giovedì 16 dicembre 2021

Il rito di istituzione dei Catechisti (quelli cattolici, non quelli neocatecumenali)

"Catequista" laico ti catequizza
Lunedì 13 dicembre 2021 la Congregazione per il Culto Divino, a firma dell'arcivescovo Roche, ha inviato ai presidenti delle Conferenze Episcopali una lettera sul rito di istituzione dei Catechisti.

Dal momento che nel Cammino Neocatecumenale il termine "catechista" è stato ampiamente abusato - per indicare i capicosca della setta: «l'ubbidienza al catechista è tutto!», soleva ripetere sempre l'Argüello - ci permettiamo qui sotto una breve riflessione con alcuni chiarimenti necessari a prevenire le ampollose astuzie retoriche dei kikolatri.



La prima cosa che dobbiamo ricordare è che col termine "catechista", nella Chiesa Cattolica, si definisce colui che insegna le cose della fede ("catechismo"), una funzione esclusivamente di insegnamento, a sostegno dei parroci.
Ricordiamo che il ministero di insegnare è proprio del vescovo, che per ovvi motivi di dimensioni del gregge si fa aiutare dai sacerdoti, e che per gli stessi motivi in certe circostanze i sacerdoti possono farsi aiutare da qualche persona ben preparata.

Ricordiamo inoltre che la gerarchia ecclesiale è solo quella fondata sul sacerdozio. I parrocchiani che compiono un qualche servizio perché sotto sotto bramano di conseguire titoli nobiliari ("catechista", "sagrestano", "capo-coro", "animatore", eccetera) hanno un'idea sbagliata della Chiesa (e questo resta vero anche se il parroco fosse fiero del loro operato).

Se nella Chiesa il catechista è colui che insegna le cose della fede, nel Cammino Neocatecumenale il cosiddetto "catechista" è colui che insegna cose contrarie alla fede (poiché insegna il kikismo-carmenismo e le sue ambiguità e le sue eresie), e che fa parte solo della gerarchia del Cammino (un vero e proprio titolo nobiliare interno alla setta), ed al quale gli adepti debbono totale ubbidienza l'ubbidienza al catechista è tutto!», ripeteva sempre il collezionista di finte lauree).
Non fa problema il fatto che nei movimenti ecclesiali esistano leader che insegnano ai membri del movimento le cose relative al proprio movimento; fa problema, invece, quando un leader si arroga il ruolo di maestro e guida nella fede, non avendone titolo nella Chiesa, e molto spesso non avendo nemmeno  conoscenze adeguate (e magari neppure una decente vita morale).
Il caso peggiore è quello dei cosiddetti "catechisti" del Cammino che, in quanto tali, prendono decisioni sulla vita degli adepti della setta, quanto a lavoro, scelte di vita, scelte familiari, vocazione... Non solo insegnano cose sbagliate sulla fede, ma ti fanno compiere scelte sbagliate nella vita solo perché comode per il Cammino o per la loro arroganza del momento.
Barman liturgico durante una "liturgia" neocat
trasporta vino consacrato come se fosse un cocktail
Veniamo ora al contenuto della lettera di Roche.

La prima domanda che sorge è: c'era davvero bisogno di istituire il "ministero laicale" del "catechista"? Dal punto di vista teologico ed ecclesiale la risposta è "no": non era né utile, né necessario alla Chiesa.
Non intendiamo aprire qui un dibattito sul sì o sul no: ci limitiamo solo a notare che con questa nuova istituzione è cresciuta ulteriormente la già vastissima burocrazia ecclesiale.
Dal punto di vista organizzativo e disciplinare, la risposta potrebbe essere diversa, cioè l'istituzione del nuovo ministero laicale intende far piazza pulita dell'eccessivo fai-da-te parrocchiale, colpendo quei catechisti parrocchiali che sono tali non per capacità e merito, ma per altri motivi (a cominciare dal fregiarsi di un "titolo nobiliare" per sentirsi importanti in parrocchia).

Con l'istituzione ufficiale di un ministero, la decisione sull'incarico di catechista della parrocchia spetta ultimamente al vescovo (lo era già prima, ma con troppe scappatoie ufficiose e ufficiali e troppi furbetti incistatisi a far danno).

Ci interessa la questione perché quando un cosiddetto "catechista" del Cammino è anche catechista in parrocchia (o ruolo "nobiliare" simile), i fedeli della parrocchia ne restano danneggiati poiché il soggetto ha molto più "potere" di un normale catechista della parrocchia (infatti gli adepti del kikismo-carmenismo sono tenuti ad obbedirgli a qualsiasi costo, e questo è già sufficiente a creare in parrocchia «dolorose divisioni»), ed anche perché il soggetto, in qualità di funzionario del kikismo-carmenismo, tenterà in ogni modo di "neocatecumenalizzare" tutto e tutti. Non illudetevi di poter trovare un compromesso pacifico col cosiddetto "catechista" neocatecumenale: sarebbe come se uno volesse accogliere la volpe nel pollaio sperando che questa diventi vegetariana.

Inversione dei ruoli:
il laico Kiko "benedice"
un sacerdote kikizzato
Il documento della Congregazione precisa che il ministero laicale di catechista venga conferito una sola volta (il che sottintende una preparazione, una fiducia del vescovo, eccetera) ma che l'esercizio di tale ministero «deve essere regolato nella durata, nel contenuto e nelle modalità».
Inoltre il ministero laicale di catechista può avere due tipologie: quello specifico della catechesi e quello di partecipazione a diverse forme di apostolato (secondo le esigenze del parroco).
Notiamo come questa distinzione ufficiale in "due tipologie" dimostra che lo scopo è di creare una figura istituzionale laica soggetta al parroco, cioè a sfoltire il sottobosco di "titoli nobiliari" parrocchiali.
Come vedete, il ministero laicale di catechista riguarda un mondo completamente diverso da quello dei cosiddetti "catechisti" del Cammino.

Essendo un ministero laicale, non verranno istituiti catechisti i sacerdoti, i seminaristi, i religiosi, né coloro che svolgono un servizio in un movimento ecclesiale. E questo è il punto dolente per tutti i movimenti e associazioni, in particolare dei kikolatri. Un capobastone di movimento ecclesiale non potrà più fare pesca a strascico in parrocchia in virtù di un "titolo nobiliare parrocchiale". È una pessima notizia per i furbetti del Cammino, che a vario titolo ("catechesi post-cresima", eccetera) si intrufolavano in parrocchia come parassiti.

Nel punto successivo (punto 9) la lettera di Roche chiarisce che il ministero di catechista non va distribuito a pioggia ai richiedenti, specialmente per quanto riguarda i percorsi di iniziazione di fanciulli, ragazzi e adulti. Pare proprio che ce l'abbia contro i furbetti neocatecumenali che con la scusa dell'impegno in parrocchia tentano di cooptare parrocchiani al Cammino.
Se i neocat fossero cattolici, corrisponderebbero a meno dello zero virgola cinque per cento della Chiesa. Nonostante i gravissimi problemi creati dal Cammino dovunque abbia attecchito (ricordiamoci che oltre l'80% delle comunità neocat mondiali sono sparpagliate fra Italia e Spagna), è impensabile che venga istaituito un nuovo ministero laicale solo per frenarli un po'. Qui, infatti, stiamo solo evidenziando che tale nuovo ministero danneggia il parassitismo neocat in parrocchia.

