domenica 14 giugno 2009

Chiesa: conciliare o Apostolica?

Ricevo questa testimonianza, che pubblico così com'è perché mi sembra colga nel segno e percepisca in termini essenziali ed equilibrati la situazione che stiamo vivendo.

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Non sto qui a cercare nelle parole di Papa Benedetto ciò che potrebbe avvalorare una mia eventuale tesi che sarebbe quella che il CV II "non s'aveva da fare", non è questo il mio intento!

Mi limito come cattolica, scappata dopo aver subito la follia della tempesta postconciliare, restata lontana dalla pratica, ma senza mai abbandonare la fede, ritornata con stupore, gioia e entusiasmo... a osservare con tristezza e amarezza che ciò che mi aveva fatto scappare ha preso radice e causato danni enormi.

Mi limito ad osservare che il Santo Padre è obbligato a partire dai concetti elementari e fondamentali che dovrebbero far parte del terriccio di ogni cattolico anche con una pur minima formazione.

Perchè deve farlo? Se non perchè i danni causati da 40 anni di ideologia postconciliare sono profondi e catastrofici?

Perchè Benedetto XVI si sente in obbligo di martellare il significato della Santa Messa, di sottolineare che il Sacrificio di N.S.G.C. viene prima del banchetto che senza il Suo Sacrificio non potrebbe esserci banchetto?

Perchè ci parla e riparla della Presenza reale del Corpo di Cristo nella Santa Messa, Presenza che continua anche dopo la Messa?

Perchè deve dirci, come a Capodanno, che la Risurrezione non è un mito, una favola?

Non dovrebbe essercene bisogno eppure l'ignoranza è tale che deve farlo, anche e perfino quando si rivolge ai sacerdoti!!!

L'apostasia di cui già parlava Giovanni Paolo II non è nemmeno più silenziosa, la disobbedienza generalizzata, la religione fai da te, la teologia fai da te, la liturgia fai da te, l'ecumenismo fai da te, sono frutti di 40 anni di deformazione dottrinale e liturgica. Papa Benedetto si trova davanti un compito immane di ricupero della retta dottrina, di riformazione delle coscienze dei cattolici.

Allora prima di attaccare e disprezzare la FFSPX, come vedo fare da neocatecumenali e modernisti, sarebbe utile fare un bilancio di 40 anni di spirito conciliare, di quella che il cardinale Benelli chiamava la "Chiesa conciliare", come se una nuova Chiesa fosse nata con il Concilio!

E non posso non chiedermi: tutti coloro che, per attaccare chi difende la Tradizione, li rinchiudono in una gabbia con sopra l’etichetta: nemici del Concilio... rispettano il Concilio Vaticano II?

I grandi difensori del Concilio Vaticano II lo rispettano, ne rispettano i documenti, o ai loro occhi conta di più "l'avvenimento" e lo spirito che gli ideologi postconciliari hanno fatto soffiare come una tempesta devastatrice sulla Chiesa negli ultimi 40 anni?
Purtroppo la risposta è fin troppo evidente.

Da qualche tempo finalmente la parola si è liberata, finalmente l`egemonia intellettuale di questa casta si sta sbriciolando, finalmente osiamo esprimere il nostro sgomento di fronte alla lacerazione di cui soffre la nostra Chiesa.
Lu

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Sono bilanci che temo non si addicano a cristiani 'adulti', purtroppo, anche se qualcuno (non molti finora, ma ringraziamo comunque il Signore), oggi sembra ravvedersi, e forse potremo registrare una significativa inversione di tendenza anche se Lu giustamente aggiunge: "Quando leggo certe prese di posizione di vescovi tedeschi, francesi o svizzeri molto "popolari", che apertamente si impegnano a mettere dei bemolle al Magistero, ai documenti del Chiesa e alla dottrina cattolica, quando vedo l’ostruzione fatta dagli stessi contro il Summorum Pontificum, mi dico che la medicina della Misericordia non solo non ha curato la malattia e il malato ma ne ha permesso la diffusione".

Il problema è che ci sono più generazioni de-formate dai nuovi venti di dottrina e forse dovrà passarne un'altra prima di vedere buoni frutti! D'altronde i Tradizionalisti, invece di combattere il Vaticano II come l'origine di tutti i mali, dovrebbero reclamarne la applicazione corretta. Così come i progressisti dovrebbero approfondire se quello di cui parlano è il vero Vaticano II o non l'ideologia imperante che lo ha strumentalizzato. Entrambi vedono il concilio attraverso la lente deformante delle applicazioni che ne sono state date negli ultimi quarant'anni: cambia solo il giudizio che si formula su queste applicazioni. Il dialogo tra Santa Sede e FSSPX può aiutare a tornare alle fonti, a guardare quello che veramente ha detto il concilio e a verificarne la coerenza con quanto è venuto dopo... ma occorre apertura di mente e di cuore da entrambe le parti e soprattutto molto aiuto da parte del Signore!

Io mi sto ponendo un'altra domanda al riguardo: ci sono dei "burattinai" consapevoli che 'manovrano' certe tendenze e l'ormai evidente apostasia mentre il "popolo reso bue" ormai diseducato continua a cascarci? Se così fosse, questo renderebbe le cose molto più difficili e molto più gravi davanti a Dio certe responsabilità; ma non dimentichiamo che sia la storia che la Chiesa sono nelle mani del Signore, perché insieme ai falsi profeti e ai cattivi maestri, le voci della Tradizione autentica vanno svegliandosi ai richiami, credo, di Benedetto XVI... e allora, continuiamo a seguirle Ad Maiorem Dei Gloriam!

33 commenti:

  1. Il Papa mi sembra molto consapevole del "terriccio", come lo chiama Lu, cioè della formazione di base che ricevono i cattolici, quando nella lettera ai vescovi che accompagna il motu proprio dice: "L’uso del Messale antico presuppone una certa misura di formazione liturgica e un accesso alla lingua latina; sia l’una che l’altra non si trovano tanto di frequente. Già da questi presupposti concreti si vede chiaramente che il nuovo Messale rimarrà, certamente, la forma ordinaria del Rito Romano, non soltanto a causa della normativa giuridica, ma anche della reale situazione in cui si trovano le comunità di fedeli."

    ... e si sta comportando di conseguenza, insegnando - come faceva Gesù, con gesti e con parole... è importante che aumenti chi ha orecchi per intendere e occhi per vedere e non lasci vanificare questo tesoro, che coincide con lo stesso Signore Gesù!

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  2. Ma se questo "terriccio" è così povero che radici robuste non possono attecchirvi, da cosa dipende se non dalla sovversiva ventata post-conciliare? E una Tradizione di secoli, ricca di elementi portanti e fondanti una fede salda e sicura, è andata sfaldandosi sempre di più...

    occorre custodirla e non abbandonarla almeno da parte di chi ha avuto il dono e la Grazia di comprendere tutto questo e di accogliere e conservare nel cuore le verità perenni della nostra fede

    Bisogna contribuire a mettere fine a tutta questa confusione, con l'aiuto del Signore!

