giovedì 9 maggio 2024

QUELLO DI CUI NON SI PARLA O SI PARLA POCO. STRUMENTALIZZARE IL BUONO.

Presto! datemi un palco
e una platea plaudente!
Mi scappa di "fare il kerigma"

Premessa doverosa: il Cammino Neocatecumenale si spaccia per cattolico ma non lo è (dovremmo dire più esattamente "è una setta protestante-ebraica che di cattolico ha solo la decorazione").

Lo scopo di questo blog è mostrarne le ipocrisie, gli insegnamenti sbagliati o addirittura eretici, le liturgie carnevalesche e zeppe di strafalcioni. Ogni tanto è necessario anche far notare anche le manovrine finanziarie e politiche dei suoi capicosca, manovrine che vanno a inquinare altre realtà e iniziative (ecclesiali e non ecclesiali), manovrine che testimoniano quanto i capi siano interessati non a Nostro Signore, non alla Sua Chiesa, non alla salvezza eterna, non alla santità cristiana, ma solo a ricchezze, lussuria e potere.

L'inquinamento delle buone iniziative in difesa della vita, iniziative per la famiglia, ecc., costituisce uno dei peggiori demeriti del Cammino. Tanto più quando ciò avviene all'ombra di associazioni intese - come il Cammino - a creare divisione e danno alla Chiesa.



Il terreno è vastissimo, tenteremo quindi di operare una ricostruzione, sicuramente non esaustiva, basandoci esclusivamente su scritti diffusi dalla stampa italiana e soprattutto spagnola. Anche l’argomento è “caldo” e forse proprio per questo se ne parla poco, a parte precise parentesi temporali legate ad eventi specifici.

Ci riferiamo al mondo dell’associazionismo in difesa della vita ed i legami che sono apparsi riguardo a certe associazioni con la setta segreta paramilitare El Yunque (l’Incudine), nata in Messico nel 1955 e successivamente approdata in Spagna.

Nel ricostruire il tutto porremo le nostre domande, alcune retoriche, altre reali, sul perché è finita l’epoca dei Family Day, diversi dei quali organizzati dal Movimento Neocatecumenale con la collaborazione di altri e, perlomeno in Italia, senza l’appoggio della CEI.

Partiamo dall’inizio.

Nel 2015, mons José Rico Paves,  vescovo titolare di Mentesa e Ausiliare di Getafe, rilasciò un’intervista molto interessante e sconcertante sulle CERTE connessioni di El Yunque, società segreta, con determinate associazioni pro life.

Nello stesso anno controbatté ad uno scritto del sacerdote Pablo D'Ors, condannando pratiche ed assunti che si ritrovano puntualmente nel Movimento Neocatecumenale. Le sue contestazioni combaciavano esattamente con le contestazioni che potremmo fare al Movimento Neocatecumenale.

Non comprendiamo quindi perché abbia partecipato a maggio 2018 a Roma per il 50° del Movimento Neocatecumenale e all’incontro vocazionale del Movimento Neocatecumenale a Panama nel 2019.

Ma lasciamo perdere. Non è tanto questo che ci interessa.

Quello che ci interessa sono le rivelazioni pubbliche che il vescovo Rico Paves rilasciò nel 2015 a proposito delle infiltrazioni di El Yunque in certe associazioni a difesa della vita.

Si parte sempre dalla Spagna, forse fucina e origine di diverse distorsioni, che poi si espandono.

Mons Rico Paves spiega quello che sa riguardo El Yunque, e perché considera la sua presenza nociva per la Chiesa, in quanto portatrice di divisioni interne.

Nel 2003 venne a conoscenza dettagliata di questa società segreta (o "di natura riservata", come dicono alcuni che la appoggiano), ma ne aveva già avute informazioni due anni prima quando, come Segretario tecnico (Direttore della Segreteria) della Commissione Episcopale per la Dottrina della fede della Conferenza Episcopale Spagnola (CEE), un gruppo di persone che erano appartenute a El Yunque e avevano collaborato alla sua infiltrazione in Spagna presero contatto con lui e gli parlarono di questa associazione segreta. In Spagna cominciavano a prendere forma alcune associazioni e piattaforme nelle quali agivano membri di El Yunque, però la loro incidenza era ancora molto ridotta.

Dice Mons. Rico Paves:

Negli anni 2009-2010, ricevemmo alla Commissione la lettera di alcuni laici che sostenevano di aver ascoltato la testimonianza di un giovane che aveva militato anni nel Yunque. Il giovane descrisse come fu reclutato e formato in questo gruppo segreto, come funzionava il gruppo e come alcuni dei suoi membri fossero presenti in associazioni pubbliche implicate nella difesa della famiglia e della vita, o dell’educazione. 

Pochi mesi dopo (maggio 2010) arrivò il rapporto del Prof. López Luengos, (commissionato dalla Commissione Episcopale per la Dottrina della Fede) e i dati che in quell’occasione vennero alla superficie concordavano perfettamente con quelli del primo gruppo di persone che mi parlarono di El Yunque. Così scoprii che il numero di persone coinvolte da El Yunque stava crescendo.

Nel 2013 il Prof. López Luengos fu denunciato da HatzeOir, che nel suo rapporto connetteva a El Yunque (per aver disonorato il buon nome dell’organizzazione) e nel processo del marzo del 2014, nel quale testimoniai, ho cominciato a conoscere molte altre persone collegate a El Yuque e mi sono sorpreso, vedendo con dolore l’atteggiamento di alcuni membri di associazioni nelle quali sono presenti membri di questa società. Alcuni lo sanno, ma lo considerano irrilevante; altri si ostinano a negarlo, nonostante da loro derivino accuse dannose per altre persone; altri – forse la maggioranza – preferiscono guardare da un’altra parte e concentrarsi nel lavoro che svolgono in queste associazioni, perché il fine che rincorrono è buono.

Posso assicurare che non conosco El Yunque per le congetture di persone che, con rancore, vogliono distruggere le associazioni nelle quali sono presenti membri di questa organizzazione segreta. Conosco El Yunque per la testimonianza diretta di persone che sono vi appartenute o sono state molto legate ad essa.

L’appartenenza a El Yunque scatena un circolo vizioso dal quale è impossibile scappare. Chi si vincola ad un’associazione segreta mediante giuramento, prima o poi dovrà ricorrere all’inganno per mantenere segreta l’appartenenza all’associazione. L’INGANNO, QUANDO ANCHE LO SI VOGLIA TRAVESTIRE DI “RISERVATEZZA” O “DISCREZIONE”, È SEMPRE INGANNO E GENERA INEVITABILMENTE SOSPETTI E DIFFIDENZA. QUANDO SI ROMPE LA FIDUCIA NASCE LA DIVISIONE. Disgraziatamente, questa è la sequenza che sempre si ripete laddove vi siano membri di El Yunque: INGANNO, DIFFIDENZA E DIVISIONE. È IMPOSSIBILE CHE IL REGNO DI CRISTO NEL MONDO SI INSTAURI – come pretende affermare El Yunque – RICORRENDO ALL’INGANNO, SEMINANDO DIFFIDENZA E PROVOCANDO DIVISIONE TRA I MEMBRI DELLA CHIESA. L’esistenza di El Yunque riflette una comprensione erronea della Chiesa e dell’apostolato laicale delle associazioni.

Se inoltre si analizzano il giuramento, I MEZZI DI RECLUTAMENTO, LE PROVE CHE DEVONO SUPERARE I MEMBRI PER DIMOSTRARE LA LORO FEDELTÀ AI LORO SUPERIORI, ecc. SI SCOPRE CHE NULLA DI QUESTO SI AVVICINA ALL’IDENTITÀ E ALLA MISSIONE DEI FEDELI CRISTIANI LAICI. In niente di tutto ciò si percepiscono i criteri di ecclesialità stabiliti dal papa san Giovanni Paolo II per le associazioni laicali, nell’Esortazione Apostolica Postsinodale Christifideles Laici.

La relazione di Fernando López Luengos parla di infiltrazioni di El Yunque in ASSOCIAZIONI CATTOLICHE O DI ISPIRAZIONE CATTOLICA. Molte di esse hanno svolto IMPORTANTI RUOLI PUBBLICI QUANDO BISOGNAVA CANALIZZARE LA PRESENZA DEI CATTOLICI NELLA SOCIETÀ SPAGNOLA, NEI MOMENTI DIFFICILI IN CUI GOVERNÒ JOSÉ LUÍS RODRÍGUEZ ZAPATERO, il cui Governo approvó leggi inaccettabili per i cattolici. DI FATTO, LA SOCIETÀ SEGRETA YUNQUE PRETENDE DI DIFENDERE I VALORI CATTOLICI, LA VITA E LA FAMIGLIA DALL’ATTACCO LAICISTA.

Mons. Rico Paves ricorda che El Yunque in quanto tale non possiede opere proprie, di modo che, formalmente, non si puó affermare che El Yunque controlli questa o quella associazione. SONO I MEMBRI DI EL YUNQUE GLI INCARICATI DI CREARE ASSOCIAZIONI NUOVE O DI INFILTRARSI IN ALTRE GIÀ ESISTENTI. Alcune volte si infiltrano in associazioni per reclutare nuovi membri, normalmente tra i giovani, come successe nella diocesi di Getafe FINO A QUANDO FURONO SCOPERTI. ALTRE VOLTE SI INFILTRANO IN ASSOCIAZIONI CATTOLICHE DI PRESTIGIO PER “PROTEGGERE” ALCUNI MEMBRI, PER POTER PRESENTARSI COME DIRIGENTI O COLLABORATORI DI QUESTA ASSOCIAZIONE. 

