sabato 12 febbraio 2011

Dalla "Riforma della Riforma" al "nuovo movimento liturgico". Dove sta andando la Chiesa?

Nei giorni scorsi Andrea Tornielli ha pubblicato un articolo, al quale hanno fatto eco scritti di altri vaticanisti: Paolo Rodari e Giacomo Galeazzi, quest'ultimo più esplicito sui neocat: "...le parrocchie Neocatecumenali che sostituiscono l’ostia con una riedizione dell’Ultima cena: una pagnotta divisa fra i commensali e vino che passa di mano nei boccali. Nella liturgia della Parola tipo-stadio le letture sono accompagnate da «ammonizioni» dei catechisti e «risonanze» dell’assemblea. Al Sinodo dei Vescovi, il presidente della conferenza episcopale del Pacifico, Apuron ha chiesto di estendere l’uso di far la comunione seduti: «Se l’eucaristia è un banchetto, questa è la postura più adatta».

Diceva Tornielli: "Sarà pubblicato nelle prossime settimane un documento di Benedetto XVI che riorganizza le competenze della Congregazione del culto divino affidandole il compito di promuovere una liturgia più fedele alle intenzioni originarie del Concilio Vaticano II "con meno spazi per i cambiamenti arbitrari e per il recupero di una dimensione di maggiore sacralità" e quindi gli interventi sembravano mirati anche a “porre un freno ad abusi, sperimentazioni selvagge e inopportune creatività”.

Ma ad una velocità alla quale, neppure in altri casi davvero drammatici come i pesanti attacchi mediatici al S. Padre abbiamo mai assistito, è intervenuto prontamente con un comunicato stampa il portavoce vaticano Padre Lombardi. Non è difficile riconoscerne l'intento intimidatorio sia nei riguardi di Tornielli che nei riguardi di coloro che vorrebbero promuovere una "riforma della riforma: “...è da tempo allo studio un Motu Proprio per disporre il trasferimento di una competenza tecnico-giuridica - come ad esempio quella di dispensa per il matrimonio ‘rato e non consumato’ - dalla Congregazione per il Culto Divino al Tribunale della Sacra Rota. Ma non vi è alcun fondamento né motivo per vedere in ciò un’intenzione di promuovere un controllo di tipo ‘restrittivo’ da parte della Congregazione nella promozione del rinnovamento liturgico voluto dal Concilio Vaticano II"

Non dimentichiamo che quelli che giustamente vengono definiti “abusi” e anche derive, sono potuti proliferare grazie allo "spirito del concilio"; molti di essi ne sono stati e ne sono proprio l'applicazione anche in tema liturgico; applicazione peraltro distorta perché deviante in molti punti dalla Sacrosanctum concilium). E allora, poiché indietro non si torna, Lombardi portavoce del potere dominante ci ha in qualche modo detto: "guai a chi osa toccare le nostre conquiste".

La rivoluzione liturgica post conciliare è piombata dall'alto sulle nostre teste, spesso con violenza, ma non sia detto che oggi dall'alto venga una qualsiasi correzione… la riforma deve venire dal basso, ci viene detto, ma in basso ci stanno i responsabili delle eccezioni diventate norma, degli errori che si vorrebbero normalizzare.

Recentemente, sempre a Tornielli il card Canizares dichiarava [qui il testo integrale dell'intervista] : ...«E per far questo bisogna superare la tendenza a “congelare” lo stato attuale della riforma postconciliare, in un modo che non rende giustizia allo sviluppo organico della liturgia della Chiesa. Stiamo tentando di portare avanti un grande impegno nella formazione di sacerdoti, seminaristi, consacrati e fedeli laici, per favorire la comprensione del vero significato delle celebrazioni della Chiesa. Ciò richiede un’adeguata e ampia istruzione, vigilanza e fedeltà nei riti e un’autentica educazione per viverli pienamente. Questo impegno sarà accompagnato dalla revisione e dall’aggiornamento dei testi introduttivi alle diverse celebrazioni (prenotanda). Siamo anche coscienti che dare impulso a questo movimento non sarà possibile senza un rinnovamento della pastorale dell’iniziazione cristiana». «Il nuovo movimento liturgico dovrà far scoprire la bellezza della liturgia. Perciò apriremo una nuova sezione della nostra Congregazione dedicata ad “Arte e musica sacra” al servizio della liturgia. Ciò ci porterà a offrire quanto prima criteri e orientamenti per l’arte, il canto e la musica sacri. Come pure pensiamo di offrire prima possibile criteri e orientamenti per la predicazione». Argomenti, questi ultimi, che non tengono alcun conto degli abusi e delle liturgia 'fai da te'.

Pertanto, se le correzioni non vengono dall'alto, con i dovuti controlli, temiamo che la “liturgia fai da te” ha ancora dei bei giorni davanti a sé...

Restano ferme tutte le riserve, oggettive, già espresse per una riforma dal basso in un campo così sacro e serio come quello Liturgico. Ed è quindi allarmante, per chi ama la Tradizione, la regressione dalla "Riforma della Riforma" al cosiddetto "nuovo movimento liturgico" basato, a dire del card. Canizares, sul "rinnovamento della pastorale della iniziazione cristiana". Vi dice niente?

Tutto ciò risulta avvalorato dalla recente notizia che a Roma il Cardinal Vallini ha chiesto un censimento tramite i Prefetti per sapere il numero ESATTO di copie che ogni parroco ha acquistato del cosiddetto catechismo eucaristico, pieno di imprecisioni liturgiche e di errori dottrinali, che DEVE essere consegnato ad ogni catechista. I Parroci quindi sono COSTRETTI ad acquistarlo anche contro la loro volontà! Tutte le diocesi d'Italia con i vescovi-conciliar-modernisti stanno richiedendo per loro stessi questo pestifero catechismo: una specie di contro catechismo di san PIO X!

Non possono dunque non esprimersi perplessità, dato che un movimento liturgico che parte dal basso e che corre il rischio di essere ispirato all'iperattivismo, all'arrembanza, nonché alle discutibili innovazioni di qualche movimento favorite dalle derive moderniste, francamente fa venire i brividi... Tanto più se consideriamo che un ambito così serio e sacro come la Liturgia, che ci porta il respiro della Fede Apostolica arricchita da quella delle generazioni e dei grandi Santi che ci hanno preceduto, non può essere messo in mano né a laici cosiddetti ispirati o carismatici, né a liturghi improvvisati e neppure costruito a tavolino (come accaduto per il NO).

