errori, ma non si arriva fino al punto di proporre, come cammino cristiano, esclusivamente il proprio cammino, come se lì ci fosse TUTTO e si potesse fare a meno di ogni altra cosa.

    Di fatto nel Cammino, a parte alcuni, non ci si informa sui documenti della Chiesa, ma solo dai catechisti e su detti e fatti di Kiko e Carmen.
    I riferimenti alla Chiesa sono fatti unicamente per sottolineare le lodi al Cammino o la giustezza del Cammino.

    Come se i samaritani del villaggio in cui Gesù si fermò per bere si fossero accontentati della mediazione della samaritana e non avessero avuto il desiderio di andare direttamente a Gesù (che oggi si trova nella Chiesa).
    E come se la samaritana, invece di condurre i compaesani a Gesù, li ammaestrasse personalmente, auto eleggendosi mediatrice tra i samaritani e Gesù.

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  6. Ottimo esempio Pietro.

    La samaritana può, ed è giusto, che dia la sua testimonianza in merito al suo incontro con Gesù.
    Non può e non deve sostituirsi a Gesù per il semplice fatto che lei non è Gesù.

    In questo sbagliano i catechisti laici neocatecumenali.
    Quando smettono di essere "testimoni" di Cristo e si fanno promotori di Kiko, "in nome di Cristo".
    Sbagliano quando affermano di essere ispirati direttamente dallo spirito santo ( minuscolo intenzionale) e pretendono di entrare nella vita delle persone per sostituirsi alla loro coscienza.
    Mi ricordo, diversi anni fà, durante un incontro con i miei catechisti (tra i quali c'erano delle gran brave persone), questi catechisti si sono lasciati prendere la mano, sconfinando nella sfera personale di alcuni camminanti.
    Un camminante ha detto questa semplice frase senza enfasi e senza malizia :"Ma voi pensate di essere Dio?".
    Mi è rimasta impressa perché il capo equipe responsabile dei catechisti ha abbassato il capo e non ha detto più niente.
    Questa cosa mi ha cambiato, ha cambiato la mia prospettiva del cammino neocatecumenale.
    Nell'immediato non è successo niente, però dentro di me é stato seminato un dubbio che è cresciuto anche contro la mia volontà.
    Non so se sono stato chiaro, non è facile neanche per me, ma penso che quel giorno è successo qualcosa di importante.


    LUCA

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  7. Chissà perché la famiglia venezuelana era in Serbia: forse perché in missione per conto di Kiko? Penso che la loro presenza in Italia, dopo lo scalo a Parigi per evitare la quarantena, possa essere una tappa di un itinerario di rientro in patria, magari per raccogliere i soldi per il viaggio aereo...oppure una sorta di 'vacanze romane' che la famiglia si è concessa. Comunque sia, non erano in missione di evangelizzazione come invece dichiarato alle autorità.
    Questo in parte rivela la mentalità neocatecumenale che fa sì che si pensi di essere dei missionari anche se semplicemente ci si trasferisce da qualche parte con tutta la famiglia; questo dovrebbe far pensare alle persone: perché lo fanno? E farli convertire. Idea abbastanza pittoresca. Si sentono missionari per il solo fatto che ci si sono messi volontariamente nella precarietà. Si tratta di un concetto che Lino spiegò molto bene in un articolo sulla 'zingareide kikiana'. Quindi anche quando vanno al mare o a fare un giro turistico o cercano disperatamente di tornare in patria, secondo loro stanno evangelizzando.
    Ma questo pensiero è esclusivamente nella loro mente, instillato da ore di lavaggio di cervello, lo dimostra l'articolo stesso: nessuna simpatia suscita questo loro alto disinteresse per le norme e per la salute altrui, messa gravementea rischio. Sarebbe stato molto meglio dire la verità, cioè che sono una famiglia in difficoltà che sta cercando di tornare a casa, con l'aiuto di amici e benefattori, magari evitando di tirare in ballo la fede e la parrocchia.
    Resta il fatto che, se hanno evangelizzato, lo hanno fatto al contrario! Vorrei proprio sapere come Dio e santa Carmen hanno agito in modo meraviglioso in questa vicenda: la mitologia, si sa, è il loro genere letterario preferito!
    Chissà poi se anche per coprire e depistare la loro vicenda si è messa in moto l'alta gerarchia kikiana che difende a spada tratta il nome del Cammino? È un'estate rovente per gli avvocati e i lobbisti neocatecumenale.

