martedì 31 gennaio 2023

La Chiesa Cattolica non è un gruppo né una cerchia unita da rapporti di amicizia

Riportiamo  da InfoCatólica un articolo intititolato "L'essere Cattolico e la "mia" comunità: la liturgia!" nel quale riconosciamo diversi espliciti richiami alla realtà del Cammino neocatecumenale in contrapposizione alla necessaria cattolicità  della Chiesa Universale.

L'autore dell'articolo, Javier Sánchez Martínez, sacerdote della diocesi di Córdoba, ordinato il 26 giugno 1999, Laureato in Teologia, con specializzazione in liturgia, ha tenuto vari corsi di formazione liturgica ed è stato docente per la formazione permanente della vita religiosa e consacrata e membro dell'équipe diocesana di liturgia. Si è spento all'età di 48 anni l'11 settembre 2021.  

Riportando questo suo articolo, ci uniamo al suo ricordo con la preghiera.


Le dimensioni della Chiesa sono universali: è cattolica perché è diffusa nel mondo, in tutte le nazioni, ed è qualitativamente cattolica, perchè integra tutti, uomini e nazioni, di culture, razze e lingue diverse. 

Nella celebrazione liturgica la Chiesa esprime la sua cattolicità, poiché in essa lo Spirito del Signore riunisce uomini di tutte le lingue nella professione della stessa fede, e da Oriente a Occidente presenta a Dio Padre il sacrificio di Cristo e si offre insieme a lui» (Giovanni Paolo II, Vicesimus quintus annus, n. 9).

È Cattolica fin dalla nascita – così la chiamano i Padri, così la descrive per primo  Sant'Ignazio di Antiochia -, non ama le barriere, le divisioni, le separazioni o i gruppetti isolati e compiaciuti che si considerano “cristiani perfetti”. " - Non è forse quello che è successo con Catari e Valdesi che disprezzavano gli altri? -.

È cattolica, e non settaria, perché è la Chiesa del Signore; è Cattolica, e non la somma di comunità, essendo Una fin dalla sua origine. La corretta comprensione della sua cattolicità avrà ripercussioni nel modello pastorale, nella vita quotidiana e nella stessa celebrazione della liturgia.

Le parole di Ratzinger spiegano la grandezza del Mistero della Chiesa:


“La Chiesa è inclusione dell'umanità nella forma di vita del Dio trinitario. Per questo non si tratta di un gruppo, di una cerchia unita da rapporti di amicizia; per questo non può essere una Chiesa nazionale né identificarsi con una razza o una classe; se le cose stanno come abbiamo detto, allora la Chiesa deve essere cattolica...

Diventare cristiano è unire: bisogna ricostruire l'immagine di Adamo, fatta a pezzi. L'essere cristiano non è un'affermazione di sé, ma una rottura seguita dall'emersione verso la grande unità che abbraccia l'umanità di ogni luogo e di ogni tempo. La fiamma del desiderio infinito non viene spenta, ma alimentata in modo che si unisca al fuoco dello Spirito Santo. 

Per questo la Chiesa non nasce come circolo, ma inizia cattolica: nel suo primo giorno parla in tutte le lingue, nelle lingue del mondo terreno. Era universale prima di dare origine alle Chiese locali. La Chiesa universale non è una federazione di Chiese locali, ma sua madre. La Chiesa totale ha partorito le Chiese particolari, e queste possono continuare ad essere Chiesa solo se si distaccano costantemente dalla loro particolarità e fanno quel passo in avanti che le inscrive nel tutto» [1].

L'invito a far parte del "club"
Come allarga l'anima questa cattolicità! Che respiro cattolico, che vasto orizzonte! La Chiesa è il contrario di chiusura e limite, di un piccolo gruppo. Non è un club, non richiede altro che la fede e il battesimo.

È cattolica nella sua origine e nella sua natura. Non è una federazione di Chiese locali né, quindi, una somma di comunità di comunità atomizzate - da dove viene una simile affermazione nel Vaticano II? -, con una propria vita autonoma. Non è la parcellizzazione, ma la totalità; non è esaltare la particolarità, ma integrare nella Comunione.

“La comunione è essenziale: a volte può essere meglio rinunciare a vivere in tutti i dettagli ciò che il vostro itinerario richiederebbe per garantire l'unità tra i fratelli che compongono l'unica comunità ecclesiale, di cui dovete sentirvi sempre parte”  

ha affermato Papa Francesco in un discorso [2]: rinunciare al particolare, ai propri segni particolari e identificativi, senza imporsi, per vivere in comunione!

Kiko assegna le zone da "evangelizzare"
per acquistare nuovi proseliti al Cammino
Non è comunitarismo, ma integrazione nella cattolicità e riflesso dell'essere cattolico in ogni cosa , in ogni Chiesa locale, in ogni parrocchia, nella sua vita, spiritualità e liturgia. La cattolicità risplende in tutto senza che nulla la adombra o la nasconda, esaltando ciò che è peculiare, l'opinione, il gusto, di ciascuno o di ciascuna comunità, associazione o Movimento.
Cattolicità nell'anima, nella mente, nella lingua, nella pastorale, nella missione, nella liturgia! Cattolicità nei metodi, nelle proposte, nella vita concreta delle comunità e delle parrocchie, senza settarismo o chiusura, né ricreare un cristianesimo adatto ai loro gusti, mode, sensibilità o opzioni!

La cattolicità è una nota determinante, è anche un'impronta, uno stile profondamente ecclesiale: 

Fa parte della costituzione della Chiesa, da un lato, il principio di cattolicità: nessuno agisce solo di propria spontanea volontà e del proprio genio; ognuno deve agire, parlare, pensare a partire dall'elemento comune del noi della Chiesa, elemento che è in relazione di scambio con il noi di Dio uno e trino...

I discorsi e le azioni cristiane accadono così: non essere mai solo me stesso. Diventare cristiano significa: accogliere in sé tutta la Chiesa, o meglio lasciarsi accogliere in essa dal di dentro. Quando parlo, penso, agisco, lo faccio sempre da cristiano in tutto e da tutto : così si esprime lo Spirito, e così convergono gli uomini” [3].

Questa cattolicità segna la vita liturgica: si accoglie la liturgia della Chiesa, si accettano fedelmente i suoi libri liturgici, si seguono le sue norme, si vive con il suo stesso spirito, si è fedeli ad essa. Detto con le parole del Vaticano II: "Le azioni liturgiche non sono azioni private, ma celebrazioni della Chiesa... Appartengono quindi all'intero corpo della Chiesa, lo influenzano e lo manifestano" (SC 26).

A nessuno è consentito?
Ma a Kiko sì...
(MEME dei giovani neocatecumenali)
Dobbiamo assumere e adattarci a questo principio:

La Liturgia appartiene a tutto il corpo della Chiesa. Per questo motivo a nessuno è consentito, nemmeno al sacerdote, né ad alcun gruppo, di aggiungere, togliere o modificare alcunché, fatto a proprio insindacabile giudizio. La fedeltà ai riti e ai testi autentici della Liturgia è un'esigenza della “lex orandi”, che deve essere sempre in sintonia con la “lex credendi”” (Giovanni Paolo II, Vicesimus quintus annus, n. 10).

La liturgia non si manipola, né si cambia, si inventa o si trasforma secondo il gusto di ciascuno, né diventa un qualcosa di prodotto particolarmente nello stile di questi o di altri, qualcosa di umano, di gruppo, di comunità, diverso in ogni luogo.

Piuttosto , la cattolicità permea la vita liturgica , e permette a chiunque e in qualsiasi tempio di inserirsi e riconoscere la stessa liturgia e divenire parte di essa come membro della Chiesa mediante il battesimo. Ti senti uno degli altri, anche se sei uno sconosciuto, un ospite o uno sconosciuto, e non conosci nessuno personalmente. Ma sa che sta entrando nella sua Casa, riconosce come suoi quei riti liturgici, le loro forme esteriori, la loro sacralità, anche se non conosce la lingua, perché è la stessa liturgia in una parrocchia e in un'altra, in una diocesi e un altro, in una nazione e in un'altra...

