martedì 4 agosto 2020

NOVEMBRE 1967

Abbiamo visto pubblicato sui social la prima edizione del Resucitò di Kiko.
Facciamo un semplice conto.

Siamo a novembre del 1967.

Il duo Argüello-Hernández arriva a Roma a luglio del 1968.
Dopo quanti mesi?

SETTE MESI.

I neo-cats (come li chiamano in Australia), dovrebbero stare un po’ più attenti a quello che pubblicano su siti web pubblicamente accessibili perché lasciano trapelare informazioni tanto preziose quanto pericolose per la propaganda kikiana.

Abbiamo trovato dunque il PRIMO LIBRO DEI CANTI dell’Argüello, cimelio rarissimo, risalente per l’appunto al novembre 1967.

Lo dice anche la descrizione dello stesso video:
le comunità erano solo quelle di Zamora ed Avila (non cita Arguelles).
Come anche noi sapevamo, chiama "comunità" quella di Palomeras,
che però Kiko definice solo "fratelli".
In questo libriccino già si capisce con un buon margine di certezza quello che noi da sempre sospettavamo: L’ARGÜELLO È ARRIVATO IN ITALIA AVENDO AL SUO ATTIVO SOLO 3 PARROCCHIE “CATECHIZZATE”.
tre, diconsi TRE.
O pochissimo altro, affannosamente rimediato in 7 mesi, prima di arrivare il Italia.

Sì perché se si scrive un libercolo dedicato solo a due parrocchie, contenente le proprie canzoncine e qualche sprazzo di catechesi, non si vede come mai, se ce ne fossero state altre, avrebbero dovuto rimanerne escluse.
Specialmente conoscendo la tendenza inguaribile dell’Argüello a gonfiare i numeri.

La parrocchia che l’aveva pubblicato era quella di Cristo Rey di Arguelles, quella nel quartiere ricco dei suoi genitori.
Le tre parrocchie, quindi, sono quelle che conosciamo: San Frontis a Zamora, Santiago di Avila e Cristo Rey ad Arguelles.
Un ringraziamento va anche “a tutti i fratelli di Palomeras Altas che tanto ci aiutarono a realizzarle”.

Strano che i “fratelli di Palomeras Altas” non vengano chiamati anch’essi “comunità”, ma semplici fratelli sparsi. Noi li conoscevamo come la "comunità di Palomeras".


All’epoca venivano denominate “Comunità parrocchiali”, perché i neocatecumenali non si erano ancora dati un nome.

Intanto, lo vedremo in altra sede, l’Argüello insieme ai suoi amici di Palomeras, bazzicava le case discografiche per le edizioni annuali dei suoi dischi.
Si faceva pubblicità.


Il libretto già si chiamava RESUSCITÒ, autore K. Argüello, ed era definito “LIBRO DEI CANTI COMUNITARI”.

Si era premunito anche di depositarlo (come un vero autore) e si parla genericamente di “censura ecclesiastica”, come se fosse stato approvato da qualcuno non meglio specificato.


