mercoledì 12 ottobre 2022

Pascete il gregge di Dio

Il 23 maggio 2021 Papa Francesco promulgava la Costituzione Apostolica Pascite Gregem Dei con cui viene riformato il libro VI del Codice di Diritto Canonico.

Di seguito, presentiamo una sintesi del testo ed alcune nostre brevi notazioni.

«Pascete il gregge di Dio, sorvegliandolo non perché costretti ma volentieri, come piace a Dio» (cfr. 1 Pt 5, 2).

 

Le parole ispirate dell’Apostolo Pietro riecheggiano in quelle del rito della ordinazione episcopale: «il Signore nostro Gesù Cristo, inviato dal Padre a redimere gli uomini, mandò a sua volta nel mondo i dodici apostoli, perché pieni della potenza dello Spirito Santo, annunziassero il Vangelo a tutti i popoli e riunendoli sotto l’unico pastore, li santificassero e li guidassero alla salvezza. (...) È Cristo che nella sapienza e prudenza del Vescovo guida il popolo di Dio nel pellegrinaggio terreno fino alla felicità eterna» (cfr. Ordinazione del Vescovo, dei Presbiteri e dei Diaconi). E il Pastore è chiamato a esercitare il suo compito «col consiglio, la persuasione, l’esempio, ma anche con l’autorità e la sacra potestà» (Lumen gentium, n. 27), giacché la carità e la misericordia richiedono che un Padre si impegni anche a raddrizzare ciò che talvolta diventa storto.

Procedendo nel suo pellegrinaggio terreno, sin dai tempi apostolici, la Chiesa si è data regole di condotta che nel corso dei secoli hanno composto un coeso corpo di norme vincolanti, che rendono unito il Popolo di Dio e della cui osservanza sono responsabili i Vescovi.

Tali norme riflettono la fede che noi tutti professiamo, dalla quale traggono la loro forza obbligante, e su di essa fondate, manifestano la materna misericordia della Chiesa, che sa di aver sempre come fine la salvezza delle anime. (...)

Appariva evidente la necessità di sottoporre a revisione anche la disciplina penale,(...) nel Codice di Diritto Canonico, (...) in modo da permettere ai Pastori di utilizzarla come più agile strumento salvifico e correttivo, da impiegare tempestivamente e con carità pastorale ad evitare più gravi mali e lenire le ferite provocate dall’umana debolezza.(...)

L’osservanza della disciplina penale è doverosa per l’intero Popolo di Dio, ma la responsabilità della sua corretta applicazione – come sopra affermato – compete specificamente ai Pastori e ai Superiori delle singole comunità. È un compito che non può essere in alcun modo disgiunto dal munus pastorale ad essi affidato, e che va portato a compimento come concreta ed irrinunciabile esigenza di carità non solo nei confronti della Chiesa, della comunità cristiana e delle eventuali vittime, ma anche nei confronti di chi ha commesso un delitto, che ha bisogno all’un tempo della misericordia che della correzione da parte della Chiesa.

In passato, ha causato molti danni la mancata percezione dell’intimo rapporto esistente nella Chiesa tra l’esercizio della carità e il ricorso – ove le circostanze e la giustizia lo richiedano – alla disciplina sanzionatoria. Tale modo di pensare – l’esperienza lo insegna – rischia di portare a vivere con comportamenti contrari alla disciplina dei costumi, al cui rimedio non sono sufficienti le sole esortazioni o i suggerimenti.

Questa situazione spesso porta con sé il pericolo che con il trascorrere del tempo, siffatti comportamenti si consolidino al punto tale da renderne più difficile la correzione e creando in molti casi scandalo e confusione tra i fedeli. È per questo che l’applicazione delle pene diventa necessaria da parte dei Pastori e dei Superiori. La negligenza di un Pastore nel ricorrere al sistema penale rende manifesto che egli non adempie rettamente e fedelmente la sua funzione. (...)

Invero la carità richiede che i Pastori ricorrano al sistema penale tutte le volte che occorra, tenendo presenti i tre fini che lo rendono necessario nella comunità ecclesiale, e cioè il ripristino delle esigenze della giustizia, l’emendamento del reo e la riparazione degli scandali. (...)