Continua mons. Rico Paves:

Per questo, PUR CERCANDO FINI BUONI, I MEZZI SONO CATTIVI. NESSUN BENE, PER ELEVATO CHE SIA, PUÒ GIUSTIFICARE L’INGANNO, LA MANCANZA DI TRASPARENZA O LA SIMULAZIONE. Sono molte le persone che con senso apostolico si incorporano a queste associazioni per lavorare in difesa della vita, del vero matrimonio, della libertà religiosa o di tanti altri diritti che oggi vengono indeboliti in molti modi, e che con la scoperta di membri di El Yunque si sono sentiti manipolati e traditi nella loro fiducia.

Ha senso che tra i cattolici ci sia bisogno di ricorrere alla giustizia civile per risolvere divergenze su come intendere l’apostolato? In mia opinione, IL DIRETTIVO DI HAZTEOIR.ORG HA OLTREPASSATO UNA LINEA ROSSA QUANDO INTERPOSE UNA DENUNCIA A UN CATTOLICO CHE PREPARÓ UNA RELAZIONE PER LA COMMISSIONE EPISCOPALE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE. NELLA DIOCESI DI GETAFE ABBIAMO CHIESTO AL PRESIDENTE DI HAZTEOIR.ORG (IGNACIO ARSUAGA) CHE LA SUA ASSOCIAZIONE NON SI RIVOLGA ALLE NOSTRE ISTITUZIONI PERCHÉ, ANCHE POTESSIMO CONDIVIDERE MOLTI DEI SUOI SCOPI, CAPIAMO CHE È FONDAMENTALE RAGGIUNGERE QUESTI SCOPI A PARTIRE DA UN SENSO INEQUIVOCATO DI APPARTENENZA ECCLESIALE E CON MEZZI ADEGUATI ALLA MISSIONE APOSTOLICA DELLA CHIESA.

LA MAGGIOR PARTE DEI VESCOVI SONO PREOCCUPATI DELL’ESISTENZA DI EL YUNQUE.

Questa fu la mia percezione nelle due riunioni della Commissione Episcopale per la Dottrina della Fede nelle quali si discusse a proposito del Yunque. Se non vi fosse stata preoccupazione, non avrebbero chiesto il rapporto.

Nel 2010 (anno successivo all’ultimo Family Day spagnolo), l’Arcivescovo di Madrid (Rouco Varela) aveva richiesto ad alcuni membri conosciuti di El Yunque che si costituissero in qualche tipo di associazione pubblica, canonica o civile. Si pensò quindi che questa azione fosse sufficiente e si consegnò il rapporto alla Segreteria Generale della CEE per metterla a disposizione dei vescovi che volessero consultarlo. È compito di ogni vescovo, nell’ambito della propria diocesi, prendere le misure che ritenga opportune.”

In realtà, la Asociación Organización del Bien Común, che operò una presunta legalizzazione, non fu mai attiva, come emerse poi dal processo intentato nel 2012 contro Pedro Leblic Amorós, avvocato madrileno che aveva denunciato cinque presunti membri di El Yunque alla stazione di polizia di Pozuelo de Alarcón (Madrid), due dei quali importanti membri di Hazte Oír ("fatti sentire", gruppo di pressione spagnolo).

Mons. Carlos Osoro, che ha sostituito Rouco alla guida della diocesi di Madrid, ha prontamente interrotto l’epoca dei Family Day come uno tra i suoi primi atti ed ha richiesto addirittura in conferenza stampa che i cattolici si liberino al più presto di Hatze Oir.

Mons. Rico Paves sostiene che finché El Yunque CONTINUA AD ESSERE UN’ORGANIZZAZIONE SEGRETA, CONTINUERÀ A PRODURRE DIFFIDENZA E DIVISIONE e, comunque, NON SARÀ SUFFICIENTE CHE SI COSTITUISCA IN QUALCHE TIPO DI ASSOCIAZIONE PUBBLICA PERCHÉ IL PROBLEMA DI FONDO DI EL YUNQUE RISIEDE NELLA SUA INTERPRETAZIONE ERRONEA DELLA CHIESA E DELL’APOSTOLATO LAICALE ASSOCIATIVO. La fecondità apostolica non si identifica con la efficacia di strategie destinate a guadagnare spazi di influenza e di potere nella società, anche se si pretende che queste strategie possano ottenere un fine molto buono.

In soldoni, il Vescovo Rico Paves sostiene che:

"È impossibile stabilire il Regno di Cristo nel mondo ricorrendo all'inganno, seminando sfiducia e causando divisione nella Chiesa

Nel rapporto del giornalista Santiago Mata (ora non più reperibile in Aleteia) l’esistenza e l’attività in Spagna dell'organizzazione nota come El Yunque sarebbe presente in diverse iniziative cittadine di ispirazione cattolica: HazteOir, Profesionales por la Ética, CitizenGo, ecc. La presenza di membri di El Yunque è stata riscontrata anche in ISTITUZIONI ECCLESIALI CONSOLIDATE E IN LINEA DI PRINCIPIO A LUI ESTRANEE, COME “AIUTO ALLA CHIESA CHE SOFFRE”. 

Il vescovo conferma che:

Ci sono membri di El Yunque nell'Associazione HazteOir.org e che un consigliere di “Aiuto alla Chiesa che Soffre” è un membro di El Yunque

Consiglio la lettura del link proposto, perché fa chiarezza su ciò che è emerso dal processo.

Nel 2014 il Tribunale di primo grado aveva ritenuto provato ed essenzialmente vero il rapporto tra El Yunque, società segreta ultra-cattolica, e la piattaforma di lobbying HazteOir.org diretto da Ignacio Arsuaga, documentato dal professor Fernando López Luengos.

Secondo il rapporto, gli obiettivi di El Yunque sono "l'occupazione di trame sempre più vaste di potere politico e influenza mediatica" e la creazione di "reti per attrarre giovani e adolescenti per l'organizzazione", al fine di "difendere la religione cattolica" e "lotta contro le forze di Satana", ANCHE CON L'USO DELLA VIOLENZA.

Victoria Uroz, sposata con Luis Losada, ex vicedirettore del quotidiano La Gaceta (testata conservatrice e tradizionalista) ed ex conduttrice del telegiornale di Intereconomía, che sarebbe stata uno dei membri più rinomati di El Yunque in Spagna, rende noto lo schema del giuramento di adesione a El Yunque, di cui ha fatto parte e contro il quale ha testimoniato nel processo.

Per brevità non lo esporremo, ma ne consigliamo la lettura, che propone il "giuramento" a El Yunque: simil massoneria. Ricorda qualcosa…

Un’ appartenente alla società segreta ha testimoniato al processo e, oltre ad aver certificato la fondazione di HatzeOir da parte di El Yunque, ha affermato che il fine ultimo di queste associazioni è il potere politico.

Inmaculada García, figlia di Ignacio García-Juliá, direttore del Family Forum (uno dei gruppi più impegnati nella lotta al matrimonio omosessuale e all'aborto), ha testimoniato in tribunale contro Hatze Oir e El Yunque, dopo essere stata parte di quelle associazioni per 4 anni. Ignacio García-Juliá è stato uno dei membri più importanti di Hazte Oír nei suoi primi anni di vita.
Interessante l'articolo linkato, in cui parla della sua iniziazione a 16 anni, solo un assaggio di poche frasi:

"La mia vita sociale ruotava intorno alla disponibilità del gruppo. Non avevo niente al di fuori di loro...  eravamo vestiti uguali, sembrava una setta, le bandiere mi spaventavano, l'emblema di El Yunque sulla bandiera e quella che mi era appena appesa al collo sembrava una croce rovesciata; tutto mi ha invitato a scappare. Ma qualcosa mi ha trattenuto, secondo me la parte più dannosa, dolorosa e pericolosa di El Yunque: c'erano tutti i miei amici. Tutto il mio mondo a 16 anni, gli unici che "mi amavano davvero", che mi capivano...
Chiedo scusa ai genitori, ai sacerdoti, agli insegnanti, ai colleghi, agli amici e alla 
famiglia che ho messo e utilizzato (...) Scusa per le ragazze che ho affiliato e ho cercato di affiliare, scusa per averli messi in una setta o per averci provato, scusa a quelli a cui ho distrutto la vita (...) Scusa alle istituzioni religiose e alle parrocchie che ho denunciato o in cui ho cercato di infiltrarmi (...) nella Chiesa cattolica spagnola per essere stata membro di El Yunque."

A tutt'oggi Inmaculada García è una cattolica praticante, dopo aver lasciato la setta.

Per un po’ di tempo le acque si sono calmate, ma già nel 2017 si ritornava a parlare di El Yunque, col titolo El Yunque, la società paramilitare legata a HazteOír, sempre meno segreta”.

Si sostiene che per anni Arsuaga abbia cercato di mettere a tacere le informazioni su questa organizzazione paramilitare disposta a "spargere sangue per Dio".
Per la prima volta una televisione nazionale ha prestato attenzione a questa organizzazione ultracattolica di cui parla si parla da quasi cinque anni.
Sono gli stessi gruppi che guidarono, all'epoca, le manifestazioni  contro l'aborto, il matrimonio omosessuale o la laicità dello Stato durante il governo di José Luis Rodríguez Zapatero. Siamo poi venuti a conoscenza di una causa legale che denunciava come si sono comportate queste associazioni "con un velo di legalità, per influenzare, creare opinioni, indurre coscienze e manipolare la società spagnola”. Secondo l'attore, questi gruppi fanno parte di El Yunque, un movimento di estrema destra che cerca il regno di Dio sulla terra.