Inizia con un’introduzione, una piccola catechesi, dove si dice:
“Stiamo andando verso una vita cristiana più comunitaria
Parla della Chiesa come:
“Sposa che si è incontrata con lo sposo ed è rimasta fecondata, l’ha rivestita di lino e ha lavato le sue impurità.
E poi ci ha inviato tra tutti gli uomini affinché annunciamo quello che ha fatto con noi, e questo non perché siamo migliori degli altri, ma come SEGNO E PRIMIZIA di quello che saranno tutti gli uomini, tutta l’umanità.
Segno di Gesù, viviamo in comunità che sono segno del nostro sposo: AMORE E UNITÀ.”
Parlando della comunità di Cristo Rey, scrive:
“La nostra comunità parrocchiale, stante il rinnovamento proclamato dal Concilio Vaticano II, ha visto la necessità urgente di passare da una fede INFANTILE ad una fede ADULTA, con la quale possiamo vivere un cristianesimo più cosciente e più comunitario che porti i segni del Vangelo nel nostro mondo desacralizzato e tecnologico.
Perciò abbiamo composto tutto un processo catecumenale per adulti.
Questo processo consta di 3 fasi, attraverso le quali facciamo esperienza del MISTERO PASQUALE, fonte di tutta la vita cristiana.
Comprende una prima fase di conversione, una seconda di iniziazione e una terza di rinnovamento battesimale.
Queste 3 fasi sviluppate durante tutto l’anno, si sostengono col tripode: PAROLA DI DIO, LITURGIA E COMUNITÀ.
La nostra società presenta uno dei sintomi più gravi che può attraversare una comunità umana: LA DESACRALIZZAZIONE. Gli uomini di oggi hanno perso il senso del SACRO, del SANTO, del MISTERO ENORME di Dio.
Un’insufficiente formazione nella fede e L’ABUSO di una liturgia rovinata e moralista, hanno logicamente condotto all’intellettualismo e alla razionalizzazione, risultato in pochi anni di una società che si dice cristiana, col profondo processo di scristianizzazione per aver perduto il suo impulso missionario di fronte al mondo pagano e tecnologico, il senso del culto, il senso del SACRO.
Pienamente convinti che è venuta l’ora di rivolgersi alla verità della semplicità contenuta nel Vangelo, iniziamo una nuova nascita, una nascita dall’alto. La creatura nuova inaugurata nel corpo di Cristo e partecipata oggi in noi attraverso il battesimo e il suo rinnovamento catecumenale.
È meraviglioso poter prendere coscienza della nostra vocazione: LUCE del mondo, SALE della terra, vocazione che non ci toglie dal mondo, ma ci immerge, come fermento, per fare una massa NUOVA.
Non si tratta tanto di mettere tutto il mondo nella Chiesa, perché la luce sia luce, dice Cristo.
La luce apre la strada al cammino di salvezza che è L’AMORE DEL PADRE PER TUTTE LE SUE CREATURE, MANIFESTATO IL SUO FIGLIO NOSTRO SIGNORE GESÙ.
Nella nostra vocazione di POPOLO DI DIO, siamo portatori di una notizia meravigliosa di salvezza: LA NATURA UMANA IN GESÙ HA VINTO LA SCHIAVITÙ DELL’EGOISMO, HA ROTTO LE CATENE DELLA MORTE E, RESUSCITANDO, È STATO PASSATO AL PADRE: ALL’ ESSERE ETERNAMENTE FELICI NELL’UNITÀ, ALL’ESSERE ETERNAMENTE ALTRO, AL CREATORE: AL PADRE.
Gesù Cristo, in questo nuovo ESODO verso il PADRE, cammina in mezzo a noi facendoci uno e potenziandoci con la forza del suo SPIRITO nell’amore degli uni verso gli altri, segni del VANGELO che mostriamo formando comunità di fede che proclamano la PAROLA e annunciano la morte del SIGNORE affinché VENGA nell’Eucarestia.

Poi c’è lo schemetto usuale, molto semplificato.

All’epoca però, la terza gamba del tripode non si chiamava comunità, ma CARITÀ/AMORE.

Nel suo delirio, comunque, già allora dichiarava come sarebbe stato il futuro della Chiesa:

NUOVA STRUTTURA COMUNITARIA PARROCCHIALE

LA COMUNITÀ PARROCCHIALE È FORMATA DA PICCOLE COMUNITÀ, CON NUMERO DI MEMBRI NON SUPERIORE A 30. RIUNITI INTORNO AL PARROCO PROCLAMANO LA PAROLA E CELEBRANO L’EUCARESTIA.
TENTANDO DI ESSERE FEDELI ALLA VOCAZIONE A CUI SONO CHIAMATI: ESSERE LUCE NEL MEZZO ALLA GENTE ATTRAVERSO I SEGNI DELL’AMORE E DELL’UNITÀ.
NON C’È VITA CRISTIANA SENZA COMUNITÀ


Ma il disegnino della parrocchia atomica, insieme alla dicitura “Nuova struttura comunitaria parrocchiale”, fanno venire alla mente che l’obiettivo di Kiko è SEMPRE STATO MANCATO, perché le parrocchie non hanno MAI assunto quella “nuova struttura”.

Anche in quelle più neocatecumenalizzate, ci sono sempre state anche altre realtà ecclesiali, o anche semplicemente i “cristiani della domenica”.

La parrocchia NON HA MAI CAMBIATO STRUTTURA, IN 50 ANNI, NON È MAI DIVENUTA "ATOMICA".

Il delirio dell’Argüello NON HA MAI AVUTO COMPIMENTO, il Movimento Neocatecumenale è stato ed è rimasto “una parte” di alcune parrocchie, normalmente anche minoritarie rispetto a quelle presenti nel territorio diocesano, ma non si è verificato alcun “atomismo”, se non al massimo un “pluralismo” di realtà diverse, conviventi nella stessa parrocchia.

