venerdì 22 marzo 2019

Parrocchia neocatecumenalizzata? No grazie! L'esperienza di Sant'Apollinare in Baggio

Continuiamo con il nostro paziente lavoro di indagine e di raccolta di testimonianze su cosa sia successo nelle parrocchie, d'Italia e del mondo, in cui si sono insediate le comunità del Cammino Neocatecumenale.
Sappiamo che le parrocchie neocatecumenalizzate, invece di rinascere a nuova vita come nelle speranze dei loro parroci che hanno permesso che si facessero le prime catechesi, diventano ben presto delle parrocchie a zero stelle, ove impera la divisione e dalle quali i parrocchiani non neocat, purtroppo e a malincuore, devono, o prima o dopo, allontanarsi.
Altre volte è il cammino che se ne va, non senza lasciare strascichi livorosi di minacce ed anatemi.
Sempre, anche la parrocchia più serena, comincia a divenire litigiosa e poco fraterna: quando il parroco è neocatecumenale convinto, viene totalmente stravolta, anche dal punto di vista estetico, per consentire al grasso cuculo neocatecumenale, di estromettere dal nido tutti gli altri uccellini. Ma un parroco non è per sempre, e spesso, per fortuna, con l'avvento di un sacerdote non neocatecumenale, le cose vengono rimesse in ordine e la parrocchia rifiorisce. 

Ci è capitata fra le mani la pubblicazione fatta in occasione del settantesimo anniversario della dedicazione della chiesa di Sant'Apollinare in Baggio, quartiere di Milano posto nella periferia occidentale di Milano, dove, con molta chiarezza, si capisce quanto il cammino neocatecumenale abbia deluso le aspettative e con che difficoltà si sia potuto ripristinare l'equilibrio della comunità parrocchiale nonostante e forse anche in aperto contrasto con i kikos.

A partire da pagina 87 infatti leggiamo:
Il fenomeno del movimento neocatecumenale a Sant’Apollinare ha inizio proprio in questo contesto. Sono gli anni terminali della contestazione e molte famiglie devono fare i conti con i brandelli di rapporti lacerati, soprattutto fra genitori e figli. I neocatecumenali si propongono l’obiettivo di recuperare a se stessi e alla Chiesa quelle persone che si sentono in qualche modo alla deriva; lo fanno attraverso la catechesi e la formazione di gruppi secondo un meccanismo che ricorda un po’ lo sciamare delle api. La loro è una modalità particolare di avvicinare le persone, che col tempo porterà anche a dei numeri considerevoli, lasciando in molti un’intima convinzione. Dopo un iniziale momento di perplessità, don Lodovico Cerri intravede in questo movimento una possibile risposta a un certo irrigidimento della comunità cristiana e della Chiesa stessa. Apre così ai neocatecumenali la facoltà di organizzare le attività parrocchiali, ivi comprese quelle liturgiche, in parallelo o anche in alternativa alla realtà esistente. Col tempo, si creano così a Sant’Apollinare due entità che si riferiscono agli stessi presupposti cristiani ma che si differenziano sensibilmente per le modalità di concepire la liturgia, la spiritualità, la pastorale, le stesse relazionalità interpersonali. Con l’espandersi del movimento neocatecumenale, Sant’Apollinare attraversa una delicatissima fase di incrinatura interna, nella quale all’arrivo di persone da altre zone di Milano (e anche della Lombardia) fa riscontro uno sgocciolare di baggesi che, insoddisfatti della situazione che si è venuta a creare, trasferiscono la loro partecipazione cristiana e la loro attività pastorale ad altre parrocchie del decanato: un fenomeno i cui effetti si fanno sentire ancor oggi, poiché i loro figli frequentano le comunità di ‘rifugio’ scelte dai loro genitori.
Questa situazione di controversa convivenza (che trova il suo culmine nella celebrazione di due veglie pasquali distinte) non impedisce a don Lodovico di confermare la sua fiducia nel movimento neocatecumenale, fiducia che rimarrà inalterata sino a oggi: “…è la Chiesa del futuro…”. Si creano però inevitabili ripercussioni a livello della Curia. In una relazione sulle attività parrocchiali don Lodovico osserva che “…molto efficace è l’esperienza delle comunità neocatecumenali, anche se a proposito vi sono alcuni problemi da risolvere sul piano diocesano…”. E i problemi sono confermati da una valutazione di monsignor Mascheroni, vicario episcopale:
“…la Parrocchia di Sant’Apollinare, un po’ particolare e difficile…”.
Il fascicolo prosegue con questa notazione:
1983: le suore Missionarie della Carità (suore di Madre Teresa di Calcutta) si insediano nell’ex casermetta dei Carabinieri e avviano il servizio dell’ospitalità per le ragazze madri.
Se ci chiediamo come accolsero i fratelli neocatecumenali l'insediamento delle buone suore, non abbiamo che da leggere un commento lasciato sul nostro blog proprio da un parrocchiano di Sant'Apollinare:

