martedì 3 novembre 2020

Post-Cresima Neocatecumenale : di cosa si tratta e cosa ha a che fare con il Cammino Neocatecumenale


Stavo visionando il nuovo sito del dicastero Pontificio per i Laici la Famiglia e la Vita, che ha sostituito il vecchio Pontificio Consiglio dei Laici.

Stavo scorrendo l’elenco del Repertorio delle associazioni internazionali di fedeli.

Mi aspettavo di trovare anche il cammino neocatecumenale, invece non c’è.

Domanda :

Qualcuno sa a quale dicastero appartiene OGGI il cammino neocatecumenale e magari sa spiegarmi quando e perché è stato spostato? 

Grazie a tutti, sicuramente è colpa mia che mi sono perso qualcosa.  

 

La cosa strana è che nel menù del nuovo dicastero, alla voce “Laici”e “Incontri e Testimonianze”, nel terzo riquadro, “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale (19 giugno 2018)”, alla voce “Cammino Neocatecumenale” c’è una spiegazione del post-cresima neocatecumenale, scritta e firmata dal suo responsabile e numero UNO, alle dirette dipendenze di Kiko, il presbiKiko Don Gianvito Sanfilippo ed il suo numero di cellulare. 

In pratica si concede uno spazio autogestito, all’interno di un dicastero, per fare pubblicità ad una iniziativa di un “movimento” ,anche se tale "movimento" non è presente nel repertorio insieme agli altri ?

La pubblicità, che dovrebbe essere una testimonianza, non la fa un ragazzo del post-cresima, che sarebbe anche lecito,  ma la fà direttamente il suo “Responsabile Unico”. 

Quindi chiamiamola con il suo nome cioè PUBBLICITA' e non testimonianza.

Ecco cosa scrive il Sanfilippo , del “SUO” post-cresima neocatecumenale, riporto testualmente il testo :

 

POST-CRESIMA

PROPOSTA DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE PER ADOLESCENTI E GIOVANI

 

Non potevano mancare i 'parafernalia' neocat

Questa pastorale si basa su alcune intuizioni che gli iniziatori del Cammino Neocatecumenale hanno avuto per l’educazione alla fede dei ragazzi che vivono il passaggio dall’adolescenza alla giovinezza e interessa l’età compresa fra i dodici-tredici anni fino ai diciotto-diciannove. Dopo una fase di sperimentazione nella parrocchia dei Martiri canadesi a Roma, iniziata nel 1999 questo itinerario si è andato strutturando in un percorso di circa sei anni ed è diffuso in 27 nazioni dei 5 Continenti, in centinaia di parrocchie, trenta nella sola diocesi di Roma.

Mons. Angelo De Donatis, Vicario del Papa per la Diocesi di Roma, a conclusione del Convegno Diocesano (18 settembre 2017), parlando della sfida della pastorale giovanile, che sarà anche il tema del prossimo Sinodo, tra le proposte che lancia in Diocesi, c’è anche questa: “È da apprezzare la pastorale degli adolescenti diffusa in molte parrocchie dove è presente il Cammino neocatecumenale, dove una famiglia ospita a casa sua e accompagna il percorso di vita e di fede di piccoli gruppi di adolescenti”.

Lo scopo è quello di creare un supporto, un ambiente di riferimento sano per i ragazzi in quest’età così delicata in cui avvengono le grandi metamorfosi (fisiche, psichiche, affettive) e si allarga l’orizzonte delle loro relazioni sociali (ingresso nella scuola superiore, maggior indipendenza dalla famiglia, nuove amicizie, ecc.): il tutto in un tempo relativamente breve accompagnato dal progressivo distacco dalle figure genitoriali per affermare il passaggio al mondo degli adulti.

Kiko e Carmen hanno percepito come gli adolescenti siano attratti dalla famiglia cristiana: davanti al fallimento di oltre il 50% dei matrimoni, senza il supporto e l’aiuto della scuola e spesso nemmeno della parrocchia…, molti giovani si ritrovano senza alcun punto fermo e si smarriscono. L’ispirazione di Kiko e Carmen è stata quella di offrire loro il supporto di una famiglia, di una coppia, con almeno 10 anni di Cammino, capaci di diventare dei veri fratelli maggiori nella fede.   

- La famiglia cristiana: sono i “padrini del Post-cresima” capaci di un’autentica testimonianza di servizio a questi ragazzi, di perdono reciproco e di apertura alla vita, in comunione con il parroco ed i loro propri catechisti. Come primo riferimento per gli adolescenti si offre la famiglia (e non catechisti celibi o nubili), perché risulta essere un segno più efficace di unità, fedeltà e fecondità, a cui i giovani sono attratti per natura.

- La casa dei padrini: si allarga lo spazio educativo dalla parrocchia alla casa. Tre incontri su quattro, come vedremo, avvengono a casa dei padrini: è un segno d’accoglienza particolarmente gradito ed efficace poiché i giovani si sentono considerati e trattati come adulti.

- Il piccolo gruppo: ad ogni coppia di padrini viene affidato un gruppo di 8 ragazzi/e, ciò consente una maggiore attenzione alla singola persona favorendo l’apertura e la sincerità di ognuno.

- I presbiteri: in comunione con il parroco, i catechisti responsabili del Cammino e con queste famiglie, possono testimoniare la serenità e la gioia che l’obbedienza alla chiamata del Signore può donare e ad immagine del Buon Pastore offrono i sacramenti della misericordia e del Corpo e Sangue di Cristo, presiedendo l’assemblea liturgica e spezzando il Pane della Parola.

- La Bibbia e il “Catechismo della Chiesa Cattolica”: sono i testi base di riferimento per i contenuti della catechesi e la preparazione degli stessi catechisti.

I contenuti e la struttura degli incontri

Ogni anno, a seconda del numero di coloro che desiderano iniziare questo itinerario, si formano dei gruppi di 8 persone uno per ciascuna coppia di padrini. Essi preparano insieme una serie di temi, ognuno dei quali viene trattato in un ciclo di quattro diversi incontri, con frequenza settimanale. Si inizia con le dieci parole della vita (i dieci comandamenti), poi si passerà alle virtù teologali e a quelle cardinali; ed infine alle opere di misericordia spirituali e materiali. Il giorno d’incontro è il venerdì la sera, proprio per aiutare i ragazzi a non perdersi altrove.

Il 1° venerdì ci si trova in parrocchia e i padrini, con i loro 8 ragazzi/e, vanno alla propria casa per il primo incontro sul tema ‒ dura circa 1 ora – e dopo una preghiera e la presentazione del tema si pone la domanda: “Cosa si pensa di questo tema (per es., “Non uccidere”) nell’ambiente che ti circonda: amici, scuola, internet, ecc., e che ne pensi tu?

Sapendo che l’incontro lo conduce lo Spirito Santo e non si tratta di un indottrinamento, si fanno rispondere e parlare liberamente i ragazzi il più possibile, verificando, anzitutto, che comprendano la terminologia utilizzata per le tematiche collegate all'argomento. Ad esempio, se si tratta del comandamento "Non uccidere", bisogna che i ragazzi comprendano le problematiche dell'aborto, dell'eutanasia e della fecondazione in vitro, direttamente connesse al tema e con conseguenze rilevanti nell’attuale mentalità del mondo, ecc. Alla fine si proclama una parola attinente all’argomento e si conclude con delle preghiere spontanee. La famiglia, poi, offre un ricco spuntino.

Il 2° venerdì: si parte sempre dalla parrocchia per andare nelle varie case dei padrini e qui si inizia con la preghiera e la proclamazione di una parola sullo stesso tema. La domanda di questo venerdì è: “Cosa dice la Scrittura sul tema. Dopo 30 minuti di Scrutatio in silenzio ognuno dei ragazzi legge quanto ha scritto e che lo ha colpito. Si conclude l'incontro come la settimana precedente con una preghiera, il Padre Nostro, e il segno della pace e un buon spuntino.

Il 3° venerdì: ci si ritrova in parrocchia e l’incontro questa volta si fa in una sala della parrocchia, con tutti i gruppi dello stesso anno. Questo incontro va preparato in precedenza dai padrini, possibilmente con il presbitero, leggendo ciò che il Catechismo della Chiesa Cattolica dice in proposito e scegliendo due letture sull'argomento. La domanda per questo incontro è: “Cosa dice la Chiesa su questa tematica-parola?”. La Liturgia è presieduta dal presbitero e guidata dalle famiglie dei padrini. L’omelia tiene è l’occasione per il presbitero di trasmettere i contenuti del Magistero sulla morale alla luce della fede e della ragione e di far scorgere lo splendore della Verità. Poi si invitano i ragazzi a fare un esame di coscienza e, liberamente, una confessione personale. Segue il segno della pace e la benedizione, poi si mangia insieme quanto i ragazzi e i padrini hanno portato.

Il 4° venerdì: dopo la preghiera iniziale, il catechista, riassumendo il percorso fatto nelle settimane precedenti, pone la domanda: “Cosa ti ha colpito di questa parola, di questo tema nei precedenti incontri?”. Dopo che tutti hanno risposto, si chiede ad ognuno: “Gesù Cristo sa che, da solo, non puoi compiere questa parola e vuole aiutarti. Accetti questa alleanza che il Signore ti offre?”. E a turno, mettendosi in piedi, ciascuno risponde affermativamente o meno, anche i padrini. L’incontro termina con le preghiere, il Padre Nostro, il segno della pace, festeggiando l’alleanza appena conclusa con un vero banchetto, preparato dai padrini nella stessa casa, invitando anche i figli della coppia, con i segni della festa: una bellissima tovaglia ricamata, i piatti di porcellana, i bicchieri di cristallo, un bel centro tavola, con un candelabro, le posate d’argento eleganti, ecc. I giovani sono invitati a venire vestiti elegantemente, e la cena risulta essere anche molto formativa e di enorme rilevanza, molti giovani, infatti, non sono più abituati a radunarsi per il pasto con i propri genitori, essendo questi separati; oppure perché si prende cibo direttamente dal frigorifero, piazzandosi davanti al televisore e perdendo così occasioni preziose di relazione in famiglia.

Kiko a questo proposito dice: “Non si tratta solo di festeggiare, ma di recuperare la cultura cristiana della famiglia, di celebrare l’amore di Dio che si manifesta concretamente nella comunione attorno alla mensa”. Parla spesso dei “tre altari” che caratterizzano la vita cristiana: l’altare dell’Eucaristia, dove mangiamo insieme il Corpo del Signore, l’altare del talamo nuziale, dove si vive l’amore e si dà la vita ai figli che Dio vuole, l’altare della mensa, che ci riunisce per il pasto quotidiano.

Nei vari incontri il presbitero visita le famiglie: ad. es.: nel primo incontro si reca in una famiglia; la  settimana successiva, per il secondo incontro, va in una seconda famiglia; il terzo incontro è presieduto da lui in Parrocchia; nel quarto incontro, con la cena, partecipa con la terza famiglia e così via, per ogni famiglia, poi ricomincia. La famiglia che fa gli incontri senza il presbitero è bene che gli comunichi durante la settimana come è andato il suo gruppo. Quando il presbitero visita la famiglia, è lui che porta avanti l'incontro, secondo le modalità sopraindicate, altrimenti sarà il capofamiglia a farlo. Così si rende più efficace la testimonianza di ogni vocazione: quella matrimoniale e quella al ministero ordinato nella comunione ecclesiale.

Ci sono altri due momenti particolarmente importanti nello svolgimento di ogni anno formativo: una visita agli ospedali e il campo estivo.

Nell’intenzione originaria di Kiko è prevista anche la visita agli ammalati negli ospedali, in particolar modo per tutti i ragazzi che hanno appena ricevuto il sacramento della Confermazione, come esperienza missionaria di testimonianza dell’amore di Cristo.