Qualunque modifica, dunque, non può in ogni caso nascere dal basso, ma deve sgorgare dalla fede viva e dalla preghiera e dalla 'sapienza' di chi ha dimestichezza e conoscenza anche storica -in riferimento alla Tradizione- ma soprattutto spirituale delle "cose sacre" e della Liturgia, che davvero è la fonte e il culmine della nostra Fede e, poiché lex orandi è lex credendi, ogni innovazione deve rifuggire sia dalle improvvisazioni, sia dalle sperimentazioni, sia dagli spiriti che hanno perso il contatto con la Tradizione e che purtroppo non mancano di darcene drammatiche riprove ogni giorno.

I nostri innovatori, anche attuali, vedono la Liturgia -come pure la Tradizione- con criteri storicistici, che le concepiscono entrambe in evoluzione a seconda dei tempi; ma non ha senso parlare di evoluzione, perchè la liturgia e la tradizione non possono evolvere in senso storicistico, nel senso di subire mutazioni profonde che della Liturgia snaturano il senso principale e allontanano sempre più la Tradizione dalle radici, col pretesto di un supposto enfatizzato, impossibile ritorno alle origini. Esiste, invece, ed è ancor viva una Tradizione che conosce mutamenti e non evoluzione (l'evoluzione anche dei dogmi è un principio chiaramente "modernista") conservando l'essenza della Rivelazione Apostolica originaria.

Si possono fare mille discorsi sul fatto che la liturgia possa mutare, nel senso di creare un nuovo prefazio o introdurre una nuova messa in base al Santorale aggiornato. Questo è aggiornare, rinnovare, non gestire l'evoluzione. La 'forma' del rito, sacra e solenne - un tesoro che ci è pervenuto intatto nella struttura essenziale (pensando soprattutto al canone Romano) dal Sacramentario Gelasiano, dal rispetto di Papa Damaso per la Vetus latina prima ancora che dalla sorgente Gregoriana -, tutt'al più potrebbe richiedere degli aggiornamenti calibrati cum grano salis. Essa 'sopporta' solo lente sedimentazioni, che avvengono nei secoli e con coerenza.

Bisogna cercare di capire che il rito ha delle sue caratteristiche sostanziali, e che la messa nuova le ha perse perché è frutto di una diversa ecclesiologia della quale possiamo indicare alcuni fondamenti:
  • una nuova concezione che la chiesa ha maturato di sé, antropocentrica piuttosto che teocentrica:
  • Assemblea celebrante senza più il Sommo e insostituibile Sacerdozio di Cristo e
  • l'enfasi sulle due mense: Parola ed Eucaristia;
  • l'enfasi sul 'culto spirituale' che sostituisce la ri-presentazione del Sacrificio di Cristo perché l'attuale individualismo non consentirebbe più di comprendere.
L'errore è quello di 'piegare' il rito e la dottrina alla mutata comprensione del 'mondo' e non aver fiducia nello Spirito capace di aprire le orecchie e il cuore di chi, in ogni generazione e qualunque siano le difficoltà, riceve l'Annuncio di cosa il Signore ha fatto e fa continuamente per noi da una cuore acceso perché Redento e portatore di una Presenza, accolta e ricevuta nella Chiesa Mater et Magistra.

Per far rivivere il senso del sacro Benedetto XVI ha riproposto l’orientamento dell’azione liturgica, la croce al centro dell’altare, la comunione in ginocchio, il canto gregoriano, lo spazio per il silenzio, una certa cura dell’arte sacra. Per questo motivo sembra uscirà il nuovo Motu proprio, una disposizione importante che va a sanare una lacuna divenuta oramai atavica.

Ma il nodo vero da sciogliere è : se in luogo del convivio fraterno non si ripropone chiaramente il Sacrificio di Cristo, che è il cuore della nostra Fede e il vero culto da rendere a Dio primaria funzione della Chiesa da cui tutto il resto scaturisce, cambieranno solo alcune 'forme', ma non cambierà la sostanza.

Completo con una riflessione che anticipa alcune obiezioni scontate, quando si pone in primo piano il Sacrificio di Cristo:
  1. La fine del sacrificio dell'Antico Testamento non è la fine del sacrificio. Non solo il concilio di Trento, ma anche il Vaticano II lo affermano;
  2. non è vero che il Sacrificio cruento di Cristo si trasforma per noi in sacrificio spirituale, considerando questo il "culto logico" di paolina memoria (o per lo meno non del tutto): perché è vera "adorazione in spirito e verità" quella che implica il 'sacrificio' dell'intera vita, che solo in Cristo possiamo offrire al Padre e non tocca solo le corde intime del cuore, ma anche tutti gli aspetti quotidiani concreti materiali del nostro vivere, animati dallo Spirito di Cristo, che continua a donarsi a noi, Morto per noi e per i nostri peccati e gloriosamente Risorto... Pensiamo anche all'effusione del sangue dei tanti martiri cristiani dei nostri giorni, e di tutte le epoche, dei quali così poco si parla. Non è la regola, ma è; e ci riporta alla concretezza della nostra Fede;
  3. Non sono le "conquiste di oggi" che determinano la spiritualità o la 'piegano' al rovescio della medaglia delle difficoltà e dell'eclissi di Dio; ma è la Rivelazione, il Magistero, la teologia cattolica che forgiano la spiritualità autentica e non i surrogati o le contraffazioni:
  4. Alcuni tradizionalisti possono aver diviso Morte da Resurrezione ed è un errore di certi ambienti; ma forse è solo una questione di linguaggio e di 'respingenti' da parte di una cultura che aborrisce e esorcizza il dolore e ha espunto l'espiazione responsabile e/o quella vicaria donativa. Ma il dolore esiste, non possiamo eluderlo e l'unico senso che possiamo dare ad esso è offrilo al Padre, AdorandoLo. Ma questo come possiamo farlo da noi stessi al Totalmente Altro, che è il nostro Creatore dal quale ci separa una frattura colmabile solo dal Sacrificio di Cristo al nostro posto?... possiamo farlo solo in Cristo Signore seguendo e accogliendo quel che ha già fatto Lui
  5. è questo che fa di noi dei cristiani autentici.

38 commenti:

  1. Quando io uso termini come "pagnotte" e "boccali", i neocatecumenali si infuriano.

    E ora che li usa Galeazzi? Sarà mica un giornalista "faraone"?

