martedì 16 giugno 2009

Ben venga un "Anno sacerdotale"

Pubblica Don Giovanni Scalese, a conclusione del suo ultimo articolo:

...Pertanto, ben venga un "Anno sacerdotale" a ricordare a noi sacerdoti quali sono i nostri doveri, primo fra tutti la santità. Negli anni dopo il Concilio si è fatto di tutto per distruggere l'immagine del prete; si guardava con sufficienza a tutti i tradizionali strumenti per la sua santificazione (preghiera e studio severo, mortificazione e sacrificio, prudenza e distacco dal mondo, ecc.); si è voluto fare del prete, a seconda dei casi, uno psicologo, un sociologo, un agitatore sociale, un sindacalista, un politico [un funzionario del sacro banalizzato, aggiungerei anche!]; ed ecco che cosa ci ritroviamo: non possiamo fare altro che raccogliere i cocci di quello che era una volta il prete. Ora ci viene riproposto l'esempio del Santo Curato d'Ars, che spese la sua vita in ginocchio davanti al Santissimo e seduto in confessionale. Saremo capaci di accogliere questo messaggio? Una cosa è certa: se vogliamo che la Chiesa si rinnovi, dobbiamo ripartire di lí.

13 commenti:

  1. Il documento di P. Zoffoli postato da Gianluca Cruccas (grazie Gianluca!) è ora disponibile per chi vuole scaricarlo in formato pdf

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  2. link interessante
    (tra le tante cose che non fanno rumore)
    http://www.stjean.com/IT/Jeu_accueil.php

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  3. Riporto qui una domanda che ho posto nel thread precedente:

    Mic ha scritto:

    "Pensate che hanno creato perfino la "lega eucaristica" contro le eresie e gli abusi liturgici, con documenti cattolicissimi;"

    Che cosa è questa storiella Mic??

    I necoat contro gli abusi liturgici !?!

    Decisamente la strategia neocat di conquista dela Chiesa, non finisce di stupirci, non indietreggeranno davanti a nessuno e a niente, sono molto attivi, inventivi e abili, e tutto è il frutto di una riflessione, di un calcolo, che ha come solo scopo quello di imporre le prassi catechetiche e liturgiche neocaetcumenali alla Chiesa.
    Ho già detto che non mi stupirò affatto quando vedrò i neocatecumenali avvicinare i fedeli legati alla Tradizione e, sventolando famiglia e morale ,riusciranno a far passare anche il loro rito e la loro "dottrina"!

    Strategie e abiltà ancor più efficaci se e quando arrivano in in terreno propizio .
    E l`ignoranza è uno degli elmenti più importanti di questo terreno propizio!
    Purtroppo!

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  4. " Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituito perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga " Gv. 15,16

    Siamo a migliaia di generazioni distanti secoli da questa “elezione”, ed essa, tuttavia, continua… Forse non ce ne rendiamo conto, ma è un’elezione che sfronda ere successive di uomini, evocati alla vita dal Padre e chiamati ad essere a loro volta chiamanti e portatori di vita.
    C’è qualcosa di meraviglioso in questo “secondo parto”, una ri-generazione che trasforma il chiamato ad “essere per gli altri”, ad annullarsi perché gli altri crescano nella vita orientata alla Vita. Quando un giovane mi parla di “chiamata”, mi vengono i brividi.

    Lo immagino intento a fare le cose di sempre fino a quando, una Voce, un refolo di “vento leggero” gli sussurra qualcosa e lui non è più lo stesso di un attimo prima. Lì incomincia il “timore e tremore”, il chiedere “chi sei?”, “ho capito bene?”. Non è né più né meno la sensazione di un innamoramento, ma con qualcosa di più struggente, perché l’Amato si cela e chiede di essere cercato. L’Amore usa l’esca dell’amore e chi abbocca è pesce per un attimo: subito dopo si trasforma in pescatore.

    Impara, allora, ad andar per il mare del nostro tempo, a riconoscere venti e bonaccia, impara parole antiche e sempre nuove, impara ad amare l’universale umano e non il particolare, senza che il particolare si smarrisca in quest’amore dallo spettro assai ampio. Molte cose deve imparare il chiamato, ma la grazia dell’elezione lo sostiene.

    Se dovessi implorare una grazia per lui, direi semplicemente: “Signore, dagli il senso del peccato”. Sembra una richiesta strana, ma il mio maestro mi diceva che solo i santi possiedono il senso del peccato: ecco perché ne avevano schifo. Di questi tempi, si è secolarizzato anche il peccato, si è banalizzato il male come una comune debolezza antropologica che chiede solo di essere compresa e sopportata. Nessuno parla più di combattere il peccato, nessuno si stupisce più di certi peccati, anzi! Certa stampa da spiaggia offre estivi manuali di trasgressione, tutto è ridotto ad una misera riduzione di bisogni e necessità tutt’altro che nobili.