Da: Anonimo, 21 agosto 2013 13:03:
  • Ho fatto il cammino per 8 anni a milano nella parrocchia di s.Apollinare in Baggio. A un certo punto si sono installate in parrocchia le suore di Madre Teresa di Calcutta. Ricordo che i cosiddetti "catechisti" del Cammino ogni tanto non mancavano di fare commenti di disprezzo verso le suore, sostenendo che noi in comunità ci occupavamo di crescere nella fede e non [...]. Questo anche se due fratelli di comunità andavano a fare i volontari presso queste suore. Ricordo che una domenica venne in parrocchia Madre Teresa di Calcutta in persona, ma noi non potemmo partecipare perchè prorprio quella domenica dovevamo fare il 1° passaggio. No, la decima non serve per aiutare i poveri (chi li aiuta viene disprezzato), ma solo per portare avanti il Cammino e le sue strutture.
Tornando alla lettura del fascicolo sui settant'anni di Sant'Apollinare in Baggio, veniamo a sapere che, a partire dal 2000, la situazione cambia notevolmente con l'arrivo di un nuovo parroco:
Don Vittorio viene da due esperienze sacerdotali in altrettanti quartieri ‘problematici’ del sud-ovest di Milano: San Giovanni Bono alla Barona e San Barnaba al Gratosoglio. Non è un caso che venga destinato a Baggio, dove i suoi primi sforzi si concentrano sul restituire alla parrocchia di Sant’Apollinare ciò che a una parrocchia non può mancare: il senso di (com)unità. Lo stato di dispersione dei fedeli è evidente, con la presenza di numerosi gruppi (particolarmente rilevanti i neocatecumenali) che conducono una vita e una pratica liturgica in modo pressoché autonomo rispetto al resto della parrocchia.
(...)
Pochi mesi dopo l’arrivo di don Vittorio, nel 2001 viene istituita la Festa della Comunità, da celebrarsi nella seconda metà del mese di maggio.
Dalle motivazioni del nuovo parroco: “….ritrovare la gioia di essere Chiesa di Dio, Chiesa di fratelli e sorelle. Dobbiamo reimparare a parlare nell’unica lingua dello Spirito, oltre le nostre dispersioni e i nostri particolarismi. Eucaristia, Parola, Carità devono essere sempre più i capisaldi della nostra comunità. Per questo vogliamo marcare fortemente la prima Festa della Comunità e ritrovare uno stile di accoglienza che riveli la presenza tra noi del Signore Gesù”. Questa chiarissima dichiarazione d’intenti non può non risultare 'segno di contraddizione’ in una realtà frammentata come quella che vive all’epoca la parrocchia e incontra inevitabilmente resistenze. Occorrerà un po’ di tempo per venire a capo del problema.
Ancora nel 2003, in occasione della Festa della Famiglia di fine gennaio, don Vittorio enfatizza la necessità di viverla ‘come Parrocchia e non come realtà di gruppo. Questa gestione lottizzata della Parrocchia deve scomparire… la nostra Parrocchia deve ritornare al gusto di stare insieme…”.
Credete forse che i neocatecumenali abbiano mai voluto porgere orecchio?

32 commenti:

  1. Per capire il caso Baggio è sufficiente ricordare che:

    1) nella mentalità neocatecumenale il Cammino è superiore alla parrocchia e alle strutture della Chiesa; pertanto l'unica "integrazione" contemplata dai kikos è quella dell'appropriarsi di spazi e risorse e di cancellare tutto ciò che non serve a Kiko e ai suoi scagnozzi;

    2) per incistarsi in una parrocchia il Cammino ha bisogno della connivenza del parroco. Che ciò avvenga per «oliatura» (a suon di soldini, bustarelle e intrallazzi per favorirgli la carriera) o con minacce trasversali o per averlo ammaliato nella setta (magari facendo leva sui suoi scheletri nell'armadio facendoglieli "confessare" pubblicamente ai cosiddetti "scrutini"), non importa: il risultato è sempre lo stesso. Come una malattia o un incidente, è facile distruggere, è difficile ricostruire;

    3) anche quando il parroco ha le idee chiare sull'unità del popolo di Dio, si ritrova quella serpe in seno: il neocatecumenalismo con la sua gestione "lottizzata" della parrocchia. Gli adoratori di Kiko e del Cammino resteranno ancora molto a lungo nella parrocchia di Baggio, anche se nel testo non vengono più menzionati.

    La superbia neocatecumenale del sentirsi superiori alla Chiesa arriva a vette da barzelletta, come quel «disprezzavano le suore di Madre Teresa» e addirittura perdendosi lo storico incontro con la stessa santa perché... i capicosca non potevano rinviare un'attività comunitaria («dovevamo fare il passaggio»).

    Nella mentalità neocatecumenale la liturgia è uno spettacolino autogestito dove ognuno può inventarsi nuove regole. Pertanto i kikos pensano che sia giustissimo deturpare la Messa con le loro scemenze (tavolinetto smontabile, "comunione seduti", girotondo imbecille, fiume di omelie laicali, ecc., senza contare le abitudini come quella di uscire a fumarsi una sigaretta durante l'omelia del sacerdote, ecc.).

    Notate come ovunque nel mondo il Cammino crei sempre le stesse dolorose divisioni, gli stessi problemi, con la stessa invincibile arroganza, con la stessa insuperabile superbia.

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  2. Un articolo come quello di oggi parla da solo.

    Le profezie date per certe da Kiko si infrangono tragicamente contro la realtà dei frutti del cammino che è sotto gli occhi di tutti.

