martedì 27 settembre 2022

Domanda ai camminanti dubbiosi: "Ma se chiude il Cammino, voi cosa fate?"

Il Cammino Neocatecumenale ha principalmente un solo grande nemico: la coscienza che ogni cattolico ben formato ha della priorità della fede e dei suoi articoli e la sua convinzione che sia sempre e comunque  necessario rispettare  la libertà e la dignità di ciascun individuo, in quanto figlio di Dio,  quindi anche la propria, senza permettere a nessuno di conculcarla.

Per questo motivo, chi si rende conto che per il Cammino ha più importanza la propria dottrina, la propria liturgia, la propria formazione, la propria ritualità, rispetto a quanto la Chiesa dispone e insegna, e parimenti ha più importanza la propria affermazione rispetto alla vita e alla dignità dei singoli, è già sulla  buona via per uscirne e non farvi mai più ritorno. 

Proponiamo due riflessioni su questo tema tratte dallo spazio commenti del nostro blog.

 

Viene il momento in cui si decide di non far più parte del teatrino...


Lancio una domanda ai camminanti dubbiosi:

"MA SE CHIUDESSE IL CAMMINO VOI COSA FARESTE?"

Questa è la domanda che, tanti anni fa io e mio marito ci facevamo:

"Se non avessimo più il cammino..."

La risposta era, per noi due, ovvia:

"Comunque, ANCHE SENZA CAMMINO, siamo nella Chiesa.
Partecipiamo alla vita della parrocchia e cerchiamo di testimoniare con la vita di tutti i giorni la nostra fede."

Per quello che è stata la mia esperienza il Cammino è stato un percorso che mi ha riavvicinato alla Chiesa. 

E' stato un "di più", ma di supporto.

Non ho consegnato la mia vita al Cammino, cosa che invece i catechisti ti chiedono di fare, pretendendo ubbidienza. 

Leggendo il Blog, qualcuno (qualche neocatecumenale) ha detto che guarda la sostanza e chiude un occhio rispetto la forma. 

Anche io per molti anni ho fatto così. 

Il poter ascoltare, leggere, meditare con calma la parola di Dio due volte a settimana, aiuta certo. Negli anni ottanta era una novità e questo, nel percorso da pellegrina su questa terra, penso sia stato bene per me. 

Tuttavia il Cammino è riuscito a diventare totalizzante e ripetitivo di sé stesso senza sapersi rinnovare e soprattutto disubbidendo alle correzioni; questo si esplica nella forma distorta che continua e sulla quale non puoi più far finta di niente.

(da: Alice de') 

 

Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.(Luca 6,39-40)


Se un'anima potesse rendersi conto dell'immanenza di Dio, che è più intimo a noi di noi stessi (Sant'Agostino), direbbe che fa tutto lui, ma se si rendesse conto della libertà che Dio le lascia, anche se è condizionata e suggestionata, le sembrerebbe che tutto dipende da lei.

Per cui i cattolici, se da una parte sono certissimi dei termini della fede Cattolica, dall'altra, proprio perché l'azione umana dipende da una volontà spesso condizionabile e suggestionabile, non sempre sono certi sulle scelte da fare e spesso si rendono conto delle valutazioni sbagliate che in un primo momento avevano fatto.

Per i modernisti, e penso anche per i camminanti, invece, il rischio è che accada l'esatto contrario: gli articoli della fede sono labili e incerti, mentre essi si mostrano sicurissimi sull'infallibilità della loro azione. 

Senza dubbi o ripensamenti: quando li cominciano ad avere, hanno già un piede fuori dal Cammino. 

(da: Pietro NON del Cammino)

102 commenti:

  1. Domanda all'Osservatorio, ma se la parrocchia chiude tu che fai? Guarda che di parrocchie in questi anni ne hanno chiuse molte.

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    1. @anonimo
      ma davvero non hai mai letto il passo del Vangelo in cui Gesù dice che la Chiesa durerà fino alla fine dei tempi? hai detto una cosa incommentabile

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    2. Il quesito che avanzi non è conforme a quello proposto dal thread. Noi vi domandiamo: "se il cammino dovesse chiudere, dunque non esistere più, cosa fareste?" Non potreste cambiare parrocchia giusto?
      Quindi dovresti offrirci una domanda in sintonia, del tipo: "se la Chiesa Cattolica Apostolica Romana dovesse chiudere voi cosa fareste?". Risposta: essendo la Chiesa Cattolica l'unica vera Chiesa di Gesù Cristo, non può certamente aver fine. Al contrario del cammino, che altro non è che un movimento settario che può venir soppresso in qualsiasi momento, anche tra un'oretta.

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    3. "Nella parrocchia sì, ci sono molte messe, molte comunioni, tutto quello che volete, ma il cristianesimo non si vede da nessuna parte."
      Dalle catechesi iniziali, pag. 52

      "Di fronte a una crisi di fede creiamo i segni della fede all'interno della parrocchia per chiamare gli uomini alla fede. Di fronte a una scristianizzazione che esiste nelle parrocchie perchè la gente non ha una fede adulta, perchè non è stata iniziata alla fede, apriamo nella parrocchia un catecumenato, che è il cammino che la Chiesa ha sempre avuto per iniziare gli uomini alla fede in cui la gente possa scoprire il mistero profondo cristiano della vita."
      Ibidem pag. 77

      Altri passi sparsi, dallo stesso documento

      "Queste comunità che facciamo non sono per quelli che sono nella parrocchia, ma per quelli che ormai non vengono più.

      [...]

      Perciò queste catechesi non sono conferenze quaresimali, ma una cosa molto seria: vogliamo formare nella parrocchia una comunità che sia segno. Questa comunità alla lunga cambierà la pastorale e la struttura della parrocchia.

      [...]

      La catechesi parte dal disegno e dalla necessità di formare nella parrocchia una comunità che chiami a conversione quelli che si trovano nella parrocchia e quelli che non vengono più in Chiesa. "

      Riassumendo:

      1. Il Cammino infama la parrocchia proclamando che i parrocchiani sarebbero solo gente ipocrita e poco seria nella fede. Vabbè la Messa, quello che volete, ma i parrocchiani non sono cristiani

      2. Il Cammino si propone come soluzione ai problemi della parrocchia: per riportare in chiesa quelli che hanno abbandonato

      3. Il Cammino si insedia in un numero enorme di parrocchie

      4. Le parrocchie "chiudono". Quelle neocatecumenalizzate in particolare si svuotano per le violentissime reazioni allergiche dei parrocchiani alla "nueva estetica" e alla "nueva spiritualità" anticattolica.

      5. Dopo aver devastato le parrocchie, il servo fedele di Kiko viene a vantare il fatto che le parrocchie (che il Cammino ha devastato) chiudono.

      Quindi

      6. Il Cammino ha ottenuto il vero scopo per cui è stato disegnato.

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  2. Dal sole 24 ore

    Negli ultimi trenta anni sono nate 277 parrocchie e ne sono state soppresse 458. I parroci sono diminuiti del 16,5%: erano 38.209 nel 1990, oggi sono 32mila.

    Se succede alla vostra parrocchia che fate?

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    1. andiamo in un'altra
      come tutti quelli che lo hanno gie vissuto....o avete paura di fare un metro in più

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    2. e voi se vi chidono la parrocchia dove state come fate?

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    3. Vado in quella nella quale è stato
      "accorpato" il territorio della Parrocchia chiusa.
      Ruben.
      ---

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    4. @anonimo
      vogliamo fare il conto anche di quante persone sono uscite dal Cammino in questi 60 anni? non so quanto il Cammino ne uscirebbe bene...

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  3. perderei tempo facendo sport ,tiro alla quaglia, pesca il cefalo, km sul tapin roulant ,risparmierei un sacco di 50 euro

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  4. Vorrei puntualizzare, che a partire dagli
    anni '50, cominciò qualcosa di simile,
    ovvero l' "accorpamento" delle Diocesi.
    Con lo sviluppo delle comunicazioni sia
    ferroviare che automobilistiche, non aveva più senso una Diocesi ogni 30 Km.
    Di conseguenza, un Vescovo per due o
    tre Diocesi accorpate.
    Vi porto il mio esempio a Roma
    per chi già non lo sa: cambiando domicilio, abito di fronte ad una Parrocchia Neocatecumenale;
    di conseguenza non ci vado.
    Alternativa? Altra Parrocchia di quartiere
    a meno di dieci minuti oppure, Parrocchia
    di origine a tre fermate di autobus.
    Quindi, per me Cattolico della Domenica
    nessun problema.
    Ruben.
    ---

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  5. ....cosa faranno? Non ci saranno più matrimoni combinati dai catechisti e finiranno le raccomandazioni per trovare lavoro ai cloni maschi e femmine del kammino...