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    1. Questa coppia è qualcuno che conta, non sono semplici missionari mandati allo sbaraglio. Lo dimostra il fatto che si sono potuti permettere un volo privato.
      E non è una cosa organizzata all'ultimo momento, visto che i figli hanno partecipato ad un campus dove sicuramente ci sarà stato bisogno di una prenotazione con largo anticipo, soprattutto ora con le restrizioni per il covid19.

      Frilù

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    2. Sì in effetti a ben pensarci sembrano molto bel supportati finanziariamente. Ma anche questo fa parte della cosiddetta zingareide.

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  8. Qui a Catania in una delle tante chiese protestanti di stampo pentecostale è scoppiato un focolaio. L'Asp ha fatto CHIUDERE la chiesa (nel senso che ha proibito le riunioni). Loro se ne sono fregati riunendosi nelle case con i FRATELLI. Risultato: il contagio si è sparso per tutto l'hinterland catanese.

    Ora ditemi: che differenza c'è tra loro e i neocatecumenali?
    Per me NESSUNO: stessa noncuranza del prossimo, stessa strafottenza, stesso modo di trattare la fede.
    Con l'aggravante che, se qualcosa va storto (come in Campania), non si ha manco il coraggio di prendersi le proprie responsabilità e si riversa tutto su chi non può più difendersi, ovvero SUL MORTO.

    Siate sinceri, un poco schifo non vi fate?

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    1. Infatti le chiese pentecostali contano moltissimo sulla emotività che solo 'in presenza' si sviluppa e che viene scambiata per fede e segno della elezione divina.

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  9. Per inquadrare il Cammino in rapporto alla Chiesa cattolica, personalmente non trovo nulla di meglio che applicare per analogia al Cammino ciò che si dice del Luteranesimo, in quanto, se il Luteranesimo è una comunità protestante dichiarata, il Cammino è una comunità protestante non dichiarata (che sotto certi aspetti è anche peggio).

    Non nego che, come ci sono dei luterani convertiti a Cristo attraverso il Luteranesimo (ma quanto più lo sarebbero stati attraverso la Chiesa cattolica?), vi possano essere dei convertiti attraverso il Cammino.
    Ma in realtà questa affermazione è sbagliata: sono stati convertiti, quando sono autenticamente convertiti, da ciò che resta della fede (e della grazia) della Chiesa dopo la separazione.
    Sono perciò parzialmente convertiti, in quanto permangono in tanti limiti ed errori.
    Conversione dovuta alla fede e alla grazia della Chiesa e limiti ed errori dovuti alla separazione operata da Kiko e Carmen.

    Perciò parlare di frutti del Cammino è fuorviante: i frutti che ci sono sono dovuti alla fede che il Cammino ancora non ha rinnegato, e quella fede che ancora non ha rinnegato è quella della Chiesa cattolica, anche se accettata solo parzialmente. I frutti del Cammino, infatti, sono negativi, in quanto portano alla separazione e a pratiche incompatibili con la Chiesa, soprattutto in campo liturgico.

    In sostanza, come occorre separare l'evento della separazione protestante, che è stato satanico, dai frutti che oggi i protestanti in buona fede producono grazie alla fede che ancora hanno in comune con quella della Chiesa, così occorre tener presente che una cosa è il Cammino, intrinsecamente sbagliato in quanto nato da un distacco dottrinale e di prassi concreta dalla Chiesa, e un conto sono i camminanti in buona fede che sono ancora legati alla dottrina della Chiesa più che alla dottrina di Kiko.

    Alcuni di essi senza il Cammino non avrebbero conosciuto Cristo?
    Chi può dirlo? Forse l'avrebbero conosciuto anche meglio, e senza errori. Ma forse per alcuni potrebbe valere il fatto che Dio usa anche il male a fin di bene.
    Se in buona fede, costoro un giorno torneranno alla Chiesa a beneficio di tutti.