    Molte testimonianze raccogliamo del fallimento che si registra a livello delle singole comunità che, una dietro l'altra, finiscono il cammino.
    Le convivenze che si moltiplicano insieme alle visite dei catechisti con la solita inquietante domanda: "Siete perfettamente uno? Cosa dovete fare per essere uno?". Divisioni, competizioni all'interno, giudizi, rancori. Comunità cristallizzate, involute, prive di vita e dinamismo. Un giocattolo desueto,vecchio, sempre più difficile da ricaricare con le solite catechesi impartite da Kiko, sempre le stesse che nulla dicono più che riesca a stimolare i fratelli, una noia mortale.

    Divisione interna e divisione esterna, nelle parrocchie dove da decenni fanno il loro cammino senza condividere nulla con nessuno, senza fare mai comunione con nessuno.
    Comunità che non sono Chiesa. Perché Non sono sale, luce, lievito. Vivono solo per se stesse, chiuse completamente, come il loro fondatore, autoreferenziali.

    Pax

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    1. "Molte testimonianze raccogliamo del fallimento che si registra a livello delle singole comunità che, una dietro l'altra, finiscono il cammino."
      E scoprono "amaramente" che non è finito niente, anzi, fisiologicamente si fonderanno all'indietro, dovendo rifare pure gli scrutini già fatti, e la noia ( chiamiamola pure disillusione ), per non parlare della frustrazione mista al rifiuto mentale di risedersi in quella seggiola, sarà evidente nelle loro facce e saranno contagiose anche verso le comunità che ancora non hanno finito, che guardando avanti non hanno più nessuna tensione per finire il cammino.

      Tralasciando tutte le altre motivazioni dottrinali etc., il cammino sta morendo ( asfissiando ), come più volte ribadito, proprio perchè non finisce. E non parlo semplicemente delle liturgie, ma proprio per l'ostinato separarsi e non confluire da nessuna parte, nasce come percorso con un inizio ed una fine, e di fatto la fine la si sposta sempre in avanti fino a farla sparire.

      In estrema sintesi, se MAI il camminante potrà vivere come cristiano adulto, tant'è che DEVE sottostare alla formazione permanente, cosa diversa dal vivere il fatto che nella vita si impara sempre qualcosa, non è altro che la conferma che il cnc non sforna cristiani adulti.

      Insomma Kiko ha davanti agli occhi, ma non lo vuole vedere, il FALLIMENTO della sua ostinazione a non "mollare l'osso" a tenere tutti sotto il suo giogo.

      Il grande teorico del cammino, che lui non ha fatto, non sa per niente cosa vuol dire vivere la comunità insieme a tutti i sui pretoriani della prima ora.

      Che bel gioco sarebbe metterli tutti insieme a gruppi di 40/50 e fargli fare TUTTO il cammino.

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    2. Giusto. Il cammino - contraddizione in termini - non confluisce da nessuna parte. Che razza di cammino è? La sorgente che zampilla per la vita eterna. Catechesi della Samaritana. Kiko ha promesso un'acqua. Ma questa acqua che egli porta non è fonte di vita. Ristagna in un bacino chiuso. Cosa è la formazione permanente se non rimestare i camminanti sempre nella stessa brodaglia delle sue catechesi sterili? La sua fonte si è essiccata. L'acqua in un pozzo chiuso non si rinnova. Destinata a stagnare imputridisce inesorabilmente.

      Pax

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  3. IN ITALIA CI SONO TANTI SOTTOSCALA ABBANDONATI DA TRASFORMARE IN TEMPLI NEOCATECUMENALI...

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  4. È interessante che il parroco di Sant'Apollinare in Baggio abbia lanciato l'iniziativa della festa della comunità, cioè della parrocchia.
    Secondo me, lo ha fatto con il preciso intento di condurre una battaglia lessicale contro il Cammino, che insegna che la comunità è quel raggruppamento di persone nate da una o più catechesi di Kiko, che si appoggia su una parrocchia ma in realtà è un organismo totalmente separato, vissuto come tale sia da parte di chi lo compone, sia da parte della parrocchia che lo subisce.
    Le battaglie lessicali sono molto importanti, e non è vero che non ottengano dei risultati. In particolare, secondo me, le ultime esternazioni di Kiko sono fatte esclusivamente per ribadire il proprio vocabolario: la comunità è neocatecumenale, il Kerigma è neocatecumenale, il cammino è neocatecumenale, la missio ad gentes è neocatecumenale, il presbitero è neocatecumenale, persino l'Eucaristia è neocatecumenale, la Veglia di Pasqua è neocatecumenale.
    Perché nel momento in cui si dovesse dire per esempio: il presbitero ha fatto una catechesi sull'eucaristia e volesse dire che un sacerdote ha spiegato il catechismo sulla Messa, avrebbe già perso buona parte della propria battaglia.

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  5. C'è la parrocchia di Piacenza dove fanno gli annunci per le comunità' del Triveneto, con affreschi dell'arte brutta del pittokiko.... Ma non ho notizie più precise.

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  6. Spesso i camminanti, quasi a dimostrare che sono più cattolici di tutti, cominciano a snocciolare tutto quello che fanno e come le "loro" parrocchie siano "vive".