Spetta alle conferenze episcopali, poi, stabilire "profilo, ruolo e forme per l'esercizio del ministero dei Catechisti".



Photoshopping neocatecumenale:
analisi delle immagini JPEG
della vecchia foto della Carmen
dove hanno aggiunto le mani giunte
Domanda: come si fa a capire ufficialmente che un soggetto è inadatto al ministero laicale di catechista perché infognato in attività neocatecumenali?

Ufficiosamente è facile capirlo, poiché i kikos fanno di tutto per far sapere di essere tali. Devono tassativamente annunciare il verbo kikiano in ogni occasione, opportune et importune. Hanno un'invincibile sete di mostrarsi adepti di Kiko, un mix di vanità ("siamo meglio dei cristiani della domenica") e di propaganda ("ehi, esistiamo anche noi! accorgetevi di noi, aderite al Cammino, preparate i soldi per decime e collette!") e di arroganza («siamo una potenza!», sì, una potenza infernale).

Senza sottovalutare il potere intimidatorio e ricattatorio dei kikos, ci aspettiamo che se un neocatekiko riuscisse a intrufolarsi nei ministeri istituiti, sarà il primo a vedersi revocare ogni incarico qualora ci sia il legittimo sospetto che abbia fatto "carriera" nel Cammino, o che sfrutti il suo incarico per "neocatecumenalizzare" la parrocchia (che, ricordiamolo, è di tutti, non è terreno di conquista per i meglio organizzati).

E invece, un vero "catequista" del Cammino? Ci aspetteremmo che il Cammino comunichi ai vescovi i nomi dei propri "catequisti", cosa fatta finora con estrema parsimonia poiché i pezzettoni grossi del Cammino vogliono evitare di compromettere i propri agenti segreti sparsi sul territorio, non vogliono condividere con le autorità della Chiesa la propria struttura interna (verrebbero fuori troppe magagne e troppi conflitti di interesse...) e vogliono conservare la libertà di dichiarare "demonio, giuda e faraone" qualunque "catequista" che smette di credere ciecamente in Kiko.

Questo atteggiamento ora si ritorce contro il Cammino perché qualsiasi cripto-catequista che in parrocchia tentasse di invitare a iniziative del Cammino o a proporre modificazioni liturgiche modello Cammino, o anche soltanto a far cantare una canzonetta kikiana in un qualsiasi contesto parrocchiale, verrà presto denunciato al parroco e al vescovo per aver infranto il punto 8.

Mentendo - poiché il metodo del Cammino è la menzogna -, il soggetto dirà di non avere incarichi nella setta; e però le bugie han le gambe corte e i neocatecumenali resterebbero comunque nella lista dei sospetti, e il ministero verrà auspicabilmente affidato a persona certamente non kikizzata. Un kikolatra non può eternamente fingere di non essere kikiano mentre contemporaneamente tenta di neocatecumenalizzare la parrocchia.

Una volta agguantato un bene della Chiesa
non vorranno mai rinunciare al possesso
Personalmente, per motivi teologici ed ecclesiali, non ho un giudizio positivo dell'istituzione di un nuovo ministero laicale. Però non posso negare che di fatto realizza una vera e propria stangata a quei movimenti (specialmente il Cammino) che fingendo di collaborare alla parrocchia, tentano di convertirla al proprio idolo.

E quest'ultima stangata arriva proprio nel momento in cui la pandemia ha drammaticamente accentuato il declino del Cammino Neocatecumenale.

E pensare che Kiko si leccava i baffi il giorno dell'elezione di Francesco. L'Argüello, acerrimo nemico dell'inginocchiarsi davanti al Santissimo Sacramento, in quel lontano 2013, alla prima celebrazione di Francesco, vedendo l'assenza di inginocchiatoi nella Sistina si galvanizzava dicendo: «questo vuol dire qualche cosa! questo vuol dire qualche cosa!». Non sarebbe stato altrettanto felice nemmeno se all'improvviso fosse quadruplicato il gettito delle "decime".

35 commenti:

  1. Invito gli asini raglianti a leggere prima di commentare in modo sgangherato (e possibilmente leggere tutto), per evitare di prendere letteralmente fischi per fiaschi e di difendersi da accuse che nessuno aveva mosso, affermazioni che nessuno aveva fatto, illazioni che nessuno si era sognato di fare.

    La vecchia foto del barman liturgico neocatecumenale - pubblicata in pompa magna sui gruppi facebook kikolatri - ancor oggi mi fa molto ridere perché mi ricorda quando da ragazzino fui portato ad un ricevimento di un matrimonio, piuttosto lussuoso, dove c'era un cameriere con una bottiglia di vino in mano che girava attorno ai tavoli a riempire i bicchieri che gli sembravano vuoti. Una scena a metà strada fra l'Alta Società e il Kitsch Esagerato, perfettamente replicata dal kikismo-carmenismo: "il Signore (in realtà il Cameriere) passerà a servirli (servendo il vino qua e là fra i tavoli)".

    I rivoluzionari vaticansecondoidi - tra cui gli imborghesiti Kiko e Carmen - esasperarono l'aspetto di "banchetto" al punto che hanno fatto sempre celebrare un banchetto "un po' sacro" anziché il culto a Dio gradito. Tutti comodamente seduti (non sia mai che qualcuno si ponga in ginocchio davanti al Santissimo Sacramento), arriva il cameriere (il barman col papillon) a "servirvi" (dopotutto siete in trattoria a rimpinzarvi, no?), dopo che avete eseguito una rumorosa chiassata a suon di canti urlati, grattugiata di chitarrelle, omelie laicali estemporanee e sgangherate, letteralmente una cafonata da osteria di campagna quando si festeggia il compleanno del nonno.

    Nella Chiesa Cattolica, invece, la celebrazione dell'Eucarestia è compito del sacerdote celebrante. Tutto il resto - l'assemblea, i chierichetti, i concelebranti - è un di più che dà anche a loro quel grandissimo bene spirituale ma che non cambia il valore di quello che il singolo sacerdote sta celebrando. «Fate questo in memoria di Me»: il sacerdote lo fa, tutti gli altri "partecipano" nel senso di "prendervi parte", ma l'azione è del solo sacerdote, l'efficacia non cambia in presenza di più o meno "partecipanti", il "prendervi parte" è qualcosa di spirituale, è un unirsi a Dio, è un offrire col cuore ciò che il sacerdote sta compiendo, e possibilmente è un mangiare quel Pane di Vita Eterna quando il Messale indica al sacerdote di amministrare la Comunione. La più santa delle assemblee di cristiani non può fare a meno del sacerdote. Senza sacerdote non c'è Eucarestia.

    Kiko e Carmen hanno invertito le parti: «senza comunità non c'è Eucarestia». Il Cammino ha ridotto la celebrazione eucaristica a uno spettacolino autogestito in cui il prete (oops, "presbìtero", a loro piace usare paroloni complicati) è poco più di un elemento ornamentale, visto che tutto viene "sceneggiato" dai partecipanti, a partire dalla tragicomica omelia laicale detta L'Ambientale, fino al ridicolo Girotondino col Passetto conclusivo, malamente scopiazzato dal ballo dei cosacchi di un asilo infantile siberiano.