    Se dovessi implorare una seconda grazia per lui, gli direi di rispolverare il confessionale e trasformarlo nella sua prima casa di misericordia e d’ascolto. Gli consiglierei di tornare a quel coraggio con cui chiamare peccato il peccato e dare ad ogni realtà il suo vero nome. Gli direi di usare dolce intransigenza col peccatore e di sedurlo con l’attesa della grazia riconciliante, di fargli desiderare Dio più del peccato e la Sua pace più della propria.

    Lo andrei a trovare spesso, il mio prete, portandogli in dono i miei peccati, la mia povertà, i miei bisogni: parlerei con lui come se stessi parlando con Dio, senza vergogna, con quella smisurata spudoratezza dei figli deboli e bisognosi dell’amore che corregge e guida, che carezza e che consola.
    Aspetterei con ansia liberatrice quel segno di croce che fende l’aria e, come una spada, distrugge le mie malefatte rimettendomi nel mondo dei vivi e non in quello dei morti nel peccato.
    E, naturalmente, continuerei a pregare per lui.

    Chisolm

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  5. il parroco qui è totalmente preso dal cammino. Non ha dubbi. Chiede consiglio ai suoi catechisti per qualunque cosa. Persino su come ristrutturare la chiesa, come ho scoperto recentemente: le vetrate le ha scelte Kiko in persona!

    stralcio da una testimonianza arrivata via mail il 13 giugno scorso; il che conferma ciò di cui purtroppo già siamo certi: la immutata assoluta dipendenza dei 'presbiteri NC' dai catechisti

    che mortifica il loro ruolo, li de-forma spiritualmente perché i catechisti sono i "ripetitori" degli insegnamenti e delle prassi imposte dall'iniziatore alle quali essi restano sottoposti e - data la rigida ferrea disciplina all'interno della granitica realtà del Cammino - esclude la possibilità che essi obbediscano al Papa, dipendendo totalmente dalle direttive totalizzanti dell'Arguello...

    Cosa ricaveranno dall'Anno Sacerdotale?
    Possiamo solo sperare e pregare, al solito

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  6. FONTE http://paparatzinger2-blograffaella.blogspot.com/

    Alla vigilia dell'apertura dell'anno sacerdotale voluto da papa Benedetto XVI, in Vaticano torna a porsi con forza la questione del celibato obbligatorio dei sacerdoti.
    A sollevare il tema e' stato uno dei cardinali piu' influenti della Chiesa, nonche' stretto collaboratore di papa Ratzinger, il card. Christoph Schonborn. Nella due giorni di incontri Oltretevere che il pontefice e i massimi esponenti della Curia romana hanno avuto il 15 e il 16 giugno con l'arcivescovo di Vienna e altri rappresentati dalla Chiesa austriaca non si e' infatti discusso soltanto del caso di Gerhard Maria Wagner, il prete ultra-conservatore nominato in febbraio vescovo ausiliare di Linz e successivamente costretto a dimettersi per la rivolta dei preti e dei laici della diocesi.
    In Vaticano, il card. Schonborn ha anche presentato la cosiddetta ''Iniziativa dei laici'' (Laieninitiativ), un appello di importanti cattolici austriaci lanciato all'inizio di quest'anno, che chiede l'abolizione dell'obbligo del celibato, il ritorno in attivita' dei preti sposati, l'apertura del diaconato anche alle donne e l'ordinazione dei cosiddetti 'viri probati'.
    Schonborn, che aveva incontrato i promotori dell'iniziativa pochi giorni prima di arrivare a Roma, in un'intervista alla Radio Vaticana spiega che, pur ''non condividendone alcune delle conclusioni, come ho detto piu' volte'', ha presentato il ''Memorandum'' dei laici austriaci - accompagnato da una nota di suo pugno - al prefetto della Congregazione per il clero, card. Claudio Hummes, ''pregandolo di leggerlo con attenzione''. ''Credo - ha spiegato ai microfoni del programma tedesco della Radio Vaticana - che sia importante che qualcuno a Roma sappia cosa pensa una parte dei nostri laici dei problemi della Chiesa''. Secondo quanto riferisce l'agenzia ufficiale dei vescovi austriaci Kap, durante il suo incontro con i promotori della petizione, Schonborn aveva promesso che avrebbe presentato le loro motivazioni e proposte a Roma, insieme con le relazioni sulle conseguenze che la carenza di preti sta provocando in 46 diverse parrocchie, soprattutto nelle zone rurali.
    In quell'incontro, l'arcivescovo di Vienna aveva espresso ''comprensione per le preoccupazioni'' dei laici, perche' anche a lui ''sta a cuore la cura pastorale da parte delle parrocchie'', tanto piu' in questo tempo di crisi per le famiglie.

