domenica 1 maggio 2011

GIOVANNI PAOLO II E' BEATO

NEL GIORNO DELLA BEATIFICAZIONE DI QUESTO GRANDE PAPA, SPESSO RITENUTO RIDUTTIVAMENTE IL "PAPA DEI MOVIMENTI", VOGLIAMO RICORDARNE ALCUNI ASPETTI PASTORALI TROPPO FRETTOLOSAMENTE TRASCURATI DALLA PROPAGANDA SETTORIALE DI ALCUNE AGGREGAZIONI.
______________

La figura e l'opera di Giovanni Paolo II non hanno bisogno, per essere tratteggiate, del nostro intervento in giorni in cui tutti i media in un modo o nell'altro ne parlano.

L'accento si pone quasi sempre sulla "pastoralità" di questo successore di Pietro, esercitata non solo nelle inedite convocazioni delle GMG, ma anche di concerto con alcuni movimenti ecclesiali i quali, a loro volta, vantano questa amicizia speciale con il Papa oggi beato.

Si rischia di far scadere l'azione apostolica, poliedrica e titanica, di questo grande pontefice in un più o meno banale "patrocinio" dato ad alcuni movimenti, sottintendendo quasi che egli dava a questi ultimi una libertà "evangelizzatrice" che tuttavia, a parere di non pochi osservatori, poteva e può ancora oggi apparire anarcoide.

In effetti Giovanni Paolo II, autore rigoroso della Christifideles Laici, magna cartha dell'impegno laicale nella Chiesa, ha dettato alcuni inconfutabili " Criteri di ecclesialità" per i movimenti in genere, che dobbiamo tenere sempre presenti e che devono farci riflettere.

Ricordiamoli:
Criteri di ecclesialità
«criteri chiari e precisi di discernimento e di riconoscimento delle aggregazioni laicali, detti anche "criteri di ecclesialità"»
(Christifideles Laici 30)
Vengono enunciati quattro criteri di ecclesialità:

  1. Il primato dato alla vocazione di ogni cristiano alla santità. Le aggregazioni di fedeli sono chiamate ad essere sempre più strumento di santità nella Chiesa.
  2. La responsabilità di confessare la fede cattolica, in obbedienza al Magistero della Chiesa.
  3. La testimonianza di una comunione salda e convinta, in relazione filiale con il Papa, "perpetuo e visibile centro dell'unità della Chiesa universale", e con il Vescovo "principio visibile e fondamento dell'unità" della Chiesa particolare.
  4. La conformità e la partecipazione al fine apostolico della Chiesa, ossia l'evangelizzazione e la santificazione degli uomini e la formazione cristiana della loro coscienza.


E' appena il caso di osservare che, qualora almeno questi quattro criteri, fossero pienamente osservati dai Neocatecumenali, molti aspetti procedurali del Cammino rientrerebbero veramente nella prassi ecclesiale.

Invece non vi rientrano, se è vero che appena ieri Kiko Arguello , intervistato sulla figura e sull'opera di Giovanni Paolo II dalla neocatecumenale D.D. in forza alla Radiovaticana (Radiogiornale del 30 aprile 2011), ha reiterato alcuni slogans propagandistici del Cammino, asserendo: "(Giovanni Paolo II) ...è stato molto importante, perché per esempio ha approvato lo Statuto. Giovanni Paolo II ha definito la natura del Cammino Neocatecumenale, quando ha detto che il Cammino è un itinerario di formazione cattolica valido per la società, per i tempi di oggi. Dopo aver visto la difficoltà della Scandinavia, della Finlandia, della Svezia, dove la società è tutta secolarizzata, abbiamo pensato che fosse necessario mandare famiglie che mostrassero la fede cristiana. E abbiamo inviato durante il suo pontificato le prime famiglie nel Nord Europa...".
In pratica Kiko Arguello ancora una volta:
  • riduce la figura e l'opera di Giovanni Paolo II a quella di "semplice" seguace e tutore del Cammino;
  • trascura di dire volutamente che Giovanni Paolo II GLI HA A LUNGO SOLLECITATO UNO STATUTO (che eglI, Kiko, NON voleva assolutamente e caparbiamente fosse formulato), NE HA BOCCIATO TOTALMENTE LE PRIME DUE STESURE E SOLO DOPO LA TERZA STESURA ( per la quale affiancò alla triade del Cammino un cardinale) LO HA APPROVATO AD EXPERIMENTUM;
  • volutamente modifica ancora una volta l'espressione attribuita al Papa e contenuta nella lettera "Ogniqualvolta", là dove si trova scritto che il Cammino è "un itinerario di formazione cattolica validA per la società, per i tempi di oggi" e non, come ripete ancora Arguello:"un itinerario di formazione cattolica validO per la società, per i tempi di oggi" (La differenza in questo caso - come abbiamo avuto modo di dimostrare più volte - non è solo di ordine sintattico);
  • vanta, ancora una volta, che solo il Cammino ha "visto" la secolarizzazione imperante nei paesi del nord Europa, proponendo a Giovanni Paolo II (che, implicitamente, secondo lui, non aveva "visto" tale fenomeno) l'invio di famiglie in missione.
Insomma, sempre più sconcertante: persino in una giornata di festa per la Chiesa Universale, Kiko è riuscito a porre al centro dell'attenzione solo se stesso e il suo "Cammino".

35 commenti:

  1. Significativi questi passaggi della riflessione di ieri di SandroMagister:

    Karol Wojtyla beato. "Guarderanno colui che hanno trafitto"

    Oggi quasi tutti lo ammirano. Ma in vita fu osteggiato e irriso da molti, anche dentro la Chiesa. La sua santità è la stessa dei martiri. La sua beatitudine è la stessa di Gesù sulla croce ....