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    1. Promemoria tecnico per i finti tonti:

      anche quando si usa dire "l'assemblea che celebra", e anche fingendo di non notare che l'assemblea "celebra" unita al sacerdote (cioè il sacerdote celebra indipendentemente dalla presenza dell'assemblea altrimenti non sarebbe stato necessario evidenziare tale unità dei cuori), resta il fatto che senza sacerdote non può esserci sacramento - al punto che la Messa può essere validamente celebrata anche dal solo sacerdote senza assemblea.

      La Santa Messa non si può celebrare con un milione di santi laici "uniti" ma senza sacerdote, e nemmeno con centomila diaconi "uniti" ma senza sacerdote; serve proprio un sacerdote. Queste cose sono concetti fondamentali da primissimo anno del Catechismo dei bambini: si possono negare solo per malafede o ignoranza totale di qualsiasi cosa riguardi la fede. Non si può confondere la questione fondamentale con le belle parole di belle omelie e di espressioni di enfasi e di gioioso rimarcare che i fedeli presenti alla celebrazione non equivalgono ad un soprammobile impolverato, ma resta il fatto che senza il Sacerdozio non vi è Eucarestia. Perfino i primissimi luterani non avevano avuto il barbaro coraggio di abolire completamente sacerdozio ed eucarestia... e dopo pochi decenni a cosa si sono ridotti? A celebrazioni consistenti di un sermone di un laico, e di canti.

      Anche Kiko e Carmen, strutturalmente protestanti oltre che nemici giurati del Santissimo Sacramento, hanno cercato di svilire il più possibile il sacerdozio. Il loro ideale, neanche troppo nascosto, è che il catechistone comunitario celebrasse con pagnottone e insalatiere, e sua moglie sparecchiasse tavola.

      Nella Chiesa Cattolica, invece, la liturgia della Messa viene vissuta come unico vero culto a Dio gradito, efficace e gradito a Dio perché è stato Dio stesso a comandarla (e Dio non può contraddirsi: ai suoi Apostoli - e dunque ai loro successori, e a coloro a cui sia stato trasmesso tale potere sacramentale, ha davvero detto: «fate Questo in memoria di Me»). Pertanto, il fedele che assiste alla Messa, col solo prendervi parte acquisisce imperscrutabili benefici spirituali anche se fosse completamente distratto (come l'abbronzarsi stando al sole: ci si abbronza anche se non si pensa all'abbronzatura).

      Nostro Signore non ha detto "fate comunità in memoria di Me". Non ha nemmeno detto "fate Questo ma tutti comunitariamente, in memoria di Me". L'aspetto comunitario e tutto il resto, sono una conseguenza di una fede vissuta. Ad un cristiano che ha fede, non può non sciogliersi il cuore per gratitudine al Signore, specialmente nel momento della transustanziazione, quel momento in cui il semplice pane e il semplice vino diventano Corpo e Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, un miracolo talmente grande che tradizionalmente lo si accoglie «con cuore contrito e umiliato», in ginocchio ma con la coscienza di essere davanti a ciò che persino gli angeli ci invidierebbero (se fossero creature imperfette capaci di invidiare).

      Kiko e Carmen, ricchi borghesotti ulteriormente arricchitisi vendendo chiacchiere pseudoreligiose e vere e proprie eresie, non hanno mai avuto fede riguardo alla questione fondamentale - la Presenza Reale di Nostro Signore nel Santissimo Sacramento -, che hanno infatti negato nella pratica ancor prima che nelle parole (la megera Sancarmen Santernandez che definiva i confessionali "casette" e che per disprezzare meglio il Tabernacolo blaterava di Pasqua risorta quarta coppa). Tutto il loro ciarlare "ilsignore-ilsignore" e di "scecchinàdelsignore" serve solo a "fidelizzare" gli adepti in vista del pagamento della Decima.

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    2. ballo dei cosacchi di un asilo infantile siberiano, eh???????????????????????????????????????

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  2. Ringrazio Tripudio per l'articolo e per aver esaminato per noi la lettera della Congregazione per il Culto divino sotto diverse prospettive.
    In particolare mi ha interessato la seguente affermazione: qualsiasi cripto-catequista che in parrocchia tentasse di invitare a iniziative del Cammino o a proporre modificazioni liturgiche modello Cammino, o anche soltanto a far cantare una canzonetta kikiana in un qualsiasi contesto parrocchiale, verrà presto denunciato al parroco e al vescovo per aver infranto il punto 8.
    Sto pensando in particolare a quei padrini neocatecumenali dei corsi di dopo cresima organizzati in parrocchia, spesso semplici fratelli del Cammino, non catechisti, che quindi non sarebbero ostacolati da quell'articolo che auspica che figure impegnate nei movimenti non accedano al ministero di catechista. Ebbene, nel momento in cui facessero alzare, nel corso di specifico rito organizzato in chiesa, i ragazzi per entrare in una comunità del Cammino, come fanno più volte nel corso degli anni dedicati ai corsi per i giovani (copiando i riti delle Alleanze del Cammino), sarebbero subito da denunciare, sia al parroco sia al Vescovo.
    Quindi questo documento potrebbe tornare utile per imporre trasparenza al CN e smetterla di attribuire alla parrocchia le proprie iniziative volte all'auto propaganda, che poi è il sistema principe con cui si sono diffusi: la cosiddetta 'catechesi' in parrocchia, senza dirti chi sono e soprattutto senza chiarire mai che lo scopo finale è farti entrare a far parte del Cammino per sempre.

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  3. Inoltre riporto qui ciò che ho scritto ieri.
    Nell'articolo che riguardava i 'carismi bacati' di certi movimenti che abbiamo pubblicato recentemente, si leggeva: "Non è questione di restare o an­darsene: chi se ne va, va a perpetuare altrove lo stile malato e chi resta si contrappone stando dentro. Chiudere significa inserire una fase in cui ciascuno è chiamato a distanziarsi dal passato.
    È quel passato con il suo particolare tipo di spiritualità che deve morire. Il futuro, se ci sarà, dovrà essere qualcosa di nuovo e di diverso".

    La formazione neocatecumenale tutta è fortemente inesatta e deviata e tende a sovrapporsi a qualsiasi altro input che provenga da altra fonte; motivo per il quale sarà difficile che un corso diocesano o qualche incontro con il parroco modifichi sostanzialmente metodo approccio e contenuti ormai sedimentati da anni o decenni di Cammino.
    Ciò farà sì che molti propugnatori del messaggio di kiko si troveranno ad essere catechisti autorizzati; fino ad ora lo erano per semplice mandato del parroco, domani lo saranno con la piena autorizzazione del vescovo.
    Questo sarà ciò che succederà e non sarebbe ragionevole nutrire illusioni al riguardo.
    A mio parere ciò che effettivamente può cambiare non è l'infiltrazione di catechisti kikiani nelle parrocchie, ormai irreversibile, laddove già avvenuta; ciò che invece muterà davvero sarà solo la consapevolezza che i corsi neocatecumenali secondo le regole di Kiko non sono IL catecumenato per adulti della Chiesa, ma esclusivamente delle attività svolte all'interno del gruppo religioso laicale del Cammino neocatecumenale.
    Questo vuol dire che la Chiesa stessa si sottrae alla 'vocazione' che Carmen sentì a Ein Karem. Disse in proposito: "pensavo di fondare con alcune amiche un'associazione nuova ma ho sentito dalla Madonna: No, è la Chiesa, benedetta tu tra le donne, sarà la Chiesa".
    E ancora: "noi non siamo un movimento nè altra cosa, ma Dio rifà la sua Chiesa".
    Questo documento sul ministero del catechista laico chiarisce che non è così, la presunta santa ha preso un grosso abbaglio, uno dei peggiori possibili. Il suo è un movimento con i suoi catechisti che lavorano all'interno del suo gruppo per i suoi scopi precipui e i suoi (discutibili) metodi: non è la Chiesa, la Chiesa è altro. Contemporaneamente al tentato processo di beatificazione di Carmen non credo che sia un caso che si chiuda il suo sogno e se ne decreti il definitivo fallimento.