Tutto ciò premesso, con la presente Costituzione Apostolica, promulgo il testo revisionato del Libro VI del Codice di Diritto Canonico così come è stato ordinato e rivisto, nella speranza che esso risulti strumento per il bene delle anime, e che le sue prescrizioni siano applicate dai Pastori, quando necessario, con giustizia e misericordia, nella consapevolezza che appartiene al loro ministero, come dovere di giustizia – eminente virtù cardinale – comminare pene quando lo esiga il bene dei fedeli.
(...)
Dato a Roma, presso San Pietro, Solennità di Pentecoste, 23 maggio 2021, nono anno del mio Pontificato.
Francesco



Scriveva San Giovanni Paolo II, promulgando la precedente edizione del Codice Canonico il 25 gennaio del 1983:
"Bisogna riandare con la mente al lontano patrimonio di diritto contenuto nei libri del Vecchio e Nuovo Testamento dal quale, come dalla sua prima sorgente, proviene tutta la tradizione giuridico-legislativa della Chiesa.
Cristo Signore, infatti, non ha voluto affatto distruggere il ricchissimo retaggio della legge e dei profeti, che si era venuto man mano formando dalla storia e dall'esperienza del popolo di Dio nell'Antico Testamento, ma gli ha dato compimento (cf. Mt 5, 17), così che esso in modo nuovo e più elevato entrò a far parte dell'eredità del Nuovo Testamento. Perciò, quantunque san Paolo nell'esporre il mistero pasquale insegni che la giustificazione non si ottiene con le opere della legge, ma per mezzo della fede (cf. Rm 3, 28; Gal 2, 16), con ciò tuttavia né annulla l'obbligatorietà del decalogo (cf. Rm 13, 8-10; Gal 5, 13-25; 6, 2), né nega l'importanza della disciplina nella Chiesa di Dio (cf. 1 Cor cap. 5 e 6). In tal modo gli scritti del Nuovo Testamento ci consentono di percepire ancor più l'importanza stessa della disciplina e ci fanno meglio comprendere come essa sia più strettamente congiunta con il carattere salvifico dello stesso messaggio evangelico.(...)
Esorto, quindi, tutti i fedeli a voler osservare le norme proposte con animo sincero e buona volontà, nella speranza che rifiorisca nella Chiesa una rinnovata disciplina; e che, di conseguenza, sia sempre più favorita con l'aiuto della beatissima Vergine Maria, madre della Chiesa, la salvezza delle anime.

 


Osserviamo quindi che:

  •  nella Chiesa sono sempre state promulgate e fatte rispettare dai Pastori norme disciplinari che sono ordinate al ristabilimento della giustizia, alla difesa delle vittime ed anche all'educazione ed al recupero di chi ha commesso azioni disciplinarmente sanzionabili.
  • Carità  e misericordia richiedono certamente il perdono, ma anche l'impegno, da parte di chi ha responsabilità del gregge, a "raddrizzare ciò che talvolta diventa storto".
  • Tali norme non sono una sovrapposizione giuridica ai precetti di fede evangelici, ma anzi, "riflettono la fede che professiamo"; sono uno "strumento salvifico e correttivo" atto a "evitare più  gravi mali e lenire le ferite provocate dall'umana debolezza".
  • L'osservanza  della disciplina penale è  "doverosa per l'intero Popolo di Dio" e deve essere fatta rispettare dai Pastori come "concreta ed irrinunciabile  esigenza di carità".
  • E, chiariva san Giovanni Paolo II, "quantunque san Paolo nell'esporre il mistero pasquale insegna che la giustificazione  non si ottiene con le opere della legge, ma per mezzo della fede, con ciò tuttavia né annulla l'obbligatorietà del decalogo né  nega l'importanza della disciplina della Chiesa di Dio".
Il Buon Pastore originale e quello "fake" by Kiko

Quanto detto sopra è una doverosa riflessione che proponiamo a coloro che, a ciò istruiti all'interno  del Cammino neocatecumenale, si oppongono all'applicazione di giustizia e disciplina nei confronti di chi, nei loro ranghi, commette azioni riprovevoli, in nome di un fumoso (e spesso peloso) rispetto delle beatitudini evangeliche e del tanto vantato "amore al nemico" e di un perdonismo dissennato che prepondera rispetto ai valori di rispetto del prossimo e di giustizia e carità nei confronti del più debole.

