domenica 2 agosto 2020

Opporsi ai carismi del Cammino è opporsi allo Spirito Santo, don Sanfilippo dixit. E Kiko Arguello disobbediente alla Chiesa a chi si oppone?

Don G. Sanfilippo ha scritto su Facebook:
«Nella storia della chiesa quante volte nascono in ogni tempo carismi nuovi per rinnovare la chiesa, in situazioni culturali diverse, in problematiche diverse, in pericoli, svolte della cultura mondiale dell'umanità e Dio suscita carismi diversi. Sempre il cambio, quando si cambiano le cose, c'è sempre qualcuno un po' rigido mentalmente che ha paura delle novità, che è "infermo" nella fede, cioè non è fermo e ha paura delle cose nuove, delle cose "diverse"… … Tutto cambia, tutto cresce, tutto si muove nel volere di Dio.
Tutto è in movimento, l'abbiamo sempre detto, per cui anche i modi di servire l'umanità e di parlare nel nome di Cristo possono cambiare, i modi di celebrarlo possono cambiare, ma il cuore, il nucleo della rivelazione cristiana quella non cambia, il deposito della fede, quello non cambia, il cuore della rivelazione non cambia.
Tutto ciò che doveva essere conosciuto e rivelato agli uomini è stato già conosciuto in forma piena e non c'è nulla da aggiungere…
… Sempre Dio nella storia della Chiesa, ha dato impulsi nuovi di rinnovamento alla Chiesa, per difenderla dal demonio, per farle compiere bene la sua missione… Quando sono nati i Benedettini, carisma enorme… I Francescani… I Domenicani… Molti si sono opposti, ma era Dio che rinnovava la sua Chiesa e grazie a Dio questi carismi non si sono spenti e chi ha combattuto contro di loro ha combattuto invano…
… Lo spirito santo è libero, lo spirito santo rinnova la chiesa come vuole, per cui succede anche oggi nella chiesa di combattere le opere di rinnovamento che Dio fa. I carismi riconosciuti dalla chiesa sono riconosciuti dalla chiesa e chi vi si oppone, si oppone a un'azione dello spirito santo…»

“Nel Cammino tutto lo fa lo Spirito Santo. Noi siamo ispirati!”
Si preparano, infatti, alla missione tra preghiere e digiuni.
Kiko, Carmen e il padre Mario prendono appunti e
programmano a tavolino
le prossime malefatte…

Eravamo proprio tutti in attesa di un’illuminato “di categoria superiore” che venisse a imbonirci coi suoi predicozzi da strapazzo.

Solito stile neocatecumenale: una verità e dieci menzogne, con ampio contorno di sottintesi.
Chi è mai questo novello Savonarola che lancia strali e minacce? Questo scienziato di nome Gianvito Sanfilippo, cresciuto nel vivaio a batteria del più losco e ambiguo movimento ecclesiale?
Sentivamo proprio la mancanza di uno così!

Mi è montato un senso di nausea ricordando quante volte ho ascoltato la stessa pappardella coniata da Kiko e Carmen ad arte per mettere le mani avanti. Tacitare ogni possibile dubbio nelle coscienze sul "bene" del cammino nella Chiesa.
Tanto se la Chiesa corregge, se la Chiesa chiede obbedienza - ipse dixit - la Chiesa si oppone a un'azione dello spirito santo, succede anche oggi nella chiesa di combattere le opere di rinnovamento che Dio fa.
Il problema, è lampante, è la Chiesa!
E vuoi vedere che un altro problema siamo noi? Noi la causa di tutti i mali del Cammino Neocatecumenale? Di tutte le sue difficoltà crescenti? E non piuttosto il fatto che il Cammino abbia stravolto tutta la dottrina e la teologia e la liturgia, come andiamo dimostrando ogni giorno?
No, per loro è certo che non è questo il problema!

don Gianvito lo esprime a chiare lettere in tre punti:
Deus vult!
È Dio che lo vuole. Il cambio lo vuole Dio!
Tutto si muove nel volere di Dio!
E dunque se tutto è in movimento, conclude il saggio Gianvito più furbo che saggio,
possono anche cambiare:
  • 1 - i modi di servire l'umanità.
Certo!

Grazie a loro la Chiesa non deve più operare la carità verso i poveri (cfr. con le catechesi iniziali e quelle contenute nei mamotreti dei vari passaggi). Quante volte abbiamo ascoltato gli sberleffi kikiani e carmeniani alle opere di misericordia, al prodigarsi per poveri e abbandonati; la "vera" missione della Chiesa è EVANGELIZZARE (cioè favorire la creazione di nuove comunità neocatecumenali)...
  • 2 - i modi di parlare nel nome di Cristo.
Certo.
Predicazione diversa sì! E affatto originale, non c'è che dire. Un pò protestantella, molto ebraicizzata. Un pò qui e un pò là. Di Cattolico nulla, questo è l'importante, se non la vernice esterna, per trarre meglio in inganno gli sprovveduti

In una parola sola: Predicazione Kikocentrica. Ecco, ho trovato il termine appropriato.
Diciamo dunque non tanto che è cambiato "il modo di parlare nel nome di Cristo", ma che è cambiato proprio "colui nel cui nome si parla".
Kiko è uno che fa le cose per bene, ancora non lo avete capito? Cambiare per cambiare, Kiko cambia tutto e si toglie il pensiero… visto che si trova! E visto che la Chiesa non inerferisce affatto.
Kiko è andato avanti i primi anni per piccoli assaggi, ha sondato il terreno, e rassicurato dal fatto che nulla succedeva e che la strada era spianata e senza ostacoli insormontabili, che cosa ha fatto?
Il caro Kiko, insieme alla Carmen, ha tirato giù tutto. E tanti saluti.

  • 3 - i modi di celebrarlo possono cambiare.
Questa va evidenziata due volte!

Certo.
Perché è qui che casca l'asino! Facci capire Gianvito: Voi avete cambiato anche il modo di celebrare nella Chiesa? E lo dite così? Con questo candore?

Noi celebriamo in un altro modo e gli "infermi" nella fede", coloro che sempre hanno paura di tutto, si sono scandalizzati.
Così i difensori dei Canoni e del Messale Romano sono "infermi", nel senso di poco stabili, non saldi nella fede? E si scandalizzano. Come siete bravi a rigirare sempre la frittata, complimenti! Siete insuperabili.

Voi ci rassicurate che non c'è nulla da temere: il nucleo e il cuore della rivelazione, tutto questo non cambia e il deposito della fede è salvo. Possiamo restare tranquilli

Unica cosa certa nel Cammino
Ma è proprio qui, in questo punto preciso, che si ingenera la più grande confusione.
Le persone, ingannate da simili assiomi falsi ma al tempo stesso molto rassicuranti, vi ascoltano ignare di stare intanto assorbendo, loro malgrado, velenose eresie!
Il loro spirito, succube di un pernicioso e sistematico indottrinamento, si va man mano inesorabilmente deformando, essendo caduto in balia di autentici ciarlatani, venditori "autorizzati" per essere in possesso di regolare patentino, rilasciato dall'autorità competente a garantire l'autenticità del prodotto da loro smerciato. (Siamo noiosi, ma ci ripetiamo. Tutto questo avviene per colpa dei Pastori che non fanni i pastori. I veri pastori si prendono cura del gregge loro affidato e lo difendono dai lupi rapaci, non lo lasciano indifeso alla loro mercè).