Lui invece pensava, nel 1967, di poter essere in grado di cambiare la struttura delle parrocchie, partendo dalla prima comunità al centro, costellata da tutte le altre che si sarebbero formate dopo, fino a creare parrocchie in cui “la comunità parrocchiale è formata da piccole comunità”.
Mai vero.

Come non può essere stato vero quello che spacciava a Giovanni Paolo II, cioè che il suo Movimento camminante sarebbe durato 7 anni, perché nella dinamica “di una nuova struttura parrocchiale” si intende chiaramente che le “piccole comunità” avrebbero dovuto restare per sempre altrimenti, trascorso il periodo, la parrocchia rischiava di rimanere VUOTA, nel caso non si formasse più un bel nulla e le altre comunità si fossero dovute sciogliere per compimento del percorso (come succede ormai da tempo) .

Inganno, quindi, primordiale, perché DA SEMPRE l’intenzione era di cambiare la struttura delle parrocchie in pianta stabile, ma per rendersi accettabile ha dovuto presentare il suo cammino come percorso a termine.

Allora qui i casi sono solo due, perché l’Argüello all’epoca era un perfetto "signor nessuno", ma si proponeva addirittura di “cambiare la struttura delle parrocchie” di tutta la Chiesa: o si trattava dei deliri di un signor nessuno che pensava di essere in grado di cambiare la Chiesa, o dietro a questo signor nessuno si agitavano forze più grandi e potenti che lo “maneggiavano” e lo sostenevano in un’impresa a dir poco impossibile.

Impossibile perché la Chiesa prima di tutto è opera di Gesù e Gesù sa difendere ciò che ha istituito.
Gli uomini, tutte le creature, possono agitarsi anche molto, ma oltre una certa misura non è consentito andare.

Esisteva già all’epoca la rappresentazione grafica dei cristiani nel mondo, quella che tuttora c’è nei mamotreti delle catechesi iniziali, ma in quel caso erano state aggiunte delle freccine che si indirizzavano a Dio, rappresentato dallo stesso “occhio massonico” contenuto nel “Vangelo dei miserabili”, all’incirca della stessa epoca.

Altra stranezza, rilevabile ad un esame più attento, è che i ”cristiani” che partono dal quadratino del “Popolo di Dio. Luce”, che allora indicava “quelli che compiono il precetto domenicale” e si dirigono in ogni direzione verso le altre religioni per evangelizzare, è composto da tre figure, due bianche e una nera, dalle quali partono le freccine verso l’occhio massone.

In riferimento al quadratino dei cattolici, c’è sempre un omino bianco che proviene dal quadrato-Luce, ma da lui non diparte alcuna freccia verso l’occhio.

Iniziano poi le pagine con i canti, 25 per la precisione, anche ripresi dalle preghiere (Ave Maria, Salve Regina, Magnificat, sequenza di Pentecoste…).

Il primo è il lagnosissimo canto prima dei pasti, “Tu sei il pane dei poveri…”.
Pochi sapranno che all’epoca esistevano altre due strofe, quindi probabilmente non veniva ancora utilizzato come canto per la tavola.

Le due strofe in aggiunta così recitano:

“I poveri cercano il tuo volto,
la loro lingua è riarsa dal sole,
gioiranno in Yahvé.
Spiegò la potenza del suo braccio
e abbatté i potenti dai troni.
Non c’è santo come Yahvé.
Non c’è santo come Yahvé”

Forse queste strofe sono sparite a causa del troppo utilizzo del termine Yahvé?
Chi lo sa…

Quel che mi ricordo, è che ad un certo punto del camminamento ci fu detto di sostituire la parola Yahvé che si ripeteva troppe volte in un canto, che mi pare fosse “Grazie a Yahvé”, ma non ci potrei giurare: si cantava allora "grazie a Gesù".
Altri potranno ricordare.

Da qualche innominata autorità, evidentemente, era arrivata la decisione, ma ce la dissero con molta nonchalance, come fosse un’inezia. Forse era un provvedimento locale, non so.

Poi, molto evidentemente “PROCESSIONANDO” come i “cristiani della domenica” per comunicarsi, c’è l’INNO PROCESSIONALE EUCARISTICO, che veniva cantato “processionando” e che altro non era che il vecchio canto neocatecumenale “Verso te o Città Santa”.

