mercoledì 15 agosto 2018

Le intoccabili consegne di Kiko e Carmen... e il Cardinal Sarah sulla "distribuzione della comunione sulla mano".

Con in mente le consegne estive kikiane finalizzate a tenere 365 giorni l'anno sotto controllo i suoi, tante volte sprovveduti seguaci, preservandoli il più possibile da sani influssi, mi sono imbattuta nel pensiero di Sua Eminenza il Cardinal Sarah a proposito di distribuzione della Santa Eucarestia. Una cosa recente (pubblicata a febbraio 2018) e che ha avuto la sua risonanza, riportando all'attenzione un dibattito mai spento.

Il Papa Francesco è intervenuto perché, certo, il Cardinale Sarah ha espresso, senza tentennamenti, un'opinione molto radicale e netta. Ma, come si può constatare, il Papa si è limitato a confermare la legittimità della comunione sulle mani ribadendone le condizioni irrinunciabili, per cui la distanza dal modo di riceverla nel cammino resta incolmabile.

Ho trovato questo dibattito estremamente interessante per noi perché ci offre l'occasione di rimarcare, a contrario, la illegittimità assoluta della pratica in uso nel cammino, che nessuno è riuscito a scalfire.
Come ulteriore approfondimento interessante il Card. Burke "Perchè la comunione sulla mano parla della crisi della liturgia e della Chiesa" e la esposizione di padre Angelo Bellon delle varie norme della Chiesa circa il modo di fare la Santa Comunione.


Davanti a questo sorge spontanea una domanda: come mai Sua Eminenza il Cardinal Sarah non fa alcun riferimento al modo di distribuire l'eucarestia nelle comunità del cammino neocatecumenale, così stridentemente in contrasto con le sue indicazioni?

Molto più del modo comune di ricevere l'Ostia nelle mani in processione all'altare e consumandola immediatamente?

Dalle origini del cammino ad oggi (ormai 50 anni!) nessuna modifica è stata apportata alla distribuzione della comunione come consegnata con la catechesi di Kiko e Carmen tratta dal mamotreto iniziale. Solo ci si alza al momento di ricevere - sul palmo delle mani - il pezzo di "pane azzimo" consacrato, spezzato da chi presiede come si fa col pane comune (neppure tagliato con cura), per poi sedersi di nuovo e aspettare il momento in cui tutti insieme si è autorizzati a consumare.


Si può ben immaginare i numerosi frammenti che restano ovunque dopo la distribuzione.

La patèna viene "purificata" subito dopo la celebrazione, sul tavolino preparato per l'offertorio, e mentre i fratelli fanno il "liturgico" balletto finale intorno alla mensa.

Nulla avanza del Pane consacrato, per cui per le celebrazioni neocatecumenali l'Altare è inutile, come inutile è il Tabernacolo. Questa è la Chiesa all'avanguardia, dell'esperienza pilota del cammino di Kiko Argüello che la Chiesa tollera o fa finta di ignorare!

Anche nella prefazione del card.Sarah manca ogni riferimento specifico al cammino e questo viene sfruttato da Kiko e dai catechisti per "spiegare" ai fratelli che, come volevasi dimostrare, i richiami sono per i Cattolici della domenica, non per i neocatecumeni, che sono sufficientemente catechizzati per potersi comunicare come cavolo gli pare (il famoso "laboratorio liturgico" a questo punto riconosciuto tale dalla Chiesa!). Essi sono un'élite di iniziati e le loro celebrazioni Eucaristiche di nicchia, per gente preparata, come la Chiesa stessa attesta. Beati loro!

Pubblichiamo qui sotto ampi stralci (qui la versione integrale) della prefazione scritta dal Prefetto della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti, Cardinale Robert Sarah al libro di don Federico Bortoli: "La distribuzione della comunione sulla mano. Profili storici, giuridici e pastorali" che svela forzature e sotterfugi con i quali è stata concessa la comunione sulla mano. E avverte: "Perché ci ostiniamo a comunicarci in piedi e sulla mano? Questa è una questione importante su cui la Chiesa di oggi deve riflettere per favorire un ripensamento generale sul modo di distribuire la Santa Comunione".

La Provvidenza, che dispone sapientemente e soavemente tutte le cose, ci offre la lettura del libro La distribuzione della Comunione sulla mano, di don Federico Bortoli, proprio dopo aver celebrato il centenario delle apparizioni di Fatima. Prima dell’apparizione della Vergine Maria, nella primavera del 1916, l’Angelo della Pace apparve a Lucia, Giacinta e Francesco, e disse loro: «Non abbiate paura, io sono l’Angelo della Pace. Pregate con me». (…) Nella primavera del 1916, alla terza apparizione dell’Angelo, i bambini si resero conto che l’Angelo, sempre lo stesso, teneva nella sua mano sinistra un calice, sul quale era sospesa un’ostia. (…) Diede la santa Ostia a Lucia, e il Sangue del calice a Giacinto e Francesco, che rimasero in ginocchio, mentre diceva: «Prendete e bevete il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati. Riparate i loro crimini e consolate il vostro Dio». L’Angelo si prostrò nuovamente a terra ripetendo con Lucia, Giacinta e Francesco ancora tre volte la stessa preghiera.

