giovedì 4 settembre 2025

«E io sono morto di crepacuore»: testimonianza di don Leonardo Maria

C'è una lunga (77 minuti) ma interessante testimonianza di don Leonardo Maria Pompei, sacerdote piuttosto noto sul web per le sue catechesi.

Nella testimonianza racconta di come i suoi genitori entrarono nel Cammino Neocatecumenale e lui stesso, dodicenne, andando per la prima volta alle celebrazioni del sabato sera e vedendone la gran caciara di canti e balli, vi si appassionò.

Ma ebbe la grazia di incontrare negli anni successivi altre figure di vita cristiana e di maturare la propria vocazione; la testimonianza più importante fu quella di un suo amico, Francesco, che si spense rapidamente (ma serenamente) a 23 anni a causa di un linfoma leucemico. Grazie a tali testimonianze matura la vocazione al sacerdozio.

Entra così in un seminario Redemkikos Mater ma... comincia a comportarsi male rispetto agli standard neocatecumenali: legge vite dei santi, documenti del Magistero, e comincia a vedere delle «storture» fra ciò che faceva e insegnava il Cammino e ciò che aveva sempre fatto e insegnato la Chiesa.

I primi due anni di seminario vanno (stranamente) abbastanza tranquilli, ma all'inizio degli studi teologici comincia a vedere che quelle «storture» sono un po' troppe - e i dubbi non gli passano neppure al vedere Giovanni Paolo II a Porto San Giorgio.

Don Leonardo dice: «chi conosce i neocatecumeni lo sa, non ci si può mettere mai in ginocchio, la Comunione "in mano", seduti, col pane azzimo... ho cominciato a dire: "ma che son queste cose!". Quando cominciai a capire la Presenza Reale, e altre cose, la natura sacrificale della Messa... e loro: "però c'è andato il Papa, e però c'è stato il Concilio Vaticano II, e c'è il rinnovamento della Chiesa... io non sapevo che fare, e cominciano i primi grossi conflitti di coscienza... Vedo una cosa che è storta, oggettivamente storta, ma che vive in un contesto ecclesiale, per cui se tu ti metti contro questa realtà, tu ti metti contro la Chiesa, contro il Papa: ma che sei matto?... seguiresti la volontà tua invece di quella di Dio? e ti metti pure contro la famiglia?... Insomma, non vi dico quello che ho passato».

Nel 2000 fu inviato - da seminarista - a fare l'itinerante in Campania. E si ritrova ad una mega-convivenza dove tutti gli itineranti, per lo più laici, «negli incontri o nei pasti, parlavano senza freni, perché non c'era il vescovo, il cardinale, ad ascoltare».

Così, un giorno, prende la macchina e va a Loreto, ad inginocchiarsi davanti alla Madonna di Loreto a pregare: «non ce la faccio più... io per il Signore vado in capo al mondo, ma io qui non ci resisto più».

Così, scartata l'ipotesi di ordini religiosi, decide di passare al seminario diocesano, divenendo infine sacerdote per la diocesi di Latina (nel frattempo legge tutta la Summa Theologica dell'Aquinate, perché gli sembrava «molto limitata» una formazione teologica incentrata solo sul Concilio Vaticano II).

Vi risparmio il resto della testimonianza, peraltro interessantissima perché a furia di informarsi - perfino quando era scettico sulla Messa in latino, «tutta strana» - ha capito da solo ciò che nessun altro dei suoi formatori e parroci gli aveva detto.

Cliccare qui se non si vede il video.