E l'essere cattolico mi permette di entrare ovunque e sapere che ne faccio parte, di riconoscermi cattolico in quella liturgia, e non osservatore smarrito, fuori luogo , che assiste a uno spettacolo poco cattolico, incapace di partecipare e sentirlo come mio.

(Javier Sánchez Martínez)


[1] RATZINGER, J., “Lo Spirito Santo e la Chiesa”, in OC VIII/1, p. 478.
[2] Discorso ai rappresentanti del Cammino Neocatecumenale, 1° febbraio 2014.
[3] RATZINGER, “Lo Spirito Santo e la Chiesa”, p. 479.

86 commenti:

  1. È evidente come questo articolo del liturgista Javier Sánchez Martínez sia ritagliato su misura del Cammino neocatecumenale, il quale nega in sé la dimensione universale e cattolica della Chiesa ("cattolica" era una delle parole impronunciabili ed addirittura inesistenti sui mamotreti di Kiko e Carmen, sostituita da "cristiana") per esaltare quella del gruppo, del club, unito da vincoli di frequentazione assidua personale. Una delle critiche ritenuta più stringente infatti alla Messa parrocchiale era (ed è) quella di "non conoscere il vicino di banco", come se la conoscenza della persona (e soprattutto dei suoi fatti più intimi e privati) fosse indispensabile alla comunione; come se la comunione la facesse il "chiacchiericcio" di cui si duole spesso papa Francesco, e non la fratellanza con ogni credente derivata dal Battesimo e dal Sacrificio di Cristo. E, a proposito del continuo appello al mal conosciuto Concilio Vaticano II: esso conferma ancora una volta che la liturgia non sia un fatto privato, che connota questo o quel club o movimento sia pur che si dica appartenente alla Chiesa. Appartieni alla Chiesa? Il modo migliore di dimostrarlo è unirti alla liturgia della Chiesa. Siamo fissati con la liturgia? Niente affatto: sono i neocatecumenali ad esserlo, in particolare Carmen che, per aver avuto un bel voto nella materia in un corso triennale che la abilitava all'insegnamento della religione nelle scuole medie, ha creduto di poter riformare la liturgia della Chiesa (e di imporla alle parrocchie).

    RispondiElimina
  2. questa è la conferma che Martinez è nemico del Cammino

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Chiunque affermi le verità di fede, anche solo in modo blando, è qualificabile come "nemico del Cammino".

      Elimina
    2. Questa è la conferma che per voi sono tutti nemici. Basta essere cattolici.

      Elimina
    3. Il neocatecumenalismo è una mentalità idolatrica che in quanto tale crede di poter controargomentare a suon di capriccetti infantili.

      Noi cattolici intendiamo "fare come fa la Chiesa" perché fondamentalmente disposti ad essere parte di essa, a far di tutto per appartenerle, ad essere pronti a fare rinunce pur di non diminuire la nostra appartenenza ad essa e al suo divin Fondatore.

      Gli adepti della setta di Kiko e Carmen, invece, intendono "fare come fa il Cammino" perché fondamentalmente disposti ad essere parte del Cammino, a far di tutto per appartenere al Cammino, ad essere pronti a fare rinunce pur di non diminuire la loro appartenenza al Cammino e ai suoi due laici "iniziatori".

      Perciò, per ogni più piccolo punto in cui il Cammino e la Chiesa divergono, i neocatecumenali sacrificano l'appartenenza alla Chiesa pur di appartenere di più al Cammino e ai suoi autonominati "iniziatori".

      Per questo i kikos sono pronti a ridere di gusto alle barzellette blasfeme, ma assumono la faccia triste da cane bastonato (o da furentissimi agitatissimi triggeratissimi attivisti) quando qualcuno irridesse Kiko e Carmen (questi miei stessi occhi e queste mie stesse orecchie hanno verificato di persona). Per loro Kiko e Carmen sono definitivamente più importanti di Nostro Signore. Nella loro bocca hanno il nome del Signore, ma il loro cuore è di fatto lontano da Lui.

      Questo spiega anche come mai sui social network vantano mirabolanti gite nei luoghi ufficiali del kikismo-carmenismo (di cui recentemente si è aggiornata la lista con la casa-museo del giovine Kiko e col multimilionario "monte degli Ulivi" comprato dal Cammino) e nelle foto non manca mai il product placement dei gadget ufficiali e semi-ufficiali (come l'esibizione delle "Palme Alte" ai balconi a Pasqua, per far capire ai passanti che in quella casa abitano dei kikolatri).

      Il vitello d'oro di categoria superiore (il triplice idolo Kiko-Carmen-Cammino) è per loro così importante da doverlo affermare in tutti i contesti ecclesiali - come ad esempio "kikizzare" una liturgia altrui includendovi di forza un cantodikiko, o come l'esibire gadget kikiani e "kikone" kikiane in occasione di manifestazioni pubbliche ecclesiali. Per esempio, il tragicomico il pellegrinaggio Macerata-Loreto, inizialmente organizzato da studenti di Comunione e Liberazione, quindi allargato alle parrocchie, infine diventato (già dagli anni '90) teatrino dei vari movimenti ecclesiali, ognuno con le sue canzonette (tutti i movimenti pretendevano rappresentatività canora dai megafoni che inframmezzavano la folla, non è solo il Cammino ad avere il vizietto di pensare che la Chiesa sarebbe una specie di campionato dei movimenti ecclesiali), con naturalmente con le immancabili grattugiate di chitarrella del Cammino e le patetiche canzoncine kikiane in tono calante-funereo. Anziché partecipare a un gesto "di tutta la Chiesa", devono a tutti i costi "affermare la loro identità", devono letteralmente "infilare Kiko dappertutto".

      Elimina
    4. Davo quasi per scontato che i lettori del blog sapessero cos'è un pellegrinaggio.

      Per i kikolatri, il pellegrinaggio è un'occasione per gloriare Kiko, Carmen e il Cammino (e dunque sé stessi, in quanto "facenti Cammino"). Tranne nel caso dei monumenti che Kiko ha elevato a sé stesso (le Domus, la sua casa-museo degli orrori, ecc.), è di fatto vietatissimo al kikolatra andare in pellegrinaggio senza la propria comunità. In ogni caso dovrà dedicarsi a gloriare il Vitello d'Oro di Categoria superiore, non sia mai che un kikos viva un pellegrinaggio come lo vivono i cattolici.

      Per noi cattolici, invece, il pellegrinaggio è uno dei tanti modi per ravvivare la nostra fede. Un modo per raggiungere una meta, attraverso un percorso che impegna tempo e anche sforzo fisico, tempo durante il quale ci si dedica alla preghiera e alla riflessione sulla propria vita. Cioè, di fatto, ci poniamo da soli, personalmente, davanti a Dio - anche se si tratta di un pellegrinaggio "organizzato" e con molta affluenza di partecipanti.

      Nel pellegrinaggio imponiamo alla nostra anima, con volontà e decisione personale, un percorso che simbolicamente rispecchia la nostra intera vita. Dunque è normale che sia "lontano" o "faticoso", e che dia tempo per riflettere; è normale prepararcisi con la preghiera, col sacramento della penitenza, è normale concluderlo con la Messa o almeno con la Comunione spirituale, o anche solo con la preghiera (come nel caso di quella cappellina in montagna, apparentemente abbandonata, con la statuetta della Vergine, davanti alla quale ci inginocchiamo imploranti, col solo rumore del vento e delle foglie, con nessuno intorno per centinaia o migliaia di metri).