L’Angelo della Pace, quindi ci indica come noi dobbiamo comunicare al Corpo e al Sangue di Gesù Cristo. La preghiera di riparazione dettata dall’Angelo, purtroppo, è tutt’altro che obsoleta. Ma quali sono gli oltraggi che Gesù riceve nell’Ostia santa, per i quali bisogna riparare? In primo luogo sono gli oltraggi contro il Sacramento stesso: le orribili profanazioni, di cui alcuni ex-satanisti convertiti hanno dato notizia e raccapricciante descrizione; oltraggi sono anche le Comunioni sacrileghe, ricevute non in grazia di Dio, o non professando la fede cattolica (mi riferisco a certe forme della cosiddetta ‘intercomunione’). In secondo luogo costituisce oltraggio a Nostro Signore tutto ciò che potrebbe impedire la fruttuosità del Sacramento, soprattutto gli errori seminati nelle menti dei fedeli perché non credano più nell’Eucaristia. Le terribili profanazioni che si svolgono nelle cosiddette ‘messe nere’ non feriscono direttamente Colui che nell’Ostia è oltraggiato, terminando solo sugli accidenti del pane e del vino.

Certo, Gesù soffre per le anime dei profanatori, per i quali ha versato quel Sangue che essi così miseramente e crudelmente disprezzano. Ma Gesù soffre di più quando lo straordinario dono della sua divino-umana Presenza eucaristica non può portare i potenziali effetti nelle anime dei credenti. E allora si capisce come il più insidioso attacco diabolico consista nel cercare di spegnere la fede nell’Eucaristia, seminando errori e favorendo un modo non confacente di riceverla; davvero la guerra tra Michele e i suoi Angeli da una parte, e lucifero dall’altra, continua nel cuore dei fedeli: il bersaglio di satana è il Sacrificio della Messa e la Presenza reale di Gesù nell’Ostia consacrata. Questo tentativo di rapina segue a sua volta due binari: il primo è la riduzione del concetto di ‘presenza reale’. Molti teologi non cessano di dileggiare o di snobbare – nonostante i continui richiami del Magistero – il termine ‘transustanziazione’. (…)

Vediamo ora come la fede nella presenza reale può influenzare il modo di ricevere la Comunione, e viceversa. Ricevere la Comunione sulla mano comporta indubbiamente una grande dispersione di frammenti; al contrario, l’attenzione alle più piccole bricioline, la cura nel purificare i vasi sacri, non toccare l’Ostia con le mani sudate, diventano professioni di fede nella presenza reale di Gesù, anche nelle parti più piccole delle specie consacrate: se Gesù è la sostanza del Pane Eucaristico, e se le dimensioni dei frammenti sono accidenti soltanto del pane, ha poca importanza quanto un pezzo di Ostia sia grande o piccolo! La sostanza è la medesima! È Lui! Al contrario, la disattenzione ai frammenti fa perdere di vista il dogma: pian piano potrebbe prevalere il pensiero: “Se anche il parroco non fa attenzione ai frammenti, se amministra la Comunione in modo che i frammenti possano essere dispersi, allora vuol dire che in essi non c’è Gesù, oppure c’è ‘fino a un certo punto’”.

Il secondo binario su cui si snoda l’attacco contro l’Eucaristia è il tentativo di togliere dal cuore dei fedeli il senso del sacro. (…) Mentre il termine ‘transustanziazione’ ci indica la realtà della presenza, il senso del sacro ce ne fa intravedere l’assoluta peculiarità e santità. Che disgrazia sarebbe perdere il senso del sacro proprio in ciò che è più sacro! E come è possibile? Ricevendo il cibo speciale allo stesso modo di un cibo ordinario . (…) Il Concilio Vaticano II, nella Sacrosanctum Concilium, ricorda quanto siano importanti i gesti, gli atteggiamenti del corpo, i segni esterni e il loro grande valore pedagogico (cfr. SC, 30, 33). Quindi, alla presenza reale di un amore speciale (dilectio specialis), si addice un culto speciale, una lode speciale, thema laudis specialis (sequenza Lauda Sion) e un modo di riceverlo speciale: non come un pane comune.

San Pio X, per ammettere i bambini alla prima Comunione, richiedeva non che sapessero spiegare ‘sostanza’ e ‘accidenti’, ma che ritenessero il pane eucaristico diverso dal pane comune (cfr. Decreto Quam singulari, 7 agosto 1910); questa è la prima nozione, la condizione sine qua non, il primo seme che poi si potrà sviluppare in una comprensione maggiore (il balbettio della teologia in attesa di contemplare Gesù non più velato); se un bambino riceve il Pane Eucaristico nello stesso modo in cui riceve una caramella dalla mamma, quale senso del sacro potrà avere?

La liturgia è fatta da molti piccoli riti e gesti – ognuno di essi è capace di esprimere questi atteggiamenti carichi di amore, di rispetto filiale e di adorazione verso Dio. Proprio per questo è opportuno promuovere la bellezza, l’appropriatezza e il valore pastorale di una pratica sviluppata durante la lunga vita e tradizione della Chiesa, cioè l’atto di ricevere la Santa Comunione sulla lingua e in ginocchio. La grandezza e la nobiltà dell’uomo, così come la più alta espressione del suo amore verso il suo Creatore, consiste nel mettersi in ginocchio davanti a Dio. Gesù stesso ha pregato in ginocchio alla presenza del Padre. (…)

A tal proposito vorrei proporre l’esempio di due grandi santi dei nostri tempi: san Giovanni Paolo II e santa Teresa di Calcutta. L’intera vita di Karol Wojtyła è stata segnata da un profondo rispetto per la Santa Eucaristia. (…) Malgrado fosse estenuato e senza forze (…) si è sempre imposto di inginocchiarsi davanti al Santissimo. Era incapace di inginocchiarsi e alzarsi da solo. Aveva bisogno di altri per piegare le ginocchia e poi alzarsi. Fino ai suoi ultimi giorni, ha voluto darci una grande testimonianza di riverenza al Santissimo Sacramento. Perché siamo così orgogliosi ed insensibili ai segni che Dio stesso ci offre per la nostra crescita spirituale e la nostra intima relazione con Lui? Perché non ci inginocchiamo per ricevere la santa Comunione sull’esempio dei santi? È veramente troppo umiliante prostrarsi e stare in ginocchio davanti al Signore Gesù Cristo? Eppure, «Egli, pur essendo nella condizione di Dio, […] umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e ad una morte di Croce» (Fil 2, 6-8).