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    1. N.B. quanto detto sopra, vale anche nel caso in cui coloro che si occupano della iniziazione cristiana di ragazzi e adulti abbiano invece il ministero del lettorato o anche nessun ministero, ma solo l'incarico formale da parte del parroco, come prevede il documento firmato dall'arcivescovo Roche.
      L'importante è aver stabilito che la formazione e l'iniziazione è responsabilità e compito della Chiesa e non di Kiko e che i suoi contenuti sono da ritrovarsi nel Catechismo della Chiesa Cattolica e non nei mamotreti o nei cosiddetti Direttori.

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  4. Piccolo Messaggio da un semplice fedele che sente di dover fare.

    Mi rivolgo a chi è passato dentro il Cammino ed ha ricevuto fatti spiacevoli.
    Nello stesso tempo sottolineo questo: chi è coinvolto nel Cammino ed ha fatto delle cose spiacevoli, ecco che lo invito a pentirsi e a cambiare atteggiamento. Chi, secondo lui, non ha fatto nulla, si deve sentire non coinvolto. Di certo se una persona fa cose spiacevoli la colpa non è di altri, ma è di lui se ha scelto di agire a quel modo. Ma andiamo avanti.

    Caro fedele in Cristo, forse ti si è offuscata un pochettino la Fede in Gesù in quanto ti sono state fatte delle cose in Nome Suo, cioè ti hanno messo a credere che quelle cose provenissero dalla Chiesa e quindi da Dio, e quindi da Gesù. Nulla di tutto questo, Gesù ha dato la vita per te e ti vuole molto bene. Dobbiamo sapere che Dio non viola la libertà delle sue creature, e quindi se queste fanno del male al prossimo, ecco che Dio lascia fare non per farti fare del male, l'opposto, ma per farti fare del bene. Spiego meglio. Dio da la libertà all'uomo di scelta, sia di compiere del bene e sia del male, ma la Sua Volontà vuole che l'uomo faccia il bene al suo prossimo. Quindi il Signore vuole che il tuo fratello ti faccia del bene, e vuole la stessa cosa da te, cioè che tu faccia del bene a tua volta al fratello. Ma il bene, per essere vero bene, deve essere fatto nell'assoluta libertà di scelta. Dio non vuole manichini, ma cooperatori della sua Volontà, cooperatori che aderiscono con amore e libertà. Ovviamente, vi è una Volontà che ci sovrasta e che dobbiamo considerare, i quanto è il Principio della Vita, ed è la Verità. Non possiamo illuderci di credere che possiamo fare qualcosa di buono senza la Volontà Divina. Non possiamo illuderci di fare delle cose come se Dio non fosse presente. Dio è sempre presente in ogni momento della nostra vita.
    E quindi, quando ti è stato fatto del male, direttamente o indirettamente, ecco che dobbiamo considerare che Gesù non è d'accordo, la persona che ha compiuto il gesto non era in accordo con Dio, e dobbiamo sapere che l'umanità è ferita dal peccato. Per cui, forse, ti sei trovato davanti dei tuoi simili che facevano da padroni della tua vita, mettendoti a credere che quel modo di porsi provenisse da Dio, ma realmente Dio è Padre, non Padrone. Dio non ti incatena nella sottomissione a persone che vorrebbero sottometterti in situazioni vantaggiose di parte, il bene porta frutto a tutti, non discrimina, non fa favori di parte, non crea divisioni, ecc, ecc. Dio ci vuole figli e liberi, ovviamente figli responsabili verso il prossimo, che hanno uno sguardo benevolo verso il fratello.Tutti siamo preziosi agli occhi di Dio, nessuno è escluso. Se ti sono capitati avanti alcuni che si credevano superiori a te e ti hanno impartito comandi inesistenti, e poi ti hanno incolpato facendoti credere che se non avessi fatto quella determinata cosa ( a loro convenienza, come, faccio un esempio concreto: il pagare alcune cose, mentre si hanno soldi nei conti correnti, soldi che hanno specialmente coloro che si fanno pagare quella situazione, ma come l'obbedienza cieca, loro stessi non hanno nessuna intenzione di obbedire, ma obbediscono a convenienza) ti sarebbe arrivata una condanna da Dio, cioè che tu avresti infranto la Volontà dello Spirito Santo, come se tu andassi contro il Santo Spirito, ecco che ripeto: NULLA DI TUTTO QUESTO! LO SPIRITO SANTO E' AMORE; IL FRUTTO E' L'AMORE.
    E per cui, concludo, bisogna stare sereni e in pace, riportare il nostro cuore nella pace, chiedere a Dio di aiutarci nel non andare dietro alle ferite subite, e rimettere tutto nelle Sue Mani, Lui sa e Lui giudicherà. L'importante è che non ci facciamo prendere da sentimenti cattivi verso il Signore pensando come se Lui fosse l'artefice del male subito.

    Cristiano Della Domenica,

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  6. Se chi fa il catechista per un movimento non può farlo in parrocchia, significa che la parrocchia non può "appartenere" a nessuna aggregazione ecclesiale, semmai sono le aggregazioni ad "appartenere" alla parrocchia. Non che ne siano una struttura, ma ne sono al servizio.
    Se un movimento si rifiuta entrare nelle dnamiche parrocchiali, che sono di TUTTI, si riunisca nelle case e non nelle salette parrocchiali.
    Ma se si appoggia alla parrocchia, deve essere soggetta ad essa.
    Questo è quello che pensa la Chiesa.

    Quando sento qualche responsabile di un'aggregazione ecclesiale che, col pretesto dell'unità, parla più dell'aggregazione che di Gesù e della Chiesa, mi insospettisco.
    L'unità, infatti, si fa guardando a Cristo. Anzi, la fa Cristo nella Chiesa, altrimenti è solo un'unità umana che nulla ha di soprannarurale.

    Le aggregazioni riconosciute dalla Chiesa rappresentano solo una modalità di vivere la religione cristiana. Una modalità che però non deve spersonalizzare le persone, perchè ognuno ha il suo modo, originalissimo, di seguire Cristo.
    Nessuno ha la stessa vocazione dell'altro anche se appartengono allo stesso gruppo cristiano.
    Il gruppo può conferire uno stile, non dare un carattere alla propria vocazione. Il carattere lo dà Cristo, ma nella Chiesa. E Cristo per ognuno ha un cattere diverso, ma ogni carattere porta la sua immagine.
    I movimenti perciò possono essere utili ma non sono indispensabili, nel senso che anche senza di loro la Chiesa non perderebbe nulla della grazia di Cristo.
    I movimenti possono servire solo come strumenti di grazia, se docili alla Chiesa.
    Non ai responsabili, ma alla Gerarchia della Chiesa.