    Egli non irradiò santità nell'ora dei suoi trionfi. Molti degli applausi che raccoglieva quando percorreva il mondo a ritmi mozzafiato erano troppo interessati e selezionati per essere sinceri....


    Di lui molti diffidavano anche dentro la Chiesa. Per tanti era "il papa polacco", rappresentante di un cristianesimo antiquato, antimoderno, di popolo. Di lui guardavano non la santità ma la devozione, che non andava a genio a chi sognava un cattolicesimo interiore ed "adulto", tanto amichevolmente immerso nel mondo da diventare invisibile e silenzioso...


    Quante vole l"esercito" neocatecumenale l'ha osannato dalle piazze per poi deluderlo nel chiuso delle sale parrocchiali ,dove si faceva e si fa finta di non conoscere e si disapplica in modo sfacciato ogni precetto sull'Eucarestia , sull'obbedienza assoluta alla gerarchia e sulla comunione ecclesiale tanto propognata da questo pontefice?

    RispondiElimina
  2. Quante vole l"esercito" neocatecumenale l'ha osannato dalle piazze per poi deluderlo nel chiuso delle sale parrocchiali..

    anche quando ha ignorato i suoi sentiti richiami sul ruolo dei sacerdoti, ad esempio...

    Dal Discorso di Giovanni Paolo II ai Sacerdoti delle comunità neocatecumenali il 9.12.1985:

    "... Gli obiettivi che si propongono le vostre Comunità neocatecumenali corrispondono certamente ad uno degli interrogativi più angosciosi dei pastori di anime di oggi, specialmente nei grandi agglomerati urbani. Voi intendete raggiungere la massa di battezzati adulti, ma poco istruiti nella fede, per condurli, attraverso un cammino spirituale, a riscoprire le radici battesimali della loro esistenza cristiana e per renderli sempre più consapevoli dei loro doveri. In questo cammino l'opera dei sacerdoti rimane fondamentale. Di qui la necessità che sia ben chiara la posizione che a voi spetta come guide delle Comunità, affinché la vostra azione sia in sintonia con le reali esigenze della pastorale.

    La prima esigenza che vi s'impone è di sapere mantener fede, all'interno delle Comunità, alla vostra identità sacerdotale. In virtù della sacra Ordinazione, voi siete stati segnati con uno speciale carattere che vi configura a Cristo Sacerdote, in modo da poter agire in suo nome (cfr. Presbyterorum Ordinis, 2). Il ministro sacro quindi dovrà essere accolto non solo come fratello che condivide il cammino della Comunità stessa, ma soprattutto come colui che, agendo "in persona Christi", porta in sé la responsabilità insostituibile di Maestro, Santificatore e Guida delle anime, responsabilità a cui non può in nessun modo rinunciare. I laici devono potere cogliere queste realtà dal comportamento responsabile che voi mantenete. Sarebbe un'illusione credere di servire il Vangelo, diluendo il vostro carisma in un falso senso di umiltà o in una malintesa manifestazione di fraternità. Ripeterò quanto già ebbi occasione di dire agli Assistenti Ecclesiastici delle Associazioni Internazionali Cattoliche: "Non lasciatevi ingannare! La Chiesa vi vuole sacerdoti, e i laici che incontrate vi vogliono sacerdoti e niente altro che sacerdoti. La confusione dei carismi impoverisce la Chiesa, non la arricchisce". "

    Non è una forte e evidente smentita allo strapotere dei catechisti (le vere uniche guide, ripetitori di Kiko), esercitato persino sui sacerdoti?

    RispondiElimina
  3. E' bello che, quasi per incanto, o piuttosto per rispetto e per intercessione dello stesso Beato Giovanni Paolo II,su questo thread non si siano scatenati i fuochi di fila che hanno animato i precedenti.
    Giovanni Paolo II, cioè la Chiesa di Cristo, accomuna tutti anche se, come si domanda Jonathan nel precedente thread,

    L’unità nelle differenze è un’utopia? L’unità sulla sola premessa della comune fede? E’ il mio sogno, questo, ma temo che non mi basterà tutta la vita per vederlo realizzato.


    >Anche io consideravo utopica questa unità, ma laddove c'è l'intento unitario e rettilineo dei pastori, l'unità nella Chiesa di Cristo è sempre non solo possibile, ma tangibile.

    RispondiElimina
  4. non scrive nessuno perché la lettera "ogniqualvolta", il primo loro grimaldello, è stata ridimensionata, le inequivocabili parole del Papa sui sacerdoti sono rimaste lettera morta... cosa potrebbero dire?

    RispondiElimina
  5. però che sono approvati per voi non basta

    RispondiElimina
  6. cosa potrebbero dire?

    Che ti conviene pubblicare anche tutti gli altri inteventi fatti in visita alle comunità della diocesi di Roma (a dozzine). Allora capiresti che quel discorso rivolto AI sacerdoti, si inserisce in una cura pastorale del Vescovo, che Giovanni Paolo II ha effettuato come tutti i vescovi fanno con il CNC.

    Ma a te conviene sempre estrapolare degli altri, ciò che è contro, e tacere su ciò che è a favore.

    Il ridimensionamento semmai c'è nel numero delle questioni aperte, che è zero.

    L'unico punto rimasto è nell'Unità, che viene affrontato di fatto invertendo la tendenza che vedeva le comunità neocatecumenali chiuse in se stesse, per essere finalmente sale delle parrocchie. E' finito il tempo dello stare richiusi nelle stanze. La Chiesa ci vuole partecipi nella diversità, comunità nelle comunità, carismi in un corpo.

    RispondiElimina
  7. "La Chiesa ci vuole partecipi nella diversità, comunità nelle comunità, carismi in un corpo."