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  3. Scusate, insisto nel proporre il mio punto di vista, quello cioè di una cristiana qualunque, perché spero con voi di capir meglio.
    Non esistono due, tre, mille chiese a seconda dei 'venti di dottrina'. Due, tre, mille verità: sarebbe questo, mi sembra di capire, il relativismo che Benedetto XVI ha denunciato da subito. La Chiesa è una ed fondata, da Cristo, sulla Sua Parola, sulla Tradizione Apostolica e sul Magistero. Il CVII è un fatto avvenuto dentro questa Chiesa, una parola nuova che si aggiunge ad arricchire la sapienza santa e millenaria della stessa unica Chiesa di Cristo. Non si può, dunque, io credo, discreditare tout court (si scrive così? Boh!) il Concilio e dirsi cattolici. Si può, forse si deve, come mi sembra sia stato proposto recentemente, rivedere, riconsiderare i documenti del Concilio, le sue applicazioni e riflettere insieme su ciascuna di esse. Perché schierarsi? Prendere posizioni rigide ed estreme? Serve, certo, per farsi sentire. Ma anche vale a dilatare le distanze, a nutrire la confusione e il clima di sospetto che inevitabilmente separano e induriscono il cuore. E qualche volta rischiano di mettere il Vangelo tra parentisi.
    Cestinatemi pure si vi risulto ingenua e fuori corso. Forse lo sono.

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  4. Non si può, dunque, io credo, discreditare tout court (si scrive così? Boh!) il Concilio e dirsi cattolici. Si può, forse si deve, come mi sembra sia stato proposto recentemente, rivedere, riconsiderare i documenti del Concilio, le sue applicazioni e riflettere insieme su ciascuna di esse. Perché schierarsi? Prendere posizioni rigide ed estreme?

    Carissima, siamo perfettamente d'accordo!

    Non è contro il Concilio che ci si schiera, ma proprio in ordine alle sue strumentali distorte, spesso iedologiche applicazioni, che hanno facilitato il proliferare di realtà come il Cammino: il Novum nato dal Concilio, che pretende di ri-fondare la Chiesa... non riconosciuto in tempo anche grazie al progressismo e al modernismo dei vescovi e dei parroci che avrebbero dovuto vigilare e, invece, nella più benevola delle ipotesi, erano 'ciechi' essi stessi e non in grado di riconoscere l'errore!

    Non è il Concilio che ha causato gli abusi liturgici e tanto relativismo nella Chiesa, ma certe sue 'ambiguità' di termini che hanno favorito le interpretazioni e le applicazioni che hanno causato la deformazione dottrinale e liturgica di cui tutti stiamo soffrendo.

    Un dialogo sereno e fruttuoso tra la Dottrina della Fede e la FSSPX, speriamo possa portare a conclusioni di 'continuità' come sta chiedendo il Papa e speriamo non nascano contrapposizioni e irrigidimenti... per questo bisogna pregare e sperare nell'opera dello Spirito sulle buone volontà di chi sarà coinvolto

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  5. La cosa che più mi meraviglia è che molti di noi hanno vissuto in quella temperie senza riconoscere di primo acchitto gli abusi, pur provando disagi o dubbi a vari livelli e non subito, anzi accogliendo certe 'innovazioni' che sembravano semplici aggiornamenti, ma in realtà oltre a far perdere il senso del Sacro, intaccavano l'identità cattolica...

    penso che ci sia chi ha 'pilotato' e chi non si è accorto di tutto questo; ma per Grazia del Signore tutto sta venendo alla luce!

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  6. Scrive Mic
    Non è il Concilio che ha causato gli abusi liturgici e tanto relativismo nella Chiesa, ma certe sue 'ambiguità' di termini che hanno favorito le interpretazioni e le applicazioni che hanno causato la deformazione dottrinale e liturgica di cui tutti stiamo soffrendo.

    Ma allora con questa tua interpretazione possiamo porre sullo stesso piano il Nom ed il Vom, il CCC e quello di San Pio X.

    L'aver "scorporato" le Letture dall'Altare, cioe' dal Messale (nascita del Lezionario), non e' questione di poco conto, nè deriva da ambiguità nei termini, ma e' una vera e propria sistemazione teologica:
    il Santissimo Sacramento dell'Altare non rappresenta piu' il punto di arrivo e di partenza, ma e' un momento separato della Liturgia che cessa di essere un unicum.

    Le deformazioni di cui scrivi derivano tutte dalla nuova Liturgia, che rappresenta la base fondamentale per il loro proliferare.

    Difendere oggi la Chiesa Cattolica e' capire che il Cn non sarebbe mai potuto esistere senza il CVII.

    Bellissima celebrazione del Corpus Domini oggi ad Albano!!!!

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  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  8. Condivido caro Mic, la tua speranza che le discussioni fra la FFSPX e la CDF, siano di una grande utilità per tutta la Chiesa.
    A condizione che i teologi della CDF accettino che nel dopo Concilio ci sono state delle derive dottrinali e liturgiche e anche che già nei testi del Concilio erano presenti frasi, concetti ambigui, mal formulati che hanno lasciato aperte porte e finestre alle libere interpretazioni, purtroppo non da subito corrette.
    Il regno del lasciar fare, la libertà concessa alle diverse e vergognose esperimentazioni in campo liturgico, in atto subito dopo il Concilio che non hanno di certo dato un buon segnale, il potere preso e conservato amplificandolo dalle diverse conferenze epsiscopali, catechismi al limite dell`eresia tollerati, magisteri paralleli che contraddicono il Magistero petrino, libertà d`espressione e libertà di coscienza eretti in nuovi dogmi, sono solo alcuni degli elementi che hanno fatto sì che oggi ci troviamo in questa situazione disatrosa.
    In ogni discussione c`è un punto di partenza, un percorso e un obiettivo, i sacerdoti della FFSPX sanno da dove partono in queste discussioni, i teologi della CDF lo sanno e sopratutto accetteranno di riconoscerlo?

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  9. Il cnc è nato sull`onda della tempesta conciliare,sì conciliare, perchè è inutile negarlo, già durante il Concilio, i progressisti hanno preso il potere e già dall`inizio, perchè l`intento di Giovanni XXIII non era di certo quello di avere un lungo concilio che avrebbe rivoluzionato la liturgia e non solo.
    È spaventoso leggere la storia del Concilio e non solo quella rivista e corretta dalla scuola di Bologna, lotte di potere, lotte di influenza, progressisti e modernisti che con manovre e strategie diverse fanno passare il loro punto di vista, nel dopo concilio lo scandalo dell`edizione del 1969 del Messale di Paolo VI che conteneva una definizione della Santa Messa dove la nozione di sacrificio era sparita, e Paolo Vi costretto di modificare il testo un anno dopo grazie all`intervento dei cardinali Bacci e Ottaviani.
    La protestantizzazione della Chiesa era cominciata...
    Il cnc per riprendere il termine di "terriccio" ha trovato un terriccio fertile per mettere radice!
    Basta pensare che per giustificare il loro rito sincretistico si riferiscono ad un testo di Bugnini!
    Ma quello che è grave e incomprensibile è che ad un certo punto quando gli spiriti cominciavano a calmarsi e che gli effetti devastanti dello spirito concilaire si facevano sentire e diventavano sempre più palesi, NESSUNO abbia messo fine o almeno corretto la rotta di quel cammino contorto !