    E cosa significa "sostituiscono l'ostia con una riedizione dell'Ultima Cena"?

    RispondiElimina
  2. Il "movimento liturgico" c'è già.

    È composto da persone che non ne possono più delle squinternate liturgie fai-da-te e vanno laddove si celebra in modo più serio e più degno.


    Il cardinale Cañizares dice che «il nuovo movimento liturgico dovrà far scoprire la bellezza della liturgia».

    Ma allora noi stessi siamo il "movimento liturgico" così auspicato!

    RispondiElimina
  3. completo con una riflessione che anticipa alcune obiezioni scontate, quando si pone in primo piano il Sacrificio di Cristo:

    1. La fine del sacrificio dell'Antico Testamento non è la fine del sacrificio. Non solo il concilio di Trento, ma anche il Vaticano II lo affermano

    2. non è vero che il Sacrificio cruento di Cristo si trasforma per noi in sacrificio spirituale, considerando questo il "culto logico" di paolina memoria (o per lo meno non del tutto): perché è vera "adorazione in spirito e verità" quella che implica il 'sacrificio' dell'intera vita, che solo in Cristo possiamo offrire al Padre e non tocca solo le corde intime del cuore, ma anche tutti gli aspetti quotidiani concreti materiali del nostro vivere, animati dallo Spirito di Cristo, che continua a donarsi a noi, Morto per noi e per i nostri peccati e gloriosamente Risorto

    3. Non sono le "conquiste di oggi" che determinano la spiritualità o la 'piegano' al rovescio della medaglia delle difficoltà e dell'eclissi di Dio; ma è la Rivelazione, il Magistero, la teologia cattolica

    4. Alcuni tradizionalisti possono aver diviso Morte da Resurrezione ed è un errore di certi ambienti; ma forse è solo una questione di linguaggio e di 'respingenti' da parte di una cultura che aborrisce e esorcizza il dolore e ha espunto l'espiazione responsabile e/o quella vicaria donativa. Ma il dolore esiste, non possiamo eluderlo e l'unico senso che possiamo dare ad esso è offrilo al Padre, AdorandoLo. Ma questo come possiamo farlo da noi stessi al Totalmente Altro, che è il nostro Creatore dal quale ci separa una frattura colmabile solo dal Sacrificio di Cristo al nostro posto?... possiamo farlo solo in Cristo Signore seguendo e accogliendo quel che ha già fatto Lui

    5. è questo che fa di noi dei cristiani autentici

    RispondiElimina
  4. Ma allora noi stessi siamo il "movimento liturgico" così auspicato!


    Esatto. Ma l'essere "noi stessi", non significa, come dice l'articolo di apertura, che pur "venendo dal basso", il "Movimento Liturgico" non venga...dall'ALTO!

    Bisogna vedere cosa si intende per "ALTO".

    Il metodo che il Santo Padre sta faticosamente realizzando è chiaro. O ci convinciamo di aiutarlo, oppure possiamo rimanere a criticarlo in eterno guardando la barca ridotta un colabrodo!

    Tra l'altro la veemenza che certa parte (per forutna minoritaria) del mondo Tradizionalista ha messo nel contestare e criticare l'operato del Papa, srebbe stata degna d'altra causa, appunto!

    Non ci siamo mai posti il dubbio che magari le "tirate di remi in barca", in certi ambiti come questo della riforma della riforma abbiano avuto una larga "mano" da certi atteggiamenti del mondo tradizionalista?

    Lo vogliamo capire o no che non è possibile considerare questa situazione "normale"? Che le "vie normali" in questa situazione non funzionano, non si possono usare e non portano frutto? Lo vogliamo capire o no che la situazione, che tutti concordano nel definire "unica, incredibile e gravissima", lo è davvero? Non lo è solo "filosoficamente", ma lo è nei fatti!

    Vi è un problema terribile di rivolta all'autorità e al Primato. Vi è un incredibile parte della Chiesa Cattolica che lo è solo di nome. Vi è un ecumene indifferente, deformato e inerte.

    Quale sarebbe la soluzione? Che piovano dall' "alto" direttive e discipline che obblighino dei fedeli deformati, incuranti della dottrina e della liturgia, a fare o credere cose a cui non sono stati istruiti e a cui non credono?

    E che senso avrebbe? Quello di "soddisfare" la Giustizia dei fedeli "perseguitati" dal modernismo? Bene. E POI?

    Se il nostro zelo si fosse mostrato in modo altrettanto forte quanto le nostre continue critiche, forse non dico che le cose sarebbero cambiate, ma magari non sarebbero stati tirati i remi in barca in molti casi. Perchè i ribelli, i sovvertitori, USANO CONTRO DI NOI le nostre azioni! Lo stesso di ciò che è avvenuto per il caso Nourrichard (Evreux).

    La reazione che abbiamo è usata contro di noi. Questo sembra non lo consideriamo. E sembra che caschiamo dalle nuvole. Mentre invece dovrebbe esserci abbastanza chiaro che ci odiano! E la pressione che i potentati modernisti esercitano sul Papa e i pochi a lui fedeli aumenta a secondo della possibilità che essi possono sfruttare. Non credo sia una considerazione "strategica", questa, ma un dato di fatto niente affatto inevitabile!

    Per cui, perchè, ora, non sfruttare le potenzialità che questa nuova pagina prospetta?

    Il Movimento liturgico, pur nascendo dal "basso" non è senza l' "ALTO". Nel "basso" ci sono Santi Sacerdoti, veri Maestri, fraternità Tradizionali e santi uomini! QUELLO CHE NECESSITA AL MOVIMENTO LITURGICO per consolidarsi!

    Se la San Pio X ne facesse parte, e alcuni suoi elementi non perdessero tempo a scrivere libri assurdi contro il Papa (e poi ci si lamenta che i batte sempre là! Questi SONO CALCI DI RIGORE a chi non aspetta altro!), la situazione sarebbe ancora migliore!

    Ma no! La colpa è sempre degli altri! Dei modernisti persecutori (TOH, mi sembra di vedere un film già visto eh!), dei "minimizzatori", DEI "CONSERVATORI" che se non danno ragione a tutte le critiche sono degli illusi spiritoconciliaristi!

    Rimbocchiamoci le maniche! Il tempo sprecato nelle critiche, negli attacchi, nelle accuse più strampalate e arroganti, sono stati usati bene da chi ci odia GRAZIE A NOI! E non a loro!

    E ora, davanti a questo nuovo tempo, bisognerebbe organizzarsi e affrontarlo con la Croce caricata sulle spalle...