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  6. Guardate che per come va il trend delle vocazioni, fra qualche anno chiuderanno moltissime parrocchie, specie quelle affidate ai religiosi, o comunque avranno una trasformazione profonda. Quindi se la vostra speranza sono le parrocchie, mi dispiace disilludervi, ma e' una speranza peregrina, la parrochia come ancora appare, non ha futuro, sono in estinzione, quindi la parrocchia che immaginate già non esiste più, state parlando nostalgicamente di qualcosa che fu e che non è più. Nella mia diocesi, nemmeno tra le peggiori dal punto di vista vocazionale, già si parla di unità pastorali, di diacono parroco. Quindi la domanda la dovete porre a voi stessi, se chiudono la vostra parrocchia che fate? Andate in un altra? In città forse può anche darsi ma in provincia, nei luoghi periferici, dove la parrocchia più vicina è a decine di km come si fa? Figuriamoci il che senso di appartenenza ci può essere poi i problemi di anonimato delle assemblee liturgiche già molto presente già adesso. Quindi cari amici state adorano un feticcio che non esiste piu. Per me in tutto questo il Cammino sarà tra le poche cose che si salverà,il resto già non esiste più. La pastorale sacramentale è in via di estinzione, andare in modo individuale in chiesa per ricevere i sacramenti da soli senza identità ne senso comunitario, ha le ore contate, fatevene una ragione. Non vedete che la frequenza alla messa scende sempre più? Non si confessa più nessuno.Sveglia "osservatori" state vedendo un film che non esiste.

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    1. A me sembra che ad essere fuori dalla realtà sia tu. Le vocazioni sono in netta diminuzione, la frequenza delle parrocchie pure, ma il quadro fosco che dipingi te l'hanno inculcato in testa nel Cammino. Talmente si parla costantemente male della Chiesa cattolica nel Cammino che alla fine uno finisce per credere che l'unica salvezza viene dal Cammino, che fuori dal Cammino sia un inferno continuo sempre e dovunque. E' veramente un lavaggio del cervello sottile ma pervasivo. E le tue parole sono la migliore testimonianza di questo. Sembra quasi che ti faccia piacere che sempre meno persone vadano in Chiesa. O al massimo non te ne importa niente. Se tu fossi cattolico, saresti sinceramente dispiaciuto, e invece dalle tue parole non traspare alcun dispiacere. Per fortuna ci sono ancora parrocchie vive, frequentate, animate e attive. E in ogni caso, centomila volte meglio la parrochia più lontana e 'disastrata' che una qualsiasi saletta neocatecumenale.
      Porto

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    2. @anonimo
      se chiudono le parrocchie chiude anche il Cammino ci avevi pensato?

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    3. ma davvero pensi quello che scrivi?
      Quindi invece nel tuo film ci sarebbe il cammino da ogni parte? In ogni paesino? Ma se per ordine del vostro guru non si fanno catechesi in centri piccoli ! E tu non hai capito neanche perché non ha senso in centri piccoli.
      Comunque tranquillo quando la Chiesa morirà voi non ci sarete più da un pezzo.

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    4. Speriamo che non ti diano il ministero imperiale di cui ti vai vantando da mesi, ci manca solo che per disperazione prendano su gente come te. Ecco cosa facciamo, "anonimo". Speriamo, preghiamo, adoriamo, studiamo, lavoriamo e ci prepariamo al futuro che verrà.

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    5. "State adorando un feticcio che non esiste più"

      Chiami "feticcio" la parrocchia e già dici che non esiste più?
      Ma con quale arroganza ti permetti di parlare così della Chiesa?

      E voi, dove fate quartier generale? Ancora nelle parrocchie mi sembra.
      Naturalmente, in quelle che vi accettano, che sono sempre meno della metà di quelle esistenti nelle diocesi, anche nel migliore dei casi per voi.

      Se sparissero le parrocchie, voi come vi regolereste?
      Vi ritrovereste nelle case, dove non vi vede nessuno?
      Aprireste centri neocatecumenali a gogo?

      I preti sono pochi, ma quelli neocatecumenali sono meno ancora.
      Chi celebrerebbe le vostre Eucarestie domestiche, il padre di famiglia?
      Già ci avete provato.

      Se non lo sai, le parrocchie sono già "comunità di comunità", ma non neocatecumenali.
      Mica esistete solo voi eh?
      Nelle parrocchie spesso ci sono diversi movimenti e voi siete solo uno dei tanti.
      Non siete né gli unici né i migliori.
      State nella Chiesa perché ve l'hanno concesso, non ne avete un diritto.

      Delle tre realtà più potenti (intendo umanamente), i Legionari sono già stati toccati a suo tempo, l'Opus Dei è stato toccato recentemente, poi toccherà a voi.
      Dopo la morte di Kiko, ne vedrete delle belle.

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    6. La solita tiritera delle parrocchie vuote, come a voler azzardare - un azzardo per il cammino - una competizione. Fossimo anche due gatti, e non lo siamo, la differenza sostanziale tra noi cattolici e voi neocatecumenali (e tengo a sottolineare che questo distinguo lo avanzi per primo tu) è che noi perseguiamo la vera dottrina di Cristo, voi no: Se qualcuno insegna una dottrina diversa e non s’attiene alle sane parole del Signor nostro Gesù Cristo e alla dottrina che è secondo pietà, esso è gonfio e non sa nulla” (I Timoteo 6:3).

      Siete incaponiti con i numeri, questione meramente terrena, d'altronde non potendo fare affidamento sul soccorso divino ci si butta a peso morto sull' apparenza.

      Ti ricordo ciò che affermò Padre Pio, lo stesso che smentì con parole severe i due fondatori del cammino:

      - «Meglio una chiesa vuota che profanata».
      - «Meglio la chiesa vuota che piena di diavoli».

      Questi pensieri di San Pio non fanno altro che riproporre la regola tracciata da Gesù stesso, quando ha cacciato i profanatori dal tempio di Gerusalemme.

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    7. Ma vi hanno detto che stanno ACCORPANDO i seminari RM?
      No vero? Vi dicono solo i nuovi giusto?

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    8. Esatto: come quelli di Ascoli Piceno ( che sembra non avesse tutto in regola dal punto di vista edilizio ) e Macerata

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  7. Per me è importante il concetto espresso da Pietro NdC:
    per i neocatecumenali gli articoli della fede sono labili e incerti, mentre si mostrano sicurissimi sull'infallibilità della loro azione; i cattolici, viceversa, dovrebbero essere sicurissimi dei dogmi di fede, meno di come li mettono a frutto.
    Questo è il motivo per cui gli è difficile se non impossibile pensare alla propria vita di fede disgiunta dalla frequenza del Cammino, in pratica fuori dal Cammino.
    E questo dovrebbe essere un grosso campanello di allarme, come lo fu per me a suo tempo, quando mi resi conto che ero divenuta totalmente indifferente a qualsiasi esperienza o verità di fede non collegabile a qualche slogan sentito in Cammino.
    E cito sempre quello che diceva una sorella di comunità per esprimere apprezzamento per il Papa: "parla come noi". Quando invece sembrava essere divergente rispetto al Cammino: "non ha ancora capito". Frasi che ho sentito ripetere anche recentemente, soprattutto la prima, da neocatecumenali.
    Ciò mi fa pensare a Carmen che pregava, prima di un incontro in Vaticano, che al Papa si aprisse l'intelligenza, mai viceversa.
    Se qualcuno si riconosce in quanto dico, ed è in buona fede, cominci a chiedersi il perché, e cerchi di darsi una risposta coerente. Io allora non avevo risposte, ma il solo fatto d'essermi posta la domanda mi ha aiutato a comprendere che avevo imboccato un sentiero sbagliato.

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  8. Purtroppo è sotto i nostri occhi la "desertificazione spirituale" che ha devastato molte parrocchie infestate dal cammino. Frequentare certi luoghi è divenuta una cosa pericolosa per l'anima, a causa delle eresie che vi circolano e di altre cose scandalose che avvengono al loro interno.
    Nelle parrocchie in oggetto, invece di organizzare situazioni realmente edificanti per l'anima, allestiscono celebrazioni esagitate condite da omelie irriverenti, un linguaggio scurrile, dei canti improponibili e dei balli scandalosi (reputo uno scandalo la 'danza' attorno alla mensa/altare) che indubbiamente allontanano da Dio. La mentalità kikiana è penetrata in esse, e ormai più che chiese assomigliano a un raduno folkloristico.
    Frequentando queste attività parrocchiali si rischia concretamente di perdere la fede, ed il dispiacere maggiore è per quelle anime che non hanno mai deciso di entrare nel cammino ma che vi si ritrovano ugualmente implicate.

    Queste chiese si svuotano perché il cammino le scarabocchia e le tratta a suo piacimento con un'autorità insopportabilmente impudente. I fedeli definiti della domenica e i santi sacerdoti che difendono i propri voti si stanno sentendo, a sua cagione, quasi fuori luogo; perché noi credenti non kikiani la Casa di Dio vogliamo che resti quel luogo sacro che arreca il batticuore appena vi si entra, perche l'amore che scaturisce da Essa travolge profondamente l'anima. Quando varco la porta della mia chiesa la Fede mi conduce al Tabernacolo, la Casa del Mysterium Fidei. Davanti a quello scrigno meraviglioso che accoglie il Corpo di Cristo. Si, proprio davanti al Tabernacolo che Carmen Hernández, invece, disprezzava al punto di augurargli la definitiva distruzione.

    Ah! Quanto amo e mi onora essere Cattolica! Quanto mi fa stare bene amare la Chiesa Madre senza farmi disturbare dalle malelingue kikiane che la disonorano e condannano. Quanto mi conquista la recita giornaliera del Santo Rosario! (Carmen aggrappava con avidità le corone del rosario di valore - i gioielli - dispensate dai suoi fedeli, per infilarsele in tasca. Senza ringraziare inoltre)
    - Quanto mi onora questo Scapolare del Carmelo che indosso h24 come un ulteriore e più nobile strato di pelle! -

    Tutte circostanze intese da Kiko e Carmen come superstiziose: "il bue che dice cornuto all'asino".

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  9. - "Ma se chiude il Cammino, voi cosa fate?"