Santa Madre Teresa di Calcutta, religiosa eccezionale che nessuno oserebbe trattare da tradizionalista, fondamentalista o estremista, la cui fede, santità e dono totale di sé a Dio e ai poveri sono da tutti noti, aveva un rispetto ed un culto assoluto verso il Corpo divino di Gesù Cristo. Certamente, ella toccava quotidianamente la “carne” di Cristo nei corpi deteriorati e sofferenti dei più poveri dei poveri. Eppure, riempita di stupore e di rispettosa venerazione, Madre Teresa si asteneva di toccare il Corpo transustanziato del Cristo; piuttosto ella lo adorava e lo contemplava silenziosamente, rimaneva per lungo tempo in ginocchio e prostrata davanti a Gesù Eucaristia . Inoltre, ella riceveva la Santa Comunione nella sua bocca, come un piccolo bambino che si lasciava umilmente nutrire dal suo Dio.

La Santa si rattristava ed era in pena allorché vedeva i cristiani ricevere la Santa Comunione nelle loro mani. In più ella affermò che, secondo quanto era di sua conoscenza, tutte le sue sorelle ricevevano la Comunione soltanto sulla lingua. Non è questa l’esortazione che Dio stesso rivolge a noi: «Sono io il Signore tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto; apri la tua bocca, la voglio riempire»? (Ps 81,11).

Perché ci ostiniamo a comunicare in piedi e sulla mano? Perché questo atteggiamento di mancanza di sottomissione ai segni di Dio? Che nessun sacerdote osi pretendere di imporre la propria autorità su questa questione rifiutando o maltrattando coloro che desiderano ricevere la Comunione in ginocchio e sulla lingua: veniamo come i bambini e riceviamo umilmente in ginocchio e sulla lingua il Corpo di Cristo. I santi ci danno l’esempio. Loro sono i modelli da imitare che Dio ci offre!

Ma come è potuta diventare così comune la prassi di ricevere l’Eucaristia sulla mano? La risposta ci viene data, supportata da una documentazione finora inedita, straordinaria per qualità e mole, da don Bortoli. Si è trattato di un processo tutt’altro che limpido, una transizione da quanto concedeva l’istruzione Memoriale Domini al modo oggi così diffuso. (…) Purtroppo, come per la lingua latina, come per una riforma liturgica che avrebbe dovuto essere omogenea con i riti precedenti, una concessione particolare è divenuta il grimaldello per forzare e svuotare la cassaforte dei tesori liturgici della Chiesa . Il Signore conduce il giusto per ‘vie dritte’ (cfr. Sap 10,10), non per sotterfugi; quindi, oltre alle motivazioni teologiche mostrate sopra, anche il modo con cui si è diffusa la prassi della Comunione sulla mano appare essersi imposto non secondo le vie di Dio.


Tre livelli, infine vogliamo qui evidenziare; tre punti irrisolti:

Il primo:
Il Cardinal Sarah è a conoscenza del modo di ricevere la comunione nelle celebrazioni eucaristiche del sabato sera per comunità, nelle salette delle parrocchie? Si rende conto che non menzionando il cammino neocatecumenale ne avalla la segregazione? Che, di fatto, la tratta come una realtà a parte, dal momento che, come sembra, la tiene fuori dalle sue raccomandazioni che sono palesemente contrarie al modo di ricevere la comunione nelle comunità? Questo confermerebbe, al di là delle sue migliori intenzioni, la catechesi di Kiko e Carmen di essere un "laboratorio liturgico", un'esperienza pilota nella Chiesa che mostra un punto d'arrivo nella piena maturità. Ai neocatecumeni è concesso tutto perché sufficientemente catechizzati (a differenza degli ignoranti cristiani della domenica), un'élite nella Chiesa, una esperienza di nicchia per "eletti" privilegiati. Questo il messaggio che resta.

Il secondo:
Leggere questa prefazione cosa detta alla coscienza dei Parroci che ospitano il cammino nelle loro parrocchie e, tante volte, presiedono personalmente le celebrazioni, avallando gli abusi? E cosa detta alla coscienza dei sacerdoti che prestano il loro servizio e dei presbiteri - ordinati o no nei R.M. - che fanno il cammino anche loro e celebrano regolarmente l'eucarestia in comunità o, peggio, nelle convivenze dove, a volte, l'assemblea è composta da centinaia di fratelli che si comunicano tutti insieme, seduti al loro posto, con il pane consacrato affidato alle loro mani per tempi anche lunghi?

Il terzo:
E infine i fratelli, i camminanti, cosa fanno venendo a conoscenza di queste cose? Continuano a seguire tutti indistintamente il solo modo di comunicarsi contemplato e praticato nelle eucarestie delle comunità, senza porsi domande?
Un appello accorato:
Perché non provate a chiedere di ricevere la comunione in bocca, magari in ginocchio? Provate! Avete letto che neanche il Parroco si può opporre a chi, liberamente, desiderasse ricevere così il Corpo di Cristo? Provate per conoscere la reazione, in primis, di Kiko e degli itineranti e poi dei vostri catechisti e magari degli stessi fratelli della vostra comunità!

Tre livelli! Un'ultima risolutiva domanda:
La responsabilità più grande, alla fine, di chi è?