    RispondiElimina
  5. Non ci siamo mai posti il dubbio che magari le "tirate di remi in barca", in certi ambiti come questo della riforma della riforma abbiano avuto una larga "mano" da certi atteggiamenti del mondo tradizionalista?

    e dagli, Stefano :(

    il mondo Tradizionalista piange e geme e qualche volta esagera pure!
    Ma non è ragionevolmente attribuibile a questo ogni stretta di freni, che non definisco 'pilotata' (come certi indizi la farebbero apparire) solo perché non mi va di fare dietrologia, ma che ha la sua origine da anni ormai nella cultura (non fede, bada bene) e nel potere egemoni!

    Oggi è cambiato qualcosa, nel senso che sono aumentate le persone che se ne rendono conto con chiarezza e lucidità e, a differenza che nei decenni scorsi, è finito l'embargo su chi si permette di esprimerlo rispettosamente ma con parresìa e sembra finita anche la damnatio memoriae di molti giusti...

    sono costretta a dire 'sembra' perché fioccano da più parti, anche da chi meno te l'aspetti gli inviti a tacere, ma non è tacendo che si fa Verità, senza la quale non c'è neppure autentica Carità...

    So che tu ti riferisci agli estremisti; ma riflettere e chiamare le cose col loro nome lucidamente e consapevolmente, condividendo le nostre riflessioni, non credo ci ponga tra gli estremisti

    Temo, Stefano che i fedeli le direttive non se le possono né devono darsele da soli: si corre il rischio di autoreferenzialità e manca la 'conferma' di cui si ha sempre bisogno. Tra l'altro si dà il caso -ed è un terribile paradosso- che questa conferma la si veda attribuire a contesti che non esito a definire eversivi (nei confronti della Chiesa di Cristo naturalmente).

    Possiamo trovare a questa confusione mille ragioni e giustificazioni; ma, se tacessimo, penso sarebbe anche peggio!

    RispondiElimina
  6. E ora, davanti a questo nuovo tempo, bisognerebbe organizzarsi e affrontarlo con la Croce caricata sulle spalle...

    OK.


    “È possibile che i nostri nemici debbano dispiegare tanta attività, fino ad avere la superiorità, mentre noi restiamo senza far niente, tutt’al più applicati a pregare, senza metterci all’opera? Non abbiamo forse delle armi più potenti, la protezione del Cielo della Vergine Immacolata? L'Immacolata, vittoriosa e trionfatrice su tutte le eresie, non cederà il posto al nemico che rialza la testa, se troverà dei servitori fedeli e docili ai suoi ordini: riporterà nuove vittorie più grandi di tutto quello che si può immaginare" (San Massimiliano Kolbe)

    RispondiElimina
  7. Lo stesso di ciò che è avvenuto per il caso Nourrichard (Evreux).

    nel caso Nourrichard ha vinto la burocrazia; ma solo perché a nessuno stava a cuore il merito della questione, cioè la verità e il bene delle anime e può avvenire a maggior ragione, dal momento che la cultura egemone sta dalla parte del vescovo modernista e non di quello tradizionale, autentico pastore di anime... non di certo perché qualche blog Tradizionalista ha sollevato il problema.

    Non abbiamo poi tutto questo potere (ci metto in mezzo anche noi)

    credo che tutt'al più, per come stanno le cose, gli mettiamo qualche sassolino nella scarpa, nulla di più... con la differenza che se c'è qualche orecchio che può intendere, intende

    RispondiElimina
  8. con la riforma conciliare si è imboccata una strada, non solo senza via d'uscita, ma che continua ad essere seguita a tutta velocità!

    Notiziario di terra santa, al minuto 6 ca.

    http://www.custodia.org/Terra-Santa-News-11-02-2011.html

    250 vescovi e 7 cardinali in "convivenza" (tutto pagato logicamente, viaggio compreso)

    Riuscite per caso a ipotizzare una via di uscita? Bisognerebbe ripartire da zero...

    Umanamente è impossibile!

    RispondiElimina
  9. Sergio, ho visto quelle immagini dalla Terra Santa.
    Ne sono uscita con la nausea.

    RispondiElimina
  10. Tutti quei cardinali e vescovi corrono in Galilea a scuola da un pittore spagnolo, senza dubbio hanno celebrato la messa con il rituale sincretista inventato dallo stesso con i suoi simboli e segni NON cattolici, hanno contemplato i simboli ebrei di cui è zeppo quel luogo, avranno anche visto il "doppio tabernacolo", senza dubbio sono stati suggestionati dall`opulenza del luogo e poi quei pastori, CUSTODI DELLA LITURGIA, ritorneranno a casa e introdurranno il verbo kikiano nella loro pastorale.
    Non conoscono i testi, sanno che esiste ancora il segreto, ma conoscono e hanno visto le storture liturgiche, vedono lo spazio sacro sconvolto, vedono la struttura parrocchiale devastata e conoscono la divisione che porta il cnc là dove arriva, arriva, eppure vanno in Galilea invitati e sono lì a pendere dalle labbra di un predicatore che ha calpestato e sconvolto ciò che loro, i CUSTODI DELLA LITURGIA, DOVREBBERO CUSTODIRE.
    È sconvolgente.

    RispondiElimina
  11. Quale trionfalismo del cardinale Shonboern, portavoce abituale dei sediziosi vescovi e cardinali periodicamente riuniti alla Domus kikiana. Ha uno strano modo di vedere le radici cattoliche questo signore che si è permesso di lasciare nel proprio museo diocesano di Vienna un quadro blasfemo di Cristo e degli apostoli.
    In altri tempi questa gente veniva sottoposta, se non altro, ad un'indagine sullo stato di salute mentale...

    RispondiElimina
  12. Possiamo trovare a questa confusione mille ragioni e giustificazioni; ma, se tacessimo, penso sarebbe anche peggio!


    Non ho mai ipotizzato il silenzio, anche se il Silenzio, quello Orante, deve avere sempre un posto d'onore nelle AZIONI dei fedeli.

    RispondiElimina
  13. in effetti il "movimento liturgico" tanto nuovo non è, perché Ratzinger anche quando era cardinale, ne parlava molto (vedi conferenza Fontgombault, 2001)

    RispondiElimina
  14. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  15. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  16. Io, oggi, stasera, mi sento una pecora indifesa, senza protezione da parte di chi ha ricevuto il mandato di prendere cura anche della mia anima, mi sento tradita da chi dovrebbe guidarmi sui passi di Cristo, mi sento in mezzo ad un gregge malato e lasciato in balia ai lupi, sento l`odore del marcio sempre più vicino.