Si fa presente con l'occasione, dal momento  che i vertici del Cammino neocatecumenale non hanno ritenuto di varare un codice di disciplina interna per tutelare i minori e i fragili, le tanto misconosciute "Linee guida" richieste a tutte le realtà ecclesiali  laicali direttamente da Papa  Francesco, che il reato di abuso di minori, nella  sezione penale del rinnovato Codice Canonico, è ora inquadrato non all’interno dei reati contro gli obblighi speciali dei chierici, bensì come reato commesso contro la dignità della persona.

E cioè, in pratica, il nuovo canone 1398 del Codice di Diritto Canonico comprende a questo riguardo le azioni compiute non solo da parte dei chierici, che come si sa appartengono alla giurisdizione riservata della Congregazione per la Dottrina della Fede, ma anche i reati di questo tipo commessi da religiosi non chierici e da laici che occupano alcuni ruoli nella Chiesa, così come eventuali comportamenti del genere, con persone adulte, ma commessi con violenza o abuso di autorità.

In questa prospettiva, riusciamo a comprendere in modo più  completo il Motu proprio di Papa Francesco del 10 maggio 2021, pochi giorni prima della Costituzione Apostolica Pascite Gregem, di istituzione del ministero  laicale di catechista: il ruolo riconosciuto come ministeriale permetterà un controllo più stretto non solo sui contenuti formativi e dottrinali delle "catechesi" dei laici, tenuti a fare un percorso serio di istruzione presso le strutture diocesane, ma anche la possibilità di sanzionare disciplinarmente chi si fosse macchiato di delitti contro la persona, sospendendolo dal proprio incarico di catechista.

Stiano perciò attenti tutti coloro che interpretano il Vangelo delle beatitudini come un indulto per i malfattori e che, nel contempo, si stanno accostando alla Chiesa per ottenere un ministero come quello di lettore o di catechista: i loro comportamenti eventualmente lesivi nei confronti di minori e di persone fragili, verranno sanzionati non solo dallo Stato, ma anche dal codice Canonico!

Stiano all'erta certi "catechisti", se interessati a interpretare le regole di perfezione nella carità di Matteo 5 come un tana libera tutti per chi quella carità e quel perdono  li pretende dagli altri a propria giustificazione: il Codice Canonico non glielo consentirà.

E dovranno adeguarvisi: a meno che che non vogliano sostenere che la morale e il diritto della Chiesa cattolica sono in contrasto con il Vangelo.

48 commenti:

  1. Leggo, nell'illustrazione "evangelio de los miserables", la frase "religiosos, hipòcritas, que coméis y engordáis comodamente mientras dos tercios de la humanidad pasan hambre" Cioè: "religiosi ipocriti che mangiate e ingrassate comodamente mentre due terzi dell'umanità soffrono la fame..."
    Questo individuo ha seri problemi con la realtà e almeno uno sdoppiamento della personalità, se non capisce che sta parlando di sé stesso...

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    1. Ogni riferimento a Kiko non è casuale, ma puramente voluto.

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  2. Papa Francesco ricorda, nella Costituzione Apostolica con cui promulga la riforma del Codice Canonico, i tre fini che rendono necessario un sistema disciplinare nella comunità ecclesiale:
    1 - il ripristino delle esigenze della giustizia,
    2 - l’emendamento del reo
    3 - la riparazione degli scandali.
    Nel punto 1 si chiarisce che, anche su questa terra, senza dover aspettare il giudizio finale, ci sono delle "esigenze di giustizia" che vanno soddisfatte, e nel modo migliore, pur nella nostra imperfezione umana. Motivo per il quale se un singolo viene frodato o maltrattato, la punizione del colpevole e il riconoscimento e risarcimento del danno non sono opzionali, e relative al singolo - che se è più santo deve soprassedere e se è meno "maturo nella fede" invece si può "vendicare" -, come insinuano le catechesi NC, ma si crea una "esigenza di giustizia" che prescinde dal singolo, riguarda tutti e che richiede soddisfazione.
    Punto 2: L'esigenza di giustizia non riguarda solo la parte lesa, ma anche l'offensore, che sarebbe non caritatevole lasciare libero di peccare e di dannarsi l'anima.
    Punto 3: Altro aspetto che non va dimenticato è lo scandalo che va riparato: lo scandalo, in una comunità di credenti, si aggrava quando c'è un fatto riprovevole e i fedeli sono lasciati in balia delle proprie stesse opinioni, senza una presa di posizione dei pastori, come poteva succedere per quel sacerdote che da tempo esprimeva convinzioni contrarie all'insegnamento morale della Chiesa se il vescovo non avesse provveduto a sospenderlo a divinis.
    Naturalmente questi sono 3 obbiettivi, che possono essere soddisfatti in maggiore o minor grado: ma l'importante è comprendere che la Chiesa non agirebbe secondo carità e sarebbe immisericordiosa se non sentisse l'esigenza di ristabilire la giustizia, se non cercasse di redimere l'offensore (e non di dargli la medaglia) e se non riparasse lo scandalo. Diversamente, essa si comporterebbe come il proverbiale cattivo medico che rende la piaga purulenta.