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  7. CONTINUA...

    ''Senza dubbio - aveva aggiunto - la carenza di preti e' collegata all'aumento del numero di persone che rimangono lontane dalla Chiesa e dalla fede''.
    Naturalmente, il cardinale aveva ribadito la ''grande tradizione'' del celibato nella Chiesa. ''Pero' - aveva aggiunto - come ordinario per i cattolici di rito bizantino in Austria, il cui clero e' in gran parte sposato, non ho alcun disagio di fronte ai preti sposati''.
    I promotori dell'appello, secondo Schonborn, dovrebbero cercare ''non solo cio' che nelle presenti condizioni puo' esser desiderato solo in una prospettiva di lungo periodo, ma anche cio' che e' concretamente possibile'', e li aveva invitati a completare la loro iniziativa con un ''incoraggiamento'' ai giovani perche' scelgano il sacerdozio cosi' com'e' oggi. Un invito prontamente raccolto dai promotori, tra i quali spiccano tre politici di spicco del Partito popolare austriaco (il partito cristiano conservatore, per molti anni al potere, affine alla Cdu/Csu in Germania e alla Dc in Italia): un ex-segretario generale, un ex-presidente del Parlamento e un ex-vicecancelliere austriaco. Non a caso, pur senza esserne l'argomento ''centrale'', molti dei temi sollevati dalla petizione dei laici austriaci sono stati affrontati nei colloqui avuti in Vaticano dai vescovi austriaci.
    Secondo quanto riferisce ancora Schonborn, papa Benedetto XVI all'inizio e alla fine della due giorni di incontri ha ribadito con forza l'importanza del celibato dei preti, collegandolo all'anno sacerdotale che si aprira' domani in Vaticano. ''Il Santo Padre - ha spiegato l'arcivescovo di Vienna - ha detto qualcosa che ci ha molto colpito sulla questione del celibato, che naturalmente in Austria, e soprattutto nella regione di Linz, e' un tema molto 'caldo'. Ha detto che la questione, in fondo, e' se crediamo che sia possibile e che abbia senso vivere una vita fondata solo e soltanto su una cosa, Dio''. Nell'intervista a Radio Vaticana, Schonborn riferisce anche che durante i colloqui e' stato dedicato ampio spazio al ruolo dei laici, e che il caso della diocesi di Linz - scossa, come la Chiesa austriaca, da ''divisioni'' e ''profonde tensioni'' che e' inutile negare perche' sono ''fatti'' - e' un esempio positivo per il gran numero di laici attivi, che si riflette ad esempio in una partecipazione alla messa domenicale superiore alle media del Paese. ''C'e' stato accordo tra i responsabili della Chiesa romani ed austriaci che e' un bene che ci siano cosi' tanti laici impegnati nella regione... Abbiamo un bisogno impellente di laici che siano parte attiva della societa'''. Dopo il caso Wagner, nella diocesi di Linz sono emersi alcuni casi di preti che vivevano da anni con una donna, contribuendo cosi' a riportare all'attenzione dell'opinione pubblica austriaca la questione del celibato sacerdotale.


    CRUCCAS GIANLUCA

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  8. COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE: INCONTRO DEL SANTO PADRE CON VESCOVI AUSTRIACI E CAPI-DICASTERO DELLA CURIA ROMANA, 16.06.2009

    Nei giorni 15 e 16 giugno 2009 il Santo Padre ed i Capi di alcuni Dicasteri della Curia Romana hanno avuto un incontro in Vaticano con i seguenti Vescovi austriaci:

    Em.mo Card. Christoph Schönborn

    Arcivescovo di Wien e Presidente della Conferenza Episcopale Austriaca

    S.E. Mons. Alois Kothgasser

    Arcivescovo di Salzburg

    S.E. Mons. Egon Kapellari

    Vescovo di Graz-Seckau e Vice-Presidente della Conferenza Episcopale Austriaca

    S.E. Mons. Ludwig Schwarz

    Vescovo di Linz.

    Era presente anche

    S.E. Mons. Peter Stephan Zurbriggen

    Nunzio Apostolico in Austria.

    Hanno partecipato i seguenti Capi Dicastero:

    Card. Giovanni Battista Re

    Prefetto della Congregazione per i Vescovi

    Card. William Joseph Levada

    Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede

    Card. Claudío Hummes

    Prefetto della Congregazione per il Clero

    Card. Zenon Grocholewski

    Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica

    Card. Stanisław Ryłko

    Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici

    In tale riunione, caratterizzata da vivo "affetto collegiale", sono stati affrontati, in un dialogo fraterno e in spirito costruttivo, alcuni temi riguardanti la situazione della diocesi di Linz e della Chiesa in Austria, prospettando soluzioni per i problemi in atto.