Per tempo si prendono accordi con un ospedale, sia col cappellano che col personale medico, e ci si accorda sul giorno (possibilmente lo stesso in cui si svolge di solito il Post-cresima) e l’ora in cui andare. Dopo un momento di preghiera e la proclamazione del Vangelo dell’invio di Gesù dei suoi discepoli, a due a due, si dividono i ragazzi e le ragazze, a due a due, e questi vanno nei vari reparti, visitando e incoraggiando gli ammalati che li accolgono.

Notevole è anche l’esperienza del campo estivo, con una metodologia che equilibra la dimensione ludica e quella più direttamente formativa, con momenti di preghiera, uniti ad incontri specifici su argomenti d’attualità, come ad esempio il bullismo, la testimonianza cristiana nella scuola, le conseguenze mediche dell’uso di droghe e dell’abuso dell’alcol, ecc. La durata del campo è di cinque giorni.

Al termine dei 6 anni si conclude l’itinerario con un pellegrinaggio di 4/5 giorni ad un luogo particolarmente significativo: un vero pellegrinaggio di preghiera, di ascolto della Parola, di letture spirituali, di scambio di esperienze, di gioiosa comunione.

Anche questa esperienza in tantissime parrocchie dei 5 Continenti, porta dei frutti impressionanti: il periodo caratterizzato dall’abbandono di tanti giovani, nell’immediato dopo cresima, con questa pastorale si sta trasformando in una benedizione del Signore, perché la percentuale dei giovani che continua a frequentare la parrocchia dopo la cresima è altissima: si va dall’70% al 90%, anche al 100%. Non solo, ma spesso la gioia di questi giovani è comunicativa, si fa testimonianza per compagni di scuola, amici, conoscenti che chiedono a loro volta di poterla trovare entrando a far parte dei gruppi.

Kiko e Carmen non hanno mai creduto all’abulia dei giovani o al loro disinteresse per la fede: ci hanno sempre detto che ciò che essi detestano è la mediocrità, la doppiezza. Se si annuncia loro la verità, che possono uscire dalla schiavitù del loro “Io”, che possono donarsi completamente, ti seguono: “Se noi profetizziamo questo ai giovani, ci seguiranno a migliaia”. Il Post-cresima sta mostrando la verità di questo.

 

Don Gianvito Sanfilippo

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Don Gianvito Sanfilippo

 

Mio commento :

La cosa che più mi sorprende è trovare, a fine pagina, il numero telefonico, presumo personale, di don Gianvito.
Mai successo che qualcuno di importante che ha a che fare con il CN metta un qualsiasi riferimento personale.
Forse qualcosa stà cambiando nel CN?
Oppure sono talmente disperati da mettere pubblicità e numero telefonico, come ultima spiaggia per cercare di portare qualche giovane nella "pastorale giovanile", by Kiko, portata avanti dal fedele scudiero don Gianvito Sanfilippo, neocatecumenale doc , uscito dai seminari RM del cammino neocatecumenale?
 

Non discuto la frase detta dal Cardinale Angelo de Donatis, che loda l'iniziativa di pastorale giovanile del cammino neocatecumenale, quello che metto in dubbio è se conosca personalmente questo tipo di pastorale, se sappia effettivamente chi la porta avanti, come la porta avanti e con che finalità.

“Lo scopo è quello di creare un supporto, un ambiente di riferimento sano per i ragazzi in quest’età così delicata in cui avvengono le grandi metamorfosi (fisiche, psichiche, affettive) e si allarga l’orizzonte delle loro relazioni sociali (ingresso nella scuola superiore, maggior indipendenza dalla famiglia, nuove amicizie, ecc.): il tutto in un tempo relativamente breve accompagnato dal progressivo distacco dalle figure genitoriali per affermare il passaggio al mondo degli adulti.”

Questa realtà non è parrocchiale, è aperta a tutti i ragazzi, ma il compito dei padrini è riservato esclusivamente a coppie neocatecumenali, decise dai catechisti neocatecumenali, responsabili di quella parrocchia.

Lo scopo è sostituire tutti gli ambienti di riferimento, non importa che siano negativi o positivi, con il cammino neocatecumenale, mediante il rapporto sempre più stretto che si forma tra padrini e ragazzi.

 

“Kiko e Carmen hanno percepito come gli adolescenti siano attratti dalla famiglia cristiana: davanti al fallimento di oltre il 50% dei matrimoni, senza il supporto e l’aiuto della scuola e spesso nemmeno della parrocchia…, molti giovani si ritrovano senza alcun punto fermo e si smarriscono. L’ispirazione di Kiko e Carmen è stata quella di offrire loro il supporto di una famiglia, di una coppia, con almeno 10 anni di Cammino, capaci di diventare dei veri fratelli maggiori nella fede. “

Kiko e Carmen non hanno nessuna esperienza di genitori, non hanno nessuna esperienza di famiglia, non hanno alcuna esperienza con figli e ragazzi in genere.

Kiko e Carmen: due single senza esperienza di figli

I 10 anni minimi di militanza richiesti alle coppie del  movimento neocatecumenale, di cui parla il Sanfilippo, non sono una sicurezza di capacità di saper gestire i ragazzi.

Sono solo garanzia di fedeltà al CN.

Anche perché, per esperienza personale, vengono scelti anche padrini che hanno meno di 10 anni di cammino, il tutto a discrezione dei catechisti responsabili di quella parrocchia.

La particolarità più richiesta per i padrini è infatti la comprovata fedeltà al CN, come riferimento unico di valutazione di queste coppie.

 

“I punti cardine di questa pastorale sono i seguenti: “

  • Difficoltà del CN a reclutare nuovi adepti.
  • Portare i ragazzi nelle case private dei padrini, cioè lontano da ogni possibile controllo di quello che gli viene detto.
  • Diventare un punto di riferimento di questi ragazzi.
  • Far sentire importanti i giovani e sfruttare al meglio  la sincerità dei ragazzi per capire il loro pensiero e per orientarne le scelte future.

 

“Sapendo che l’incontro lo conduce lo Spirito Santo e non si tratta di un indottrinamento, si fanno rispondere e parlare liberamente i ragazzi il più possibile, verificando, anzitutto, che comprendano la terminologia utilizzata per le tematiche collegate all'argomento”

I padrini che gestiscono l’incontro hanno un opuscolo, una guida o detta nel loro linguaggio un  piccolo “mamotreto” da seguire meticolosamente con gli argomenti da trattare e come trattarli, ricalcando le dinamiche che conoscono meglio cioè quelle relative al CN, che frequentano da anni.

Quindi è un vero e proprio indottrinamento, che ricalca fedelmente l’indottrinamento ricevuto dalle stesse coppie di padrini , all’interno della organizzazione “cammino neocatecumenale”.

Far rispondere e far parlare liberamente i ragazzi serve esattamente allo scopo di dare risposte preconfezionate e far comprendere le tematiche e la terminologia in linea con il pensiero neocatecumenale di Kiko e Carmen.

Il post-cresima neocatecumenale è una vera e propria preparazione al cammino neocatecumenale, un corso di pre-cammino indirizzato ai ragazzi come grimaldello per entrare nella loro vita ed in quella delle loro famiglie.

Non discuto e non critico assolutamente l’impegno sincero e la buona volontà di almeno una parte di questi  padrini , alcuni di loro sono davvero brave persone in perfetta buona fede che vengono usate per accalappiare nuovi adepti a favore del “movimento” neocatecumenale.

 

Vediamo ora i 4 incontri del venerdì :

La cosa in comune a tutti e quattro gli incontri, che ho riscontrato di persona e  che viene seguita fedelmente è l’offerta di cibo ai ragazzi.

Anche questo punto viene praticato sempre nel CN, dove ogni occasione è buona per mangiare.

A mio parere, quello del cibo gratis è un grimaldello potente che abbassa le difese delle persone e aumenta il gradimento delle dinamiche neocatecumenali.

Chi ti offre da mangiare è sempre ben accetto e riscuote sempre la considerazione di giovani e adulti.

L’offerta di cibo rappresenta un modo primitivo ma efficace di entrare in comunione con le persone.

Nel post-cresima come nel CN questa cosa è sfruttatissima.

 

1° Venerdì

Altro argomento comune è il peccato, trattato nei 10 comandamenti, e nei peccati capitali.

L’argomento peccato è sempre al primo posto nella top-ten neocatecumenale.

Anche qui niente di nuovo.

Quello che mi fa sorridere è che il CN di Kiko aveva un sacerdote, un certo Don Fabio Rosini, che ha "creato" uno splendido percorso per i giovani, chiamato "I 10 comandamenti" ,della durata di circa  1 anno, che da sempre, attirava e attira nelle Chiese migliaia di giovani.

Insopportabile 'concorrenza' al Cammino di Kiko
 

Pensate che questo sacerdote è stato cacciato da Kiko per essersi rifiutato di abbandonare queste catechesi perchè facevano "ombra" a Kiko ed al suo "movimento".

Eppure , questo sacerdote non aveva creato nessun "movimento" con ha capo se stesso, anzi,  finito l'anno, invitava i giovani ad andare nelle parrocchie ed entrare nelle pastorali presenti nelle stesse, compreso il cammino neocatecumenale.

Ora Kiko ed il suo clone, Don Gianvito Sanfilippo, rispolverano l'idea di Don Fabio Rosini gonfiandosi la bocca per dire :"Ecco anche noi facciamo i 10 comandamenti ai nostri ragazzi".


2° Venerdì

E tutti fanno insieme sullo stesso tavolo una Scrutatio, una specie di Lectio divina su un testo offerto dai padrini, con la Bibbia di Gerusalemme, curando che i ragazzi imparino a scrutare, e a scrivere ciò che li colpisce, spiegando magari la simbologia delle note della Bibbia, incoraggiandoli a cercare i paralleli, ecc.”

Altro argomento comune con il CN, la Scrutatio neocatecumenale by Kiko.

 Si comincia la scrutatio con i padrini
si finisce in qualche Yeshivah 


 

Si prende l'argomento che riguarda il peccato, trattato nell'incontro precedente e si prende un versetto della Bibbia relativo a questo argomento.

Il testo lo scelgono i padrini, cioè è scritto nel “mini-mamotreto”, che i padrini propinano ai ragazzi spacciando questa cosa come “una specie di Lectio Divina”.

Ovviamente non c’entra nulla con la “Lectio Divina”, lo sanno tutti, loro per primi, come ho detto la scrutatio è una invenzione del loro gurù e fondatore Kiko Arguello.

Viene data l’illusione ai ragazzi di partire da un versetto della Bibbia , sul quale aprire un libero dialogo tra ragazzi e padrini.

Magari avere delle risposte da Dio su cose che riguardano le scelte da fare nella propria vita.

È una forma di “Divinazione”, in cui è possibile, scelto il versetto appropriato, portare il ragazzo "scrutato",  esattamente dove lo vuole portare lo “scrutatore”, in linea con il pensiero neocatecumenale.

Infatti il testo è scelto per dare il “la” alla predicazione del CN, imparata e interiorizzata dai padrini neocatecumenali, nei lunghi anni di militanza nel “movimento”.

Non c’è nulla di lasciato al caso, i concetti chiave del CN vanno trasmessi fedelmente a questi ragazzi inconsapevoli. 

Perché poi, la spiegazione dei versetti te la forniranno i tuoi padrini che si sentono catechisti neocatecumenali (che forse catechisti già lo sono e magari solo per questo sono stati “scelti” per fare i padrini)

Questo incontro della Scrutatio, è molto utile ai padrini, anche per conoscere la vita dei ragazzi, le loro paure, i loro problemi , i loro desideri.

Viene chiesto ai ragazzi il voto del "segreto" (il famoso arcano neocatecumenale) sulle cose che vengono dette in tutti gli incontri con i padrini, sarebbe logico farlo sulle cose "personali" dette dai ragazzi ma si rischia di considerare "segreto" ogni aspetto di questi incontri, un pò come avviene nel tempo nel cammino neocatecumenale dove, diventa tutto "segreto" ( i mamotreti, gli annunci, le richieste di denaro e tutta l'organizzazione "cammino neocatecumenale").