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  3. Siete dei tuttologi, sapete tutto, che ci fate su questo blog!!Siete veramente sprecati!!Perchè il Vaticano non ci chiama è un mistero.

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    1. Il tuo "guru" è il tuttologo per eccellenza...
      Il tuo catechista diretto è un tuttologo..
      Il tuo responsabile è un tuttologo

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    2. Basta saper leggere, caro anonimo. Basta saper legger ed avere un minimo di comprendonio per capire che quello che dice Kiko sulla "giustizia dietro alla quale c'è il demonio" è una emerita eresia.

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    3. Eppure cara @alect, da quasi 60 anni fior di teologi, Papi, cardinali e vescovi non l'hanno capito, ma voi 4 gatti si. Non è da tutti e vi faccio i miei complimenti.
      Fallacio Asino Vinicio

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    4. Fav ti ricordo che la Chesa ragiona
      in termini di secoli e di millenni;
      quindi poco più di 50 anni sono
      un quasi nulla.
      Ruben.
      ---

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    5. @fallacio
      Se è per questo non si è capito neppure il CVII e questo anche per colpa di Kiko e soci. Cmq i Papi vi hanno capito benissimo infatti vi hanno dato uno Statuto (che Kiko non voleva) e delle indicazioni (che sono state prese come una tragedia) che, di fatto e vantandovene, non rispettate.
      I nodi verranno al pettine, caro Fallacio. Già lo stanno facendo, ma voi fate spallucce e ve ne fregate. Peggio per voi.

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    6. Come no?

      L'hanno capito, l'hanno capito, sia certi teologi che certi vescovi e cardinali, ce n'è una schiera.

      É che sono stati silenziati tutti e certi altri vescovi e cardinali più introdotti nei posti giusti non hanno dato seguito ai loro allarmi.

      Ora pare che l'abbia capito un po' anche Papa Francesco e, prima di lui, Benedetto XVI che non morì, come si augurava Kiko, ma rinunciò al papato, facendo tirare un sospirone di sollievo al vostro lider maximo.

      So che non lo farai, ma ti sarebbe utile leggere questo link, per avere un quadro più completo:

      http://www.internetica.it/neocatecumenali/Vescovi-critici.html

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    7. tuttologi è l'acronimo di :

      Troppi Uomini Tragicamente Tarati Ostentano Lugubri Opinioni Grandemente Irricevibili

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    8. @alect, @ruben, chissà, può darsi che tra un po' di anni si scoprirà che la terra è davvero piatta e c'avevano ragione quei 4 gatti dei terrapiattisti. @anonimo 13 ottobre 2022 10:56, ma non vedi che apparte una eccezione, tutti i vescovi che sono citati nel link sono tutti ante-statuto? Che aspettate ad aggiornarvi? Lo statuto ha chiarito tutti i dubbi dei critici, tranne quelli di chi è proprio de coccio.
      Fallacio Asino Vinicio

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    9. @asino
      Purtroppo la corruzione può tenere in vita l'eresia centinaia di anni come è stato il caso dell'arianesimo, ma prima o poi l'eresia si dissolverà,
      affonderà, e i topi scapperanno perché dove dimora l'eresia NON DIMORA LO SPIRITO SANTO.
      Faccio un appello ai preti catecumenalizzati: so' che ormai siete dentro ed è difficile ora uscire senza subire ritorsioni ma se non lo fate ... "meglio per quell'uomo se non fosse mai nato.