27 commenti:

  1. IL CAMMINO NEOCATECUMENALE AVVELENA ANCHE TE!
    DIGLI DI SMETTERE!

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  2. "Si rende conto che non menzionando il cammino neocatecumenale ne avalla la segregazione?".
    Io, cara Pax, la intendo diversamente. Il card. Sarah omette il rito neocatecumenale semplicemente perché per lui non esiste. La sua trattazione concerne "La distribuzione della comunione sulla mano. Profili storici, giuridici e pastorali" e la ricezione nel Cammino non ha alcun profilo di questo genere, è semplicemente un abuso, un illecito. Discuterne nella trattazione avrebbe significato concedergli dignità. Kiko può riferire ciò che vuole, ma non esiste un rito neocatecumenale con il Pane trattenuto nelle mani e consumato poi tutti assieme, presbitero e fedeli. Questa prassi non possiede un profilo storico, giuridico, pastorale, è semplicemente un abuso.

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  3. Può darsi che io veda la questione in modo troppo limitato, ma non condivido il primo dei "punti irrisolti".

    Senz'altro il cardinale è a conoscenza del modo NC di ricevere la comunione e senz'altro non lo approva, non c'è bisogno che lo dica esplicitamente menzionando il CN, dal momento che già ha criticato la Comunione sulla mano; il modo NC, che è ancora peggio, mi pare che ricada per forza nella sua critica.

    Forse è vero che non menzionando il CN ne "avvalla la segregazione" (ma qsto può essere 1 bene per la Chiesa) , di certo non ne avvalla il comportamento (e la dottrina che ci sta dietro); ignorarlo non significa che lo approva come "esperienza pilota" della Chiesa o élite di cristiani privilegiati.
    Al contrario! Significa che non lo ritiene degno di menzione perché "troppo" sbagliato, talmente sbagliato da non considerarlo di fatto una realtà espressione della Chiesa.
    Significa evidenziarne la differenza (che spesso ai NC fa comodo dissimulare ma che nell'aspetto della Comunione è enormemente palese) con gli altri veri movimenti ecclesiali.

    Ovviamente questa è la mia opinione, che io posso dire ...
    D'altra parte, che bisogno c'è di chiamare il CN per nome e cognome per dire che sbaglia?
    Una volta detto ciò che è giusto e ciò che è sbagliato (e dalle sue parole appare ovvio che la Comunione NC è sbagliata ) sta poi a chi ascolta avere gli occhi, il cuore e la mente aperti per capire chi si comporta bene e chi no.

    Mi pare lo stesso atteggiamento tenuto dal Papa tutte le volte che rivolge la parola ai NC: esortare, ripetere e ripetere sempre le medesime correzioni e indicazioni , al fine di mettere in luce la verità della Parola e della Presenza di Gesù e mostrare le "due vie" quella del bene e quella del male, nella speranza che ciascun cuore si decida per la scelta di bene.

    Del tutto d'accordo invece sugli altri due punti: domande cruciali che vanno al cuore del problema, anzi, più che del problema NC, della sua SOLUZIONE ..

    .. ognuno che voglia amare Gesù deve fare la sua parte, dal più piccolo al più grande, .. dai fratelli NC a cui interessa davvero 1 percorso di fede (e non appena lo stare in 1 gruppo come rimedio alla solitudine o mezzo di gratificazione) , ai cattolici che conoscono il CN per quello che veramente è (setta solo apparentemente cattolica) ..

    ma soprattutto ai SACERDOTI ..
    condivido le domande e l'accorato appello alla coscienza dei sacerdoti ..
    quelli che "approvano" perché di formazione NC, quelli che "simpatizzano" per ottenere vantaggi, quelli che "tollerano" per non avere fastidi, quelli che si prestano "saltuariamente" per "fare 1 favore" e far vedere che nn fanno "differenze di persone", mettendo sullo stesso piano tutti i movimenti che chiedono la loro attenzione ..

    quanto bene, secondo me, PUÒ fare 1 sacerdote che si ponga davvero in coscienza queste domande e si RICORDI, ciò che gli è stato trasmesso col Sacramento dell'Ordine .. di essere (prima di qualsiasi altra cosa) colui che lascia agire Gesù attraverso la sua persona, allora come può non comunicarsi per primo al Suo Corpo e al Suo Sangue perché sia poi Gesù stesso a comunicare Se Stesso ad ogni fedele che partecipa all'Eucaristia?

    A volte, soffiando sui focolai di incendio per cercare di spegnerli, finisce che gli si dà più ossigeno e quelli si alimentano e aumentano ..
    ma se invece, a cominciare dal più piccolo dei parroci (quindi non la soluzione eclatante che scende dall'alto, ma quella silenziosa che sale dal basso), i sacerdoti cominciassero a dire NO alle richieste NC .. tanti piccoli no .. lascierebbero senza ossigeno il CN che semplicemente si dissolverebbe in cenere.

    Ma l'appello non basta, le parole (nel mio piccolo anch'io ho già provato) non bastano, occorre unire la preghiera, l'adorazione al Santissimo.

    Grazie Pax di aver trattato di nuovo questo argomento.

    Roberta

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  4. Abbiamo discusso tante volte la questione della "comunione sulle mani" perché è particolarmente importante dal punto di vista teologico: il modo in cui tratti l'Eucarestia, spiega moltissimo della tua fede.

    Ora, il Concilio Vaticano II non ha mai richiesto la "comunione sulle mani". Al pari del "girare gli altari verso il popolo" e di altre strane robe, è una novità di sapore protestante che, con la scusa del Concilio, è stata calata addosso al popolo cristiano.

    Si può devotamente assistere alla Messa celebrata su un "altare girato" (cioè col prete che guarda in faccia il popolo, anziché essere rivolto anche lui verso Dio), ma occorre più sforzo (più concentrazione, più pazienza, ecc.) rispetto alla maniera tradizionale. Si può devotamente fare la "comunione sulle mani", ma occorre più sforzo (più attenzione, più pazienza, più metodo, ecc.) rispetto alla maniera tradizionale. Si tratta insomma di novità che non facilitano, ma rendono più difficile vivere santamente la Messa.