16 commenti:

  1. Per prevenire le tipiche obiezioni del fintotontismo neocatecumenale, ribadiamo alcuni punti fondamentali:

    1. gli asini che volessero ragliare qualcosa su don Leonardo si rivolgano ai suoi numerosi canali (youtube, twitter, facebook, persino blogspot);

    2. nel video indicato don Leonardo racconta personalmente il suo percorso vocazionale e come si ritrovò in un seminario neocatecumenale; chi non si fida dello stringato riassunto fatto in questa pagina può guardarsi comodamente la lunga video-testimonianza su youtube sopra indicata;

    3. è stato il voler sapere di più sulla dottrina cattolica a portarlo molto lontano dal Cammino;

    4. nel video non polemizza contro il Cammino ma spiega ciò che ha visto, ciò che ha appreso, ciò che lo portato in coscienza a prendere delle serie decisioni (a cominciare da quella di prendere le distanze dal Cammino) per proseguire nella sua vocazione di trasmettere la fede cattolica;

    5. ordinato sacerdote per la diocesi di Latina, ha avuto incarichi in diverse parrocchie, cioè il suo curriculum ecclesiale è del tutto normale; il suo apostolato "su internet" è nato successivamente (e, con sua sorpresa, ha avuto più successo del previsto);

    6. una settimana fa don Leonardo Maria aveva comunicato per iscritto al vescovo l'intenzione di dimettersi dall'incarico di parroco;

    7. appena due giorni fa il suo vescovo gli aveva proibito di convocare incontri parrocchiali; ieri sera, invece, don Leonardo ha parlato in quel video in diretta (quello che abbiamo riassunto in questa pagina), e stamattina il vescovo gli ha comminato la sospensione a divinis; la notizia completa la trovate su agenzia SIR (più precisa di certi giornali che già scrivono "scomunicato" e titoloni acchiappa-clic).

    Intanto che attendiamo gli sviluppi, ci teniamo a sottolineare quel caso notevole di seminarista neocatecumenale che legge in biblioteca letture "proibite" (cioè preconciliari) e comincia a capire le grandi storture del Cammino e di chi appoggia il Cammino.

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    1. Nella stessa giornata in cui veniva comminata la sospensione a divinis a don Pompei, usciva anche la notizia di un prete quarantenne della diocesi di Bolzano che abbandonava il sacerdozio perché la Chiesa e l'insegnamento della Chiesa gli sembravano troppo dogmatici e poco adeguati ai valori LGBTPQ.

      A questo punto un cattolico normale si chiederebbe come mai per questo tipo di soggetti - ostili ai dogmi, ostili alla liturgia, desiderosi di applicare mode e ideologie e magari anche "catechesi" di qualche autoproclamato "iniziatore" - un compromesso di comodo lo si trova sempre...

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  2. Ho ascoltato la testimonianza di di Don Leonardo. Meravigliosa. Basta conoscere un po' la dottrina cattolica e ti rendi conto che il cammino neocatecumenale non è assolutamente cattolico. Non faccio un commento lungo ma invito tutti i neocatecumenali a riflettere su questa esperienza e a leggere la dottrina Cattolica.

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    1. E se sfogli il suo canale youtube trovi un gran numero di sue catechesi... poiché - com'è ovvio - uno non può dare ciò che non ha, non può insegnare ciò che non ha davvero conosciuto e soprattutto desiderato ardentemente di conoscere: e lui ardeva di conoscere ciò che ha acceso il cuore dei santi, ciò che la Chiesa ha sempre insegnato e garantito.

      Pur seguendo il Cammino - che lo aveva entusiasmato solo perché "parlavano di Gesù", solo perché facevano "tante cose" con "canti e balli" - non aveva spento quella sete di conoscere le cose della fede. Ma proprio grazie a quella sete sincera (che veniva dal suo buon cuore, non dal Cammino) comincia a scoprire che il Cammino non porta alla fede, e che coloro che hanno appoggiato il Cammino (anche solo per ignoranza) hanno danneggiato la missione della Chiesa.

      La punizione che gli è arrivata per direttissima (meno di 48 ore dopo l'ordine di non convocare più assemblee di fedeli) ci fa capire che la sentenza era già stata scritta; e il fatto che i giornali nazionali se ne siano occupati già oggi (persino Vanity Fair s'è scomodata per un parroco di un paesino di 700 anime...) significa che l'ordine di scuderia è di banalizzare la figura di quel sacerdote, di farlo sembrare l'ennesimo Masaniello, l'ennesimo Minutella, prima che sia troppo tardi.

