sabato 15 marzo 2025

Sì, il Cammino è eretico e non bisogna aver timore di dirlo a chiare lettere

Traduzione in italiano:
"la fede in Kiko viene
per l'ascolto del Kiko"
C'è un motivo per cui su questo blog non abbiamo usato mezzi termini.

Ed è il fatto che nella Chiesa, dall'epoca conciliare in poi, è in vigore la moda del parlare per sfumature, di usare vasti giri di parole per non nominare esplicitamente qualcosa, di usare espressioni accompagnate da un "tuttavia" e seguite magari dal loro contrario. La predicazione, i libri, i documenti della Santa Sede, la sinodalità, è tutto un mare di sfumature, di aggiustatine, di linguaggio ammorbidito. È come se la gerarchia cattolica si fosse convinta in modo ferreo che i fedeli postconciliari (e il resto del mondo) siano terribilmente permalosi, come se temesse non la diffusione di errori ed eresie ma solo di urtare qualche suscettibilità. Come Pietro e il suo "timore dei circoncisi". Come se la carità fosse autorizzata ad oscurare la verità.

Qui non usiamo mezzi termini: il Cammino Neocatecumenale è eretico, ed eretici sono i suoi "iniziatori", e di conseguenza eretici sono coloro che a meno di ignoranza invincibile li seguono.

Potremmo fare mille distinguo (e in oltre duemilaottocento pagine di blog, li abbiamo spesso fatti) ma il succo non cambia. Il Cammino è eretico perché insegna eresie (oltre che strafalcioni, ambiguità, ed altri errori): inutile girarci intorno, poiché i seguaci del Cammino non riescono a concepire un Cammino che sia anche solo leggermente diverso da ciò che hanno sempre insegnato i due autoproclamati "iniziatori" spagnoli. Cioè non accettano correzioni al Cammino, anzi considerano addirittura un "andare contro lo Spirito" il voler correggere il Cammino. E quando ricevono correzioni dalla gerarchia, fanno "buon viso a cattivo gioco", proclamandosi «contentissimi delle norme» ma contemporaneamente attrezzandosi per disubbidire a quelle norme stesse, con l'alibi (completamente campato in aria) che "il vescovo non ci capisce" e che quando conoscerà meglio il Cammino ritirerà quelle norme (e quindi -sottinteso furbetto- si possono ignorare già da subito).

Non dobbiamo annacquare la verità solo per ossequiare la Pastorale della Permalosità. Le eresie del Cammino sono state documentate da molti autori molto più preparati di noi, e da molto tempo. Negli anni '80 padre Enrico Zoffoli scrisse una vasta quantità di libri e articoli sulle eresie del Cammino Neocatecumenale e sulla mentalità degli adepti. E ci sono stati altri autori prima di lui (padre Virginio Rotondi, mons. Pier Carlo Landucci...) e dopo di lui (don Elio Marighetto, don Gino Conti... fino a don Ariel Levi Di Gualdo) che hanno documentato le eresie del Cammino, e scoprendo la matrice eretica persino partendo dalle sole "opere" pittoriche (Lino Lista). E tutti pubblicando corposi e documentati volumi (vedi colonna qui a lato con alcuni esempi). Non si possono rifiutare tutti questi autori con un banale "non hanno capito" o un infantile "si sbagliano".

"Eresia" significa distorcere le verità di fede. Distorcere non equivale a negare in blocco o a chiare lettere (eppure fra i neocat succede anche questo). E non c'è bisogno nemmeno di proclamare tale distorsione. Per esempio i neocatecumenali non credono nella presenza reale di Nostro Signore nel Santissimo Sacramento. Infatti disperdono briciole, frammenti, gocce, pulendosi le dita sui pantaloni dopo aver "fatto la Comunione", proprio come se non ci credessero, banalizzano il gesto proprio come se non ci credessero, non considerano il Santissimo (genuflessioni, paura di scrilegi, ecc.) proprio come se non ci credessero. E difendono la prassi invalsa nel Cammino anche a costo di usare menzogne (per esempio la menzogna del "è approvata"), e non si sognano minimamente di metterla in discussione o di chiedere ai propri responsabili di fare come fa la Chiesa (ostie piccole, alla bocca, ecc.).