    Partecipi nella diversità?
    La vostra diversità, proclamata, esaltata, della quale siete così fieri, vi pone sempre e ancora a lato della Chiesa.
    Le vostre prassi sono talmente diverse che sono ALTRE.
    Benedetto XVI non ha voluto la vostra diversità liturgica e voi che cosa avete fatto? Avete obbedito? No. Continuate con il vostro "rituale" altro e i suoi segni e simboli non cattolici.
    Dov`è l`unità?
    Benedetto XVI e prima di lui Giovanni Paolo II volevano che almeno una volta al mese le comunità nc si unissero ai parrocchiani. Lo avete fatto? No, salvo eccezioni.

    Le vostre sono solo parole, i fatti non seguono, continuate come prima imponendo le votre prassi e la vostra struttura, attraverso i vostri amici vescovi la pastorale diocesana diventa una pastorale neocatecumenale e così facendo avete trovato il modo di aggirare l`ostacolo dell`obbedienza al vescovo, è il vescovo che si adegua e adotta i vostri metodi le vostre prassi.
    Non si può parlare di partecipazione nella diversità quando quella diversità ha rifiutato la liturgia cattolica, ha devastato le parrocchie e lo spazio sacro,è fondata su un insegnamento altro, sedicente ispirato, e ancora segreto.
    Cominciate con obbedire al Papa e non a Kiko Arguello, pubblicate i vostri testi, seguite l`insegnamento della Chiesa e verificate se ciò che vi viene detto in comunità è ortodosso, conforme al Magistero della Chiesa che non è nato dopo il Vaticano II.
    Avete ancora molto da fare per dimostrare che siete nella Chiesa cattolica e non nella chiesa di Kiko Arguello.

    RispondiElimina
  8. a chi lo dobbiamo dimostrare?

    RispondiElimina
  9. bella domanda!

    visto che tutti li approvano, compreso il Vicario di Cristo... Però, alla fine, non è neppure più al Vicario di Cristo che si dovrà render conto; ma a Lui, Sommo Giudice, oltre che Salvatore!

    Ovviamente la 'resa dei conti' è per i responsabili, a molti livelli, non per chi è vittima degli inganni!

    RispondiElimina
  10. I fratelli neocatecumenali dovrebbero "difendere il dono del Cammino dall'arroganza e dall'orgoglio dei suoi leader", come ha recentemente detto un arcivescovo.

    Giocare con le parole allo scopo di farci sembrare malvagi, è una tattica infantile (oltre che infruttuosa).

    Se il Cammino è un "dono dello Spirito", allora perché per difenderlo avete bisogno di mormorare? disubbidire? calunniare? ostacolare? mentire? pasticciar con la liturgia e con la dottrina? Perché fate di tutto per sembrare una setta eretica? È così che si promuove e si diffonde il "dono dello Spirito"?

    RispondiElimina
  11. Cristo è nostra Pasqua è risorto per noi.
    Alleluja
    Alleluja

    RispondiElimina
  12. Rit. Aprite le porte a Cristo!
    Non abbiate paura:
    spalancate il vostro cuore
    all’Amore di Dio.

    Testimone di speranza
    per chi attende la salvezza,
    pellegrino per amore
    sulle strade del mondo. Rit.
    Vero padre per i giovani
    che inviasti per il mondo,
    sentinelle del mattino,
    segno vivo di speranza. Rit.
    Testimone della fede
    che annunciasti con la vita,
    saldo e forte nella prova
    confermasti i tuoi fratelli. Rit.
    Insegnasti ad ogni uomo
    la bellezza della vita
    indicando la famiglia
    come segno dell'amore. Rit.
    Portatore della pace
    ed araldo di giustizia,
    ti sei fatto tra le genti
    nunzio di misericordia. Rit.
    Nel dolore rivelasti
    la potenza della Croce.
    Guida sempre i tuoi fratelli
    sulle strade dell'amore. Rit.
    Nella Madre del Signore
    ci indicasti una guida,
    nella sua intercessione
    la potenza della grazia. Rit.
    Padre di misericordia,
    Figlio nostro Redentore,
    Santo Spirito d'Amore,
    a te, Trinità, sia gloria. Amen. Rit.

    RispondiElimina
  13. Non abbiate paura!
    Cristo sa "cosa è dentro l’uomo". Solo lui lo sa!
    Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro,
    nel profondo del suo animo, del suo cuore.
    Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra.
    È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione.
    Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia –

    permettete a Cristo di parlare all’uomo.
    Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna. [...]" Papa Giovanni Paolo II
    (estratto dell'omelia pronunciata domenica 22 ottobre 1978)

    RispondiElimina
  14. A chi lo dovete dimostrare?
    Innanzitutto a voi stessi, alla vostra coscienza, anche se è già stata svuotata dei suoi "falsi concetti di sè e di Dio" per essere riempita con i veri concetti kikiani.
    Non dimenticate che resta pur sempre in voi uno spazio vergine di ogni manipolazione, uno spazio che non si può invadere e manipolare, una voce che sussurra all`inizio ma che finisce spesso per gridare e che non potrete più ignorare.
    Dunque, in primis, dovete verificare e dimostrare a voi stessi che siete nella Chiesa di Cristo e non nella chiesa di Kiko Arguello e poi dovete dimostrarlo ai cattolici, a tutti i cattolici che non sono neocatecumenali e mi sembra che siano ancora la maggioranza.

    RispondiElimina
  15. la malvagità non sta nel criticare, caro tripudio, ma nel non comprendere quali sono i mezzi giusti per ottenere il confronto che porta alla "compenetrazione" e alla "condivisione" degli stessi obiettivi e missioni.

    la malvagità sta nel voler "dimostrare" un'alterità non più presente in quanto il termine di paragone (la Chiesa preconcilaire) non c'è più nella prassi, nella liturgia, nè tantomeno nell'approccio pastorale.