    Ma anche facessero tante cose, anche ne facessero più di tutti, basta un solo abuso liturgico GRAVE, come l'ABITUDINE consolidata di non tenere in nessun conto i frammenti eucaristi che cadono a terra, per rovinare tutto.

    Se infatti si continua a consacrare una pagnotta che si sbriciola invece delle ostie di pane azzimo, e se ci si ostina a non tenere in nessun conto le briciole di Pane consacrato che si disperdono, arrivando fino a calpestarle con noncuranza, vuol dire che si DISPREZZA l'Eucaristia.
    Un sacrilegio che rende vana ogni opera di cui il Cammino si vanta.

    Ma l'Apostolo Giacomo scrive: "Chiunque infatti osserva tutta la legge, ma la trasgredisce in un punto solo, si rende colpevole su tutti i punti" (Gc 2,10)

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  7. Disprezzare le suore di Madre Teresa?
    Mamma mia, che brutta superbia.

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  8. Carissimi, abbiamo assisito ad dei commenti sulla costruzione delle Domus, collette, ricchi che donano al Cammino, sottrazione di decime ecc, ecc.
    Vi metterò degli spunti:

    [1] Chi maneggia la pece si sporca,
    chi frequenta il superbo diviene simile a lui.
    [2] Non portare un peso troppo grave,
    non associarti ad uno più forte e più ricco di te.
    Come una pentola di coccio farà società con una caldaia?
    Questa l'urterà e quella andrà in frantumi.
    [3] Il ricco commette ingiustizia e per di più grida forte,
    il povero riceve ingiustizia e per di più deve scusarsi.
    [4] Se puoi essergli utile, approfitterà di te;
    se hai bisogno, ti abbandonerà.
    [5] Se possiedi, vivrà con te;
    ti spoglierà e non ne avrà alcuna pena.
    [6] Ha bisogno di te? Ti imbroglierà, ti sorriderà
    e ti darà una speranza, ti rivolgerà belle parole
    e domanderà: "Di che cosa hai bisogno?".
    [7] Ti farà arrossire con i suoi banchetti,
    finché non ti avrà spremuto due o tre volte.
    Alla fine ti deriderà; poi vedendoti ti eviterà
    e scuoterà il capo davanti a te.
    [8] Stà attento a non lasciarti imbrogliare
    né umiliare per la tua stoltezza.
    [9] Quando un potente ti chiama, allontànati;
    egli ti chiamerà sempre di più.
    [10] Non essere invadente per non essere respinto,
    ma non allontanarti troppo per non essere dimenticato.
    [11] Non credere di trattare alla pari con lui
    e non fidarti delle sue molte parole;
    [12] con la sua molta loquacità ti metterà alla prova
    e quasi sorridendo ti esaminerà.
    [13] Spietato chi non mantiene le parole,
    non ti risparmierà maltrattamenti e catene.
    [14] Guardati e stà attento, perché cammini insieme alla tua rovina.
    [15] Ogni creatura vivente ama il suo simile,
    ogni uomo il suo vicino.
    [16] Ogni essere si accoppia secondo la sua specie;
    l'uomo si associa a chi gli è simile.
    [17] Che cosa vi può essere in comune tra il lupo e l'agnello?
    Lo stesso accade fra il peccatore e il pio.
    [18] Quale pace può esservi fra la iena e il cane?
    Quale intesa tra il ricco e il povero?
    [19] Sono preda dei leoni gli ònagri nel deserto;
    così pascolo dei ricchi sono i poveri.
    [20] La condizione umile è in abominio al superbo,
    così il povero è in abominio al ricco.
    [21] Se il ricco vacilla, è sostenuto dagli amici;
    se il povero cade, anche dagli amici è respinto.
    [22] Se cade il ricco, molti lo aiutano;
    dice cose insulse? Eppure lo si felicità.
    Se cade il povero, lo si rimprovera;
    se dice cose assennate, non ci si bada.
    [23] Parla il ricco, tutti tacciono
    ed esaltano fino alle nuvole il suo discorso.
    Parla il povero e dicono: "Chi è costui?".
    Se inciampa, l'aiutano a cadere.
    [24] La ricchezza è buona, se è senza peccato;
    la povertà è cattiva a detta dell'empio.
    [25] Il cuore dell'uomo cambia il suo volto
    o in bene o in male.
    [26] Indice di un cuore buono è una faccia gioiosa,
    ma la scoperta di proverbi è un lavoro ben faticoso.

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  9. Specialmente è da considerare questo passaggio, senza sminuirne altri, ma adesso è importate questo:

    [18] Quale pace può esservi fra la iena e il cane?
    Quale intesa tra il ricco e il povero?
    [19] Sono preda dei leoni gli ònagri nel deserto;
    così pascolo dei ricchi sono i poveri.