      Il sopracitato pellegrinaggio a Loreto, di oltre 26 chilometri a piedi e che dura tutta una notte, era nato come iniziativa di un professore di religione, ciellino, poi divenuto vescovo perché oltre ai suoi studenti del movimento si erano aggregati in tanti, era diventato un evento annuale che richiamava pellegrini da lontano. In Vaticano avranno pensato bene di premiare un sacerdote che ha promosso un gesto pubblico di devozione mariana, promuovendolo poi a vescovo (lui stesso, probabilmente, non immaginava che il pellegrinaggio sarebbe cresciuto così tanto; come al solito i "fondatori" piccoli o grandi che siano, non erano narcisisti con manie di grandezza e con Progetti Pastorali Giganteschi, ma erano persone normali che in nome della propria fede e allo scopo di aiutare altri a viverla di più, hanno visto crescere la propria opera fino a vederla diventare un'opera di tutta la Chiesa).

      Sia ben chiaro, si può fare un pellegrinaggio anche spostandosi in treno con biglietto di prima classe. Quello che conta è la disposizione dell'animo e, dal versante opposto, il non voler strafare: quei 26 km non sono per tutti i tipi di gambe, e non c'è un premio per chi arriva un minuto prima o due ore prima. Lo scopo è di riavvicinare la propria anima a Dio, mentre tantissimi altri stanno facendo lo stesso (per questo è di pessimo gusto la presenza di canzonette kikiane: non riavvicinano a Dio, ma a Kiko; non servono ad aiutare la preghiera, ma ad affermare che certuni - neanche tanti, peraltro - appartengono alla setta kikolatrica).

      La stanchezza, la lunghezza interminabile (dopo un'ora o due, già sembrerà di star camminando da un'infinità), il ritmo lento ma continuo, i silenzi, le preghiere, depurano l'anima dalle mille preoccupazioni quotidiane, consentono di rivedere la propria vita, mentalmente, ripetutamente, e a trovar ragioni per lasciare da parte ciò che non ti favorisce l'incontro col Signore. (Ma vale anche per i pellegrinaggi comodi, come quando con un amico, in macchina, deviammo per qualche chilometro per il santuario di Manoppello; quei soli venti secondi dinanzi al Volto Santo, con il solo sforzo di trovare un parcheggio auto libero, è stata una delle esperienze che hanno segnato tanto me quanto lui. Secondo il neocatecumenalismo saremmo dei "religiosi naturali").

      Elimina
    5. atroce sospetto : vuoi vedere che dietro questo blog c'è Cl?

      Elimina
    6. Mi spiace, ma non sono ciellina. Conosco qlc che ne fa parte ed un paio di volte sono andata a qlc riunione all'università. Niente, dovete trovare un nemico per forza...

      Elimina
  3. "E l'essere cattolico mi permette di entrare ovunque e sapere che ne faccio parte, di riconoscermi cattolico in quella liturgia, e non osservatore smarrito, fuori luogo , che assiste a uno spettacolo poco cattolico, incapace di partecipare e sentirlo come mio."
    ----------
    Stride con questo quanto abbiamo appreso nel Cammino da subito. Appena entrati a farne parte.
    Ricordate?
    Nessuno può partecipare alla comunità se non ha fatto prima le catechesi e detto il suo AMEN.
    E questo è stato rimarcato ancor più per la partecipazione all'Eucarestia di Carmen. Che la catechesi per il 90% era sua, completamente riscritta. Al punto che si diceva che senza la preventiva catechesi non si sarebbe capito nulla! Guai a chiamarla Messa, era eucarestia, rendimento di grazie, esaltazione, e basta.

    Tanto richiedeva il fatto stesso di doversi comunicare in una modalità anomala e tanto inusuale, dal non potersi/doversi inginocchiare alla Consacrazione del pane e del vino né dopo la Comunione che addirittura si assume da seduti al proprio posto.
    Gesti non di secondaria importanza dove la forma è quanto mai sostanza.

    Ricordo che se in via eccezionale veniva consentito ad un 'estraneo' di partecipare ad una liturgia neocatecumenale era fatto obbligo ai responsabili di preparare il... privilegiato (che se no non avrebbe capito nulla). Magari trattavasi di coniuge di un fratello/sorella del cammino.

    E dunque siamo in un altro mondo. Altro che cattolicita' universale in cui riconoscersi e ritrovarsi a prescindere.
    Quelli che Papa Francesco chiama 'dettagli' nel Neocatecumenato diventano pilastri portanti irrinunciabili per tutelare la loro diversità, rimarcarla e difenderla.
    Sono "altro" e vogliono essere altro dai normali cattolici che disprezzano profondamente.

    Pax

    RispondiElimina
  4. Posso dire per esperienza che tutto quello che è scritto corrisponde al vero. Ho fatto 3 GMG e in quei giorni ho conosciuto una marea di ragazzi provenienti dai paesi più disparati. Potevamo non capirci se parlavamo di cose "mondane", ma recitando il Rosario o davanti a Gesù Sacramentato e più ancora nella Santa Messa eravamo una "cosa sola". Tutti "riconoscevamo il Pastore". Quando ho scoperto che ai ragazzi neocatecumenali è VOLUTAMENTE precluso tutto questo ho provato compassione per loro e la provo tutt'ora.
    Io se entro in una chiesa cattolica, che sia in Thailandia o in Burkina Faso, mi sento a casa. La liturgia la riconosco. Un neocatecumenale può dire la stessa cosa? NO. Se non ha le icone di Kiko, i canti di Kiko, il pane azzimo, le risonanze, le monizioni...SE NON CONOSCE VITA MORTE E MIRACOLI di chi gli sta a fianco si sente a disagio. Smentitemi, se ne siete capaci.
    E siccome sanno nel loro cuore che questo è profondamente sbagliato cosa dicono? Che è tutto il resto della Chiesa che sbaglia. Carissimi neocatecumenali, quando vado a messa riconosco che chi mi sta a fianco per lo stesso motivo per cui ci sono io. E questo mi basta per sentirlo fratello. E pregare per lui.
    Nel cammino si sminuisce tutto questo e si fa in modo di stare il più lontano possibile dai cristianucci della domenica.
    I "parrocchiani"? Sono una massa di ipocriti. La liturgia? "vale 20 mentre quella del cammino vale 100" L'Arte Sacra? In Europa non esiste più da centinaia di anni e quella che abbiamo (compreso Michelangelo) è un obbrobrio? La musica? Solo noi abbiamo canti biblici. Etc.Etc. Etc. Tutto il cammino è un insieme di: "noi lo facciamo meglio".
    E d'altronde è logico. Se vuoi che nel tuo club ci siano più iscritti devi dire che è meglio degli altri.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io se entro in una chiesa cattolica, che sia in Thailandia o in Burkina Faso, mi sento a casa. La liturgia la riconosco

      Che film hai visto ultimamente?

      Elimina
    2. Un film che si chiama "chiesa cattolica apostolica romana". Ti ho detto la pura e semplice verità. Se entri in una chiesa CATTOLICA tu riconosci l'altare, il tabernacolo, etc. etc. La domenica quando si celebra anche se non sai la lingua sai benissimo cosa sta succedendo. E a me basta questo. A voi non basta. A voi servono le icone di Kiko, i canti di Kiko, le monizioni, le risonanze..e se non ci sono "non è la stessa cosa". Per caso sbaglio?
      Certo, se la chiesa è fatta come un tempio massone (tipo il santuario di Padre Pio) la cosa è un filo più complicata, ma grazie a Dio c'è ancora una certa misura. Carissimo, capisco che il "film" che ho visto io vi hanno insegnato che è una mezza ciofeca, ma il problema lo avete voi. Non io. PS. Piuttosto che film vi hanno fatto vedere quando vi hanno detto (sentito con le mie orecchie): "e vabbè, le nostre messe non sono nell'orario parrocchiale perchè mettere l'orario delle messe è UN FAVORE CHE TI FA IL PARROCO". In quale mondo vivete per non sapere che OGNI CHIESA fuori ha un cartello dove ci sono scritti gli orari delle Sante Messe. Ah giusto, nel mondo fatato di Kiko Arguello.