 

"qualsiasi cosa tu dica nella tua esperienza è top secret, nessuno al di fuori dei presenti la saprà..."

3° Venerdì

Questo incontro è un misto di una celebrazione della Parola e della Penitenziale del CN.

È in assoluto uno degli incontri più pesanti e più snobbati dai ragazzi.

Come sappiamo, nel CN , la parola si fa con in un incontro infrasettimanale mentre la Confessione (o Penitenziale) si fa teoricamente una volta al mese in occasione della convivenza mensile della comunità o in occasioni speciali, passaggi o tempi forti della Chiesa.

Nel post-cresima si fa una volta al mese tutti i mesi.

Non importa se ti sei già confessato in parrocchia.

Ancora niente di nuovo, anche qui Kiko ha riciclato perfettamente il suo CN.

 

4° Venerdì

Questo è l’incontro più seguito.

Altro cibo offerto gratis dai padrini.

Se una madrina non sa cucinare è messa male , perché qui si pretende una cucina casareccia, quindi niente pizza o spuntini precotti.

Sicuramente chi non eccelle in cucina si fa aiutare per non fare brutta figura con gli altri padrini, i ragazzi parlano tra di loro e magari fanno paragoni.

 

“dopo la preghiera iniziale, il catechista, riassumendo il percorso fatto nelle settimane precedenti, pone la domanda: “Cosa ti ha colpito di questa parola, di questo tema nei precedenti incontri?”. Dopo che tutti hanno risposto, si chiede ad ognuno: “Gesù Cristo sa che, da solo, non puoi compiere questa parola e vuole aiutarti. Accetti questa alleanza che il Signore ti offre?”. E a turno, mettendosi in piedi, ciascuno risponde affermativamente o meno, anche i padrini.”

 

Ecco il primo svarione gratuito di don Gianvito Sanfilippo :

“il catechista, riassumendo il percorso fatto nelle settimane precedenti, pone la domanda: “Cosa ti ha colpito di questa parola, di questo tema nei precedenti incontri?”.

 

Esatto ha scritto “il catechista”, non il padrino ma sappiamo anche perché.

Perché anche questa cosa della cena si fa alla fine del CN come “cena dell’alleanza”.

Ed effettivamente, in quella circostanza , presa dai testi "segreti" neocatecumenali,  la domanda la fanno i catechisti neocatecumenali.

 

Bellissimo quel : 


"si chiede ad ognuno: “Gesù Cristo sa che, da solo, non puoi compiere questa parola e vuole aiutarti. Accetti questa alleanza che il Signore ti offre?”. E a turno, mettendosi in piedi, ciascuno risponde affermativamente o meno, anche i padrini.”

 

Stessa formula e stessa domanda della “Cena dell’Alleanza” neocatecumenale ?

 

“e la cena risulta essere anche molto formativa e di enorme rilevanza, molti giovani, infatti, non sono più abituati a radunarsi per il pasto con i propri genitori, essendo questi separati;”

 

Altro svarione del don, stavolta “giudicando” pesantemente i genitori separati che vengono considerati incapaci di relazionarsi con i figli.

 

“Nei vari incontri il presbitero visita le famiglie: ad. es.: nel primo incontro si reca in una famiglia; la  settimana successiva, per il secondo incontro, va in una seconda famiglia; il terzo incontro è presieduto da lui in Parrocchia; nel quarto incontro, con la cena, partecipa con la terza famiglia e così via, per ogni famiglia, poi ricomincia. La famiglia che fa gli incontri senza il presbitero è bene che gli comunichi durante la settimana come è andato il suo gruppo. Quando il presbitero visita la famiglia, è lui che porta avanti l'incontro, secondo le modalità sopraindicate, altrimenti sarà il capofamiglia a farlo. Così si rende più efficace la testimonianza di ogni vocazione: quella matrimoniale e quella al ministero ordinato nella comunione ecclesiale. “

 

Da quello che scrive il Sanfilippo sembra ci sia un rapporto stretto tra i sacerdoti ed il post-cresima, ovviamente non è cosi, il sacerdote non fa la spola negli incontri dei gruppi, quindi non presiede nessun incontro.

È utile per il Sanfilippo dire queste cose per fare in modo che i genitori dei ragazzi  si sentano tutelati dalla presenza dei pastori della Chiesa.

Nel CN si fa la stessa cosa, affermando che il sacerdote è presente alle preparazioni delle liturgie e alle celebrazione infrasettimanali della Parola.

Noi ex sappiamo che quasi tutte le comunità non hanno nessun sacerdote fisso che le segue, nessun sacerdote presente alle preparazioni nelle case e ben difficilmente c’è un sacerdote presente alla celebrazione infrasettimanale della Parola.

Però farlo credere alla gente aiuta ad associare la Chiesa al CN.

 

“Così si rende più efficace la testimonianza di ogni vocazione: quella matrimoniale e quella al ministero ordinato nella comunione ecclesiale. “

 

Ecco spiegato in breve quello che il Sanfilippo ed il suo “padrone” Kiko vogliono da questi ragazzi.

Nell’ordine: entrare nel CN, sposarsi nel CN con un/a  neocatecumenale , diventare preti nei seminari del CN.

 

Il criterio perfetto per la scelta dell'anima gemella
..

“Ci sono altri due momenti particolarmente importanti nello svolgimento di ogni anno formativo: una visita agli ospedali e il campo estivo.

 

"

Nell’intenzione originaria di Kiko è prevista anche la visita agli ammalati negli ospedali, in particolar modo per tutti i ragazzi che hanno appena ricevuto il sacramento della Confermazione, come esperienza missionaria di testimonianza dell’amore di Cristo. “

 

Questa della visita agli ammalati è la madre di tutte le  bugie.

Nella mia parrocchia in 9 anni di post-cresima neocatecumenale non lo ha mai fatto NESSUNO.

Come nessuno è mai stato invitato dai padrini del post-cresima a fare la Messa in parrocchia la domenica.

Anche gli eventi parrocchiani sono filtrati dal responsabile del post-cresima e dai catechisti neocatecumenali che non solo mettono il veto, ma impediscono di invitare i ragazzi del post-cresima a qualsiasi iniziativa parrocchiale o diocesana, se i catechisti neocatecumenali non sono d’accordo.

Questi ragazzi sono blindati, protetti e curati nel limbo del CN che li avvolge come il serpente avvolge ed ipnotizza Mowgli, nel cartone animato “Il libro della Giungla”.

 

"Spera in me, solo in me" (dalla canzone di Kaa)

Molto apprezzato dai ragazzi è il campo estivo.

L’unico neo del campo estivo è il costo, infatti non è previsto rivolgersi a strutture autogestite, quindi mediamente questo campo estivo costa circa il doppio di un normale campo parrocchiale autogestito.

Molte diocesi italiane nei loro programmi di pastorale giovanile includono dei campi estivi autogestiti a costo molto contenuto.

Inutile dire che il post-cresima neocatecumenale scoraggia i ragazzi ad aderire a queste iniziative.

Se possibile non ne vengono neanche informati per risolvere il problema alla base.

In caso di contemporaneità di campi estivi parrocchiali, viene usata la stessa strategia della disinformazione o del scoraggiare apertamente l’iniziativa, adducendo le scuse più assurde.

D’altronde non è una novità la palese discomunione presente da sempre, tra le iniziative parrocchiali/ diocesane ed il CN.

Questa cosa si fa da sempre in tutte le occasioni, tipo la GMG, dove il pellegrinaggio è sempre organizzato lontano dall’ organizzazione diocesana dell’evento, anche se la diocesi lo fa, praticamente sempre ad un costo più basso.

Sempre e soltanto tra neocatecumenali, con al comando i soliti catechisti e come TOP del pellegrinaggio l’incontro con Kiko e le sue “alzate” vocazionali a favore del CN.

Nella mia parrocchia , già al 3° anno di post-cresima , quasi tutti i gruppi perdono minimo il 50 % dei ragazzi.


47 commenti:

  1. " progressivo distacco dalle figure genitoriali "
    ------
    e progressivo attaccamento a figure che non sono né insegnanti, né parenti, né allenatori sportivi, né maestri di musica, né veri educatori e soprattutto che NON vogliono affatto il vero bene di questi ragazzi ..

    .. " in quest’età così delicata in cui avvengono le grandi metamorfosi (fisiche, psichiche, affettive) e si allarga l’orizzonte delle loro relazioni sociali (ingresso nella scuola superiore, maggior indipendenza dalla famiglia, nuove amicizie, ecc.) .. per affermare il passaggio al mondo degli adulti ", ma solo (ipocriti!) fare numero per la loro organizzazione, mantenendo questi ragazzi in uno stato infantile di sudditanza alle regole di un gruppo, che vengono inculcate tramite queste figure "mitiche", di famiglie "perfette" che SOSTITUISCONO INDEBITAMENTE le loro REALI figure genitoriali e, approfittando del loro bisogno di riferimenti, della naturale spinta all'aggregazione fortissima alla loro età, li legano sempre più a sé, OSTACOLANDO lo sviluppo del loro senso critico di fronte ai fatti quotidiani della vita, inculcandogli una visione PER NIENTE cristiana della vita, impedendogli così di fare scelte consapevoli in ambito spirituale e anche in ambito pratico, pregiudicando il loro futuro anche lavorativo con indebite pressioni per vocazioni che NON ci sono, che non sono maturate nella persona del ragazzo, ma imposte dall'esterno.

    Brava Chiesa! Che per "far numero" sostieni queste iniziative "da schifo" .. San Giovanni Bosco, San Leonardo Murialdo e altri Santi EDUCATORI VERI, si staranno rivoltando nella tomba .. anzi no, dal Cielo vi rimproverano e vi invitano a ravvedervi, voi che bramate un "potere" di qualsiasi genere, purché sia mondano e non il "potere" del servizio che ha comandato Gesù.. e lo fate sulla PELLE dei GIOVANISSIMI.

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  2. .......un certo Don Fabio Rosini, che ha "creato" uno splendido percorso per i giovani............
    COMPLETAMENTE BASATO SULLE CATECHESI DEL CAMMINO!!! HA HA HA HAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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    1. E allora se sera "completamente basato sulle catechesi del cammino" perchè Kiko lo ripudiato, cacciato via, condannato alla Damnatio memoriae e costretto, sottolineo COSTRETTO, chi seguiva quel corso e faceva parte del CN a scegliere "da che parte stare"??

      Vedi caro VIGLIACCO anonimo (manco il coraggio di metterti un nick hai...bel cristiano maturo sei), sai qual è la differenza tra il percorso dei 10 comandamenti e le catechesi del cammino. Che le prime non sono mai state segrete o segretate. I corsi sono liberi per tutti, e tutti sono liberi di continuare il loro percorso dove meglio gli aggrada. Questa si chiama "libertà dei Figli di Dio". Voi la conoscete questa libertà? Assolutamente no". Questo Kiko lo ha capito e siccome il CN si basa SUL SOTTERFUGIO e la SEGRETEZZA allora ha fatto in modo di buttarlo fuori con ignominia. Complimentoni Kiko, ti è servito veramente a tanto.

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    2. Ha ragione Ale CT.
      Anche perché qui non si sta parlando solo di catechesi, ma di adescamento.
      Che don Rosini prende una coppia di sposi suoi seguaci e la fa diventare padrino e madrina di ben 8 ragazzi?

      E poi, anche fosse che abbia "copiato" le catechesi di Kiko, cosa assolutamente falsa, rimarrebbe una differenza di fondo: don Rosini conduce i giovani alla Chiesa, Kiko solo al Cammino

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    3. Incredibile: un commentino anonimo che confuta mezzo secolo di critiche al Cammino! Bisognerà dargli un premio.