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  4. Dobbiamo pazientemente ricordare ai lettori di fede cattolica che la Chiesa è davvero la "comunità dei credenti" e che questa definizione ha un sottinteso: il fatto che un credente "scarsino" contribuisce alla vita e alla missione della Chiesa in maniera "scarsina", mentre un santo - cioè che vive in modo eroico la fede e le virtù - contribuisce moltissimo, spesso perfino senza accorgersene, magari addirittura suo malgrado. La fede della comunità dei credenti viene rinvigorita, ravvivata, nutrita dalla fede dei santi, grandi "contributori", mossi ognuno dalle proprie personali inclinazioni (cosicché esistono santi "della carità", santi "martiri", santi "del confessionale"...).

    Ma non potendosi misurare la santità, occorreva una guida, una "gerarchia", che non è necessario che sia composta di santi (anche perché le virtù richieste a "guidare" non sono necessariamente a disposizione di qualsiasi santo), l'importante è che ami il Signore «più di costoro» e ubbidisca al Signore riguardo al «pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle» (cfr. Gv 21,15-17). Pietro capì bene e nella sua lettera lo mette nero su bianco: «non perché costretti» (cioè non è un mestiere su cui timbrare il cartellino) ma «come piace a Dio» (cioè l'appartenenza alla gerarchia sacerdotale non è un titolo nobiliare o un potere di cui disporre a piacimento ma una missione, una responsabilità).

    Alla luce di tutto questo diventa comprensibile come mai nella Chiesa talvolta vengano riformati codici, leggi, normative. La Chiesa non è una specie di partito o un club, non è un ente con un regolamento interno. Semplicemente risponde - o prepara gli strumenti per rispondere - alle situazioni concrete. Che poi la risposta possa non essere ottimale, è un altro discorso.

    Ci riferiamo qui allo scandalo costituito dalla setta neocatecumenale, dai suoi insegnamenti eretici, dalle sue carnevalate liturgiche, dall'oppressione dei suoi membri in materia di famiglia, vocazione, lavoro, soldi... Il Cammino crea «scandalo e confusione tra i fedeli», come documentato da oltre quarant'anni, praticamente fin dalle sue origini. I pastori della Chiesa dovranno rispondere al Signore di tutto ciò che potevano fare e non hanno fatto per liberare i "fratelli del Cammino" dalle grinfie dell'eresia, e di tutto ciò che che dovevano fare in qualità di pastori e non hanno fatto perché in qualche modo conniventi con la setta (cioè non pascevano gli agnelli, non pascevano le pecorelle, e Nostro Signore lo vede molto meglio di noi).

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  5. Bada che setta è un'offesa.

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    1. Bada che "setta", prima ancora che un'offesa, è chiamare le cose come sono, dire "pane" al pane e "vino" al vino, è solo la realtà, ma voi proprio con la realtà avete problemi: infatti, se non ci sei mai arrivato prima, "setta" vuol dire "separata", e che altro fate voi se non separarvi per distinguervi e servire il vostro ego tronfio da tacchini? Voi arrivate a pensare che chi è uscito dal Cammino non è più nelle Chiesa (Valentina docet, ma anch'io ho avuto la stessa esperienza.) Andate a pesare il moscerino degli altri e non vedete la rovina che ammassate su di voi...

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    2. No non lo è, verifica sui dizionari
      ed enciclopedie.
      Ruben.
      ---

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  6. https://www.mscitalia.org/2022/07/17/comunicato-stampa-del-17-luglio-2022/ DIMISSIONI DAI VOTI E DAI SACRAMENTI

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    1. Certe idee protestanti alla fin fine si vede non danno buoni frutti...

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    2. Non capisco, cosa c'entra tale Galliano (espulso dal suo ordine religioso e con divieto di celebrare i sacramenti per «ostinata disobbedienza alle legittime disposizioni impartite dai superiori in materia grave») col Cammino Neocatecumenale?

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  7. Ma Kiko era così duro da non comprendere l'insegnamento di Carmen sul CVII?