    Carissimi, secondo me pescano ovunque, ma in particolare dalla povera gente, perchè anche se ci fossero dei ricchi, che donassero una certa quantità, questi ricchi vanno sempre a pascolare, in un qualche modo, sui poveri, per cui dalla porta escono i soldi e dalla finestra rientrano. Ma il serbatoio principale, dove attingono, questi santoni del xiesimo secolo sono i poveri.Mangiano e bevono sulle spalle della povera gente, facendo interogatori sulle decime e sull'obbedienza per ottenerle.
    Sono persone empie, che si nascondono dietro la Chiesa Cattolica, immersi nello spirito mondano, negano la Santità di Dio, combattono con ogni mezzo chi vuole fare la Volontà del Signore, negano le opere di Dio, le travisano, perchè hanno l'accusa nel cuore e l'inganno, ma nello stesso tempo li vedrete a pregare e a proclamare il Vangelo. Ma li riconoscerete dai frutti, perchè sono carnali e mondani, lupi travestiti da pecore. Basta seguirli attentamente e scrutare ciò che fanno dietro l'angolo.

    Pace ai figli della Pace. Dio è la Pace.

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  10. Piccolo OT
    Quand'è che scoprite il vaso di Pandora del pellegrinaggio a Gerusalemme di fine cammino? Ve ne sarei molto grato insieme, penso a tantissime altre persone.

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  11. Aggiungo un piccolo off-topic, visto che certi facinorosi kikos considerano il Papa esclusivamente come soggetto che deve promuovere il kikismo-carmenismo e come oggetto da scagliare contro chi non loda il Cammino.

    La Chiesa non è un partito con un programma "aggiornabile" dal suo capo. Il "programma" della Chiesa è esclusivamente la verità rivelata. La Chiesa con la sua gerarchia (il successore di Pietro e i vescovi uniti con lui) è custode del deposito della fede. "Custode" non significa "manipolatore", e non significa neppure "modificatore". Le verità di fede possono essere espresse in tanti modi (a cominciare dalla liturgia, e dal Catechismo) ma non possono essere "aggiornate" (tanto meno con la scusa dei "tempi odierni", tipica di eretici come Kiko e Carmen che credevano così di giustificare la necessità delle loro ridicole invenzioni).

    Suggerisco perciò la lettura di questa intervista, con un piccolo spunto di riflessione: se la gerarchia ecclesiale di oggi fosse stata dottrinalmente solida, nessuno si ritroverebbe a parlare di quegli argomenti (e nessuno avrebbe concesso spazi al Cammino, devastatatore delle verità di fede e della vita spirituale di tutti noi).

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  12. In realtà proprio per i motivi che Tripudio ha elencato faccio una piccola correzione: Il Papa è il Vicario di Cristo non il successore di Cristo, un successore teoricamente potrebbe fare "di testa sua; Il Papa è invece un Vicario, è depositario di quello che un Altro ha fatto e detto di fare.
    Per questo quando Kiko di sua iniziativa decide di cambiare la Liturgia, la spiegazone teologica dei Vangeli ecc... è contro la Cristo e la Sua Chiesa.

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  13. Naturalmente ora mi aspetto che qualche kikos per difendere la propria setta si metta a dire che ci sono anche dei pessimi "cristiani della domenica".

    Proprio come un ladro, sorpreso a rubare, che per giustificarsi dice: "ma tanto oggi sono tutti mariuoli".

    Sulla parrocchia di Baggio abbiamo lasciato parlare un documento ufficiale della parrocchia (che descrive la dolorosa "lottizzazione" e divisione apportata dal Cammino e dal parroco connivente) e una testimonianza di chi ci ha vissuto - della quale anzitutto raggela il sangue l'aver perso l'opportunità (più unica che rara) di incontrare personalmente una santa come Madre Teresa di Calcutta solo perché avevano da ottemperare al ritualismo neocatecumenalizio degli "scrutini". È proprio vero che il Cammino deruba le anime dei tesori spirituali di tutta la Chiesa. Mentre in parrocchia una santa annunciava Cristo, i kikos erano rinchiusi in una saletta dieci metri più giù a farsi «scarnificare le coscienze con domande che nemmeno un confessore farebbe».

    Non è piacevole ma è doveroso ricordare che tanti kikos nel giorno del giudizio urleranno contro Nostro Signore: ma come!? noi facevamo l'ambientale! gli scrutini! le decime! le centopiazze! le lodi! le tappe! il santino di sancarmen sanhernandez! il tallit ebraico, la pasqua ebraica, le pagnottone con le dodici crocette delle tribù di israele, la mezuzà appesa dietro la porta, il portachiavi col logo aziendale di Kiko, il pizzetto della barba alla Kiko, la sciarpetta-stola alla Kiko, la vestina bianca griffata da Kiko, il girotondo col passetto davanti al tavolinetto liturgico ortofrutticolo, la grattugiata di chitarrelle e charangos! come sarebbe a dire che era patetica idolatria?! ma come ti permetti? Signore, Tu giudichi!

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    1. Attenzione ai termini: "annunciava Cristo" in senso cattolico, di verità, non di ipocrisia neocatecumenale.

      I kikos si riempiono sovente la bocca di paroloni come "annunciare Cristo", ma in realtà intendono annunciare Kiko.