All’epoca anche questo conteneva un’altra intera strofa, poi scomparsa:

“Veniamo alla tua mensa:
sigilleremo il tuo patto,
mangeremo la tua carne,
il tuo sangue ci laverà”

Nella versione a noi nota, tutto questo versetto è stato eliminato.
Le scritte a piè del canto, non paiono nemmeno della ben nota calligrafia dell’Argüello.

In pratica descriveva l’Eucarestia come unpatto da sigillare”.
Poi quando si dice che “faceva le cose alla buona”, non ne abbiamo ragioni?
O era in malafede o non sapeva cosa fosse l’Eucarestia…

Nel libriccino ci sono anche diversi canti per i bambini.
Tutto è organizzato secondo vari “tempi”: Avvento, Natale, Epifania, Quaresima, Pasqua, Pentecoste, “per la domenica” e un canto definito “Interleccional”, parola che non riesco a tradurre, ma che consiste in un reimpasto dell’Inno alla Carità.

Dei 25 canti messi a disposizione delle 3 “comunità parrocchiali” alla fine del 1967, già si operava un’organizzata suddivisione.
Tutto si può dire, ma pubblicità ed organizzazione non mancavano fin dagli albori. Le baracche erano un optional, Charles de Foucauld pure. Non avrebbe MAI fatto quello che ha fatto l'Argüello.

Il video che mostra il libriccino pagina per pagina, si conclude col “battesimo” nel Giordano dei due “inventori” che, in quanto “inventori”, il Cammino Neocatecumenale non l’hanno fatto mai, son passati direttamente al battesimo, determinando da se stessi di esserne degni, perché nessuno ci risulta li abbia mai scrutinati.

L’ultima immagine è quella dell’ostensorio fotografato in modo da centrare l’immagine del cristo di Kiko al posto dell’ostia, che già conosciamo.

La cura del video sembra ad opera di Alvaro de Juana, responsabile della comunicazione del Movimento Neocatecumenale e giornalista della televisione spagnola Trece al Dia.

Nel 1967 l’embrione del futuro Movimento Neocatecumenale era già formato.

Ma, rendiamoci conto, ancora non era niente, non aveva alcuna diffusione significativa in Spagna, quando l’inventore Argüello arrivò a Roma.

Eppure gli fu dato credito…
È lecito chiedersi PERCHÉ?

25 commenti:


  1. "Quel che mi ricordo, è che ad un certo punto del camminamento ci fu detto di sostituire la parola Yahvé che si ripeteva troppe volte in un canto, che mi pare fosse “Grazie a Yahvé”, ma non ci potrei giurare: si cantava allora "grazie a Gesù".
    Altri potranno ricordare.
    Da qualche innominata autorità, evidentemente, era arrivata la decisione, ma ce la dissero con molta nonchalance, come fosse un’inezia. Forse era un provvedimento locale, non so."

    Libera, questa cosa la ricordo anche io.
    Non ho mai capito il perché è nessuno si è mai preso la briga di chiederlo o di spiegarcelo.
    Dopo un po' di tempo,è stato reintegrato il testo originale "grazie a Yahvé" e che io sappia si continua a cantare così anche oggi.
    Sarebbe interessante capire cosa è successo, ma penso che questa cosa resterà un dei tanti misteri del CN.

    LUCA

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    1. Ai tempi qua dissero che era per non offendere gli ebrei che non pronunciano mai il nome di Javhe

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    3. Intendo: gli ebrei non pronunciano mai il nome di Javhe per cui anche i nc avrebbero smesso di nominarlo nei loro canti per rispetto nei confronti degli ebrei

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    4. Fu in 2008 per una ordine della Congregazione per il Culto Divino di non pronunciare mai il nome di Dio nelle preghiere né canti.
      https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/10/26/ratzinger-apre-agli-ebrei-non-usare.html
      È strano però che i kikos hanno obbedito subito una decisione dal Vaticano. Una ordine che non era data direttamente a loro ma alle conferenze episcopali. Forse il rispetto per gli Ebrei è stato un argomento convincente per loro 🤣

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  2. 53 anni fa il Cammino si proponeva come una terza alleanza e come una sorta di millenarismo.
    Come una novità assoluta.
    Ma non mi voglio accanire perché non so se ciò era dovuto dall'entusiasmo e dall'imprudenza di un giovane Kiko, che sarà stato pure pittore e strimpellatore di chitarra, ma che a catechismo non andava oltre allo zero spaccato.