    Il Santo Padre ha richiamato l’urgenza dell’approfondimento della fede e della fedeltà integrale al Concilio Vaticano II e al Magistero post-conciliare della Chiesa, e del rinnovamento della catechesi alla luce del Catechismo della Chiesa Cattolica.

    Inoltre, si è parlato di questioni dottrinali e pastorali e della situazione del clero, del laicato, dei Seminari maggiori e delle Facoltà teologiche a Linz ed in altre diocesi dell’Austria.

    I Vescovi austriaci hanno ringraziato il Santo Padre per la sua sollecitudine paterna e per questo incontro, segno della sua vicinanza alla Chiesa in Austria e lo hanno assicurato della loro piena comunione e del loro affetto. I Vescovi austriaci rendono grazie anche alla Curia Romana per la fruttuosa collaborazione e la disponibilità.

    * * *

    Bollettino Ufficiale Santa Sede

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  9. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  10. e del rinnovamento della catechesi alla luce del Catechismo della Chiesa Cattolica...

    QUESTO VALE ANCHE PER LA SETTA DEI NEOCATECUMENALI?

    ALLA LUCE DEL FALSO STATUTO, CHE RIMANDA IL TUTTO ALLE ERESIE DI KIKO ARGUELLO CONTENUTE NELLE OLTRE 3000 PAGINE DELLA SUA DOTTRINA NON ANCORA APPROVATA DAL VATICANO ORAMAI DA SVARIATI ANNI, E' EVIDENTE CHE A LORO NON RIGUARDA.

    CRUCCAS GIANLUCA

    17 giugno, 2009 11:24

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  11. In questi ultimi tempi c'è quasi una gara fra coloro che vengono denominati Teologi, per ritoccare, abbreviare, tagliare quanto di più sacro attornia la Fonte di Misericordia affidata alla Chiesa, dal Nostro Redentore, la Santa Eucarestia.
    Le nostre generazioni passate, inginocchiate anche sul nudo pavimento, adoravano il Signore, assaporandone la grandezza e partecipavano alla liturgia con profondo rispetto, fede e devozione.
    Abbiamo bisogno di Santi Sacerdoti che portino le Anime a tale altezza, ai quali si debba essere riconoscenti, per partecipare come membra vive nell'offerta che redime e salva.

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  12. Dopo il caso della blasfema esposizione del SS.mo a Linz....ecco la risposta del vescovo di Linz:

    "Anche se alcuni gruppi di preghiera conoscono l'uso del pan-focaccia [!!], questo non corrisponde alla tradizione della nostra cultura, specialmente per l'adorazione eucaristica", dice il vescovo Schwarz. L'adorazione deve perciò aver luogo nell'intera diocesi nella forma usuale con l'Ostia consacrata nel suo apposito ostensorio.

    "E' molto sgradevole e mi fa soffrire come vescovo, se una celebrazione che dovrebbe esprimere intima comunione e unità col Signore e la Chiesa tra di loro, dev'essere occasione di dare scandalo ai credenti", ha dichiarato il vescovo Schwarz.


    *****************************

    quando si passerà dalle parole hai fatti?

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  13. della profonda e lunga Lettera scritta dal Papa per l'indizione dell'anno sacerdotale, alcune agenzie di stampa enfatizzano questo passaggio

    "Nel contesto della spiritualità alimentata dalla pratica dei consigli evangelici - scrive il Papa - mi è caro rivolgere ai sacerdoti, in quest'anno a loro dedicato, un particolare invito a saper cogliere la nuova primavera che lo Spirito sta suscitando ai giorni nostri nella Chiesa, non per ultimo attraverso i movimenti ecclesiali e le nuove comunità".

    Mi permetto di chiedermi come possano conciliarsi i presbiteri di un certo 'movimento' con quest'altro passaggio della lettera del Papa, nel lunghissimo e dettagliato ricordo del curato d'Ars:

    "Era convinto che dalla Messa dipendesse tutto il fervore della vita di un prete: «La causa della rilassatezza del sacerdote è che non fa attenzione alla Messa! Mio Dio, come è da compiangere un prete che celebra come se facesse una cosa ordinaria!”.[18] Ed aveva preso l’abitudine di offrire sempre, celebrando, anche il sacrificio della propria vita: “Come fa bene un prete ad offrirsi a Dio in sacrificio tutte le mattine!”."

    E' ovvio che il Papa fa riferimento a quanto di buono può venire dai movimenti, ma se anche i movimenti non rientrano in questo spirito rischiano di toppare seriamente in ordine alla autentica comunione ecclesiale

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