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  14. Proprio come un ladro, sorpreso a rubare, che per giustificarsi dice: "ma tanto oggi sono tutti mariuoli".
    Tripudio su questo mi trovo d'accordo conte, infatti la prima cosa che si dice il ladro: tutti fanno così!
    Sono capitati alcuni nc che hanno lasciato questi commenti, dicendo che anche tra i cristiani della domenica vi sono le stesse situazioni, per cui è come se si volessero assolvere. Ma la Resurrezione nessuno la può celare, lo Spirito di Dio nessuno lo può contenere, la Volontà del Signore nessuno la può deviare.
    Comunque volevo mettere un appunto su tutto quello che scrivo, per coloro che potrebbero capire male e per gli oppositori, che pensano di poter mettere nel sacco il prossimo e di solazzarsi giudicando male.
    Questo è ciò che penso:
    Se io parlo di Chiesa e di persone che trafficano male dentro di essa, non è verso il Papa, perchè io credo e crederò sempre al DOGMA sul Santo Padre, ovvero che il Papa è assistito dallo Spirito Santo, e crederò sempre ai suoi APOSTOLI ( Cardinali, Vescovi, Preti, Consacrati, Laici Santi, ecc, ecc). Per cui mi riferisco alla parte di chiesa che si da alle opere del mondo e rinnega il Suo Signore, ovvero i decaduti tipo Theodore Edgar McCarrick e simili. Non ce lo con Mc, ma vi metto questo per farvi capire. Non so se ricordate Dante Alighieri chi incontrò nell'Inferno, ovvero un vescovo al quale veniva morsa la testa, perchè ne aveva combinate di grosse: Ruggieri degli Ubaldini. Credo di rendere l'idea. Per cui mettetevi l'anima in Pace, io sarò sempre con la Chiesa, e con la Madre della Chiesa e il Suo Signore.

    Pace ai figli della Pace. Dio è la Pace.

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  15. Leggevo con un certo stupore il discorso che don Ezechiele Pasotti ha fatto al convegno internazionale "La primavera della Chiesa e l'azione dello Spirito", nel 2013, presentando il Cammino Neocatecumenale.
    Dice in questo contesto: «Il Cammino non si propone di formare nuovi gruppi, nuove aggregazioni nella Parrocchia, ma di avviare in essa un cammino di gestazione alla fede adulta: formando poco a poco piccole comunità cristiane, trasformandola Parrocchia in una “comunione di comunità”».
    È incredibile come neghi che il CNC crei dei gruppetti all'interno della parrocchia e proponga invece una vera e propria cannibalizzazione della parrocchia come se fosse un rinnovamento della stessa.
    Sarebbe come dire che si può rinnovare una casa senza farci entrare gli operai, semplicemente regalandogliela...

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  16. Non tutti i parroci hanno il coraggio e la forza di don Vittorio di contrastare efficacemente il cammino neocatecumenale.
    Basta rifarsi agli inizi nel 1968 a Roma: nessun parroco voleva il cammino, nemmeno don Sirio dei Martiri Canadesi ma l'ha dovuto ingoiare, delegandone la cura al viceparroco.
    Il cammino non è qualcosa che è nato pian piano e poi si è espanso grazie alla sua bontà, il cammino è nato di botto dal nulla per volontà superiori, per imposizione a volte mascherata di certi alti prelati, penso.
    Basta spulciare attentamente la storia per comprendere che il popolo cristiano e i parroci non lo volevano né in Spagna né in Italia. Nel popolo nessuno era interessato.
    Qualche volta ho pensato che Kiko sia stato più un inconsapevole istrionico burattino che un vero fondatore.
    Bisognerebbe rendere pubblicamente nota la sua VERA storia, la VERA storia degli inizi del cammino per evidenziare che se le fondamenta sono costruite sulla menzogna non si può parlare di Chiesa.
    Come possono singoli preti o gruppi di persone contrastare qualcosa troppo più grande di loro, troppo più potente?
    Prego perché il cammino muoia presto di morte naturale, perché non confido molto che nelle alte sfere si prendano decisioni al riguardo nonostante la schiera di vittime che ha mietuto.

    Libera

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  17. Quand'è che scoprite il vaso di Pandora del pellegrinaggio a Gerusalemme di fine cammino? Ve ne sarei molto grato insieme, penso a tantissime altre persone.PURE IO SAREI INTERESSATO

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    1. Mi sembra ci siano dei post a riguardo il viaggio di nozze dopo che ti hanno dato la veste bianca ma se leggi il libro del caro Lino Lista trovi parecchie notizie a riguardo

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  18. @ Libera:
    Sono perfettamente d'accordo con te.Ho cominciato un lavoro di analisi raccogliendo un po' di materiale pubblico che deve essere setacciato ordinato con un metodo logico , solo che per fare un lavoro accettabile, ci vuole un bel po' di tempo, e gli impegni professionali e familiari, lo riducono al lumicino. Comunque ti confermo che da molto tempo ho gli stessi tuoi sospetti.

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    1. Per "La Voce dello Ionio":
      Mi fa molto piacere la tua iniziativa. Anch'io lo faccio da tempo ed ho raccolto delle "chicche" niente male. Soprattutto mi sono dedicata e mi dedico a ricercare e verificare storicamente-cronologicamente gli eventi che Kiko cita un po' qua un po' là in mamotreti e annunci. Ti garantisco che non torna nulla!
      Molto interessante infatti è fare un attento calcolo dei tempi che dice di aver trascorso alle baracche, per esempio.
      Non può essere come racconta lui da sempre.
      Se ti fa piacere, visto che nutro molto interesse a questa ricostruzione storica, potremmo scambiarci le mail per confrontarci.