Le stesse associazioni cattoliche spagnole a difesa della vita, ultimamente (2018) chiedono ai vescovi della CEE di dissociarsi da questa associazione segreta perché considerano che arrechi grande danno alle associazioni cristiane e che abbia spezzato l’unità, creando divisioni e rotture difficili da sanare. Ricordano che il vescovo di Gacete, Rico Paves impedì loro l’accesso nella sua diocesi e molti altri vescovi l’hanno poi imitato in privato.

Ho provato a condensare, appoggiandomi prevalentemente sulle dichiarazioni del vescovo Rico Paves, ma l’argomento è pressoché infinito.

Adesso rifletto.

La faccenda di El Yunque in Spagna emerge pubblicamente nel 2015, ma le voci circolavano già da prima, tanto che nel 2010 il card. Rouco invitò i dirigenti di alcune associazioni a legalizzare la loro posizione. Invano.

Chiariamo ciò che si legge nella stampa: Hatze Oir appartiene al gruppo Citizen Go.

Si sostiene che Hatze Oir utilizzi la piattaforma CitizenGo.org per moltiplicare i contatti in Paesi in cui la Chiesa non è ancora prevenuta nei confronti del Yunque.

Il Comitato Difendiamo i Nostri Figli del neoatecumenale Gandolfini è legato a Citizen Go.

World Congress of  Families XIII - Marcia per la famiglia 2019

Organizzatori: CitizenGO, Comitato Difendiamo i nostri figli, Comune di Verona, Generazione Famiglia, National Organization For Marriage, Organizzazione Internazionale per la Famiglia, Provita Onlus, World Congress of Families.

Sebbene in Italia non se ne parli quasi per nulla, iniziano ad arrivare le notizie, anche se i primi a diffonderle non sono i cattolici:

Citizen Go è “una sorta di MoveOn ultracattolico e conservatore che è presente in diversi paesi, ed è nato nel 2013 come fondazione per mano di HazteOir, un’associazione spagnola legata a El Yunque, una società segreta messicana di estrema destra. Nel direttivo della sezione italiana di CitizenGo, invece, ci sono figure che fanno parte di Generazione Famiglia – emanazione italiana de La Manif pour tous – e del comitato Difendiamo i nostri figli, lo stesso che ha organizzato i Family Day del 2015 e 2016“.

Vediamo queste informazioni in relazione ai Family Day.

Sappiamo che il primo fu in Spagna nel 2005 e fu promosso dalla Conferenza Episcopale Spagnola.

Il secondo fu in Italia, nel 2007, anch’esso promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana, che coinvolse i movimenti ecclesiali.

Il terzo fu in Spagna nel 2007, sette mesi dopo quello italiano, e fu promosso dall’arcivescovado di Madrid (Rouco Varela) insieme al Movimento Neocatecumenale con l’adesione di altre realtà.

Il quarto fu sempre in Spagna nel 2009, ancora promosso dall’arcivescovado madrileno e il Movimento Neocatecumenale.

Il quinto fu in Italia, nel 2015, fu promosso dal Movimento Neocatecumenale e non ottenne l’appoggio della CEI. Nell’occasione fu fondato il Comitato Difendiamo i Nostri Figli dal neocatecumenale Massimo Gandolfini.

Il sesto ed ultimo fu ancora in Italia, nel 2016, sempre promosso dal Movimento Neocatecumenale e dal Comitato Difendiamo i Nostri Figli, anche stavolta senza l’appoggio della CEI.

Nel 2014 il presidente della Sottocommissione per la famiglia e la difesa della vita della Conferenza Episcopale Spagnola e anche il vescovo di Bilbao, Mario Iceta, si sono rifiutati di sostenere espressamente le manifestazioni che diversi gruppi ultra-cattolici avevano programmato.
Lo ha espresso monsignor Iceta in un incontro privato da lui tenuto con Santiago Mata, storico e giornalista molto apprezzato dall'intera Conferenza Episcopale Spagnola:

"Il vescovo mi ha detto che sebbene il Diritto alla vita (DAV) gli avesse chiesto di sostenere diverse marce che questa piattaforma organizzava per domenica (21 settembre 2014), ha rifiutato. Invece, come potrebbe essere di meno in un vescovo cattolico, ha espresso un generale sostegno a tutte le iniziative che la società civile fa in difesa della vita”.

Meditiamo.

La bomba di El Yunque, che si infiltra nelle organizzazioni pro life, scoppiò nel 2010, quindi i Family Day spagnoli, promossi dalla Chiesa ed in particolare dall’arcidiocesi di Madrid, potevano o non potevano essere a conoscenza delle questioni.

Fatto sta che il card. Rouco Varela, proprio nel 2010, anno seguente alla definitiva cessazione dei Family Day spagnoli, chiese la legalizzazione di certe organizzazioni pro life, cosa che avvenne solo per finta.

Rimane allora la questione italiana, relativa ai Family Day 2015-2016 promossi attraverso l’organizzazione pro life Difendiamo i Nostri Figli, di estrazione prevalentemente neocatecumenale, con alle spalle il Movimento Neocatecumenale che ha convocato le folle. 

In quei casi la CEI non avallò. Forse l'esperienza spagnola li aveva messi in allarme.

La motivazione era che si sottoscrivevano i postulati, ma non si condividevano le MODALITÀ.
Questo ricorda un po’ quello che il vescovo Paves diceva a proposito di El Yunque.

Fu per questo che il promotore Movimento Neocatecumenale si appoggiò a singoli personaggi o alle poche organizzazioni che aderirono. Le realtà ecclesiali storiche si defilarono tutte, insieme alla CEI.

I Family Day italiani si sono conclusi anche per motivi di divisioni interne tra gli organizzatori, ma il Comitato Difendiamo i Nostri Figli continua ad operare, con la sicura benedizione dell’Argüello, che altrimenti avrebbe già silurato il discepolo Gandolfini (che invece di discepolo si dichiara “amico”). Ed opera in campo politico e sociale appoggiato alla piattaforma Citizen Go la quale, come abbiamo visto, è quella utilizzata da Hatze Oir per i propri scopi, soprattutto politici.

Gandolfini, in nome proprio, spediva email in massa per dare indicazioni di voto politico e raccomandare di non votare alcuni partiti, compreso il Popolo della Famiglia fondato dall'ex socio Mario Adinolfi.

Se le notizie ci fossero arrivate da fonti laicali d’opposizione, non ne avremmo tenuto conto più di tanto, ma siccome arrivano dalla Chiesa spagnola, primo vivaio della società segreta El Yunque proveniente dal Messico, un po’ in conto le dobbiamo tenere. Parlano di divisione nella Chiesa.

In effetti ci sembra che la gerarchia abbia preso le distanze da questi gruppi pro life, che lascia agire in campo sociale e politico senza immischiarsi troppo.

Purtroppo l'argomento è divenuto oggetto di studio anche da parte di anticattolici della George Washinghton University, che legando queste associazioni alla Chiesa Cattolica, ne portano discredito.
Quasi certamente è anche per questo che le associazioni cattoliche nel senso vero del termine ne auspicano l'allontanamento ufficiale e la presa delle debite e dovute distanze da parte dei vescovi e della Chiesa.

Alcuni secolaristi annoverano tra i nomi di El Yunque anche Kiko Argüello, fondatore dei Neocatecumeni o Kikos -che include anche il creatore dell'UCAM (Mendoza).

Ho ritrovato qui sul Blog un commento di LaPaz del 2016 in relazione al Family Day 2016. Già in Spagna era nota El Yunque:

"Il miraggio dei cattolici come cittadini attivi contro le politiche contrarie alla legge naturale è stato sfruttato molto bene da piattaforme che in seguito si scoprirono essere al servizio di una società segreta paramilitare chiamata El Yunque. I membri di questa società avevano catturato buoni cattolici dai principali movimenti ecclesiali, incluso il Cammino Neocatecumenale. In Spagna ci sono stati cardinali e vescovi che hanno sostenuto in privato El Yunque. E 'stata chiesta una pubblica condanna della Conferenza episcopale e stiamo ancora aspettando.
Nell'era post-Rouco, mobilitare i cattolici contro i politici non è più così facile. L'argomento di El Yunque E' MOLTO SERIO. Sebbene non ci sia ancora una condanna ufficiale, i vescovi non possono giocare con il fuoco.
IN SPAGNA, KIKO ARGÜELLO NON SOLLEVERÀ PIÙ UN MICROFONO IN PUBBLICO PER MOBILITARE LE SUE MASSE CON UN SENSO POLITICO. SPERO NEMMENO IN ITALIA."

E' ciò che è accaduto, infatti, sia in Spagna che in Italia.

Ribadendo che ogni singola notizia è stata tratta dalla stampa, soprattutto spagnola, l’unica motivazione per proporre l’argomento è l’informazione e l’invito alla riflessione.

A volte le cose buone, come sosteneva anche la CEI, prendono strade sbagliate.