      Elimina
  5. Chi nella Chiesa si vuole distinguere non per i doni che Dio gli ha fatto, che sono sempre originali, ma per ciò che è universale e accomuna tutti, come la liturgia, agisce senza l'aiuto della grazia e perciò con le sole forze forze umane.
    Se anche gli riuscisse tutto, sarebbe grazie ai suoi sforzi umani.
    Ma chi confonde la mistica con l'ascetica, è triste e "tristo". E, anche, pericoloso.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non è il caso del Cammino

      Elimina
    2. Solito kikolatra che alle 13:53 era in vena di fare affermazioni apodittiche, campate in aria, e del tutto false.

      Purtroppo i kikos non potranno cancellare dai nostri occhi e dalle nostre orecchie ciò che abbiamo visto e udito.

      E se anche se riuscissero a ingannare noi, non riusciranno certo a ingannare Nostro Signore.

      Elimina
    3. ancora con questa frase : non riusciranno a ingannare Dio, ma è chiaro, Dio è antineocatecumenale, mica lo freghi così, eh..................

      Elimina
  6. La Chiesa non è nemmeno in inseme indistinto di sconosciuti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non c'è scritto da nessuna parte che bisogna intersecare per forza le vite degli uni e degli altri. Lo provano la vita di santità di tanti eremiti, monaci e monache di clausura (i certosini fanno pure voto di silenzio), eccetera, dimostrando coi fatti che si può "fare comunità" senza coinvolgimenti della vita "normale" (cioè mondana).

      Il neocatecumenalismo, che fra i numerosi altri errori riesce anche a confondere il piano teologico con psicologismi da quattro soldi, propugna un falso cristianesimo, basato su un comunitarismo imbecille che a parole sarebbe un sostenersi spiritualmente a vicenda, mentre nei fatti è l'esatto opposto (se non si litiga in comunità "non stsaste facendo bene il Cammino", se non hai dissidi con tua moglie "non stai facendo il Cammino", se non hai antipatie "non stai facendo bene il Cammino"...): letteralmente il Cammino dell'ipocrisia.

      Elimina
  7. Il catechismo x bambini è fatto di piccoli gruppi, secondo le varie tappe di fede. Si incontrano in salette della parrocchia con il catechista, che quasi mai è un presbitero. Vuol dire che non fanno parte della Chiesa? Chiedo agli scienziati liturgisti farisei del blog.
    PedroS

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pedro,
      non puoi paragonare il catechismo dei bambini al cnc, e lo sai bene.
      Tanto per cominciare il catechismo ha un tempo definito e non indefinito, è aperto e non chiuso.
      Se ti disturbi a paragonare il cnc al catechismo stai certificando in modo inequivocabile il fallimento del cnc, vi hanno promesso ( dopo un tempo ) la fede adulta e vi ritrovate ad essere ( dopo un tempo, due tempi e la metà di un tempp ) sempre al punto di partenza.

      Elimina
    2. Il catechismo degli adulti non finisce mai a prescindere dal cammino. Lo sappiamo tutti che c'è davvero bisogno di una formazione permanente alla fede. Dimentichiamo tutto proprio come israele si è dimenticato del mar rosso e della manna. Per questo le chiese sono vuote. E non lo dico io o kiko e Carmen, lo dicono i papi i concili e i loro documenti. La fede adulta non è confermata a tempo indeterminato. Si coltiva tutti i giorni finchè c'è vita. Non finisce come al catechismo. Ed infatti il post cresima cerca di creare una continuità. Perchè i ragazzi, come noi adulti, si perdono molto facilmente.
      Pedro S

      Elimina
    3. Il Cammino neocatecumenale non equivale al Catechismo per i bambini.
      Il Catechismo per i bambini dura due, tre anni al massimo sia per la comunione sia per la cresima, non dura tutta la vita. Ciascun parroco lo organizza come desidera, con la collaborazione di chi sceglie: non seguendo un libro di testo arcano che non gli viene neppure fornito.
      Naturalmente non sto parlando del Catechismo organizzato dai neocatecumenali, i cui argomenti, metodologie e criteri di valutazione, addirittura la composizione delle classi è decisa da Kiko e dai suoi satelliti: Catechismo durante il quale si preparano i ragazzi ad entrare nel Cammino, per l'ingresso nel quale si fanno una o più alzate.
      Qui l'articolo sul Catechismo neocatecumenale per la preparazione alla Cresima; giusto per rendersi conto di come ogni cosa che fanno deve portare sempre al loro sempiterno obbiettivo: la crescita dell'organizzazione Cammino e il raggiungimento dei suoi obiettivi interni.

      Elimina
    4. @PedroS
      Voi non siete la soluzione. Siete parte del problema.

      Elimina
    5. PedroS: dopo 30 anni di "formazione" il neocatecumenale si dichiara addirittura "non cristiano" (ne abbiamo più di un esempio), ed anche dal punto di vista culturale è ignorante come una capra. Oltre al fatto che, se esce dal Cammino, "perde la fede" (cosa su cui insistono tutti i commentatori neocatecumenali e che Kiko afferma). A questo punto, si può dedurre che il Cammino è simile più a una struttura di lungodegenti che di cristiani in formazione.

      Elimina
    6. Che le chiese sono vuote lo dite solo voi, il Papa dice altro, tu hai ampiamente dimostrato di non saper leggere ( vedi l'ultimo boomerang sui catechisti ) quello che citi.
      E sei convinto che solo voi fate "formazione permanente", tieniti pure questa convinzione.
      Di permanente voi avete solo la ripetizione di due concetti, magari fosse vera formazione.

      Elimina
    7. Da quando il catechismo per i bambini che devono fare la comunione è segreto?

      Elimina
    8. Attenzione alle furbate furbette dei neocatecumenali.

      "Piccoli gruppi", "piccola comunità".

      Ora, le dimensioni numeriche hanno senso solo sul piano organizzativo. Quel che è importante sono i contenuti. Perché se dici un'eresia, non importa che il gruppo che ti ascolta sia piccolo o grande: stai dicendo un'eresia e basta, anche se il gruppo consta di una sola persona.

      L'asino ragliante che oggi si firma PedroS (sapete, cambia nickname ogni volta che azzecca una figuraccia mondiale) blatera di "tappe della fede" e di "piccoli gruppi", come se ciò fosse importante.

      In realtà la Chiesa cattolica ha sempre fatto tutte quelle cose: lezioni di catechismo a piccoli gruppi di bambini, "primo anno di catechismo" (non c'è bisogno di chiamarlo "tappa"), nei locali della parrocchia, in preparazione alla prima Comunione, ed anche lezioni di dottrina della fede per più grandicelli, di solito in preparazione alla Cresima o al matrimonio, o anche corsi di approfondimento su temi di fede e morale, incontri aperti a tutti, in parrocchie e conventi e oratori.

      Dunque il Cammino non ha portato nulla di nuovo - tranne le eresie kikiane-carmeniane. Se il Cammino avesse a cuore la dottrina cattolica, i figli dei neocatecumenali potrebbero frequentare indistintamente la parrocchia o i corsi "appositi" organizzati dal Cammino. E invece no, devono assolutamente distaccarsi dalla parrocchia, anche in presenza di parroci e persone molto preparate e di grande fede. I kikos esigono che i loro bambini vengano formati non sulla pubblica e ben conosciuta dottrina cattolica, ma sugli "arcani" della propria setta.