      Libera

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    3. Grazie di questa vostra raccolta. Durante gli anni di cammino sono sorti in me tanti dubbi sulla veridicità di molte affermazioni dei fondatori. Questi dubbi sono aumentati da dopo la convivenza di inizio corso del 2016, quella auto-celebrativa del cammino con il video di kiko con la sua "autobiografia" edulcorata di ex-peccatore ormai redento e sulla via della santità ad uso delle supposte ignoranti pecorelle neocatecumenali, con mezze verità e chissà quante sonore bugie e la tentata incipiente canonizzazione di Carmen. Su tutti un dubbio nessuno mi ha mai chiarito: ricordando i primi anni, kiko parla sempre di marxisti e marxismo come se capillarmente diffusi, ad es, nelle università e nella società spagnola in genere, ma omette sempre di menzionare che in quegli anni in Spagna c'era la dittatura di Francisco Franco... e non era una dittatura che lasciava grande spazio al dissenso, per così dire... Inoltre, qual era la posizione di kiko e di sora carmen nei confronti del regime di franco?? Silenzio assoluto, mai una parola, mai un accenno. Perché? Ci deve essere un motivo segreto per travisare in questo modo la storia.

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  19. Avete ragione entrambi. Grazie Libera. Potrebbe essere una strada. Ma chi può risalire alla vera storia?
    Qualcuno che può, che sa, ci aiuti. Qualcuno che cammin facendo ha cominciato a nutrire dubbi o ha qualche documentabile certezza.
    Mi avete fatto ricordare alcuni racconti fasulli di Kiko sui quali già ci siamo soffermati confrontando testimonianze.
    Tipo l'esperienza della scuola, quando Kiko mente dicendo che i suoi allievi lo adoravano e lui era un maestro votato alla sua missione. NON È VERO. Alcuni di quegli allievi hanno testimoniato la violenza di Kiko, la sua incompetenza e il fatto che a loro, ragazzi, risultava odioso.
    Oppure i racconti di Kiko della sua brillante carriera di grande pittore e artista A CUI HA RINUNCIATO, per amore al Vangelo. I premi ambiti che ha vinto giovanissimo pittore. Poi ha rinunciato per amore a Cristo. NON È VERO. I premi che avrebbe vinto sono cosucce da niente e oggi basta guardare alla sua produzione di icone per farsi un'idea. Un imbratta tele senza alcun talento. Alcune cose sono orride e inguardabili. La gran parte un pietoso copia incolla di immagini insulse e senza arte. Infine grande contraffazione della simbologia delle icone, anche orientali, campo in cui si è mosso con disinvoltura, per non dire altro. Stravolgendo, come fa nell'interpretazione delle scritture o in campo liturgico, completamente la dottrina millenaria cattolica. Dipingendo, predicando, cantando (e nelle costruzioni kikiane, seguendo canoni propri autocelebrativi) ERESIE.

    Pax

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  20. Sì, Pax, ma c'è dell'altro, dal quale risulta impossibile che sia Kiko che Carmen siano approdati alle baracche nel 1964, almeno che non avessero il dono dell'ubiquità. Se si spulciano attentamente i mamotreti e si incrociano con date storiche certe rinvenute su pubblicazioni non religiose, risulta impossibile che siano andati a Palomeras almeno prima del 1965-1966.
    Siccome nel '67 già iniziano a catechizzare nelle poche parrocchie che li accettavano, la loro formazione catechetica sarebbe del tutto irrisoria e raffazzonata, senza basi né pregressi, estemporanea.

    Libera

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    1. Al di là di ciò che si auto-certificano, ci sono più conferme esterne dell'esperienza di Kiko e Carmen alle Vallecas prima del 1964: una fra tutte quella di un sacerdote che, nel 1963-64, già aveva visto i macchinoni eleganti dei fratelli delle prime parrocchie di Madrid zeppi di bambini gitani delle Vallecas capitanati da Kiko e Carmen in "uscita" (convivenza) domenicale. La breve esperienza di "precarietà" nelle baracche già si fondeva con le capacità economiche dei cattolici "borghesi" di Madrid, segno che già era terminata, o stava per finire, ma avrebbe fornito argomenti di vanto fino ad oggi.

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  21. Un giornalista che viveva nelle Palomeras ha scritto che i baraccati erano un posto tranquillo senza prostitute, senza omosessuali, senza malviventi [clic qui], e ha testimoniato che Kiko si è inventato tutto.

    Aggiungiamo pure che nel 1964 Kiko aveva 25 anni e «flirtava con una svedese» (lo ha detto Carmen) e nei baraccati ci andava solo quando aveva davvero voglia di farsi un giretto (normalmente era a casa a suonare la chitarrella o a disegnare sgorbi sul muro (vedi qui: la cella di SanKiko già aperta ai pellegrini; del resto la ex suora Carmen lo incontrò a casa e al bar, eppure anche lei si piccava di "evangelizzare" nei baraccati).

    Aggiungiamo anche che Kiko parla con delusione del fatto che la gente semplice dei baraccati aveva partecipato sì alle "catechesi" ma poi si era si rifiutata in blocco (salvo forse l'Agudo) di intraprendere un impegno più serio. Chissà, magari è successo proprio quando i sedicenti catechizzatori avevano esplicitamente menzionato la "decima".