    Don Giussani, di cui mia moglie, pur non appartenendo a CL, ha letto tutti i libri, parlava di Cristo e della Chiesa. Ovviamente anche della comunutà che era sorta intorno a lui, perché c'era e non poteva fare come non ci fosse, ma con discrezione.
    A lui importava solo di Cristo e della Chiesa.
    Il suo stile era totalmente diverso da quello di Kiko, a cui sembra che importi solo del Cammino, e se fa riferimento alla Chiesa, o è per criticarla, o in riferimento al Cammino, come se la Chiesa di Cristo si identificasse, Cammino.

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    1. Preciso meglio:
      Il gruppo può far parte della vocazione di qualcuno, fosse anche solo per un periodo, ma non la soddisfa tutta, perché ognuno trova la sua realizzazione solo in Cristo, nella Chiesa.

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  7. Catechista è colui che insegna le cose della fede.

    Dunque, arrogarsi questo titolo è cosa non da poco.

    Nel Cammino avrebbero dovuto chiamarsi, coloro che portano avanti l'itinerario a tappe nelle Parrocchie "secondo le linee degli Iniziatori", Istruttori Neoatecumenali, molto più appropriatamente.

    Chiamandosi invece e considerandosi "catechisti", e catechisti per eccellenza e per antonomasia, concretizzano in questo il primo e peggior abuso che, come nella pesca a strascico, si tira dietro ogni altra pessima conseguenza e sconseguenza!
    Con l'aggravante che dichiarano apertamente di non essere nè movimento nè associazione con qualche scopo. Che scopo?
    Il Cammino Neocatecumenale è la Chiesa.
    Porta della Chiesa. Il Battesimo, puramente e semplicemente; e scusate se è poco!

    Dove è catechista, pomposamente inteso, se non nel Cammino?
    Questa l'ambiguità. Da cui la domanda che resta sospesa nell'aria da decenni, che resta da sempre senza uno straccio di risposta.

    Si parla e straparla di catechista ogni istante tra i neocatecumenali:
    "Il mio catechista mi ha detto"; "ora chiamo i catechisti"; "i catechisti hanno detto che si fa così e non colì"... e giù discussioni e conflitti tra i fratelli di comunità che si amano l'un l'altro, sfiniti nell'eterna gara a chi è più fedele al carisma (necessario riconoscimento, foriero dei futuri titoli nobiliari interni al sistema a cui ciascuno anela).

    Kiko e Carmen lo sono per divina istituzione, fin dalla fondazione del mondo addirittura, secondo un andante ormai divenuto consueto sulla bocca dell'iniziatore superstite ad ogni annuncio.

    Il catechista nel Cammino è tutto; e tutto intorno a lui ruota.
    Nelle comunità non si muove foglia che catechista non voglia.
    Fino a "senza obbedienza ai catechisti non esiste Cammino".

    Ma catechista nel CN è colui che è riconosciuto tale dalla gerarchia stessa interna e che rispetta le rigide regole proprie.
    Per questo si ingenera ancora più confusione.
    Ecco che, pur insegnandosi nel Cammino cose contrarie alla fede, ossia eresie, chi si lascia ammaetrare da loro è serenamente convinto di stare apprendendo la vera Dottrina Cattolica.

    Ma questo è solo l'inizio dei dolori!

    ........

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  8. ........

    C'è una chiusura del cerchio ancor più penosa e devastante.
    Il catechista nel Cammino - per ogni singolo fratello della comunità - è più di qualunque parroco, vescovo, papa. E lo è in nome del c.d. "discernimento".
    Il catechista è colui che ha discernimento sulla vita di coloro che ha catechizzato, come se ciascuno gli fosse stato affidato direttamente da Dio, al punto che Dio stesso parla a ciascuno per la sua bocca. Questo vale in tempo di scrutinio alle varie tappe, ma vale sempre, per qualunque cosa, per qualunque scelta, per la stessa vocazione di ognuno.
    Così come detto molto bene nel post.

    Pax

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  9. Ora, al di là della fumosità e astrattezza della Lettera sul Rito di istituzione dei Catechisti - voglio proprio vedere come e in cosa si concretizzerà e su questo sguazzeranno i soliti amici nostri, che altro non vogliono che svettare sulle macerie della Chiesa, locale soprattutto, come "galli sulla monnezza" - penso che, come tante altre volte e forse in questo caso ancor più agevolmente, i soliti furbacchioni riusciranno a bypassare allegramente anche questa.
    Ben più incombenti perigli hanno schivato mettendoseli dietro le spalle!

    Questa Lettera, come tutto quello che a loro non conviene, sarà tamquam non esset!

    Pax

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  10. Pax, hai ragione sugli "Istruttori Neocatecumenali". Nessuno ci vieta di chiamarli così. È una ri-denominazione non insultante e fedele al ruolo che hanno svolto. E proprio loro, che hanno cambiato il significato a tutti i termini cattolici, non potrebbero protestare.

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  11. San Giovanni Paolo II, parlando ai neocatecumenali nel 1983, raccomandava loro di "esercitare il ministero della catechesi nella comunione e nella disciplina ecclesiale": si tratta dello stesso discorso in cui li esortava a celebrare la Santa Messa "con vera pietà, con grande dignità, con amore per i riti liturgici della Chiesa, con esatta osservanza delle norme stabilite dalla competente autorità, con volontà di comunione con tutti i fratelli".
    In qualche modo la catechesi e la liturgia si intrecciano e si sostengono a vicenda: una buona liturgia presuppone e produce buona formazione e la formazione, la catechesi, non può sottrarsi al compito di preparare a vivere con devozione e rispettare la liturgia.
    Pet questo motivo le brutte catechesi del Cammino sono sempre state accompagnate da una smania di decomposizione della liturgia; ascoltando lo stesso Kiko, ci si rende conto che ritiene d'essere il centro della azione divina, al punto da minacciare le fiamme dell'inferno per chi non fosse riconoscente a Dio per aver avuto la fortuna di ascoltare le sue elucubrazioni.

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  12. Piccolo promemoria per non farsi assordare dagli asini raglianti.

    Per la celebrazione dell'Eucarestia è necessario e sufficiente il solo sacerdote. Senza il sacerdote, non può esservi transustanziazione, perché solo al sacerdote è concesso questo potere. (Più precisamente: è del vescovo, e dunque anche di coloro che il nvescovo ordina al grado di sacerdozio sufficiente a celebrare l'Eucarestia ed assolvere dai peccati, ecc.). Nel Santissimo Sacramento c'è realmente presente Nostro Signore. Se non vi è transustanziazione, quel pane e quel vino restano pane e vino, non c'è l'efficacia della grazia del Sacramento. Il sacerdozio è indispensabile e insostituibile.