      Qualche asino già scalpita per ragliare che don Pompei, essendo uscito dal Cammino, si ritrova ora sospeso a divinis. In realtà sta ragliando a sé stesso "se esci dal Cammino ti perdi", al solo scopo di autoconsolarsi dopo tutte le randellate che ha ricevuto fin dall'adesione al kikismo-carmenismo.

      E raglierà il più forte possibile, perché lo sa benissimo che ciò che è in ballo è la nuda e cruda verità. Lo sa benissimo che il solo esaminare il caso di don Pompei stimola riflessioni e domande. Le sue critiche alla "comunione sulla mano" sono giuste o no? il suo lamentare che nella Chiesa il carattere sacrificale della Messa è evidenziato il meno possibile, è fondato o no? la sua osservazione che chi approva il Cammino sta di fatto dando cittadinanza nella Chiesa agli errori del Cammino, è corretta o no? il fatto che tutte le storture vengano giustificate con "eh, ma il Concilio!", è giusto o no? il fatto che nei seminari la formazione si basi pressoché esclusivamente sul Vaticano II, è giusto o no? e soprattutto, come diavolo è possibile che la Messa di padre Kolbe e di padre Pio sia stata sradicata e venga oggi considerata come un "ribellarsi" o come una roba "vecchia" e "superata"?

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    2. Speravo tantissimo in questo nuovo Papa ma non vedo nessun cambiamento in merito al cammino...

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    3. Ancora troppo presto. Kiko vive ancora.

      Leggi come ha parlato della Fondazione Cammino Neocatecumenale l'arcivescovo di Guam Ryan P. Jimenez a Papa Leone nell'udienza privata del 3 luglio 2025:

      "Jimenez e Papa Leone hanno parlato per prima cosa dell'arcidiocesi di Agana."

      "Abbiamo parlato del Cammino Neocatecumenale, in particolare come vescovo della diocesi di Chiclayo, in Perù, dove è stato anche nominato Amministratore Apostolico della diocesi di Callao, in Perù, dove ci sono state delle sfide con il Cammino Neocatecumenale.
      Il Santo Padre ha sottolineato l'importanza dell'UNITÀ e che, come Chiesa, condividiamo molti carismi, e non solo uno... Anche la LITURGIA dovrebbe essere un LUOGO DI UNITÀ PER TUTTI I CATTOLICI"

      https://www.guampdn.com/news/holy-father-we-are-sinking-guam-archbishop-brings-pacific-messages-to-pope-leo/article_2c7d6b5b-5122-41f6-a3a9-1ff8e3b267f4.html

      Guam e il Callao hanno avuto pessime esperienze con la Fondazione Cammino Neocatecumenale.
      I vescovi di entrambe le diocesi, sebbene in modi diversi, sono caduti in disgrazia e Papa Leone ne ha discusso col vescovo di Guam.
      Mica poco.

      Diamo tempo al tempo.
      Marco

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    4. Quando ci piovono addosso notizie deprimenti (come tale vescovo Savino che afferma che il Papa gli avrebbe detto «vai a celebrare» la messa del "giubileo LGBT", proprio a ridosso del caso don Pompei), dobbiamo ricordare che il Papa è sottoposto a mille pressioni da parte di «tutti del serraglio conciliare», ed è il motivo per cui il suo pontificato finora non è stato troppo entusiasmante.

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  3. Senza entrare nel merito della vicenda di don Leonardo, vorrei però sottolineare la differenza abissale tra il suo comportamento e quello dei fondatori della Fondazione Cammino Neocatecumenale.

    Don Leonardo, coerente con la sua coscienza, si è esposto completamente consapevole delle sanzioni che avrebbe ricevuto ed ha dichiarato quello che aveva nel cuore, comprese le difficoltà ad obbedire alla gerarchia.

    Il Gatto e la Volpe neocatecumenali, invece, pur avendo da sempre attaccato la Chiesa e disobbedito anche pesantemente addirittura al Papa per non parlare della disobbedienza cronica ai vescovi, mentendo hanno sempre dichiarato obbedienza e sottomissione.