    La Chiesa di oggi si è aperta alla "diversità rahneriana" e non può quindi rifiutarla al primo caso che porta frutti (che a voi piacciano o meno).

    Il processo è quindi duplice, è convergente come un piccolo omino vi aveva già detto un tempo ;)

    La Chiesa si sta facendo più larga, più aperta, nelle relazioni, nelle sfide proprio perseguite tenacenemente dal beato Giovanni Paolo II.

    Siete poco lungimiranti se non vi rendete conto che già la Chiesa è comunità di comunità: famiglie - parrocchie - foranie - diocesi - conferenze episcopali

    Alla faccia dell'unità! ed allora cosa dici di coloro che frequentano il VO? non sono forse un'altra comunità?
    Semplicemente è stato aggiunto un livello in più fra famiglia e parrocchia, e non per tutti, così se non lo volete, pace.

    Ma c'è. Dio lo ha voluto in quanto Dono dello Spirito Santo. Togli il SE, Tripudio. Il Papa non lo ha usato, tu discerni meglio di lui?

    RispondiElimina
  16. m chiedo chi si prende la responsabilitá delle falsitá pubblicate su questo sito?

    sono un sacerdote che ha a che fare con il cammino da 20 anni e noto nel vostro sito una profonda discomunione con il Papa ed un accento di superbia nel voler insistere su temi dibattuti dalla chiesa in maniera abbondante e sui quali (sopratutto) la chiesa ha giá dato una parola positiva, nonostante le vostre affermazioni.
    Mi chiedo dunque se questo sito non sia una vostra personale rivalsa (violenta e senza fede) nei confronti del cammino e quindi della chiesa.
    un sacerdote.

    RispondiElimina
  17. Ammesso che si tratti davvero di un sacerdote, nel qual caso l'invocazione al Signore diventa più sentita...

    mi chiedo chi si prende la responsabilitá delle falsitá pubblicate su questo sito?

    siamo alle solite, ci si accusa di dire falsità, ma non si dice mai in cosa questa consistano.

    Quanto alla responsabilità è evidente che essa, che è anche un diritto dovere di battezzati e cresimati che vedono le mutazioni genetiche introdotte sotto i loro occhi nella loro Chiesa, appartiene a tutti coloro che si esprimono qui.

    sono un sacerdote che ha a che fare con il cammino da 20 anni e noto nel vostro sito una profonda discomunione con il Papa ed un accento di superbia nel voler insistere su temi dibattuti dalla chiesa in maniera abbondante e sui quali (sopratutto) la chiesa ha giá dato una parola positiva, nonostante le vostre affermazioni.

    la parola positiva della Chiesa, a cui lei si riferisce, non è un dogma di fede e può essere messa in discussione apportando prove -tratte dall'esperienza- e documenti -tratti dal Magistero- a supporto delle nostre affermazioni. Se dovessimo trarne un'equazione, dovremmo concludere che le falsità attribuite a noi in realtà vengono attribuite al Magistero ecclesiale sul quale basiamo i nostri contenuti.

    Mi chiedo dunque se questo sito non sia una vostra personale rivalsa (violenta e senza fede) nei confronti del cammino e quindi della chiesa.

    chiamare rivalsa una testimonianza di fede e l'identificazione del cammino nc con la chiesa, sono deformazioni tipiche del lessico neocat, drammaticamente altro e drammaticamente irreversibile.

    un sacerdote.

    se è un sacerdote formato nei Redemptoris Mater, quel che dice non ci meraviglia perché è quel 'linguaggio unico', non nel senso dell'unità ma nel senso dell'uniformità, riscontrato in una 'moltitudine' di interlocutori, di cui si parlava nel thread precedente...

    RispondiElimina
  18. E se non è un sacerdote RM è forse un sacerdote postconciliare, tollerante e forse anche favorevole alle sperimentazioni liturgiche, allora non mi stupirei se trovasse interessante la "liturgia" neocat celebrata il sabato sera nelle salette private, con i suoi simboli e segni non cattolici, che poi quel rituale cozzi con la liturgia cattolica, che i neocat abbiano disobbedito al Papa, che ha imposto le modifiche necessarie, e continuino a farlo, è un piccolo dettaglio assolutamente insignificante.
    Se è veramente sacerdote,e non è neocat, penso che starà reclamando la pubblicazione del direttorio catechetico, consapevole che non c`è posto per l`arcano nella Chiesa cattolica.

    Se è veramente sacerdote!

    RispondiElimina
  19. Scusatemi, ma da come scrive l'anonimo "sacerdote" sembra essere lo stesso anonimo "vescovo" che ha imperversato sul blog di Gianluca.

    Magari nel prossimo intervento si firmerà "un diacono", ed infine "un laico".

    Quanto alle falsità, lo sfido subito a indicare quali sarebbero e a dimostrare in modo onesto che lo sarebbero.

    Considerato poi che gran parte delle notizie che pubblichiamo vengono da fonti insospettabili (come fonti vicine al CNC o come documenti della gerarchia cattolica, per esempio la strigliata al Cammino fatta dall'arcivescovo Villegas e l'arcivescovo Bommarito)... il sedicente "sacerdote" sta forse accusando il CNC e i vescovi di mentire?

    Quand'è che i neocatecumenali che intervengono su queste pagine, cominceranno a interrogarsi sui problemi del Cammino?

