giovedì 7 agosto 2008

Oremus pro Pontifice nostro Benedicto

Scrive la nostra Sofia:

amici

permettetemi di offrirvi, mentre guardiamo attoniti e sgomenti
questa sorta di sconvolgimento nella Chiesa, che ci sembra catastrofe senza fine,
queste parole che mi hanno dato conforto e rinvigorito la Speranza nella riconquista di una vera unità interna della Chiesa,
dette da padre
John Zuhlsdorf,
riportate su
http://www.papanews.it/news.asp?IdNews=8778

che in una recente intervista su ZENIT, ha opportunamente ricordato:
“Dopo il Concilio Vaticano II molte sfere della Chiesa sono state devastate e sconvolte dal dissenso interno, con una perdita di continuità con la nostra tradizione, e dall’erosione da parte del secolarismo e del relativismo del mondo moderno prevalente. Il Cardinale Joseph Ratzinger si è preoccupato per anni della perdita dell’identità cristiana, che è alla base della civiltà occidentale. Ora credo che Papa Ratzinger stia lavorando per rinvigorire la nostra identità cattolica, all’interno della Chiesa stessa tra i suoi membri e le sue sfere d’azione, perché possiamo resistere alle influenze negative del secolarismo e del relativismo. Solo con un’identità solida possiamo, come cattolici, avere qualcosa di positivo e salutare da offrire al mondo, una voce chiara per dare importanti contributi nella sfera pubblica…
La nostra identità come cattolici è indissolubilmente legata al modo in cui preghiamo come Chiesa. Per dare forma e forza alla nostra identità cattolica in questi tempi difficili, abbiamo bisogno di un autentico rinnovamento liturgico che ci riporti alla nostra tradizione, mantenendoci in continuità con le profonde radici della nostra bimillenaria esperienza cristiana”.

Tutto l'articolo è bellissimo
e vi assicuro che mi ha fatto
ricominciare a respirare: credo che il Signore stia lavorando, mentre noi siamo nell'afflizione perchè non vediamo la via d'uscita dal tunnel...

Oremus pro Pontifice Benedicto

13 commenti:

  1. Cara Sofia,
    grazie per questa segnalazione e per questa tua chiave di lettura piena di speranza e di fiducia.

    Penso ad Aldo che si sentirà confortato anche dalla tua vicinanza. E invito a sentirci spiritualmente vicini tutti coloro che hanno attraversato l'altro 'tunnel' della dipendenza dal Cammino e che possano trovare nella Chiesa il 'luogo' della salvezza per ogni credente, nella semplicità e nella verità, per intercessione di Maria e di tutti gli Angeli e Santi del Cielo

    RispondiElimina
  2. Benedetto XVI ha dunque cercato di porre fine alla retorica delle ‘due Chiese’, tanto che è proprio per arginare questa dicotomia ideologica latente tra due Messe e due liturgie che il Samto Padre ha precisato: “Queste due espressioni della "lex orandi" della Chiesa non porteranno in alcun modo a una divisione nella "lex credendi" della Chiesa; sono infatti due usi dell'unico rito romano”

    l'articolo segnalato da Emma riporta anche questa riflessione, che rende ancora più pressanti e angosciosi i nostri interrogativi:

    come può un papa così intimamente e profondamente proiettato in questa opera di re-staurazione e ri-conciliazione all'interno della Chiesa, aver approvato un rito anomalo e delle prassi che non possono non creare divisione, sperimentata sia nelle parrochie, nelle chiesa, in questo 'luogo' di confronto e di scambio?
    E quando dico 'sperimentata' dico CONSTATATA, non certo provocata, in quanto drammaticamente esistente e non conciliabile, a causa di una 'estraneità' di fondo, di ordine spirituale...

    RispondiElimina
  3. Caro Mic: la risposta è semplice e già la conosci.

    Il Papa non ha approvato il "rito NC" e non ha approvato tante altre cose che i Cattolici si ritrovano sotto il naso, passate per "dogma" perchè la Disciplina non ha fatto il suo corso.