    Ora, nel gergo ecclesiale in voga da qualche decennio, si dice che "l'assemblea celebra l'Eucarestia, e il sacerdote presiede". È un linguaggio da omelia, un linguaggio carico di enfasi, che non vuole (né può) cambiare il legame unico e indissolubile tra eucarestia e sacerdozio. Quando si dice che "l'assemblea celebra", non la si sta contrapponendo al potere specifico del sacerdote, ma si sta evidenziando che la presenza dei fedeli non equivale a un soprammobile impolverato, poiché i fedeli presenti alla liturgia traggono enormi benefici spirituali (e ancor più quando ne sono coscienti). Quando si dice che "il sacerdote presiede", si sta parlando della fede che il sacerdote condivide coi fedeli, e che nell'ambito di quella fede il sacerdote è lì anziché in mezzo ai banchi con gli altri, poiché ha il ministero specifico che viene direttamente da Dio. Un linguaggio carico di enfasi non sostituisce le verità di fede.

    Il madornale errore dei modernisti è invertire i significati, trasformando quello omiletico/enfatico in dogma, e quello dogmatico in omelie fatte con grande enfasi. Trasformano l'aspetto secondario del "banchetto" in caratteristica principale, e banalizzano la caratteristica principale (che è il miracolo della transustanziazione). Questo genere di errori viene insegnato purtroppo anche nelle facoltà teologiche, poiché gli "insegnanti" hanno imparato a memoria pomposi libroni parolai e logorroici e carichi di enfasi, e per debolezza mentale (e di fede) hanno confuso i due àmbiti e hanno creduto davvero che la liturgia sarebbe uno spettacolino in cui l'assemblea "celebra" e il prete "presiede", svilendo il più possibile la transustanziazione.

    Chi sminuisce o banalizza la transustanziazione a favore di "assemblea-che-celebra, prete-presiede", anche se si facesse forza di citazioni del Catechismo (usate fuori contesto, con malafede), sta letteralmente rinnegando la fede cristiana e il Santissimo Sacramento.

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  13. Una cosa mi ha colpito nell'articolo: il catechista è colui che insegna le cose della fede.

    Nel Cammino Neocatecumenale, invece, il catechista si prende arbitrariamente anche e soprattutto un compito che è prettamente sacerdotale, quello della direzione spirituale, perché si reputa che lo spirito santo lo illumini e lo guidi perennemente.

    Questo sconfinamento, unito al fatto che l'insegnamento della fede è solamente relativo alla fede inventata dai due spagnoli a capo del movimento, fa del catechista neocatecumenale un emerito usurpatore di funzioni.

    Il fatto che il giorno prima della votazione da parte della comunità sia un semplice camminante, e che dal giorno dopo acquisti tutta quella illuminazione superiore attribuita al catechista neocatecumenale, già evidenzia in modo chiaro come si tratti di una bufala.

    Praticamente, nel Cammino Neocatecumenale è come se credessero che una votazione di uomini tra pari potesse generare un qualche fluido brillantinato che trasforma un semplice catecumeno in qualcuno che detiene non solo l'insegnamento, ma anche il discernimento sulla vita degli altri.

    L'illuminazione, il discernimento, l'autorità, la direzione spirituale e tutto il resto, dipenderebbero da una votazione. Cioè da un accordo umano, da una maggioranza, da dinastie e genealogie, da simpatie.

    Ieri quello era uno come tutti, oggi può mettere bocca nelle cose più intime delle persone che, tra l'altro, gli devono pure obbedienza.

    Non so come sia possibile da parte della gerarchia non comprendere che questo è un gioco da bambini, come quando si decide unanimemente che l'amichetta adesso sarà la dottoressa ed il compagno di giochi sarà il paziente.

    Non funziona così.

    Spero vivamente nella puntuale applicazione del decreto sul ministero di catechista e nelle relative sanzioni in caso di furbetti che tentino di continuare a giocare al loro gioco di ruolo.

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  14. Dio è Padre, non è Padrone.

    Quando il Signore creò l'uomo, Egli lo creò come un Padre pieno di amore per la sua creatura. Egli lo volle libero, libero di scelta. Sappiamo che il nostro padre Adamo cadde nella tentazione del diavolo, e per cui è entrata la morte nel mondo, cioè il peccato.
    Ma la realtà profonda, che il peccato come una nuvola cerca di coprire il sole, è che Dio è Nostro Padre e ci ama, ci ama come un padre o una madre che quando sa che sta per nascere il suo figlio, egli è pieno di gioia, ed è in attesa dell'evento, e poi una volta nato quel figlio tanto desiderato è contento e felice che insieme a lui vi è un suo figlio che gli fa compagnia e che deve far crescere. E per cui è felice di questa compagnia, Dio è felice di noi. Da qui possiamo capire il perché il Signore è molto paziente su tutti noi quando facciamo il male, è molto paziente, dovremmo dire che ha una pazienza divina, perché Lui ci ama e ci perdona e vuole che noi riprendiamo, successivamente ed una volta ravveduti, la via giusta. Per questo, penso, tante volte vediamo il male che ci opprime, cioè sembra opprimerci, e per cui ci sentiamo come abbandonati da Dio, o ci sembra come se Dio non ci fosse, in quanto non vediamo che il male cessi subito e per cui siamo scandalizzat da tutto ciò che ci accade intorno. Egli ha una pazienza tutta Divina, ed ha davanti a Lui i suoi figli che si dividono in lotte, giudizi, oppressioni, ingiustizie, ipocrisie e altro.
    Ma invito a non focalizzarci con il peccato, anche se è realmente presente, ma non è la vera realtà, cioè ha un aspetto di questa, negarlo sarebbe da insensati, ma la vera realtà che ci sovrasta a tutti noi è l'amore della Trinità che ci ama come un Padre. Lui ha amato ed ama profondamente la sua cretura, infonde in lei il suo amore e si aspetta che la creatura infonda a sua volta l'amore ricevuto. Il respiro che diede Dio alla sua creature, cioè l'Alito di Vita che diede alla creatura la vita, fu un respiro di amore, un amore infuso da Dio, un amore che da la vita. La Trinità è Amore.

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    1. La Trinità è Amore
      Il Tripode Kiko Carmen e don Mario è la Trinità
      Quindi il Tripode è Amore

      Sillogistico, dottor Watson

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    2. Sillogismo dei miei stivali. L'affermazione che kiko, carmen e don Mario sarebbero la Trinità è eretica e blasfema... come ti permetti? Ed è una bugia. Altro che sillogismo...

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  15. Come un padre che educa il figlio mano a mano che egli cresce, e quindi all'inizio gli dice le prime cose utili, poi mano a mano gli rivela sempre cose più profonde, in base alla crescita del suo figliolo, ecco che Dio opera così con noi. Lui non vuole che noi rimaniamo come assonnati nella volontà umana, e per cui ci diamo alle passioni innaturali che distruggono l'uomo, l'uomo è chiamato ad assorbire la Volontà Divina e a respirarla, respirarla in quanto fa parte dell'uomo stesso. Noi di natura già siamo partecipi della Divinità di Dio, non ci serve che ci arrivi un serpente che ci dica " Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male". Ma questa partecipazione ci è infusa dal Creatore, come figli siamo amati e avvolti nella Divinità. E per cui non serve che ascoltiamo voci contrarie che ci spingono a dubitare di Dio e a non crederGli, come se il Signore quando ci dice una cosa è come se ci stesse nascondendo qualcosa, e per cui ci stesse dicendo delle bugie o delle mezze verità. E per cui si mettono in dubbio le verità di Dio. Noi non siamo come Dio, giusto per chiarire bene a chi dovesse prendere la tangente, siamo creature, creati a somiglianza del Creatore, suoi figli, figli amati che partecipiamo, per Volontà Divina, del Suo Amore, che ci alimenta e ci sostiene. Come, fatemi passare un esempio, l'aria che respiriamo, essa è intorno a noi, noi l'assumiamo per la nostra vita, se non facessimo questo moriremmo, e poi l'aria è anche dentro di noi, circola e ci sostiene, cioè è la nostra stessa vita. Così è la Divina Volontà in noi. E Lui come un Padre amoroso non cessa mai di enettere gridi e lamenti verso il suo figlio addormentato dal peccato, in quanto lo vorrebbe vedere sveglio e gioioso e che compie tutti quegli atti di amore che Dio ha infuso in lui. Infatti se ci pensiamo bene, quando un padre o una madre si vedono il suo figlio che in questa vita terrena compie atti buoni, cioè lavora, studia, mangia, si fa una passeggiata ristoratrice, spende il guadagno lavorato in cose utili, progredisce, fa scoperte scientifiche, ecc, ecc, ecco che quel genitore è contento del suo figlio, e dentro ha la felicità e non la preoccupazione. Così è Dio, similmente, quando si vede un suo figlio che si immerge nella Sua Volontà e non si da alle opere del peccato.