      Povero pasqualone, ha una blog-dipendenza ossessiva-compulsiva: passa le sue giornate su questo blog in attesa dell'occasione di sparare commentini come quello delle 10:10, come se bastassero a convincere Nostro Signore che il Cammino dopotutto no sarebbe eretico.

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    4. Anonimo che ridi, sei proprio un imbecille.
      Sì hai fatto bene a soffermarti su don Fabio Rosini, prova vivente delle incongruenze di Kiko e Carmen e della loro ipocrisia falsa e bugiarda.
      Ci torneremo fra poco. Ma ci saremmo arrivati comunque. Ogni volta che si parla di post-cresima neocatecumenale affiora il ricordo di don Fabio. Per noi un fascio di luce. Per Kiko e compagni un fantasma di cui non potranno mai liberare la loro coscienza sporca.

      Pax

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  3. Certi commenti non fanno altro che confermare ciò che sosteniamo qui.
    Quindi grazie caro Anonimo sogghignante!
    Per comprendere gli avvenimenti che hanno coinvolto don Rosini, il suo percorso sui 10 comandamenti e l'invidia e l'ira funesta di Kiko, va letto questo articolo.

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  4. Post molto interessante.

    Il mondo del dopocresima in stile neocatecumenale descritto da don Sanfilippo è un'idillio.
    Gite, BANCHETTI (la cosa che più affascina Kiko riguardo al Vangelo, sembra essere la teologia del banchetto, a base di aragoste, naturalmente), amicizia, come nella pubblicità.
    Il mondo di Sanfilippo è un po' come il magnifico mondo Disney. Forse bello, ma poco cristiano.

    Personalmente sento una certa attrazione per mondo degli Amish, ma so che, fosse anche tutto vero (ma non lo è), non è ancora una società CRISTIANA.
    Così il dopo cresima del Cammino mi sembra, al di là delle apparenze, fuori contesto ecclesiale.

    Il pastcresima del Cammino, infatti, è ancora una volta opera dei due iniziatori, che hanno iniziato ogni cosa nel Cammino, come fossero gli UNICI profeti e gli UNICI a poter essere ispirati dallo Spirito Santo.

    Ma i due, è stato fatto giustamente notare, non hanno mai avuto figli e, da ciò che mi risulta, MAI sono stati a contatto coi giovani, ad esempio in parrocchia.
    La loro proposta post cresima, perciò, non è nata dall'ESPERIENZA, né umana, né ecclesiale.

    Ovviamente si discosta da quella della Chiesa, che se a volte sembra non funzionare, non è per la "formula" in sé, ma perché male applicata (ad esempio spesso i padrini e le madrine non sono all'altezza).
    Senza dimenticare che il mondo contro catechizza i giovani continuamente.

    La proposta del Cammino è millantata come ISPIRATA ai soliti, "magnifici" due.
    Chissà perché, però, più che funzionale ai giovani e alla Chiesa, sembra escogitata in modo che sia funzionale al solo Cammino.

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    1. Dal momento che l'attrattiva della proposta neocatecumenale è basata su spuntini, rinfreschi e addirittura su banchetti con posate d'argento e pietanze gourmet, è ottima la tua definizione di 'pastcresima'! 😉
      Non so se è un refuso o era voluto, ma è geniale!
      Approfitto per ringraziarti dei tuoi approfondimenti sempre molto interessanti.

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  5. Se penso a come ragionavo io da adolescente e a quanto me ne fregava delle catechesi del Cammino (ci andavo perchè ci andavano tutti i miei amici), penso che questo post-cresima non possa funzionare. Un ragazzo che non è invogliato dalla famiglia si stancherà abbastanza presto di sentire catechesi e sermoni pesanti. A quell'età c'è bisogno anche di un minimo di elasticità ed è meglio creare un ambiente sano in cui si parli di Dio senza annoiare e con "leggerezza". Altrimenti un adolescente dopo 2 mesi smette e poi in chiesa non ci rimette più piede perchè la vede come una cosa pallosa e pesante.

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    1. L'adolescente è per sua natura "ribelle", e pertanto ha bisogno di vedere una serietà. Non bastano esempio, testimonianza, argomenti ragionevoli, c'è bisogno soprattutto di una serietà.

      Da ragazzino ero uno di quelli che avrebbe voluto invitare i suoi compagni di classe a Messa ma non potevo perché mi avrebbero risposto beffardi commentando le robette pacchiane della liturgia. Figuratevi se si fosse trattato della carnevalata neocatecumenale.

      Sulla serietà potrebbe essere un buon spunto di riflessione questo articolo del 1971 (mi sono accorto che era del 1971 solo dopo averlo letto tutto e pensavo che fosse stato scritto ieri, visto che era così attuale).

      Come scriveva Rino Cammilleri nel divertentissimo libro Consigli del diavolo custode per andare all'inferno senza strafare:

      «...A onor del vero devo dire che qualche volta entravo in chiesa, quando avevo - emotivamente - bisogno di pace (lo fanno tutti, sai?). Solo che quelle omelie sociologizzanti sul terzomondo, sui poveri, sulla droga, sulla disoccupazione... Che noia mortale, che banalità! Quelle canzonacce western accompagnate con la chitarra, quelle mani sudate da stringere a segnale convenuto, quei foglietti - sì, quelli sui banchi - pieni di astruserie sulla pace, quelle chiese a forma di garage, quel continuo chiedere soldi per i motivi più disparati, quegli intrattenimenti improvvisati da parte del prete, le chierichette... ricordavo la vecchia liturgia (ero bambino quando il nonno mi portava in chiesa): non mi entusiasmava di certo - dato che non me ne importava niente - ma almeno aveva una sua serietà. Adesso, uno che si riavvicinava alla religione dei suoi padri col cuore spezzato, cosa trovava? Una manica di cretini che si tenevano per mano come al girotondo per dire il padrenostro? Morivo di solitudine e, pur di stare in compagnia, forse avrei accettato di intrupparmi in una parrocchia. Magari vi avrei potuto trovare una brava donna... Ma l'idea di mettermi anch'io a fare il pagliaccio mi faceva schifo».

      Ne vorrei parafrasare qui una versione neocatecumenalizzata:

      ...A onor del vero una volta accettai quell'insistente invito ad andare in comunità (tanti ci sono cascati, sai?). Solo che quel parlarsi addosso in omelie laicali millenaristiche imbottite di ebraismo, riferimenti alla droga, ossessive menzioni della sessualità... Che noia mortale, che banalità! Quelle canzonacce flamenco grattugiate su chitarrelle e charangos, quella manducazione "tutti insieme contemporaneamente" a segnale convenuto, quei gadget orripilanti disegnati come da un posseduto, quelle polverose salette liturgiche a forma di garage, quel continuo chiedere soldi per i motivi più disparati e senza nessuna rendicontazione, quegli intrattenimenti improvvisati, baci della pace, girotondini da asilo infantile, battimani da ritardati... Ricordavo la vecchia liturgia ((ero bambino quando il nonno mi portava in chiesa): non mi entusiasmava di certo - dato che non me ne importava niente - ma almeno aveva una sua serietà.
      Adesso, uno che si riavvicinava alla religione dei suoi padri col cuore spezzato, cosa trovava? Una manica di cretini che si tenevano per mano come al girotondo per concludere la celebrazione? Morivo di solitudine e, pur di stare in compagnia, forse avrei accettato di intrupparmi in una comunità neocatecumenale. Magari vi avrei potuto trovare una brava donna... Ma l'idea di mettermi anch'io a fare il pagliaccio mi faceva schifo».

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    2. Molto bella la versione neocat del brano di Cammilleri!👏

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    3. Concordo Valentina e penso che, purtroppo, siamo in tanti a poterla sottoscrivere .. solo che il finale è diverso, io "il pagliaccio" mi sono forzata a farlo perché (in versione femminile):
      "Morivo di solitudine e, pur di stare in compagnia, forse avrei (sicuramente ho) accettato di intrupparmi in una parrocchia. Magari vi avrei potuto trovare una brava donna (uomo)" ..
      Beato lui che è rimasto nel campo delle ipotesi!

      Se il CN sfrutta per i propri sporchi fini queste fragilità e bisogni dell'animo umano, in persone adulte, quanto peggior MALE può fare a degli adolescenti?

      @Tripudio, concordo sulla
      SERIETÀ.. mio nonno anticlericale (per dovere di appartenenza politica) mai ha mancato di rispetto a Dio, alla religione o alle persone per il fatto che frequentassero la Chiesa, come sua moglie, mia nonna, alla quale ha lasciato liberamente fare le pratiche religiose, portando figli (e poi nipote) al Catechismo, alla Messa, al Rosario e alle processioni.
      E lui, è stato un esempio di somma serietà per me, uomo onesto, di parola, lavoratore per premura della sua famiglia ma non indifferente ai bisogni degli esterni e al bene comune; nonché appassionato di conoscenza, capace di porsi domande e di non darsi risposte preconfezionate, amante della bellezza della natura, che guardava con gli occhi di chi vi intuisce dietro un grande Mistero.
      Mi sento di dire che, più che la frequentazione della Chiesa, è stato lui, senza mai pronunciare una volta la parola Dio, a trasmettermi quella fede cristiana che è sì, dono di Dio, ma deve appunto passare attraverso persone SERIE per essere recepita da una adolescente.
      Purtroppo è venuto a mancare quando ancora la mia adolescenza non era finita .. e non riesco a immaginare quanto devo averlo deluso con le mie scelte di vita, come quella di entrare in una SETTA di chiesa.

      Scusate il riferimento personale a questa figura che ha importanza solo per me, ma spero sia chiaro che l'ho fatto a beneficio di tutti, soprattutto di quei genitori che sperano e confidano nei personaggi del CN per il bene dei loro figli, che si chiedano: può, chi non ha senso critico (perché vive in una SETTA) aiutare gli adolescenti a diventare adulti?
      O siete voi stessi, che li volete mantenere per sempre bambini?
      Voi, certo (anche se è sbagliato), per proteggerli, ma LORO per USARLI.
      Sono i vostri figli! Salvateli dal CN.

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    4. Grazie Roberta. Questo tuo ricordo personale è prezioso, a mio parere, al di là del suo valore intrinseco, perché esprime qualcosa che in Cammino ti insegnano a sottovalutare, cioè a dare importanza alla credibilità e all'affidabilità personale.
      Fin dal principio il grande sforzo di Kiko consiste nel fatti credere che il messaggio è autentico addirittura quanto più è sporco il suo trasmettitore-contenitore. San Paolo, è vero, aveva parlato di vasi di creta...fragili...modesti...ma non inquinanti! La creta è sempre stata usata per contenere alimenti senza avvelenare nessuno. Continuano, i neocatecumenali, a cadere sulla creta scambiandola per fango, come ci ha insegnato Lino Lista già a partire dal miracolo del cieco nato.
      Dalla semplicità spuntano i doni più grandi, mentre non può nascere nulla di buono da ciò che è ambiguo, irrisolto, poco chiaro.
      Mi unisco al tuo appello: non affidate al CNC i vostri figli!

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    5. > Mi unisco al tuo appello: non affidate al CNC i vostri figli!

      Questa è una questione fondamentale: molti genitori mandano i loro figli pensando che sia una cosa buona e sia un ambiente sano.
      Anche chi è entrato dentro il cammino da adulto non può sapere che i giovani vengono trattati in maniera diversa: mentre sugli adulti si fa leva sui soldi, sui giovani l'argomento principale è il sesso. Questa insistenza causa spesso problemi di tipo psicologico, perchè vengono fatte, di fronte anche a perfetti sconosciuti, domande molto private e si sentono storie veramente terribili che non aiutano il sano sviluppo psico-affettivo di un adolescente.

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    6. "mentre sugli adulti si fa leva sui soldi, sui giovani l'argomento principale è il sesso. Questa insistenza causa spesso problemi di tipo psicologico, perchè vengono fatte, di fronte anche a perfetti sconosciuti, domande molto private".
      È possibile sapere un po' di più sull'argomento? Grazie.