      La gerarchia neocatecumenalizia è composta quasi esclusivamente di laici (che vengono abusivamente chiamati "catechisti", laddove il termine catechista nella Chiesa cattolica indica colui che insegna il Catechismo, cioè la dottrina cattolica). Questo avviene perché nel Cammino il sacerdozio è considerato un "mestiere", un qualcosa di solo "decorativo". E lo sappiamo perché la megera Carmen amava calpestare in ogni modo la dignità dei presbikikos - che erano sinceramente (e motivatamente) atterriti da lei e dalle sue lunatiche e drastiche "decisioni" alle quali erano costretti a sottostare (in barba al fatto che il prete dovrebbe ubbidire solo al vescovo).


      Elimina
  8. Tutti i concili parlano di formazione permanente. Secondo voi invece serve un tempo prestabilito per raggiungere la fede adulta e possederla per il resto della vita. Gli apostoli hanno assistito a morti che resuscitavano e di fronte alla croce di Cristo se la sono data a gambe figuriamoci noi cosa potremmo fare per molto molto meno. A sentire voi le chiese sono piene. Tutto ok dunque. PedroSales

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Invece la formazione permanente che dici tu ti assicura di impedirtelo?
      Tu mi sa che non hai mai visto un cristiano!

      Elimina
    2. Quello che non avete ancora capito della vostra crisi è proprio che pur con tutta la vostra formazione permanente non date i segni della fede, infatti non vi fila più nessuno.Morale tutto quello che fate non vi serve a niente, e nonostante questo continuate imperterriti a difendere il metodo.
      Kiko stesso all'inizio ha millantato ( con il senno di poi ) che il cammino finisse e ci si dovesse scogliere in parrocchia, il suo fare marcia indietro non è dettato dal essersi reso conto che non bastava, ma, e lo ha detto senza ritegno, mosso da proprio dal fatto di non mollare le comunità dopo tutto il lavoro che aveva fatto.
      Non serve un "tempo prestabilito", siete invece voi che credete che ci voglia un tempo prestabilito e lo dimostrate nel descrivere il cammino, guai infatti se qualcuno "scappa in avanti".
      Persi, vi siete persi dietro a Kiko che si è perso a sua volta. Le sue comunità!
      La lingua parla della pienezza del cuore.

      Elimina
    3. Attenzione alle furbate furbette dei neocatecumenali.

      L'asino ragliante che oggi si firma PedroSales (sapete, cambia nickname ogni volta che azzecca una figuraccia mondiale) blatera di "formazione permanente" come se ciò fosse un'esclusiva del Cammino.

      In realtà "formazione permanente" riguarda i contenuti della dottrina cattolica, non delle eresie neocatecumenali. E riguarda un modo di vivere che la Chiesa ha sempre avuto (dopo la Resurrezione gli Apostoli hanno sempre predicato, letteralmente facendo "formazione permanente" a tutti i discepoli).

      Facciamo intanto notare che quando ti interessa veramente qualcosa (una persona, uno sport...) tenti in ogni modo di saperne di più (il suo compleanno, il calendario delle partite...), ti viene naturale cercare di saperne il più possibile. Sei tu il tuo problema, non è l'organizzazione a cui sei iscritto. Il tuo problema è di salvare la tua anima, non di vantare una tessera di appartenenza a qualche "piccola comunità neocatecumenale".

      E quella stessa cosa vale anche per la fede: se è vera, ti viene naturale l'interesse a conoscerne gli insegnamenti, fin dove le tue capacità intellettuali lo consentono.

      Pertanto la truffa del Cammino consiste nell'insegnarti una falsa dottrina (e nel farti celebrare una falsa liturgia, trasformata in spettacolino autogestito, zeppa di inutili strafalcioni e di gravi abusi).

      Attenzione anche all'altra furbata neocatecumenalizia del confondere il conoscere la dottrina della fede col fare l'esperienza della fede. Non confondete la saggezza con l'istruzione. Non confondete l'attivismo con la vita cristiana.

      La conoscenza della dottrina - della vera dottrina cattolica, non delle arzigogolate fandonie di Kiko e Carmen - è necessaria a fare esperienza della fede. Non si può chiamare "fede" un generico riunirsi in una saletta, fare una "spremitura di Bibbia", mollare qualche "omelia laicale", e credersi più "adulti" dei "cristiani della domenica". Questa è una roba da veri protestanti, protestanti che si fingono cattolici, protestanti di quelli più colmi di superbia.

      La vera fede cattolica si sostiene solo con la conoscenza della vera dottrina cattolica e con la partecipazione ai sacramenti. La virtù della carità - attenzione, non il settarismo interno a una "piccola comunità": la virtù cattolica della carità è orientata a 360 gradi, non è rinchiusa in una saletta, non ha come unico orizzonte il don Kikolone - la virtù della carità aiuta a vivere la fede e ad avvicinarsi a Dio. (Nel Cammino è di fatto proibito compiere gesti di carità non diretti al Cammino e non programmati dal cosiddetto "catechista" del Cammino: il Cammino vuole che tu sia un robot).

      Come al solito il neocatecumenalismo spaccia per "fede" le proprie attività interne e i propri ambigui ed eretici insegnamenti. Finché i fratelli delle comunità non rinunceranno alle corbellerie kikiste-carmeniste per abbracciare finalmente l'unica santa dottrina cattolica, resteranno impigliati in quella "tela del ragno" (dove vengono puntualmente umiliati e spennati).

      Elimina
  9. Ma poi di quale "formazione" si ciancia? Siete di una ignoranza abissale, non sapete reggere una discussione civile, all'infuori degli argomenti dei mamotreti non sapete spiccicare più di una frase...ma a chi volete dare lezioni?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. bà... per me dici così perchè chissà quante volte un Neocatecumenale nella vita vera ti ha chiuso la bocca... l'orgoglio è una brutta cosa...meglio star qua a sparlare in anonimo con le vostre alte analisi a senso unico...

      Elimina
    2. Essere accusata di "sparlare in anonimo" quando scrivo su un profilo riconoscibile da un ANONIMO già fa ridere di suo. Detto questo ti rispondo semplicemente: vuoi fare una prova tu? Vediamo chi "chiude la bocca" a chi. La verità è che non accetti che una "cristianuccia della domenica" vi metta in difficoltà.

      Elimina
    3. Anonimo delle 16:40, sei un pettegolaccio da saletta. La bocca la devi chiudere tu quando ti vengono in mente ste boiate, che ti vengono in mente perché, per l'appunto, sei un pettegolaccio da saletta. Abituato a mangiar rifiuti e pensare basso dai padroni catechisti. Vatti a confessare subito.

      A. Non.

      Elimina
    4. @a. non, a proposito di confessione sarei proprio curioso di sapere se parlate mai con il vostro confessore dell'attività di diffamazione e calunnia che svolgete su questo blog.
      Ma credo proprio che non pubblicherete neanche questo commento.
      Fallacio Asino Vinicio

      Elimina
    5. Ecco Domitillo che va a fare compagnia a Drusillo e vuole sapere cos'è che diciamo in confessione. E come vuoi che ti rispondiamo, FAV, tutti insieme come agli scrutini o uno alla volta come in confessionale?

      Le calunnie non è che vadano confessate, non vanno proprio dette. E infatti qui raccontiamo ciò che abbiamo visto del Cammino ed, eccettuato qualche catechista fanatico, la gente si riconosce nelle varie vicende e ci dà ragione.

      Qui riportiamo misfatti e documenti che i vostri bugiardissimi catechisti vogliono nascondere e travestire. Quindi, invece di fare i soliti autogoal alla FAV, vallo a chiedere a Kiko e alla cupola, se si confessano per le menzogne che raccontano da 60 anni, come anche per gli insulti e per le calunnie contro la Chiesa Cattolica e i suoi fedeli.

      A. Non.

      Elimina
    6. Ma Vinicio, invece di fare il pianto greco, materia in cui, ti ricordo, ti hanno rimandato tre volte in otto anni di superiori, intanto che aspettavamo di uscirne istruiti, dovresti sapere che di tutti noi troll del blog sei uno dei più pubblicati! Lo so perché rubo i fogli dalla stampante della redazione per scriverci dietro e in uno c'erano le statistiche.