Nell'affermazione successiva il presbikiko di turno tocca il vertice più alto. Roba da vertigini!

Gli impulsi nuovi - qui Gianvito si riferisce chiaramente al Cammino - che Dio imprime nella storia della Chiesa servono a difenderla dal demonio. Come avvenuto con i Benedettini, i Francescani, i Domenicani. Chi si è opposto nulla ha potuto.
Autentico paradosso; poiché il Cammino di Kiko e Carmen, a differenza degli esempi preclari citati con avventatezza, è chiaramente opera di mano d'uomo e per ciò stesso destinata a perire, opera di cui il demonio solo si rallegra!
L'avvertimento finale a questo punto è ormai scontato e Gianvito poteva anche risparmiarcelo: combattere contro di noi è combattere invano.
Una forma di terrorismo psicologico becero che sono soliti esercitare nei confronti di chiunque osi intralciarli e che fa il paio con l'altra terribile minaccia che tanto spesso ho sentito sulla loro bocca e che trae pretesto da Atti 5,39 (frase detta dal fariseo Gamaliele per convincere il Sinedrio a non perseguitare gli apostoli):
non vi accada di trovarvi a combattere contro Dio!

Poiché…
Il Cammino rinnova la Chiesa.
Lo Spirito Santo rinnova la Chiesa.
Lo Spiriro Santo ha ispirato il Cammino.
Anche oggi nella Chiesa si combatte contro il rinnovamento che Dio fa.

Seguendo l'ordine logico:
Lo Spirito Santo - Noi;
il Demonio - tutti gli Altri:
Parroci giuda,
Vescovi faraone,
Cardinali chi sa cosa…
tutti quelli che si mettono contro sono infestati dal demonio.
Gran finale:
I carismi riconosciuti dalla chiesa sono riconosciuti dalla chiesa e chi vi si oppone, si oppone a un'azione dello spirito santo…
Questa è la clava da brandire per ogni lingua che osi parlare.

Ma se è chiaro come il sole che chi si oppone al Cammino si oppone all'azione dello Spirito Santo, rimane insoluto tuttavia un ultimo inquietante quesito:

Ma uno come te, o illustre Kiko, che da una vita disobbedisce alla Chiesa, a chi si oppone?

Si resta confusi e interdetti aspettando risposta.

41 commenti:

  1. Quando accade che dopo 1 anno insonne perché quel povero "Cristo" ne ha vissuto 2 in un garage e mi ritorna ancora dopo 2 anni per starne 3....
    Io come "cittadino e consumatore" ipotizzo sia più importante e fondamentale salvare e stare vicino a lui (chiunque fa questo a uno dei miei piccoli lo fa a me...).
    Allora perché non ho nemmeno la pace,calma e rispetto persino dentro certi ambienti ....
    Muovere cosa?
    Idee,veicoli commerciali con spot comunicativi....
    Lasciate in pace le persone....almeno quello....
    E scusa Kiko se non ti ho intestato casa ma temo mi ritorni il cugino...
    Comunque Kiko e c.... Ma scusate...ma come fate a dire che e obbligo o bello andare nel vostro redempion ****** per cosa poi...vendicarmi,pattuire tregua,dovere x placare l'onnipotenza...
    Qua non c'è cristo...
    Io a volte mi chiedo perché tenere ancora i crocifissi e coroncine della madre di cristo...
    Perché,se nemmeno si prova un minimo di coerenza e onesta con loro principi e esempi...certo,si spera senza arrivare agli estremi o in conflitto x apparenti contraddizioni....
    Comunque se devo fare testamento e cedere ripeto,va a mio cugino o ai canili...
    Buona domenica....

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  2. Dunque...
    Cristo è venuto proprio durante i farisei e il loro mercato dentro i templi...
    Penso sia oltraggioso mettere un menu di peccati, sconti,conti,buone azioni ecc...
    Poi ci sarebbe molto da discutere se e meglio la consanguineità o un ragionare tra talenti, disponibilità e previsioni e prevenzioni future...
    Abbiamo un territorio,dei conoscenti, notorietà caratteriali e di azioni (tra gossip o confessioni o altro...).
    A volte uno ottiene e guadagna di più andando un po' controcorrente ma con punti fermi e senza contraddirsi....
    Qua ho letto di matrimoni o fidanzamenti conclusisi in un modo "pittoresco" x ordini o insistenze....
    Allora cosa posso pensare io che sono fuori dal cammino e dovrei interagire con chi è dentro...?
    Poi vorrei capire perché invaghirmi e intestardirsi se ci sono limiti e ostacoli duri . .
    Io pensavo che la montagna era mio cugino e la sua condizione...me ne stanno dando altre "quelli del cammino"..
    Allora io penso che di cristiano non ci sia nemneno il buonsenso di meditare sulle sofferenze e condizioni prima di essere peggio di ciò che è già accaduto...
    Poi,a tratti non saprei se è un giudizio o un riassunto,ma tutta questa fama di liberta,mondanita senza fare nuovi fedeli o senza chiedersi se manca qualcuno all'appello ecc...io penso sia facile motivare x convincere ma molto difficile rinunciare a qualcosa x vincere... perché con-dividere nel mio caso è non rassegnarsi sul fatto che ora mio cugino sta un po' meglio...
    Sapete che questa crisi ha fatto dei poveri e dei solitari per incongruenze e difficoltà a stare al passo col mondo consumistico relativista....
    Beh...
    Buona domenica attendendo di andare a messa eppoi Angelus di Papa Francesco...

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  3. Ha ragione Pax quando dice che nel Cammino ci sono molti sottintesi.
    Uno di questi sottintesi appare evidente quando nel Cammino si parla di carismi riconosciuti per dire che il Cammino è riconosciuto dalla Chiesa, per poi affermare che il Cammino non è equiparabile a un movimento.

    Ma se il Cammino ha un carisma è equiparabile a un movimento e come tale si deve comportare.
    Riconoscere un carisma significa anche LIMITARE un movimento entro dei confini, perché un movimento non può sostituirsi in nulla alla Chiesa.
    Ma il Cammino non accetta limitazioni e una prova consiste nella confessione pubblica: quando mai è stata approvata? Dove è un documento che la approva?
    C'è invece un documento che la disapprova: il Codice di Diritto Canonico (riguardo al foro interno).

    Non mi va di andare a caccia di eresie, perché nell'esprimersi possono sfuggire anche non volendo e perché integrate in un discorso più ampio possono non rivelarsi eresie.
    Ma nel Cammino i sottintesi e gli equivoci si concretizzano in comportamenti chiaramente eretici.

    La cosa che colpisce di Kiko è che in 50 anni, nonostante da tante parti si chieda chiarezza, non ha mai risposto ai DUBIA.
    Che ci vuole a specificare cosa intende per "non si può non peccare", o se tale espressione va presa alla lettera come ha fatto Lutero?