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    7. Sì, non è neanche tanto questione di cosa pollosa e pesante,
      è che manca qualcosa di vero, di profondo, di incarnato.

      Come dice Tripudio, manca la serietà.
      Grazie per il bel commento. L'articolo del 1971 descrive la nostra situazione e in questi 50 anni il cammino ha dato il suo bel contributo al consolidarsi della desolazione iniziata tanti anni fa.

      Di questo i giovani hanno bisogno di serietà e di credibilità, di coerenza.
      E lo capiscono eccome, e si innamorano e si pongono obiettivi e coltivano sogni, hanno bisogno di punti di riferimento fermi.
      Qundi non facile allegria.
      Per cui non è la pesantezza del cammmino, che pure è pesante, che non aiuta i giovani ma le sue incongruenze. La doppiezza di vita dei personaggi di riferimento. Tanto che i figli del cammino doc, quelli che cercano tra le fila del cammino la loro sicurezza e la loro realizzazione sulla scia della famiglia di origine di salda tradizione neocatecumenale, diventano tante volte talebani insopportabili peggio dei genitori. Ma altrettanto falsi, costruiti, vuoti.

      Solo i Santi veri hanno generato uomini e seminato la santità nelle generazioni più giovani, potendo vantare nelle loro fila santi adolescenti e anche bambini. Basta ricordare San Giovanni Bosco e dietro di lui San Domenico Savio e la Beata Laura Vicuña. Appena adolescenti.

      Restano impressi i ricordi dell'infanzia e ben marcati. I ragazzi sanno distinguere le cose vere da quelle false, lo sentono quasi a pelle.
      Anche su di me ha inciso molto una mia nonna. Dalla fede vera, rocciosa, innamorata della Madonna e di Gesù di cui si sforzava di mettere in pratica gli insegnamenti nella vita quotidiana e di cui parlava a noi bambini tenendoci a bocca aperta.
      E' vero Roberta. Queste le radici vere che fanno la differenza nella vita.

      Pax

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    8. > "mentre sugli adulti si fa leva sui soldi, sui giovani l'argomento principale è il sesso. Questa insistenza causa spesso problemi di tipo psicologico, perchè vengono fatte, di fronte anche a perfetti sconosciuti, domande molto private".
      È possibile sapere un po' di più sull'argomento?


      Di solito (almeno per quella che è la mia esperienza) nelle comunità di adulti e persone mature si parla meno di sesso e più di soldi rispetto a quello che succede nelle comunità di giovani. Ed è anche logico dal punto di vista di un catechista.
      Nella mia ex comunità composta prevalentemente da giovani e giovani coppie gli argomenti erano sempre gli stessi (sesso, masturbazione, rapporti prematrimoniale, apertura alla vita) sia quando c'erano i catechisti, sia durante le convivenze mensili.

      Nella mia ex comunità i catechisti venivano da un'altra parrocchia e quindi erano praticamente dei perfetti sconosciuti che si permettevano di fare domande estremamente intime (che nessun confessore farebbe) che poi annotavano sui loro quadernini. Non parliamo poi dei pellegrinaggi, in cui le comunità venivano mischiate con quelle di altre parrocchie e i ragazzi venivano bombardati di domande sulla propria sfera sessuale durante gli interminabili viaggi in autobus.
      Immaginate come si senta un adolescente in piena fase di sviluppo fisico-psicologico-affettivo quando viene bombardato da catechesi di ore sulla masturbazione o quando sente gente che racconta le peggiori esperienze di peccati sessuali (ai limiti dell'inventato). Questo bombardamento crea spesso delle nevrosi e dei blocchi psicologici sulla sfera sessuale.

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  6. Mi soffermo, per cominciare, sull’incipit dell’articolo di Luca sul Post- Cresima che attendevo da tempo per dire una cosa banale ma che, già a prima mattina, mi fa innervosire.
    Possibile che questi girino tutto a pubblicità? Schiavi del mercato, schiavi del business e del denaro, poi alla fine.
    No, non si può servire Dio e il denaro! Lo dice Gesù ed è verità sacrosanta.

    Passiamo alla descrizione a cura di don Gianvito Sanfilippo, pupillo di Kiko:
    E noi, solo immaginando che i ragazzini vengono affidati loro col beneplacito dei Parroci che danno accesso a questo post-cresima neocatecumenale nelle loro Parrocchie, leggiamo con una angoscia crescente quanto segue:

    Lo “scopo è quello di creare… un ambiente di riferimento sano” per ragazzi in una fase tanto delicata nella quale “si allarga l’orizzonte delle loro relazioni sociali” vivendo il “progressivo distacco dalle figure genitoriali per affermare il passaggio al mondo degli adulti”.
    E ci viene amaramente da sorridere. Falsi e bugiardi che sono!

    Ma quando mai l’esperienza del C.N., in particolare proprio per i più giovani, ALLARGA ORIZZONTI?
    Dove, nel distacco progressivo dalle figure genitoriali AFFERMA IL PASSAGGIO AL MONDO DEGLI ADULTI?

    Si passa piuttosto dalla tutela genitoriale a quella del cammino a vita, in una condanna ad un eterno infantilismo, questi mai ti consentiranno di crescere. Se ti prendono nelle loro grinfie da adulto, provvederanno pian piano a farti regredire all’infanzia. Ben inteso, non in senso evangelico!
    E se tutto va secondo canovaccio, secondo i loro piani, la tua vita è bell’e programmata, pacchetto completo tutto incluso, dalla culla alla tomba e… oltre.
    Vogliamo dirlo a gran voce?

    Si sottraggono i ragazzini ai loro genitori.
    Se mai papà e mamma hanno fatto i genitori fino a quel punto invece di delegare – come piuttosto avviene normalmente- specie per i più vecchi di cammino. Tali e tanti sono gli impegni comunitari da assorbire tutto il tempo della stremata coppia e tutta l’energia a disposizione dei “genitori neocatecumenali” aperti alla vita.
    Sfornano figli senza problemi, per poi affidarli da subito a baby-sitter e, appena raggiunta l’età di una autonomia minima, ai cd. “didascali”.
    Ecco che il Cammino - che amore! - pensa davvero a tutto!

    Poi, dai 13 anni in poi, spesso anche dai 12, i piccoli balilla passano direttamente alla formazione neocatecumenale e alla sua protezione costante.
    I ragazzini DEVONO fare già a quell’età le catechesi. E i genitori, che normalmente non contano e non comandano NIENTE, in questo caso DEVONO usare tutta la loro autorità per imporle: i figli DEVONO ENTRARE IN COMUNITA’, prima di prendere altre strade! Ahahahahah, scusate!

    Che è cosa buona e giusta lo hanno detto Kiko e Carmen e non si discute: FARE le catechesi e AVERE la loro comunità di appartenenza. E’ irrinunciabile!
    Devono poi frequentare il post-cresima alla Sanfilippo in contemporanea (può essere un poco prima o un poco dopo, ma quello è il periodo) e a completamento dell’opera.
    Qui ulteriore sostituzione ai genitori della coppia neocatecumenale “incaricata dal cammino” per la “formazione” (dicasi transito definitivo dalla famiglia nella esperienza) dei ragazzi che hanno avuto in sorte di essere per nascita “figli del Cammino” che come Cronos sforna figli delle cui carni poi si sazia.
    Sì, amo i toni forti, per rendere l’idea è indispensabile.
    E ho letto per ora solo l’incipit del post….

    Pax

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  7. Ringrazio l'anonimo delle 10 e 10 perché, grazie al suo intervento, mi sono andato a leggere il post del febbraio 2016 in cui si parla della cacciata di don Rosini dal Cammino.
    Invito i camminanti a leggerlo.

    Don Rosini era un convinto aderente del Cammino, ma era in buona fede e credeva davvero che il Cammino fosse un movimento ecclesiale, cioè dipendente dalla Gerarchia ecclesiastica.

    Forse don Rosini ha rappresentato un'opportunità che il Signore ha dato a Kiko e al Cammino per uscire dall'eresia.
    Se fosse stato lui a guidare il Cammino, molte cose sarebbero cambiate, visto che il Signore spesso scrive dritto anche sulle righe storte.

    Il Cammino, finché può, fa vedere che segue la Chiesa, ma nei casi in cui, come anche avvenuto in Giappone, la frattura con la Chiesa è insanabile, allora non cede di un millimetro e costringe i propri aderenti a fare una scelta: o col Cammino e con la Chiesa.
    Don Rosini ha scelto la Chiesa, i camminanti del Giappone hanno scelto il Cammino.

    "Chi non è con me, è contro di me" ha detto Gesù.
    Kiko sembra prendere queste parole evangeliche più seriamente di tanti Pastori della Chiesa, anche se le prende nel senso contrario.
    E' la Chiesa che, dopo averle tentate tutte, dovrebbe dire a Kiko: o con me o contro di me.
    Invece è Kiko che, quando non ne può fare a meno, si rivela per ciò che crede di essere, anche se non lo dice: "Chi non è con me è contro di me. Chi non raccoglie con me disperde".

    Per lui don Rosini starebbe disperdendo nonostante stia raccoglie nella Chiesa, con la CHIESA e per la Chiesa.

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    1. Don Rosini è uno dei tanti casi di fratelli del Cammino che appena cominciano a prendere sul serio la Parola hanno già un piede fuori e una cacciata in arrivo.

      Il Cammino ha perso - e grazie a Dio continua a perdere - moltissimi fratelli delle comunità, semplicemente perché cercano la gloria di Dio più che la gloria di Kiko.

      Il dramma è quando ognuno di questi fratelli viene puntualmente aggredito ed emarginato dai capicosca della setta e da quei "fratelli" che intendono stare al gioco e perpetrare l'ipocrisia neocatecumenale (stanno al gioco per piccoli ritagli di potere e denaro all'interno della setta; sanno benissimo che il Cammino è un enorme sepolcro imbiancato, ma conviene "stare al gioco" per non perdere i piccoli privilegi faticosamente acquisiti).

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  8. Scusa Pax, ho omesso una verità che rileggendo il post, prima di pubblicarlo era tra le righe.
    Già dal primo anno di post_cresima neocatecumenale i ragazzi, i loro genitori, i loro amici, vengono invitati alle catechesi iniziali del cammino neocatecumenale.
    Come vengono invitati alle loro "celebrazioni" Eucaristiche del sabato sera.
    A Messa la domenica NO.

    LUCA

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  9. Il libro di Rino Cammilleri che ho citato sopra è un racconto riguardante un'anima finita all'inferno "senza strafare". Cioè che nella sua vita non aveva compiuto quei mega-peccatoni super-giganti di cui vengono infiocchettate le omelie laicali neocatecumenali ("prima del Cammino, droghe divorzi aborti ubriachezze massacri; poi il Cammino mi ha salvato...").

    Come si capisce già dalla citazione, Cammilleri se la prende anche con certi uomini di Chiesa che hanno ridotto la liturgia ad uno spettacolino imbecille, che hanno banalizzato la fede in buonismo, che hanno "ridotto i dieci comandamenti a uno solo" (tipicamente il sesso, pardon, il sesto), che hanno dato continuamente l'impressione che ad andare all'inferno sono solo "gli altri, perché io non ho mai ammazzato nessuno". E si capisce anche che il Cammino porta all'eccesso proprio quegli errori. Liturgici e dottrinali.