    Ricordiamo inoltre che la "comunione sulla mano" non è prevista dai libri liturgici ma è solo un indulto temporaneo delle singole conferenze episcopali. Cioè è un permesso che teoricamente potrebbe essere eliminato da un giorno all'altro e senza che le conferenze episcopali debbano giustificarne i motivi.

    Purtroppo è difficile che la CEI cancelli quell'indulto (che peraltro, in quel fatidico luglio 1989, passò con una votazione risicatissima che avvenne nel momento in cui i principali vescovi oppositori erano assenti o malati). È difficile per vari motivi:

    1) i preti postconciliari credono erroneamente che amministrare la Comunione "sulle mani" faccia loro risparmiare tempo (allungano le prediche ma hanno paura di perdere un minutino in più nella distribuzione dell'Eucarestia);

    2) i laici clericalizzati credono erroneamente che la Comunione "sulle mani" sarebbe una comodità e addirittura un privilegio che nessuno dovrebbe togliere loro;

    3) i vescovi postconciliari sanno bene che è facile introdurre una moda protestante (tutto il clero ubbidisce volentieri ed è unito nel perseguitare i sacerdoti che non si adeguano) ma nessuno ubbidirebbe qualora comandassero di non seguire più quella moda;

    4) solo papa Francesco è favorevole alla "comunione sulle mani", ma non è detto che lo sarà anche il successore; intanto Giovanni Paolo II la amministrava solo "alla bocca", e Benedetto XVI la amministrava solo "alla bocca e in ginocchio". Dunque, di questi tre papi, chi è che sbaglia?

    (per chi volesse riflettere sui motivi per sconsigliare la "comunione sulle mani", segnaliamo l'agevole libretto Comunione sulla mano? NO! pubblicato nel 1989 a cura di un gruppo di cattolici, quando purtroppo era ormai troppo tardi...).

    I fratelli del Cammino Neocatecumenale sono particolarmente ossessionati dalla questione. Fanno la Comunione "sulle mani", stando "tutti seduti", tenendo sotto sequestro la particola in attesa che scatti il segnale manducatorio: perciò, ogni ragione a favore della "comunione sulle mani" è peggio di una pugnalata nella schiena per il neocatecumenalismo, perché dimostra che la diabolica "teologia" di Kiko e Carmen, con la scusa dei "cristiani adulti", promuove un rapporto sbagliato con l'Eucarestia, riducendola a una specie di "sacro snack di unità fraterna".

    Non si tratta di "tradizionalismo", ma di «sapere e pensare chi si va a ricevere»: se lo tratti come uno "snack", significa che per te è davvero uno snack, e significa che per te la Chiesa avrebbe sbagliato per decine di secoli a promuovere sempre la Comunione "alla bocca e in ginocchio".

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  5. Un singolare esempio di come si debba intendere il rapporto che si viene a creare tra il sacerdote e il suo Dio lo possiamo leggere in queste parole scritte da una mistica cattolica contemporanea, Madre Trinidad della Santa Madre Iglesia : “Dove sono gli angeli per dare a Dio la gloria che gli dà il sacerdote di Cristo? Dov’è una creatura creata che sia innalzata alla dignità terribile di far scendere dai cieli il Dio vivo? Quando mai si è vista tutta la corte celeste, prostrata volto a terra in attesa sorprendente, adorare questo momento terribile in cui tu, sacerdote, pronunci su questo pezzetto di pane le parole di consacrazione e di vita che fanno correre qui rapido, davanti al tuo comando, lo stesso Dio intoccabile a introdursi in quell’ostia bianca per essere offerto da te all’immensità della Maestà divina?”.(73 – Madre Trinidad della Santa Madre Iglesia Il grande momento della Consacrazione, Città del Vaticano 2000, p. 7 evidentemente “con licenza ecclesiastica”).
    Mi sembra definitivo.

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  6. Il Cardinale Sarah conosce senz'altro l'Eucaristia come la celebrano i neocatecumenali perché ne ha vista almeno una alla Domus Galilea e ha piantato un casino che la metà bastava. E non dice nulla per non dare ispirazione a teste calde.
    Giovanni

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    1. Non dice nulla perché, essendo il Prefetto della Congregazione per il Culto Divino - come mi ha detto stamane un mio amico teologo che segue l'Osservatorio - ha inteso parlare alla Chiesa Universale e non a un movimento di un milioncino di adepti.
      Il Cammino, come giustamente ha osservato Roberta, è compreso nella critica per la parte concernente la Comunione nelle mani. Per il resto, come sappiamo bene, la celebrazione del Cammino non esiste, è abusiva, non ha titolo per entrare in una trattazione che affronta i "profili storici, giuridici e pastorali" di una prassi comunque ammessa.