    Di fatto, anche Kiko non fosse eretico, il non rispondere genera equivoci e favorisce l'eresia, come certi comportamenti del Cammino dimostrano, ad esempio l'ubbidienza cieca a dei presunti catechisti unti come tali non dalla Chiesa ma "consacrati" dal Cammino stesso, come fosse una Chiesa.
    I catechisti, infatti, non sono solo dei responsabili, ma a detta di Kiko sono, peri propri sottoposti, più infallibili del Papa!

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    1. A scanso di equivoci:

      1) riconoscere un carisma non significa certo solo limitarlo, ma anche "liberarlo", ma a determinate CONDIZIONI.
      Per il Cammino, invece, sembra che il riconoscimento significa poter fare tutto ciò che si vuole, anche le cose che sono in aperto contrasto con la dottrina e la disciplina della Chiesa. Se questo non è un sottinteso equivoco...

      2) Qualcuno potrebbe obiettare che neanche Gesù rispose ai "dubia" dei farisei che gli chiedevano con quale autorità faceva le cose che faceva.
      Ma, a parte il fatto che la domanda dei farisei non nasceva da un loro dubbio, ma era un tranello, in realtà Gesù ha risposto. Non alla specifica domanda, ma ha risposto ai farisei. Non ha fatto finta di niente. Ha risposto con un'altra domanda ai quali i farisei non hanno voluto rispondere.
      Se avessero risposto, Gesù avrebbe risposto alla loro domanda apertamente.

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  4. Uomo Libero Indemoniato2 agosto 2020 alle ore 11:28

    FACCIO PARTE DELLA CATEGORIA "INDEMONIATI", MENO MALE!

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  5. Il discorsetto su fb di don Sanfilippo è di un viscido che spaventa e farebbe suonare tutti i campanelli di allarme anche se non si sapesse esattamente chi è e a cosa vuole arrivare.
    Abbiamo avuto dei Pontefici che hanno chiesto SCUSA per il comportamento passato della Chiesa: non di un movimentuccio qualsiasi, ma della Chiesa stessa!
    Invece dal discorsetto mellifluo del Sanfilippo emergerebbe che sul francescanesimo non si può dire nulla, perché è un carisma della Chiesa. Allora mi dovrebbe spiegare perché i Francescani dell'Immacolata sono stati commissariati nel 2013 dopo essere stati riconosciuti come dono per la Chiesa, ed essere ancor oggi fonte continua di vocazioni e di grande devozione. Se le affermazioni apodittiche del Sanfilippo su fb, in un periodo in cui, complice il lockdown, tutti si sono sentiti abilitati a fare proclami sui social, fossero realistiche, dovrebbe spiegare come mai la Chiesa continuamente prenda posizione contro i propri cosiddetti carismi, se questi, una volta approvati, davvero divenissero intoccabili.
    Non meriterebbe neppure una risposta, se non sapessimo quanto male fanno queste menzogne! La Chiesa non ha approvato certo le confessioni pubbliche, come ha ricordato prima Pietro NdC; non ha approvato la loro paraliturgia; non ha approvato l'esazione della decima; non ha approvato l'obbedienza ai catechisti. Ha chiesto loro di tracciare delle linee guida contro l'abuso nei confronti dei minori e dei fragili: si sono rifiutati di farlo. Sono disobbedienti in tutto, non ricercano l'unità nella parrocchia ma la disintegrano; occupano gli spazi di tutti appropriandosene. Si appropriano delle vocazioni che Dio fa sorgere assoggettandole alle proprie mire.
    Se il prete Sanfilippo amasse la Chiesa, sarebbe felicissimo di accogliere le correzioni al movimento a cui appartiene e di farsene propugnatore presso i vertici del Cammino, perché essi possano difendere e diffondere ciò che è più importante per il proprio carisma: fare il bene delle anime. Ma così non è, evidentemente. Per cui rimandiamo il discorso viscido al mittente rivelando ciò che esso è: una minaccia, di una incredibile protervia, di chi crede di aver messo le mani sulla Chiesa e di poterne essere il padrone.
    Il Sanfilippo si occupi invece di sviluppare le linee guida contro l'abuso nei suoi gruppi di dopo cresima e si preoccupi dell'abuso di sostanze che dilaga in essi nonostante tutto il loro apparente perbenismo.

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  6. Con fare tipico dei fondamentalismi protestanti, il Cammino tende a SEPARARE le esigenze evangeliche invece di integrarle.
    Così, anche se a livello non cosciente, i camminanti DI FATTO vivono come se l'amore per Dio fosse cosa diversa e, anzi, contrapposta, dell'amore per il prossimo, tanto che sbeffeggiano e deridono le opere caritative della Chiesa!
    Di fatto sembra che Kiko non ami citare le parole di Gesù sul GIUDIZIO UNIVERSALE.

    E' ovvio che l'amore per Dio viene prima dell'amore per il prossimo e che l'amore di Dio è il fondamento stesso dell'amore per il prossimo, e proprio per questo Gesù ha detto che si salva chi fa del bene al prossimo.
    Infatti Gesù parlava non a chi non credeva (a loro diceva di convertirsi), ma a chi lo seguiva.
    Parlava a chi certamente seguiva tutte le regole del culto, un po' come fanno i camminanti, anche se il loro culto non è conforme a quello della Chiesa.
    A loro Gesù dice che non basta seguire le regole del culto, cioè andare a Messa, seguire le catechesi, ecc... ma occorre anche interessarsi del prossimo.

    Il Cammino commette lo stesso errore dei modernisti che citano il Giudizio universale a vanvera, quasi a voler proporre come modello per i cristiani i vari Casarini, Rakete o Bonino perché dicono di aiutare i poveri (se fossero coerenti sarebbero anche contro l'aborto).

    Ma se, per ASSURDO, l'amore del prossimo contasse più dell'amore per Dio, Gesù, parlando del giudizio universale, avrebbe detto che coloro che si salvano è quelli che vanno a Messa, perché non basta aiutare gli altri per andare in Paradiso, ma occorre anche amare Dio.
    Per andare in Paradiso non basterebbe neppure, per usare il paradosso di Paolo, dare in cibo il proprio corpo agli affamati, se si bestemmia e si profana la domenica!

    Le opere caritative della Chiesa, perciò, non contrastano affatto con la predicazione, ma ne sono il compimento.
    Soprattutto in un movimento laicale, in quanto, per MINISTERO, la predicazione è riservata ai sacerdoti.
    Mi sbaglierò, ma il termine "predicazione" lo vedo riservato al ministero sacerdotale. Ciò non toglie che i laici possano annunciare, testimoniare, istruire e... fare opere di carità e testimoniare con la vita.