    Il Papa ha scritto un passo fondamentale sia nel Motu Proprio che nel suo Magistero Vivo portato avanti fino ad oggi: c'è bisogno di una RIFORMA DELLA RIFORMA.

    Voler vedere il Rito Gregoriano e il rito riformato come "due usi di un unico rito", può voler significare solo una "richiesta" di UNIFORMITA'! Per arrivare a questo principio, occorre che il NOM si sacralizzi (SIC!) e che si PURGHI delle sue ambiguità, ricollegandosi finalmente e realmente e chiaramente al VOM!

    Secondo me, come tanti Cardinali hanno già detto, si può ottenere l'uniformità piena e VISIBILE, non solo "concettuale", usando il Rito Gregoriano (per tutti i libri liturgici!!), magari con il Lezionario riformato e con l'aggiornamento delle feste Liturgiche, senza ignorare quelle di sempre. E far si che questo sia il Rito stabile della Chiesa di Roma!

    RispondiElimina
  4. Dall' Articolo:


    È finito il tempo in cui i cattolici più tradizionali erano guardati, dai rappresentanti del “progressismo” cattolico, malamente ed emarginati. Ed è anche finito il tempo in cui i tradizionalisti si lamentavano di tutto e di più. La stagione delle innovazioni illecite è finita.


    Ah sì?

    Quindi questa foto ritrae una fantasia?

    RispondiElimina
  5. Per far sì che il passo d'articolo che ho citato si REALIZZI non solo nelle intenzioni e si possa finalmente ritornare alla Tradizione Viva, occore la Disciplina di applicazione del Magistero... CHE OGGI NON C'E' ! C'è poco da fare!

    RispondiElimina
  6. Quando leggo articoli come quello di mons. Zuhlsdorf, che vale la pena di leggere per intero nelle sue due parti, ho un momento di sollievo, e mi dico che qualcosa si sta muovendo, che finalmente c`è chi osa prendere la parola per descrivere tutta la bellezza della nostra Liturgia e sopratutto ricordarci la sua Essenza.
    Benedetto XVI parla e agisce nel senso della riscoperta della sacralità della Liturgia e come altri stento a credere che possa avere dato il suo assenso al rito nc .
    L`ho già detto e non mi ripeto, vige la legge del silenzio, mai il Papa dirà qualcosa che potrebbe screditare la Curia .

    Poi quando vedo lo scempio della Liturgia, la disobbedienza generalizzata nel clero, la religione fai da te, la Liturgia fai da te, istituite in principio, mi dico, che la ferita è profonda, e mi pongo molte domande sul futuro della Chiesa.

    Però mi dico anche che in queste zone oscure dove "scintillano" luci artificiali e accecanti, dove tutto è rumore e agitazione, c`è sempre "un punto" di LUCE e che da "quel punto" si riparte sempre, a quella Luce dobbiamo guardare e attingere la forza e la fiducia per andare in avanti.

    Ancora una volta il mio non è un linguaggio molto teologico, ma è cosi che mi sento in questo momento di confusione nel quale ci sono troppe cose che non capisco, o che capisco fin troppo bene e mi sconvolgono.

    RispondiElimina
  7. riprendo dall'articolo, le parole di padre John Zuhlsdorf:

    La nostra identità come cattolici è indissolubilmente legata al modo in cui preghiamo come Chiesa. Per dare forma e forza alla nostra identità cattolica in questi tempi difficili, abbiamo bisogno di un autentico rinnovamento liturgico che ci riporti alla nostra tradizione, mantenendoci in continuità con le profonde radici della nostra bimillenaria esperienza cristiana”.

    il Papa ci sta certamente portando in questa direzione; ma in quanti nella Chiesa remano contro! E la cosa più sconcertante che molto spesso si tratta di sacerdoti e vescovi

    DA nobis famulis tuis, Domine Iesu Christe, beatae Mariae Virginis Matris tuae semper et ubique patrocinio protegi. Amen.