    Oggi ho guardato quelle immagini dalla Galilea che ci mostrano dei vescovi parlare nel luogo costruito da colui che ha creato il suo movimento calpestando Dottrina e Liturgia, è sconvolgente vedere a che punto quei pastori sono indifferenti a tutte le storture e anomalie, sanno tutto e lodano.

    Leggiamo e ascoltiamo tutte le parole dette e scritte dall`allora card.Joseph Ratzinger sulla Liturgia e poi dallo stesso diventato Benedetto XVI, ebbene non troviamo traccia del rituale creato da Arguello eppure esiste, eppure è stato tollerato, quel rituale, così come è oggi, non resisterebbe ad una riforma della riforma,sarebbe spazzato via, dovrebbe essere finalmente modificato come il Papa lo vuole.

    È forse questa una delle ragioni per cui "la riforma della riforma" voluta dal Papa non riesce a vedere il giorno?

    RispondiElimina
  17. Per i Romani:

    andate a leggere ciò che il card. Vallini ha pubblicato, attraverso l`Ufficio liturgico, e cioè un itinerario di catechesi sulla Messa, chiamato :
    " L`Eucaristia fa la Chiesa"
    Chi ne è l`autore?
    Padre Scicolone.
    Nella Diocesi del Papa, il vicario del Papa confida quel lavoro a chi già più di una volta ha tenuto dei propositi, su Radio Maria ad esempio( vedi blog Messa in Latino), che come minimo non sono conformi all`insegnamento cattolico e a ciò che il Santo Padre ci sta trasmettendo conformemente alla retta Dottrina.

    RispondiElimina
  18. Quando si dice che le due forme liturgiche devono arricchirsi a vicenda... è la stessa cosa di quando si dice che due giovani, uno educato ed acculturato, ed uno ignorante e maleducato, devono arricchirsi a vicenda. Cioè che i due arricchimenti non saranno quantitativamente o qualitativamente confrontabili.

    La liturgia "Novus Ordo" ha tanto da guadagnare, se guarda alla "Vetus Ordo".

    Dico questo perché c'è una congregazione religiosa (presente in Lazio e in Liguria) che celebra esclusivamente il "Novus Ordo" ma che a prima vista sembra proprio il "Vetus". Utilizzano infatti tutto ciò che di tradizionale permette il Messale Romano (a cominciare dall'orientamento versus Deum). E nei loro gesti, nei loro silenzi, nello spirito in cui celebrano, si vede materialmente cosa significa che la "Novus" può adeguarsi alla "Vetus".

    Ripeto: costoro non ne vogliono proprio sapere della liturgia "Vetus Ordo". Celebrano la "Novus", ma con lo stile tradizionale, che è permesso e addirittura incoraggiato (tranne che dagli autoeletti interpreti del Concilio Vaticano II).


    Quando al contrario si dice che la "Vetus" può arricchirsi guardando alla "Novus", cosa significa?

    Non può significare tamburi e balletti. Non può significare il diluvio di parole di fedeli che si sono autoimprovvisati "risonanti". Non può significare la riduzione del Sacrificio Eucaristico a chiassata da osteria.

    Può al più significare l'utilizzo del nuovo calendario liturgico. Può magari significare le letture in italiano. Ma non può significare che il "Vetus" (e mai "abolitus") debba diventare lo spazio dove esercitare gli stessi abusi che hanno reso come minimo fastidioso il "Novus".

    RispondiElimina
  19. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  20. Hai idea di come ci si possa sentire quando inorridite al pensiero di una eventuale contaminazione del rito tridentino con il NO? Io credo esattamente nelle stesse cose che tu professi da sempre, e ci credo con tutta me stessa, con tutta la mia vita, esattamente come voi

    nel mio inorridire ci deve essere qualcosa di sbagliato e prego il Signore di guarirmi, se suscita questo effetto... Tuttavia, sono sicura che Lui si fa Presente anche nel NO quando non ci sono profanazioni o intenzioni diverse da quelle della Chiesa, sulle quali non mi soffermo, perché affido tutto a Lui...

    E' un fatto che la Chiesa ha imboccato una strada 'diversa', dal concilio in poi, vivendo e trasmettendo una ecclesiologia diversa incentrata più sull'uomo e sulla 'comunità' che sul Signore. Abbiamo visto come questo riguarda la Liturgia, che è il 'luogo' del nostro incontro profondo, del nostro renderci Presenti al Signore che si fa Presente...

    Ebbene, al di là di ciò che io possa ritenere l'optimum, penso che ogni credente, vivendo la fede e rivolgendosi al Signore con cuore sincero, possa ricevere le grazie che gli sono necessarie, che passano SEMPRE e COMUNQUE attraverso la Chiesa Una Santa, Suo Corpo Mistico e Sua Sposa, che è viva e Lui non l'abbandona mai, anzi la protegge e la guida e la riempie di tenerezze e di Vita Vera

    Per quanto mi riguarda, da quando ho iniziato questo percorso non cercato e non voluto, non riesco a non lasciarmi interpellare da tutto quanto accade ed a parteciparvi piuttosto che a lasciarmelo passare sulla testa, approfondendo soprattutto nella preghiera e nello studio (che diventa meditazione) la 'conoscenza' del Signore...

    Poi mi viene spontaneo condividere e confrontarmi e molto imparo da questa 'palestra' che non ha niente di virtuale nella misura in cui siamo autentici, come siamo tutti noi che ci incontriamo qui...

    Mi sto chiedendo, in questo tempo difficile e 'strano' che ci è dato vivere, il senso di questo mio essere qui quasi ogni giorno a seguire i momenti di una storia bella e terribile insieme.

    Di sicuro non pretendo di avere la patente della lucidità e della consapevolezza. Ma forse la mia la esprimo con l'entusiasmo dei neofiti, perché molta risale agli ultimi anni, nel rendere le ragioni della mia fede nei confronti dell'esperienza col cammino nc, culminando nel 2007 quando ho ri-scoperto la Messa Gregoriana. Oggi si manifesta nel cercar di interpretare e nell'esprimere quello che di solito mi colpisce come uno schiaffo, come l'ultimo atto, descritto nell'articolo, di una vicenda che a fasi alterne si va dipanando nel corso degli anni e nella quale siamo immersi con la nostra vita e con la nostra storia. Le ragioni di questo mio impegno sono dentro di me e in quella che sono; ma, se sono ancora qui, come penso accade ad ognuno di noi, è proprio per questo desiderio di 'partecipazione attiva' cercando -e spero non sia un'illusione- di essere una 'pietra viva', come dice l'Apostolo Pietro... E certamente non sarei ancora qui se non ci fossero dei sacerdoti, non tutti tradizionalisti, a incoraggiarmi.