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    1. perché non basta aiutare gli altri per andare in Paradiso, ma occorre anche amare Dio.
      ...ma se Dio non lo amo e amo il prossimo perchè dovrei andare all'inferno
      L'amore per obbligo non esiste

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    2. Se si ama il prossimo con l'amore soprannaturale di Dio (carità) certo che si va in Paradiso! Ma chi ama il prossimo con l'amore di Dio, ama soprattutto Dio.
      Quello che volevo sottolineare è che non si può separare l'amore di Dio dall'amore per il prossimo e chi lo fa, sbaglia.
      Il giudizio sui casi particolari, sul cuore delle persone, se si è aperti alla grazia o meno, sulla buona fede delle persone... non mi appartiene. Se il cuore è aperto la misericordia di Dio supplisce.
      Sicuramente però c'è una contraddizione se una persona ama il prossimo e non ama Dio, o viceversa.
      Lo evidenzia proprio il fatto che tanti che dicono di amare il prossimo e dicono come si deve fare, facilmente disprezzano chi non la pensa come loro e spesso sono favorevoli all'aborto.
      Non dico che vanno all'inferno, sta a Dio giudicare, ma certamente sbagliano e la menzogna procura danni spirituali.

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    3. Nella mia vita ho conosciuto persone buone e generose credenti e non credenti, ma di "amore soprannaturale" francamente non ho mai visto neanche l'ombra, al punto che non so neanche cosa possa significare l'espressione. Del resto a un uomo non puà richiedersi un amore "soprannaturale"

      Se poi per amore sovrannaturale sono da intendersi certi episodi di ascetismo, soprattuto femminile, francamente inutili e stomachevoli credo che essi rientrino a buon diritto nella psichiatria

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    4. L'amore soprannaturale, cioè la carità di cui parla San Paolo, è dovuta dalla grazia, che non si vede ma agisce.
      Se si vedesse, potremmo giudicare, avremmo chiara la percezione dello stato di un'anima, come per carisma, in certe occasioni, possono avere alcuni mistici come Padre Pio.
      La conversione che è opera della grazia non si vede, ma può essere supposta attraverso un cambiamento di vita che porta frutti di pace, gioia, benevolenza...

      L'amore umano non soprannaturale è buono e predispone a ricevere la grazia che, sola, apre le porte del Paradiso.
      Se la grazia non fosse necessaria, in Paradiso ci potremmo andare in virtù delle nostre opere e della nostra volontà e il sacrificio di Cristo sarebbe un surplus non necessario.
      Occorre perciò la grazia, che però Gesù offre a tutti.

      L'amore umano è importante perché attira la grazia, ma per essere autentico deve essere gratuito e perciò universale.
      Per questo ho detto che l'amore di chi aiuta certi poveri ma è favorevole all'aborto è un amore non autentico.
      Non dico che gli abortisti siano tutti necessariamente in mala fede, ma il loro presunto amore è falsificato.

      Si può fare l'elemosina per farsi vedere ma questa è ipocrisia.
      Si può suonare la tromba per attirare l'attenzione con dichiarazioni roboanti sull'accoglienza o sulla solidarietà, ma se lo si fa per fini elettorali o solo per sentirsi migliori degli altri, è ipocrisia.
      A volte c'è un po' di ipocrisa e un po' di sincerità, lo sa Dio.
      Ma il PRINCIPIO sulla differenza tra l'amore umano e l'amore divino è importante, perché non è vero che il realismo si oppone ai principi "teorici", ma è l'esatto opposto: senza un principio (in questo caso efficace dell'efficacia della grazia) a cui tendere, tutto si può strumentalizzare, anche l'amore.

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    5. Stiamo girando intorno alla domanda. I buoni, i figli della luce etc ci sono stati in ogni tempo e in ogni latitudine.  Ad esempio il tema centrale del buddismo (sesto secolo avanti Cristo) è la Compassione, ma il buddismo non è devozionale però l'inferno esiste pure per i buddisti. Lì ci si va per "ignoranza" perchè è l'ignoranza metafisica la causa del "peccato" rimuovendo l'ignoranza, che è un velo, la tendenza egoica si attenua fino a scomparire

      Domanda, semplice, semplice. I buddisti sono andati, vanno, andranno tutti all'inferno perchè "non amano Dio", anche se praticano la compassione verso tutti gli esseri viventi?

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    6. Alla tua domanda risponde San Paolo (Rm 2,14-16)
      "Quando infatti i gentili che non hanno la legge, per natura fanno le opere della legge, questi, legge non avendo, a se stessi sono legge. Costoro dimostrano che l’opera della legge è scritta nei loro cuori, rendendo testimonianza di loro la coscienza e i pensieri accusanti o anche scusanti gli uni gli altri, nel giorno in cui Dio giudica le cose nascoste degli uomini secondo il mio vangelo per mezzo di Cristo Gesù."

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    7. I gentili "fanno" tante cose che sono buone sia per il cristiano sia "per il testo del mondo", ne fanno altre che non sono buone per il cristiano ma sono buone per "loro".

      Per conseguenza parlare di legge di Dio scritta da sempre  indistintamente nel cuore di tutti gli uomini dall'origine è una "pia fraus": mai baggianata è stata più smentita dalla realtà osservata.

      Il buddismo è fra questi. Il "buddista" non sa che farsene della "salvezza" perchè considera il paradiso un pericoloso stato illusorio, come considera illusorio l'inferno e quindi respinge l'idea di un dio personale amministratore del destino delle anime.

      Tuttavia il "buddista" può donare la propria vita anche per saziare gli animali affamati

      Per cui ridomando, ammesso che sia vero che il cristianesimo sia l'unica religione e le altre siano "false" che fine farebbe l'anima del seguace di Budda, vista l'assenza torale di fede e la correlativa presenza di opere SECONDO LA DOTTRINA CRISTIANA?

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    8. Pensavo di essere stato chiaro ma così non è stato e ringrazio Valentina per l'intuizione della citazione di san Paolo.
      Tutti possono salvarsi se, alemno implicitamente, si aprono alla grazia. Di conseguenza, se si salvano, è per il sacrificio e la risurrezione di Gesù.

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    9. Il Beato Pontefice Pio IX affermava:

      «A voi è assai noto che quelli i quali per ignoranza invincibile non conoscono la nostra religione, ma conoscono la legge naturale ed i suoi precetti da Dio scolpiti nei cuori di tutti e sono disposti ad ubbidire a Dio e conducono una vita onesta, questi con l’aiuto della luce e della grazia divina possono conseguire la vita eterna; perché Dio, il quale vede, scruta e conosce le menti, gli animi, i pensieri, le disposizioni di tutti, per ragione della sua somma bontà e clemenza non può assolutamente permettere che sia punito con eterni supplizi chi non sia reo di colpa volontaria»

      La Dominus Jesus afferma:

      «[…] l’azione salvifica di Gesù Cristo, con e per il suo Spirito, si estende, oltre i confini visibili della Chiesa, a tutta l’umanità. Parlando del mistero pasquale, nel quale Cristo già ora associa a sé vitalmente nello Spirito il credente e gli dona la speranza della risurrezione, il Concilio afferma: «E ciò non vale solamente per i cristiani ma anche per tutti gli uomini di buona volontà, nel cui cuore lavora invisibilmente la grazia. Cristo infatti è morto per tutti e la vocazione ultima dell’uomo è effettivamente una sola, quella divina, perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di venire a contatto, nel modo che Dio conosce, col mistero pasquale»

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    10. Grazie prendo atto della disponibilità ricevuta da entrambi e della risposte non posso però dimenticare quanto si legge in questo passaggio

      «Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. Infatti Iddio non ha mandato il suo Figliuolo nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figliuol di Dio.» (Giovanni 3:16-18)

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    11. 'Chi non crede è già giudicato'
      Se tu puoi non credere a me, e perché come minimo mi conosci. E non solo superficialmente: se non mi credi è perché hai avuto occasione di ascoltarmi; e non solo questo! Oltre ad ascoltarmi, devi avere la possibilità intellettuale ed esperienziale di comprendermi, per poter dire effettivamenteche non mi credi.
      Ponendo l'ipotesi che le mie parole siano lampanti verità e vita, si può dire che non mi credi se tu non solo hai avuto occasione di conoscermi, di ascoltarmi, di comprendere esattamente ciò che ho detto, ma hai anche capito che la mia parola è vera e l'hai rifiutata.
      Secondo me e questa la situazione tratteggiata nel brano evangelico che hai citato. In teologia si fa riferimento a concetti come l'ignoranza invincibile e quella vincibile che tu certamente conosci.