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  10. Uriel ha detto...


    Ma allora con questa tua interpretazione possiamo porre sullo stesso piano il Nom ed il Vom, il CCC e quello di San Pio X.

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    No Uriel....dobbiamo fare attenzione a non cadere nel TRANELLO OPPOSTO ^__^
    Il NOM E' LEGITTIMO perchè non è la forma che rende valida la Messa, ma la DOTTRINA, la legittima ordinazione del sacerdote, e il sacerdote che DEVE CONSACRARE CON LE PAROLE USATE dalla Chjiesa E CON LE STESSE INTENZIONI DOTTRINALI...
    Nonchè il Pane, che può anche essere azzimo con l'autorizzazione del vescovo e il Vino che deve avere delle specificità...

    Ma c'è un problema GRAVISSIMO:
    il NOM fatto da BUGNINI aveva una intenzione PERVERSA, Paolo VI lo capì, come sottolinea lo stesso scrittore Tito Casini ne "La tunica stracciata" ma fu troppo tardi...ma questo NON delegittimò la Messa, fece di peggio, la DISSACRALIZZO' ed è probabile che molte messe celebrate in molte comunità parrocchiali specialmente negli anni '70, sia stata anche invalida...ma NON tutto il NOM è invalido ^__^

    Il problema è che il NOM si presta agli abusi...non alla sua deligittimazione: l'abuso infatti non fa invalidare la Messa, ma peggio, la rende BLASFEMA...se fosse invalidata non ci sarebbe blasfemia, ma solo IMITAZIONE come i Protestanti che scimmiottano la Messa ma senza credere alla presenza reale del Cristo...Infatti la preoccupazione del Pontefice sta anche nelle OSTIE RUBATE a causa della comunione alla mano, non ci si preoccurebbe se tale comunione non fosse valida... ci si preoccupa TUTTI, comprensa la stessa FSSPX proprio perchè quella Consacrazione NOM è valida, ma spesse volte blasfema, non curata, sciatta...DISSACRATA, qui sta l'inghippo insormontabile e il problema con la FSSPX che non può trovare come semplice rimedio il "ritorno al passato"...

    Il Concilio (e così mi riallaccio alla bellissima lettera aperta per il thread) resta uno strumento validissimo, si dice che Pio XII ci pensò dieci volte prima di indirlo, e non lo indisse appunto, ben valutando le problematiche che il Concilio avrebbe aperto...
    ma la crisi liturgica ed ecclesiale ci sarebbe stata lo stesso, anche senza indire il Concilio ^__^

    Il Concilio ha molti meriti che lo stesso mons. Fellay non nega...le discussioni che si appresta a fare per conto della FSSPX infatti con la CDF NON è per negare il Concilio, ma per appurare LE INTERPRETAZIONI ERRATE che ci furono USANDO IL CONCILIO COME UN CAVALLO DI TROIA...attraverso il quale farci entrare di tutto e buttando fuori la Tradizione...

    su questo si deve ragionare.....e grazie a Dio da qualche anno si è cominciato a farlo
    ^__^

    Fraternamente CaterinaLD

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  11. Per Uriel un P.S.

    Mons. Lefebvre fu uno dei Padri del Concilio, non dimentichiamolo, e firmò TUTTI I DOCUMENTI....ciò che contestò fu proprio la applicazione dei Documenti E LE AGGIUNTE di testi A NORME che il Concilio NON aveva ordinato come la comunione alla mano...per la quale si è battuto Paolo VI e venne concessa da Giovanni Paolo II a descrizione delle Diocesi...
    ciò che fu una concessione divenne LA NORMA, questo contesta la stessa FSSPX con mons. Lefebvre...al quale FU VIETATO poi di celebrare la Messa antica e qui fu l'errore di Paolo VI...riconosciuto dal Pontefice Benedetto XVI nel MP Summorum Pontificum, anche se non da la colpa direttamente a Paolo VI, scrive letteralmente che il vietarla fu un abuso...^__^

    Criticò, mons. Lefebvre ancora, infatti la riforma liturgica NON del Concilio, MA DI BUGNINI che avvenne DOPO IL CONCILIO sfruttando il Concilio come, appunto, un cavallo di Troia...
    ^__^

    La riforma del Concilio alla Liturgia E' QUELLA CHE STA CELEBRANDO Benedetto XVI e che TUTTE le comunità dovrebbero celebrare così...qui sta il nocciolo del problema perchè anche i Vescovi sono restii a celebrarla come il Pontefice...e ancora usano carnevale e creatività nelle Messe...

    ^__^

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  12. CONFESSIONE DI UN VESCOVO che ben si allaccia al thread di apertura:

    Dal blog Messainlatino

    Il Vescovo emerito di Cahors, Mons. Maurice Gaidon, raggiunta l’età della pensione e con quella, forse, la libertà di manifestare le proprie opinioni, ha pubblicato nei mesi scorsi un libro che ha disturbato non pochi suoi colleghi transalpini: Un évêque français entre crise et renouveau de l’Église, Ed. de l’Emmanuel, 2008 (Un vescovo francese tra crisi e rinnovamento della Chiesa).



    si legge:

    "Ho vissuto male "la riforma liturgica" imposta nel giro di una domenica e con un autoritarismo clericale insopportabile. [..]

    Ho l’impressione di aver vissuto questi anni come una lenta deriva, spinti dalle mode e dai linguaggi stabiliti nel nostro universo clericale e di ritrovarmi, all’ora della mia ultima tappa, in un doloroso smarrimento, invaso dal sentimento di aver subito passivamente le prese di posizione e le decisioni dei miei fratelli nell’episcopato e di aver seguito con loro la china dei compromessi anziché usare un linguaggio ruvido e profetico dei testimoni e degli annunziatori di una Parola che è ‘una spada’".


    "La speranza non ha niente a che vedere con un ottimismo su comando che regna troppo sovente nelle officine ecclesiastiche che io frequento"
    .....


    ****************

    Che queste parole possano consolare i tanti NC usciti dal Cammino dopo essere stati devastati nel proprio cuore...

    e a tutti noi possano donare la SPERANZA e la fiducia che NON siamo soli...