    Poi ognuno 'pietra viva' lo è a modo suo... io credo di esserlo così

    RispondiElimina
  21. Appunto. E non è quello che il Papa promuove con il suo modo di celebrare? E non è questo che si potrebbe cercare, per un graduale arricchirsi reciproco? Mi sembra invece di capire che questi piccoli passi vengano considerati solo formali e non sostanziali, dunque insufficienti.

    Cara Jo, i piccoli passi vengono considerati solo formali e non sostanziali, nella misura in cui non si parla più della S. Messa come Sacrificio di Cristo e si mette l'accento sulla comunione e sulla comunità che, se non partono da lì, non sono comunione ma consorteria o altro e non sono comunità, ma aggregazione di persone che condividono sì qualcosa, ma non la Vita di Cristo

    Non vedo come il NO possa arricchire il Vetus, tenuto conto anche da quanto riconosciuto da Papa Benedetto, la cui Riforma che non riesce a decollare è (speriamo di non dover dire era) una cosa seria. Ti riporto le sue parole tratte da "La mia vita", 1997

    "Come era già avvenuto molte volte in precedenza, era del tutto ragionevole e pienamente in linea con le disposizioni del Concilio che si arrivasse a una revisione del messale, soprattutto in considerazione dell’introduzione delle lingue nazionali. Ma in quel momento accadde qualcosa di più: si fece a pezzi l’edificio antico e se ne costruì un altro, sia pure con il materiale di cui era fatto l’edificio antico e utilizzando anche i progetti precedenti. Non c’è alcun dubbio che questo nuovo messale comportasse in molte sue parti degli autentici miglioramenti e un reale arricchimento, ma il fatto che esso sia stato presentato come un edificio nuovo, contrapposto a quello che si era formato lungo la storia, che si vietasse quest’ultimo e si facesse in qualche modo apparire la liturgia non più come un processo vitale, ma come un prodotto di erudizione specialistica e di competenza giuridica, ha comportato per noi dei danni estremamente gravi. In questo modo, infatti, si è sviluppata l’impressione che la liturgia sia «fatta», che non sia qualcosa che esiste prima di noi, qualcosa di «donato», ma che dipenda dalle nostre decisioni. Ne segue, di conseguenza, che non si riconosca questa capacità decisionale solo agli specialisti o a un’autorità centrale, ma che, in definitiva, ciascuna «comunità» voglia darsi una propria liturgia. [quando dico che il movimento liturgico non può e non deve venire dal basso...] Ma quando la liturgia è qualcosa che ciascuno si fa da sé, allora non ci dona più quella che è la sua vera qualità: l’incontro con il mistero, che non è un nostro prodotto, ma la nostra origine e la sorgente della nostra vita."

    RispondiElimina
  22. ho scorso il testo di Benedetto XVI sopra citato e ho visto che una pagina dopo conclude:
    "Per questo abbiamo bisogno di un nuovo movimento liturgico, che richiami in vita la vera eredità del concilio Vaticano II."

    per cui il movimento liturgico era già nei suoi progetti; ma, con quello che ha più volte esplicitato, per "vera eredità del concilio" sicuramente intende l'applicazione fedele e non arbitraria, com'è accaduto, della Sacrosanctum concilium!

    Inoltre il movimento non può essere di fedeli, ma di liturgisti guidati dal Papa!

    RispondiElimina
  23. Esiste un concorso di colpa nel disfacimento della chiesa da parte anche di chi ‘opera’ per difenderla? Secondo me sì, e sarebbe ora di fermarsi a considerare questa ipotesi non come mollezza di smidollati pusillanimi inconsapevoli, ma come sprone a trovare nuovo vigore e nuove vie per ricostruire e riparare la Chiesa.

    si, Jo, c'è un limite da non superare anche nell'evidenziare le storture quando si riscontrano a certi livelli. Perché lì può intervenire solo il Signore. L'unica via per riparare la Chiesa non può essere certo la critica, soprattutto se fine a se stessa. Penso che lo sia di sicuro l'impegno serio che scaturisce dalla Fede illuminata dalla preghiera e non da una ragione superba.

    RispondiElimina
  24. La liturgia non si può costruire nello studio di qualche liturgista.

    Ma nemmeno può essere fabbricata dal popolo.

    Per questo c'è stata lungo venti secoli l'attenzione a non cambiare nulla, se non ciò che era definitivamente certificabile come genuina fede della Chiesa.

    La fede popolare è stata l'ultima difesa della liturgia.

    Il movimento liturgico, dunque, non può non essere in difesa della liturgia, contro gli abusi e le "variazioni" (il termine "variazioni liturgiche", infatti, significa "variazione della fede").

    Come sempre, purtroppo, certi "sommi sacerdoti" cavalcano le parole del Papa allo scopo di fraintenderle, allo scopo di far pensare che il Papa vorrebbe ciò che vogliono loro.

    RispondiElimina
  25. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  26. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  27. Per questo c'è stata lungo venti secoli l'attenzione a non cambiare nulla, se non ciò che era definitivamente certificabile come genuina fede della Chiesa.

    questo è il principio che dovrebbe SEMPRE guidare la Chiesa.
    Il problema è sorto col concilio che -sotto l'influsso di uno storicismo assolutizzato- considera la Tradizione -e conseguentemente anche la Liturgia- suscettibile di evoluzione, così come in evoluzione sono considerati i Dogmi di fede, che invece sono frecce ben salde scoccate verso il futuro, frecce che hanno in sé una dynamis meravigliosa, sapientemente condensata ma continuamente da de-codificare e approfondire sotto la guida dello Spirito; il che non è evoluzione che implica cambiamento, ma vero approfondimento, scoperta di quanto resta nascosto e può esser portato alla luce, ma che è indissolubilmente fondato sull'esistente.