      FungKu. Anche a me, via via, quando esagero mi stroncano! Ma mica mi lamento, prendo un pennarellone e scrivo sui muri delle salette parrocchiali. Puntini invece insiste per miliardi di volte, tu ti lamenti, ognuno ha il suo metodo.

      Elimina
  10. Qurllo di formazione permanente è un concetto abbastanza recente. Il Concilio Vaticano II accenna alla formazione dei sacerdoti. Per il resto, di parla di perfezionamento, sia dei presbiteri, dei religiosi e dei laici, tramite i mezzi di perfezionamento tra cui i Sacramenti, la pratica delle virtù e la preghiera. Quindi non mi pare proprio che "tutti i concilii" parlino di formazione permanente; nell'ambito neocatecumenale queste due paroline magiche le hanno adottate (lasciando un po' allocchiti coloro che ci avevano creduto) quando si sono resi conto che il Cammino aveva bisogno di mantenere i propri accoliti e i propri introiti e non poteva permettersi di "sciogliersi" nelle parrocchie, così come promesso e assicurato sarebbe accaduto alla fine del pur lunghissimo "itinerario".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. formazione è l'acronimo di :

      Forse Ora Ridicoli Mamotreti Affermano Zelanti Idee Ormai Neocatecumenalmente Eretiche

      Elimina
  11. PedroSales delle 18:34 del 31 gennaio

    " Gli apostoli hanno assistito a morti che resuscitavano e di fronte alla croce di Cristo se la sono data a gambe figuriamoci noi cosa potremmo fare per molto molto meno. "

    E dunque? Mio ottimo Pedro? Cosa vuoi dimostrare?
    Intervenite voi e davanti alla morte non si fugge più?

    Ma ti rendi conto che presunzione indisponente?

    E menomale che Kiko insisteva che nessuno "tiene lo Spirito Santo in un borsellino"! (Con voi di borsellino si tratta, poi, come non mai. Perché subito te lo dico io. La formazione permanente trova la sua ragione prima nella smania kikiana di non mollare i denari degli adepti che, finita la sua missione avendo esaurita la sua funzione, sarebbero andati altrove).

    La Grazia. Voi vanificate la Grazia. Dio scruta i cuori e dona fortezza anche ad un bambino e tutti ne restano ammirati. E la nega a voi che vi sbattete e tutto basate su voi stessi sugli "sforzi" che avete sempre disprezzato.

    E collezionate brutte figure, siete di scandalo con le vostre intemperanze e fate a gara nel dichiararvi i peggiori ...IO SONO un peccatore... senza nessuna umiltà.
    Siete un clamoroso fallimento.

    Pax

    RispondiElimina
  12. Scappiamo tutti di fronte alla croce. Siamo tutti traditori come giuda. Ma il Cristiano riconosce la sua colpa, e non dispera mai. Giuda ha creduto che non ci fosse piu alcuna chance di salvezza. Pietro invece, su cui si fonda tutta la chiesa, ha fede nella misericordia di Dio, che in Gesù Cristo giustifica tutti i suoi figli. E non lo fà per le opere, ma col suo prezioso sangue. E questo non significa dover peccare di piú. Come dite voi.Ne pietro ne giuda volevano peccare. La differenza sta nel credere in Gesú Cristo invece che credere in se stessi.
    Da Pedro Sales

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Un protestante non avrebbe saputo dire di meglio. Ps. Non siamo noi a dire che "è il Signore che mi toglie la mano dalla testa"

      Elimina
    2. Attenzione a non scivolare nel concetto luterano di giustificazione per sola fede.
      Per la dottrina cattolica la differenza tra Pietro e Giuda non sta solo nella "sola fede", ma anche nel fatto che Pietro ha cooperato con la sua volontà di bene, e con le opere che la grazia stessa gli ha dato di compiere, alla propria stessa giustificazione.

      Elimina
    3. Le opere di Pietro quali sono? La sua cooperazione qual'é? Cambia il finale ma il percorso é lo stesso. Tutti vogliono evitare di peccare, se così non fosse parleremmo di satanismo. Giuda e pietro sono caduti allo stesso modo. La speranza e la fede hanno fatto la differenza.
      Pedro s

      Elimina
    4. Fede, speranza... e carità! Le opere sono ciò che deriva dalla volontà fattiva di bene, e la dottrina insegna che ci si salva per fede e per opere, non mai per sola fede. A cominciare dalla risposta alla chiamata di Gesù, quel fiat senza il quale Dio non può far nulla per salvarci dalle nostre vie auto distruttive, e che è la prima delle opere ispirate dalla grazia.
      Infine: non è vero che tutti vogliono evitare di peccare: magari!
      Leggi la dichiarazione congiunta cattolico-luterana sulla giustificazione, laddove si chiarisce che sono i luterani che "sottolineano che l’uomo può solo ricevere la giustificazione mere passive, negano con ciò ogni possibilità di un contributo proprio dell’uomo alla sua giustificazione"

      Elimina
    5. gli ottimi luterani................

      Elimina
    6. @alect, se trovi concetti protestanti in quelle parole hai qualche "carenza" nella conoscenza della dottrina cattolica e la cosa che colpisce di più è l'arroganza con la quale lo mostri a tutti. Chissà, forse avresti bisogno della formazione permanente che critichi. Molto più preparata @valentina che infatti avverte del filo sottile che separa i due concetti, che @pedro non ha affatto superato. Io credo che bisognerebbe indagare sul motivo per cui vedi protestanti dappertutto. Mmmmh.
      Fallacio Asino Vinicio

      Elimina
    7. AleCT è stata stringata e inappellabile, e Pedro Sales quel filo sottile l'ha proprio superato calpestandolo senza neppure farci caso! E insiste pure, come fanno molti convinti che ciò che hanno imparato nelle salette sia pura e autentica dottrina cattolica (lo so perché ci sono passata anch'io).

      Elimina
    8. @fallacio
      Diciamo che Vale aveva più tempo di me. Io oggi sono leggermente oberata,. Per il resto, carissimo, non sono IO che ha problemi nel parlare dell'ascesi (intesa come sforzo verso la santità). Se tu che, a domanda precisa, te ne sei uscito con una frase di 5 parole. E questo dopo 30anni e passa di cammino eh. Quindi forse qlc problema ce l'hai tu. Mmmmmh.
      Detto questo, passo la parola a Padre Angelo Bellon
      https://www.amicidomenicani.it/la-diversita-del-comportamento-di-giuda-e-di-san-pietro/
      Cito:
      c’è una differenza tra Giuda e Pietro.
      Il primo tradisce Il Signore e lo mette nelle mani dei carnefici.
      Il secondo lo rinnega, finge di non averlo mai conosciuto.
      Il primo si pente, ma preso dall’orgoglio non domanda perdono a Gesù e va ad impiccarsi.

      L'orgoglio (o superbia) è uno dei peccati capitali e, come ad ogni peccato, si PUO' resistergli e non cedere.

      Elimina
    9. @PedroS
      "Le opere di Pietro quali sono?"
      Semplice: cercare di stare vicino a Gesù, nonostante la vergogna. Infatti gli stava così vicino che ha visto quando Lui lo ha guardato.