    ^__^
    un abbraccio fraterno CaterinaLD

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  13. P.S.
    per leggere più lungamente il testo cliccate qui:

    http://www.oriensforum.com/index.php?topic=1343.0

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  14. La provocazione

    In un saggio, edito da Cantagalli, lo scrittore tedesco accusa le riforme del Vaticano II: avrebbero cancellato la bellezza del rito

    «I nuovi iconoclasti hanno distrutto la fede»

    Mosebach: si torni alla liturgia precedente al Concilio

    di MARIA ANTONIETTA CALABRÒ

    Proprio nella società dell’immagine la Chiesa ha subito l’attacco di nuovi iconoclasti, che attraverso lo svilimento della liturgia hanno assestato negli ultimi 35 anni un colpo gravissimo alla fede cattolica, determinando «una catastrofe storica e religiosa).
    Le tinte usate da Martin Mosebach sono addirittura caravaggesche, la vis polemica non risparmia nessuno.
    L’appassionata apologia della bellezza della grande tradizione liturgica della Chiesa viene svolta non da un teologo, non da un canonista, ma da uno dei più importanti scrittori e letterati tedeschi. Cioè, proveniente da una nazione dove più forti sono stati gli stravolgimenti postconciliari. Nazione che ha pure dato i natali all' attuale pontefice, Benedetto XVI, il quale sottolinea sempre più spesso (ad esempio nell’omelia del Corpus Domini) il rischio di secolarizzazione nella Chiesa e che bisogna «rispettare la liturgia».
    E che la Chiesa non è un’Ong.
    (Il kitsch linguistico, musicale, in pittura e in architettura ha inondato completamente l'immagine esterna degli atti pubblici della Chiesa», scrive Mosebach nel saggio di cui sta per uscire la traduzione italiana. Titolo e sottotitolo non lasciano dubbi. Descrivono L’eresia dell’informe, alludono chiaramente ad un «nemico» mefistofelico dell’antica liturgia romana «che propriamente si dovrebbe chiamare gregoriana», ma viene piuttosto definita tridentina, quasi a sottolinearne negativamente la relazione con la Controriforma.
    La pubblicazione riaccenderà sicuramente il dibattito sulla chiusura dello scisma dei lefebvriani, sulla restaurazione della tradizione e anche sul riavvicinamento tra Chiesa cattolica e Chiese orientali che, a partire da quella ortodossa, secondo Mosebach, hanno saputo «preservare» la tradizione plurimillenaria della liturgia più e meglio della Chiesa latina.
    (La Messa di San Gregorio Magno, l’antica liturgia latina, si trova oggi riservata a 'frange stravaganti' della Chiesa romana, mentre la liturgia divina di San Giovanni Crisostomo vive in tutto il suo splendore al centro della Chiesa ortodossa).

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  15. Continua....

    Al livello del (senso comune), dello scrittore che descrive i comportamenti, Mosebach si mette sulla scia del grande teologo svizzero von Balthasar la cui opera principale è «Gloria, per un’estetica teologica)e il primo volume è intitolato proprio «La percezione della forma». Forma e contenuto non possono essere scissi, afferma Mosebach, diabolicamente (diaballein, separare) separati.
    Così come l’uomo è anima e anche corpo. Per questo la forma che la liturgia ha assunto nei secoli, con processo lento e quasi involontario, non è indipendente dal contenuto salvifico della Messa. «Solo santi come Ambrogio o Agostino o Tommaso d’Aquino — scrive Mosebach — avrebbero potuto aggiungere qualcosa alla Messa, non uomini chiusi in un ufficio, nemmeno abitando nella Città del Vaticano».
    Così (il modernizzatore e progressista Paolo VI)s’è fatto «tiranno della Chiesa » secondo l’accezione della parola data nell’antichità quando «l’interruzione della tradizione da parte del sovrano era definita atto di tirannia).
    L’unico paragone storico adatto per descrivere questa guerra alla (bellezza della liturgia», questo volto visibile del Mistero, secondo Mosebach è l’iconoclastia bizantina, tra il l’VIII e il IX secolo, la cosiddetta guerra delle icone. Però la iconoclastia liturgica della nostra epoca ha questo di diverso: «Ai miei occhi, sorge per ischemia e infiacchimento religiosi). Nella sua essenza costituisce un oblio: «Ciò che vale per l’arte, in misura ancora superiore deve riguardare la preghiera pubblica della Chiesa: il brutto non può che derivare dal non vero e, nell’ambito della religione, questo significa la presenza del satanico».
    L’intellettuale tedesco dà questa impietosa definizione: (Il modello della nuova liturgia è il tavolo presidenziale di una riunione di partito o di una associazione con microfono e fogli, a sinistra sta un vaso ikebana con piante esotiche bizzarre di colore arancio con vecchie radici, a destra si trovano due luci da televisione posate su candelieri fatti a mano. Con dignità e raccoglimento, i membri del consiglio di amministrazione guardano il pubblico, come i chierici durante una concelebrazione. Una tale assemblea, regolata da un democratico ordine del giorno, è il fenotipo della nuova liturgia, e questo non è altro che una conseguenza inevitabile del fatto che chi non vuole il mistero sovratemporale, questi inevitabilmente approderà alla realtà politica e sociale).

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  16. Continua...

    Una terza via non è data, spiega l’Autore. Naturalmente ogni tanto si giunge a rotture: (Vi sono chierici che non trovano semplice fissare il volto che conviene alla consacrazione. Qual è l’espressione del volto che si addice alla consacrazione?).
    Cosicché il successo della celebrazione è data dalla «performance» del prete. E sull’altare, al posto del Crocefisso, c’è il microfono per la predica, di vari tipi: «untuosa o saccente, intellettuale o rimbombante, intimistica o sobria».
    E non mancano le light night candles. Una citazione di Goethe, un dialogo di Faust che esprime il giudizio senz’appello dell’Autore: (Ho spesso sentito questo vanto / un commediante potrebbe insegnare ad un prete. / Certo se il prete è un commediante / talvolta questo è quello che può diventare).
    Sull’altro fronte, quello dei fedeli, c’è la tanto spesso invocata loro «partecipazione attiva» alla Messa. Ma cosa ci fu di attivo nella Lavanda dei piedi — si chiede — visto che addirittura san Pietro vi si voleva sottrarre? Per i fedeli è anche indifferente stare in piedi o seduti. Quasi mai in ginocchio. Mentre è (attraverso i segni dell’adorazione, che ho potuto vedere fin dalla mia prima giovinezza — afferma Mosebach — l’Ostia è divenuta per me ciò che essa, secondo la tradizione della Chiesa esige di essere: un Essere vivente).

    © Copyright Corriere della sera, 13 giugno 2009 consultabile online anche qui.

    Denuncia

    (Il kitsch linguistico, musicale, in pittura e in architettura ha inondato completamente l'immagine esterna degli atti pubblici della Chiesa)
    L’autore

    Martedì esce in Italia il saggio di Martin Mosebach, (L’eresia dell’informe. La liturgia romana e il suo nemico) (Cantagalli, pp. 252, e 17,90), una difesa della liturgia cattolica tradizionale. Il volume si inserisce nel filone culturale portato avanti da papa Benedetto XVI che l’altro ieri, durante la liturgia del Corpus Domini, ha detto che «bisogna rispettare la liturgia) e più volte, negli ultimi «Angelus», ha parlato contro la secolarizzazione della Chiesa e la sua «trasformazione in una Ong).