    RispondiElimina
  20. Alla faccia dell'unità! ed allora cosa dici di coloro che frequentano il VO? non sono forse un'altra comunità?
    Semplicemente è stato aggiunto un livello in più fra famiglia e parrocchia, e non per tutti, così se non lo volete, pace.


    l'intervento di Anonimo delle 10:22 da cui ho quotato queste righe è così capzioso e complesso che richiederà un thread a parte, perché la risposta -anzi le risposte- non sono liquidabili nelle rapide battute dei post

    RispondiElimina
  21. "la malvagità sta nel voler "dimostrare" un'alterità non più presente in quanto il termine di paragone (la Chiesa preconcilaire) non c'è più nella prassi, nella liturgia, nè tantomeno nell'approccio pastorale."


    Beh ,mi sembra che Alino-Alessio potrebbe uscire dall`anonimato perchè i suoi argomenti li conosciamo.
    Le frasi qui sopra ne sono un esempio.
    La "Chiesa preconciliare", già qui bisognerebbe fermarsi, perchè la Chiesa è una, non c`è pre, post Vaticano II, c`è la Chiesa di Cristo, leggiti il Credo.
    La Liturgia, che non è preconciliare, perchè non è mai stata abrogata, non è morta, è una delle due forme dell`unico Rito Romano, è viva, molto viva, sempre più viva.

    Cara mic, hai già speso tanto, tanto, tempo a rispondere a Alessio-Alino, su questo blog e sull`altro tuo blog, con quale risultato?
    Hai veramente la voglia, la pazienza di ricominciare?

    RispondiElimina
  22. Hai veramente la voglia, la pazienza di ricominciare?

    francamente no. Ci sono altre priorità nella vita ;)

    RispondiElimina
  23. Beh ,mi sembra che Alino-Alessio potrebbe uscire dall`anonimato
    ......

    Non avrebbe senso uscirne, tanto fino a che non vi sarà la consapevolezza in voi che la Chiesa oggi ammette diversità teologiche anche sensibili, per voi sarò comunque un "anonimo" nel senso della comunione.
    E' preferibile quindi rispondere non ad una persona, ma ai temi che propone.

    E sai bene Emma che Mic non ha perso tempo, perchè se lo ha fatto, e so che lo ha fatto, a fin di bene, i frutti non li ricevi qui, ma altrove! oppure ricerchi Emma una ricompensa qui sulla terra. Accumula tesori in cielo....

    Ma ripondi Emma ai temi che pongo, se vuoi, perchè se tu uscissi un attimo dalla contrapposizione con gli NC sul CNC, ti renderesti conto che non sono proprio astrusi, ma una ipotesi che ha preso piede prepotentemente nella Chiesa, e a cui il CNC si è adeguato, ma non ne è certo stato il promotore.

    Ciao Emma, continua a mordere così....o a saltare sulla sedia....

    RispondiElimina
  24. 1/2

    Anonimo del 04 maggio, 2011 10:22 ha detto ...
    “La Chiesa di oggi si è aperta alla "diversità rahneriana" e non può quindi rifiutarla al primo caso che porta frutti (che a voi piacciano o meno)”


    Carissimo fratello in Cristo, abbi il coraggio e l’umiltà di guardare “oltre” al finito orizzonte K&K!

    Il Santo Padre Benedetto XVI, Vicario di Cristo in terra, vuole che si compia la Volontà di Dio nei confronti della Sua Chiesa e, nell’accogliere il grande dono dello Spirito Santo datogli in sovrabbondanza anche per il Sacro Ministero al quale è stato chiamato, agisce – dati gli ultra quarant’anni di “briglie sciolte” – come la stilla sulla pietra, delicata ma perseverante, affinchè non accada che si perda alcun a delle sue “pecorelle” (neanche i caproni con loro bel “pizzetto” ;) ).

    Visto che per molti NC Mic e quanti di questo blog denunciano gli abusi de facto del CNC sono diventati “il faraone” o “il giuda” della situazione, mi permetto di far parlare chi è ritenuto degno e capace per esercitare l’ufficio di consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede e delle Celebrazioni del Sommo Pontefice.


    da ZENIT (di Mariaelena Finessi)

    ROMA, domenica, 6 marzo 2011 - Un indebolimento della fede e la diminuzione del numero dei fedeli potrebbero attribuirsi ad abusi liturgici e alle cattive Messe, quelle cioè che tradiscono il loro senso originario e dove, al centro, non c'è più Dio ma l'uomo con il bagaglio delle sue domande esistenziali. È questa la tesi che porta avanti don Nicola Bux, teologo e consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede e dell'Ufficio delle Celebrazioni del Sommo Pontefice.

    Presentando a Roma, lo scorso 2 marzo, il suo libro "Come andare a Messa e non perdere la fede" (ediz. Piemme), Bux si scaglia contro la svolta antropologica della liturgia. Nelle pagine del volume, sorta di vademecum per la sopravvivenza alle Messe moderne, Bux replica a quanti hanno criticato Benedetto XVI, accusandolo di aver tradito lo spirito conciliare. Al contrario - argomenta il teologo – i documenti ufficiali del Concilio Vaticano II sono stati rinnegati proprio da queste persone, vescovi e sacerdoti in testa, che hanno stravolto la liturgia con «deformazioni al limite del sopportabile».

    Assistere ad una celebrazione eucaristica può significare, infatti, anche trovarsi dinanzi a forme liturgiche le più bizzarre, con preti che discutono di economia, politica e sociologia, imbastendo omelie in cui scompare Dio. Proliferano i saggi di antropologia liturgica fino a ridurre a tale dimensione gli stessi segni sacramentali, «ormai chiamati - è la denucia di Bux - preferibilmente simboli». La questione non è da poco: affrontarla vuol dire essere tacciati come anticonciliari.