    I due invasati madrileni avranno fin dall'inizio spacciato per "ispirate" le proprie cosiddette "catechesi": dopotutto fin dal primo incontro nel bar Kiko si vanta di aver avuto un'apparizione e la Carmen per non essere da meno s'inventa anche lei locuzioni e altro.

    Dunque a rigor di logica la gente dei baraccati ha seguito quei due sedicenti "ispirati" ma quando ha sentito parlare di "Decime" ha capito la truffa e avrà risposto per le rime. Per Kiko e Carmen dev'essere stata un'esperienza fastidiosissima: "ma come?! non vogliono pagarci la bella vita dopo che li abbiamo privilegiati annunciando la nostra ispirazione!? Bye bye, baraccati. Andremo nelle parrocchie dove nessuno ci conosce e dove hanno soldi da mollare".

    Circola di tanto in tanto qualche foto dei due eretici col vescovo Morcillo, opportunamente spacciata per una sua "visita" all'opera di Kiko e Carmen. Ovvio che le foto che dimostrano che Morcillo era lì per altri motivi ma Kiko e Carmen si sono infilati per una photo opportunity, non ce le faranno mai vedere. Morcillo era a capo di una diocesi di tre milioni di anime e con migliaia di sacerdoti, figuratevi se poteva avere almeno il tempo di andare a vedere due autoinventati "ispirati" fare la grattugiata di chitarrella nei baraccati. Morcillo è molto opportunamente morto nel 1971, a poco più di sessant'anni, portandosi nella tomba quel che aveva da dire su Kiko e Carmen. Se fosse vissuto un'altra quindicina d'anni avrebbe potuto dire la sua nel momento in cui padre Virgilio Rotondi e padre Enrico Zoffoli e monsignor Pier Carlo Landucci cominciarono a pubblicare i propri testi sulle eresie del Cammino.

    L'attività nei baraccati dei due eretici va drasticamente ridimensionata, certo, specialmente alla luce del fatto che i due ingigantiscono il racconto ogni volta di più.

    Non saprei dire se l'ipotesi fatta da Libera quanto fondamento può avere. Per cui la inviterei a leggere con pazienza quella tesi di dottorato sul Cammino [clic qui] scritta da una ex neocatecumenale. Il testo è inizialmente noioso, ma a poco a poco getta un po' di luce sul periodo 1964-1969 attingendo anche a documenti dell'arcidiocesi di Madrid del periodo. Prima o poi varrà la pena di commentarne qualche estratto.

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  22. Ho letto la tesi di cui parla Tripudio e vi ho trovato notizie interessanti, come lo scambio epistolare tra Kiko e Morcillo. Dalla lettura delle lettere mi è sembrata più un'iniziativa a senso unico che uno scambio paritario, visto che le lettere di Morcillo sono tutte in risposta a richieste di Kiko e mai di iniziativa propria. Alcune anche per negare consensi, come a proposito del diaconato permanente.
    Questo mi ha dato la forte sensazione che il petulante giovanotto poco più che ventenne costituisse per Morcillo più un fastidio che un piacere. Non dimentichiamoci che Morcillo era ed è rimasto fino alla morte un tradizionalista conservatore, addirittura aderente al Coetus Internationalis Patrum di Lefebrve, durante il Concilio Vaticano II. Come poteva aderire e caldeggiare uno sfegatato innovatore progressista? La linea di Morcillo non è mai stata sulla falsariga di quella di Kiko, anzi, sempre all'opposto. Allora tendo più a pensare che questo vescovo ultraconservatore abbia solo tollerato e non caldeggiato i due catechisti in erba. Perchè? Ma perché Carmen era una Barrera, figlia della seconda famiglia più potente di Spagna, con cui il potere politico di cui Morcillo faceva pienamente parte, doveva fare i conti sempre. Ed anche perché Roma premeva presso i vescovi spagnoli che si adeguassero al Concilio. Del resto Morcillo portò Carmen nel 1967 alla cerimonia di elevazione di Dell'Acqua a cardinale, non Kiko.
    Per quanto riguarda la domanda di Porto sui rapporti del sedicente Kiko marxista, vorrei sottolineare che faceva senz'altro parte del Movimiento Nacional franchista quando era studente. Per questo poté partecipare al concorso di adolescenti in cui vinse il millantato premio e rappresentare la Spagna in una mostra d'arte in Francia, organizzata dal governo spagnolo.
    Ci sarebbe tanto da dire...

    Libera

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  23. @ Alla perspicace Libera
    Brava! Bingo! Comunque secondo me c'è altro. I fatti sono di dominio pubblico, basta riordinarli, ed analizzare i collegamenti logici (metodo Lino insegna), e vedrete che risultati!
    P.S. Ti ringrazio anticipatamente per l'offerta delle informzioni, sono felice per una eventuale collaborazione. Devo ragionare come farvi avere un contatto diretto in maniera sicura e discreta, perché tengo molto alla mia privacy e non voglio trovarmi i neotalebani davanti al cancello di casa a rompermi le scatole. Mi fermo qui perché sono al telefonino.

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  24. Segnaliamo ai nostri lettori un altro blog che ha pubblicato un interessante saggio sulle eresie neocatecumenali [clic qui].

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