Sottoscriviamo l’assunto che già altri hanno espresso: non sono le organizzazioni intere a destare allarme (anche se Hatze Oir e CitizenGo si sostiene siano paraventi di El Yunque), ma l’infiltrazione che avviene a livello dirigenziale o personale.
Molte sono persone che veramente credono nella causa in buona fede e rimangono basite quando vengono a sapere delle nebbie che avvolgono la loro organizzazione, com’è successo in Spagna in costanza del processo a Fernando López Luengos.

C’è da riflettere, perché non a caso ciò che è segreto rimane segreto, finché non viene scoperto alla luce.

25 commenti:

  1. Alcuni spunti di riflessione:

    1. che una buona iniziativa, partita bene, sia sempre a rischio di essere inquinata e sfruttata da altri oscuri interessi;

    2. che fra gli "oscuri interessi" ci potrebbe essere perfino l'invincibile superbia e vanagloria di un santone bramoso di "mettere il cappello" sull'iniziativa per far sembrare ai media che è stato tutto merito suo

    3. che quando la solitamente donabbondiesca Conferenza Episcopale viene criticata da ambienti cattolici perché si tira indietro anziché appoggiare l'iniziativa, ebbene, certe volte potrebbe darsi che ad aver ragione sia proprio la Conferenza Episcopale

    4. che associazioni e movimenti nati come cattolici, finiscono talvolta per "cambiare programma" (perché i leader muoiono e i loro successori cominciano a strizzare l'occhio a realtà non proprio cattoliche)

    5. che il demonio (quello vero) ha tutto l'interesse a seminare divisioni, equivoci, "inquinamento".

    Cosa intendiamo per "inquinamento"? Vediamo qualche esempio:

    - inquinare il concetto cattolico di "apertura alla vita" facendolo percepire come uno "sfornare figli come conigli" (cioè senza quella paternità responsabile che la Chiesa ci insegna, poiché i figli - che sono un dono di Dio -, oltre a generarli, occorre anche allevarli, educarli, amarli)

    - mentre per noi cattolici l'importanza di un'iniziativa pubblica è nel "messaggio" che veicola, per un leader borioso e superbo l'importanza di quell'iniziativa è in "quanta gente era in piazza, e che percentuale di loro mi considerava il meritevole organizzatore"

    - inquinare il concetto di "povertà" trasformandolo in "impoverimento", per giunta a vantaggio economico esclusivo dei propri capicosca e santoni (e per di più a suon di ricatti morali: "sei in braccio a mammona!"), i quali peraltro non hanno alcuna autorità sulla tua anima, né davanti a Dio, né davanti alla Chiesa.

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    1. quando leggo Tripudio parlare di paternità responsabile mi sbellico dalle risate, l'apertura alla vita che si vive in cammino non ha nulla a che vedere con le disgustose affermazioni che fate voi, semplicemente non si usano contraccettivi a differenza di tanti bravi cattolici che ho avuto modo di conoscere, pieni di paternità responsabile che però dormono con i preservativi nel comodino...

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    2. Quando leggo ragli d'asino come questo delle 11:57 capisco che i neocatecumenali hanno il cervello talmente ottenebrato dal kikismo-carmenismo che non capiscono più neppure la lingua italiana.

      I figli sono un dono di Dio. Pertanto vanno accolti proprio come se fossero doni di Dio (oh, ma che sorpresa, inaudito, vero?). Èd è esattamente ciò che la Chiesa chiama paternità responsabile: i genitori cattolici (ma anche tantissimi pagani e atei) sanno benissimo che il loro dovere di genitori non si conclude alla fine della gravidanza, ma che i figli vanno educati e allevati. I cattolici non fanno la gara a chi ha più figli, ma semplicemente trattano i doni di Dio proprio come se fossero doni di Dio, responsabilmente, proprio come la Chiesa non cessa di raccomandare.

      Nel neocatecumenalismo vige invece una bislacca mentalità, del tutto ostile al buon senso cattolico:

      - chi non sforna "abbastanza figli", dev'essere per forza uno che sta compiendo chissà che bizzarri peccati sessuali;

      - nel Cammino credono che la paternità responsabile consisterebbe in contraccettivi e in chissà che altre immoralità;

      - i figli dei neocat, una volta "fatti", vengono smollati a nonni, babysitter e didàscali, perché nel Cammino è molto più importante andare alla "convivenza" kikolatrica che compiere i propri doveri di genitori;

      - nel Cammino non puoi gioire per le cose buone dei tuoi figli altrimenti sei "superbo", hai "gli idoli"; nella parlantina neocatecumenalizia è obbligatorio dire che i figli "sono la tua croce" (e se non sembrano abbastanza "croce", allora dirai che tuo marito è la tua croce, o il tuo lavoro, o qualsiasi cosa, perché se non vanti qualche "croce" con abbastanza vittimismo ipocrita, non fai bene il Cammino);

      - la castità matrimoniale (cioè quando gli sposi scelgono di astenersi in certi periodi) o l'uso dei cosiddetti "metodi naturali", nel Cammino vengono considerati peccato nonostante la Chiesa abbia ripetutamente chiarito che non è peccato.

      Vedete, quando diciamo che il Cammino viene dal demonio, è proprio perché il neocatecumenalismo esige ipocrisia, esige fondamentalismo, esige di sentirsi superiori ai "cristiani della domenica", esige sfornare figli come conigli in modo da sembrare "più cristiani dei cristiani", eccetera: tutte cose gradite al demonio, cioè al vero padre del Cammino.

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  2. Non vorrei dedicare una nuova pagina sulla doppia morale dei kikos.

    Lo scandaloso presbikiko di Guam che nel 2015 fu beccato dalla polizia a fare sesso con una minorenne neocatecumenale (e la famiglia neocat di quest'ultima, sicuramente "consigliata" dai cosiddetti "catechisti" neocat, non sporse denuncia), e partito poi in missione neocatecumenale a far altri danni, è rientrato a Guam. Primo dubbio: chissà se è rientrato perché voleva tornare trionfalmente a casa, o se è stato scacciato da dov'era prima, o se è stata una decisione del cerchio magico kikolatrico.

    La Curia a Guam si è affrettata a chiarire che le restrizioni a suo carico sarebbero ancora attive. Le restrizioni indicate nel comunicato sono quelle tipiche dei casi di scandalo come il suo (cioè l'obbligo di celebrare solo privatamente, non poter ascoltare confessioni, non poter avere una parrocchia, non poter avere incarichi in scuole o in curia). Le restrizioni, sempre stando al comunicato della Curia, starebbero venendo riconsiderate. In realtà non si sa nemmeno se tali restrizioni gli siano davvero state comminate in quanto non risultano nei documenti dell'epoca (considerata la scarsità di preti e l'abitudine a tenersi preti scandalosi pur di "coprire le parrocchie", non c'è da farsi troppe illusioni). E comunque, quando il soggetto fu rilasciato dalla polizia, i kikos dell'isola lo spedirono in fretta e furia "in missione". Dunque, secondo dubbio: lì in Curia sono spaventosamente disinformati, o stanno bluffando?

    Il comunicato afferma anche che l'investigazione vaticana su di lui si sarebbe conclusa perché "non ci sono abbastanza prove" (se fosse davvero così, ci chiediamo: chissà se ciò è dovuto alle pressioni dei kikolatri nei dicasteri della Santa Sede); ricordiamo ai lettori che è plausibile che ci sia un'investigazione vaticana, intesa almeno a stabilire se si fosse posto il caso di "assoluzione del complice", che avrebbe comportato conseguenze piuttosto gravi per il presbikiko. In compenso, nel 2016 il defunto vescovo Ballin aveva affermato di esserne "il suo vescovo" (cioè l'avrebbe incardinato nel suo vicariato apostolico? in tal caso, essendo incardinato lì anziché a Guam, il pretino potrebbe tornare a Guam solo da turista), anche se è legittimo avere qualche dubbio sulla sincerità e autenticità della lettera (i kikolatri amano usare i vescovi come "timbri", anche letteralmente, delle proprie menzogne).

    Vedete, non si tratta di "sospetti" (anche padre Pio fu "sospettato" e "accusato" di chissà che mercimonio sessuale, e non fu difficile scoprire che erano calunnie), si tratta proprio del fatto che il soggetto è stato beccato in flagranza, e dalla polizia, e che perfino i suoi stessi mentori neocat hanno riconosciuto (spostandolo in fretta "in missione").

    Ora, un qualsiasi prete che dà scandalo - anche non neocat - non va mai riabilitato in fretta, perché se i fedeli lo ricordano ancora come scandaloso non basterà un documento curiale a far dimenticare loro lo scandalo. Se un prete ha dato scandalo occorre tenerlo lontano dal pubblico (proprio come con le restrizioni di cui sopra) per un tempo adeguatamente lungo, e a distanza altrettanto adeguata. Farlo "rientrare" significa contribuire a rimestare ricordi, dolori, sospetti, a tener vivo lo scandalo, ad alimentare divisioni, preoccupazioni, allarmi (mandereste mai vostra figlia minorenne a confessarsi da uno che - sia pure nove anni fa - fu arrestato dalla polizia mentre faceva sesso con una minorenne?). Diamine, quando un prete "parte per la missione" nessuno ha da ridire che non lo si rivedrà più in diocesi. E quando invece un prete ancora scandaloso vuole "rientrare", non sarebbe lecito aver da ridire?

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    1. Questa notizia mi fa venire in mente alcune cose:

      1) se all'epoca non risultavano restrizioni perché il prete fu trasferito subito il giorno dopo in un'altra isola, ora non se le possono inventare. Se se le inventano a posteriori non agiscono rettamente ed è anche più facile "rivedere" il caso, perché non c'è "caso".