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    12. Valentina praticamente tutti sono "inciampati" nel Vangelo ma non tutti se ne sono vestiti. Uomini religiosisimi hanno steso peana su Cristo ma non hanno mai pensato di "salvarsi" "credendo", perchè alla salvezza hanno preferito la liberazione; al credere, il fare, alla teologia la teosofia unica garanzia della correttezza del percorso 
      Ne potrei citare a dozzine

      A questo punto torniamo però da capo. Le  vite di costoro sono state impeccabili, penso a Ibn Arabi, nell'Islam. Egli vede nel Cristo il profeta, il Madhi, colui che instaurerà alla fine dei tempi un ordine finalmente fondato sulla pace e sulla giustizia, ma non crede che sia la seconda persona della trinità (e Ibn Arabi fu colui che qualificò Cristo "sigillo di santità assoluta", il più alto "attributo" concepibile nell'ambiente di provenienza per il quale il filosofo sufi rischiò di persona). Identicamente Adi Shankara nell'induismo ha sopravanzato il cristianesimo reinterpretando le sacre scritture vediche alla luce del monismo vedantino (non dualità) il che si traduce non in un credere ma in un essere superando la dualità Atman Brahman


      Allora in questi esempi c'è il consapevole superamento del cristianesimo e seppur la vita di questi uomini esemplari sia stata improntata al distacco e dedicata alla meditazione, essi non hanno creduto né hanno pensato alla "grazia".

      In particolare l'amore di Dio in Ibn Arabi (la via dell'amore è più confacente alle nostre orecchie) è così acuto da raggiungere toni d'una elevatezza insuperabile perchè lì c'è l'unione con il divino ma non l'unità con esso


      Dove sarebbero le anime di costoro secondo la dottriba cristiana?

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    13. Ti dico certamente cose che sai già meglio di me...il cristianesimo si differenzia dalle altre religioni perché non è l'uomo a dover scoprire Dio salendo alle vette del più sublime ascetismo, ma è Dio che si è fatto conoscere dall'uomo, incarnandosi e donandogli la sua grazia.
      Di e saranno questi sublimi asceti orientali? Lo sa solo Dio, che legge i cuori e le coscienze. Certo, se hanno avuto la possibilità di conoscere appieno la verità del Dio incarnato e l'hanno rifiutata per superbia ed inducendo anche molto altri sulla loro strada, può essere che vengano giudicati alla stregua di altri falsi profeti, anche ben incistati nella Chiesa cattolica e dipinti sui pannelli fonoassorbenti delle chiese.

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    14. Se la verità è una (se non siamo d'accordo anche i termini di questa discussione sono opinabili e le parole sono del tutto inutili), non la possiamo scegliere, ma solo "subire" e, se la "incontriamo", possiamo solo accettarla o no.
      Se non la si accetta (compresi i bacchettoni e i camminati che dicono di accettarla), si tende a credere a ciò che si vuole, mentre se non la si incontra, o la si cerca o si tende a credere ciò che vuole.
      Credere a ciò che si vuole, però, è sbagliato. E' come quegli scienziati che, pur di negare il Big Bang, senza nessuna osservazione e nessun dato oggettivo, hanno inventato il multiverso "eterno" o, meglio, infinito nel tempo, come se questo, ammesso esistesse, potesse spiegarsi da solo facendo a meno di Dio (ma per rivelazione sappiamo che l'universo è stato creato dal nulla).
      Il multiverso è un brillantissimo prodotto dell'ingegno umano e una costruzione logico matematica grandiosa, solo che non esiste. Come Topolino.
      E' un prodotto "schizofrenico". Come il Cammino neocatecumenale

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    15. Non sono i toni e le emozioni a parlarci di Dio ma, a livello naturale innanzi tutto la ragione, ma è soprattutto la Rivelazione che Dio fa di se stesso.
      I santi sono i maggiori testimoni della Rivelazione vissuta.
      Se ti piacciono i toni lirici (piacciono anche a me) ti consiglio di leggere opere come l'autobiografia di Santa Teresa d'Avila, o Santa Angela da Foligno, o Santa Faustina Kowalska (ma gli esempi sono innumerevoli). Emozione (se si può usare tale temine), passione e dottrina allo stato puro.

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    16. Valentina, Valentina non cadere in quest'errore. il fedele islamico, lo sch'ita, il certatore di Dio sa di essere un esiliato la cui anima si è allontanata dalla unica fonte della sua felicità, della sua pace, del suo riposo: per questo,  colmo di nostalgia, non può essere un superbo, è una radicale contraddizione in termini.

      Dio è colui che basta a sé non l'uomo,  però l'uomo in vita può raggiungere già il suo fine ultimo: l'amicizia con Dio e ottiene ciò attraverso una permanente trasformazione interiore derivata da un'orientamento di pensieri e comportamenti nei quali opera spontaneamente e senza sforzo. In ciò non v'è posto che per il "ricordo" di Dio. Egli è un nostos, come Ulisse, che pensa solo a ritrovare la sua "patria" e la sua "famiglia"nonostante le avversità che si frappongono alla realizzazione del suo indefettibile proposito


      Ibn Arani, Mir Damad (che sto "studiando" in questi giorni) non hanno rifiutato un bel nulla, hanno cercato, quasi bramosamente, nella preghiera incessante questa amicizia/confidenza con Dio, fonte di ogni consolazione e l'hanno trovata nel profondo dell'anima per mezzo l'estasi , SPOGLIATI DEL CORPO (lo racconta anche Mir Damad che ha come modello l'estasi plotiniana). Un'esperienza (in realtà uno stato) che già semplicemente letta sui libri scuote l'essere nel suo profondo: provare per credere


      Un proverbio iranico recita (e lo scrivo in maiuscolo)" SE L'EFFUSIONE DELLO SPIRITO SANTO DISPENSA DI NUOVO IL SUO AIUTO, ALTRI FARANNO CIò CHE CRISTO STESSO FACEVA" 
      Il mondo kikiano nella sua piccineria è incenerito da queste esperienze spirituali e non meriterebbe la minima attenzione, certe letture infatti toccano l'anima e la mordono nel profondo fino a non lascarle scampo
      Lo testimonio

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    17. Pietro tu rimproveri gli altri di non aver abbastanza letto e compreso il cristianesimo al punto di everlo "rifiutato" ma non accetti l'idea che la stessa considerazione si potrebbe fare per te e per chi la pensa come te che, colmo di superbia umana, non sai che proporre la medesima litania: fede ragione e grazia anche quando essa, la litania, non rientra nel ragionamento.