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  7. Comprendo tutte le argomentazioni portate e probabilmente nella mente del Cardinale è precisamente come dite voi.
    Ma io parlo come una che ha vissuto a lungo nel cammino.
    Di correttezza di studio e argomentazioni non comprendo un'acca e non mi interessa in questo preciso contesto. Voglio dire un'altra cosa. Per la quale continuo a ritenere che Sarah, Parroci, Vescovi, Cardinali e Papa Francesco dovrebbero darsi una svegliata tutti.
    Dunque parlo di quanto io posso, in coscienza, e debbo testimoniare.
    Kiko non ha alcuna retta coscienza, come non l'aveva Carmen che mai ha "ascoltato" quanto la Chiesa le diceva, soprattutto a proposito dell'Eucarestia neocatecumenale, sua creatura più che di Kiko, senza dubbio alcuno.
    Io descrivo semplicemente l'effetto del silenzio di Sarah DENTRO IL CONTESTO DEL CAMMINO in questo caso.
    E vi assicuro che è quello che ho descritto.
    Nella loro disonestà morale, si rallegrano del silenzio su di loro e TIRANO UN SOSPIRO DI SOLLIEVO, perché sanno bene che per la Chiesa sono in torto per cui gongolano di non essere messi alle strette e... Ne approfittano e...rigirano la frittata: "Vedete? Parlano della distribuzione del Pane e di come si consuma e A NOI NON IMPONGONO NULLA, perché noi siamo avanti! ...laboratorio liturgico, futuro della Chiesa adulta, noi siamo catechizzati sui segni, NOI POSSIAMO!".
    Lo stesso vale per il Papa quando non impone loro esplicitamente di rispettare le correzioni, richiamandoli per la loro disobbedienza intollerabile, si dice: a buon intenditor poche parole....ma questi non intendono neanche se parli chiaro!
    Volete un esempio? Quando qualche parola chiara veniva loro rivolta Carmen se ne usciva con un vergognoso: "Cosa ha detto il Papa? Io non ho capito!" E Kiko lasciava cadere l' argomento. Allora se ricevono elogi suonano le trombe, se vengono ripresi insabbiano tutto in cinque secondi cinque!
    Mi riferisco a tanti anni fa, dopo un incontro nell'aula Nervi dove Kiko e Carmen si aspettavano, perché lo avevano sollecitato, un riferimento del Papa esplicito alla necessità di seguire nel neocatecumenato "lo spirito degli iniziatori" (pensate che presuntuosi?!) e il Papa Giovanni Paolo II - che già aveva subito l'inganno della Lettera "Ogniqualvolta" - disse chiaramente che tutto andava fatto obbedendo docilmente e sotto la direzione dei Vescovi Ordinari. Gli prese un colpo, ma cosa cambiò? Zero.
    Questi sono!
    Questo io denuncio, non smetterò mai di denunciare.
    Dal momento che penso che vanno fermati.
    ................

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  8. .......................l
    Dal momento che penso che vanno fermati.
    Per il dolore grande che provo ogni volta che leggo cose come questa di Sarah e penso allo sconcio che avviene nelle eucarestie del cammino, sento il bisogno di lanciare un appello.
    Dunque, tutto quello che dite è vero...ma intanto l'abuso continua, le dissacrazioni pure, i frammenti dispersi in gran numero anche.
    Ci sono luoghi abbastanza dignitosi dove si celebra nel cammino.
    Ci sono anche responsabili più o meno zelanti.
    Ma ci sono anche tanti posti indecorosi.
    Una cosa tanto preziosa affidata a chicchessia, con una sciatteria e superficialità a volte indescrivibili e inescusabili.
    No, così non si può più tollerare.
    Nelle comunità il Corpo di Cristo si mangia precisamente come un "pane comune" a pezzi, a morsi. Ricordo che nelle comunità con pochi fratelli, a volte, il pezzo di pane era anche molto grande e dovevi morderlo più volte, non potevi mangiarlo in un boccone solo. Come pane comune, così viene trattato. Perché ciò che conta è il "segno" ....ricordate? Quindi il "pane che va a male" proprio perché non è per essere conservato ma per essere mangiato.
    Le briciole cadono, come avviene, ma...visto che è pane!?! Che fa.
    Cosa vuoi che ci sia di male?
    È il vino...rosso come il sangue...devi bere un gran sorso....ciò che conta è il gusto...che sia dolce, che sia buono da bere...
    Tutto così.
    Ci sono tanti risvolti, ognuno dei quali peggiora il quadro e rimarca la incolmabile distanza dalla Santa Eucarestia di Santa Madre Chiesa.

    Pax

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  9. Condivido la sofferenza di Pax per il fatto che mai, se non per alcune iniziative di vescovi che hanno poi dovuto affrontare, isolati, dure lotte intestine alla diocesi e attacchi esterni, sia stata dato uno stop agli abusi eucaristici del cammino.
    È vero, c'è stata la lettera di Arinze, ma le disposizioni dovevano essere emanate nuovamente, se risultavano non essere rispettate, oppure il Cammino sanzionato, invece d'essere approvato uno statuto-burletta.
    Il cardinal Sarah probabilmente ne è a conoscenza, ma forse, prendendo l'occasione della recensione al libro di don Bortoli, ha preferito stigmatizzare ciò che ritiene possa essere all'origine di tutte le storture, e cioè la prassi invalsa della comunione sulla mano, che da concessione particolare sembra essere diventata uso comune,a volte l'obbligo, e l'impossibilità, nelle comuni Messe, di comunicarsi inginocchiati.
    Noi sappiamo che non è così, che il Cammino, come ci ricorda Pax, e Carmen se ne faceva un vanto, è stato un laboratorio liturgico, ha introdotto cioè la comunione sulla mano quando ancora la Chiesa non l'aveva concessa ed ora attende che passino anche le ulteriori prassi, come la "comunione tutti insieme seduti attorno alla mensa".
    Intendo dire: non è deprecando la comunione sulla mano, fatta comunque in processione, con possibilità quasi nulle di dispersione di frammenti, che si smantellerà il laboratorio liturgico del cammino, anzi! Venisse anche reintrodotta la comunione alla bocca per tutti, e non venisse mai riprovato palesemente e con forza il Cammino, nulla cambierebbe.
    Sono solo un milione di persone sul pianeta? È vero, ma non dimentichiamo che sono incistati nelle parrocchie, in alcuni casi le governano totalmente, in alcune città sono largamente presenti, una città per tutte, Roma.
    Ebbene, che si tolleri, alle porte del Vaticano, l'arbitrio liturgico è uno scandalo che non può non rattristare e scuotere profondamente.