    Tutti si sentono in diritto di insegnare e praticare una liturgia "fai da te", tanto che oggi è possibile assistere, ad esempio, «all'affermarsi di politici cattolici che, ritenendosi "adulti", propongono idee di Chiesa e di morale in contrasto con la dottrina». Tra coloro che hanno dato il via a questo cambiamento, don Bux ricorda Karl Rahner che, in seguito al Concilio, denunciò la riflessione teologica allora imperante che, a suo avviso, si mostrava disattenta o dimentica della realtà dell'uomo.

    Il gesuita tedesco sostenne invece che ogni discorso su Dio scaturirebbe dalla domanda che l’uomo pone su di sè. Di conseguenza – è questa la sintesi - il compito della teologia dovrebbe essere di parlare dell’uomo e della sua salvezza, ponendo le domande su di lui e sul mondo. Un pensiero teologico che, con triste evidenza, è stato capace di generare errori, il più clamoroso dei quali è il modo di intendere il sacramento, oggi non più sentito come proveniente dall’Alto, da Dio, ma come la partecipazione a qualcosa che il cristiano possiede già.

    RispondiElimina
  25. 2/2

    «La conclusione che ne ha tratto Häuβling - ricorda Bux - è che l’uomo nei sacramenti finirebbe per partecipare ad un’azione che non corrisponde realmente alla sua esigenza d'essere salvato», poiché prescinde dall'intervento divino. Ad una simile tesi "sacramentaria", e all'annessa deriva della liturgia, risponde Joseph Ratzinger che già sul dorso del volume XI "Teologia della liturgia” della sua Opera omnia scrive: «Nel rapporto con la liturgia si decide il destino della fede e della Chiesa».

    La liturgia è sacra, infatti, se ha le sue regole. Ciò nonostante, se da un lato l’ethos, ossia la vita morale, è un elemento chiaro per tutti, dall’altro lato si ignora quasi totalmente che esiste anche uno "jus divinum", un diritto di Dio a essere adorato. «Il Signore è geloso delle sue competenze - sostiene Bux -, e il culto è quanto di più gli è proprio. Invece proprio in campo liturgico siamo di fronte a una deregulation».

    Per sottolineare, invece, che senza jus il culto diventa necessariamente idolatrico, nel suo libro il teologo cita un passo della "Introduzione allo spirito della liturgia" di Ratzinger, che scrive: «In apparenza tutto è in ordine e presumibilmente anche il rituale procede secondo le prescrizioni. E tuttavia è una caduta nell’idolatria (…), si fa scendere Dio al proprio livello riducendolo a categorie di visibilità e comprensibilità».

    E ancora: «Si tratta di un culto fatto di propria autorità (…) diventa una festa che la comunità si fa da sé; celebrandola, la comunità non fa che confermare se stessa». Il risultato è irrimediabile: «Dall’adorazione di Dio si passa a un cerchio che gira attorno a se stesso: mangiare, bere, divertirsi». E nella sua autobiografia ("La mia vita", ediz. San Paolo) Ratzinger dichiara: «Sono convinto che la crisi ecclesiale in cui oggi ci troviamo dipende in gran parte dal crollo della liturgia».

    In finale, un suggerimento ed un ammonimento. Il primo è quello di rilanciare la liturgia romana, «guardando al futuro della Chiesa- scrive Bux -, al cui centro sta la croce di Cristo, come sta al centro dell'altare: Lui, Sommo Sacerdote cui la Chiesa rivolge il suo sguardo oggi, come ieri e sempre». Il secondo è inequivocabile: «Se crediamo che il Papa ha ereditato le chiavi di Pietro - conclude -, chiunque non gli obbedisce, innanzitutto in materia liturgica e sacramentale, non entra in Paradiso».


    Io questo piccolo libretto - che sembra più una lettera aperta ai fedeli – l’ho letto (non senza difficoltà, malgrado l’evidente sforzo di Bux per renderlo fruibile ai più) e, nel sentir parlare in quel modo della Sacra Liturgia, con meraviglia e stupore sono riuscito a carpire quel “senso del Sacro”, “del Sacrificio”, di quel “moto” personale e comunitario “dell’azione di Grazie”, di quella “Bellezza” (tanto decantata nelle sale NC) che non avevo inteso nei 12 anni di CN.
    Sì è vero che la celebrazione NC è intesa come “festa” alla quale Cristo ti invita personalmente ma, quando comprendi la grandezza dello Sposo e conosci quale “culto” vuole Gli venga reso, la “forma” e la “grandezza” del rito, con Carità, DEVE ritornare all’ortodossia.


    Larus

    P.S.: cara Mic, è vero che ci sono altre priorità nella vita, ma credo che tu non ti stancherai mai a mettere davanti ad ognuno che desidera camminare con Cristo, la Verità.

    RispondiElimina
  26. Comunque Alino-Alessio non è autore di post in cui si finge di essere altro, vescovi, sacerdoti, ecc..., e "contattandolo" ;), mi garantisce che lo ritiene un comportamento sleale e vile. Quindi è bene che terminino commenti falsamente firmati da presunti vescovi o sacerdoti.
    Non è con la menzogna che si comunica. ma con le opinioni, che non hanno peso in funzione del nome del blogger, ma da quello che si dice.

    tale comportamento è esattamente l'opposto di quello che ha scelto di fare Alino-Alessio ;)

    RispondiElimina
  27. Caro Alessio,
    chi morde o salta sulla sedia è evidente che sei tu... ti senti morso dal dissenso? perché?

    quanto a i temi che pongo, se vuoi, perchè se tu uscissi un attimo dalla contrapposizione con gli NC sul CNC, ti renderesti conto che non sono proprio astrusi, ma una ipotesi che ha preso piede prepotentemente nella Chiesa, e a cui il CNC si è adeguato, ma non ne è certo stato il promotore.

    ti ho detto un migliaio di volte, ma sei ancora qui a riproporci sempre la stessa convinzione, che le cose non stanno proprio come dici tu.