      2) Se c'è stato un arresto, a meno che non si voglia sostenere che l'arresto è illegittimo, le prove del fatto ci sono eccome, data la flagranza di reato ed il conseguente intervento delle forze dell'ordine (che avranno i loro atti a testimonianza). Difficile parlare di "prove insufficienti" per lasciare a candire la faccenda.

      3) Se c'è stato un arresto, ci deve essere anche una pronuncia da parte delle autorità laiche: o rilascio motivato o apertura di procedimento penale. Nelle carte delle autorità dovrebbe essere rinvenibile l'esito.

      4) Per mia esperienza, avendo conosciuto personalmente preti in situazioni simili, so che il programma di recupero è stretto e non avviene in parrocchie ma in strutture adibite a questo.
      Cambiare semplicemente parrocchia, anche se in uno stato diverso, non mi pare possa chiamarsi "programma di recupero".

      5) Il vescovo Ballin era notoriamente un filo-neocatecumenale convintissimo, ma non pare che sia riuscito troppo a incistare il Cammino negli stati dell'Arabia settentrionale, anche se ha ottenuto di costruire l'enorme cattedrale in stile kikiano in Bahrein (ma senza Cammino, solo architettura). Molto singolare che il "concorso internazionale" per costruire questa mega cattedrale sia stato vinto dai neocatecumenali (il solito Mattia del Prete, un arricchito dal neocatecumenalesimo). Un po' come l'asta per il terreno sul Monte degli Ulivi. Anche lì vinsero loro. Ma quanto vincono...
      Il notorio Pio Sammut di Guam (evidentemente legato all'Arabia) informava che il Cammino è arrivato in Kuwait nel 2006, esattamente un anno dopo l'arrivo di Ballin come vicario apostolico file:///C:/TUTTE%20LE%20CARTELLE/CNC/vescovo%20Ballin.html.
      Naturale che Ballin ospitasse il prete di Guam. Stessa banda.

      Poi è giusto che si debba offrire la possibilità di riscatto a tutti, ma ciò deve avvenire in modo trasparente e, se si è colpito qualcuno, anche attraverso scuse pubbliche.
      Gli strani maneggi non dovrebbero far parte della Chiesa Cattolica.
      Marco

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  3. Kerigma è l'acronimo di :

    Kiko Enuncia Ridicole Idee Grandiosamente Mamotretiche Adesso

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  4. Una delle cose che più mi scandalizzarono, da ragazzino, fu la burocratica nonchalance con cui un parroco sottovalutò un possibile sacrilegio eucaristico. Il soggetto era uno dei tanti che aspirava ad una parrocchia più grossa. Ingenuamente mi sembrava un desiderio legittimo, servire il Signore servendo più anime, invece era solo una piccineria relativa a un minuscolo aumento di potere e di soldi... e io che candidamente mi rifiutavo di ipotizzarlo, finché, con quell'episodio del possibile sacrilegio, mi cascarono le braccia e dovetti dedurre che esistono preti che sebbene celebrino, predichino, assolvano, nel loro cuore la maggioranza dello spazio è occupato dal contrario delle tre virtù teologali.

    E se esistono preti così, è ben possibile che esistano vescovi così, cardinali così, e magari persino papi così. Uomini teoricamente di Dio ma praticamente dediti ad altro. I cui sacramenti sono validi solo perché ex opere operato, solo perché amministrati "secondo l'intenzione della Chiesa". Ovviamente con tutte le sfumature intermedie - chi più, chi meno, chi temporaneamente. Per esempio, può darsi il caso di un alto prelato che conosce la devastazione liturgica e i sacrilegi eucaristici ordinariamente commessi nel Cammino, e occuparsi di altro, lasciando che i kikolatri continuino ad essere "macellai" del Corpo di Cristo, continuino a celebrare in maniera spesso invalida, continuino ad ingannare e calpestare le anime che dal Cammino chiedevano solo di maturare di più nella fede (non sapendo di essere entrate in una setta intesa solo a sfruttarle e a umiliarle).

    Oggi è sabato, e come ogni sabato sera i fratelli delle comunità neocatecumenali celebreranno gli strafalcioni comandati dagli eretici Kiko e Carmen anziché i divini misteri come li garantisce la Chiesa. Celebreranno la kikolatria, usando esclusivamente i cantidikiko iconedikiko drappidikiko copribibbiadikiko fascetta reggichitarra designed by Kiko, con le sedie pieghevoli e il tavolinetto smontabile disposti alla Kiko, eccetera. Per loro è completamente impossibile pensare fuori dagli schemi di Kiko e Carmen. Per loro è completamente impossibile ubbidire alla Chiesa, celebrare come celebra la Chiesa, fare ciò che fa la Chiesa. Per loro l'unica vera fede e l'unica vera Chiesa non contano niente, contano solo il Cammino così come stabilito dai due laici Kiko e Carmen. Letteralmente una setta idolatrica, «che di cattolico ha solo la decorazione».

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    1. Ricordiamo ai lettori che il celebrare "a modo loro" anziché alla maniera di tutta la Chiesa, è un modo per dire "noi non vogliamo appartenere alla Chiesa". Quando hai a cuore la Chiesa, segui la Chiesa.

      Tutti quelli che proclamano di fare "una celebrazione un po' particolare" agiscono come minimo per superbia, la superbia di credere che le proprie iniziative liturgiche valgano più di ciò che la Chiesa ha sempre detto e fatto. Nella Chiesa "latina" oggi vigono solo il rito in forma "ordinaria" (quello che da noi si celebra in italiano, rito approvato da Paolo VI nel 1969) e in forma "extraordinaria" (quello "mai abolito", celebrato in latino, rito approvato da Pio V ma risalente da lunghissima tradizione ad almeno 16-17 secoli fa). Qualunque variazione è perciò da intendersi come superbia.

      Per cui la superbia più assoluta è quella dei neocatecumenali, che celebrano sempre i loro strafalcioni (fanno eccezione solo quando con gigantesca ipocrisia conviene loro fare "buon viso a cattivo gioco" a causa della presenza di qualche vescovo "Faraone" che intendono turlupinare).

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    2. Mi permetto di far notare anche la bigotteria neocatecumenale.
      Il bigotto, in gergo religioso, è qualcuno che ostenta una religiosità, impone agli altri un proprio show, esibisce un formalismo per sembrare migliore degli altri. Ebbene, il neocatecumenalismo esige proprio questo.

      Un cattolico vive la propria fede senza la spocchia di esibirsi agli altri, anzi, con la dovuta discrezione ogni volta che c'è il rischio di dare l'impressione sbagliata. Annunciare il Vangelo «opportune et importune», ma non con superbia o in modo da farlo detestare. Candidi come colombe, ma prudenti come serpenti. E coscienti che una Comunione ben fatta contribuisce al regno di Dio molto più che tante "evangelizzazioni". (Del resto la patrona delle missioni è una ragazzina malaticcia in un convento di clausura, ed è tutto dire)

      Al contrario, un neocatekiko deve mettere la kikolatria in primo piano. Deve "testimoniare" urlando fino a sputacchiare. Deve sembrare più cristiano dei cristiani. Deve esibire i gadget e gli sgorbi di Kiko. Deve proclamare di essere in una "comunità" col sottinteso di esser migliore di tutti quelli che non lo sono. Deve per forza piazzare l'invito alle cosiddette "catechesi", anche nella bacheca aziendale. (Poi magari viene rimbrottato da qualche collega o caposquadra, e il sabato sera annuncia trionfante in comunità: "sono stato perseguitato perché annunciavo il Vangelo!", no, asino che raglia forte, stavi in realtà annunciando Kiko e il kikismo-carmenismo, e la spocchia che ti ha trasmesso il Cammino).

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    3. Come sempre Tripudio analisi direi perfetta. Poco prima della Pasqua ho fatto notare determinate cose che non vanno assolutamente bene nel cammino (per questo e soprattutto per l'infinita pressione psicologica ho, grazie a Dio, lasciato il cammino) al mio parroco e padre spirituale. La sua risposta è stata "hai un giudizio".

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    4. @Uomo libero
      Classica risposta neocatecumenale per troncare ogni opinione diversa dalla loro. Al parroco o a qualsiasi altro neocatecumenale che tira fuori impropriamente la parola "giudizio" bisogna rispondere: Non ho un giudizio, ma un'opinione, che in questo caso è negativa per questo e questo e quest'altro fatto, che si discosta notevolmente dalla dottrina della Chiesa cattolica. Peraltro si potrebbe fare notare che le opinioni possiamo farcele grazie alla ragione, alla capacità di ragionare e di collegare i fatti e le informazioni. Tale ragione è sicuramente un dono di Dio, altrimenti, se non la avessimo e fossimo come gli animali guidati dal solo istinto, come potremmo scegliere tra bene e male? Come potremmo fare la volontà di Dio? È così semplice smontare la parlantina neocatecumenale... solo che finché sei lì dentro o per quieto vivere o per pigrizia, o per paura di essere cacciato il più delle volte non lo fai...
      Porto

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  5. Penso che calzi proprio a fagiuolo la notizia di oggi della morte di Rafael Benítez, itinerante spagnolo con 19 figli e protagonista del video orribile che i neocatecumenali diffusero diversi anni fa.
    Orribile perché quei figli, tutti tirati a lucido per la circostanza, parevano burattini, robot programmati.

    https://www.youtube.com/watch?v=GJA3bs_2zhU&t=231s

    Sempre con il dovuto rispetto per i defunti, certe cose non si possono tacere.