      Elimina
    10. @PedroS
      Dovresti usare la prima persona singolare quando scrivi. Come fai a dire "scappiamo"? A chi ti riferisci? A chi scrive sul blog? Ci conosci forse? Parla per te stesso. E non è vero che tutti vogliono evitare di peccare. Ci sono persone che peccano sapendo di farlo e non si pentono. E soprattutto fanno del male agli altri sapendo di farlo e non chiedono mai perdono. Nel Cammino ne ho conosciuti non pochi. Ovviamente non solo nel Cammino,ma almeno nel "mondo" non si dichiarano pomposamente "cristiani adulti".
      Porto

      Elimina
    11. Se tu, caro Porto, non scappi di fronte alla croce sei di un altro mondo. Certamente hai piu fede di Pietro. Complimenti per l'autostima. Cristo per tè non ha dovuto versare neppure una goccia di sangue. Ti salvi da solo si salvi chi può.
      pedroS

      Elimina
    12. @Pedro
      Io non ho detto nulla del mio rapporto con la croce. Ho detto solo che sarebbe bene evitare di parlare alla prima persona plurale riferendoti a persone che nemmeno conosci. Ti è così difficile capirlo?
      Porto

      Elimina
    13. In effetti questo problema di esprimersi sempre in prima persona plurale è una particolarità che Puntini ha colto magistralmente..................... 😉

      Elimina
    14. @Porto
      però anche tu dai...lo sai che PedroS deve seguire un certo schema mentale altrimenti va in tilt. Come puoi pretendere che segue il tuo ragionamento. Poi dovrebbe sforzarsi di trovare parole sue.
      Ps. No, non sono ironica, cari neocatecumenali. E' questo che fate vedere a tutti.

      Elimina
  13. ci mancava anche Pedro Sales, non bastavano FAV Martello, Leonardo, Giuseppe.....abbiamo dimenticato qualcuno?????????????????

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ma non vedi che sono sempre gli stessi 2 asini che cambiano firma più spesso dei pedalini?

      Elimina
    2. anche tu con gli asini? by Tripudio è sufficiente.........

      Elimina
  14. Ecco Pedro Sales, ultimo difensore della fede neocatecumenale.
    Inviato sul blog per fare chiarezza sulla purezza,grandezza, maestosità, inossidabilita, infallibilità, verità assoluta proclamata dal cammino neocatecumenale.
    Pedro Sales, uno contro tutti.
    Pedro Sales, neocatecumenale doc , bastione insuperabile del neocatecumenalesimo.
    PedroSales.
    PedroSales.
    PedroSales.
    Pedro Sales marchiato by Kiko, sguaina la tua spada e combatti per il tuo Signore e Padrone, fondatore e primo catechista, leader Maximo del CN.
    Porta avanti la tua crociata ,porta avanti le ragioni assolute ed imperscrutabili della tua perfetta organizzazione.
    Non sono tue, sono di Kiko ma tu sei Kiko e Kiko è in te.
    Forza Pedro Sales, difendi l'indifendibile, svia i discorsi da ciò che non può essere spiegato, raddrizza ciò che non può essere raddrizzato, ometti ciò che non può essere ammesso, nega tutto quello che deve essere negato, copri con il segreto tutto quello che non può essere rivelato.
    PedroSales.
    PedroSales.
    PedroSales.
    Tu lo sai che è inutile quello che fai, ma lo devi fare ,perché magari quello che fai allunga di un altro pochino l'agonia del TUO fantasmagorico movimento settario.
    Hai le tue convenienze sociali, economiche, personali per cercare di prolungare la vita del TUO movimento settario?
    Certo che si Pedro Sales.
    PedroSales.
    PedroSales.
    PedroSales.
    La fine sta arrivando, la vedi chiara davanti a te e ti spaventa ,perché ti rendi conto del tempo perso , degli anni gettati dietro ad un ideale falso che perde i pezzi giorno per giorno.
    Sei stato usato da altri e magari oggi stai usando tu gli altri ,ma il tuo regno e quello dei tuoi padroni si sta disgregando intorno a te.
    Piccola "rana bollita" nel brodino neocatecumenale.
    Combatti contro tutto e tutti , ti hanno detto che hai la vita eterna assicurata, basta che rimani nella SETTA, basta che combatti per la SETTA.
    Forza Pedro Sales, piccolo servo inutile di kikolandia, fatti avanti e combatti per tenerti stretto il tuo posticino , quel posticino guadagnato a fatica.
    Fulgido esempio ed esemplare ormai raro, non ti arrendere all'evidenza dei fatti , sei dentro la botte neocatecumenale , ti hanno inchiodato dentro ma ti hanno assicurato il possesso di quella piccola botte , però devi combattere per non fartela rubare da questo blog di miscredenti.
    PedroSales.
    PedroSales.
    PedroSales.
    PedroSales.
    PedroSales.
    PedroSales.


    LUCA

    RispondiElimina
    Risposte
    1. e noi rispondiamo

      FAV
      FAV
      FAV
      FAV
      FAV

      continua.....

      Elimina
    2. Hai visto Pedro Sales cosa ti scrivono quelli del blog e tu continui a scrivere come FAV è company dateci retta

      Non scriveteeeee!!!!!!!!!!!!!!!!

      Elimina
  15. Se Martello
    fa rima con Arguello
    se Fallacio
    fa rima con mendacio
    Se Puntini
    fa rima con Gennarini
    Pedro Sales con cosa fa rima?
    Chi indovina avrà uno sconto del 4 % sulla Decima

    RispondiElimina
  16. PEDRO:

    Se la differenza la fecesse SOLO il credere in Gesù invece che a se stessi, il peccato non sarebbe un atto grave.
    Infatti non basta SOLO credere in Gesù e non credere in se stessi (cosa senz'altro necessaria), ma occorre essere contriti dei propri peccati e confessarsi col proposito di non peccare più.
    Senza questo proposito puoi credere in Gesù e puoi non credere in te stesso, ma il pecato non ti è rimesso.

    Il credere non necessariamente comporta la carità, che è necessaria alla salvezza più ancora che il credere.
    Oltre a credere, perciò, occorre la fiducia in Gesù, che è ordinata alla carità.
    I demoni sanno benissimo che Gesù salva e sanno benissimo che loro con le loro forze non si salvano, eppure sono all'inferno perché non hanno la carità.

    Non basta la SOLA grazia per essere salvi, occorre anche la nostra cooperazione, senza la quale non c'è la carità che comporta necessariamente delle OPERE di carità.
    San Giacomo non dice che sono le opere a salvare, ma dice che SENZA le opere non ci si salva, intendendo le opere di carità. E non ci si salva semplicemente perché, senza le opere di carità, non c'è la carità.

    Dire che Giuda non voleva peccare è una pura supponenza che non si sa da dove lo desumi (cioè da dove Kiko lo desume, visto che sembri seguire fedelmente il "magistero" di Kiko).

    Ti rendo noto che il peccato oggettivo senza la piena avvertenza e il deliberato consenso soggettivamente non costituisce affatto peccato. Mentre quando c'è, oltre alla materia grave, anche la piena avvertenza e il deliberato consenso, allora è SEMPRE un peccato voluto. Vuoi forse dire che il peccato mortale non si può commettere soggettivamente?

    Il tuo pensiero è in sintonia col pensiero di quei modernisti che dicono, bontà loro, che sì, l'inferno esiste, ma è vuoto. Un gioco di parole ridicolo.
    Tu dici che sì, il peccato esiste, ma è SEMPRE non voluto. Perciò non è imputabile, perciò l'inferno è vuoto.
    Ma questo è un grave errore teologico e se te lo ha detto Kiko, non ci credere.

    RispondiElimina
  17. Scusa Pietro, va bene ravvedersi, questo é certamente necessario ed indispensabile, ma il buon ladrone, quali opere buone poteva vantare?
    Pedro Sales

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il buon ladrone ha compiuto almeno due opere di misericordia spirituale, insegnare agli ignoranti e ammonire i peccatori, quando ha rimproverato l'altro ladrone: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». Inoltre ha testimoniato apertamente la fede in Gesù, oltre ad espiare per i propri peccati sopportando le atroci sofferenze con pazienza e serenità, motivo per cui ha potuto entrare direttamente in Paradiso.

      Elimina
  18. Valentina parlo di opere non parole. E anche se fosse come dici, 2 buone opere orali salvano? Ti contraddici. Servono o non servono queste opere? Salva o non salva Gesú Cristo per grazia?
    PedroS

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi trovi il punto del catechismo in cui si dice che le opere di misericordia spirituale valgono di meno di quelle corporali? Il punto è QUELLO CHE IN QUEL MOMENTO POTEVAA FARE. Lo vedete che siete di una ignoranza sesquipedale?