    RispondiElimina
  8. Sì caro Mic, vedere così tanti sacerdoti e vescovi ma anche cardinali disobbedire al Papa, remare contro le sue decisioni è sconvolgente, crea confusione e divisione è sorgente di scandalo per noi fedeli.
    Quando mi si dice, ma tu devi obbedire al tuo vescovo, io rispondo e perchè dovrei obbedire ad un vescovo che disobbedisce al Papa ?

    RispondiElimina
  9. Non vediamo la via d`uscita dal tunnel, scriveva Sofia.

    Dal tunnel mi sorgono alcune domande molto pratiche, concrete.

    Siamo vicini al rientro, qualcuno mi può dire CONCRETAMENTE che cosa succederà nelle parrocchie?
    Quali cambiamenti porterà nelle parrocchie l`approvazione dello Statuto?

    Sapendo che il direttorio catechetico di Kiko Arguello non è approvato, continueranno sacerdoti e vescovi ad affidare le catechesi al Cn?

    I PCL ha consegnato uno Statuto in realtà non applicabile, ha fatto del CN uno strumento di formazione, ma non si conosce il contenuto di questa formazione.

    Cambierà qualcosa o come prima questo leggerissimo dettaglio non perturberà la coscienza di parroci e vescovi ?

    I nc" celebrano l`Eucaristia domenicale nella piccola comunità..","le celebrazioni dell`Eucaristia fanno parte della pastorale liturgica domenicale della parrocchia e sono aperte anche ad altri fedeli"" art.13 §2

    Premetto che il solo fatto di scrivere il contenuto dell`Art. 13 risveglia in me tutte le incomprensioni, come se questo articolo fosse un concentrato di tutto quello che non posso ancora capire e accettare.

    Ma praticamente che cosa vuol dire?
    Che fra le diverse comunità nc presenti in una parrocchia ce ne sarà una che si aprirà il sabato sera, le altre continuando come prima a celebrare in forma privata e dunque non rispettando lo Statuto?

    La loro Eucaristia sostituirà la Messa vespertina del sabato sera?

    Lo spazio liturgico delle nostre chiese sarà rispettato dalle comunità nc o lo modificheranno in funzione del loro rito ?

    Concretamente come si inseriranno nella Parrocchia le piccole comunità nc dal momento che non c`è nememno più per loro "l`obbligo" di unirsi almeno una volta al mese alle Celebrazioni Eucaristiche della Parrocchia ?

    So di non essere la sola a pormi queste domande, che sono solo rappresentative della confusione che regna e che lo statuto non ha certo contribuito a dissipare ma solo ad aumentare.

    Dovranno i fedeli essere confrontati a risposte del genere: sono approvati, non possiamo più fare niente ?
    Risposte ancor più incomprensibili, e inaccettabili se provengono da parroci o vescovi ?
    Dovranno i fedeli accontentarsi di questa risposta e subire ?

    RispondiElimina
  10. magari con il Lezionario riformato e con l'aggiornamento delle feste Liturgiche,

    non è così semplice, perché nel VO ci sono le "quattro tempora", che rendono i tempi liturgici molto più coincidenti con quelli delle letture sinagogali (sì, perché tale e tanta è l'eredità che ci portiamo dal giudaismo).

    Nel N.O. sono state cancellate le "quattro tempora" e le letture non sono più due (che però aumentano nei tempi forti) dal Nuovo Testamento presenti nel V.O., ma è stata aggiunta la terza dell'Antico T., che a volte richiama le altre, a volte con c'entra nulla e risulta addirittuta incomprensibile...

    E' vero che in tre anni col nuovo lezionario si percorre un maggiore spazio di S. Scrittura; ma già l'Antico Rito ha letture scelte e calibrate per una conoscenza fondamentale ed ampia del Vangelo...

    In ogni caso tutta questa enfasi sulla Scrittura deriva dal Concilio ed è più che giusta, se lo scopo è quello di avvicinare i fedeli alle S. Scritture.

    Ma c'è un ma: è stata enfatizzata la "liturgia della parola" e contemporaneamente castrato l'offertorio ed altro.. questo significa che la connotazione Cena, di chiaro influsso protestante (riferita anche al nutrimento dato dalla Parola e dalla Presenza del Signore anche in essa), prevale sul Sacrificio e diluisce la pregnanza della Presenza Reale nelle Sacre Specie...