    - "Se volessero 'stravolgere' il cammino, non abbiamo altra scelta che uscire dalle parrocchie e riunirci nelle case, come la chiesa primitiva faceva".

    Kiko ha una proposta (saccente, sanguigna e prepotente) per i casi estremi, come potrebbe essere l'eliminazione del cammino da parte della Chiesa (ma perché non se ne va? Si rifugi nei suoi templi, tra Domus, Porto San Giorgio e varie case kikiane non può lamentarsi. Certo, la pretesa di kiko è che la Chiesa si determini nella sua eretica dottrina, quindi provoca. Dove vuole andare? Se avesse potuto fare a meno della Chiesa lo avrebbe già fatto).

    Mentre i kikos ci illuminano in altro modo, infatti ci informano che la maggior parte di coloro che si ritrovano fuori dal cammino perdono definitivamente la fede. Quindi è questo il destino che si auto profetizzano.

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    1. Più le Parrocchie chiudono, più il
      Cammino perde territorio fisico nelle stesse.
      Ruben.
      ---

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  10. so che so per dire una cosa forte, però io ho l'impressione che molte famiglie rimangano nel Cammino anche per non perdere gli aiuti economici, oppure per non perdere lo status di famiglia più cattolica dei cattolici normali; se il Cammino chiudesse, ad esempio, cosa farebbero le famiglie in missione o gli itineranti? Come farebbero a tornare in patria e a trovare un nuovo lavoro stabile, se avevano abbandonato tutto? sicuramente il Signore li aiuterebbe, però sarebbe difficile mantenere una famiglia numerosa senza le decime che mandano dalle comunità ad esempio

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  11. Se il cammino chiude, la maggior parte andranno nella perdizione visto che si rifiuteranno di andare in una parrocchia frequentata dai cattolici della domenica...

    Piccolo off topic,
    prendendo spunti da questo blog a volte faccio domande tipo quella proposta oggi a mia suocera che e' fedelissima alla kikissima trinita kikocarmenpezzi.
    Un mese fa le feci leggere un articolo di come la eucaristia neocat e' in disobbedienza con la chiesa e il Vaticano.
    L'altro giorno mi disse cosa penso' di questo articolo e pare che lei ando' a parlare con i suoi catechisti (da buona kika ubbidiente) e mi ha detto che i catechisti hanno finalmente confessato che ci sono cose del cammino che sono ancora "sotto investigazione" da parte del Vaticano...

    Risposta un po' vaga che pero ha ammesso quello che gia sapevamo.
    Il cammino non pare essere approvato in tutte le sue eresie e quindi potrebbe essere chiuso da un momento all'altro.
    L'altro punto e': perche continuare a disubbidire e non aspettare l'approvazione del vaticano?

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  12. Le parrocchie fanno schifo, stanno chiudendo ed hanno fallito il loro compito.
    Allora perché VOI neocatecumenali non abbandonate le parrocchie?
    Perché non andate a fare "chiesa primitiva " nelle case da subito?
    Magari vi avvantaggiate il lavoro senza aspettare la fine delle parrocchie.

    Saremmo contenti tutti ,noi,voi ed i parrocchiani.

    Forza fatelo DAVVERO cosa aspettate?

    LUCA

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    1. Nelle famiglie NC con sette otto figli cadauna, non ci sarrebbe proprio spazio per i riti.
      Le Parrocchie sono necessarie a
      loro, come loro non sono necessari alle Parrocchie.
      Ruben.
      ---

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  13. @Gkoria

    Si vede che la parrocchia non aiuta nemmeno dal punto di vista economico, oltre che dal punto di vista spirituale, cara Gloria. Cioè la parrocchia forse aiuta i poveri meno del Cammino. Comunque credo proprio che ti sbagli e sei fuori strada, le famiglie non stanno in cammino perché aiutate economicamente.Io invece conosco famiglie che campano sulle spalle della parrocchia., nella generale mormorazione dei fedeli.

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    1. Cortocircuito in poche righe: la parrocchia aiuta i poveri meno del Cammino / ci sono famiglie che campano sulle spalle della parrocchia.
      Anonimo è totalmente fuori servizio. Prima di scrivere dovrebbe riflettere e cercare se non altro di non contraddirsi.

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    2. @anonimo
      quindi adesso il Cammino non è meglio della parrocchia? ma se stavate dicendo il contrario... come si fa a campare sulle spalle della parrocchia poi? voglio dire, la parrocchia può aiutarti ma di certo non ti paga i viaggi come agli itineranti ad esempio; le parrocchie gestiscono caritas, centri di ascolto e iniziative sociali, nel Cammino dov'è tutto questo? inoltre, se entri nella parrocchia che frequento puoi vedere subito un cartello con il rendiconto delle donazioni bancarie, questa volta a favore dell'ucraina, prima era per i lavori di restauro, nel Cammino dov'è la rendicontazione? Io ho solo espresso un'opinione, ho detto che secondo me alcune famiglie non rinuncerebbero al Cammino anche per queste sicurezze, per non far mancare il sostegno ai figli, oppure perchè magari inconsciamente si sentono migliori delle semplici famiglie della parrocchia e non vogliono mettersi in discussione. Ricordo un'intervista ad una famiglia di neocat in missione in Svezia, dove dicevano che le persone in quel paese sono individualiste e pensano solo a sè stessi, mi chiedo come fanno a giudicarle senza conoscerle? E' come se avessero detto "noi invece siamo migliori". Per carità, tutto il rispetto per la buona fede con cui fanno queste scelte, ma secondo me è sbagliato avere pregiudizi verso un popolo che neanche si conosce

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    3. Nussun corto circuito, leggi bene ciò che ho scritto, era ironia la mia. Ma che ci sia chi vive alle spalle della parrocchia e' vero, lo dico per esperienza diretta. Di certo è falso che le famiglie vengano perché sono mantenute dal Cammino, non è vero.

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    4. @anonimo
      le famiglie in missione sono mantenute dalle comunità d'origine, almeno finchè non si stabiliscono e si sistemano anche economicamente, e i viaggi di ritorno di loro e degli itineranti sono pagati dalla comunità, questo lo sai anche tu, come sai che una parte delle decime va anche alle famiglie numerose. Forse mantenute in tutto no, ma ampiamente aiutate sì.

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  14. È sempre opportuno ricordare che Nostro Signore ha garantito la Chiesa fino alla fine dei tempi.

    Quindi i movimenti e le associazioni ecclesiali - come ad esempio il Cammino - dovrebbero prendere coscienza di non essere eterni... e nel migliore dei casi - come ad esempio il francescanesimo - di essere molto variabili col passare del tempo anche se tappezzati di storie di santità.

    Il Cammino, in particolare, ha vita brevissima, in quanto il Cammino è idolatria. Triplice idolatria: per i due autonominati "iniziatori" e per il Cammino stesso.

    I "camminanti" fanno finta di non ricordare tutte le volte che negli scorsi decenni dicevano tra loro che il Cammino "salva" la Chiesa (traduzione: il Cammino crede di essere la parte migliore della Chiesa), oppure che il Cammino "salva" la gente (quanta cagnara sui "pagani" che si "convertono" e si "preparano" al Battesimo, e invece la quasi totalità assoluta dei "camminanti" è costituita da gente che frequentava la parrocchia e che ha aderito al Cammino grazie alle cosiddette "catechesi iniziali" tenutesi in parrocchia: provate voi a invitare uno dei sedicenti atei, oggi, ad una "catechesi" in parrocchia, dove dei laici ti fanno la predica preconfezionata, provateci e fatemi sapere cosa succede).

    Come già ci rendemmo conto fin dagli inizi di questo blog, la chiusura del Cammino non avverrà per decisione dell'autorità ecclesiale ma perché i nuovi adepti sono molti meno dei fuoriusciti. Intere famiglie - con figli e nipoti e zii e nonni - abbandonano il Cammino, le comunità vengono accorpate e soppresse, le parrocchie "storiche" dove si alternavano decine di nutrite comunità ora contano uno o due gruppuscoli di una quindicina di Paganti Decima, gran parte dei quali sono i figli dei kikos fatti entrare a 14 anni con la scusa del dopo-cresima in modo che compissero i 18 proprio al momento del Secondo Scrutinio, quello in cui devono cominciare a pagare la Decima.

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    1. I movimenti "possono essere un sostegno" alla pastorale della Chiesa, ma non sono enti con cui la Chiesa è tenuta ad avere a che fare. La Chiesa è tale con o senza movimenti. Nostro Signore ha fondato la Chiesa, non una federazione di club che gareggiano a chi segna più punti in campionato.

      E dopotutto, quando un movimento (piccolo o grande che sia) ha a cuore solo il bene delle anime, è disposto anche ad azzerare immediatamente l'intera propria opera se il bene delle anime lo richiede. San Francesco d'Assisi volle l'esplicita approvazione del Papa perché era pronto già ad azzerare tutto, convinto (giustamente) che non può costituire bene qualcosa da fare a dispetto dei Pastori. (Immaginate dunque i kikos che vanno falsamente dicendo "ci manda il vescovo, ci manda il Papa, ci ha invitati il parroco-vescovo-Papa", che vanno incistandosi in parrocchie e diocesi senza permesso, e restano anche quando vengono scacciati via...).