      Ma tu credi che io sia a un livello di comprensione cosi elementare da non distinfuere l'emozione dalla sapienza cardiaca, quella che Giovanni sperimentò ponendo il capo sul cuore di Cristo, vuoi che non comprenda lo scarto essenziale tra santa Teresa e Leopardi? La conoscenza è cardiaca tanto che i cristianissimi mistici renani sono seguitissimi in Iran, San Tommaso molto meno perchè grosso modo costoro hanno scelto Avicenna e non Averroè e il linguaggio del teologo aquinate gli è estraneo.
      Veramente quella che mi poni è un'offesa "grave" e i panni di mi vesti non sono i miei. Ho solo chiesto per stringere il discorso: qual è il luogo dove dovrebbe sussistere l'anima di colui che dopo aver piamente "pregato" Dio tutta la vita ed essere stato gratificato della sua amicizia per segni inequivocabili dovrebbe riposare, anche se ha sempre e solo pensato che Cristo fosse un profeta?

      Stringi, stringi la domanda è semplicem inutile girarci intorno facendo la gara a chi tra mistici è più poeta

      Di una parola e comprenderò senza ulteriormente commentare

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    19. "Pietro tu rimproveri gli altri...
      Ma tu credi che io sia a un livello di comprensione cosi elementare...
      Veramente quella che mi poni è un'offesa "grave" e i panni di mi vesti non sono i miei..."

      Anonimo: questo è il tuo film, non il mio.

      Per quanto riguarda la domanda che poni in modo tanto ossessivo mi pare che sia io che Valentina ti abbiamo risposto fin dall'inizio in modo chiaro e INEQUIVOCABILE.

      Dal mio intervento delle 14 e 52:
      "Tutti possono salvarsi se, almeno implicitamente, si aprono alla grazia. Di conseguenza, se si salvano, è per il sacrificio e la risurrezione di Gesù".
      Ti può stare bene o meno, ma questo è ciò che credo.

      Se non è chiaro, risponditi da solo.
      Poi, se mi sta bene, approvo la tua risposta. Più di così non posso fare.

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    20. Anch'io vorrei concludere il discorso.
      Non mi permetto di mettere in dubbio l'elevatezza delle pratiche ascetiche di nessuno. Ma la tua domanda era: si salva chi mette in pratica la dottrina cristiana ma non ama Dio? Mi pare che i personaggi da te citati abbiano ricercato l'amicizia se non addirittura il contatto personale con l'Essere Supremo. Io immagino che l'abbiano fatto per amore. Certo, un amore incompleto e maldiretto secondo il punto di vista cristiano visto che pur conoscendo Cristo non hanno capito che è Lui la Via la Verità e la Vita.
      Non puoi dire che abbiano superato il cristianesimo, perché il cristianesimo non pone l'obbiettivo al fedele di trovare in sè la capacità di essere come Dio (a ben vedere, anzi, la stigmatizza come una tentazione mortale causata dalla superbia), ma soprattutto non considera la carne e la materia come qualcosa di negativo di cui liberarsi per congiungersi a Lui. Dio, il Dio di Gesù Cristo, ci ha redenti corpo ed anima e ci restituirà questo corpo corruttibile come incorruttibile e rivestito di immortalità. Mi pare che questo traguardo non possa essere superato da null'altro.

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  7. Al Sanfilippo non importa niente che i ragazzi del "suo" post-Cresima facciamo uso di alcool e droghe, basta che non le usino quando sono presenti agli incontri del "suo" post-cresima.
    Che volete, l'uomo, come il ragazzo, non può non peccare, altrimenti a cosa serve il "cammino neocatecumenale"?
    Infatti, i ragazzi del post_cresima sono invitati già dal primo anno ad entrare in comunità.
    Comunità, dove potranno vantarsi dei loro peccati agli scrutini neocatecumenali.
    Nessuno vuole aiutarli a risolvere i loro problemi con le dipendenze e/o gli abusi.
    Meglio tenersi gli uni e gli altri e lamentarsi fino alla vecchiaia attaccati come cozze al cammino neocatecumenale.
    In pratica aggiungi una dipendenza ( il CN) alle altre dipendenze.
    E per il CN va benissimo così.
    Il Sanfilippo gestisce l'ultimo serbatoio di adepti del CN e lo usa superbamente per raggiungere i piani alti della gerarchia neocatecumenale.

    LUCA

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  8. "Considerato quel che aspetta le cattive guide, la fede, la speranza e la carità ci sollecitano a pregare per la loro conversione, unendo alla supplica accorati appelli perché ascoltino la voce del popolo, tanto esaltato a parole."

    Mi chiedo, dovremmo pregare per la conversione di Kiko? Sarebbe una grande vittoria ma io sento che è più importante pregare per le vittime di Kiko. Sbaglio?

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    1. Sinceramente non so se si dovrebbe pregare per la conversione di kiko. Penso che ognuno preghi per quello che sente più necessario. Personalmente prego per le vittime di abusatori di ogni genere, specialmente per le più indifese. Certamente fra gli "abusatori" ci sono kiko e molti dei suoi pretoriani cosiddetti "catechisti", che magari si sentono anche degli eletti da Dio e dei privilegiati a esercitare quel meschino "potere" all'interno delle salette nella più totale impunità. Si convertiranno mai costoro? Lo sa solo Dio. Convertirsi per loro significherebbe lasciare il loro posto che li fa sentire qualcuno e tornare ad essere i signori "nessuno" che sono fuori dalle salette. E il capo che si sente superiore perfino al Papa?

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  9. Dice Sanfilippo:
    Tutto è in movimento, l'abbiamo sempre detto, per cui anche i modi di servire l'umanità e di parlare nel nome di Cristo possono cambiare, i modi di celebrarlo possono cambiare, ma il cuore, il nucleo della rivelazione cristiana quella non cambia, il deposito della fede, quello non cambia, il cuore della rivelazione non cambia.
    A me pare che ci sia una grave carenza in quanto detto: si parla di deposito della fede, che non cambia, ma non di Magistero.
    Il Magistero è l'insegnamento che la Chiesa esplica in ogni tempo attingendo dalle verità del deposito della fede essa custodisce. A me pare che qui si sia saltato un passaggio fondamentale e che si sostenga che qualsiasi movimento di rinnovamento 'approvato' possa attingere direttamente alla verità rivelata per formulare un insegnamento proprio saltando a piè pari l'insegnamento della Chiesa.
    La riprova di questa voluta lacuna nel ragionamento viene evidenziata da Pax: i modi di celebrarlo possono cambiare, frasetta con cui il Sanfilippo giustifica il fatto che il CNC ha ritenuto di poter stravolgere impunemente la liturgia.
    Ebbene, i francescani hanno cambiato la liturgia? O lo hanno fatto i domenicani?
    Chi pensano d'essere i neocatecumenali per attingere direttamente nel deposito della fede per cambiare la liturgia a loro piacimento?
    Questo lo fecero i grandi e piccoli movimenti riformatori che oggi stanno FUORI dalla Chiesa.
    Tutto è in movimento, l'abbiamo sempre detto. L'abbiamo sempre detto? Chi èil soggetto della frase? Che potere ritiene il Sanfilippo di rappresentare? Quello della Chiesa, di cui si ritiene padrone per un pezzo di carta, lo Statuto, che disattendono ogni giorno allegramente? Cosa credono di essere diventati?