    Il Papa

    Benedetto XVI è tra gli ispiratori del recupero della liturgia proposto da Mosebach nel suo libro
    Contro Paolo VI
    Il Papa (modernizzatore e progressista) si sarebbe fatto )tiranno), nell’antico senso di (interruzione della tradizione da parte del sovrano)

    Fonte blog Raffaella

    Gianluca Cruccas

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  17. «I nuovi iconoclasti hanno distrutto la fede»

    Una dei nuovi iconoclasti e' sicuramente Kiko Arguello che ha eretto i suoi templi, spelonca, con il permesso e in moltissimi casi anche con la benedizione della Chiesa...

    cruccas Gianluca

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  18. ""I neocatecumenali hanno pervertito la trascendenza con una dimensione del tutto orizzontale immanentizzata.

    “Sarai felice [otterai la Salvezza] solo se sarai fedele alla comunità, sarai felice solo se aiuterai la comunità, sarai felice solo se obbedirai alla Comunità a kiko ai catechisti... Gesù Cristo è l'esempio dell'obbedenza”.

    Una salvezza tutta terrena. Cristo è solo IL MEZZO non il fine! L'obbedienza al cammino SALVA! Ecco perchè i passaggi sono tanto importanti... per il neocat, portano alla SALVEZZA! terzo passaggio e rinnovo delle promesse Battesimali nel Giordano!

    Ma questa LOGICA PERVERSA, TUTTA TERRENA, non più CELESTE non è prerogativa solo del Cammino, ma si è infiltrata nella CHIESA!

    Ecco perchè la chiesa li ha riconosciuti IMMEDIATAMENTE suoi "figli"!...

    LA DIALETTICA È LO STRUMENTO CON CUI SI CONFUTA LA VERITÀ, non con cui la verità confuta l'errore. Infatti il vero emerge dall'evidenza del suo rapporto con la realtà, il falso invece dal dialogo)""

    E' quello che io stesso ho ripetuto per un bel po' anche nel blog. Il cristianesimo cattolico o è integrale ("integralista", come direbbero i nostri nemici modernisti) O NON E'!!! Hanno un bel dire i relativisti della destra conciliare che ci sono tante cose che si possono discutere, pochi i dogmi e pochissimi i documenti infallibili. Prima del concilione esisteva un Magistero Ordinario Universale infallibile (Dei Filius, Vaticano I). Ma di questo non ne vuol sentire nessuno, specialmente nella destra conciliare.

    Quel che occorre fare, a mio parere, l'ho ripetuto alla nausea, è di ripetere i dogmi della Fede cattolica, gli insegnamenti della Chiesa cattolica di prima del concilione, propagare la vera Messa cattolica (se poi qualcuno ne distorce il significato, beh cavoli suoi), insomma "insegnare agli ignoranti". Se qualcuno non vuol sentire, cavoli suoi, la sentinella deve solo suonare la tromba, se qualcuno continua a dormire perirà per propria colpa. Siamo cacciati dai sinedri? Pazienza. Ci danno dei "sedevacantisti"? Pazienza. Un domani ci mettono le mani addosso? Beh, non saremo i primi, e nemmeno gli ultimi.

    Sono d'accordo che il cosiddetto dialogo non serve a nulla, anzi è controproducente. Ma questa gente che è nella setta, se si schifa dei neocat, sentirà altre campane? La testimonianza è l'unica arma che hanno gli ex, non per farsi ascoltare dai prelati che non ascoltano, ma per dare una possibilità a chi vuol uscire e non ne ha la forza. "Quelli ce l'hanno fatta, ce la posso fare anch'io": questa è la testimonianza antisetta, e se viene da cattolici di salda dottrina, magari uno evita anche di perdere quel po' di Fede che gli rimane. E' importante che fuori dalle sette (dette anche movimenti laicali) ci sia qualcuno che mantiene la Fede cattolica di sempre.

    Personalmente vedrei come cosa buona la cessazione del dialogo, ma il mantenimento di
    - testimonianze di fuoriusciti dalla setta
    - insegnamento della sana dottrina cattolica e della sana liturgia.

    Come in tutte le sette, ci sono vari gradi: se sei recettivo per la loro a-dottrina, fai carriera, se no ti usano come manovale. Ebbene, questi manovali, tenuti all'oscuro dei giochi degli eresiarchi, come sapranno che sono ingannati, se nessuno che abbia fatto la loro stessa esperienza non glielo dice? Glielo dirà il Papa? Rylko? Bertone?

    Ma non si faccia il doppio gioco dialogo. O di qua, o di là. La gente ha ancora, a mio parere, un sesto senso per la verità. Se uno fa il doppio gioco, e dai neocat ti manda in santegidio, nell'opusdei, nel megiugorie o nei carismatici, allora credo che molti riescano ad annusare la fregatura, ovvero dalla padella nella brace.

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  19. Vorrei riprendere qualche passaggio di Roby.

    "Ma questa gente che è nella setta, se si schifa dei neocat, sentirà altre campane? La testimonianza è l'unica arma che hanno gli ex, non per farsi ascoltare dai prelati che non ascoltano, ma per dare una possibilità a chi vuol uscire e non ne ha la forza. "

    Sono d`accordo con Roby, penso sia, purtroppo, drammaticamente inutile discutere con i Vescovi, al minimo ti ascoltano con un orecchio distratto, al massimo ti cacciano fuori dal loro ufficio.
    Per un oscuro ( che così tanto oscuro non è) gioco di potere hanno capito che è meglio non opporsi al cammino e al suo generoso fondatore.

    Se ci sono voci discordanti, voci che avrebbero ascoltato i richiami di Benedetto XVI, che avrebbero fatto rispettare le sue prescizioni già dal 2005, io non le sento, ma probabilmente esistono, spero che esistano perchè se così non fosse ci sarebbe veramente da disperarsi sul nostro clero.
    Vescovi disobbedienti al Papa in generale e come per miracolo eccoli far riferimento al Papa che avrebbe approvato il cammino, ciò che è falso perchè è il PCL ad aver approvato il cammino e sappiamo che il modo in cui questa approvazione e la relativa consegna di uno statuto incompleto sono arrivate è una pagina molto oscura della storia della nostra Chiesa.

    Con Roby dico che quello che i fedeli possono e devono fare è testimoniare, informare , passare l`informazione, grazie ad internet oggi è possibile, c`è anche l`informazione che si trasmette grazie a tante buone volontà, persone che lavorano sul terreno discretamente ma efficacemente , fuoriusciti dal cammino, persone che hanno visto la loro famiglia distrutta, separata, semplici fedeli obbligati di lasciare la loro parrocchia invasa dal cammino, insomma tante buone volontà, questo sito è una di queste buone volontà.

    TESTIMONIARE E INFORMARE.

    A partire dalla base e rivolgendosi alla base, se poi i vertici ascoltano, tanto meglio, se aprono le loro orecchie e il loro cuori tanto meglio, perchè le informazioni i vertici le hanno, tutte!

    Sì è alla base che l`impegno di chi informa sul cammino si rivolge.
    Ai necoatecumenali ancora nel cammino, quelli che si pongono tante domande che non ricevono risposte all`interno del cammino, quelli che ascoltano e vedono il Papa, quelli che sentono crescere il malessere .
    A chi non è neocatecumenale ma è in contatto con il cammino, e si interroga.

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  20. Roby scrive.