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  10. La spiegazione del post-cresima di Sanfilippo offre spunti illuminanti sulla pervasività del Cammino che “non fa niente per senza niente”, come suol dirsi.
    Colgo alcuni indici.
    Per ispirazione dei fondatori i padrini in questo percorso sono “la famiglia cristiana”.
    Ma si precisa che il loro servizio pastorale è svolto in comunione col parroco (cosa ovvia e doverosa) “ed i loro propri catechisti”. Ma questi CHE CI AZZECCANO?? E non finisce qua. I presbiteri che supportano questa pastorale come dispensatori di Sacramenti vedono allungarsi l’elenco, devono operare “in comunione con il parroco, i catechisti responsabili del Cammino e con queste famiglie”.
    E noi veniamo confermati nel nostro convincimento che nel Cammino nulla senza gerarchia. Al vertice sempre i kikatechisti, questo è chiaro. Un gioco gerarchico che sopravanza di fatto ed esautora l’ordine stabilito nella Chiesa.
    Non avevo mai letto lo schema del post-cresima, molto interessante.
    I quattro incontri si svolgono sempre il venerdì, per sottrarre i giovani alle uscite mondane di inizio weekend si dice. Ed io mi domando: a nessuno di questi è venuto in mente che in occasione del primo venerdì del mese si poteva trarre occasione per avviare questi ragazzi alla fruttuosissima pratica cattolica dei primi nove venerdì dedicati al Sacro Cuore? Che splendida occasione di catechesi sprecata! No è ovvio. Questi 4 incontri sono un cammino in miniatura. Qua non si è adattata l’esperienza di fede della coppia ai giovani ma si intenta di adattare i giovani alla esperienza neocatecumenale avviandoli inesorabilmente ad essa, UT SEMPER! E secondo la loro abitudine prendono i ragazzi per la gola, è proprio il caso di dire.
    Si finisce ogni volta con l’agape:
    ricco spuntino - buon spuntino - si mangia - un vero banchetto Questo in ordine per i quattro venerdì.
    Certo con la pancia piena si ragiona meglio e si fa ragionare meglio!
    Tralascio di dilungarmi sul quarto venerdì che meriterebbe, si potrebbe fare un post. Ve lo risparmio.
    E’ fotocopia del tempo dell’Elezione nelle Comunità. Con le sue alleanze e adesione ad esse e conseguente assunzione di impegno di eterna fedeltà da parte dei giovani. Una pantomima ossessiva. Poi mensa lussuosamente imbandita e obbligo dell’abito elegante, squallida anticipazione del King David che li attende a Gerusalemme.
    Continuando a leggere il diligente Gianvito si resta davvero stupiti, c’è anche un mini invio a due a due negli ospedali. Vere prove tecniche di trasmissione!
    Immancabile la pseudo convivenza finale sottoforma di pellegrinaggio, scontato anche questo.
    Nella chiusa Gianvito dà, sempre secondo la migliore tradizione, i numeri, che sono SORPRENDENTI, come i frutti. Chi avrebbe potuto mai dubitarne!

    Kiko e Carmen avrebbero detto che i giovani detestano la mediocrità e la doppiezza. Se si annuncia loro la verità con coerenza, insomma, “ci seguiranno a migliaia”.
    Ed è per questo che a migliaia hanno seguito e seguono ogni volta più numerosi i “dieci comandamenti” di Fabio Rosini e non loro. E sono rosi dalla rabbia. Ma di questo torneremo a parlare.

    Pax

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  11. Il "postcresima" è un'invenzione recentissima.

    Infatti, fino a prima del Concilio - e per forza d'inerzia anche un pochino dopo - il "percorso" dei cristiani era questo:

    - battesimo alla nascita, quanto prima possibile (non più per l'alto rischio di mortalità infantile: solo per il principio teologico secondo cui non c'è motivo di differire arbitrariamente la grazia che si ottiene col sacramento);

    - accesso a confessione, comunione e cresima già da bambini; san Pio X raccomandava che i bambini ricevessero la prima comunione "non appena sanno distinguere fra pane e Pane" (una mia parente, ancora vivente, ha ricevuto prima la cresima e poi la prima comunione, in parrocchia, come tutti gli altri, entrambi i sacramenti prima di compiere i nove anni di età: per la cresima era sufficiente la determinazione personale ad essere cristiani);

    - frequenza alla messa festiva, con le omelie che insegnavano continuamente le cose della fede (senza astruserie e senza show di biblicismi complicati) e quindi non c'era bisogno di corsi di "preparazione" di fidanzati, di cresime, di matrimoni, eccetera.

    I corsi di preparazione esistono perché da oltre 50 anni la gente non solo si stufa di andare a Messa, ma anche di capirne di più sulla fede e sui sacramenti. Dopo il diluvio di terzomonismi e di politically correctness, la gente è giustamente stufa di sorbirsi prediche.

    Così, quella che era una necessità tecnica - assicurarsi che ai sacramenti ci si arrivi almeno un pochino "preparati" dottrinalmente - è diventata un biglietto da pagare per accedere al sacramento (cioè un impegno di marcapresenze di cui si farebbe molto volentieri a meno, su cui contrattare la minor durata possibile, eccetera).

    In questo contesto si inserisce il neocatecumenalismo, cioè il lupo che si traveste da agnello, che con la mirabolante foglia di fico del Corso di Post-Cresima trasforma il momento della cresima in una specie di "rito di passaggio" - proprio come fanno i camorristi, dove il regalo per la cresima è la pistola (vera), col sottinteso che "ora sei adulto, perciò puoi averla" -, naturalmente per far passare il giovane al Cammino.

    Il paradosso, se ci fate caso, è che proprio mentre i cristiani si stufano dei "fardelli" di attivismo chiesastico, arrivano i kikos a imporre fardelli ancor più pesanti. Nella vita cristiana normale uno va a Messa perché non solo è giusto ma è anche necessario per la propria anima. E se la Messa "non va bene", semplicemente andrà a Messa in un'altra parrocchia, senza nemmeno sforzarsi di far conoscere al parroco il proprio disagio per le carnevalate, le banalità, l'annacquamento del senso del sacro.

    La crisi della fede nella Chiesa si è acuita nel secondo dopoguerra. Purtroppo, nel momento in cui alla Chiesa conveniva dare risposte tanto chiare quanto dure, ci è invece piovuto addosso il Vaticano II, partito con buone intenzioni ma travisato fin dagli albori dai "rivoluzionari" che non vedevano l'ora di scardinare tutto. Il Concilio è stato il rimedio sbagliato nel momento sbagliato: proprio quando era diffusissima la voglia di "rivoluzione", è arrivato il Concilio che a suon di ambiguità e di concessioni sembrava incoraggiarla. I rivoluzionari fai-da-te sono quelli che hanno fatto più danno (inclusi Kiko e Carmen).

    Per questo, quando qui diciamo che la vita cristiana è terribilmente semplice, ci scontriamo con la mentalità secondo cui la vita cristiana esigerebbe un guazzabuglio di attivismi, una selva di misurazioni delle attività effettuate, una palude di annunci di prese di posizione sulla cronaca ecclesiale del giorno.

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  12. Questo articolo di Luca, andrebbe stampato come depliant informativo che le parrocchie aderenti all'iniziativa dovrebbero consegnare ai genitori dei ragazzi in età di essere adescati.
    Cosa impossibile ovviamente, perché se una parrocchia ammette questa iniziativa, significa che la appoggia, la raccomanda e non andrà contro se stessa facendone conoscere gli aspetti negativi, soprattutto se in parrocchia non c'è nessuna iniziativa alternativa .. e come può esserci alternativa dove comandano i NC?

    Volevo chiedere,
    sono coloro che gestiscono tale post-cresima che hanno descritto cosa avviene nei 4 venerdì, così bene nel dettaglio come scritto nell'articolo?
    Oppure l'ha scritto Luca perché lo sa?
    I genitori dei ragazzi (soprattutto quelli eventuali non NC) sono informati, al di là di quello che "dopo" gli racconteranno i figli, dei dettagli di queste serate?

    " Sapendo che l’incontro lo conduce lo Spirito Santo e non si tratta di un indottrinamento "
    -------
    FALSO!
    Nell'articolo viene spiegato bene che i "conduttori" seguono meticolosamente la guida di un opusculo scritto dai leader del CN ..

    Quel prete sa benissimo che sono le persone, i suoi complici NC, a condurre quello che hanno già deciso a tavolino, comprese le domande che già contengono risposta e se qualche ragazzo, nonostante il clima soggiogante in cui tali incontri avvengono, riesce a esprimere un pensiero libero, i conduttori sanno benissimo quali tecniche psicologiche usare per "portarlo in carreggiata", usando contemporaneamente umiliazione e blandimento ..

    Non è condotto dallo Spirito Santo l'incontro, a meno che Egli non usi tecniche psicologiche di manipolazione delle coscienze.

    Ma come fa uno a essere prete, dire queste cose, cooperare a queste mostruosità morali e riuscire a farsi la barba tutte le mattine davanti allo specchio?

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    1. E già che sono in argomento e animata da spirito di contestazione vorrei dire un altro paio di cose.

      Dice Luca
      " Non discuto e non critico assolutamente l’impegno sincero e la buona volontà di almeno una parte di questi  padrini , alcuni di loro sono davvero brave persone in perfetta buona fede che vengono usate per accalappiare nuovi adepti a favore del “movimento” neocatecumenale "
      Delle persone che tu conosci personalmente, solo tu puoi dire se sono brave persone, ma quello che hai così oggettivamente ben descritto, non è però azione da brave persone ! .. solo perché si impegnano (mettendoci energia e fatica) per fare qualcosa "per" i ragazzi, mentre altri non fanno niente?

      Meglio non fare niente che fare danni.

      E le cose che si fanno "per" i ragazzi vanno fatte per il loro bene (come, mi pare di aver capito da tuoi vecchi interventi, fate tu e altri nella vostra parrocchia .. la vedrete bene la differenza, anche come reazione nei ragazzi, tra quello che fate voi e quello che fanno questi bravi NC in buona fede, no?) per il loro bene e non "contro" di loro.

      Il presbitero menzionato giustifica e loda questa iniziativa per il fatto che diversi ragazzi hanno 1 condizione "spiritualmente" disagiata per la separazione dei genitori .. e allora? Un genitore separato può essere credente, pure praticante e interessato a che a suo figlio non venga fatto 1 indottrinamento nocivo alla sua crescita, qui si manca di rispetto innanzitutto al genitore, lo si incolpa, lo si inganna, gli si mette contro il figlio, al quale viene fatta vedere la bella "famigliola cristiana" che passa la vita attorno alla tavola comune .. mica come i tuoi che si devono arrabattare tra lavoro e giornate di visita perché separati.
      Vogliono far credere a questi ragazzi che il paese dei balocchi esiste e si chiama, misteriosamente, "comunità".

      Altra cosa, dello stesso tenore.
      " Non discuto la frase detta dal Cardinale Angelo de Donatis, che loda l'iniziativa di pastorale giovanile del cammino neocatecumenale, quello che metto in dubbio è se conosca personalmente questo tipo di pastorale, se sappia effettivamente chi la porta avanti, come la porta avanti e con che finalità "

      Ribadisco che questo articolo è ottimo, ma questa cosa che l'autore non discute, io la discuto molto invece.

      Dopo 50 anni che esiste il CN, nella Chiesa, tramite la Chiesa, grazie alla Chiesa, con il favore della Chiesa, con le strutture e le "risorse sacerdotali" e logistiche e giornalistiche che la Chiesa mette a disposizione .. non è più possibile giustificare nessun ecclesiastico (soprattutto quelli di medio e alto livello) con la SCUSA del NON SA/NON CONOSCE ..

      Lo sa bene, il cardinale, chi porta avanti questa iniziativa, lo dice anche: il Cammino Neocatecumenale.
      Non l'hanno forse messo nero su bianco nella pagina del loro Dicastero?
      Allora, che altro c'è da sapere?
      I cardinali, il Papa, i vescovi SONO TENUTI a sapere chi si muove in casa propria, hanno forse bisogno di un corso di preparazione (tipo quelli di cui parlava Tripudio sopra) alla comprensione della natura e finalità del CN ?
      Io la Chiesa, dopo 50 anni, la do per "già informata" e se gli ecclesiastici "parlano bene" del CN e lo lasciano agire è perché VGLIONO così, VA BENE così, gli FA COMODO così.