    Invece il linguaggio colloquiale, e quindi approssimativo, introdotto dal concilio ha eliminato quel parlare chiaro, limpido, descrittivo, rigorosamente definitorio (dove rigore non sta per fissismo ma per rispetto della logica interna del discorso) delle verità di Fede annunciate. Il risultato è che il parlare approssimativo rende possibili interpretazioni diverse, a seconda della 'forma mentis' e dei gusti e delle mode del tempo. Ma questo non appartiene alla Chiesa che è nel tempo, ma è fondata e fecondata dalla Vita Eterna del Suo Signore.
    E' questo il nocciolo della crisi che stiamo attraversando. Non se ne potrà venir fuori fintantoché chi porta avanti questa visione di Chiesa, che è 'nuova' ma anche 'inedita' e quindi rischia di allontanarsi dalla Tradizione Apostolica, continuerà a portare avanti il suo progetto evolutivo e non semplicemente innovativo in senso di esprimere nove (in modo nuovo) e non nova (cose nuove)

    RispondiElimina
  28. Per questo ti esorto ancora a portare nel tuo impegno sacrosanto anche noi, che sembriamo cattolici di serie b, inconsapevoli e sciatti, ma siamo invece figli legittimi della stessa Chiesa e dello stesso Padre. Siamo tutti ai piedi della stessa Croce, a ripassare le regole del ‘sia fatta la Tua Volontà’.

    cara Jo, non penso che esistano "cattolici di serie b". Secondo me la serie b (se proprio vogliamo fare delle graduatorie) è data non dalla semplicità, che è sempre più vicina alla Verità, ma dal superbo incaponimento nelle proprie coriacee certezze, quando non si tratta dei Fondamenti sui quali tutti siamo ben radicati e restiamo saldi. Fondamenti che condenserei nel Signore Morto in Croce e Risorto per noi, che seguiamo e Adoriamo Presente nella Sua Chiesa fino alla fine dei tempi, come ci ha promesso.

    E allora, carissima Jo, mentre ti porto sempre nel mio cuore -come so che fai anche tu e come avviene reciprocamente tra tutti noi che in qualche modo il Signore ha fatto incontrare in questo piccolo angolo di mondo e di Chiesa- voglio pensare che in questo impegno non sono io che porto te, ma è il Signore che ci porta tutti a conoscerlo sempre di più e con una intimità ed una tenerezza sempre nuove, in questo momento in cui le certezze portanti si stanno sfaldando e noi cerchiamo di ritrovare ogni giorno, ad ogni fatto nuovo che ci viene incontro, il filo ininterrotto della Tradizione, senza la quale la Chiesa non è più la Chiesa ma si imbastardisce.

    Penso che potrà aiutarci - e non poco - riprendere alcune 'pagine cattoliche', come quelle sul Padre nostro e l'Ave Maria... soste per respirare aria pura e ristorarci un po'.
    prometto che lo farò appena posso.

    RispondiElimina
  29. E per questo vi esorto, maldestramente e in punta di piedi, a guardare a quel patrimonio che è di tantissimi come me, perché venga salvato, salvaguardato, guarito sì, ma anche protetto dal furore anti-modernista che giustamente attraversa questo tempo.

    Cara Jo,
    è importante guardarsi da tutti gli eccessi. Il "furore antimodernista" non porta da nessuna parte e spero tanto che nelle mie riflessioni critiche (che sono tappe di un percorso e non affermazioni indiscutibili) non si possa identificare un furore antimodernista...

    tuttavia credo che non possa non emergere la 'repulsione', cioè il rifiuto netto di quanto di 'modernista' o comunque di 'estraneo' riconosco in quel che ci viene propinato. E questa repulsione non è per distruggere o fronteggiare (non dipende da me né da nessuno di noi), ma per ri-conoscere l'errore per poterlo appunto rifiutare e ripartire nella Verità, non da 'possessori, e nemmeno da 'ricercatori', perché la Verità l'abbiamo già trovata e la conosciamo, ma da Adoratori, che vogliono radicarvisi sempre di più ed esprimerla sempre meglio per quanto è dato loro fare.

    E, se capita di scantonare, perché purtroppo il rischio lo si corre sempre, ci sarà sempre qualcuno che ce lo farà capire e ci aiuterà a riprendere la Via...

    RispondiElimina
  30. Inoltre, cara Jo, io stessa dovrò 'riconciliarmi' con la 'tua' messa, perché è anche la mia quando non riesco a fare il mio pellegrinaggio settimanale...
    E speriamo che il progetto di risanamento e di restaurazione del Papa possa andare avanti e non ristagnare o addirittura regredire come, a fasi alterne, sta avvenendo da anni

    RispondiElimina
  31. Uno dei frutti della gita in Terra Santa:


    http://www.vitanuovatrieste.it/content/view/5241/1/

    un'osservazione: a quanto mi risulta il consenso degli organismi diocesani non c'è stato ci sono state molte perplessità, e non tutto il clero è stato consultato.

    http://www.vitanuovatrieste.it/index.php?option=content&task=view&id=5235

    M

    RispondiElimina
  32. Un avviso

    se tra i nostri lettori c'è qualcuno di Bari, disposto a mettersi in contatto con un ragazzo che sta facendo una tesi sul cammino nc, può scriverci sulla mail
    neshama@tiscali.it

    RispondiElimina
  33. un'osservazione: a quanto mi risulta il consenso degli organismi diocesani non c'è stato ci sono state molte perplessità, e non tutto il clero è stato consultato.

    è così che vanno avanti: ammaliando e mettendo tutti di fronte ai fatti compiuti :(

    d'altronde le perplessità di molti ed altro ancora, non emergono dall'entusiasta pubblicità ingannevole che ne risulta sul sito diocesano

    RispondiElimina
  34. O come mettere i cattolici di Trieste di fronte al fatto compiuto, domandando loro di essere anche felici e riconoscenti!

    Monsignor Crepaldi nella sua lettera ai triestini, ammette di essere stato invitato dal cnc in Galilea, dice che quel luogo ha favorito in lui "l’ esigenza spirituale di una fede più genuina nel Signore Gesù"(!), parla di un "comune sentire ecclesiale" vissuto con i confratelli in stage dall`Arguello, dice che ha celebrato la Messa nel Cenacolo con gli inziatori del cnc, e coinvolge tutti i suoi fedeli, ignari del viaggio e di ciò che stava facendo, dicendo che l`istituzione di un nuovo seminario Redemptoris Mater è per la Diocesi una "luminosa tappa" della quae non possono che essere grati al Signore con lui!
    Ebbene colui che ha scritto quella lettera è lo stesso che ha avuto parole molto belle e rassicuranti sulla sacralità e dignità della Liturgia, e sugli abusi che ha subito, ma è anche vero che in mezzo a quelle parole si poteva già individuare il seme dell`influenza neocatecumenale con la famosa "riscoperta del battesimo".