    "
Personalmente vedrei come cosa buona la cessazione del dialogo, ma il mantenimento di
- testimonianze di fuoriusciti dalla setta
- insegnamento della sana dottrina cattolica e della sana liturgia."

    Forse il dialogo si può mantenire e si deve mantenire con chi SINCERAMENTE si interroga, sottovoce all`inizio, quasi non osasse, dubbi che fanno capolino, che sono disprezzati all`interno del cammino, ma ancora tanta paura, un sentimento di inadeguatezza che si fa sempre più presente ma che si tenta in un primo momento di soffocare, salvo poi a non poter più farlo perchè cresce sempre più forte.
    C`è chi avrà il coraggio, la forza, di uscire, per alcuni sarà più facile, per altri sarà una vera prova, sarà comunque un cammino all`interno del cammino, un cammino difficile e sovente doloroso .

    Dove questi neocatecumenali possono trovare chi li ascolta? DOVE?
    Forse dal parroco, se non è totalmente agli ordini di Arguello!

    Noi possiamo solo mettere a disposizione uno spazio di testimonianza e continuare ad offrire la vera dottrina della Chiesa, metterla in confronto con quella distorta che è insegnata nel cammino, "spiegare" la divina Liturgia, la sua bellezza, il suo significato, la sua sacralità, far conoscere la Tradizione viva della Chiesa, il Magistero dei Papi che non è cominciato con Giovanni XXIII!

    È uno spazio offerto, gratuito, i frutti eventuali non ci appartengono.

    Quanto al dialogo con i necoatecumenali puri e duri ne abbiamo avuto qualche esempio su questo blog,
    dagli insulti alle strategie comunicative molto più abili e studiate passando attraverso tentativi più o meno maldestri, abbiamo visto di tutto!

    Purtroppo nel cammino vige la regola: "o sei con noi o sei contro di noi"

    Per un necoatecumenale il cammino è la via, la verità, la vita, impossibile discutere in queste condizioni!

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  21. No Caterina,
    Mons. Lefebvre firmo' soltanto alcuni documenti del CVII e non tutti.

    Se vai su sul sito della Fraternità ed anche su Tradizione.biz, trovi le specifiche.

    A memoria non me le ricordo, altrimenti te le avrei citate.

    Di certo la FSSPIOX e la CDF alla fine giungeranno ad un accordo (non so cosa si inventeranno per non rischiare di disperdere i fedeli della San Pio X).

    RispondiElimina
  22. Uriel ha detto...
    No Caterina,
    Mons. Lefebvre firmo' soltanto alcuni documenti del CVII e non tutti.

    Se vai su sul sito della Fraternità ed anche su Tradizione.biz, trovi le specifiche.

    *************************

    conosco il sito e sono in contatto con loro ^__^ e mi spiegarono a suo tempo che la questione della firma dei Documenti conciliari è controversa poichè la battaglia di mons. Lefebvre cominciò DOPO IL CINCILIO e non durante...

    Durante il Concilio egli si affiancò ai Conservatori, denunciando i PERICOLI di una certa deriva, ma non ce l'aveva con i Documenti in sè, quanto con le INTERPRETAZIONI che si cominciavano a dare a cominciare dalla Messa...e dalla preparazione dei seminaristi, da qui comincia a maturare l'idea di creare una fortezza per I SEMINARISTI sotto la protezione di san Pio X e che venne approvata dal vescovo della sua diocesi...nasce la FSSPX legittimamente riconosciuta dalla Chiesa ^__^

    La firma dei Documenti fu inizialmente operata, ma dal 1970 mons. Lefebvre inizia a denunciare l'ambiguità dei Documenti sostenendo (a ragione) che se certi Documenti davano origine a così false interpretazioni, significava che allora in difetto erano i Documenti...
    ^__^
    qui gli risponderà Benedetto XVI, oggi, usando per la prima volta il termine: ERMENEUTICA DELLA DISCONTINUITA' (ai cardinali nel dicembre 2005) per denunciare i danni nella Chiesa e il rifiuto della Tradizione...

    Inoltre va considerato quanto disse Ratzinger ai vescovi cileni, parlando proprio del caso mons. Lefebvre:

    In realtà, l'unico punto che è affermato nell'accordo, secondo Lumen Gentium 25, è il fatto limpido che non tutti i documenti del Concilio hanno la stessa autorità.

    ^__^

    RispondiElimina
  23. ops....ho dimenticato il collegamento...la firma di Lefebvre al documento più contestato, quello sulla libertà religiosa^__^

    http://www.culturewars.com/CultureWars/Archives/Fidelity_archives/SSPX8.htm

    la FSSPX sa che questa firma è autentica....
    ^__^

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  24. http://www.sanpiox.it/primapag/ver.html

    ...Mons. Lefebvre rimase a Tulle per pochi mesi, sufficienti però a dare nuovo, anche se temporaneo, slancio ad una diocesi in decadenza. Fu infatti eletto per dodici anni Superiore

    Generale dei Padri dello Spirito Santo, ottenendo ben più dei due terzi richiesti nella votazione. Si trattava della più importante congregazione missionaria della Chiesa che contava allora 5300 religiosi e 914 residenze in 53 paesi. Come Superiore Generale Monsignore parteciperà al Concilio Vaticano II dopo aver fatto parte della sua Commissione preparatoria, chiamatovi da Giovanni XXIII, che l'aveva anche nominato Assistente al Soglio Pontificio, in segno di particolare benevolenza.

    Al Concilio Monsignore sarà uno dei principali animatori del Coetus internationalis Patrum, che raggruppò circa 250 padri conciliari che tentarono di opporsi alla marea liberale. Tra di essi i Vescovi Carli, de Castro Mayer, de Proenca Sigaud. I cardinali Santos, Ruffini, Siri, Larraona, Ottaviani, Browne appoggiavano il Coetus pur non volendo farne parte ufficialmente. Il cugino di Monsignore, il Cardinale Joseph Lefebvre gli disse che i vescovi francesi non gli avrebbero mai perdonato il suo comportarnento al Concilio. Eppure Monsignore condusse un opposizione chiara ma non preconcetta. A differenza di Mons. de Castro Mayer che non sottoscrisse alcuno dei documenti conciliari, Mons. Lefebvre votò contro la Dignitatis Humanae e la Gaudium et Spes, ma votò a favore, ingannato come tanti, della costituzione sulla liturgia. Essa prevedeva la conservazione del latino: Monsignore restò fedele al documento, tradito dal massone Bugnini con la copertura di Paolo VI.

    L'Abbé Berto, suo teologo personale al Concilio, ha ricordato la profonda dottrina teologica di Monsignore: "Mons. Lefebvre è un teologo, e di molto superiore al suo teologo - volesse Dio che tutti i Padri lo fossero al suo stesso grado!- Egli ha un habitus teologico perfettamente sicuro e affinato...Non assomiglia in niente a quei Padri che, come uno di loro ha avuto la sfrontatezza di vantarsi pubblicamente, nella vettura che li portava a S. Pietro, prendevano dalle mani di unperitus il testo già fatto del loro intervento in aula. Neppure una volta sola gli ho sottoposto una memoria, una nota, un canovaccio, senza che li abbia rivisti, rovesciati, riesaminati e qualche volta rifatti da cima a fondo con un assiduo lavoro personale".