    Questo signore, responsabile della zona di Malaga e Granada, si è raccontato insieme alla moglie in diverse circostanze e quindi si è esposto anche ai commenti.
    Su 19 figli, ha anche una figlia, Belen, che ha prodotto 15 figli e che per questo è stata premiata dalla Giunta andalusa per "aver allevato i suoi figli e le sue figlie nella convinzione di contribuire nel migliore dei modi all'evoluzione demografica crescita e ricambio generazionale”...

    L’argomento mi ha particolarmente interessato, visto che per lungo tempo anch’io ho creduto che “la provvidenza” sostentasse GIORNALMENTE o MENSILMENTE questo tipo di conigliere.

    Ma Gesù non faceva la moltiplicazione dei pani e dei pesci tutti i giorni a beneficio di una sola famiglia.
    Sfamò “la folla” una sola volta.
    Anche San Paolo lavorava.

    In quanto “itinerante” questo signore, invece, NON HA MAI LAVORATO perché gli itineranti non lavorano. Non sono le “famiglie in missione”.

    Arrivò a Malaga nel 1984 a 30 anni e “durante questo tempo, la coppia ha dedicato la propria vita all'evangelizzazione”, il che è assolutamente incompatibile col poterla “dedicare” a 19 figli.

    In 40 anni hanno prodotto 2.500 neocatecumenali suddivisi in 80 comunità in una dozzina di parrocchie (mediamente 62 neocatecumenali all’anno).
    Tutto questo ce lo dice proprio la DIOCESI di MALAGA.

    Sempre la DIOCESI dice che nel 2013 le parrocchie neocatecumenali non erano “una dozzina” come oggi (quindi meno di dodici in gergo neocatecumenale), ma erano 13 ed aggiunge che la “Grande Missione” (le piazzate), fu accolta con grande entusiasmo da Papa Francesco.
    Sappiamo oggi, dopo 11 anni da allora, che le “Grandi piazzate” hanno perso molta forza e sono state ridotte di numero (non più le 5 domeniche di allora).
    Guarda un po’ cosa produce il “grande entusiasmo del Papa”!!

    La DIOCESI, poi, accetta di sottoscrivere la frase controversa pronunciata da questo non-lavoratore itinerante: “Anche la persona che lo annuncia (il Vangelo) non è completamente convertita”.
    Hanno il permesso di far annunciare il Vangelo ai “non completamente convertiti”.

    Continua...

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  6. Poi si trovano notizie sui Benitez anche nell’informazione peruviana, risalenti al 1995, quando aspettavano il sedicesimo figlio.

    Questo signore NON HA MAI LAVORATO, MA:

    - avevano un furgone di grosse dimensioni da 13 posti (comunque insufficiente per 18 persone. Come si spostavano tutti insieme?)

    - Nella loro casa a Granada, pulita e ordinata, non c’era mai confusione.

    - I loro figli “grazie a Dio, sono snelli, formali, disciplinati; I ragazzi hanno i capelli con la riga molto bene, le bambine sembrano perfette. Sono straordinariamente calmi, sono l'antitesi del trambusto, dello stress e della velocità. Corrono, ridono e giocano ma senza fare storie, come se una mano invisibile abbassasse il volume” MIRACOLI!!! PERFEZIONE!!!

    - MA… “ A volte Rafael si rivolge alla FOLLA DI NANI chiamandone uno con il nome sbagliato e, dopo aver bruciato tre o quattro cartucce, ricorre a "COME TI CHIAMI, VIENI QUI!" (amorevolissimo!)

    - Si sono sposati rispettivamente a 20 anni lui, 17 lei. Allora “le loro finanze non erano sufficienti” (ora, con una famiglia di 21 persone e nessuno che lavora, invece lo sono).

    - Si erano sposati giovanissimi “senza conoscersi bene” (forse lei era incinta?. Perché sposarsi adolescenti se nemmeno ci si conosce bene?)

    - Come tutti i neocatecumenali, volevano separarsi ma… MIRACOLO! Conoscono il Cammino Neocatecumenale che fa miracoli e rimangono insieme a sfornare figli al ritmo di uno all’anno. Contemporaneamente diventano “missionari laici”.

    - La signora moglie, Paloma, si sente una dea: “Senza di me Egli (Dio) NON PUÒ creare!” (se volesse, Dio potrebbe rifare mille Adamo ed Eva, creando dal nulla e senza la signora Paloma. DIO PUÒ)

    - a tavola è “l'UNICO momento della giornata in cui siamo tutti insieme e in cui ci raccontiamo le nostre cose” (parlando in 18 persone contemporaneamente per un’ora, quanta profondità personale nei racconti che si fanno… Altri momenti per parlare non ce ne sono. Quello è l’UNICO)

    - Argomento di conversazione quando viene annunciata l’ennesima gravidanza: pronostici sul sesso del nascituro e scelta del nome. Molto profondi…

    - In famiglia dicono che “il tavolo è un Organo Consultivo” (nemmeno fossero un’azienda. O invece lo sono?)

    - acquistano dalle 30 alle 36 paia di scarpe all’anno e i vestiti, che si passano dai più grandi ai più piccoli, devono essere impeccabili (chi paga?).

    - I figli VANNO SPESSO DAL PARRUCCHIERE IN COPPIA “Sono ben pettinati, ognuno con il proprio stile, chi con la tipica punta di freccia formata dalla riga, e con i capelli ben tagliati” (spesso dal parrucchiere 16 persone, ma lo sappiamo quanto costa? Chi paga? I poveracci manipolati che magari dal parrucchiere ci vanno due volte all’anno).

    Continua...

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  7. - Fanno 3 lavatrici al giorno ed hanno pure la lavastoviglie (per 18 persone?). Le tre figlie maggiori aiutano la madre in “lavanderia” a stirare per 18 persone.

    - a tavola parlano molto (eh beh, 18 persone…) e mangiano molto (molto... quanti soldi per la spesa, visto che lì nessuno lavora?). Ascoltano le “piccole e insignificanti storie” dei loro figli (di cui il padre non ricorda nemmeno il nome e, invece di dispiacersi, chiama il malcapitato figlio e l’apostrofa: “Ehi tu, come ti chiami? Vieni qui!”).

    - I bambini di 4 e 5 anni “impiegano metà pasto per raccontare della scuola” (ma quanto stanno a tavola, se devono parlare altre 16 persone in quell’ “UNICO momento”?)

    - Il momento della tavola è sempre una “Torre di Babele al contrario”: tutti si capiscono nonostante la differenza di età e di modi di esprimersi” (MIRACOLOO!!! PERFEZIONEE!!!)

    - Belen deve essere la figlia preferita (quella che poi, solo lei su 19, sfornerà 15 figli). All’epoca aveva 17 anni ed era un “cervello”. Voleva fare fisica (ma si è sposata giovane ed ha lasciato l’università, come sappiamo dalla sua intervista. Ora fa l’”angelo della casa”).

    - Per i loro figli NON VOGLIONO “nerd rinchiusi nella loro torre d'avorio intellettuale, né cuccioli di squalo competitivi”, ma VOGLIONO che studino “perché studiare oggi – e lavorare domani – è un servizio alla società e agli altri” (disse il padre che non ha mai lavorato in vita sua…)

    - la madre dei 16 figli, oltre ad essere l’”angelo del focolare”, può permettersi anche un “grande” hobby: la chitarra (vuol dire che fa la cantrice).

    - I genitori non comunicano quasi mai tra di loro: “In qualche occasione vorremmo dire: "Finalmente soli!", dopo cena, e prendere un caffè, e chiacchierare delle cose nostre, non delle loro, ed è come un balsamo. Ci riusciamo una notte, quando la fortuna vuole che nessuno sia malato, nessuno pianga, nessuno chieda acqua. . . La legge delle probabilità dà un margine molto ridotto.”
    (bel rapporto che hanno!)

    - A Natale vanno dai nonni nel paese natale, quindi fanno i Re al contrario: “I RE non sono i GENITORI, ma i NONNI” (frase oscura, ma che forse significa che i 16 regali li pagano i nonni)

    - Dovrebbero stare attenti a quello che dicono, questi signori. Prima hanno sostenuto che tutto è perfetto, non c’è mai confusione… Ma adesso parlando delle situazioni limite: “il cibo brucia, gli adulti non ci sono, il telefono squilla, i figli mediani litigano e il sottile suono del pianto di un bambino squarcia l'aria” (Ohibò! Dov’è qui la perfezione?)

    - Questa è bellissima. Cosa fa la madre in queste situazioni limite nella sua casa perfetta con figli quasi perfetti? “"Dividi e conquista". Prima l’immediato. E l'immediato di solito è prendersi cura dei più piccoli. Non succede niente? Sconsigliato urlare ai bambini. È più pratico stimolarli promettendo loro qualcosa, in modo che smettano di litigare” (ma cosa promette? Bel sistema educativo…)

    - Paloma ha pazienza. I due figli più grandi le dànno una mano. “Qualche volta” gliela dà anche il marito non-lavoratore. Ma solo “qualche volta”.