    Ma la domanda finale di Libera ci potrebbe mettere sulla buona strada.
    Forse Kiko non ha iniziato un bel niente, ma è stato "iniziato" da qualcuno per "iniziare"...

    Non aveva ancora 30 anni e già voleva cambiare la Chiesa nella sua stessa struttura!
    La cosa è strana, ma basta ipotizzare uno squilibrio mentale e tutto si può spiegare.
    Anche io ho conosciuto un tizio, in cura al CSM, che era convinto di essere il figlio di Gianni Agnelli. Ci può stare.

    La cosa veramente strana, però, è che a meno di 30 anni, senza arte ne parte, con due o al massimo tre presunte comunità all'attivo, decide di trasferirsi a Roma e ci si trasferisce!

    Che il Cammino non sia proprio così "spontaneo" come lo raccontano?
    Che prima sia nato sulla carta qualche anno prima, e poi si sia attesa l'occasione giusta e il momento giusto per iniziarlo?

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  3. "dietro a questo signor nessuno si agitavano forze più grandi e potenti che lo “maneggiavano” e lo sostenevano"
    -------
    questa seconda possibilità mi pare la più plausibile, con la consapevolezza che mai ci saranno prove di questo, perché Kiko ci ha "messo la faccia" ma i manovratori, quelli di ora come quelli di allora, tutelano il loro potere agendo nell'ombra.

    Che sia plausibile, leggendo anche solo questo articolo, me lo ha fatto pensare la "breve catechesi" introduttiva al libretto.
    Pare a tratti svelare un programma rivoluzionario di qualche (certo più di uno) teologo ecclesiastico che, eccitato dal Concilio Vat.II, abbia visto in questi personaggi (Kiko & Carmen & C) la possibilità concreta, il "braccio armato", per attuare la trasformazione della Chiesa tradizionale (e della società) in qualcosa di diverso e quindi di "altro" (da ciò che deve essere nella volontà del Signore Gesù), secondo 1 "progetto occulto" di disfacimento di quanto c'era (e c'è) di buono e Santo per creare, inchinandosi ai gusti di alcuni, il "nuovo ordine mondiale" nefasto verso cui purtroppo, sempre più ci stiamo avviando.

    - Quando parla della Sposa "lavata dalle sue impurità" , già tradisce una critica alla "vecchia" Chiesa
    - e dire che "è rimasta fecondata" equivale ad una presentazione del CN come il frutto visibile della "nuova" che si vuole far nascere, inculcando che
    - ciò sia volontà dello Spirito ("ci ha inviato tra tutti gli uomini" .. ma non era già la Chiesa ad essere stata inviata da ben 2000 anni?).

    -"Primizia di quello che saranno tutti gli uomini, tutta l'umanità" = nuovo ordine mondiale.

    - " La nostra comunità parrocchiale, stante il rinnovamento proclamato dal Concilio Vaticano II, ha visto la necessità urgente di passare da una fede INFANTILE ad una fede ADULTA ".
    Cosa significa? Che può essere che in una intera parrocchia la fede sia SOLTANTO infantile?
    E l'apporto PERSONALE dove finisce?
    La cura della fede va operata dal singolo su se stesso, come può essere uguale per tutti i parrocchiani? = visione globalista del nuovo ordine mondiale dove i singoli sono "automi" cui competono solo le mansioni decise dall'alto.

    - " Un’insufficiente formazione nella fede e L’ABUSO di una liturgia rovinata e moralista "
    questa è proprio bella!
    e anche quest'altra:
    - " aver perduto il suo impulso missionario di fronte al mondo pagano e tecnologico, il senso del culto, il senso del SACRO "
    Detta da chi NON è formato e non forma alla fede cattolica e ROVINA la liturgia secondo personale capriccio e DESACRALIZZA la liturgia, sia con i gesti che sono abusi non permessi, sia con i canti frastuonanti, sia celebrando la Messa NON su un Altare e al di FUORI del LUOGO SACRO che è la Chiesa, alla presenza del Tabernacolo. = desiderio abbastanza esplicito di protestantizzare la Chiesa.

    Ci sarebbero forse altri punti, mi fermo qui.

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  4. PREFERISCO IL LIBRO DEI CANTI DI CRISTINA D'AVENA..