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    1. E poi da quale pulpito viene la predica?
      Il Sanfilippo è un sotto prodotto del cammino neocatecumenale.
      È un esempio classico di presbikiko prodotto in serie dal cammino neocatecumenale.
      Senza il CN era niente, passato il CN sarà niente.
      Si sta godendo il suo piccolo momento di gloria.
      Parla, agisce, si muove, secondo un copione scritto da altri.
      È un tondo e perfetto zero.
      È uno dei tanti "pretini" prodotti in serie dai seminari del CN.
      Si dà tante arie da galletto del pollaio ma in effetti è solo uno dei tanti zerbini di Kiko Arguello e conta quanto il 2 di bastoni quando regna coppe.
      Ho avuto la sfortuna di conoscerlo personalmente.
      Parlare del Sanfilippo è tempo perso, quello che dice è inutile e non è farina del suo sacco, non merita tutta questa considerazione.

      LUCA


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    2. Sono certa che tu abbia ragione, Luca, e che il personaggio sia solamente un gregario, senza nessuna autonomia personale al di fuori del raggio d'azione che Kiko gli concede.
      Dal momento però che questo presbitero neocatecumenale è il referente di una attività parrocchiale, il post cresima neocat, che raccoglie anche ragazzi non necessariamente in Cammino e li "arruola", con una certa subdola insistenza, in Comunità, facendo credere ai genitori non neocatecumenali che si tratti di un luogo sicuro per i loro ragazzi, è importante che il nostro blog chiarisca i lati oscuri e la faziosità della persona, che poi non sono altro che il riflesso del movimento a cui si è votato, sostituendolo addirittura alla Chiesa e al suo Magistero.

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  10. Hai ragione Valentina.

    Fare chiarezza sul post_cresima neocatecumenale e sui personaggi che lo guidano è doveroso.
    Fà parte di quella informazioni necessarie a chi non conosce il CN e che pultroppo si lascia attrarre dai "lustrini scintillanti" di queste "nuove" iniziative per reclutare adepti alla "setta".

    Già quando una realtà Ecclesiale "approvata" dalla Chiesa, punta su "ragazzini" di 12 anni per rimpolpare le sue fila sempre più assottigliate, avverto tanto fastidio.

    Quando lo fà in maniera ancora più subdola, usando il legame che si crea tra i "padrini" neocatecumenali ed i ragazzi, il mio disagio diventa disgusto.
    Mi spiace, devo imparare a controllare meglio le emozioni.

    LUCA

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    1. Se penso che, molto probabilmente lo stesso Kiko abbia ispirato e avuto tra le sue file di sacerdoti, un certo Don Fabio Rosini, che ha portato il messaggio di Cristo a migliaia di giovani, non posso
      evitare di fare un paragone con Don Gianvito Sanfilippo.

      Il Sanfilippo , da buon gregario, non avrebbe mai abbandonato Kiko Arguello per amore di Cristo e dei giovani a lui affidati, come è stato costretto a fare Don Fabio.

      Questa è la differenza abissale tra i due.

      Seguire Kiko Arguello o seguire Gesù Cristo?

      Non ho dubbi sulla eventuale scelta del Sanfilippo.

      D'altronde è difficile scambiare la cacca con la cioccolata.

      LUCA

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  11. In un insegnamento di tanti anni un frate francescano disse che tutte le realtà ecclesiali dovevano avere come fine quello di portare le persone non al movimento, ma alla Chiesa.
    Se tali movimenti fossero poi scomparsi, avrebbero comunque svolto il loro compito e solo questo era ciò che contava.
    Il Cammino, invece, sembra che come fine abbia solo ed unicamente quello di portare le persone al Cammino stesso.
    Di fatto le opere del Cammino diventano un fine, e non un mezzo, tanto è vero che nel Cammino si cammina all'infinito.
    Cioè non si serve mai la Chiesa, ma solo e sempre il Cammino.
    Di fatto nel Cammino si fa tutto con modalità diverse, come se il MODO fosse essenziale per l'efficacia dei Sacramenti.

    So bene che le esperienze personali non possono essere generalizzate, ma personalmente posso testimoniare come le "esperienze" di gran lunga più coinvolgenti e determinati che ho avuto nel processo del mio ritorno alla Chiesa, non sono dovute alle opere del gruppo ecclesiale con cui ero venuto a contatto, ma dalle confessioni.
    Non voglio certo negare altri tipi di esperienze, ma quando si confonde il modo di fare con l'essenza del messaggio evangelico, l'esperienza che si dice di aver vissuto potrebbe essere in gran parte frutto di suggestione.
    E la suggestione sta ai frutti dello Spirito, come l'allegria del vino sta alla gioia frutto dello Spirito Santo.

    Giorni fa sono andato a trovare una famiglia di mia conoscenza che abita al 4° piano di un palazzo. Facendo le scale a piedi ho notato che attorno a un portoncino del 3° pèano erano sistemante due gigantesche palme.
    Più che una testimonianza di fede mi è sembrata una testimonianza della testimonianza della fede. Se così fosse più che di fede soprannaturale, parlerei di esaltazione naturale.

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  12. @ Pietro (NON del Cammino)

    la suggestione sta ai frutti dello Spirito, come l'allegria del vino sta alla gioia frutto dello Spirito Santo.

    Mi sembra questa una sintesi estrema di quanto nel cammino avviene di fatto.

    Kiko gioca moltissimo sulla suggestione. Molto bravo a gestire le moltitudini di ascoltatori e portarli ad uno stato di ebrezza crescente.
    Poi come pronuncia la magica parola "Si alzino ora quelli che si sentono chiamati dal Signore a...." Vedi stuoli di inebriati fratelli sciamare ai suoi piedi. Tanti hanno fatto dietro front, tanti ragazzi hanno iniziato senza mai finirlo il percorso dei Seminari R.M. con grande dispendio di risorse economiche che hanno gettato al collasso tante comunità ma, principalmente, con lo stravolgimento, tante volte totale ed irreversibile, della vita stessa dei giovani malcapitati. In seguito molti di loro ne sono rimasti distrutti perdendo identità e orientamento. Né carne né pesce, insomma.