    Allora quello che pare conti non è la sostanza, ma la forma esteriore.

    Se si disobbedisce ma si dichiara obbedienza non accade nulla.
    Se invece, onestamente, la disobbedienza la si dichiara, allora scattano le sanzioni.

    Basta fare finta, quindi.
    Contano le parole (anche le menzogne) e non i fatti.
    I neocatecumenali non hanno turbe di coscienza quando millantano falsa obbedienza.

    Se non fosse così, già nel 2007 la Fondazione Cammino Neocatecumenale avrebbe subito pesanti sanzioni, perché non si era adeguata alle DECISIONI (mai revocate) di Papa Benedetto XVI:

    "Si dà al Cammino Neocatecumenale un tempo di transizione (non più di due anni) per passare dal modo invalso nelle sue comunità di ricevere la Santa Comunione (seduti, uso di una mensa addobbata posta al centro della chiesa invece dell’altare dedicato in presbiterio) al modo normale per tutta la Chiesa di ricevere la Santa Comunione. Ciò significa che il Cammino Neocatecumenale deve camminare verso il modo previsto nei libri liturgici per la DISTRIBUZIONE del Corpo e del Sangue di Cristo."

    Dopo vent'anni ancora fanno come vogliono e non hanno obbedito MAI, tranne aggiungere poche cose fondamentali che per oltre 40 anni avevano sempre indebitamente omesso, come il Credo, l'Agnus Dei e altro.

    Questo induce noi cattolici a pensare che nella Chiesa di oggi viene normalmente accettato chi dichiara il falso. Basta far finta.
    E non solo, si possono anche argomentare quelle finte con altre false argomentazioni che confondono i semplici.

    E non parlo per sentito dire.
    Io stesso ho assistito direttamente a diversi casi di disobbedienza nella mia diocesi.
    Marco

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  4. Il parallelo tra don Leonardo e il Gatto e la Volpe neocatecumenali è chiarissimo.

    Per coscienza don Leonardo ha reso pubblico che, nonostante tentativi e obbedienti adeguamenti, alla fine ha determinato che non ce la faceva più a distribuire la comunione secondo le nuove aperture postconciliari.

    Il Gatto e la Volpe, invece, non hanno pubblicamente dichiarato che non volevano adeguarsi alle DECISIONI del Papa, ma zitti zitti non si sono adeguati, disobbedendo e continuando a distribuire la comunione a modo loro nella Messa a modo loro.
    Disobbedire non ha causato in loro alcun disagio di coscienza ma, anzi, hanno diffuso notizie come se fossero stati accontentati.

    Avrebbero invece potuto dire, visto che l'hanno fatto e lo fanno ancora, che loro alle norme DECISE da Benedetto XVI non "potevano"-volevano adeguarsi e che quindi non si sarebbero adeguati, prendendone le conseguenze.

    Il Gatto e la Volpe hanno sempre fatto come hanno voluto disobbedendo sistematicamente a chiunque, perché non hanno mai avuto conflitti di coscienza.
    Marco

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    1. Nel Cammino neocatecumenale ti insegnano gradualmente a mettere a tacere la coscienza, quando ne hai una. Se non ne hai una, o non la ascolti minimamente, allora ti trovi bene, non avrai mai conflitti. E riguardo all'onestà, difficilissimo e rarissimo trovarne un briciolo in qualcuno. E sicuramente i catechisti non la incoraggiano, se non per sputare addosso ai cosiddetti "fratelli" quante più ingiurie e improperi hai in corpo durante le convivenze mensili, tanto per rimanere nella "verità", come dicono loro. Che poi se gli chiedi cosa significa, non ti sanno rispondere. Sono talmente pappagalli, abituati solo a ripetere frasi fatte, che neanche sanno spiegare il significato di quello che dicono. Purtroppo è così.
      Porto

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    2. La questione è che chiunque voglia portare la "rivoluzione" nella Chiesa, si giustifica con "eh, ma c'è stato il Concilio Vaticano II", persino quando il Concilio lo contraddice - come ad esempio sul fatto che il Concilio comanda che al canto gregoriano venga dato il "posto principale" nella liturgia: ancor oggi non s'è mai visto alcun "conciliare" - tanto meno un neocatecumenale - dargli il primo posto. (E questo vuol dire che "il Concilio" non consiste nei documenti approvati nel Concilio Vaticano II ma in qualcos'altro, che a quei documenti genericamente si appoggia, e che in diversi casi li contraddice deliberatamente).