«Il Cammino è una setta protestante-ebraica che di cattolico ha solo la decorazione», riassunse mons. Schneider. Ci permettiamo umilmente di aggiungere che è anche un'idolatria, un'invincibile idolatria per i due autoeletti "iniziatori" Kiko e Carmen. Anche nei rarissimi casi in cui un fratello del Cammino fingesse di criticare Kiko almeno su qualcosa di secondario, per le scelte serie della propria vita farà sempre come dicono Kiko e i suoi pretoriani. E si proclamerà cattolico, anche se ne ha a stento una squinternata decorazione. 

Pur davanti alla cavalcante epidemia di permalosità dei postconciliari, bisogna avere la carità e la decenza di chiamare eresia le distorsioni della fede. E ricordare che la prima forma di carità è la verità. Non può esserci carità calpestando la verità, calpestando la fede, calpestando (addirittura materialmente!) il Santissimo Sacramento.

Nell'immagine in alto in questa pagina, un neocatekiko esibisce uno striscione kikolatrico con un'eresia nascosta nell'ambiguità, travisando il principio cattolico del "fides ex auditu" (la fede che arriva dall'ascolto dell'annuncio del messaggio cristiano), applicando il pomposo termine greco "kèrigma" (che nel Nuovo Testamento indica l'annuncio), termine che per i seguaci di Don Kikolone ha un significato diverso.

Per i neocatecumenali, infatti, solo il laico Kiko annuncia il "kerigma". Chiunque altro parli - anche un Papa, anche ex cathedra - non sta annunciando il "kerigma" (non sia mai che prendano sul serio qualcosa che non è stato detto o certificato da Kiko!). Per loro ogni intervento pubblico di Kiko è "kerigma", e quel "kerigma" è necessariamente "ispirato", e quindi i cosiddetti "catechisti" lo ripetono a pappagallo (perfino nelle battute spiritose).

Quello striscione,  insomma, è sia la superbia di dire "io la fede ce l'ho perché ascolto Kiko", sia lo scisma di dire "io non ho bisogno di ascoltare la Chiesa poiché ascolto Kiko", sia l'eresia di dire "la fede consiste in ciò che dice Kiko".

sabato 8 marzo 2025

Occorre respingere il Cammino degli abusi

Nostra traduzione da una testimonianza pubblicata su Jungle Watch. È stata scritta alcune settimane fa (il 18 febbraio 2025) in risposta ad un'altra testimonianza pubblicata nel 2017 sempre su Jungle Watch, ed a cui si riferisce.
Aggiungeremo in calce alcuni nostri commenti.



Posso testimoniare e confermare questa [tua] esperienza, come vera ed accurata. Sono stato anch'io nel Cammino per molti anni, affrontando molti degli stessi problemi e difficoltà, ad un livello diverso. È molto impostato sulla segretezza e contiene un sacco di abusi psicologici verso i giovani - specialmente quelli con storie "difficili": violenza domestica, abuso di alcolici o di sostanze, abusi dei parenti, separazioni, problemi psicologici, bassa autostima, e altri aspetti dell'umana sofferenza, tutto concorre a modellarli nel loro modo di pensare.

Nel Cammino si è anche sviluppato uno strano accento "europeo": la moda degli abiti scuri, del farsi crescere la barba, gli occhiali come quelli del fondatore... Più un una marcata simpatia per il giudaismo, e il parlare con grande entusiasmo di questioni riguardanti l'ebraismo, e l'utilizzare la stella di Davide su gioielleria e monili, cose contrarie alla cristianità e considerate eretiche dalla fede e dalla dottrina.