    Se il Cammino Neocatecumenale è nato nel 1964, come indebitamente affermato ovunque, come mai Kiko nel 1967 era sempre a scrivere orrori come il Vangelo dei Miserabili?

    Il 1967 è l'anno in cui comincia a predicare nelle due o tre parrocchie che lo accettano, ed era questo il suo pensiero, il suo sentire.

    Come sospettavo, non c'è niente in questo Evangelio che ricordi nemmeno lontanamente il catecumenato.
    Eppure predicava nelle parrocchie la sua sintesi catechetica, dicono.
    Che predicava?

    Sempre più mi convinco che l'idea del neo-catecumenato non è per nulla originaria, ma discende dall'incontro col "principe" del catecumenato, l'arcivescovo Bugnini, dal quale Kiko riceveva "suggerimenti" sui riti già prima del 1974.

    Anche Morcillo, nel 1968, non parlava di alcun catecumenato nella sua lettera a dell'Acqua.

    E questo Evangelio, si noti bene, non risale al 1964, ma a tre anni dopo.
    Questo era Kiko al suo esordio nelle parrocchie spagnole (due o tre) nel 1967.
    Niente catecumenato.


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    1. É bene sempre ricordare un po' di storia, perché le origini non hanno valore solo riguardo alla chiesa primitiva, come sempre predica l'Argüello, ma rivelano anche i "carismi".

      Il "carisma" di Kiko è venuto dal nulla.

      - Kiko ha detto di non aver mai conosciuto un cristiano in vita sua, eppure ha fatto le scuole circondato da domenicani. Nessuno era cristiano, quindi, secondo lui. Che concetto di cristianesimo aveva?

      - Nonostante tutto l'ambiente religioso che lo circonda, si dichiara ateo e non credente. Non ha ascoltato niente.

      - Poi, la prima volta che decide di andare in chiesa, "sente" qualcosa.
      Nessuno lo istruisce, perché nessuno è cristiano. Ha una sensazione che non deriva "dall'ascolto", come sempre predica lui.
      La fede viene dall'ascolto, dice, ma non nel suo caso.
      Nel suo caso viene da una "sensazione".

      - Va un paio d'anni nei Cursillos e poi si sente pronto a predicare autonomamente. Si mette in proprio.
      Tra l'altro, in seguito, disprezzerà anche i Cursillos.

      - dice di aver avuto una visione della Madonna (ora corretta con "visione intellettuale"), che stava dietro le sue spalle e gli avrebbe detto cosa doveva fare.
      Tutt'oggi si sostiene che il Cammino sia stato ispirato dalla Madonna. Da quella visione mai indagata dalla Chiesa.
      E se non era una visione autentica, allora chi l'avrebbe ispirato?
      La Chiesa dovrebbe indagare, perché se l'ispirazione non derivava dalla Madonna, allora tutto il Cammino si basa su un errore.

      - Arriva a Palomeras a NOVEMBRE del 1964 (lo dice lui in più di una catechesi). Quindi inizia la sua impresa autonoma nel 1965, almeno.

      - Due anni alle baracche, a briglia sciolta, senza la guida di nessuno, poi fuori Madrid, a Zamora nel 1967, con in testa in Vangelo dei Miserabili che ha scritto proprio in quel periodo.
      Poi va nella parrocchia dei genitori. Bell'inizio casalingo... (ma da quella parrocchia genitoriale butteranno fuori il Cammino dopo pochissimi anni).
      Inizia a incidere dischi con un gruppetto di 5-6 compagni, forse per questo Morcillo lo descriverà come un "musicista e compositore".
      In una lettera a Morcillo intorno al giugno del '68, Kiko dice che "sta traducendo le canzoni" e chiede un incontro coi responsabili: 15 persone. Solo 5 parrocchie a Madrid.
      Eppure arriva in Italia come uno consolidato.
      Invece predicava in proprio solo da un anno ed aveva realizzato ben poco.

      Un po' pochino per diventare un "maestro" dal nulla. Non apparteneva a nessuna istituzione religiosa precedentemente e non aveva mai incontrato un cristiano.
      Nemmeno i Cursillos erano veri cristiani, perché poi li sbeffeggerà, come ha sempre fatto coi preti, le parrocchie e la Chiesa (pur ricopiando l'idea dei rollos (mamotreti) e della convivenza finale delle catechesi).