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    2. Nostro Signore ha garantito la Chiesa fino alla fine dei tempi
      Il Cammino è la Chiesa, la sua più fulgida espressione
      Ergo, Nostro Signore ha garantito il Cammino fino alla fine dei tempi

      Sillogistico, dottor Watson

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    3. e stai fresco la Chiesa NON è il cammino, al massimo il cammino può stare nella Chiesa...
      ...vi aggrapate sempre alla famosa Ogniqualvolta..leggetela allora..leggetevi gli statuti..
      Siete una MODALITÀ, non LA modalità, una

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  15. Ne approfitto per spiegarmi meglio, so che molte famiglie del Cammino sono in buona fede e credono molto in quello che fanno, e le rispetto e ammiro per questo. Quello che volevo dire è che se un giorno un padre o madre di famiglia di queste famiglie magari valutasse l'idea di uscire dal Cammino per tornare in parrocchia, forse nella decisione finale peserebbe anche il fatto che facendo così mancherebbe un sostegno economico ai loro figli, oppure avrebbero il timore di essere giudicati male o di dare scandalo, o ancora non vorrebbero ammettere di essere come gli altri cristiani della domenica. Tutto qui, è solo una mia opinione

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  16. @Gloria

    E ti sei spiegata ancora male, stando nel Cammino non è che le famiglie sono fuori dalla parrocchia, anzi sono pienamente inserire nella parrocchia, perchè il Cammino è parte della parrocchia, non è una entità a se. Le famiglie dunque non hanno bisogno di uscire dal Cammino per tornare alla parrocchia, già ci sono. Se le famiglie numerose hanno bisogno di sostegno economico e la parrocchia non lo da è un problema, vuol dire che le parrocchie non funzionano bene.

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    1. @anonimo
      sì ma io intendevo dire che, apparte essere membri del Cammino, queste famiglie non fanno altro in parrocchia (apparte rare eccezioni), la domenica, centro della vita parrocchiale, non le vedo mai a messa perchè celebrate in maniera separata e in disobbedienza al Papa, le vedo solo alla veglia di Pasqua e ad agosto, e non le vedo coinvolte nelle attvità e nella vita parrocchiale, ma solo in quelle che riguardano il Cammino. Mi domando se sono al servizio della parrocchia o del Cammino. In realtà la Chiesa insegna che una persona quando decide di crearsi una famiglia deve tenere conto anche delle sue possibilità e della situazione economica, non dice di fare tanti figli perchè poi la Chiesa li manterrà. L'aiuto economico che viene dato alle famiglie numerose deve essere una cosa in aggiunta, non la base del reddito. L' Humanae vitae spiega tutto in modo chiaro

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  17. Anonimo delle 8 e 22:
    la tua domanda non ha senso, perché "la parrocchia" non è un movimento, ma è una espressione della diocesi. Dire che chiude la parrocchia (e non una parrocchia) è come dire che chiudono le diocesi.

    Solo poragonare il Cammino alla parrocchia è un'eresia perché significa che consideri il Cammino sullo stesso piano della parrocchia, addirittura in contrapposizione alla parrocchia, ma il Cammino può chiudere, mentre la Chiesa non può chiudere.

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  18. Gli interventi dei camminanti fanno una certa impressione.
    Sono dello stesso stampo di quei razzisti che iniziano dicendo: "Non sono razzista, MA...".
    I camminanti dicono: "Sono cattolico, MA... non accetto la parrocchia e la pastorale sacramentale anche se la Chiesa le accetta".

    Dal filotto di commenti degli sprovveduti camminanti appare chiaro che il Cammino esiste solo in contrapposizione alle espressioni della Chiesa come la parrocchia.
    I camminanti sono dipendenti dalla Chiesa, ma non la amano. La loro dipendenza non è dovuta all'amore, ma è come quella di un parassita non può fare a meno di vivere in un ospite.

    Nelle loro "catechesi" fanno sempre riferimento alla Chiesa, ma per criticarla e ridicolizzarla, in modo che il Cammino brilli a discapito della Chiesa. Rubano la fede nella Chiesa.
    Dai loro commenti sembra chiaro che sperano che la situazione delle parrocchie vada sempre peggiorando in modo che essi possano cibarsi dei suoi resti.

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  19. Non dimentichiamoci però, che anche le
    Strutture Cattoliche sconsacrate, sono
    immobili molto ambiti, dove ci puoi fare di
    tutto, dal centro commerciale, palestre e via dicendo.
    Non so se il Cammino disponga di quattrini per acquistare le Parrocchie di
    tutto il mondo a prezzo di mercato.
    Ruben.
    ---

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  20. Cari amici dell'"osservatorio" le vostre risposte sono molto interessanti, vorrei analizzarle. Pietro dice che se chiudesse la propria parrocchia, andrebbe altrove in un' altra parrocchia, mi stupisce la disinvoltura con la quale fornisce questa risposta. E' evidente che Pietro non ha alcuna difficoltà a cambiare parrocchia, l'una vale l'altra. Questo ragionamento dimostra quanto diciamo da tempo, per Pietro la comunità è indifferente, a lui non interessa dei fratelli e sorelle, vive il suo pseudo cristianesimo individualista, solitario, soggettivo, da solo, senza uno spirito comunitario che pure è fondamento della vita cristiana. Ciò la dice lunga sulla comprensione e ricezione di quanto il Concilio Vaticano II ha voluto ribadire, riguardo l'ecclesiologia della comunione. Vorrei chiedere a Pietro se ha mai letto la Costituzione Conciliare Lumen Gentium, se non lo ha mai fatto, lo invito a farlo, ho seri dubbi che lo abbia fatto? Non mi meraviglia il modo di pensare di Pietro, perchè è compatibile a quello che la Chiesa ha proposto fino al Concilio Vaticano II e che risale al Concilio di Trento. La Chiesa ha insegnato che bisognasse andare al tempio, ricevere i sacramenti, e tutto era a posto, l'incontro con Gesù era individuale, soggettivo, non comunitario, la comunione fraterna era secondaria, la Chiesa stessa non era percepita come un sacramento, un segno che facesse presente Dio, ma come una società gerarchicamente organizzata, con un vertice ed una base. I fratelli le sorelle non avevano alcuna importanza, si diceva di amare Gesù, ma si trascurava il suo corpo mistico cioè la Chiesa. Prima del Vaticano II molti scendevano alla messa all'ultimo momento, per prendere l'ostia, o si usciva fuori dalla chiesa per rientrare al momento della comunione, perchè stupirsi se Pietro pensa ancora in questo modo? Dunque una parrocchia vale l'altra si equivalgono, i fratelli e sorelle, sono poco importanti, ciò che conta è vivere il rito, in modo individuale, prendere l'ostia sempre in modo personalistico, cosa vuoi che sia la comunità, i fratelli?
    Prima del Vaticano II addirittura si celebrava contemporaneamente agli altari laterali, solitariamente quindi è naturale che Pietro ragioni ancora così. Ma indietro non si torna caro Pietro, il Vaticano II è stato chiaro, la Chiesa dogmatica, con la pastorale sacramentale come unico modo di esistere, sta finendo, grazie a Dio. La Chiesa è sacramento di salvezza, non perchè distribuisca sacramenti, alla gente secolarizzata non interessa nulla dei sacramenti, non ci credono più, non li chiedono più, quindi è la Chiesa che deve risplendere come sacramento, come segno di fratelli e sorelle che si amano e sono un solo corpo. Questo ha voluto sorrolineare il Vaticano II, questo debbono fare le parrocchie, non serve attardarsi, insistere ostinatamente, nella pastorale sacramentale, nel giro di un decennio finirà tutto. Non sta scritto da nessuna parte che le parrocchie debbano essere sempre come sono oggi, possono anzi debbono cambiare, adattarsi ai tempi che cambiano.

    Rifletti Pietro


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    1. Ma, Martello, hai difficoltà a socializzare?

      Che vuol dire "per Pietro la comunità è indifferente, a lui non interessa dei fratelli e sorelle, vive il suo pseudo cristianesimo individualista, solitario, soggettivo, da solo, senza uno spirito comunitario che pure è fondamento della vita cristiana."?

      Se si cambia parrocchia, ed io l'ho fatto, si socializza nella nuova comunità parrocchiale.
      Umilmente, come nuovi arrivati, senza sentirsi migliori in nulla.

      I "fratelli e le sorelle" non devono essere gli stessi 30 per tutta la vita.

      É proprio questo il connotato di comunione della Chiesa: ovunque vai ci sono fratelli e sorelle.
      Se arrivi ex novo, dovrai imparare a conoscerli.

      Quando ho cambiato parrocchia, mi sono presentato al parroco ed ho offerto la mia disponibilità a ciò di cui avesse bisogno.
      Sono stato invitato alle riunioni ed ho conosciuto persone. Da lì ho cominciato ad integrarmi.

      Il nodo differenziale tra voi neocatecumenali e chi non lo è, è proprio questo: voi vi identificate solo col Cammino Neocatecumenale e per voi i fratelli e le sorelle sono solo quelli della vostra striminzita comunità, i cristiani cattolici si identificano con la Chiesa e per loro i fratelli e le sorelle si possono incontrare anche ex novo, in un crescendo che non ha limiti.

      É che il vostro nido caldo (ma si sta raffreddando) vi fa sentire al sicuro. Riuscite a socializzare solo tra di voi e vi sentite sperduti altrove. Per non ammetterlo, lo chiamate spirito comunitario, ma è uguale a quello dei circoli ricreativi e dei club.

      Poi a me, se le persone nuove che ho conosciuto tradiscono la moglie o il marito, si masturbano o altro, non interessa. Se la vedranno col loro confessore, che non sono io.
      L'amore non è intrusivo, è rispettoso e disinteressato. Si può dare a chiunque e ricevere da chiunque.