      Dunque i "credenti nel Concilio" sono convinti che tutto ciò che c'era prima del Concilio sia da buttare, da dimenticare, quando non addirittura da condannare. E sono addirittura convinti che l'aggettivo "preconciliare" non indicherebbe una datazione, ma un insulto. Padre Pio è preconciliare, padre Kolbe è preconciliare, Pio X è preconciliare, così come Pio X, don Bosco, la Teresa di Lisieux, il Bellarmino, l'Aquinate... e addirittura - secondo i "credenti nel Concilio" - sei tenuto non solo a mettere sullo stesso piano un Bergoglio e un Pio X, ma a trascurare quest'ultimo in quanto preconciliare e superato (ironicamente, significa che in un prossimo futuro bisognerà considerare Bergoglio "superato", e quindi chi ha criticato le bergoglierie andrà considerato un eroe).

      Così, tutti quelli (me compreso) che si erano sforzati di leggere il Vaticano II "in continuità", vengono puntualmente smentiti dai fatti:

      - la liturgia è ovunque una carnevalata? "eh, ma non essere preconciliare!"
      - una setta eretica e idolatrica come il Cammino continua a far danni? "eh, ma non essere preconciliare!"
      - clero e vescovi gareggiano a incensare il mondo? "eh, ma non essere preconciliare!"
      - chi insegna la santa dottrina cattolica viene ostacolato e sospeso? "eh, ma non essere preconciliare!"
      - la gerarchia ecclesiale si occupa di cosette secondarie ma mai dei problemi più seri? "eh, ma non essere preconciliare!"
      - preti e vescovi scandalosi rimangono al loro posto? "eh, ma non essere preconciliare!"
      - il vescovo pedofilo neocatecumenale viene condannato ma la diocesi ne rimane economicamente devastata perché non era stato rimosso per tempo? "eh, ma non essere preconciliare!"

      Capite che chi desidera la fede e la liturgia e la vita cristiana trasmesse da un padre Pio, da un padre Kolbe, da un papa Pio (X, XI, XII), viene automaticamente disprezzato, insultato, condannato, dai credenti nel Concilio.

      Il fedele cattolico vuole adeguarsi a ciò che la Chiesa ha sempre fatto e insegnato (Tradizione, Magistero).

      Il fedele "credente nel Concilio" vuole invece promuovere le proprie invenzioni (che contrastano con la Tradizione e il Magistero, che tanto sono "preconciliari") e si autoproclama più cattolico di tutti gli altri. E quindi qualche inventore più fortunato (come Kiko e Carmen) costruisce il suo piccolo impero (a danno dei suoi sudditi - un danno anche spirituale, familiare, psicologico, materiale, lavorativo) e addirittura pretende di dare lezioni alla Chiesa dall'alto del suo promuovere una dottrina inquinata e una liturgia inquinata.

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  5. Aggiungo poi che la disobbedienza tacita spacciata per obbedienza, a mio avviso dimostra proprio che la Fondazione Cammino Neocatecumenale è un infiltrato nella Chiesa Cattolica.
    Solo gli infiltrati hanno interesse a sembrare ciò che non sono e assecondano con la doppiezza, in modo da farsi accettare dal consesso a cui mirano e poter agire dall’interno.

    Si pensi ai poliziotti infiltrati nei giri criminali: per forza devono dichiararsi conformi al contesto in cui agiscono, mentre i loro scopi sono altri.