      Ma chi era costui?

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    2. Bagnini, che da buon massone,
      ha dato a Kiko, la "traccia" dell'iniziazione.
      Ruben
      ---

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    3. Bugnini massone, eh?????????????????????????????????????????????????????????????

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    4. L'idea di far fare alle piccole comunità un catecumenato post battesimale non è del 1964 ma è stato studiato a tavolino nel 1971. Quindi viene dopo. Secondo me è stato ricopiato da un esperimento che si faceva in quegli anni nella chiesa luterana (solo in qualche parrocchia, sia chiaro). QUINDI È UNA IDEA POSTERIORE E PERFINO DI ORIGINE PROTESTANTE

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    5. Anonimo13 ottobre 2022 11:08
      Bugnini massone, eh???????????????????????????????????????????????????????
      ---
      Regolare;
      I Massoni, se sono tali, mica te lo
      vengono a dire a te; però esistono e
      come si dice a Napol:"non si sa ma si viene a risapere"
      Un esempio?
      L'ottimo presidente Ciampi.
      Ruben.
      ---

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    6. L'incredibile poi , è poi il fatto che Kiko si dichiari(oggi) come
      ex esistenzialita
      contestatario ed altro, sotto il regime Franchista dell'epoca, che
      di fronte ad un solo sospetto ti "tirava il collo"
      Neocat, studiate la storia!
      Ruben.
      ---

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    7. Ma secondo voi PUNTINI È UN CRETINO?

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    8. Assolutamente no. È un arguto commentatore che "punteggia" il nostro spazio commenti.

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    9. La parola cretino, diceva Odifreddi, matematico ateo, deriva da chretien che significa anche cristiano. Quindi.............................................................................................................................................................

      Elimina
    10. Cretino è l'acronimo di :

      Certamente Ridicolo Eretico Tragicamente Inverecondo Neocatecumenalmente Osceno

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    11. Secondo noi, se mai Puntini è stato cretino, da quando va in Cammino (o da quando non ci va più, chi può dirlo, con lui non si sa mai) non lo è più per niente. Ormai è al di sopra del bene e del male, ed equamente distante da entrambi.

      A. Non.

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    12. Anonimo14 ottobre 2022 15:50
      La parola cretino, diceva Odifreddi, matematico ateo, deriva da chretien che significa anche cristiano. Quindi.............................................................................................................................................................
      ---
      Non confondere la parola Cretino, ovvero "povero Cristo o Cristiano" a suo tempo usata per definire "un poveruomo", con la malattia del "cretinismo".
      Se vuoi, informati sul web.
      Ruben.
      ---

      Elimina
  8. Pietro non del Cammino12 ottobre 2022 alle ore 22:59

    Come tutti i fondamentalisti eretici, i camminanti prendono alla lettera le espressioni del Vangelo senza considerare lo spirito di quelle espressioni, cioè il senso che vuole dargli Gesù.
    Ma, come tutti i fondamentalisti, i camminanti prendono alla lettera solo quelle espressioni che fanno comodo al proprio tornaconto o alla propria ideologia.
    Non ho infatti mai sentito di un fondamentalista che abbia preso alla lettera, ad esempio, "Se il tuo occhio ti da scandalo, cavalo...".

    Alla fine ogni fondamentalista o ideologizzato crede a quello che preferisce, ma questa non è fede, ma auto convincimento.

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  9. Se Kiko fosse vissuto una cinquantina d'anni più tardi, per fare il "cateschista scelto da Dio per voi" avebbe dovuto farsi il percorso diocesano di istruzione.
    Ha potuto improvvisarsi catechista perché alla sua epoca non c'erano regole e una gran confusione di movimenti nascenti.

    Forse è proprio grazie a personaggi come lui e i suoi discendenti, che l'Istruzione si è resa necessaria.

    Perché anche se oggi il laicato ha un'attenzione diversa da parte della Chiesa, non tutti i laici sono atti ad essere catechisti, specialmente quelli senza formazione come lo era Kiko a suo tempo.

    Ora la Chiesa sembra essersene resa conto.

