Glossario per i non addetti ai lavori:
- "Annuncio": autocelebrazione stagionale di Kiko, in cui annuncia sé stesso.
- "Kerigma": le elucubrazioni "annunciate" da Kiko, farcite di eresie e di svarioni tragicomici.
- "SRM": seminario neocatecumenale Redemptoris Mater, uno degli oltre cento avamposti kikolatri nel mondo, solitamente consistente in un presbikiko e un paio di "seminaristi".
- "SRM Roma": il primo SRM aperto nel 1990 grazie al cardinal massone Ugo Poletti.
- "Catho-washing": quando si aggiunge un po' di decorazione fintamente cattolica sopra un coacervo di eresie e malvagità, per farle sembrare cattoliche a chi non è abbastanza informato. Si applica il noto detto partenopeo: "Pascà, è inutile che aggiungi rum: una cacca non diventerà mai un babà".
Ci permettiamo qui sotto di spiegare alcuni termini da pagina 18 dell'Annuncio di Paskiko 2024, desiderando mettere alla luce la smania neocatecumenalizia di sembrare più cristiani dei cristiani.
"Accompagnato dai sacramenti": per la nostra salvezza Nostro Signore ha istituito i sacramenti, non i "kerigmi" di autoeletti "iniziatori", nemmeno se questi ultimi si autoproclamassero "ispirati dallo Spirito". Infatto lo Spirito non suscita eresie, né ipocrisie, né malvagità, né pagliacciate liturgiche.
"Morire gli uni per gli altri": modo troppo pomposo per indicare la virtù della carità; nel Cammino, però, contiene il sottinteso che quella virtù vale solo all'interno delle comunità neocatecumenali e solo sotto la direzione dei cosiddetti "catechisti" del Cammino. Se compi un atto di carità verso qualcuno che non ti è stato indicato esplicitamente da tali "catechisti", infatti, "sei un superbo", "hai un idolo", "non stai facendo bene il Cammino", ecc.
"Perché il Kerygma porti frutto": «affinché le elucubrazioni di Kiko e Carmen continuino a produrre i pessimi frutti che hanno prodotto dal 1964 fino ad oggi». Frutti di idolatria, di ipocrisia, di mancanza di carità, di clericalismo, di eresia, di sacrilegi eucaristici...
"Crocifiggerci per gli altri": modo troppo pomposo per indicare la virtù della pazienza; stranamente non si tratta mai di esercitare tale virtù verso persone che criticano il Cammino...
"Amare il nostro fratello": fratello di comunità, s'intende; e s'intende che devono anche "volare le sedie", altrimenti non stai "facendo bene il Cammino". Invece, verso le persone esterne al Cammino, i neocatecumenali vengono addestrati a fingere di essere sempre calmi e sorridenti, in modo da poter dire all'interlocutore "ma perché si altera?", col sottinteso: "io non mi altero, dunque io ho ragione".
"Non resistere al male": ipocrisia pura, visto che sono abituati a minacciare azioni legali, compiere vendette e rappresaglie, fare mobbing e doxxing, verso chiunque critichi il Cammino - specialmente quando lo critica in modo pacato, documentato, e con testimonianze dettagliate. (Nota: per gli adepti di Kiko, una "testimonianza" è tale solo se favorevole al Cammino, a Kiko, e ai suoi pretoriani cosiddetti "catechisti").
"Lavanda dei piedi": un gesto liturgico della Chiesa interno alla liturgia del giovedì santo, che i neocatecumenali hanno staccato e alterato per trasformarlo in carnevalata autocelebrativa comunitaria.
"Sermone della cena": enorme fiume di parole kikolatriche, di cui se ne poteva proprio fare a meno. Chissà perché lo chiamano "sermone", come i protestanti. Forse per indicare che a parlare è un cosiddetto "catechista" laico anziché un sacerdote?
"Non accettiamo di essere umiliati dai nostri fratelli": sottinteso che i fratelli di comunità sono autorizzati a umiliare gli altri fratelli (alla faccia dell'amare il nostro fratello). Sottinteso del sottinteso: i cosiddetti "catechisti" devono umiliare tutti, ma non devono ricevere alcuna critica perché altrimenti "stai criticando lo Spirito"...
"È importante che non solo il presbìtero... si umilia": nel Cammino si comanda che il gesto liturgico del sacerdote debba essere scimmiottato dai laici. In questo caso col termine "umiliarsi" vogliono intendere un "accettare che qualcun altro reciti la scenetta del lavare i tuoi piedi". Ribadiamo che nella liturgia cattolica è il sacerdote a compiere il gesto, che ha valore simbolico (cioè non riguarda nel merito ciò che i partecipanti avrebbero da perdonarsi).
"Ma anche noi che ci mettiamo al servizio dei fratelli": si intende dei fratelli del Cammino; in quel contesto il "servizio" sarebbe il darsi da fare nel cerimoniale kikolatrico che scimmiotta (e modifica) il segno liturgico della lavanda dei piedi della liturgia cattolica.