    Cristiano Della Domenica.

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    1. Purtroppo il Cammino ti fornisce una diversa visione del rapporto con Dio, che viene visto proprio come quel padrone esigente che miete dove non ha seminato della parabola evangelica dei talenti. Da un lato accetta tutto, anche il peccato, anzi, lo considera necessario; dall'altro però ti impone di fare ciò che non desideri, ciò che ti ripugna. Ingenera poi la convinzione che il singolo non sia in grado di decidere per la sua vita, non abbia la guida personale della grazia e dell'ispirazione divina, ci vuole il catechista, per saperti dire che cosa è giusto per te.
      Hanno lavorato davvero 'bene' per dipingere la Chiesa e la Sua dottrina come costrittiva, per poi venire loro a 'liberarti'.
      Grazie Cristiano della domenica per aver rimesso le tessere del mosaico d'amore tra Dio e l'uomo al posto giusto!

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  16. Catequista é l'acronimo di :

    Camminante Ancora Troppo Eretico Quasi Umanamente Irrecuperabile Seguendo Tante Assurdità

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  17. Come chi con la scusa del dialogo "nasconde" la fede, nasconde anche la luce della grazia, così chi in nome di Cristo mette in evidenza se stesso o il suo gruppo, lo fa a scapito di Cristo, e perciò anch'egli nasconde la luce della grazia.
    Chi parla sempre di se stesso e del suo gruppo ecclesiale fa come se Giovanni Battista, invece "diminuire" per far crescere Gesù, non avesse riconosciuto il Messia e avesse voluto continuare col suo battesimo di penitenza, ostacolando così il piano divino.

    Vi fu un periodo in cui ho collaborato col Movimento per la Vita.
    Giustamente nel Movimento si diceva che il valore della vita non è confessionale, ma umano, per cui poteva essere condiviso anche dai non credenti. Ma con questa scusa la dignità non veniva messa in relazione con Dio, che è un “valore” a cui hanno creduto anche tanti non cristiani come Aristotele.
    Il concetto di Dio, infatti, non è confessionale, perché non dipende necessariamente dalla Rivelazione, ma è un concetto “laico”, senza il quale la vita umana non solo non può essere messa in relazione alla figliolanza divina, ma non può nemmeno essere considerata sacra.

    Ma, allo stesso modo, se un gruppo ecclesiale si mette sempre in evidenza, non dialoga, perché disprezza la natura umana, ma fa un monologo che non ammette né domande, né obiezioni, in quanto si considera DIRETTAMENTE inviato da Dio, senza mediazione umana.
    Di conseguenza tale gruppo tende ad assumere tutte le caratteristiche della Chiesa universale.

    Così il Cammino, invece di diminuire per far crescere la Chiesa, cerca, per usare una metafora in stile froidiano tanto caro a Kiko, di uccidere la Santa Madre Chiesa per prenderne il posto. E Kiko cerca di "uccidere" il sacerdozio, e lo stesso Papato, per perché il loro posto venga preso dai suoi "catechisti" e da lui stesso.
    Come se il Vaticano II, valorizzando il laicato, avesse decretato che la Chiesa dovesse essere guidata da dei laici, visto che i preti, dopo Costantino, l'aveva ridotta a un idolo da adorare!

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  18. Nel Vangelo è riportato un episodio piuttosto significativo, quello delle tentazioni nel deserto.

    Lì vediamo che il Demonio tenta Nostro Signore a colpi di citazioni della Scrittura. Cioè, capite bene la situazione: il demonio, pur di promuovere la menzogna e l'idolatria, è disposto a usare in maniera sottile e furbetta perfino la Scrittura e il Catechismo. Pur di sottrarre gloria a Nostro Signore, è disposto a indurre Giuda Iscariota a lamentarsi che quei trecento denari potevano essere usati per i poveri (è sempre il demonio a contrapporre la carità alla fede).

    Gli "agenti di influenza" sovietici, nel dopoguerra, si vantavano di fornire "fino all'ottanta per cento di vero contro il venti per cento di falso", poiché il loro scopo non era di far credere ad una menzogna totale (il che sarebbe molto complesso da realizzare), ma di spacciare per vero un singolo punto falso (in modo che a furia di singoli punti falsi si finisca per accettare qualche grande menzogna).

    Questo genere di astuzie viene usato anche dagli zelanti fratelli del Cammino, per i quali la Messa non sarebbe il culto a Dio gradito (cioè azione sacerdotale) ma spettacolino autogestito (cioè azione principalmente umana), sfruttando come punto d'appoggio perfino gli insegnamenti della Chiesa (cioè portano avanti una menzogna fingendo di basarla su Scritture e Catechismo, proprio come il Padre della Menzogna, vero e unico ispiratore del Cammino).

    Il che non ci fa meraviglia, visto che nel Cammino viene chiamato "catechista" non colui che insegna il Catechismo, ma una sorta di capocosca, "direttore spirituale", la cui parola è considerata più importante di quella dei vescovi (anzitutto per quanto riguarda vocazioni e scelte di vita), e che «scarnifica le coscienze con domande che nessun confessore farebbe».

    Il Cammino è fondato su un cumulo di menzogne - incluse le "apparizioni" millantate da Kiko - ma i fratelli del Cammino cosa fanno? Cercano il pelo nell'uovo perché sono convinti che colpendo il messaggero si ottenga di azzerare il valore del messaggio. Per questo fanno finta di non saper distunguere fra particolare ed universale, fanno finta di non capire la differenza fra linguaggio "ricco di enfasi" e parole da prendere alla lettera, fanno finta di non saper discernere fra astratto e concreto, sono pronti a qualsiasi cosa - anche la più immorale - pur di difendere l'idolo Kiko.

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    1. I neocatecumenali non credono nella Presenza Reale: se qualcuno glielo obiettasse, risponderebbero (mentendo) che ci credono. Ma poi nei fatti si comportano come se non ci credessero.

      Fateci caso: se a un appartenente ad un qualsiasi movimento ecclesiale fate notare un problema, un errore, un'incongruenza, di fronte ai fatti vi risponderà dispiacuto "sì, qui il nostro movimento deve correggersi, sì, questa cosa è sbagliata davanti a Dio, sì, anch'io mi sono sempre opposto e mi opporrò...", perché il loro movimento, coi suoi limiti, insegna che la gloria di Dio è infinitamente più importante della gloria del loro movimento.