    Ed in ogni caso ancora, una vera e propria frequentazione della Scrittura va riservata a momenti diversi da quello rituale, tipo un tempo da dedicare alla Lectio, Meditatio, Oratio, Contemplatio, Rumninatio, che si può fare anche da soli, una volta che una guida sapiente abbia insegnato i corretti approccio ed esegesi... escludendo ovviamente l'interpetazione letterale e strumentale che conosciamo propria del Cammino NC.

    Pensare a una fecondazione del nuovo col Vecchio rito è possibile, ma va fatta con mano sapiente e non da improvvisati liturgisti, com'è avvenuto per la riforma liturgica di Paolo VI. Viceversa, secondo me, non è possibile pensare ad una fecondazione inversa, perché sarebbe manipolazione e stravolgimento.

    Non che del Vetus Ordo, non possa cambiare nulla, perché la Chiesa ha questo potere, ma solo riferito ad elementi 'non sostanziali' della liturgia...

    RispondiElimina
  11. Dovranno i fedeli essere confrontati a risposte del genere: sono approvati, non possiamo più fare niente ?

    apparentemente no, cara Emma, se consideri anche che le tue domande più volte ripetute da Caterina ai nostri interlocutori, sono sempre rimaste senza risposta... del resto né loro nè i catechisti possono rispondere qualcosa se prima non parla Kiko... Forse in qualche modo Kiko ha già parlato, ribadendo nelle interviste quello che è il loro 'metodo' e intento e loro vanno avanti senza porsi nessun problema di integrazione, ma fagocitando come hanno sempre fatto

    Il problema è che chi non parla sono i vescovi, i quali dovrebbero parlare nel senso di regolare e integrare la presenza del cammino.
    Ma è legittimo il timore che non parlino, intanto a causa il timore riverenziale di non rompere le uova nel paniere alla gallina con le uova d'oro, oppure per convinzione oppure ancora per ammaliamento superficiale (numeri e impegno) senza conoscere a fondo i contenuti e le prassi anomale...

    E tutto continuerà come prima più di prima, se non ci saranno fedeli e sacerdoti responsabili e con gli occhi aperti i quali, tuttavia, potranno fare ben poco se non salvaguardarsi a livello individuale - o chissà speriamo parrocchiale, sarebbe già molto - avuto riguardo a mezza e forse più curia vaticana conquistata con stratagemmi vari...

    Una nota personale: al card Dias avevo a suo tempo consegnato personalmente documenti importanti... Ebbene, ho letto con sorpresa che risulta tra i sostenitori del seminario giapponese... non ci potevo credere

    e meno male che non è il nostro unico interlocutore, né quello principale...

    RispondiElimina
  12. Dice Mic:

    non è così semplice...

    Certamente no.

    E certamente la "fecondazione" potrà essere SOLO per il NOM "arrichito" dal VOM.

    Ma, dando una mia personale opinione, sono certo che per correggere il tiro non è verosimile una specie di "reset" di questi quarant'anni!

    Occorrerà prevedere un qualcosa che renda UNIFORME i nuovi riti con quelli di sempre.

    Credo che l'unica ipotesi plausibile sia quella dell'uso di Lezionari riformati insieme al Rito di Sempre. Magari "purgati" pure quelli.

    Riguardo il valore di Latria del Rito della Messa, che DEVE essere quello basilare ed unico, non discuto. Ma è anche vero quello che dice Benedetto: anche se la proclamazione della Parola ha anch'essa valore "rituale", ha anche un valore "catechetico". Proprio perchè "proclamata". In questo contesto è possibile prevedere in MODO PROPORZIONATO una parte di "insegnamento" e quindi una piccola "riforma".

    Ma, certo, in netta continuità. Quindi discendente e fondante sul VOM.

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo essere stati approvati da uno dei moderatori.

È necessario firmarsi (nome o pseudonimo; non indicare mai il cognome).

I commenti totalmente anonimi verranno cestinati.