      Rifletti Martello, tu che vivi lo spirito comunitario solo con 30 persone.

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    2. @martello
      scusa se rispondo al posto di Pietro, però lasciami dire che il Concilio Vaticano II non ha mai abolito nessun sacramento, nè altre forme devozionali che per voi sono solo "religiosità naturale", anzi la dottrina della Chiesa dice proprio che la salvezza è data dai Sacramenti, non dall'appartenenza ad un gruppo; se vai in chiesa per cercare la dimensione sociale stai sbagliando strada. Poi non mi sembra che Pietro o gli altri abbiano mai detto che non gli importerebbe di perdere l'amicizia con gli altri parrocchiani. So che per voi sembra strano, visto che a chi esce dal Cammino negate perfino il saluto, ma cambiare parrocchia non vuol dire abbandonare le amicizie che si avevano nella parrocchia precedente.

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    3. Esimio Malleus Maleficarum
      E dopo questo sforzo qual è stato il risultato di cotanto difficile parto: una teologia “discutibile” e una liturgia ridicola, che se tale non fosse mi ricorderebbe nell’ambientazione i lobotomizzati di “Qualcuno volò nel nido del cuculo”
      A proposito s, Carmen è parente di Mildred Ratched l’infermiera del film, Si colgono delle assonanze comportamentali sospette
      Siccome non vi si può prendere sul serio state certi che, alla fine della giostra, una risata vi seppellirà...

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    4. Grazie per il ripasso delle catechesi di Kiko.
      Ma il caro UNW NON è l'applicazione univoca del CVII...
      ...e tutta la vostra manfrina sulla comunità.
      E comunque dovete avere seri problemi di relazioni se non riuscite a cambiare ambiente.
      n.b.
      Qui nessuno ha detto che cambiava parrocchia a cuor leggero..
      ..ma tu/voi avete posto una domanda..
      ... e la risposta è stata chiara.
      Voi invece siete abilissimi a cambiare parrocchia l'importante è che la "cricca" rimanga unita...non avete niente da insegnare

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    6. Testa di Martello:
      hai fatto tanta fatica per un lungo e noiosissimo intervento per NULLA, perché non c'entra nulla con quello che ho scritto.

      Naturalmente la Chiesa può organizzarsi anche senza le parrocchie, ma ha deciso così e non è certo il Cammino che può fare qualcosa per impedirlo.

      Equiparare una semplice aggregazione ecclesiale all'istituzione parrocchiale, significa che il Cammino si vede alternativo alle parrocchie, come avesse lo stesso potere della Chiesa.
      E questa è un'eresia.

      Rassegnati: l'istituzione parrocchiale è più approvata del Cammino, perché non l'ha fondata Kiko, ma la Chiesa stessa!

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    7. Martello, non ti rendi conto che il tuo ragionamento è "fallato" fin da principio: Pietro ha detto che se chiudesse la sua parrocchia, andrebbe in un'altra parrocchia, cioè farebbe quello che ogni fedele cattolico farebbe /dovrebbe fare in un caso simile. Tu parli di disinvoltura, ma secondo te cosa dovrebbe fare un fedele cattolico se chiudesse la sua parrocchia: smettere di andare in Chiesa? Perdere la fede? Abbandonare i sacramenti?Poi è ovvio che dispiacerebbe per la propria parrocchia, per i rapporti con le persone, ecc., ma questo è un altro discorso.
      Porto

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    8. Testa di martello,eh?????????????????????????????????????????????????????????????????

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    9. Martello, la Chiesa essendo Cattolica, è Universale quindi, in qualsiasi Chiesa o Parrocchia del mondo, dove vai, troverai il "lumino rosso", acceso accanto al Tabernacolo
      e troverai sempre il Corpo di Nostro Signore, Padre e
      ed amico che non ti abbandonerà mai.
      Questa è senz'altro la mia certezza e di altri....
      Ruben.
      ---

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  21. Allora racconto questo fatto, per dimostrare quanto i neocatecumenali siano coinvolti nella parrocchia e si sentano parrocchiani.

    Nella parrocchia dove iniziai il Cammino, questo fu chiuso nell'arco di 6 o 7 anni.
    Diede grosso scandalo e si separò letteralmente dal resto della parrocchia.
    Siccome però erano nate comunità abbastanza numerose ogni anno (altri tempi!), c'era parecchia gente.

    Fummo tutti trasferiti in un'altra parrocchia che stava aprendo il Cammino proprio in quegli anni e quindi aveva soltanto una comunità propria.
    Fu un'invasione: decine e decine di auto che arrivavano alla sera nella nuova parrocchia ad intasare le strade ed il misero parcheggio, senza mescolarsi nemmeno un attimo coi parrocchiani, che non incontravamo in alcuna occasione.

    Estranei totali che occupavano una parrocchia estranea alla sera col benestare del parroco neocatecumenale.

    Per mio conto, io conoscevo diverse famiglie di parrocchiani, perché frequentavo anche la Messa domenicale ed ero in buonissimi rapporti con loro.
    Così, essendo responsabile di una delle comunità neocatecumenali estranee, un giorno ad una riunione per l'evangelizzazione dissi che bisognava tener conto anche della sensibilità dei parrocchiani, conoscerli, e non imporsi.
    Al che, una delle peggiori esponenti del movimento, che ancora oggi propone e dispone (rimangono sempre questi tipi di persone), mi rispose con sdegno: "Ma che dici! Io non ho questi sensi di colpa! Figuriamoci!". Neanche avessi bestemmiato.
    Chiamò "sensi di colpa" la mia sensibilità verso i parrocchiani e nessuno obiettò.
    Non fregava niente a nessuno se eravamo arrivati lì come un battaglione ad occupare spazi altrui, senza la minima volontà di integrarsi ma solo di "insegnare", comandare (alias evangelizzare) e fare le proprie cose.

    Già ero diverso all'epoca, ma ancora non me ne rendevo bene conto.

    Nel tempo i parrocchiani se ne sono andati quasi tutti in altre parrocchie vicine e la parrocchia è diventata il quartier generale dei soli neocatecumenali.
    Io ho mantenuto i rapporti e, quando sono tornato una volta per un funerale, ormai fuoriuscito dal Cammino da anni, i parrocchiani venuti per l'occasione mi hanno accolto e salutato con calore, mentre i miei ex fratellini di comunità hanno fatto finta di non vedermi o, chi mi ha salutato da lontano, l'ha fatto con estremo imbarazzo e freddezza.

    Morale della favola, i neocatecumenale, ora anch'essi ridotti a quattro gatti, sono riusciti a far scappare tutti i parrocchiani per assenza di "sensi di colpa".

    Voglio aggiungere solo una cosa, che mi ha colpito molto.

    Il nuovo parroco della parrocchia che adesso frequento, lamentandosi del fatto che il coro non funziona molto bene (ma ci sono tante altre cose che funzionano), chiese collaboratori per rimetterlo un po' su e disse: "Non è che io non conosca persone capaci nelle parrocchie in cui sono stato precedentemente, disposte a venire qui per il coro. Semplicemente non voglio chiamare persone da fuori, perché questo umilierebbe i parrocchiani e sarebbe solo un tecnicismo. Se c'è qualcosa che non funziona troppo bene, è la comunità parrocchiale che è chiamata a collaborare e crescere".

    Questo mi ha fatto venire in mente l'esperienza col Cammino, dove funziona esattamente all'opposto: vengono persone da fuori e si mettono a comandare.
    Se non sono le comunità esuli, come nel mio caso, sono comunque i catechisti, che fanno sempre parte di un'altra parrocchia e vanno ad "evangelizzare" quelle altrui.
    Se il parroco è neocatecumenale e li asseconda e li sostiene, com'era nel mio caso, fanno terra bruciata intorno.

    Ecco perché nelle parrocchie fortemente neocatecumenalizzate sembra che non esistano i parrocchiani: se ne vanno tutti altrove. Non perdono la fede, come quelli che escono dal Cammino. Semplicemente si allontanano dai neocatecumenali.

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  22. a porto san.giorgio già hanno chiuso, non si sà niente ancora?

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  23. @Pietro non del Cammino

    Testa di Pietro, ma possibile che non capisci mai quello che scriviamo?
    Che la Chiesa abbia deciso di organizzarsi vuol dire che non può cambiare? Dove sta scritto? Veramente si dice sempre con più insistenza che deve cambiare, non il contrario. Inutile che difendi una istituzione che è ormai desueta. La Chiesa ha deciso dopo il quarto secolo di organizzarsi in diocesi e parrocchia ma per caso è un dogma? No di certo non è un dogma e' non è detto che debba essere sempre così. Non si tratta di equiparare, ma anche se fosse, non vedo il problema, ma di cambiare una istituzione che mostra le rughe. Il Cammino non è alternativo alla parrocchia, e' uno strumento che serve a rinnovarla, a metterla al passo con i tempi, perché questo dicono anche tanti documenti della Chiesa. Questa è un eresia? Allora sono eretici gli ultimi Papi perché hanno detto questo, la parrocchia deve rinnovarsi, lo ha detto anche il Vaticano II, non dobbiamo conservare le cose superate, caduche, atrofizzate, la Chiesa non è un museo, se la parrocchia come è oggi non funziona, deve cambiare.