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    1. Concordo pienamente. Se un giorno la Chiesa tornasse alla Comunione presa obbligatoriamente sulla bocca, che farebbe Kiko? Questo i camminanti se lo dovrebbero chiedere. Lo considerino un "esperimento" mentale.
      Io credo che disubbidirebbe e, penso, anche la maggior parte dei camminati.
      I camminanti, almeno la maggior parte, sa bene che Kiko, quando si tratta di segni che riguardano la SOSTANZA del Cammino, difficilmente è disposto a ubbidire, anche se tali segni manifestassero come il Cammino, proprio nella sostanza, sia qualcosa di diverso che la Chiesa

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    2. Domanda retorica, ovviamente continuerebbero a fare come oggi, come sempre.

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  10. La comunione sulle mani nel Cammino esiste dal 1964, quindi ben 25 anni di abusi contro la Madre Chiesa. Il Cammino è fondato sugli abusi e sulla disobbedienza, sull'arroganza demoniaca di pensare di far meglio della Chiesa.
    Se questo è successo al principio figuriamoci il resto come è stato costruito

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    1. C'è da meditare. Per 25 anni Kiko è andato contro le norme della Chiesa! I santi non l'avrebbero mai fatto

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  11. Io ho sempre ricevuto e tutt'ora ricevo la Comunione sulla bocca, ma poiché oggi, almeno qui in Italia, la Chiesa permette di ricevere la Comunione nelle mani, ammetto che è lecito riceverla anche così, purché lo si faccia con rispetto, come raccomanda l'istruzione dei Vescovi.
    E' però evidente che tale prassi non semplifica i problemi ma li moltiplica e in quanto occorre fare molta attenzione affinché le Ostie non vengano rubate, affinché non cadano dei frammenti (occorrerebbe sempre il piattino, anche quando si prende l'Ostia sulla bocca), ecc. Occorrerebbero perciò delle catechesi periodiche.

    Il Problema del Cammino sul modo di ricevere la Comunione è comunque grave in quanto i camminanti, nel ricevere la Comunione, non seguono le istruzioni date dai Vescovi. E se è vero che lo Statuto ammette l'UNICA eccezione che la possano ricevere al proprio posto, specifica che devono riceverla IN PIEDI (e perciò consumarla in piedi, visto che non si può né si deve aspettare).

    Ma il problema ancora più grande è che nelle Messe del Cammino vengono consacrate delle focacce, cosa proibita.
    Non solo, queste focacce spesso contengono ingredienti non previsti, come olio o uvetta, che rendono la consacrazione INVALIDA. Cioè non avviene la transustanziazione e perciò non c'è Messa.
    Ma quando la focaccia è composta di sola farina è peggio, perché avviene la Consacrazione e allora i frammenti che rimangono e che i camminanti calpestano con noncuranza, sono il Corpo di Gesù.

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  12. Trovo su internet una foto di Sarah che celebra una eucaristia alla domus. Risposte alla mia domanda ovvia?
    Manuel

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  13. Buonasera,io sto leggendo il libro del Cardinale Sarah,La Forza del Silenzio,libro, bellissimo, veramente mentre lo leggo sento la presenza del Signore.Comunque nel libro il Cardinale è molto chiaro su come la pensa sull' argomento Eucarestia, certamente non addita nessuno, però fa capire benissimo,che non accetta l' Eucarestia del Cammino.Leggete questo libro,ci apre la mente e il cuore.

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    1. Grazie Anonimo, lo farò senz'altro.
      Lettura e silenzio, di questo sento un grande bisogno in questi tempi.
      Poi che dia altri spunti sull'Eucarestia mi incuriosisce ancor più.

      Pax

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    2. Segnalo un bell'articolo di Rebel sul libro del Cardinal Sarah: Entriamo nella sua dimora.

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    3. Il Cardinale Sarah ci dà indicazioni chiare e vivide sul comportamento da tenere nella propria vita spirituale, per trarre giovamento da ogni dono celeste.
      Nel suo interno non nomina i neocatecumenali ma fa chiaro riferimento anche a loro, precisando quanto nocivo e indegno sia vivere l' Eucarestia come fosse un banchetto effimero, come un simbolo da ricordare, niente più.
      Il porporato, con le sue indicazioni, suscita domande del genere: Quanto rispetto e devozione dimostro al Dio altissimo che mi si dona in cibo, se lo ricevo come fosse un cracker? Se cadesse il velo dai miei occhi e potessi vederlo in tutta la Sua gloria che fa prostrare a terra gli angeli, Lo riceverei davvero come fosse una pizzetta, o piuttosto con la massima devozione, in ginocchio e senza mani?
      Grazie Valentina, nell' articolo che citi si parla della dimora del Signore, laddove il comportamento spontaneo di chi ama dovrebbe risolversi in azioni decorose, rispettose e di assoluta attenzione oltre che di felice prostrazione ai piedi dell' Amato.

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  14. "Nulla avanza del Pane consacrato, per cui per le celebrazioni neocatecumenali l'Altare è inutile, come inutile è il Tabernacolo. "

    Trovo questa frase di Pax eccellente, lucida e precisa.
    Ho sostenuto più volte con i Pasqualoni che se in tutto il mondo per assurdo si operasse come nel cammino, sparirebbero immediatamente tutti i Tabernacoli , tutti gli altari e forse anche tutte le chiese cattoliche.
    Un risultato tale che al confronto tutte le eresie degli ultimi 2.000 anni messe insieme sembrerebbero una barzelletta.