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  5. Chi mi conosce da parecchi anni ricorda bene quanti piccoli svarioni ho preso tentando di riassumere gli inizi del Cammino a causa dell'aver trovato storielle contraddittorie e di essermi fidato di volta in volta di ciò che dicevano i kikos, che in teoria dovrebbero essere i primi ad avere tutto l'interesse a fissare con esattezza date e luoghi. Non sono stato né il primo né l'unico ad aver abboccato alla propaganda kikiana portata avanti ossessivamente dai kikolatri.

    I quali, infatti, a loro volta, salvo ormai rari casi, hanno a disposizione solo notizie estremamente frammentarie, notizie che quando vengono contraddette da documenti o da affermazioni di Kiko stesso loro non osano minimamente rettificare. Non sia mai che la Suprema Gloria Terrena di Kiko venga minimamente intaccata.

    Come per questa pagina, il pregio della lunga serie di articoli a firma Libera mente semper pubblicati qui sul blog da qualche annetto a questa parte è stato anzitutto quello di aver indagato con molta più pazienza e connettendo dettagli che normalmente sarebbero sfuggiti (così come quando in precedenza erano sfuggiti ad altri e al sottoscritto). Eppure sapevamo tutti - e da tempo - che Kiko e Carmen, mentitori di eccelso livello, avevano sempre raccontato gigantesche frottole (proprio l'esatto contrario di ciò che avrebbero fatto dei cristiani sulla via della santità).

    Attenzione: sono proprio dei mentitori matricolati perché mentre è possibile che qualcuno ricordi male una sequenza di eventi di 30-40 anni prima, e se per fretta può capitare a chiunque di dare per scontato un dato impreciso, i due autoeletti "iniziatori" hanno non solo fabbricato false leggende su sé stessi (leggende che venivano "aggiornate" di volta in volta con aggiunte posticce; simbolicamente riassuntiva del tutto fu l'aggiunta photoshoppata delle mani giunte al santino di sanCarmen santHernandez, caso estremo e ridicolo di una che "razzolava bene ma predicava male", a voler credere alle leggende ufficiali), ma hanno creato quel clima idolatrico e settario per cui gli adepti che sono a conoscenza degli "scheletri nell'armadio" e della reale entità delle panzane kikiane-carmeniane tacciono comunque, dandosi attivamente da fare per sostenere la menzogna e proteggere le schifezze degli autonominati "iniziatori".

    Basterebbero già queste sole considerazioni a non stupirsi qualora venga fuori che Kiko ha molti altri scandali sulla sua anima, peccati schifosi dei quali non sembra aver minimamente tentato di pentirsi, e che gli meriteranno le fiamme dell'inferno anche se non fosse stato per tutta la vita un eretico impegnato a portare sulla via della perdizione un intero popolo di "neocatecumenali". Vogliamo sperare che tali scandali vengano fuori mentre Kiko è ancora vivo, sia perché così ci sarà una minima speranza in più per la sua conversione e il suo pentimento (assolutamente necessari per la sua salvezza), sia perché i kikolatri non possano comodamente sfornare subito la patetica scusa del "dato che è morto non può difendersi perciò l'accusa non va presa in considerazione". Altro che «mi canonizzeranno».

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  6. C'è un libro del 2006, di Bruno Ballardini dal titolo ironico ma non troppo : "Gesù lava più bianco. Ovvero come la Chiesa inventò il marketing".
    Dove l'autore ipotizza un incontro, assolutamente e strettamente riservato, tra un esperto di marketing ed un importante sacerdote, rappresentante della Chiesa.
    Il venditore spiega le tecniche di marketing all'alto prelato che è molto interessato all'argomento e che fà domande intelligenti sulla materia presentata dall'esperto di marketing.

    Non ho letto tutto il libro, ma una sintesi consistente, volevo farne un post, avevo salvato alcuni estratti, ma poi non ne ho fatto niente.

    Mi è sembrato interessante, parlarne nell'ottica del post di oggi.