    - Il sistemino organizzativo familiare? “Quando una nuova vita arriva a casa, cioè quasi ogni anno, gli viene assegnato un "padrino", un fratello maggiore che diventa la sua ombra protettiva. Il "padrino" gli cambia i pannolini, gli dà da mangiare, gli insegna ad allacciarsi le scarpe. E cosa fa la madre? Paloma governa la casa, il padre dirige il traffico.” (AIUTOOO!!! Ma quale lager è mai questa famiglia! Un fratello maggiore OBBLIGATO ad essere l’ombra protettiva di un fratello che non ha voluto lui, ma che “gli tocca”. Addirittura lo alleva!!! E la madre che fa? “Governa la casa”. Che vuol dire, se dei nuovi nati se ne occupano i fratelli come un’”ombra protettiva”? E il padre non-lavoratore che fa? DIRIGE IL TRAFFICO!!! Praticamente, ancora una volta, NON FA NULLA).

    Continua...

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  8. - Ma “dirigere il traffico non è uno scherzo”. Bisogna stare SOPRA di loro, riunirli in gruppi e “dare istruzioni”, ascoltarli”. (ma non si ascoltano “unicamente” a tavola”? Chi vorrebbe un padre “Direttore del traffico familiare”?) Questo perché “ogni figlio TI DIVORA, devi dare loro la vita (dirigendo il traffico e “qualche volta” aiutando in casa, il padre che non-lavora)

    - E ora, sbrigativamente, passiamo all’ECONOMIA FAMILIARE. Vivono PER MIRACOLO, giorno per giorno. Perché loro “si dedicano anima e corpo al loro lavoro di missionari secolari del Cammino Neocatecumenale, ma in cambio non ricevono uno stipendio” (infatti non si chiama “stipendio” quello che ricevono. Si chiama “mantenimento” allo stato puro. Sono dei “mantenuti”. Loro e i loro 19 figli. Pagano i catecumeni semplici senza neanche sapere di farlo, quasi sempre privandosi delle stesse cose che permettono a questi mantenuti.)

    - E infatti, mezza verità: “Viviamo del contributo dei nostri fratelli neocatecumenali”, “siamo nelle mani di Dio e aiutati dagli altri” (cioè a scrocco degli altri. La verità intera è che le famiglie-simbolo vengono foraggiate dalle Fondazioni Famigli di Nazareth).

    - Ma loro sono felici. Sanno che famiglie “come la loro” non vanno d’accordo, ma non per questo si sentono strani (loro vanno d’accordo, non si parlano nemmeno…)

    - LORO SI SENTONO IL SALE NELLA PENTOLA, come i PRIMI CRISTIANI. Sono pochissimi, ma sono quelli che “dànno sapore” (neanche un po’ di umiltà, quindi?)

    Aggiornamento al 2003:
    Ora hanno 19 figli (poveretti, i figli) e 15 sono in casa. Se ne sono andati solo 4.
    La figlia maggiore è in “missione” con 5 figli in Irlanda (deve aver capito che non lavorare e farsi mantenere, facendo crescere i figli dai fratelli più grandi come “ombre protettive” è una buona formula per sfornare figli e poi fare ciò che piace, obbediti e riveriti. Questa figlia deve essere il “cervello” Belen).
    Un figlio (uno solo su 19) è in seminario.

    Siccome da una rapida ricerca online non si trovano notizie dei 18 figli oltre la prediletta Belen, ci sarebbe da chiedersi che fine hanno fatto. Tutti nel Cammino? Allora non “famosi”...

    https://www.mscperu.org/neos/ntestimonio/dieciseis.htm#google_vignette

    L’articolo peruviano termina così, ma su un altro sito ce n’è anche un altro identico che aggiunge:

    “Il loro approccio alla vita li ha costretti ad affrontare molte difficoltà. Per anni hanno vissuto in una casa con cinque camere da letto. Quella attuale, due piani uniti tra loro per un totale di otto ampie stanze, gli è stata prestata un anno fa da un fratello (piuttosto ricco, a quanto pare). Da un momento all'altro potrebbero essere di nuovo in volo. In qualsiasi momento potranno chiederci di andare, ad esempio, negli Stati Uniti per svolgere lì il nostro compito di evangelizzazione” (ma non è mai successo).
    Ammettono di sentirsi presi di mira appena escono per strada e che ovunque vadano provocano scandalo. Ma lo hanno dato per scontato. Ritengono che in una famiglia numerosa I FIGLI SI ISTRUISCONO DA SOLI (appunto una ditta. Non si è parlato MAI di amore. Solo perfezione, efficienza e regime). È tutta una scuola di vita, di carattere. Qui è praticamente impossibile guardarsi l'ombelico”

    https://www.martinez-abad.es/sagradafamilia/s16.htm

    Marco

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  9. L'unica figlia "famosa" tra i 19 pargoli della famiglia Benitez è Belen, quella la cui famiglia è stata premiata dalla Giunta andalusa nel 2023.
    Loro non sono itineranti, ma catechisti sì.
    Il marito fa l'architetto e col suo stipendio "campa" 17 persone... Beato chi ci crede...

    Sentiamo come si raccontano.
    Intanto, CON UN UNICO STIPENDIO:

    - vivono in 2 appartamenti (già è difficile acquistare o pagare l'affitto per un solo appartamento per le famiglie NORMALI e questi, in 17 con un solo stipendio possono permettersene addirittura 2!)

    - Hanno 2 furgoni (anche questi, come possono permetterseli, matematicamente parlando?)

    - L'unico stipendio è quello di architetto del padre di famiglia.

    - Il padre di famiglia, a 22 anni (già laureato architetto?) trovò MIRACOLOSAMENTE lavoro in 20 giorni!

    - Loro "appartengono al Cammino Neocatecumenale, sono aperti alla vita" (non appartengono alla Chiesa Cattolica, ma al Cammino. Si può "appartenere" ad un "itinerario"? Come dire "appartengo" agli esercizi spirituali di Sant'Ignazio...)

    - Il Governo andaluso (certamente in combutta coi neocatecumenali), l'anno prima aveva premiato altri "amici" per lo stesso motivo, quindi questa famiglia "sapeva che prima o poi sarebbe toccato a loro".

    - Pure questa coppia STRANAMENTE è catechista laica neocatecumenale. Dove? Dove era responsabile il padre della moglie: Granada...

    - La coppia lavora con i media dopo l'assegnazione del premio e, oltre a tutto il resto del tempo sottratto alla famiglia per essere catechisti, questo "costa loro molto lavoro"... (e dei figli chi se ne occupa?)

    - dànno ai loro figli "ciò di cui hanno bisogno, non ciò che chiedono" (poveri figli, se chiedono 15 gelati! Dittatura?)

    - 15 figli a partire dal 2001. Il più grande, l'unico che ha il cellulare, nel 2023 aveva quindi 22 anni (quello di 21 anni non ce l'ha??? La distanza tra i figli non è nemmeno di un anno...)

    - prenotano addirittura ALLOGGI PER LE VACANZE PER 17 PERSONE!!! (con un unico stipendio?)

    Continua...

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  10. - sono andati ad Eurodisney (i biglietti costano CARISSIMI. Per un giorno: Adulti € 62, bambini € 57 in bassa stagione. Adulti € 99, bambini € 91 in bassa stagione!!! Fatevi due conti: loro ci sono stati 2 giorni)

    - sono stati in pellegrinaggio a Lisbona con tutti i bambini (chi ha pagato? Sempre l'architetto?).

    - a richiesta, non dichiarano di quanti soldi al mese ha bisogno una famiglia di 17 persone. Però affermano che NON HANNO MAI RICEVUTO NESSUN AIUTO ECONOMICO!!!

    - usano 5 litri di latte al giorno, 35 litri alla settimana. Circa 280 € solo di latte al mese!!! (più due case, più due furgoni, più le vacanze, più Eurodisney...)

    - naturalmente la moglie non lavora, è la "regina della casa"...

    https://www.elmundo.es/cronica/2023/06/14/64837dce21efa02b328b45ce.html

    Pensare che c'è chi ci crede a questi mentitori seriali!
    Marco

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    1. Anni fa per qualche tempo andò in onda su real time un reality che seguiva la vita di una famiglia americana appartenente ai quiverfull, ultraconservatrice, in cui le coppie aspettano il giorno del matrimonio del darsi il primo bacio, le donne devono essere coperte da capo a piedi per non suscitare pensieri impuri nei maschietti ecc ecc, insomma con tante affinità col movimento neocatecumenale. Questa famiglia è arrivata ad avere 19 figli ( la ventesima morta in pancia, dopo che la n. 19 era nata di 26 settimane circa). Tutti belli, carini, gioiosi, senza debiti ,educati. La purezza è la modestia era il primo valore. Ora il figlio primogenito è in galera per possesso di materiale pedopornografico, e da giovane aveva molestato le sorelle, e poi tradito la moglie su un sito di incontri. A casa, la moglie con 7 figli la più grande di 15 anni o giù di lì. Non riesco a capire perché per ottenere soldi, potere sesso o quel che è, le sette debbano mascherarsi dietro al culto a Dio. Elena

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    2. Elena è l'acronimo di :

      Enunciano Larvate Eresie Neocatecumenalmente Abnormi

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    3. Ci sono tante, troppe affinità tra il cammino neocatecumenale e quiverfull. Pauroso.

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  11. Pietro (NON del Cammino)12 maggio 2024 alle ore 15:53

    Post molto interessante.

    Il problema di tanti cattolici è che sono così abituati alle categorie politiche, o, meglio, partitiche, da applicarrle anche alla Chiesa.
    Così si parla di conservatori e progressisti, di destra e sinistra, anche riguardo alla Chiesa.
    Ma questo è improprio.
    Non è la Chiesa ad essere più o meno di destra o di sinistra.
    Un cattolico perciò non deve calcolare quanto la Chiesa è di destra o di sinistra, perché non è né di destra né di sinistra. Deve piuttosto fare la considerazione quasi opposta, e cioè quanto le fazioni politiche sono più o meno COMPATIBILI con gli insegnamenti della Chiesa, secondo una gerarchia di valori.

