![]() |
Traduzione in italiano: "la fede in Kiko viene per l'ascolto del Kiko" |
Ed è il fatto che nella Chiesa, dall'epoca conciliare in poi, è in vigore la moda del parlare per sfumature, di usare vasti giri di parole per non nominare esplicitamente qualcosa, di usare espressioni accompagnate da un "tuttavia" e seguite magari dal loro contrario. La predicazione, i libri, i documenti della Santa Sede, la sinodalità, è tutto un mare di sfumature, di aggiustatine, di linguaggio ammorbidito. È come se la gerarchia cattolica si fosse convinta in modo ferreo che i fedeli postconciliari (e il resto del mondo) siano terribilmente permalosi, come se temesse non la diffusione di errori ed eresie ma solo di urtare qualche suscettibilità. Come Pietro e il suo "timore dei circoncisi". Come se la carità fosse autorizzata ad oscurare la verità.
Qui non usiamo mezzi termini: il Cammino Neocatecumenale è eretico, ed eretici sono i suoi "iniziatori", e di conseguenza eretici sono coloro che a meno di ignoranza invincibile li seguono.
Potremmo fare mille distinguo (e in oltre 2850 pagine di blog, li abbiamo spesso fatti) ma il succo non cambia. Il Cammino è eretico perché insegna eresie (oltre che strafalcioni, ambiguità, ed altri errori): inutile girarci intorno, poiché i seguaci del Cammino non riescono a concepire un Cammino che sia anche solo leggermente diverso da ciò che hanno sempre insegnato i due autoproclamati "iniziatori" spagnoli. Cioè non accettano correzioni al Cammino, anzi considerano addirittura un "andare contro lo Spirito" il voler correggere il Cammino. E quando ricevono correzioni dalla gerarchia, fanno "buon viso a cattivo gioco", proclamandosi «contentissimi delle norme» ma contemporaneamente attrezzandosi per disubbidire a quelle norme stesse, con l'alibi (completamente campato in aria) che "il vescovo non ci capisce" e che quando conoscerà meglio il Cammino ritirerà quelle norme (e quindi -sottinteso furbetto- si possono ignorare già da subito).
Non dobbiamo annacquare la verità solo per ossequiare la Pastorale della Permalosità. Le eresie del Cammino sono state documentate da molti autori molto più preparati di noi, e da molto tempo. Negli anni '80 padre Enrico Zoffoli scrisse una vasta quantità di libri e articoli sulle eresie del Cammino Neocatecumenale e sulla mentalità degli adepti. E ci sono stati altri autori prima di lui (padre Virginio Rotondi, mons. Pier Carlo Landucci...) e dopo di lui (don Elio Marighetto, don Gino Conti... fino a don Ariel Levi Di Gualdo) che hanno documentato le eresie del Cammino, e scoprendo la matrice eretica persino partendo dalle sole "opere" pittoriche (Lino Lista). E tutti pubblicando corposi e documentati volumi (vedi colonna qui a lato con alcuni esempi). Non si possono rifiutare tutti questi autori con un banale "non hanno capito" o un infantile "si sbagliano".
"Eresia" significa distorcere le verità di fede. Distorcere non equivale a negare in blocco o a chiare lettere (eppure fra i neocat succede anche questo). E non c'è bisogno nemmeno di proclamare tale distorsione. Per esempio i neocatecumenali non credono nella presenza reale di Nostro Signore nel Santissimo Sacramento. Infatti disperdono briciole, frammenti, gocce, pulendosi le dita sui pantaloni dopo aver "fatto la Comunione", proprio come se non ci credessero, banalizzano il gesto proprio come se non ci credessero, non considerano il Santissimo (genuflessioni, paura di scrilegi, ecc.) proprio come se non ci credessero. E difendono la prassi invalsa nel Cammino anche a costo di usare menzogne (per esempio la menzogna del "è approvata"), e non si sognano minimamente di metterla in discussione o di chiedere ai propri responsabili di fare come fa la Chiesa (ostie piccole, alla bocca, ecc.).
«Il Cammino è una setta protestante-ebraica che di cattolico ha solo la decorazione», riassunse mons. Schneider. Ci permettiamo umilmente di aggiungere che è anche un'idolatria, un'invincibile idolatria per i due autoeletti "iniziatori" Kiko e Carmen. Anche nei rarissimi casi in cui un fratello del Cammino fingesse di criticare Kiko almeno su qualcosa di secondario, per le scelte serie della propria vita farà sempre come dicono Kiko e i suoi pretoriani. E si proclamerà cattolico, anche se ne ha a stento una squinternata decorazione.