    Se Kiketto fosse stato onesto, invece che adulare pubblicamente ogni Papa regnante, pubblicamente avrebbe detto che:

    - “la Chiesa (e non il mondo) li perseguita e li odia come fu perseguitato e odiato Gesù Cristo”
    - “La Chiesa li voleva uccidere”
    - “La Chiesa voleva togliere loro la Messa delle piccole comunità (perseguitandoli, odiandoli e uccidendoli)”
    - “La Chiesa voleva che andassero A MESSA CON TUTTI”
    - “La Chiesa li denunciò alla Feria IV”
    - “La Chiesa ha fatto passare loro sofferenze orribili”
    - “L’unica salvezza per loro era che il Papa (Benedetto XVI) MORISSE”
    - “Eravamo già PERDUTI e non è MORTO, ma si è DIMESSO, grazie a Dio (ridendo)”

    Sono tutte parole di Kiketto, tradotte alla lettera, pronunciate lontano dalla Santa Sede, in un incontro vocazionale a Puerto Rico del 2017.

    Se queste cose le avesse dette pubblicamente, come don Leonardo ha fatto per quanto lo riguarda, forse oggi non staremmo qui a parlare della Fondazione Cammino Neocatecumenale.
    Se invece che augurare la morte al Papa da dietro le quinte si fosse opposto in modo diretto al vicario di Pietro dicendogli che per salvare la Fondazione Cammino Neocatecumenale l’unica via era che morisse, molto probabilmente non staremmo qui.

    Ma gli infiltrati è questo che fanno: mentono.
    Pur di rimanere infiltrati non dichiarano apertamente chi sono e cosa perseguono.
    Marco

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  6. Scoperto dove erano i Gennarinis, padre e figlio (non anche spirito santo) nei giorni del Giubileo dei Giovani.

    Erano in Germania, a Altötting, dove gli statunitensi si sono riuniti con i neocatecumenali delle Isole del Pacifico per un'Eucarestia in Kapellplatz, con doppione di chiamate vocazionali comprese: 500 ragazzi (dicesi) e 800 ragazze (dicesi). Chiaramente gli stessi che pochi giorni prima si erano alzati all'incontro con Kiketto a Roma, tra i quali troppi bambini.
    Incredibile distribuzione Corpo e del Sangue di Cristo nei copponi per (dicesi) oltre 11.230 persone, in un caos da sagra di paese.
    Non oso pensare alle briciole o, peggio ancora, al vino caduto magari per uno spintone nella ressa.
    E comunque i giovani delle Isole del Pacifico non erano 230, come millantato. Dalla foto si possono contare benissimo meno di 200 persone.

    https://hawaiicatholicherald.com/2025/08/27/a-pilgrimage-of-faith-and-vocation/

    Da un video di un neocatecumenale si possono vedere benissimo Giuseppe Gennarini e moglie, sia il figlio cantore.

    https://www.youtube.com/watch?v=69b70Yl-rNY

    https://www.youtube.com/watch?v=xjYH9carqG4

    Insieme ai Gennarinis, comunque, mancava lo storico e onnipresente card. O'Malley e la Messa era presieduta da un non meglio identificato prete e non da un vescovo.

    Marco

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  7. O'Malley, basso profilo, nei giorni del Giubileo di Kiko era in Messico ad un ritiro di frati cappuccini.

    https://cardinalseansblog.org/

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  8. Leggiamo oggi su Jungle Watch che il presbikiko Merfalen ordinato a giugno 2025 dal vescovo di Roma (un Papa, quando ordina sacerdoti a Roma, agisce in qualità di "vescovo di Roma", non in qualità di "sommo pontefice") è solo una specie di "trofeo" per i neocat.

    E, come tutti gli altri presbikikos del mondo, segue le direttive del Cammino anziché quelle della diocesi dove viene ordinato: del sullodato - attualmente in forze a una parrocchia romana - già corre voce che andrà "in missione in Micronesia".

    La domanda è: ma chi è che ha approvato e deciso tale "missione"?