    Anche le sue lettere pastorali da Dakar e le sue circolari come Superiore degli Spiritani erano scritte interamente di sua mano. Oggi raccolte in volume, esse potrebbero servire da modello a qualunque pastore che volesse adempiere pienamente alla sua missione. Ecco i titoli di alcuni di questi scritti: Lo spirito sacerdotale; La carità sacerdotale; Vivere secondo la verità; La necessità della preghiera; Fedeltà alla vita religiosa; Líautorità; Il laicismo; Il comunismo ateo e materialista; Per restare buon cattolico occorrerà divenire protestante?; Maria madre della Chiesa; Il sacerdote e nostro Signore Gesù Cristo; Líumiltà. Uno degli ultimi scritti quale Superiore Generale degli Spiritani ha il titolo significativo Esto Fidelis.

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  25. Continua...

    Nel 1965 il Padre Lecuyer accusa Mons. Lefebvre di autoritarisrno in un dossier fatto pervenire al Papa. Líaccusatore si discredita da solo facendosi partigiano del matrimonio dei preti e nel 1966 la S. Sede fa giustizia delle accuse portate contro Mons. Lefebvre. Ma líanno successivo il Papa Paolo VI decide che anche i Padri dello Spirito Santo devono "aggiornarsi". Monsignore prepara una riforma delle costituzioni intesa nel senso che sempre si è dato a questa parola: osservanza più stretta delle regole. In realtà si vuole imporre la rivoluzione e la collegialità; non volendo accettarle Monsignore rassegna le dimissioni sei anni prima della fine del suo mandato. A 63 anni sembra che la sua carriera ecclesiastica sia finita.

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  26. INTERVISTA PROIBITA A MONS: LEFEBVRE

    Introduzione
    La seguente intervista con l'Arcivescovo sarebbe stata pubblicata nel 1978 dalla Catholic Press se la Conferenza Americana dei Vescovi cattolici non avesse minacciato l'editore della pubblicazione con scomunica e l'estinzione virtuale della pubblicazione stessa se l'intervista fosse stata pubblicata... Di fatto, i vescovi ordinarono che nessuna testata cattolica pubblicasse questa intervista con l’Arcivescovo Lefebvre.
    (Un sentito ringraziamento a “SPL”, 300 Independence Ave., S.E., Washington, D.C. 20003)


    Lei ha dibattuto e preso parte alle deliberazioni del Concilio Vaticano II, vero?
    Sì.

    Non firmò e non accettò le decisioni di questo Concilio?
    No. Innanzitutto io non ho firmato tutti i documenti del Vaticano II a causa degli ultimi due atti. Il primo, riguardo la “Religione e Libertà” [“La libertà religiosa” (Dich. Conc. «Dignitatis Humanae») – n.d.t. ] non l’ho firmato. neppure l'altro, quello de “La Chiesa nel mondo contemporaneo”, ho firmato. Questo secondo documento è, secondo la mia opinione, il più ispirato da modernismo e liberalismo.

    Lei è noto non solo per non firmare i documenti, ma anche per opporvisi pubblicamente?
    Sì. In un libro che ho pubblicato in Francia accuso il Concilio di errore su queste risoluzioni, e ho fornito tutti i documenti con i quali attacco la posizione del Concilio, principalmente le due risoluzioni sulle questioni della libertà religiosa e de “La Chiesa nel mondo contemporaneo” [Costituz. Conc. «Gaudium et Spes» - n.d.t. ]

    Perché lei è contro queste deliberazioni?
    Perché queste due decisioni sono ispirate da una ideologia liberale tale e quale ce la descrissero i papi di sempre, sarebbe a dire, una libertà religiosa così come intesa e promossa dai Massoni, gli umanisti, i modernisti e i liberali.

    Cosa obietta loro?
    Questa ideologia dice che tutte le culture sono uguali, tutte le religioni sono uguali, che non c’è una sola vera fede. Tutto ciò conduce quell’abuso ed errore che è la libertà di pensiero. Tutti questi errori sulla libertà, che sono stati condannati in tutti i secoli da tutti i papi, ora sono stati accettati dal Concilio Vaticano II.

    Chi pose queste particolari decisioni all’ordine del giorno?
    Credo ci fossero dei cardinali, assistiti da esperti teologici, che aderivano alle idee liberali.

    Chi, per esempio?
    Il Cardinale [Giuseppe] Frings dalla Germania, il Cardinale [Franz] Koenig [dall'Austria]. Questi personaggi si erano già riuniti e avevano già discusso queste risoluzioni prima del Concilio, e il loro preciso scopo era quello di fare un compromesso col mondo secolare, di introdurre le idee illuministe e moderniste nella dottrina della Chiesa.

    C’erano dei Cardinali americani che sostenevano queste idee e risoluzioni?
    Non ricordo ora i loro nomi, ma ce n’erano alcuni. Comunque, una forza trainante a favore di queste risoluzioni fu Padre John Courtney Murray.
    e.

    RispondiElimina
  27. Continua...

    Che ruolo ha avuto?
    Ha svolto un ruolo molto attivo nel corso di tutte le deliberazioni e la redazione di questi documenti.

    Lei fece presente al Papa [Paolo VI] la Sua preoccupazione ed inquietudine riguardo tali risoluzioni?
    Io ho parlato al Papa. Ho parlato al Concilio. Ho fatto tre interventi pubblici, due dei quali depositati presso la segreteria. C’erano perciò cinque interventi contro queste decisioni del Vaticano II. Infatti, l'opposizione condotta contro queste decisioni fu tale che il Papa tentò di istituire una commissione allo scopo di conciliare le parti opposte all'interno del Concilio. Ne dovevano far parte tre membri, uno dei quali ero io.
    Quando i cardinali liberali videro che il mio nome era in questa commissione, andarono a trovare il Santo Padre e gli dissero senza mezzi termini che non avrebbero accettato questa commissione e che non avrebbero accettato la mia presenza in questa commissione. La pressione sul Papa fu tale che egli rinunciò all'idea.
    Io ho fatto tutto ciò che potevo per fermare queste decisioni, che giudico contrarie e distruttive della Fede cattolica. Il Concilio fu convocato legittimamente, ma allo scopo di diffondere tutte queste idee.

    Ci furono altri Cardinali che La sostennero?
    Sì. C’era Cardinale [Ernesto] Ruffini [di Palermo], il Cardinale [Giuseppe] Siri [di Genova] e il Cardinale [Antonio] Caggiano [di Buenos Aires].

    Ci furono dei vescovi che La sostennero?
    Sì. Molti vescovi sostennero la mia posizione.

    Quanti vescovi?
    Ci furono più di 250 vescovi. Costoro si erano anche costituiti in un gruppo allo scopo di difendere la vera Fede cattolica.

    Cosa ne è stato di tutti questi sostenitori?
    Alcuni sono morti; altri sono sparsi per il mondo; molti ancora mi sostengono nei loro cuori, ma hanno paura di perdere una posizione che pensano possa essere utile in un secondo momento.