"Prendendo su di noi i loro peccati": colossale idiozia, anche se volesse scimmiottare l'offrirsi come vittima per i peccati di altri. Infatti ognuno è responsabile dei propri peccati, e spesso è anche vittima dei peccati altrui. Ma anche se è possibile offrire preghiere e penitenze per le anime altrui, nessuno prende formalmente "su di sé" i peccati" degli altri, in quanto i peccati sono offesa a Dio (per cui non bastava una riparazione umana, non bastavano olocausti e sacrifici, se non quello di Nostro Signore, vero uomo e vero Dio). In altre parole, nel Cammino confondono i peccati con le sofferenze e le difficoltà...
"Significa accettare che la croce è...": bisogna diffidare di chi cerca di infilare significati diversi (anche se "eleganti") su ciò che fa e dice la Chiesa. Nella sua plurimillenaria saggezza, la Chiesa (che ci ha sempre insegnato che solo Dio merita adorazione) ha stabilito il rito dell'adorazione della croce, per farci meglio comprendere il Venerdì Santo, la Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo. In qualità di cattolici, seguiamo ciò che ha sempre fatto e celebrato e insegnato la Chiesa, senza infilare a forza "nuovi significati" (che hanno sempre il sottinteso che i "vecchi significati" insegnati dalla Chiesa sarebbero superati, incompleti, sbagliati).
"La croce è il cammino luminoso...": tanta pompa magna per evitare di dire che nel Vangelo l'espressione «rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua» (cfr. Lc 9,23) ci insegna che siamo chiamati alla salvezza attraverso le difficili circostanze della vita di ogni giorno, e che siamo chiamati a costo di rinnegare le nostre cattive inclinazioni (attraverso le penitenze, la preghiera, le opere buone) e i peccati (attraverso la confessione, l'unzione degli infermi, il battesimo).
"Vivremo una notte di festa": sono solo alcune comunità monastiche a passare la notte di Pasqua in veglia e preghiera. Nella Chiesa cattolica, infatti, a parte la "messa della notte" (che raramente comincia più tardi delle 23), non è richiesto di far levatacce o seratacce o nottatacce, tanto meno alle persone anziane, ai bambini, ai malati. La Chiesa non impone fardelli da farisei, ma usa il buon senso. Nel Cammino, invece, si fa la nottataccia con interminabile digiuno, e con grande cagnara alle sei del mattino - dove dei poveracci che bevono a stomaco vuoto si ubriacano o peggio, e altre scenette mondane tutt'altro che di manifestazione di fede nel Risorto.
"Anche i bambini la stanno desiderando": che ipocrisia! È come dire "il mio gatto è vegano".
"È un modo per catechizzarli": in senso kikiano, s'intende.
"Coloro che hanno terminato l'itinerario neocatecumenale sono chiamati a vivere 50 giorni di festa": chiamati da Kiko, non dalla Chiesa; festa per Kiko, non della Chiesa; e naturalmente dovranno continuare a pagare la Decima e a dipendere dai cosiddetti "catechisti", poiché il Cammino Neocatecumenale non termina mai, nemmeno dopo vari decenni quando sarebbe ufficialmente "terminato".
Meraviglioso come sempre. Tutto vero ovviamente. Tripudio ma non riusciamo a tenere vivo il blog o deve essere bloccato ogni tre per due dai neocatecumenali?
RispondiEliminaLa "cancellazione blog" era avvenuta casualmente, senza alcun avviso, senza indicare quale pagina, quale immagine, quale commento sarebbero stati la causa.
EliminaLa "cancellazione", inoltre, impediva qualsiasi modifica al blog.
E dopo alcuni giorni questo intero blog non modificato veniva riattivato senza modifiche.
Dunque, nell'ipotesi in cui c'entrerebbero loro, si deve dedurre che la piattaforma non considera attendibili le loro richieste.
Presumo che si tratti di qualche pasticcio dell'intelligenza artificiale dovuto alla frequenza di parole "sensibili" nelle 2850 pagine già pubblicate dal 2006 ad oggi.
Da molti anni, questo blog compare ancora fra i primi risultati delle ricerche web relative al Cammino.
"Chiuderlo" adesso, sarebbe come chiudere la proverbiale stalla dopo che i buoi sono scappati.
È vero che nell'ipocrisia neocat vige la legge del nascondere la polvere sotto il tappeto.
Ma ormai con Kiko che si avvicina alla fine dei suoi giorni, e col mondo cattolico sostanzialmente messo in guardia, e con l'eco che ottiene qualsiasi intervento critico sul Cammino (sia sui social che sul web), e soprattutto con la ciclopica quantità di figuracce fatte da esponenti neocat dopo che avevano tanto fanfaronato di servire la Chiesa, "i buoi sono scappati".