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    1. E quindi?
      Ma lo hai capito o no che la struttura della Parrocchia e/o la sua stessa presenza la decide la Chiesa?
      Non siete voi che potete imporre il vostro modello.

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    2. E tra l'altro il vostro modello ha fallito, e se vuoi essere onesto, evidentemente non è realizzabile.

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    3. Carissimo, saresti più sincero se completassi il tuo intervento: "la parrocchia deve cambiare....come diciamo NOI..altrimenti non vale". Ci sono molte parrocchie che funzionano e molte realtà belle che però voi NON VOLETE CONOSCERE perchè dovreste ammettere che allora quello che vi dicono KIKO ed i catechisti (ovvero che "fuori dal cammino ci sono solo tenebre") è FALSO. Molte volte è stato chiesto qui di fare degli esempi di realtà cattoliche virtuose. Io ed altri abbiamo messo tanti esempio con link riscontrabili. Avete mai risposto anche solo per dire "ho visto e ne penso questo"? NO.

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  24. Ma decidete una buona volta .
    Se le comunità neocatecumenali fanno parte delle parrocchie allora se le parrocchie fanno schifo è anche colpa VOSTRA.

    E se chiudono le parrocchie, perche fanno schifo ,sono superate e non servono a niente , allora chi aiuta i poveracci che oggi vengono aiutati dalle parrocchie?

    Li aiutate voi?

    E lo fate anche se non entrano nel "mondo neocatecumenale"?

    O se non entrano in comunità ve ne fregate come ve ne se siete fregati fino ad OGGI?

    Vi voglio vedere senza le parrocchie.

    Chissà dove le fareste mai le vostre catechesi, senza dichiarare chi siete e sfruttando le credenziali della Chiesa.

    Chissà come fareste a sfruttare la parrocchia per fare pubblicità al vostro movimento.

    Tipo i catechisti delle Cresime col nuovo "mamotretino " kikiano, per portare i ragazzi nel VOSTRO post-cresima , i corsi prematrimoniali con il solito "mamotretino" kikiano, per invitare le coppie alle catechesi del cammino, le feste parrocchiali per mettersi in evidenza per dimostrare a tutti i costi il VOSTRO sentirsi cristiani di serie "A".

    Il tutto senza mischiarsi con i parrocchiani, anzi evitando i parrocchiani come la peste in tutti i modi e le maniere possibili ed immaginabili, a meno che non decidano di "convertirsi" al neocatecumenalismo.

    Senza le parrocchie VOI neocatecumenali siete ancora più isolati di quello già siete oggi e per VOSTRA precisa volontà.

    Fatela finita di sputare nel piatto dove continuate a mangiare da SEMPRE.

    Falsi ed ipocriti.

    LUCA

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  25. P.s. al mio commento precedente

    Dimenticavo il nuovissimo " mamotretino " kikiano ,per fare catechismo alle comunioni, anche questo rigorosamente segreto e rigorosamente usato dai catechisti neocatecumenali delle Comunioni.

    Così da preparare i ragazzini, ancora prima,alla futura entrata nel CN.
    Anche questo appoggiandosi e nascondendosi dietro il paravento delle parrocchie.

    LUCA

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  26. Martello non ha ancora capito che questo blog è tradizionalista, legato al Concilio di Trento e contro il Concilio Vaticano II. Perchè scrive? Se gli diciamo di non scrivere scrive lo stesso, e allora scriva e si becchi le risposte che gli danno. Contento lui contenti tutti. Veroooo??????????????????????????????????????????????

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    1. La cosa mi giunge del tutto nuova! Questo blog accoglie tutti, e non tratta specificamente di Concilii, né di Trento, né del Vaticano II. In particolare, abbiamo più volte dimostrato che i neocatecumenali che credono di aver incarnato il CVII in realtà l'hanno tradito... sono rimasti alle aspettative di gente alla Hans Küng che pensava che la Chiesa nel Concilio dovesse ridimensionare il sacerdozio sacramentale e adottare la giustificazione per grazia alla luterana. E sono rimasti con un palmo di naso.

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    2. Hans Kung, eh???????????????????????????????????????????????????????????????????

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    3. Hans Kung almeno era sincero e non cercava di nascondersi dietro ad un dito come fanno i neocatecumenali.

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    4. Peccato che Hans Kung non fosse molto ben visto dalla Chiesa per le sue idee, diciamo, non esattamente ortodosse. Brutta razza i teologi, servono solo a fare casino e basta, vedi Mancuso et company. Alla larghissima da costoro.....................................................................................................

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  27. Vi faccio notare che la Chiesa ha già deciso, con il Vaticano II, quindi quasi sessanta anni fa, che la Chiesa e la parrocchia dovessero cambiare, ed ha detto anche il modo. La Chiesa e la parrocchia, debbono mostrare la vera natura del cristianesimo, cioè la comunione con Dio e tra i fratelli, la quale è sacramento cioè segno. Ciò è anche l'essenza della parrocchia, anche se purtroppo, difetta molto, solo voi lo negate. Ciò che il Vaticano II ha voluto sottolineare, non è ancora stato recepito a livello parrocchiale e lo si vive con grande difficoltà, mentre persiste la visione tridentina della parrocchia. C'era l'esigenza di inculcare la presenza reale di Cristo nell'eucarestia, il sacerdozio ministeriale, il sacramento della penitenza, la cresima, tutti elementi negati da Lutero, era ovvio che la parrocchia si basasse esclusivamente su questo, mentre i laici erano completamente sacrificati, come il senso comunitario dei sacramenti, la Parola di Dio, vi ricordo che era proibito ai laici leggere la Bibbia. Ma siamo in un' altra fase storica, Il Vaticano II ha sottolineato l'aspetto comunionale della Chiesa, andando oltre la visione giuridico-istituzionale. Dunque anche la parrocchia, deve assumere questa nuova fisionomia, cioè essere una comunità di fratelli e sorelle, tangibile, non giuridica, che si amano, si aiutano, si capiscono, essendo essa stessa sacramento, segno della presenza di Dio, non distributore di sacramenti. La parrocchia deve dare il segno di persone che si amano, che sono un solo corpo e un solo spirito e ciò oggi non si vede. Sussiste un atteggiamento soggettivistico, individualista, personalistico, tutto è vissuto in modo individualistico, soggettivo figlio dell'idea di parrocchia che ho appena esposto. Anche i pastori sono coscienti che la parrocchia non si può più misurare solo giuridicamente è una visione superata, lo diceva già Papa Paolo VI nella Evangelii Nuntiandi. C'è bisogno di un profondo rinnovamento della parrocchia, che arrivi il Vaticano II, perchè la secolarizzazione attuale, induce la gente a non credere più alla messa, all'adorazione, ai riti che si compiono in parrocchia. Inutile insistere su questo, la gente non è interessa. Una strada per la riforma della parrocchia, sono le piccole comunità, e non intendo solo quelle neocatecumenali, ma mi riferisco alle piccole comunità di base, una parrocchia a misura di uomo, tenuta insieme dall'amore, non in modo giuridico, mettetevelo bene in testa che il futuro è questo. La Chiesa diventerà piccola, venderà tanti beni ecclesiastici e diventerà un piccolo resto. La struttura attuale della parrocchia è pensata per le grandi masse, che non ci sono più, quindi la metamorfosi della parrocchia in piccole comunità sarà un percorso obbligato. Spero non siate tra quelli che rifiutano il Vaticano II?



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    1. Il blog più volte si è espresso per il Concilio di Trento e la messa in latino. Introibo ad altare Dei ecc...,ecc....è noto che lo capiscono tutti perchè tutti hanno fatto il Liceo Classico. Verooooo???????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????

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    2. Intanto il liceo classico e scientifico hanno lo stesso programma di latino, e la scuola media ante 1963, propedeutica
      ai licei, aveva tre anni di latino "tosto" del quale ho usufruito.
      Perché quindi non dovevo e non
      dovrei godere della Messa Tridentina?
      Ruben.
      ---
      .

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    3. Quello che non riuscite a capire è che il CVII non ha sconfessato il Concilio di Trento. Siete voi che pensate che la Chiesa "ricominci ad esistere" dal CVII I cui documenti NON AVETE MAI LETTO altrimenti certe cavolate non le direste mai. Ps. Io non ho mai partecipato ad una messa VETUS ORDO. Mai.E non mi interessa farlo. A me basta una normalissima messa dei "cristiani della domenica" celebrata senza buffonate.

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  28. Fermo restando che la parrocchia non è uno dei temi trattati estesamente dal Concilio, la costituzione dogmatica "Lumen Gentium" parla di tre principi vitali i quali sono costitutivi della Chiesa nelle assemblee locali delle parrocchie: l'annuncio della Parola, la celebrazione della eucaristia e l'amministrazione dei sacramenti (che presuppone la comunione gerarchica e l'unità con il vescovo) ed infine l'unità nella carità.
    Nulla a che fare con le amicizie trasversali, i gruppetti spesso esclusivisti, pettegoli e fonte di battibecco creati dal Cammino nelle parrocchie e chiamati pomposamente "comunità" così spesso denunciati da papa Francesco.
    L'unità è finalizzata alla carità, e la carità non è stare coi propri simili a dirsi a vicenda quanto siamo bravi, come fanno nelle comunità del Cammino.
    Tutto ciò nonostante il Tripode neocatecumenale ricalchi quello conciliare: Parola (dovrebbe essere l'annuncio); Liturgia (dovrebbero essere i sacramenti); Comunità (dovrebbe essere la carità). Sappiamo invece come l'hanno inteso: la parola è l'interpretazione privata delle Scritture, la Liturgia è la propria versione di liturgia non approvata e riservata agli eletti del Cammino, la comunità...è la comunità neocatecumenale, fuori dalla quale non c'è salvezza.
    In sintesi: smettetela di parlare di ciò che non conoscete: il Concilio Vaticano II vi dà torto su tutta la linea.