Per mia personale esperienza il Cammino è molto manipolatore, tende a prendere il controllo delle dinamiche familiari. Chiunque pensi o agisca contro le regole del Cammino viene emarginato e scaricato. La loro linea difensiva è già descritta nell'esperienza di cui sopra [del 2017], etichettando l'emarginato col termine biblico di "rifiuta Dio", che è un'altra eresia e cattiva interpretazione delle Scritture e dell'insegnamento di Cristo.

Come punto conclusivo vorrei far notare quello più pericoloso, cioè il fatto che il Cammino ti insegna che "se non fai il Cammino non ami Dio", in quanto non vorresti "compiere la volontà di Dio", ossia "non hai fede", per cui secondo loro se non sei nel Cammino sei nella perdizione. Questo è un errore madornale che porta la gente ad allontanarsi dal vero insegnamento di Gesù Cristo, dal Suo Amore, dalla Sua Misericordia, e dalla Sua Vera Volontà per ogni anima. E a seconda delle circostanze personali, si potrebbe finire con l'autodistruggersi la fede, la vita, gli affetti, il futuro, e ogni benessere in generale.

Per certuni il dirlo implica che chiunque non partecipi al Cammino è perduto e dunque condannato da Dio. Per cui i battezzati che non fanno il Cammino sarebbero da considerarsi perduti, implicando che la Missione del Figlio di Dio sarebbe stata un fallimento e una menzogna (ma ciò è un'eresia!). La missione di Gesù Cristo era di farsi uomo e morire per i nostri peccati, così da ottenerci la possibilità di accedere al regno dei cieli, attraverso i Suoi insegnamenti, perché prima della morte e risurrezione di Cristo non c'era la possibilità di accedervi.

Riferitevi alla vita di Cristo nel Nuovo Testamento, ai Vangeli. Vi incoraggio, voi che leggete, a non farvi prendere dall'ira o dalla foga di giudicare, ma di considerare ciò che costui [testimonianza del 2017] vi sta dicendo. Vi posso dire che se avete dubbi o domande, pregate e chiedete di comprendere, perché costui dice la verità. Prego il Signore che aiuti, guidi, guarisca e dia pace a chi ha scritto tale testimonianza, e che comprenda che tutto ciò era destinato - a ragione - a educare altri. Dio vi benedica, e ricordatevi Matteo 7,15: «Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci».



Alcuni nostri commenti per chiarire qualcosa a chi non è un asino ragliante...

Chi lascia commenti nei blog non intende scrivere precisissimi trattati teologici, ma veicolare impressioni, idee, notizie, esperienze. Figurarsi se scrive da cellulare. Quindi evitiamo, cortesemente, di cercare il pelo nell'uovo, e andiamo all'essenziale. Quando il saggio indica la luna, lo stolto si limita a guardare il dito - e, desideriamo qui aggiungere, il furbetto fa finta di vedere solo il dito, anzi, solo l'unghia, anzi, vede un'unghia immaginaria e comincia a pontificare vastamente su quella.

I rapaci lupi dell'aristocrazia neocatecumenale vengono in veste di pecore ma vogliono sfruttare le vostre sofferenze, le vostre difficoltà, le vostre incertezze, per far crescere la setta di Kiko. Sono come dei bulli che cercano una vittima: perciò vanno respinti e denunciati. Avvertono sempre urgenza di manipolare i fratelli delle comunità - specialmente i più giovani e vulnerabili - perché il Cammino sta "invecchiando": le adesioni sono ai minimi storici, le comunità si estinguono (vengono fuse, o addirittura soppresse), i fratelli delle comunità hanno sempre meno figli (sicché si è "bruciato" anche il trucchetto di formare nuove comunità fatte di figli del Cammino).

L'importanza del commento tradotto qui sopra riguarda il fatto che il Cammino consente che avvengono abusi ai danni di persone deboli. In qualità di cattolici, noi respingiamo e condanniamo quegli abusi, quello sfruttare persone innocenti e deboli, quell'accusare falsamente di essere «senza fede» o «contro Dio» chiunque non si pieghi.