      Elimina
    2. E dire che Kiko pure lo hanno chiamato a fare un intervento sulle opere di misericordia... di cui non si capisce nulla, parla a ruota libera sempre delle stesse cose!
      Caro PedroS, senza alcun spirito polemico, ti invito a renderti conto che ti hanno nascosto la maggior parte della santa dottrina cattolica, quella dei Padri e di tutti i Santi, per importi un credo impoverito e luteranizzato. Ti invidio quasi perché hai la meravigliosa possibilità di riscoprirla, come tutti coloro che sono tornati "a casa".

      Elimina
  19. PEDRO:
    non capisco perché, invece di integrare tutte le parole di Gesù, ti ostini a considerarne solo alcune scartandone altre.

    Secondo le Beatitudini, i beati non compiono opere? Io direi che nelle Beatitudini Gesù semplicemente non parla di opere.
    Se invece prendi alla lettera il Giudizio universale secondo Matteo, sembra che la salvezza venga proprio dalle opere, indipendentemente dal credere in Gesù, e Gesù stesso addita un samaritano come modello di obbedienza a Dio, sebbene non avesse la stessa fede dei giudei.

    Se invece di scegliere le parole per confermare le tue tesi scartandone altre, le integri, il problema scompare: le opere di misericordia sono le opere di carità di cui parla la fede, in cui ciò che si fa lo si fa a Gesù, per cui sono opere frutto della grazia.
    I beati delle Beatitudini perciò operano necessariamente perché altrimenti non vi sarebbe coerenza tra ciò che sperano e vivono e ciò che fanno. E se non possono operare CONCRETAMENTE hanno il desiderio di farlo e lo fanno appena possono.

    Tu forse vai a trovare i carcerati? No? Sei allora solo per questo mancante di misericordia?
    Le opere di fede sono opere del cuore e come ti ha ben risposto aleCT, si fa quello che si può, per cui chi ha misericordia e non può andare a trovare i carcerati, voi andrebbe se potesse. Dio giuarda al cuore.

    Riguardo al buon ladrone, ti ha risposto bene Valentina.
    Per Dio cuore e opere coincidono perché un atto del cuore è già un'opera.
    Infatti è in Dio stesso che cuore e opere coincidono: Dio è la stessa sostanza della carità ed è misericordia, che non è altro che la carità che opera. Perciò la Misericordia divina è Dio che opera.
    L'atto di amare di Dio, cioè di donare se stesso che è amore, è già un'opera, è misericordia.
    Se la carità è "uscire" da se stessi per donarsi, come fanno le Persone della SS Trinità, è un'azione, un'opera.

    Separare la misericordia dall'amore è assurdo, ma è quello che fai tu separando le opere dalle intenzioni del cuore.

    RispondiElimina
  20. va bene concordo. Quindi basta un'opera di misericordia fatta col cuore per cancellare tutte le malefatte perpetrate in passato. Questo è successo al buon ladrone. Quei peccati fatti prima però gli varrebbero l'inferno, se non fosse che gesù Cristo ha pagato sulla croce per lui. E per noi. Pedro S

    RispondiElimina
  21. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "Soprattutto conservate tra voi una carità fervente, perché la carità copre una moltitudine di peccati." 1Pt 4, 8

      Elimina
  22. Salva solo l'opera di Dio, che culmina con la Croce.
    Ma l'uomo deve cooperare con le opere di carità o opere della grazia, a cui si riferisce san Giacomo.
    Le opere della legge mosaica, e comunque della carne, a cui fa riferimento San Paolo, sono invece di ostacolo alla salvezza di chi ha fede in Gesù

    RispondiElimina
  23. Vero, quando entri in una chiesa ti senti a casa tua anche se sei lontano da casa. E per esperienza, purtroppo catecumena, ma anche di altri gruppi da ragazzo, più si conoscono persone peggio è, perché si perde l'ascolto di Dio ed il silenzio, distratti più dalla presenza delle persone che si conoscono diventando più una riunione tra "amici" che l'ascolto della parola e il godersi il silenzio. Inoltre abitudine di troppe persone che frequentano troppo i gruppi e specialmente i catecumeni di sentirsi meglio di tutti e di avere la presunzione di dare non solo consigli non richiesti ma anche a giudicarti e condannare ciò che fai se non sei adeguato al sistema loro o della società. Meno si a che fare con le persone, in generale, più si tengono a distanza meglio è. Di solito tutti vogliono per forza mettere bocca nella vita altrui ma cosa assurda anche nel modo di come ti rapporti con Dio e la propria coscienza. Da quando sono uscito dal cammino e vado a messa da solo dove non conosco nessuno, mi sento finalmente libero. Ex fratello

    RispondiElimina
  24. Ma quindi perchè siete molto scandalizzati dal processo di beatificazione di Carmen? Avete raccontato decine e decine di aneddoti negativi ma cosa sapete delle opere di misericordia? Avreste salvato voi il buon ladrone ?
    pedro S

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il buon ladrone è andato in paradiso, ma non è considerato Santo, così come Carmen può essere tranquillamente in paradiso e contemporaneamente non diventare mai Santa.
      La capisci la differenza?

      Elimina
    2. In realtà il buon ladrone è considerato santo e canonizzato direttamente da Gesù. Mi colpisce che il buon PedroS paragoni Carmen al ladrone. Evidente pensa proprio bene di lei, al punto da supporre che, se qualcosa di buono ha fatto, sicuramente non ne siamo al corrente. E infatti, nei nostri articoli su Carmen, mai un neocatecumenale è riuscito a rintuzzarci potendo citare qualche sua qualità. Questo è assai significativo.

      Elimina
    3. Si Valentina è assolutamente corretto quanto dici intendevo Santo in questa accezione: "degno di venerazione per l'alto livello morale delle sue opere e della sua vita."
      Per rispondere alla domanda di Pedro se avrei salvato il buon ladrone posso dirti che la risposta vale episodio per episodio, sono chiamato a salvarlo sempre ( quante volte devo perdonare...settanta volte sette) ma ogni volta che si presenta un ladrone nella realtà è un fatto a se.
      Per cui volendo tornare a Carmen la Chiesa cerca non solo la prova che sia in paradiso ( per quello "basta" il miracolo ) e sulla ricostruzione della vita e della persona di Carmen che qui si discute tra chi l'ha conosciuta e chi usa l'immagine "artefatta" che oggi si cerca di spacciare per autentica.
      Per capirci, e come quando vai a un funerale di una persona che conosci benissimo, e ascolti la predica piena di retorica che ti presenta un estraneo.

      Elimina
    4. in sostanza se Gesù ha salvato il Buon ladrone Carmen sarà santa.

      Bene, bene...........

      Elimina
    5. In sostanza, se Carmen, nella croce della sua malattia, ha avuto la fortuna e soprattutto la grazia, con le sue capacità mentali residue, di pentirsi sinceramente del male fatto alla Chiesa, ai suoi ministri, ai suoi fedeli, sicuramente è salva, e non sta a noi decidere se e quanto purgatorio abbia dovuto/debba fare.
      Io credo che Carmen e Kiko usciranno dal purgatorio solo quando ne uscirà l'ultimo dei neocatecumenali che per loro colpa ha mancato all'osservanza delle leggi di Dio, oggi e nel futuro. Ma è solo una mia opinione.

      Elimina
  25. É un caso che i miei commenti vengano sistematicamente cestinati quando rispondo in maniera precisa alle varie questioni che mi vengono rivolte?
    Pedros

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo essere stati approvati da uno dei moderatori.

È necessario firmarsi (nome o pseudonimo; non indicare mai il cognome).

I commenti totalmente anonimi verranno cestinati.