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    1. La Lumen Gentium è il documento più palloso del CVII, infatti lo raccomandano a chi soffre di insonnia, se leggi anche solo due pagine della Lumen Gentium stai già dormendo, e risparmi i soldi del sonnifero. Provare per credere....................................................................................................................................

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    2. Io non capisco. se la nominate voi la Lumen gENTIUM VA BENE (e ci accusate di non averla mai letta). Se lo facciamo noi diventa automaticamente "noiosissima". Ma in che modo ragionate? BOH

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  29. Cara Valentina, la tua superbia ti impedisce di riconoscere quanto è evidente come il sole, non riesci a ragionare, sei ormai ammalata di irrazionalità anti cammino, accecata e agisci di pancia senza ragionare. Questa cecità non ti porterà da nessuna parte. Ti invito a leggere questa intervista di un parroco:

    Trovi qui tutta l'intervista a questo link: http://www.settimananews.it/parrocchia/la-parrocchia-non-diventa-comunita/

    "Don Claudio, quali prospettive vede per la parrocchia?

    La parrocchia qui da noi è viva. Questa realtà, molto umana, e quindi strutturalmente imperfetta, sta cambiando, ha bisogno di una conversione di tutte le sue componenti. Il prima passo è trasformarsi da “ente” in COMUNITA'/COMUNIONE. La parrocchia ha ancora oggi un suo perché e una sua valenza. All’interno di una realtà sociale e culturale da una parte policentrica e dall’altra molto incentrata sull’individuo singolo (egocentrico) la parrocchia si pone come polo attraente e casa accogliente, dove è possibile respirare l’amore, sentire ancora la bellezza del calore umano. Per operare questo primo passo è importante superare tutte quelle forme di RIGIDITA' E DI LEGALISMO che talvolta ingessano i rapporti umani. La parrocchia può essere il luogo in cui ci si ascolta. OGGI SI ASCOLTA POCO O CI SI CHIUDE ALL'ASCOLTO dell’altro, per fretta, per superficialità, talvolta per arroganza. I tempi molto ristretti che anche i nostri fedeli più “vicini” hanno, fanno sì che i rapporti appaiano TALVOLTA FREDDI ,(Quello di cui ho parlato prima Ndr) occasionali, funzionali. Ascoltare è andare verso l’altro nel suo intimo, la dove vuole esprimersi e confidare. Bisogna far crescere in parrocchia la capacità di ascoltare e di ascoltarsi tra le persone....L’obiettivo da raggiungere, se non si vuole spegnere l’interesse per la parrocchia, è quello di costruire una comunità-comunione. Non semplicemente una COMUNITA' DI UTILIZZO", ma un luogo dove si PRIVILEGIANO LE RELAZIONI, al fine di AGGREGARE per diventare COMUNITA'. Illuminati dall’ascolto della parola di Dio bisogna sviluppare la disponibilità a un confronto sincero, soprattutto nei Consigli pastorali, che devono essere ambito di dialogo costruttivo e lievito di comunione. Fortunatamente, le parrocchie sanno ancora attrarre e condurre il “gregge” dei fedeli. Una comunione e una solidarietà anche umana e sociale potrebbe diventare il biglietto da visita attraente per chi è credente ma non praticante (e sono tanti che si dichiarano tali)"...

    Svegliati e rifletti Valentina, sei fuori dalla realtà!






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    1. Non siete voi quel genere di comunità, e la cosa è evidente dal fatto che non attraete. Hai voglia tu con gli slogan di 50 anni fa, per un tempo breve avete attratto, sul lungo termine avete fallito.

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    2. @Anonino
      Ti rammento che i Consigli Pastorali sono solo consultivi e non deliberativi e mi sembra che "voi" non siete affatto avvezzi al
      confronto.
      Nella tua, intravedo il tentativo, anche se non esplicito, di sostenere l'assioma kikiano,
      "Parrocchia, comunità di comunità" ma ciò non avverrà mai, in quanto
      annullerebbe il libero arbitrio e la libertà del singolo che è garantita
      dalla Chiesa.
      Per quanto riguarda il presupposto
      orgoglio di Valentina, ti ricordo che
      esiste "un sano e positivo orgoglio";
      un modesto esempio:"sono oorgoglioso di essere un Cattolico
      della Domenica."
      Ruben.
      ---

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    3. Esatto, Neo! Don Galimberti descrive una realtà in cui innanzitutto la parrocchia è viva e attiva, polo attraente e realtà accogliente, capace di ascoltare e di ascoltarsi. Evidentemente non sta parlando delle parrocchie neocatecumenalizzate totalmente desertificate al di fuori delle salette e delle Eucarestie a porte chiuse. Comunione? Solidarietà? Solo e strettamente fra sodali neocatecumenali, come tra membri di una massoneria neppure troppo illuminata. Confronto sincero e dialogo costruttivo? Ma stiamo scherzando? I neocatecumenali, poveretti, sviluppano unicamente il monologo, vedi risonanze, monizioni, catechesi, scrutini. Per loro, se uno ha un'idea anche solo minimamente diversa dal loro rigido prontuario, se va bene, non ha fede e non ha capito nulla, se va male è in preda al demonio: non esiste la parola dialogo, è proprio stata abolita.
      Mi fa un po' pena questo Anonimo che, non sapendo rispondere, incolla una intervista qualsiasi senza neppure rendersi conto che sconfessa totalmente le sue tesi. Inoltre, approfitta per insultare gli altri, in testa e in coda al copia-incolla. Non sembra avere capacità di comprensione del testo, forse anche questo è il frutto della formazione alla lettura a senso unico e al soliloquio ricevuta nel Cammino.

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    4. Verissimo, Ruben: splendido il tuo slogan, che faccio mio.

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    5. A parte il tono maleducato dell'anonimo, che stigmatizziamo, facciamo rispettosamente notare che i consigli economici e parrocchiali non servono a una mazza.
      Domanda : don Galimberti è nemico del Cammino, per caso??????????????????????????

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  30. Intanto prendo atto che nessun UNW ha risposto alla domanda del post.
    Ma mom è una novità

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  31. Dalla Civiltà Cattolica

    IL FUTURO DELLA PARROCCHIA: LA CONVERSIONE PASTORALE AL VANGELO

    Comunità di comunità»: storia di un’immagine

    "L’immagine della «comunità di comunità» è il centro dell’Istruzione: può essere fatta risalire al Concilio Vaticano II, dove è presente l’idea di una parrocchia come realtà composita, non «monolitica», una «fusione di diversità» che cooperano a un’unica missione, portando ciascuna il proprio contributo. Ogni membro della parrocchia dovrebbe riconoscersi in un impegno ecclesiale che lo renda un vero evangelizzatore: «Nella Chiesa c’è posto per tutti e tutti possono trovare il loro posto, nell’unica famiglia di Dio, nel rispetto della vocazione di ciascuno»[19].....".

    Come vedete il concetto di parrocchia comunità di comunità, non è mio nè di Kiko ma del Concilio Vaticano II, il problema è che siete ignoranti, e anche in malafede e non conoscete il magistero della Chiesa e quindi nemmeno siete in grado di comprendere, quanto vi si dice.
    Chi ha la mente chiusa e ottusa, è irrazionale, non può ragionare.

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    1. Forse, se ti vai a rileggere il mamotreto delle catechesi iniziali (sempreché tu sia un catechista e lo disponga), ti accorgerai che Kiko non intendeva affatto "realtà composita", "fusione di diversità che cooperano a un'unica missione, portando ciascuna il suo contributo".

      Esattamente a pag. 29 del vecchio mamotreto (quindi quello originale), Kiko dice:

      "Certamente la gente verrà a chiedervi: e voi, come riuscite ad accettare quello che vi distrugge, perchè io non ci riesco?... Allora dice S. Pietro: date ragione della vostra speranza. E' allora che bisogna annunciare il Vangelo. E' allora il momento di INVITARLO ALLA COMUNITÀ, perchè la conosca e se gli interessa si avverta dell'INIZIO DELLE CATECHESI.
      Perchè siccome la comunità non può essere composta da più di 50 fratelli, dato che bisogna conoscersi, non entrerà nella tua comunità, ma in un'altra che si formerà. E se ne formeranno
      quante ci darà bisogno. Così arriviamo ad un nuovo tipo di parrocchia, una parrocchia atomica, costituita da piccole comunità cristiane, tutte in cammino di conversione, in CAMMINO CATECUMENALE"

      Predicava che la parrocchia sarebbe diventata "comunità di comunità neocatecumenali".
      Nessuna diversità e collaborazione.
      Pure il disegnino ha fatto, dove da una prima comunità neocatecumenale ne nascono altre.

      Poi aggiunge, il poveretto:

      "Questo non crediate che sia utopico. Anche se voi avete comunità molto povere e non lo vedete
      ancora, credete che questo è vero, perchè giungeremo a questo."

      Era utopico: quasi sessant'anni di battage neocatecumenale e il Cammino si è rinsecchito e non ha prodotto la parrocchia atomica neocatecumenale.
      Kiko si è appropriato del termine "comunità" e l'ha identificato solo con la sua comunità neocatecumenale.