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  10. Il cammino è una setta, e si credono al di sopra di tutto e tutti e non rispettano nessuno, neanche davanti la salute. Sono colpevoli quanto la chiesa che non li scomunica. E di tutti i preti vescovi che continuano a partecipare alle loro malefatte. Sono da estirpare.

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  11. Fondamentale raccogliere tutte le esperienze neocatecumenali di contagio da virus.

    Non infieriamo, non è questo il punto.
    La conclusione dell'articolo esplicita bene perchè conferma, ancora una volta, la perversione neocatecumenale che "infetta" ogni prassi invalsa negli anni nel cammino; prassi fedelmente riprodotta dai catechisti responsabili, sempre uguale dappertutto.
    E sono "recidivi" per vocazione.
    Rifanno sempre gli stessi errori poichè loro non li considerano tali, anzi!

    Nell'articolo molto opportunamente si conclude mettendo in guardia i Parroci. Ci pensino su bene. Poichè li abbiamo avvisati. A loro rischio e pericolo cedono alle insistenze degli "inviati" del Cammino. Costoro se prendono di punta una Parrocchia la assediano pian piano, fanno incusioni continue e sincronizzate. Da più parti fanno arrivare pressioni. Molto spesso, troppo spesso, è lo stesso Vescovo a sponsorizzarli! Egli stesso spende la sua autorevole parola con i preti perchè facciano spazio all'esperienza. Altro mistero insondabile!

    Pax

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  12. La realtà è quella che Valentina descrive:

    "... le parrocchie e i sacerdoti coinvolti siano per il futuro un po' meno ingenui verso i parassiti del neocatecumenalismo nelle strutture parrocchiali e sappiano evitare di accogliere il kikismo-neocatecumenalismo, tenendo presente che quando scoppiano gli scandali, il Cammino subito scarica la responsabilità sulla parrocchia."

    Avete compreso? Questo è!

    Molti Parroci si sono pentiti comunque, anche senza subire fino a questo punto estremo. Credo che non si possa negare. E' cosa risaputa e chiunque vuole può trovare conferme.
    Se poi accadono dei fatti che ledono i singoli o l'intera collettività - come avvenuto in questo caso specifico, fatti provocati all'interno dell'esperienza per responsabilità dei suoi membri (peggio ancora se sono membri di spicco) - fanno sempre lo scaricabarile, non si assumono mai le loro responsabilità.
    La giustificazione che hanno escogitata è un autentica genialata. Essa li mette al riparo dal più piccolo moto di coscienza. Si sentoni legittimati ad adottare qualunque espediente perchè è...
    a tutela del BUON NOME DEL CAMMINO...

    E intanto vanno tutti in cavalleria. Possono fare sonni tranquilli e pensano anche di aver compiuto a regola d'arte la loro missione. Certo perchè mica hanno salvato la loro pellaccia o hanno salvato la faccia. Noooo
    Essi hanno difeso il cammino DAL DEMONIO CHE LO VUOLE DISTRUGGERE.

    Carissimi Parroci, teneteli alla larga! Il Parroco di Campobasso solo per averli ospitati ha pagato un caro prezzo e lo hanno lasciato solo.
    Così il prete infettato nella zona di Vallo della Lucania che ci ha rimesso la vita. Era l'ultimo arrivato nel Cammino, lo hanno fatto passare per "l'organizzatore". Ma da quanto in qua, ma quando mai un prete diocesano ha ricoperto un simile ruolo nell'organizzazione neocatecumenale?
    Eppure questo hanno messo in giro e si sono guardati bene dallo smentire.
    Ma chi li crede? Tutti sanno come funziona, dal Vescovo ai Parroci a tutti i fratelli camminanti. La loro impudenza ha superato ogni limite eppure... ancora gli va di lusso. Come sempre! Finora. Come vogliamo chiamarlo?

    Pax
    Sì, di cuore mi unisco all'appello accorato: tenetevi alla larga da questa manica di briganti. Ne pensano una più del diavolo. In questo sono imbattibili. Nel concepire e partorire nefandezze e i più tristi rimedi per occultarle o, se non è possibile questo, depistarle altrove infangando innocenti capri espiatori. Lasciano così vittime a destra e a manca.

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