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  10. Miracoli di Carmen Hernandez Barrera

    Miracolo n. il più defilato

    Kiko ha notato che i miracoli finora raccontati, circa 200, sono ben lontani dal fatidico numero di 9000. Non capacitandosi di tutto ciò, ha implorato Carmen, e lei, da lassù, gli ha risposto che stava continuando a farne ma non li metteva in mostra per evitare critiche di protagonismo. Kiko ha avvisato Semeraro, che ha avvisato il Papa che ha detto : "hermano cardenal, esta Carmensita es mas fantastica. Fa miracolos a nastro ma non si mette in mostra. Es claro que es mas reservada, magna qualidad por una sancta, quindi la premiamo con la beatificasion. Procedamos, procedamos". Semeraro ha avvisato Kiko, che ha ringraziato il Santo Padre inviandogli un plico contenente una fotocopia di un articolo di Avvenire, scritto recentemente dal direttore Marco Tarquinio, dal titolo : "come diventare santi senza fare una beneamata mazza."

    e la causa continua....

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  11. Ci mancava anche il Fontana neoc, presidente alla Camera

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    1. Pietro non del Cammino14 ottobre 2022 alle ore 20:32

      Non penso che Fontana sia del Cammino, visto che si è sposato col rito Tridentino...

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    2. Non mi risulta che Fontana sia neocatecumenale. Così come non lo era Del Rio (che passava per neocatecumenale perchè aveva 7 figli)

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    3. invece Del Rio è neocatecumenale, anche se è nel Pd

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    4. Sorry, ma Del Rio non è neocatecumenale.

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    5. @Anonimo15 ottobre 2022 08:06
      invece Del Rio è neocatecumenale, anche se è nel Pd
      ---
      Con questa tua affermazione ci fai dedurre che il Cammino è dichiaratamente a destra e magari,
      visto il passato della Spagna,
      patria degli iniziatori, è anche filo-
      fascista; altro che il falso progressimo post CVII, che vanno
      cianciando!
      Ruben.
      ---

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    6. Dossettiano, Del Rio, non neocatecumenale

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  12. Vista un po' la stasi dei commenti di
    oggi, mi permetto di esprimere una
    considerazione O.T.: l'Opus Dei, come
    Prelatura Personale, da poco guidata
    da un semplice Prelato neanche Vescovo,
    deve obbedienza al Prelato ed al Papa.
    Ha un solo Seminario Internazionale a Roma, ovvero un solo Seminario per i
    90.000 fedeli aderenti all'Opera, che forma Sacerdoti fedelissimi all'Ortodossia
    Cattolica.
    Facendo un opportuno confronto numerico, il Cammino, non dovrebbe avere più di 10 seminari nel mondo anziché i 100 che vantano, dove i presbiteri, sono formati nell'eresie Kiko-Carmeniane e purtroppo c'è anche chi
    li ordina al presbiterato, ahimè Papa compreso.
    Fine O.T.
    Ruben.
    ---

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    1. In sostanza, se il Cammino verrà sciolto, andranno tutti all'Opus Dei, per cui, essendo un milione e l'Opus Dei 90000, saranno un milione e novantamila. Forse conviene................................................

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    2. Puntini non hai capito: l'Opus Dei
      i membri se li sceglie , sono pochi
      ma buoni; vuoi mettere il Cammino
      con l'Opera? Cosa fai confondi l'oro con la latta?
      Ruben.
      ---

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    3. Opus Dei batte Cammino 50 a 0

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  13. Pietro non del Cammino14 ottobre 2022 alle ore 20:55

    Fino ad ora, a parte l'anonimo dei puntini, i cui commenti sono irrilevanti, non è intervenuto nessun camminante.
    Del resto che cosa potrebbero scrivere a difesa del Cammino?
    A me non viene in mente nulla, se non il fatto di ammettere che, se la Chiesa la pensa come riportato dal post, e la pensa evidentemente così, Kiko si è sbagliato.
    Un'ammissione di colpa sarebbe davvero la migliore difesa del Cammino.

    Ma come una volta ha scritto Tripudio, se anche in un solo punto il Cammino ammettesse di aver sbagliato, tutto si dimostrerebbe sbagliato, perché Kiko non risulterebbe più infallibile e le sue "catechesi" a braccio non serebbero più direttamente dettate dallo Spirito Santo.

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