      Poi, a pag. 354, riprende il concetto, perché non si può dire tutto in una volta, altimenti sarebbe troppo palese. Va frammentato:

      " Molti penserete: e che succede di quelli che non stanno in comunità?... La Chiesa locale, una comunità di comunità impiantata in un determinato territorio, in una città, nasce perché lì un apostolo porta la Parola che è lo sperma dello Spirito."

      Già aveva detto prima che l'apostolo è il catechista neocatecumenale.
      Quindi la "comunità di comunità" nascerebbe dall'apostolo neocatecumenale e le comunità sarebbero quelle neocatecumenali e basta.

      Lasciamo stare cosa dice subito dopo, che è pura follia.
      Smentisce che lo Spirito Santo discenda attraverso il Battesimo.
      Parla di uomini "deificati".
      Dice che chi non va avanti nel Cammino sarà una "patata salata".
      Dice che molti cominciano il Cammino, ma pochi saranno gli Eletti.
      Dice che la comunità (neocatecumenale) salva il mondo...

      Quest'uomo è proprio un visionario e visionari sono quelli che gli danno retta.

      Io solitamente non offendo, perciò riprendo soltanto le tue parole d'offesa:

      "Il problema è che sei ignorante, e anche in malafede e non conosci il magistero della Chiesa e quindi non sei nemmeno in grado di comprendere quanto dice la Chiesa.
      Hai la mente chiusa e ottusa, sei irrazionale e non puoi ragionare".

      In effetti, solo uno così può tronfiamente esibire un discorso senza capirne il vero significato.

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  32. MARTELLO:

    1) Rileggi i commenti che avete fatto e a cui io ho risposto: voi non dite affatto che la parrocchia deve cambiare, ma che fa schifo, e proponete il Cammino in antitesi alla parrocchia. Ora stai cambiando le carte in tavola.

    2) In ogni caso il Concilio non dice che la parrocchia deve cambiare, come intendi tu. Dice che deve rinnovarsi adeguando la sua azione ai tempi attuali.
    Ad esempio riafferma che il ruolo ESSENZIALE nella parrocchia è quella dei ministri ordinati (e non dei laici, che pure hanno un ruolo importante nell'apostolato), e dice che in parrocchia non tutti svolgono lo stesso ruolo, ma ognuno ha il suo carisma, per cui non deve esistere una parrocchia neocatecumenalizzata, ecc.
    Rileggiti, anzi leggiti la Lumen Gentium, che certamente non sai nemmeno di cosa tratta.

    3) Il Concilio dice che la parrocchia è Chiesa, ed è la Chiesa sul posto.
    Non è il Cammino ad essere Chiesa, semmai può essere un'escrescenza della Chiesa, o un'aggregato alla Chiesa, ma il Cammino da solo è niente, mentre la parrocchia è Chiesa in se stessa. Che poi la Chiesa si deve rinnovare continuamente, non è una novità.

    4) A non cambiare mai è proprio il Cammino, che nei metodi è sempre uguale da 60 anni.
    Ma il Cammino non può cambiare perché, essendo una gnosi, la sua "pastorale" è la sua stessa dottrina in azione.

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    1. Pietro non del Cammino29 settembre 2022 alle ore 22:17

      Cioè: mentre per la Chiesa la pastorale è un metodo per evangelizzare, per il Cammino il "camminare" non è un metodo, ma è la sua stessa dottrina, come se la santità dipendesse direttamente dalle opere. Cioè dai "passaggi", dal numero dei figli, dalla decima...
      La vostra sapienza si aquista come fosse un sapere: con l'impegno e rispettando i passaggi, mentre per la Chiesa l'impegno è un modo che seve a favorire la grazia.

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  33. Ricordo che la prima impressione che ebbi quando andai la prima volta ad una celebrazione nc fu quella di trovarmi in una specie di riunione segreta:le celebrazioni si svolgevano sempre di sera, quando non c'era nessuno in giro,a porte chiuse...tornai a casa con un senso di inquietudine e di amarezza

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  34. Per quanto riguarda il link che è stato postato, la stessa cosa la dissi una volta ad uno del Cammino "provate a non fare catechesi e propaganda per un anno e vediamo quanti bussano alla vostra porta perché fremono dal desiderio di entrare...lo Spirito Santo attira,non ha bisogno di tirare dentro la gente a forza di slogan, pubblicità o come fanno le promoter al centro commerciale.

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  35. Piazzo là la solita scommessa:

    quando il Cammino chiuderà, un po' per esaurimento dovuto alle guerre di successione fratricide e un po' per l'incapacità dei successori di Kiko di attirare gente, chi, dei responsabili, si era già bene affermato nella chiesa locale, prenderà forse il patentino di catechista ma solo per continuare a stare nelle parrocchie a spargere le solite vecchie eresie, stavolta a titolo personale.

    Purgheranno magari un po' il linguaggio dalle kikate più riconoscibili inserendo qualche concetto cattolico come il culto dei santi, le novene, etc, come hanno già iniziato a fare negli ultimi mamotretini.

    Si occuperanno principalmente di "iniziazione cristiana" di giovani ed adulti. Continueranno a stare in vista e a conservare la rete di conoscenze e di favori.

    Arriveranno a dire di essersi formati nel Cammino Neocatecumenale e di essersi poi riversati nella parrocchia secondo quanto previsto dallo Statuto. E qualcuno gli crederà e concederà loro fiducia. Saranno più difficili da riconoscere perché dispersi.

    A. Non.

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    1. @A.Non
      Praticamente una sorta di diaspora, in quanto non ci sarà più
      Kiko, che quanto meno con la sua
      mente diabolica, riusciva a mantenere l'unità di intenti, pena
      l'espulsione, dell'intera "struttura".
      Ruben.
      ---

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  36. La mia previsione è che quando Kiko morirà,il Cammino farà la fine dell'impero di Alessandro Magno,si frammenterà in tante piccole realtà guidate da capi in lotta tra loro,se invece il Cammino dovesse chiudere, probabilmente le persone si allontanerebbero dalla Chiesa, proprio perché il Cammino crea dipendenza,di conseguenza i fedeli senza celebrazioni,risonanze,nozioni etc ..si sentirebbero dei disadattati....

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    Risposte
    1. E' arrivato uno nuovo : rassegnati, Marco, il Cammino non finirà mai perchè è di origine divina. Punto!!!

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    2. Ci segniamo questa risposta, in modo che se il cammino finirà ne potremmo dedurre che non era di origine divina.
      Questo non per una nostra idea, ma per la tua stessa affermazione.

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    3. L'origine divina non ve la date da soli,deve essere vagliata, soprattutto si vede dai frutti.....

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  37. Comunque da buon cristiano, non
    augurando la morte a nessuno, stimo che
    Kiko supererà agevolmente i 90 anni per le seguenti ragioni:
    -di famiglia agiata e quindi vita agiata
    - non ha mai lavorato vivendo alle spalle
    degli adepti del suo"movimento"
    -non ha avuto lo stress matrimoniale che logora tantissimo.
    Non gli sono mancati vizi i tipo le aragoste,
    un buon whisky ed un sigaro cubano , ma,
    oltre a Bacco e Tabbacco, ci vogliamo far
    mancare Venere?
    Ad un Kiko casto e puro, non ho mai creduto.
    Ruben.
    ---

    RispondiElimina
  38. Sulla vita che ha condotto sotto gli occhi di tutti siamo d'accordo, sulla castità non lo possiamo sapere e gli do il beneficio del dubbio,nel fare valutazioni ho sempre voluto esprimermi con dati alla mano,se aveva peccati spero abbia fatto penitenza 😉

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    Risposte
    1. @Marco
      Accetto volentieri il beneficio del dubbio.
      Ruben.
      ---

      Elimina
    2. ma a noi della castità vera o falsa di Kiko che ce frega??????????????????????????????????

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    3. Anonimo1 ottobre 2022 11:07
      ma a noi della castità vera o falsa di Kiko che ce frega??????????????????????????????????
      ---
      A me personalmente nulla, visto che Kiko è eretico.
      Però spacciandosi per Cattolico, posso anche dare una valutazione a quanto va dicendo....
      Avrà un Confessore? Anche i Papi ce l'hanno!
      Ruben.
      ---

      Elimina
  39. Ai neocatecumenali che sostengono che Carmen è già "serva di Dio".

    Dal sito di "Amici Domenicani "

    "Si riceve l’appellativo di servo di Dio per il solo fatto che viene iniziata pubblicamente la causa di beatificazione."

    E leggetevi anche tutta la risposta.
    https://www.amicidomenicani.it/si-possono-pregare-coloro-che-con-linizio-di-un-processo-di-beatificazione-sono-considerati-servi-di-dio/

    Frilù

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    Risposte
    1. Grazie Frilu'
      per la chiara risposta sul tema.
      Quindi, Carmen, non essendo
      ancora Serva di Dio e Venerabile, titoli che conferiscono solo un "status onorifico", è ammessa soltanto al Culto Personale come
      un qualsiasi altro defunto, ovvero
      "una persona per volta".
      Il Culto comunitario, partirebbe da
      un'eventuale futura Beatificazione.
      Abbiamo tempo, molto tempo ad
      aspettare!....
      Ruben.
      ---

      Elimina
  40. Chiedete ai catecumeni messi in "missione familiare" come si sentono spaesati fuori dalla comunità. Inutile nasconderlo: ti inculcano che il cn è la chiesa e fuori dal cn non c'è chiesa.

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