      Ecco perché si toglie l'aggettivo neocatecumenale da qualsiasi iniziativa (catechesi per adulti, post-cresima, campi estivi per ragazzi.. )
      Tanto vale dire semplicemente "parrocchiale" no?
      Finché resta "roba di Chiesa"!

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  13. In primo luogo devo ringraziare LUCA per questo articolo, di eccezionale interesse, sul postcresima neocatecumenale: spero che venga letto, soprattutto da chi non conosce il Cammino e quindi non ha l'esatta percezione del tipo di sollecitazioni a cui vengono sottoposti i ragazzi avviati a questa esperienza.
    Faccio di seguito alcune considerazioni, che farei da madre pur non conoscendo nulla del CNC dopo aver letto la presentazione di Sanfilippo.
    In primo luogo:
    "La casa dei padrini: si allarga lo spazio educativo dalla parrocchia alla casa. Tre incontri su quattro, come vedremo, avvengono a casa dei padrini: è un segno d’accoglienza particolarmente gradito ed efficace poiché i giovani si sentono considerati e trattati come adulti."
    Questo non mi va per nulla bene, lo dico da genitore. Preferisco di gran lunga che i miei figli vadano a scuola o in parrocchia, insomma in un luogo protetto ma pubblico, istituzionale, un luogo da cui mio figlio può uscire in qualsiasi momento, prendere l'autobus e tornarsene a casa. Invece ho visto che i padrini vengono a prendere i ragazzi in parrocchia e se li portano a casa propria, per poi riaccompagnarli al termine nello stesso luogo di ritrovo.
    Assolutamente non ritengo educativo portarsi i giovani a casa propria, in un luogo cioè in cui è l'adulto ad avere il completo controllo della situazione, un luogo che non è neutro e non assicuri la libertà di andarsene quando si vuole.
    Quindi è assolutamente il contrario di quanto dice Sanfilippo: i ragazzi non sono trattati da adulti, ma anzi, regrediscono ai livelli di asilo-scuola elementare, quando i genitori ti portavano ai festini in casa degli amichetti: con l'aggravante che neppure ti portano a destinazione ma in un luogo di ritrovo in cui i genitori surrogati prendono i ragazzi in consegna.
    Non sono psicologo, ma mi farebbe piacere se un professionista esaminasse questa struttura del dopocresima, che a me fa accapponare la pelle.



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    1. In secondo luogo, ricollegandomi a quanto osservato da Pax, osservo che ci sono sicuramente delle figure di troppo in questa aziobe educativa dei padrini.
      Cioè ci sono i ragazzi, i catechisti-padrini, in comunione con il parroco (che però potrebbe fisicamente non esserci mai, se non il terzo venerdì per l'Eucarestia 'comunitaria e con il quale non sono previsti incontri di preparazione per i padrini: è chiaro che non è il sacerdote a dare loro le indicazioni e ad avere il controllo della situazione, pur essendone responsabile di fronte a genitori e ragazzi) e in comunione con i propri catechisti, cioè i catechisti dei padrini.
      Come Pax mi chiedo: cosa c'entra la comunione con i catechisti dei padrini?
      È chiaro che i padrini non sono un esempio di famiglia cattolica matura ed autonoma: mentre il prete serve solo per 'fare la messa', i propri catechisti neocatecumenali sono i veri 'gestori' dell'azione educativa.
      Da genitore io posso fidarmi del parroco, potrei pure fidarmi della coppia di padrini (anche se ho già espresso molte riserve in proposito) ma assolutamente non posso accettare la regia occulta di laici che non conosco personalmente e i cui fini possono non essere molto chiari.
      Perché qui non si sta parlando di indicazioni generiche e interpretabili, come quelle del catechismo-mamotreto: qui si parla di 'comunione'!
      Una comunione per esempio che non viene invocata nei confronti delle famiglie di origine dei ragazzi.

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    2. Poi sulla struttura dell'incontro avrei moltissimo da dire! E anche per questa vorrei sapere un parere professionale da parte dello psicologo.
      La riunione con i ragazzi viene effettuata nelle case per essere più amichevole ed informale possibile e poi invece ciascuna riunione viene trasformata in una 'liturgia domestica' con preghiera iniziale e finale, lettura della 'Parola', catechesi dei padrini, risonanze dei ragazzi (perfetto calco delle celebrazioni comunitarie).
      Sanfilippo afferma che le riunioni con 'condotte dallo Spirito Santo' quindi è chiaro quanto sia il peso religioso e quasi celebrativo che si attribuisce a quella che dovrebbe essere una chiacchierata tra amici, in famiglia.
      E naturalmente se viene condotta dallo Spirito Santo non essere in accordo con i padrini si trasforma in un atto di insubordinazione a Dio stesso.
      Mi fa tremare il solo pensiero che siano stati capaci di pensare e di organizzare la stessa trappola della comunità neocatecumenale all'interno di un 'innocuo' percorso di post cresima.
      Per non parlare del fatto che in ogni riunione i ragazzi vengono obbligati a raccontare i loro segreti più intimi, mentre su tutti viene imposto l'arcano: ciò che viene detto e fatto deve essere un segreto, un arcano da non rivelare a nessuno, neppure ai propri genitori.

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    3. Per non parlare di ciò che è stato fatto già notare: ogni sacra celebrazione nelle case si conclude con il cibo. Cibo buono, in quantità, una volta al mese addirittura una cena.
      Esattamente l'opposto di ciò che sarebbe naturale fare, cioè offrire qualcosa ai ragazzi appena arrivati (le riunioni vengono fatte a metà pomeriggio, ora più che adatta per fare merenda) e poi mandarli a casa con un po' di sano appetito per concludere la giornata con la propria famiglia, magari esprimendo attorno al desco familiare le proprie impressioni della giornata.
      E invece no: a casa dei padrini prima si fa la celebrazione, la catechesi, le pubbliche confessioni. Solo alla fine si mangia.
      Il problema non è tanto quello che i ragazzi, tornati a casa satolli, salteranno la cena con la inutile e pagana famiglia di origine; il problema è che l'alternanza di digiuno e poi dell'abbuffata produce quell'effetto psicologico simile allo choc post traumatico: si dimenticano i particolari di ciò che è successo prima (in ciò rinforzati dalla consegna del silenzio imposta da bel principio), ogni cosa viene ricordata in modo sfumato e confuso, viene assopito il senso critico e rafforzata l'esperienza 'mistica' della celebrazione voluta e condotta addirittura dallo Spirito Santo.
      È un vecchio sistema che in Cammino viene usato da sempre. Ma per favore, non fatemelo passare come una genialata educativa nei confronti dei ragazzi!


      Concludo riportando una esperienza di una ragazza che frequenta il post cresima

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  14. «Ti ritrovi seduto ad un tavolo, i padrini di fronte e 10 dei tuoi amici attorno. Ognuno di loro è presente solo perché il Signore in un modo o nell’altro lo ha portato lì, perché venisse ascoltato o perché ascoltasse te e per darti il consiglio migliore. Così inizi a parlare, consapevole che dopo aver finito non solo ti sentirai più libero, ma riuscirai ad affrontare i problemi con l’aiuto dei tuoi padrini»

    Chiaro, no? Intorno a quel tavolo ci si confessa, si vuota il sacco. Si è vulnerabili, in casa d'altri. Si viene convinti che sia Dio stesso a dare le Sue indicazioni per bocca dei padrini.
    I quali poi' in comunione con i propri catechisti neocatecumenali, ti 'inviteranno' ad entrare in Comunità. Come dire di no a Dio?

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  15. https://ilsismografo.blogspot.com/2020/11/vaticano-lettera-apostolica-in-forma-di.html?m=1

    Frilù

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  16. «Un chiaro segno dell'autenticità di un carisma è la sua ecclesialità, la sua capacità di integrarsi armonicamente nella vita del Popolo santo di Dio per il bene di tutti» (Esort. Ap. Evangelii gaudium, 130). I fedeli hanno il diritto di essere avvertiti dai Pastori sull’autenticità dei carismi e sull’affidabilità di coloro che si presentano come fondatori."

    Ecco dove sono i pastori quando si tratta di avvisare il proprio gregge dei molteplici problemi del Cammino neocatecumenale?

    Frilù

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    1. Sono al fianco dei NC per raccomandarli, per la loro "pastorale da apprezzare perché accompagna il percorso di vita e di fede" ..
      Inoltre, un NC, che in quanto tale guarda alla forma e finge di non capire la sostanza, ti risponderebbe che il documento citato riguarda gli Istituti di vita consacrata, quindi non il CN, che è un "itinerario di riscoperta del Battesimo" per laici e non .. non è neanche una aggregazione, ecclesiale sì, ma in quanto Chiesa tutta, non in quanto carisma all'interno di essa, quello di Kiko non è un particolare carisma, li racchiude tutti perché racchiude quello che lo Spirito ha fatto discendere dal Cielo su di lui per la salvezza di tutta la Chiesa .. 🙄

      Quindi, cara Frilù, miscredente che non sei altro 😄 ..

      .. il CN non è TENUTO ad integrarsi e nessuno si può permettere di valutare la sua autenticità ..

      Non dimentichiamo che

      " l'incontro lo conduce lo Spirito Santo "

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    2. E lo so cara Roberta, ma sai che la speranza non deve mai mancarci, anche se c'e un detto che dice "chi vive sperando..."

      Frilù

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    3. Eh sì, Roberta, come non darti ragione? Conosciamo tutti a memoria la tiritera. E poi come dici tu, mi hai fatto sorridere amaramente, " l'incontro lo conduce lo Spirito Santo " !
      Ma rilevante resta la citazione di Frilù perchè tratta dalla Esort. Ap. Evangelii gaudium, quindi riportata qui per gli Istituti di vita consacrata ha una valenza universale.
      Poi questo non dà adito a false interpretazioni e vale benissimo anche per il c.n. e per tutte le realtà ecclesiali:

      " I fedeli hanno il diritto di essere avvertiti dai Pastori sull’autenticità dei carismi e sull’affidabilità di coloro che si presentano come fondatori. "

      Rivendichiamo questo diritto e denunciamo la colpevole omissione da parte dei Pastori. Se non fanno questo che è il loro mestiere, che fanno?

      Pax

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  17. Grazie Luca anche da parte mia per questo articolo molto chiaro e dettagliato sul percorso del post-Cresima. Non ho molto da aggiungere, perché quando ci fu un incontro sul post-Cresima, pochi mesi prima che lasciassimo, io e mia moglie non andammo, ricevendo il relativo rimprovero neanche molto velato di fronte a tutta la comunità da parte dei catechisti... . Pensare di "dover" mandare i miei figli ad un siffatto percorso, dove poco più che bambini, che si fidano degli adulti, vengono invitati a casa di estranei e incoraggiati a confidarsi con loro e non con i genitori, mi ha fatto venire i brividi, come scrive Valentina. In fondo i metodi del Camino sono sempre gli stessi: infilarsi, incunearsi nella famiglia, inserirsi fra i suoi componenti in modo assolutamente subdolo non per sostenere e rafforzare i rapporti familiari, ma per rendere la famiglia dipendente e succube del Cammino. Lo stesso avviene con le coppie: i catechisti si infilano fra marito e moglie con la domanda: come va con tua moglie / con tuo marito? Perché uno dovrebbe dire a loro, e ovviamente a tutta la comunità che assiste all'incontro, come va il rapporto coniugale? Che diritto hanno i catechisti di conoscere aspetti intimi della vita delle persone? Nessuno. Se per caso a questa domanda si risponde "bene" i catechisti tendono a credere che è una bugia e non sono contenti, rimangono a bocca asciutta, non avendo più nulla da dire.