    1. intanto il cammino non è frutto del concilio, ma della pseudo-rivelazione dei tuoi iniziatori perché ha insegnamenti e prassi che vanno ben oltre e ben al di là del concilio, riproponendo non solo ma anche vecchie eresie di stampo gnostico, oltre a tesi luterane e suggestioni veterotestamentarie di portata tale da vanificare la figura e l'Opera di Cristo Signore (il fatto che se ne parli tanto non è sufficiente a permettere un incontro autentico con Lui)

    2. che nella Chiesa il concilio abbi innescato una mutazione genetica che è stata l'humus che ha consentito al cammino di proliferare, è un fatto. In questo hai ragione.

    3. Tuttavia, stiamo assistendo ad un fenomeno inquietante. Sempre più vescovi stanno accogliendo la pastorale neocat: il che significa un ulteriore inquinamento rispetto alla già grama situazione post-conciliare.

    4. Questa realtà, tuttavia, NON CI OBBLIGA nella maniera più assoluta di adeguarci pedissequamente, perché la nostra obbedienza va innanzitutto al Signore, i cui insegnamenti e la cui Persona, riconosciamo integra nella Chiesa VERA, che non è né pre né post conciliare, ma è la Chiesa punto

    5) alcuni di noi la incontrano fisicamente nelle celebrazioni VO, che non appartengono a 'comunità altre', non si basano su rivelazioni spurie, ma sulla Tradizione di Sempre. Quindin se sono "altre", lo sono solo e unicamente nei confronti di tutto quello che nella Chiesa di oggi è "altro", come ad esempio il cammino, del quale riconosciamo l'esistenza perché è una realtà non ignorabile, ma a cui non possiamo in alcun modo aderire per i ben noti motivi, affermando tutta la nostra 'estraneità'. Il fatto che sia una realtà potente e pervasiva non cambia il nostro atteggiamento, perché non sono i numeri né la potenza né i successi umani a dare la misura della verità cui aderire.

    6) altri incontrano la Chiesa viva nella loro fedeltà alla fede ricevuta e nell'abbracciare la Croce del deserto asfittico e pieno molti miraggi in cui stiamo vivendo.

    7) per il resto siamo qui cercando di "rimanere" nel Suo Amore; il che significa anche cercare di realizzare in tutto la volontà del Padre, con i nostri limiti, ma anche con la nostra buona volontà, certi della sua Grazia...

    RispondiElimina
  28. Scusa Mic, ma hai semplicemente verificato con il tuo ultimo commento quello che vo dicendo.

    Inatnto anche io sono convinto del fatto che il CNC non sia frutto del concilio, ma frutto delle stesse "spinte" che hanno prodotto poi il Concilio e il Post Concilio.
    Bisogna andare più indietro e partire dal 1900.

    E quella compenetrazione di cui ti parlo, di eulla convergenza che ti dicevo, la noti anche te, chiamandola "modifica della pastorale". Convergenza verso un punto che si avvicina sempre più al CNC.

    Il resto dipenderà da come il Papa saprà governare questi moti, che sono generalissimi, lo sai bene meglio di tutti.

    Anonimo

    RispondiElimina
  29. Nell'affrontare il tema “Ispirazione e Verità della Bibbia”, che la riflessione teologica ha sempre considerato “due concetti chiave per un’ermeneutica ecclesiale delle Sacre Scritture”, e che tuttavia oggi hanno bisogno di “un approfondimento adeguato”, la Pontificia Commissione Biblica “è chiamata ad offrire il suo specifico e qualificato contributo a questo necessario approfondimento”. Così il Papa nel suo Messaggio inviato, in occasione della plenaria della suddetta Commissione in corso in Vaticano, al cardinale presidente William J. Levada. Richiamando la propria Esortazione apostolica postsinodale “Verbum Domini”, Benedetto XVI ha definito “essenziale e fondamentale per la vita e la missione della Chiesa che i testi sacri vengano interpretati secondo la loro natura” della quale “l’Ispirazione e la Verità sono caratteristiche costitutive”. “Perciò – ha aggiunto - il vostro impegno avrà una vera utilità per la vita e la missione della Chiesa”. “In una buona ermeneutica – ha concluso il Papa - non è possibile applicare in modo meccanico il criterio dell’ispirazione, come pure della verità assoluta, estrapolando una singola frase o espressione. Il piano in cui è possibile percepire la Sacra Scrittura come Parola di Dio è quello dell’unità della storia di Dio” (ex AGENSIR)

    Quindi, riforma della riforma anche nel modo di “trattare” la “Parola” ...
    Cari NC, per caso, vi sentite interpellati anche voi o pensate che le varie “preparazioni” (parola in casa, ammonizioni durante la Liturgia della Parola della Messa, tema, figura, salmo, credo, padre nostro, ...) che fate siano in sintonia con quello che vuole il Santo Padre?
    Sullo statuto c’è scritto che tutto ciò viene fatto assieme al presbitero ma ..., si fa realmente così?


    Saluti dal gabbiano

    RispondiElimina
  30. Bisogna andare più indietro e partire dal 1900.

    se è per questo bisogna partire come minimo dalla rivoluzione francese...

    quanto al cammino bisogna risalire ancora prima: agli gnostici, a Lutero (sedicesimo secolo) nonché all'ebraismo Talmudico (a partire dall'Assemblea di Yavne, poco dopo il 70: la distruzione del Tempio)

    se c'è un moto di convergenza col Cnc, significa che la Chiesa continua a «disorbitare dal suo fine primario» ed è ancora lontana dal «pareggiare la verità», come dice Romano Amerio

    RispondiElimina
  31. cara Mic, è vero che ci sono altre priorità nella vita, ma credo che tu non ti stancherai mai a mettere davanti ad ognuno che desidera camminare con Cristo, la Verità.

    caro Larus, non parlavo in generale, ma rispondevo a Emma sulla inutilità di continuare a 'perder tempo' con Al

    RispondiElimina
  32. sulla inutilità di continuare a 'perder tempo' con Al
    .......

    certo, se lo scopo del "perder tempo" è quello di convertire all'interpretazione che questo blog dà del CNC, allora è davvero inutile.