      Al contrario, se si tratta di un kikolatra, non ammetterà mai che il Tripode Kiko-Carmen-Cammino abbia sbagliato qualcosa, perché gli errori sono tanti e tali che cadrebbe tutto il castello di carte. Dietro la facciata di "quelli che fanno tanti figli, quelli che fanno tante celebrazioni, quelli che fanno tanti canti, quelli che fanno tante missioni", c'è solo un guazzabuglio di madornali errori liturgici e dottrinali, per non parlare delle infinite ingiustizie ai danni dei più poveri e più deboli, tutte cose che non possono che provenire dal demonio.

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  19. https://www.youtube.com/watch?v=dyIu_CqMJW4

    Consecration of Bahrain’s Our Lady of Arabia Cathedral | LIVE from Bahrain

    CDD.

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  20. Strano che nessun neocatecumenale, tantomeno uno studente in teologia, si provi a commentare questo articolo...
    Cosa c'è? Ci siete rimasti male? State ancora aspettando la versione ufficiale direttamente da Kiko ( o chi per lui)?
    La verità è che finalmente hanno capito quanto danno fate.

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    1. No, non ci siamo rimasti male, certo che attendiamo la versione ufficiale di Kiko, e solo a lui obbediremo. D'accordoooo????????????????????'

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  21. @alect, le risposte non le pubblicate. A voi piace parlare da soli.
    Fallacio Asino Vinicio

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    1. Se formuli una tua opinione sul tema dell'articolo sarai certamente pubblicato. Se invece cerchi di fare il processo alle intenzioni dei commentatori è molto probabile di no.
      AleCT sollecitava un commento all'articolo, non un commento ai commenti all'articolo.

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    2. @fallacio
      Tu prova a fare un commento NEL MERITO del tema dell'articolo. Magari senza usare frasi fatte sul cammino sentite fin troppe volte. Se invece rispondendo preferisci prendertela con la sottoscritta o con chiunque altro, se non ti pubblicano dovresti solo ringraziare per la brutta figura che non ti fanno fare.
      Ora, carissimo cattolico adulto con 30anni e passa di cammino, prova a rispondere...

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  22. @AleCT

    Ma se ci bannate, come possiamo commentare o rispondervi? Non bannateci e vedrete che commenteremo, ma non lo farete, sapete bene che se non bannaste, sareste completamente asfaltati, messi con le spalle al muro, non c'è partita e lo sapete bene, perchè siete molto ignoranti e non sareste in grado di reggere un serio e vero confronto sulla teologia e/o dottrina cattolica. Infatti siete solo dei dilettanti, improvvisati, non sapete di cosa parlate e scrivete un cumulo di asinerie. La teologia per voi è un oggetto sconosciuto, misterioso, lo stesso dicasi della dottrina cattolica, non ne sapete nulla, siete degli incompetenti pieni solo di presunzione e di sfacciataggine, nel voler parlare di cose che ignorate nè capite. Allora non vi resta il puerile giochetto del bannare, della censura, facendo veramente la figura di quello che siete, cioè dei poveri scemi, infantili e stupidi. Vi guardate bene dall'accettare un vero confronto, sapete bene che vi mangeremmo in un sol boccone, non vi restano quindi che questi mezzucci infantili, questi stupidi giochetti da bambini.Buona continuazione.

    Studente di teologia

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    1. Piccolo promemoria per il fintotontismo vittimista neocatecumenale.

      Se uno è studente di aritmetica non può permettersi di insistere continuamente che due più due fa cinque, oppure tre, a seconda delle sue comodità. La prima volta pensi che sta scherzando. La seconda volta pensi che è un somaro ragliante che si fregia del titolo onorifico di Studente di Matematica. La terza volta capisci che è proprio un troll. Quando poi ci viene pure ad insultare, dall'alto della sua ignoranza asinina, chiamandoci "ignoranti", capisci che è proprio accecato dall'idolatria, che vaneggia, che raglia a più non posso perché per smentire noialtri dovrebbe prima smentire l'intera fede cattolica.

      Nella mentalità neocatecumenalizia il cristianesimo è un elenco di cose da fare. Lo vivono così perché i cosiddetti "catechisti" hanno imposto fardelli agli adepti, che loro non osano toccare nemmeno con un dito.

      In realtà il cristianesimo è qualcosa da vivere. Qualcosa che alberga nel cuore. Come sola dimostrazione basterebbe il fatto che nel vasto calendario di santi onoriamo militari, ragazzine, re, casalinghe, ingegneri, bambini, frati, monache di clausura... abbiamo fra i Dottori della Chiesa un'analfabeta (Caterina da Siena), e il primo santo - canonizzato da Nostro Signore personalmente - era stato un mariuolo di mezza tacca per tutta una vita (che poi ha avuto un moto di cuore convertendosi).

      I pastorelli di Fatima, bambini delle elementari che ancora non avevano fatto nemmeno la Prima Comunione, avevano capito già tutto della teologia, pur senza mai versare alcuna "Decima", senza mai fare un'ambientale, senza mai partecipare ad una Convivenza, senza mai grattugiare sulla chitarrella l'ultimo flamenco del collezionista di finte lauree.

      Dunque, uno studente di aritmetica non dovrebbe permettersi di blaterare tremila idiozie e ottomila insulti solo perché continuiamo a ricordargli che due più due fa quattro. Non dovrebbe permettersi di dirci che non conosciamo le tabelline dal momento che gli ricordiamo per la centesima volta questa settimana che tre per tre fa nove.

      Il suo unico scopo, dunque, non è approfondire la conoscenza dell'aritmetica, né di correggere "errori" che lui vede solo perché il suo idolo Kiko gli ha comandato di vederli. Ciò che gli fa rodere immensamente il fegato è l'aver visto in tutti i modi possibili che il tripode Kiko-Carmen-Cammino, vitello d'oro di categoria superiore, è un falso idolo a cui lui ha dedicato l'intera propria vita e le proprie risorse, vi ha sacrificato i propri affetti, e continua a farlo. Passa le sue giornate a spulciare i commenti di questo blog nella disperata speranza di trovare qualcosa con cui poter dire a sé stesso: "ah, li ho sbufalati, dunque Kiko ha sempre ragione".

      Proceda pure nel tentare di smentire la fede, insista pure a proclamarsi offeso mentre ci lancia mille insulti, continui pure ad ignorare tutti gli argomenti che gli riportiamo, imiti pure il demonio - quello vero - tentando di contrapporre la lettera allo spirito, tentando di contrapporre la carità alla verità, tentando di contrapporre la fede alla verità. Il demonio ne sarà contento. Ma lo avvertiamo, che il demonio non prova gratitudine per i suoi servitori.

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    2. @studente
      Il vostro vittimismo è pare solo alla vostra ignoranza
      Visto che ci accusi di non sapere di dottrina ti faccio una domanda a cui tu, ovviamente, dovresti saper rispondere: quali condizioni sono necessarie per distinguere tra "peccato veniale" e "peccato mortale"?

      Rispondi alla domanda e poi falla a qlc neocatecumenale e vediamo come ti risponde.

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