    LUCA

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  7. Ringrazio Libera per questo nuovo tassello che si aggiunge alla Kiko-story.
    Da anni stiamo sostenendo che l'Arguello non poteva avere né la capacità né l'originalità per impiantare la struttura del Cammino Neocatecumenale e neppure per definirne le catechesi per le varie tappe, che sono costruite con originalità ed intelligenza formativa, che i due iniziatori non hanno dimostrato di saper mantenere e riproporre nel tempo, come se la loro fonte si fosse improvvisamente inaridita.
    Chi sia l'autore vero della formula del Cammino e dei suoi testi non rimarrà per sempre segreto, e più volte ho sostenuto che l'arcano sui mamotreti servisse anche a questo, cioè ad evitare che qualcuno, essendo resi pubblici i testi delle catechesi, gridasse al plagio.
    Per quanto riguarda in particolare il fatto che nel 1967 Kiko già avesse una idea abbastanza chiara delle tappe previste nell'OICA pubblicato nel 1972, la mia opinione, pura ipotesi per il momento che però immagino possa essere suffragata dai fatti, è che già fossero facilmente accessibili delle bozze in preparazione.
    Ricordo che l'inossidabile Farnès ha avuto accesso agli atti del Concilio Vaticano II (serviti poi da Carmen a Kiko su un vassoio d'argento) e che proprio al termine del Concilio alcuni documenti chiesero il ripristino del catecumenato diviso per gradi:
    "Si ristabilisca il catecumenato degli adulti diviso in più gradi, da attuarsi a giudizio dell'ordinario del luogo; in questa maniera il tempo del catecumenato, destinato ad una conveniente formazione,
    potrà essere santificato con riti sacri da celebrarsi in tempi successivi" (Sacrosanctum Concilium 64 - 1963).
    È più che evidente che già si avesse una idea della struttura per gradi che avrebbe avuto il catecumenato per gli adulti, sulla base del catecumenato dei primi secoli.
    La gestazione dell'OICA quindi ha sicuramente impegnato quasi un decennio, almeno dal 1963 al 1972, e di certo non fu arcana, se non altro per gli addetti ai lavori come Farnès.

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    1. Quelle date sono ancora più significative se confrontate ad altri eventi storici.

      A giugno 1965 Kiko è da poco ventiseienne. I tempi per le esperienze tra le Palomeras, i viaggi in Europa, le mostre d'arte, ecc., già strettissimi, si restringono sempre di più.

      Inoltre era ancora in corso il Concilio Vaticano II. Per esempio, solo tre mesi dopo fu "collaudata" per la prima volta la Messa "Novus Ordo" che verrà approvata solo alla fine del 1969.

      Nel 1965 si era ancora lontanucci dalla rivoluzione detta "del Sessantotto". Eppure questo ventiseienne spagnolo, "Chico Arguelo", praticamente sconosciuto a Madrid, veniva trasportato qua e là per la Spagna (ben due parrocchie, ad almeno 100 km di distanza da Madrid) e in Italia a compiere la sua ridicola predicazione.

      Questo quantomeno significa che Torreggiani non è il sincero evangelizzatore della Spagna, ma un ingranaggio di un macchinario più grande di lui, che per convinzione o per ubbidienza fa parte del progetto di introdurre Kiko in Italia.

      E Kiko dipingerà "kikone" con simboli massonici solo nel 1968.
      La pubblicazione dell'Evangelo del Miserabile Kiko avverrà nel 1967.

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  9. Molto interessante l'analisi degli inizi.
    Forse se si venisse a capo di quella si capirebbe la vera origine del Cammino

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  10. C'è un altra cosa interessante in questo libro: alla prima pagina sta scritto "con censura eclesiastica". Non so se questo e uguale a un imprimatur, ma pare essere approvato da una autorità ecclesiastica. Le edizioni più moderne del Resuscitò non hanno più tale approvazione (al meno in Polonia, ma credo sia uguale in altri paesi) e quindi l'uso dei canti by kiko nella celebrazione della messa è illegale.
    Però nessuno pare preoccuparsi per questo. I katekikos hanno una solita risposta a questa domanda:
    "Noi siamo approvati, i canti sono tutti biblici (che non è vero: akeda, carmen 63 ecc), sono ispirati dallo Spirito Santo, tu sei un moralista perché vuoi vivere secondo la legge, noi ivece siamo liberati dalla legge e viviamo secondo lo spirito e l'amore".
    Ma anche se tutti i canti fossero tratti dalla bibbia bisogna che la traduzione del testo (ma anche la musica) sia approvata dalla Chiesa.

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  11. Noto che non è apparso un mio commento di stamattina. Ci tenevo particolarmente perchè mi interessa questa ricerca sulle origini storiche e non millantate del CNC. Penso che sia una buona strada per fare luce sui troppi punti oscuri che ammantano questa realtà. Grazie

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