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  18. Siete ripetitivi, l'esperienza del post cresima e' buona per i ragazzi cammino e non. In parrocchia sono vent'anni che si tenta e non ci riesce, ben venga se i ragazzi hanno un contatto con la parola.Jack

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    1. Traduzione in italiano per i non addetti ai lavori:

      - "Siete ripetitivi": «vi scongiuro, smettetela di far notare ripetutamente i numerosissimi errori del Cammino».

      - "L'esperienza del post cresima...": «l'esperienza del neocatecumenalismo che i kikos furbescamente chiamano post cresima».

      - "...è buona": «è buona solo per la propaganda kikiana».

      - "Ragazzi-cammino e non": «quelli da consolidare nella setta e quelli da abbindolare».

      - "In parrocchia sono vent'anni che si tenta e non ci riesce": «nella mia parrocchia sono vent'anni che il Cammino tenta e non ci riesce, perché ormai il kikismo-carmenismo è ampiamente sgamato».

      - "Un contatto con la parola": «un contatto con la parola di Kiko, parola che viene dal demonio, poiché contiene un guazzabuglio di ambiguità, strafalcioni, e vere e proprie eresie».

      Ringraziamo dunque il fratello Jeff per la sua fedelissima fedeltà nel seguire questo blog da tanti anni. Se pensasse che qui si dicono solo scemenze, ci avrebbe già dimenticato il giorno dopo aver scoperto l'esistenza di questo blog. E invece...

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    2. Bella la "fedelissima fedeltà" di Jeff!

      Ma sì, ci segue, lui come altri, e ogni tanto fa capolino con
      qualche scialba trovata.

      E' buona questa esperienza per i ragazzi in base a che?
      Cosa si tenta in parrocchia invano da 20 anni?
      ... Contatto con la parola, almeno? Tu dici?
      Ma che squallore!

      Poi lo stesso Gianvito ha ben descritto il percorso ed è un attimino più complesso, abbiamo anche analizzato e pesato lo schema inquietante che connota questo post-cresima neocatecumenale tanto da restarne preoccupati seriamente.

      Ma hai letto la sequenza di commenti di Valentina?
      Molto ha detto di assoluto buon senso. Perchè non provi per una volta ad entrare nel merito?
      Per il resto ha alzato le mani, e noi con lei, invocando per l'analisi approfondita di questa inquietante struttura del dopocresima l'intervento di qualche bravo psicologo di professione, persistendo la latitanza e inerzia dei Pastori, gli unici che dovrebbero metterci le mani. Ma campa cavallo che l'erba cresce!!

      Pax

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  19. Qualche pensiero seguendo Luca nella sua analisi e messa in evidenza.
    C’è un primo punto che confermo e sottolineo perché indicativo di quello che il cammino innesta nelle parrocchie ed è questo: state pur certi che le coppie rigorosamente neocatecumenali incaricate del post cresima le designano i catechisti responsabili in quella parrocchia, non certo il parroco che fa solo il notaio. Aspetto smentite. Il criterio che informa la scelta è, come sempre, la comprovata fedeltà al CN, il famoso “essere legati” all’esperienza e agli iniziatori, itineranti, catechisti responsabili di zona.
    Costoro, secondo costume, hanno il loro bel “mamotretino” da osservare. Tutto preconfezionato, nel cammino NON SI INVENTA NIENTE. Tutto conduce lo spirito santo (il loro discutibilissimo spirito appannaggio degli iniziatori/fondatori e fruibile a cascata dagli adepti/legati/a/noi…).
    Bravo Luca. Questo non è un post-cresima, ma un pre-cammino.
    E torniamo sempre allo stesso punto. La colpa di questa usurpazione è tutta della Chiesa nei suoi rappresentanti. Parroci e Vescovi inerti e proni. Fatta salva la buona fede di tanti fratelli che fanno il cammino e vengono usati anche loro dalla abile regia neocatecumenale, coppie di padrini compresi.

    Pax

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  20. Non possiamo esimerci dal parlare di don Fabio Rosini che per scelta ha deciso di non tornare mai sulla sua esperienza. Rosini non tocca l’argomento, tanto meno nelle sue catechesi.
    Ma non posso tacere la mia testimonianza. Ho assistito all’epoca all’esplosione di quello che Kiko e Carmen hanno fatto diventare uno scandalo che ha attraversato tutto il cammino ed è arrivato da un confine all’altro. Dirò poche semplicissime cose.
    Don Fabio è cresciuto e vissuto nel cammino. Vocazione, R.M., ordinato presbitero. Uno dei prediletti da Kiko, ma egli era chiaramente un prediletto da Dio prima di tutto che gli ha fatto doni di scienza, di intelligenza, di sapienza. Fabio era uno che ascoltava e si prodigava con grande dedizione a mettere in pratica. Tutto quello che intraprendeva gli riusciva bene! Mica era colpa sua.
    Ma restiamo al post-cresima. L’idea, come anche spiegato nel post, è stata di Kiko e Carmen, come tutto il resto nel cammino. Don Fabio non ha inventato nulla e nulla voleva inventare. Solo ha ascoltato Kiko, è andato in parrocchia e ha messo in pratica. Punto, Questo solo ha fatto. Fatto sta che nelle sue mani il post-cresima è diventato un percorso meraviglioso. I ragazzi restavano rapiti dalla sua parola, dal suo modo di porla, da come riusciva ad entrare dentro. (Cosa che avviene solo se la parola che portiamo non è nostra, è la parola che arriva agli altri attraverso i veri discepoli. Gesù lo dice “farete opere anche più grandi”).
    L’accusa violenta, quanto mai ingiusta e infondata, rivolta a Rosini di aver usato le catechesi del cammino, che ho letto più su in un commento di Anonimo, non mi meraviglia affatto perché ha fatto il giro di tutte le comunità. Bisogna sapere che nel famoso mamometro del post-cresima tutto era tracciato e era messo nero su bianco quali fossero le catechesi che, pur facendo parte dell’iniziazione neocat., dovevano e potevano essere usate nei vari incontri. C’era tra l’altro anche la famosa catechesi di Giacobbe del secondo scrutinio così come il Kerigma, immancabile in ogni kiko/predica che si rispetti. Ecco da dove nasce l’accusa. Ma Rosini non ha “rubato” le catechesi del cammino, ha semplicemente fatto quanto Kiko aveva comandato. Quando si arrivò alla resa dei conti fu Kiko stesso che lo accusò adirato davanti a tutta l’assemblea come una belva di questo e di molto altro. Una cosa penosa e vergognosa. Ricordo la pacatezza di Rosini nel rispondere e ripeteva sempre la stessa cosa “Kiko, ho solo fatto sempre quello che tu ci hai detto di fare”. Rosini non aveva inventato niente, né tanto meno voleva creare qualcosa. Ma solo fare un buon post-cresima e ce l’aveva messa tutta. Mica era colpa sua se lo ascoltavano a bocca aperta? Se da post-cresima le sue catechesi si erano, col tempo, trasformate in un evento. Correvano ad ascoltarlo numerosi e cambiavano vita in tanti. Molte vocazioni sono nate e nascono tutt’oggi alla scuola dei 10 comandamenti.
    .........

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  21. .......

    La storia di Fabio Rosini si conosce e non voglio ripeterla. Ma solo dare la mia testimonianza. Quello che accadde negli anni prima che don Fabio lasciasse il cammino nelle convivenze di itineranti, per quello che ho visto. Ma tanto altro si sarà consumato e don Fabio avrà dovuto subire a Roma, in incontri dedicati con gli iniziatori e per mano di Donnini Giampiero che è stato uno dei suoi carnefici aguzzini.
    Resto a quanto ho udito e visto. Kiko che accusava, in fin dei conti, Rosini di essersi fatto il suo cammino rubando la sua predicazione per farsi la sua creatura, per avere successo lui e vedersi seguito da miriadi di giovani, per diventare il pupillo del Cardinale… Lasciamo perdere, di cosa Kiko non lo ha accusato! Ricordo Rosini calmo e pacato rispondere: “Kiko ho solo fatto quello che tu ci hai detto” e quando Kiko incalzava accusandolo di fare invenzioni, che tutto doveva passare per gli iniziatori, Rosini rispondeva “Ma Kiko, quante volte ti ho chiesto, quando non sapevo come andare avanti, come fare con tutte le persone che venivano a seguire, cosa dovevo fare e tu mi dicevi … vai avanti poi parleremo, vai bene così… io non volevo inventare niente”. Sì, perché Kiko lo accusava anche di attirare persone ad altro e sottrarle al cammino.
    Devo purtroppo spiegare una cosa, non vorrei essere lunga, ma è indispensabile precisare e Luca di sicuro lo sa, come Mav e tanti altri, che questo del post-cresima è nella consegna del cammino alla tappa della Redditio, quando i fratelli, dopo la solenne professione di fede, si dice, finalmente che sono pronti per servire nella parrocchia (dopo circa 20 anni di cammino!!) e N.B. SERVIRE GRATIS, ossia viene consegnata quella che nel cammino si chiama la “Pastorale di Mediazione”. Tutta la comunità si mette al servizio del Parroco per tutte le attività pastorali che egli voglia (SI DICE) e in obbedienza a lui PER IL BENE DELLA PARROCCHIA. Qui il cammino non c’entra niente, né trae alcun vantaggio. Preciso questo perché, insieme alla preparazione per i battesimi, le cresime, le prime comunioni, i matrimoni (per ciascuna di queste pastorali ci sono indicazioni degli onnipresenti catechisti ad hoc da concordare, si dice, e modificare col parroco UNICO RESPONSABILE DELLA PASTORALE DELLA SUA PARROCCHIA), a un certo punto si pensa a questo progetto cd. del post-cresima. Per accompagnare i ragazzi affinché non si allontanino dalla Chiesa, non certo per portarli in comunità.

    ........

    RispondiElimina
  22. .......

    Come si è visto invece solite bugie, soliti bluff sotterranei. Rosini aveva seguito alla lettera e, come altri stolti di noi, non aveva capito che devi dire ciò che dicono, ma poi DEVI FARE CIO’ CHE FANNO. Qui l’inghippo. Rosini lasciava liberi i ragazzi e chiunque lo ascoltava. Le persone andavano e venivano nella Parrocchia. I kikatechisti vedevano tutto quel ben di Dio e… il cammino non ci poteva mettere sopra le mani. C’era chi entrava in Seminario o in altre realtà in grande libertà, come ancora oggi accade.
    Come scriveva Luca I dieci Comandamenti finiscono e non nasce nulla, le persone vanno liberamente nella loro vita. Vengono ad ascoltare altri e Rosini ripete solo una cosa, chi sa perché, di evitare i gruppi chiusi, le esperienze esclusive.
    Lo scontro si è risolto il giorno che Kiko e Carmen si sono schierati agli antipodi del Cardinal Ruini e del Papa che chiedevano a Rosini di continuare e di diffondere anche in altre Parrocchie il suo percorso di catechesi. Solito dramma: a chi obbedisci? Ma questo era messo anche per la salvezza della sua anima. Si ordinava a Rosini di immolare il suo Isacco, i 10 Comandamenti, la sua creatura, il suo idolo. Vediamo se ci riesci? Accusandolo apertamente di idolatria e di orgoglio e presunzione. Di andare contro il progetto di Dio, di distruggere il cammino così. La verità è che Kiko non ha mai sopportato chi sapesse fare meglio di lui. Ma perché? Lo Spirito Santo solo lui ispira? Non può scegliere liberamente tra il suo popolo? E poi ultima faccenda inquietante e domanda senza risposta: Ma Kiko perché non ci dai tu l’esempio? Perchè non immoli tu il tuo Isacco? Perchè non bruci il tuo idolo?

    La verità è che Kiko è stato invidioso ed è stato geloso del suo stesso figlio.
    Spesso ripensando a questa storia mi è venuta alla mente quella di Davide e Saul.

    Pax

    RispondiElimina
  23. Grazie Pax, c'è l'essenza della tua anima in queste parole.

    LUCA

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