    Ed anche: per quale motivo la diocesi di Roma accoglie un seminarista da Guam (dall'altra parte del mondo), per formarlo, incardinarlo, e poi spedirlo in Micronesia (dall'altra parte del mondo, a duecento chilometri da Guam)?

    Essendo ordinato nella diocesi di Roma, la sua volontà di partire in missione è soggetta all'approvazione del vescovo di Roma (e dei suoi vescovi ausiliari, vicegerente, cardinal vicario, ecc.). Anche perché, essendo incardinato a Roma, percepisce lo "stipendio" da prete a spese del Sostentamento Clero della Conferenza Episcopale Italiana (dunque a spese anche nostre, che non apparteniamo al Cammino).

    Al pari dell'altro presbikiko incardinato a Guam, tale Szafarski, che ufficialmente andrà a "studiare a Roma", la decisione sembra provenire non dal vescovo competente, ma da qualcun altro... Ed è il motivo per cui a Guam il vescovo Jimenez non dà spiegazioni: c'è solo una riga, fra gli avvisi diocesani, secondo cui da domenica prossima il soggetto andrà a "studiare a Roma", senza ulteriori spiegazioni.

    Tim conclude citando un'espressione del sullodato Merfalen incardinato a Roma, che si proclama disponibile ad andare "dovunque mi manderanno".

    Manderanno: "chi"? Non certo i vescovi della diocesi di Roma in cui è incardinato. Non certo il Papa.

    Il Cammino Neocatecumenale, come già si diceva quarant'anni fa, è letteralmente «una chiesa nella Chiesa».

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  9. Nel 2016 commentammo la lettera Iuvenescit Ecclesia inviata a tutti i vescovi dal dicastero per la Dottrina della Fede, e intitolammo: "mazzata a Kiko". Sebbene riguardasse tutti i movimenti ecclesiali, sembrava colpire in modo piuttosto preciso il Cammino e i suoi autoeletti "iniziatori".

    In linea di principio non avremmo obiezioni su movimenti fondati anche solo da un laico - dopotutto lo era anche san Francesco d'Assisi. Può benissimo darsi che un laico (o un sacerdote) abbia le idee chiare sulla fede, e si veda riconosciuta una certa autorità spirituale dalla gente. Davanti a Dio è sua grave responsabilità ribadire l'insegnamento della Chiesa e l'ubbidienza alla Chiesa - altrimenti, per quante buone e pie intenzioni abbia, ha semplicemente fondato una setta. (Sì, è una responsabilità enorme aver gente che per vivere di più la fede decide di seguirti, e quindi l'unica cosa giusta da fare è riportare tali pecorelle all'ovile della Chiesa - come fecero don Bosco, san Francesco, san Domenico, padre Kolbe, ecc.).

    Ma i movimenti nati nel XX secolo, e specialmente in epoca conciliare, hanno progressivamente maturato la mentalità del "noi siamo più speciali degli altri, perciò noi facciamo quel che ci pare, e la Chiesa ci deve approvare". La chiamiamo mentalità perché c'è già nelle teste degli aderenti e soprattutto dei capi, anche se non viene proclamata a chiare lettere o in documenti ufficiali, anche se venisse negata a suon di "ma noi ubbidiamo al Papa e ai vescovi".

    Il crollo di Comunione e Liberazione ne è un esempio piuttosto lampante. Come movimento nacque perché il fondatore - don Giussani - aveva la fissa di insegnare alcuni concetti elementari della fede. Nacque in un ambiente ostile (quello universitario, tipicamente laicista, nella città più progredita d'Italia, Milano, nel momento storico più sfavorevole: attorno al '68. Sono bastati appena vent'anni (nel 2005 moriva don Giussani) per veder ridurre CL da elemento imprescindibile nelle università (e anche lavoro e politica) a elemento del tutto marginale (al Giubileo dei giovani c'erano solo 700 giovani di CL), e tutto perché in tali vent'anni i capi del movimento non avevano fatto altro che pensare a campare di "rendita di posizione". E magari la lotta per le "rendite di posizione" era cominciata già da vari anni prima della morte del fondatore...

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