    Pax

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  13. Mi lascia basita che un Sanfilippo qualunque gestisca col post- cresima tante giovani vite.
    La tragedia vera è che, come sappiamo bene, i pretonzoli neocatecumenali venduti alla causa di Kiko svolgono il loro ministero non avendo la priorità del bene delle anime loro affidate ma piuttosto hanno un unico obiettivo: FARE LA VOLONTÀ DEL LORO PADRONE, KIKO.
    Mi viene da dire: Non potete servire due padroni!
    E non temo le accuse di chi potrebbe ingiuriarmi per quanto affermo col solito... Ma tu chi sei? Come ti permetti di lanciare accuse infamanti tanto gravi?
    Io so quel che dico.
    Si è citato Fabio Rosini.
    Perché mai Kiko ha perso lungo la strada simili figure di sacerdoti. Rosini non è l'unico. E come ha perso costoro ha perso per strada tutti i fratelli migliori. I catechisti migliori. Se uno, non dico dopo un anno di cammino né cinque, ma dopo 10 o 15 o 20 anni ha finalmente compreso a cosa il Signore ci chiama, ha incontrato nell'intimo e nella sua storia il Suo Amore viene messo davanti ad una scelta decisiva.
    FARE LA VOLONTÀ DI DIO O LA VOLONTÀ DI KIKO E CARMEN?
    Perché, sappiatelo, più si va avanti più le due cose divergono e la forbice si allarga ogni anno di più.
    Come mai?
    Ma perché se non vivi il cammino come uno zombie perfetto le contraddizioni, le falsificazioni prendono corpo sempre più e non puoi far altro che riconoscerle.
    ECCO PERCHÉ PIENEZZA DEL CAMMINO È
    DOVETE OBBEDIRE SENZA PENSARE.

    Non so se è chiaro.
    Che altro può dire Kiko?
    Quando tu manifesti dubbi o poni domande questa l'unica risposta.
    Ti mette davanti, con furbizia diabolica, che non ti risponde perché, se ti desse le spiegazioni che chiedi, egli non ti farebbe un buon servizio COME TUO CATECHISTA!
    DEVI AVERE FEDE ADULTA CHE È
    OBBEDIRE SENZA CAPIRE

    Dove abbiamo conosciuto la fede?
    La fede è Abramo che obbedì senza capire l'assurda richiesta di Dio. Obbedì fino a mettere il coltello alla gola del suo unico amatissimo figlio.
    (Vi è piaciuto il revival della kikiana predicazione?)

    Si arriva all'assurdo (qui davvero di assurdo dobbiamo parlare!) che si finisce per considerare il richiamo all'obbedienza più illogica come il segno da parte di Kiko di singolare predilezione.

    Pax

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  14. Dove voglio arrivare?

    Voglio dire che con questa bella sequenza fedelmente rispettata in centinaia di occasioni RESTANO NELLE FILA DEL CAMMINO E TRA QUELLI CHE FANNO CARRIERA E CONTANO PIÙ DI TUTTI, SOLO I PEGGIORI.

    Sanfilippo. Eccolo. Un clone, un venduto, poveri ragazzi!

    Concludo con qualcosa che ho appreso di recente.
    Nonostante il COVID si stanno attivando a livello parrocchiale per riprendere le fila, riallineare in primis i giovani e tenerli in caldo con la chiamata vocazionale. Torneremo su questo.
    Ma la cosa che mi ha scandalizzata di più è che le direttive dall'alto precisano che
    Non c'è limite di età, né discrimine dipendente dalla tappa di cammino. (Sospetto che non gliene freghi niente neanche se nel cammino non ci sono proprio entrati! Che devo dirvi? Forse gli faranno le scuole serali o faranno fare "il salto"! Non so)
    Insomma, per farla breve, età minima 13 - 14 anni. Sì, avete ben compreso, anche solo 13 anni.

    Io che sono maligna concludo che questi stanno più rovinati di ogni previsione più nera.
    Ricordate i primi anni: minimo la traditio o almeno il secondo scrutinio.
    Ora zero.
    Stanno inguaiati. Stanno alla frutta. Stanno alla canna del gas. E giocano con le vite umane. Non si sono fatti mai molti scrupoli a distruggere impunemente la gente. Non mi meraviglio, con gli anni potevano solo peggiorare!

    Pax

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    Risposte
    1. È vero Pax, sono alla canna del gas.
      Nella mia parrocchia i ragazzi che entrano nel post_cresima neocatecumenale vengono automaticamente "blindati".
      Non possono essere invitati ad eventi parrocchiali previa autorizzazione dei catechisti neocatecumenali.
      Non è possibile fare un gruppo su WhatsApp, non è possibile contattarli telefonicamente, tutto e dico tutto deve passare per il filtro del responsabile del post_cresima e dei catechisti neocatecumenali responsabili di quella parrocchia.
      Non dico stupidaggini, quello che dico l'ho vissuto personalmente.
      La realtà è più brutta di quello che sembra.
      Questi signori si sentono minacciati, si sentono "padrini" e "padroni" della vita degli altri.
      Loro rappresentano il discernimento dei giovani, loro sanno cosa é giusto e cosa è sbagliato da proporre ai ragazzi.
      I rapporti con i genitori sono minimali, si fà leva sui giovani per entrare nelle famiglie.
      Il post-cresima neocatecumenale è impegnativo per i "padrini" neocatecumenali.
      Queste coppie sono chiamate ad un compito difficile con i ragazzi.
      Hanno pochissino appoggio da parte del CN, non c'è una preparazione adeguata, un corso propedeutico, un riferimento sicuro, degli esperti da consultare in caso di problemi o di necessità.
      Gli unici referenti di sempre sono i soliti catechisti neocatecumenali, sempre e soltanto loro.
      Praticamente hanno un piccolo mini-mamotreto Kikiano e poco altro.
      È normale che alcuni gruppi perdono i loro ragazzi.
      Durante il terzo anno di post_cresima neocatecumenale si realizza mediamente l'uscita del 50 % dei ragazzi.
      Non lo dice nessuno, ma anche questa realtà si regge sulla buona volontà delle coppie di padrini, non certo sulla bontà dei contenuti degli incontri.
      Il gruppi sopravvive dove si crea un forte rapporto padrini-ragazzi.
      E gente come Il Sanfilippo usa questo legame per traghettare i ragazzi nel cammino neocatecumenale.
      I giovani vengono convinti che il CN è la stessa cosa del post_cresima, anzi migliore perché i ragazzi sono più numerosi.
      E la storia si ripete, tutto bello all'inizio e poi i soliti problemi di sempre di una realtà settaria con il culto della personalità dei catechisti e del fondatore.
      Con i ragazzi e con i loro genitori ci vanno più morbidi,almeno all'inizio, perché sono l'ultima spiaggia, ma poi, per chi rimane funziona tutto come sempre, obbedienza, regole e regolette, dottrina distorta, liturgie neocatecumenalizzate, culto del CN è tanti bla, bla, bla...

      LUCA

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    2. Luca, so che hai già scritto sul post-cresima, ma questo aspetto dei ragazzi blindati che non possono essere invitati in altre realtà parrocchiali va evidenziato, se puoi in un articolo, perché so che invece negli anni sono varie le 'alzate' che vengono fatte per entrare nel CNC. Come anche è importante evidenziare i pochi riferimenti e sussidi dei padrini oltre al mini mamotreto e al dover riferire ai padroni catechisti. Grazie e scusami se sono pressante ma è un un argomento che per me è importantissimo.

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