    Ecco perchè meglio scrivere come anonimo, perchè allora cade il semplice oggetto della "conversione" e se si vuole, si risponde all'opinione portata, senza il fine di "accalappiarlo".

    questa è la sensazione che si prova a dialogare qui: se ti conformi tutto ok, altrimenti sei bandito. Al è bandito, ma le sue opinioni no. Come censurare un'opinione di chi non si sa davvero di chi è?

    RispondiElimina
  33. Anonimo,
    la ragione del tempo perso non è la pretesa di convincere nessuno, è l'assoluta inutilità di affermare con impegno e dovizia di motivazioni cose che vengono puntualmente disattese come se non fossero mai state dette e viene ripresentata, per l'ennesima volta, la versione di Al.
    Mi riferisco al cammino nc e al concilio e alle dovute circostanziate distinzioni.
    Inoltre Al continua a dare per scontata l'adesione all'andazzo post-conciliare che, se purtroppo è valida per la maggior parte dei fedeli, non può né deve essere estesa per default a tutti coloro che prendono coscienza delle 'variazioni' delle essenze avvenuta nella Chiesa, di cui si è discusso e si discute su svariate agorà telematiche e non.

    Se la nostra risposta deve essere "accolgo il cammino perché fa parte giuridicamente della Chiesa" e anche "accolgo le mutazioni genetiche introdotte dal concilio", ciò, in coscienza, non potrà mai avvenire.

    Padronissimo Al di continuare nella sua scelta e qualunque Anonimo di inviarci le sue opinioni che non vengono mai censurate.

    Il 'tempo perso' riguarda opinioni già confutate e regolarmente riproposte. E' ovvio chiedersi e rispondere: che senso ha?

    RispondiElimina
  34. carissima Emma, ma che? Sei in collegamento diretto con il Papa? ...
    La Liturgia, che non è preconciliare, perchè non è mai stata abrogata, non è morta, è una delle due forme dell`unico Rito Romano, è viva, molto viva, sempre più viva

    Per rispondere sempre all'anonimo veneziano ... Leggi quanto pubblica VIS proprio oggi ...



    LITURGIA CHIESA VA AL DI LÀ STESSA "RIFORMA CONCILIARE"
    da VIS notizie - Sala Stampa della Santa Sede di VISarchive 02
    CITTA' DEL VATICANO, 6 MAG. 2011 (VIS)

    Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto i partecipanti al IX Congresso Internazionale di Liturgia promosso dal Pontificio Istituto Liturgico Sant’Anselmo, nel cinquantesimo anniversario di fondazione.

    “Il Beato Giovanni XXIII” – ha ricordato il Papa – “raccogliendo le istanze del movimento liturgico che intendeva dare nuovo slancio e nuovo respiro alla preghiera della Chiesa, poco prima del Concilio Vaticano II e nel corso della sua celebrazione volle che la Facoltà dei Benedettini sull'Aventino costituisse un centro di studi e di ricerca per assicurare una solida base alla riforma liturgica conciliare”.

    Nel riferirsi al titolo del Congresso: "Il Pontificio Istituto Liturgico tra memoria e profezia", il Papa ha affermato che “appartiene alla ‘memoria’ la vita stessa” dell’Istituto “che ha offerto il suo contributo alla Chiesa impegnata nella ricezione del Vaticano II, attraverso un cinquantennio di formazione liturgica accademica”.

    “Con il termine ‘profezia’” – ha sottolineato il Pontefice – “lo sguardo si apre su nuovi orizzonti. La Liturgia della Chiesa va al di là della stessa ‘riforma conciliare’, il cui scopo, infatti, non era stato principalmente quello di cambiare i riti e i testi, quanto invece quello di rinnovare la mentalità e porre al centro della vita cristiana e della pastorale la celebrazione del Mistero Pasquale di Cristo. Purtroppo, forse, anche da noi Pastori ed esperti, la Liturgia è stata colta più come un oggetto da riformare che non come soggetto capace di rinnovare la vita cristiana, dal momento in cui ‘esiste un legame strettissimo e organico tra il rinnovamento della Liturgia e il rinnovamento di tutta la vita della Chiesa”.

    “La Liturgia, (...) vive di un corretto e costante rapporto tra ‘sana traditio’ e ‘legitima progressio’, lucidamente esplicitato dalla Costituzione conciliare ‘Sacrosanctum Concilium’al n. 23. (...) Non poche volte si contrappone in modo maldestro tradizione e progresso. In realtà, i due concetti si integrano: la tradizione include essa stessa in qualche modo il progresso”.

    “Cari amici” – ha concluso il Pontefice – “confido che questa Facoltà di Sacra Liturgia continui con rinnovato slancio il suo servizio alla Chiesa, nella piena fedeltà alla ricca e preziosa tradizione liturgica e alla riforma voluta dal Concilio Vaticano II, secondo le linee maestre della ‘Sacrosanctum Concilium’ e dei pronunciamenti del Magistero”.

    RispondiElimina
  35. Chiedo ad Ale/Alino, poichè non ho la sua mail, di contattarmi sulla mia:

    annarita.2009@gmail.com

    a presto, spero

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo essere stati approvati da uno dei moderatori.

È necessario firmarsi (nome o pseudonimo; non indicare mai il cognome).

I commenti totalmente anonimi verranno cestinati.