    Da notare una frase che non può lasciare indifferenti:
    " Due cammini formativi all’interno della stessa comunità diocesana per dare risposte convincenti a problematiche pastorali assai complesse e diversificate"

    Sa mons. Crepaldi in che cosa consiste quel cammino?
    Ha avuto la curiostà di leggere i testi?
    NE DOMANDERÀ LA PUBBLICAZIONE?
    I cattolici triestini hanno il diritto di conoscere i testi, il contenuto di quel cammino così enfatizzato dal loro vescovo,non si esalta un cammino di formazione, tacendo sull`arcano e sulle prassi che lo caratterizzano!
    Introduco il cammino nc e voi dovete accettarlo, felici e contenti, ma non ponete domande, spero che i Triestini faranno sentire la loro voce, domandando la pubblicazione dei testi, perchè nella Chiesa cattolica il segreto non esiste.

    Monsignor Crepaldi conosce la "liturgia" neocatecumenale?
    La risposta è evidente ed è, sì la conosce perfettamente, allora come può scrivere una lettera pastorale con quelle parole e poi celebrare con i neocat?
    Dov`è la coerenza?

    http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/cci_new/s2magazine/index1.jsp?idPagina=306

    RispondiElimina
  35. certo che non ci vuole un genio per capire che nelle parole del vescovo di Trieste si scorge un genuino incontro con il Signore avvenuto in Galilea. Non ve ne abbiate a male ma ci vuole molta, molta meschinita' per ridurre il tutto all'efficacia del cosiddetto (da voi) marketing neocat.

    Ragazzi, avete veramente bisogno di riscoprire che Dio vi ama, perche' parlate come zitelle inacidite che non trovano piu' soddisfazione in niente, neanche nel VO, solo in questo asfissiante, lugubre gossip.

    Z

    RispondiElimina
  36. Caro Zufolo,

    quando si tratta di un peana pro-neocatecumenale voi dite giulivi che sarebbe un "genuino incontro con il Signore" mentre a riguardo dei vescovi filippini, giapponesi, ed altri critici sul Cammino Neocatecumenale, nel più gentile dei casi avete detto "non capisce il Cammino".

    Questo argomento sarebbe già sufficiente a mostrare che per te è più importante essere "tifosi" del Cammino che essere fedeli alla Verità.

    Ma a Nostro Signore interessa più la nostra fedeltà a Lui, oppure i risultati e i successi di qualche organizzazione?

    Potrei concludere qui, ma in coscienza devo ricordarti che c'è almeno un altro motivo per cui ti sarebbe convenuto tacere e pregare. La firma per il decreto istitutivo del seminario neocatecumenale Redemptoris Mater è avvenuta in uno dei luoghi più cari alla tradizione cristiana: come mai c'è stato bisogno di usare il Cenacolo (dico: il Cenacolo!) come palcoscenico per tale firma?

    Vedi, il Papa ha detto che il Cammino è un dono dello Spirito. Perciò, converrai con me che ogni menzogna danneggia quel dono. La vanità danneggia quel dono. La superbia danneggia quel dono, così come lo danneggiano la prevaricazione, l'inganno, le mezze verità e piccole ipocrisie, i trucchetti e i mezzucci con cui il "tifoso" difende la sua "squadra"... Converrai, no?

    E cosa dovremmo dunque dire dei danni operati dal Cammino Neocatecumenale? Le anime sfruttate e poi espulse dal Cammino, gli insegnamenti erronei (dei quali attendiamo tuttora la pubblicazione "emendata e corretta"), le liturgie fai-da-te in spregio alle più chiare indicazioni del Santo Padre... Queste cose evidentemente non sono un "dono dello Spirito", e dovreste porvi al più presto rimedio, piuttosto che fare i gradassi quando si trova qualche vescovo che non vi "bastona".

    RispondiElimina
  37. Caro zufolo, anche lei nervosetto?
    Anche lei trova nell`offesa il supremo argomento?
    Gossip da zitelle meschine e inacididte?
    Allora provi lei a darmi ragione dell`incoerenza fra certe parole e certi gesti, e altre parole, del vescovo di Trieste.

    Permetta che una cattolica sia come minimo sconcertata che venga scelto un luogo sacro come il Cenacolo per la firma da parte di un vescovo dell`erezione di un nuovo seminario neocatecumenale.

    Permetta che una cattolica legga quelle parole di un vescovo nella consapevolezza che è reduce dall`invito di Kiko Arguello per uno STAGE in cui il maestro e predicatore è stato lo stesso Arguello, stage che si è svolto nella cittadella neocatecumenale, voluta, ottenuta e costruita da Kiko Arguello, consapevole anche che il vescovo di Trieste non è stato il solo ad essere invitato(ma dove è finita la povertà del cnc?) ma che ha vissuto quello stage, che apparentemente lo ha sconvolto e entusiasmato, in compagnia di altri 240 vescovi come lui diventati attenti e riconoscenti allievi di Kiko Arguello.

    Ebbene sì, permetta che una cattolica sia come minimo sconcertata, nel sapere che il suo vescovo, e con lui molti altri, si sono fatti allievi di colui che ha codificato e eretto in sistema la devastazione della sacra Liturgia e dello spazio sacro, di colui che sta devastando la struttura della parrocchia, di colui che continua a reclamare la legittimità dell`arcano per il suo cammino per poter continuare ad essere libero di diffondere il suo insegnamento distorto, senza occhi indiscreti, senza controllo.

    Sì, non saranno ironie, sarcasmo e offese a cancellare lo sconcerto e le domande che solleva l`entusiasmo di quel vescovo che decide di passare sotto silenzio ai fedeli della sua diocesi i problemi legati a quel "cammino di formazione".

    RispondiElimina
  38. Il Vescovo di San Marino Mons. Luigi Negri, su Il Timone, gennaio 2011 : “il Papa sta facendo fatica a fare questa “riforma della riforma”. Esistono tendenze negative di resistenza, neanche tanto passive”.

    non è solo una 'impressione', come vedi, Mic!

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo essere stati approvati da uno dei moderatori.

È necessario firmarsi (nome o pseudonimo; non indicare mai il cognome).

I commenti totalmente anonimi verranno cestinati.