Pur davanti alla cavalcante epidemia di permalosità dei postconciliari, bisogna avere la carità e la decenza di chiamare eresia le distorsioni della fede. E ricordare che la prima forma di carità è la verità. Non può esserci carità calpestando la verità, calpestando la fede, calpestando (addirittura materialmente!) il Santissimo Sacramento.
Nell'immagine in alto in questa pagina, un neocatekiko esibisce uno striscione kikolatrico con un'eresia nascosta nell'ambiguità, travisando il principio cattolico del "fides ex auditu" (la fede che arriva dall'ascolto dell'annuncio del messaggio cristiano), applicando il pomposo termine greco "kèrigma" (che nel Nuovo Testamento indica l'annuncio), termine che per i seguaci di Don Kikolone ha un significato diverso.
Per i neocatecumenali, infatti, solo il laico Kiko annuncia il "kerigma". Chiunque altro parli - anche un Papa, anche ex cathedra - non sta annunciando il "kerigma" (non sia mai che prendano sul serio qualcosa che non è stato detto o certificato da Kiko!). Per loro ogni intervento pubblico di Kiko è "kerigma", e quel "kerigma" è necessariamente "ispirato", e quindi i cosiddetti "catechisti" lo ripetono a pappagallo (perfino nelle battute spiritose).
Quello striscione, insomma, è sia la superbia di dire "io la fede ce l'ho perché ascolto Kiko", sia lo scisma di dire "io non ho bisogno di ascoltare la Chiesa poiché ascolto Kiko", sia l'eresia di dire "la fede consiste in ciò che dice Kiko".
Ma come possiamo far capire a Google che questo blog deve rimanere aperto? Hanno fatto chiudere anche il blog Antikikaglie
RispondiEliminaTravaseremo i contenuti di questo blog altrove ma potete star certi che è da tempo che tutti i parroci d'Italia, Spagna e altrove, sono già al corrente dello scempio neocatecumenalizio, perfino quando ne condividessero le linee fondanti (cioè carnevalate liturgiche, dottrine modificabili a piacere, ecc.).
EliminaNe approfitto per ricordare la figura del sacerdote polacco Michał Poradowski (1913-2003), che chiarì che il Cammino in Polonia era una delle tante sètte protestanti che ebbero successo nel periodo conciliare perché i vescovi semplicemente non ne conoscevano le dinamiche interne (in quanto si fidavano dell'apparenza "caritativa": "i poveri! i baraccati!", ecc.). Le sue impressioni le ritrovò poi confermate nel libro Eresie del Cammino Neocatecumenale di p.Zoffoli, e ne scrisse abbondantemente, in polacco, nel 1995, mettendo in guardia i cattolici polacchi. Dopo la morte di Poradowski, i familiari acconsentirono che tali scritti venissero diffusi sul web.
Congratulations ! di nuovo online !
RispondiEliminaCon immenso piacere, apprendo solo ora ora, che il blog è di nuovo on line
RispondiEliminaCome mai questo blog è scomparso è riapparso per ben 4 volte? Cosa è successo?
RispondiEliminaBentornati bis. Ma cosa succede??
RispondiEliminaWe're so happy that this blog has returned to life!
RispondiEliminaAs Blogspot is becoming unreliable, we may eventually relocate elsewhere.
EliminaEra da un po' che non visitavo il sito, e devo dire che le cose sono solo peggiorate nel mondo neocatecumenale, mondo che ho frequentato per qualche anno, dal 1995 al 1997, e che grazie al libro di p. Enrico Zoffoli ho avuto la grazia di abbandonare. Vedere adesso che c'è anche un processo di beatificazione in corso è veramente deprimente, soprattutto perché ci si rende conto che tutta l'eresia continua,...
RispondiEliminaPues a mí me pasa igual. Hace mucho que no leía este blog y todo lo que me he encontrado, me hace pensar que el Camino va muy mal, sobre todo lo de la beatificación. La Iglesia entera se echaría encima porque en el camino no hay ninguna Santa. Otra cosa es que quieran presumir, pero eso lleva un largo camino y creo que no lo llegarán a terminar. No procede.
Elimina