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    2. Lo scenario che tu descrivi l'ho visto disegnarsi ai miei occhi e nel mio cuore mille volte.
      Iniziai gli ultimi anni di cammino a riflettere su questo, con dolore, cercando di capire perché me ne rendevo conto solo dopo 30 anni, ma con una tale chiarezza da restarne terrorizzata e mi chiedevo: "ma a cosa sto collaborando?"
      La trasformazione a cui sono sottoposte le Parrocchie totalmente kikizzate ne è prova e dimostrazione incontestabile. Un orrore. Come in molti recenti post ha illustrato Valentina Giusti molto bene.
      Ma dietro lo stravolgimento architettonico e pittorico e dei segni c'è uno stravolgimento più devastante: strappare dal cuore della Chiesa il tesoro d'Amore e di Salvezza più grande. Questo è solo opera del demonio. Solo lui può compiacersi di una devastazione simile!
      Infine mi sono posta un solo interrogativo: cosa lasceremo ai nostri figli? Una tale domanda mi ha fatto fuggire lontana da loro, senza voltarmi indietro.

      Pax

      P.S. A pensarci bene, nei nuovi templi kikiani, tutto parla di lui.
      Egli è l'idolo megalomane al centro di tutto e degno di adorazione che sedutosi sul trono addita se stesso come dio.

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  15. Desidero ringraziare Pax per aver toccato l' argomento della Santa Eucarestia inserendo la tanto fondamentale, quanto meravigliosa vicenda di Fatima.
    Questo importantissimo accenno mi ha condotta agli anni in cui i miei genitori, tenendomi per mano, mi accompagnavano alla scoperta della storia dei tre pastorelli esortandomi a comprenderne i significati profondi. In casa nostra, sulla parete del soggiorno, vi era un quadro raffigurante l' apparizione della Vergine Maria a Lucia Giacinta e Francesco, dono ricevuto da un pastore durante un viaggio in Vaticano. Una rappresentazione che nel tempo ho tenuto gelosamente con me, come monito a non distaccarmi dai santi insegnamenti ricevuti.

    Quando l'Angelo appare in "Loca de Cabeço", "reggeva un calice fra le sue mani, con sopra un'Ostia, dalla quale fuoriuscivano gocce di sangue che cadevano nel calice" quindi l' Angelo pronunciò:
    "Ricevete il Corpo e bevete il Sangue di Gesù Cristo, che tanto orribilmente è offeso da ingrati uomini. Espiate i loro peccati, consolate il loro Dio!"

    Ma i miei erano neocatecumenali, il loro modo di acquisire il Corpo di Cristo si distingueva da quella disciplina che mi proponevano, come era possibile? Io pregavo per coloro che offendevano Dio e loro puntualmente si nutrivano in modo indegno e sacrilego dell' Eucarestia.

    È molto grave accostarsi al Cuore di Nostro Signore senza risiedere nella grazia, poiché il Pentimento, quindi la Santa Confessione, vengono snobbati in virtù della penitenziale neocatecumenale, una sceneggiata che disperde il senso sacro del Sacramento non consentendo una calma e idonea confessione dei peccati.
    Ma quanto potrebbe essere utile, per un catecumeno, una confessione ben fatta, cioè nel luogo adatto e fuori dalle mura neoc se il cammino insinua continui sentimenti di ostilità e disprezzo verso gli altri e sé stessi? Come poter subentrare in un momento di grazia se persuasi dalla convinzione di essere inutili (seppur figli di Dio) meditando il prossimo peccato da riferire ai catechisti in una delle molteplici occasioni neocatecumenali o al giro d' esperienza della ben più frequente convivenza domenicale?
    Come poter venire realmente assolti quando internamente si è soddisfatti dall' aver ricevuto una richiesta di perdono da parte di qualcuno a cui si è fatto del male e non si chiede a propria volta perdono, invece, per aver causato il male? Quello dei neoc è un mondo volutamente capovolto? Che lerciume!
    Ciò che appare certo è che non esiste via d' uscita dal sacrilegio finché si vive in comunione con kiko.

    Inoltre i neocatecumeni attendono al loro posto di venire serviti dal Re. Che capriccio demoniaco!
    Basta con questo "ateismo cristiano"!
    Trattate il nostro Salvatore da vero Re dei Re piuttosto che da re finto, re da burla, come i soldati romani lo trattarono 2000 anni fa!

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    1. Grazie è una testimonianza molto vera. Non è facile ammettere che i nostri cari sbagliano o che noi sbagliamo. I tuoi sono usciti dal cammino? Io non ho avuto i genitori in comunità ma sono una mamma che ha portato i figli in comunità. Ho aperto gli occhi e sono fuori ma 2 miei figli sono dentro. È colpa mia. Se ce la fate a fare chiudere quel manicomio avete la gratitudine di tante persone. 2000 anni fa hanno calpestato Gesù il sabato lo fanno ancora.

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    2. No,
      "il manicomio" non si chiude, almeno momentaneamente.

      La mordacchia ricattatrice nei confronti della Chiesa Cattolica da parte del Cammino, è ancora molto potente.


      Per chi ancora non è entrato nel Cammino ed in qualche modo e invogliato o tentato a farlo, ricordo i versi del Padre Dante, inciisi sulla porta dell'Inferno:

      "Per me si va nella città dolente, per me si va nell'eterno dolore, per me si va tra la perduta gente.

      Giustizia mosse il mio alto fattore... fecemi la divina potestate la somma sapienza e il primo amore... dinanzi a me non fuor cose create se non etterne... e io etterno duro...

      lasciate ogni speranza voi ch'entrate."(*)

      (*)da tenere molto presente per gli aspiranti adepti NC, quest'ultimo endecasillabo del Sommo Poeta.

      Ruben.
      ---

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