    Senz'altro la vita e la famiglia sono valori basilari, che devono condizionare primariamente l'atteggiamento dei cattolici, ma possono essere strumentalizzati, perché la carità non esiste se i metodi che si usano non sono caritatevoli. E' impossibile infatti manifestare la stima verso qualcuno attraverso l'insulto.

    Il macchiavellismo perverte un fine buono, anche un valore umano o cristiano.
    Il macchiavellismo è un disvalore in se stesso e se i disvalori strumentalizzano un valore, il danno rischia di essere più grande, anche se non è subito evidente.

    E' come coi peccati personali: che c'entrano con la guerra?
    La Madonna a Fatima ci ha detto che c'entrano eccome: le guerre sono causate anche dai peccati personali, che davanti a Dio sono atti di ingiustizia, proprio come le ingiustizie sociali.

    Come i pacifisti che marciano per la pace, se accondiscendono al peccato personale, più che operatori di pace sono da considerarsi al pari dei guerrafondai, così i pro life che portano divisione nella Chiesa e che ingannano: loro malgrado causano più aborti del dovuto.

    Usando un linguaggio improprio, possiamo dire che la Chiesa è "tradizionalista" quanto a valori fondamentali (che non cambiano), ma "progressista" quanto alla comprensione di tali valori e alla loro applicazione in conformità alle esigenze dei tempi.
    La sua pastorale deve rinnovarsi, ma senza omettere nemmeno una virgolia della sua dottrina autentica, che è la stessa dagli Apostoli ad oggi.

    Per questo sia il tradizionalismo che il progressismo nella Chiesa hanno la stessa origine luterana, in quanto sono dovute alla disubbidienza.
    Sono come due ideologie moderne, che si oppongono ma fanno parte della stessa specie.
    Rappresentano una sorta di manicheismo, per cui il male e il bene non possono che coesistere, ma se coesistono, anche il bene non è bene, ma è male.

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    1. Ma infatti uno dei più gravi sintomi (e sempre sottovalutatissimo) che fa capire che un movimento/associazione è in grave declino è quando il suo leader decide di "gestire" il gregge (come ad esempio Kiko che vuol "mettere il cappello" su un'iniziativa pubblica), cioè non gli sta più a cuore la salvezza della propria anima e quella dei propri seguaci: vuol solo "gestire", comandare, controllare, stare al centro. A volte persino in buona fede (eppure gli basterebbe fermarsi un attimo e domandarsi: ma la mia "missione" è quella di aiutare queste anime ad appartenere di più alla Chiesa, oppure quella di "gestirle" come se fossero un mio asset personale da mobilitare per diventare famoso e importante? la mia vita è al servizio di queste anime, oppure devo primeggiare in qualche classifica immaginaria di leader ecclesiali che movimentano gente di qua e di là? ma la gente che mi segue, ha davvero la salute, il tempo da perdere e pure i soldi, per fare ciò che sto "consigliando" - cioè ordinando - io in questo momento?).

      Vedete, la neochiesa conciliare che tanto voleva spalancare le braccia al mondo (Nostro Signore invece diceva «non prego per il mondo», cfr. Gv 17,9 ma l'intero capitolo 17 e praticamente tutto il Vangelo di Giovanni usano il termine "mondo" sempre in senso dispregiativo), ha colpevolmente dimenticato di insegnare che la miglior evangelizzazione è curare la salvezza della propria anima, e che una confessione ben fatta, una comunione ben fatta, contribuiscono a edificare il regno di Dio molto più di mega-super-"missioni" con super-mega-"seminari" e mega-iper-"famiglieinmissione" delle iper-mega-"communitates in missionem dei neochatecumenale iter statuta" (a Kiko piace tantissimo il latino ma solo nei casi in cui il latino serve a glorificare il suo enorme ego).

      Vedete, per capire che il Cammino viene dal demonio, potrebbe bastare anche questo solo chiaro indizio: che la partecipazione alle "convivenze", "preparazioni", attività kikolatriche, può e deve toglierti tempo e risorse che altrimenti avresti dedicato a coniuge e figli. Se quel sedicente "itinerario di iniziazione" avesse a cuore la tua salvezza, non ti impedirebbe di seguire tutti i tuoi doveri di stato derivanti dal sacramento del matrimonio, non ti entrerebbe nella vita privata, nel portafoglio, nella coscienza, non ti suggerirebbe ossessivamente l'idea che "la vera chiesa è qui e non altrove nella Chiesa".

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    2. Meraviglioso come sempre Tripudio. Spero un giorno di poter portare la mia esperienza, anche se sono costretto ad eliminare alcune cose.

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  12. I neocat sono fuori strada, le loro affermazioni sono sbagliatissime, sintomo di non cattolicesimo: sono infatti «una setta protestante-ebraica, che di cattolico ha solo la decorazione».

    Anzitutto Kiko Argüello è l’iniziatore del Cammino Neocatecumenale, cioè il leader. Chiamarsi "iniziatore" gli serviva solo perché "Führer" era troppo esplicito e "leader" avrebbe provocato la domanda "chi e perché ti ha autorizzato a comandarci, a chiederci soldi, a calpestarci?". Così, anche i leader secondari del CN si chiamano "catechisti", "itineranti", ecc., perché "leader", "satrapi" e "boss" erano troppo espliciti.

    La fortuna di Kiko e Carmen "iniziatori" è stata di trovare dei seguaci. Il Cammino non è guidato dalla Chiesa Cattolica ma da Kiko. Addirittura le vocazioni neocatecumenali venivano ricattate chiedendo loro "ma tu ubbidisci a noi o al vescovo?" (se rispondi "al vescovo", come dovrebbe rispondere qualsiasi seminarista e sacerdote, vieni scacciato in malo modo dal Cammino)

    Il termine "NEOCHIESA" è uno dei tanti termini usati per indicare quello strato superficiale di soggetti che pur ritrovandosi in posti importanti della Chiesa cattolica - che è una e continua a esistere attraverso i secoli, con la sua tradizione apostolica e la successione dei papi - non la guidano come pastori ma come mercenari. Un mercenario potrebbe persino parlar bene del Vangelo... e poi dire/fare cose scandalose solo per assecondare il mondo (persino Simon Pietro, "per timore dei circoncisi", qualche volta dette scandalo; fu necessario il vigoroso rimprovero di Paolo, in Galati 2:11, a chiarire la situazione).

    Il cristianesimo va oltre l’intimismo personale ma, come dice anche la conclusione del testo del Diritto Canonico, la legge suprema è la salvezza individuale delle anime. Abbiamo infatti avuto santi stiliti, santi eremiti, santi monaci di clausura, dunque è possibilissimo essere cattolici senza "fare comunità". La comunità dev'essere un sostegno, non un fardello. Ed infatti c'è una differenza abissale fra la "comunità ecclesiale" e il comunitarismo dei neocatecumenali.

    Il comunitarismo kikolatrico, dietro la facciata ipocrita dell'amore concreto (aiutare i bisognosi, combattere l'ingiustizia...) riesce a ingabbiare le anime in una struttura autoreferenziale e chiusa (la chiamano "piccola comunità") che non ha nulla a che fare con la Chiesa se non quando c'è da esibirsi e da vantarsi e da scroccare soldi e applausi.

    I sacramenti sono necessari per la salvezza, e la "piccola comunità" neocatecumenale ha il bruttissimo vizio di ridurli a una pagliacciata, a rinviarli, a banalizzarli ("tanto abbiamo la penitenziale fra 2 settimane" e così fanno la Comunione in stato di peccato mortale...).

    L'evangelizzazione, in senso generale, è compito di tutti. Ma evangelizzare non significa strombazzare la chitarrella, urlare il preconio come indemoniati, gridare al telefono "io sono una Caina!" ad un'interlocutrice che non riteneva di avere alcuna offesa da dover perdonare, soprattutto non significa fare le prediche. Come spiegato anche in tempi recenti da Escrivà de Balaguer, ci si santifica anche attraverso il lavoro e attraverso i propri doveri di stato. (Anche perché viviamo in tempi in cui "tutti" credono di aver già capito "tutto" di Nostro Signore e della Chiesa, dunque il fare prediche, il fare show con la chitarrina, il recitare i soliti slogan "il Signore si vuole incontrare con te", è controproducente). E comunque chi cura la propria anima - anzitutto vivendo bene e frequentemente i sacramenti -, con ciò stesso sta già contribuendo al regno di Dio, sta già evangelizzando senza nemmeno accorgersene. La fede cristiana non è un tesoro nascosto, ma una luce che chi vive bene i sacramenti sta già condividendo con gli altri anche se non lo fa in parole e opere.

    Nel Cammino, poi, si vive una sballatissima concezione della carità e dell'amore al prossimo. Specialmente nei confronti di chi non apprezza il Cammino o addirittura riconosce gli errori e le eresie del Cammino e dei suoi autonominati "iniziatori".

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    1. Nel cammino la carità è fare la decima. L'amore tra i fratelli è misurato attraverso la decima. Quindi attraverso i soldi. Scandaloso. Non esiste ascolto, carità ma giudizi e chiacchiere varie. Ma l'importante è fare il cammino.

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