    Qualcuno La sta sostenendo oggi [1978]?
    Sì. Per esempio, il Vescovo Pintonello dall'Italia, il Vescovo De Castro Mayer dal Brasile. Molti altri vescovi e cardinali spesso mi contattano per esprimermi il loro appoggio, ma al momento desiderano rimanere anonimi.

    Per quanto riguarda quei vescovi che non sono liberali, ma Le si oppongono e La criticano?
    La loro opposizione è basata su un’idea imprecisa sull’obbedienza al papa. È, forse, un'obbedienza in buona fede, che potrebbe essere riconducibile all'obbedienza degli ultramontani del secolo scorso, obbedienza che allora era buona perché i papi erano buoni. Tuttavia oggi è un’obbedienza cieca che ha poco a che fare con la pratica e l'adesione alla vera Fede cattolica.
    In questo momento è importante ricordare ai cattolici di tutto il mondo che l'obbedienza al papa non è una virtù primaria. La gerarchia delle virtù parte dalle tre virtù teologali di Fede, Speranza e Carità, seguite dalle quattro virtù cardinali di Giustizia, Temperanza, Prudenza e Fortezza. L'obbedienza è un derivato della virtù cardinale della Giustizia. Perciò è ben lungi dall’essere classificata prima nella gerarchia delle virtù.
    Alcuni vescovi non vogliono dare la minima impressione di disobbedire al Santo Padre. Io capisco come si sentono. E’ chiaro che sia molto spiacevole, se non molto doloroso.

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  28. Continua...

    Suppone che il Santo Padre accetti queste particolari idee?
    Sì. Le accetta. Ma non è solo il Santo Padre. È una tendenza generale. Le ho menzionato alcuni cardinali coinvolti in queste idee. Più di un secolo fa, società segrete, Illuminati, umanisti, modernisti e altri, di cui noi ora abbiamo tutti i testi e le prove, si stavano preparando per un Concilio Vaticano in cui avrebbero infiltrato le loro proprie idee per una chiesa umanista.

    Crede che alcuni cardinali potrebbero essere stati membri di tali società segrete?
    Non è una questione molto importante, in questo momento, se lo sono stati o no. Quello che è importante e grave è che, a tutti gli effetti, essi agiscono come se fossero emissari o servitori di società umaniste segrete.

    Secondo lei questi cardinali hanno aderito deliberatamente a tali idee o vi erano inclinati da informazioni sbagliate o furono imbrogliati o un insieme di tutto ciò?
    Io penso che le idee umaniste e liberali si diffusero in tutto il XIX e XX secolo. Queste idee secolari furono propagate dappertutto, nei governi come nella chiese. Queste idee sono penetrate nei seminari e in tutta la Chiesa, e oggi la Chiesa si sveglia trovandosi in una camicia di forza liberale.
    Questo è il motivo per cui s’incontra l’influenza liberale, che è penetrata in tutti gli strati della vita secolare nel corso degli ultimi due secoli, fin dentro la Chiesa. Il Concilio Vaticano II fu pianificato dai liberali; era un concilio liberale; il Papa è un liberale e quelli che lo circondano sono liberali.

    Sta dicendo che il Papa è un liberale?
    Il Papa non ha mai negato di essere un liberale.

    Quando il Papa ha detto di essere un liberale?
    Il Papa ha affermato in molte occasioni di essere favorevole alle idee moderniste, favorevole a un compromesso con il mondo. Secondo le sue stesse parole, è stato necessario “gettare un ponte tra la Chiesa e il mondo secolare”.
    Il Papa ha detto che era necessario accettare le idee umaniste, che era necessario discutere tali idee; che era necessario dialogare.
    In questo momento è importante ricordare che il dialogo è contrario alla dottrina della Fede cattolica. Il dialogo presuppone l‘incontro di due parti uguali e opposte; perciò, in nessun modo [il dialogo] potrebbe avere qualcosa a che fare con la Fede cattolica. Noi crediamo ed accettiamo la nostra fede come l'unica vera Fede nel mondo. Tutta questa confusione porta a compromessi che distruggono la dottrina della Chiesa, per la disgrazia dell’umanità e della Chiesa stessa.

    Lei ha affermato di conoscere la ragione odierna del calo di frequentazione della chiesa e della mancanza di interesse verso la Chiesa, che, in base a quanto riferito, Lei attribuisce alle decisioni del Vaticano II. Giusto?
    Non direi che il Vaticano II avrebbe prevenuto quello che sta accadendo nella Chiesa oggi. Le idee moderniste sono penetrate dappertutto per molto tempo e ciò non è stato un bene per la Chiesa. Ma il fatto è che alcuni membri del clero hanno professato tali idee, vale a dire idee di libertà adulterata, in questo caso, permissivismo.

    L'idea che tutte le verità sono uguali, tutte le religioni sono uguali, di conseguenza tutte le morali hanno pari dignità, che ogni coscienza è a modo suo valida, che ognuno può giudicare teologicamente quello che può fare, tutte queste sono idee umaniste di lassismo totale senza alcuna disciplina di pensiero, che conducono alla posizione che ognuno può fare come vuole. Tutto ciò è assolutamente contrario alla nostra Fede cattolica.

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  29. Continua...

    Lei ha detto che la maggior parte di questi consiglieri teologici ed esperti fingono soltanto di rappresentare la maggioranza del popolo, che in realtà il popolo non è realmente rappresentato da questi teologi liberali. Potrebbe spiegare?
    Con “maggioranza del popolo” intendo tutte le persone che lavorano onestamente per vivere. Voglio dire le persone coi piedi per terra, le persone di buon senso a contatto col mondo reale, il mondo durevole. Costoro sono la maggioranza delle persone, che preferiscono le tradizioni e l’ordine al caos. C’è un movimento di tutte queste persone in tutto il mondo, che sta lentamente coagulandosi in opposizione totale a tutti i cambiamenti che sono stati fatti in nome loro, alla loro religione.
    Queste persone di buona volontà sono state così traumatizzate da questi cambiamenti drammatici che ora sono riluttanti a frequentare la chiesa. Quando vanno in una chiesa modernista, essi non trovano il sacro, il carattere mistico della Chiesa, tutto ciò che è veramente divino. Ciò che conduce a Dio è divino e loro non incontrano più Dio in queste chiese. Perché dovrebbero recarsi in un luogo dove Dio è assente?
    I fedeli percepiscono ciò molto bene e i cardinali liberali e i loro consulenti hanno seriamente sottovalutato la lealtà della maggioranza dei fedeli alla loro vera Fede. Come [altro] si può spiegare che, non appena apriamo una cappella o una chiesa tradizionale, la gente accorre da ogni dove? Abbiamo solo posti in piedi. Le Messe si succedono tutto il giorno per far partecipare tutti i fedeli. Perché? Perché essi ritrovano ciò di cui hanno bisogno: il sacro, il mistico, il rispetto per il sacro.
    Per esempio, ho assistito in aeroporto a questa scena: diverse persone che non erano lì per incontrare me, accostarsi ai sacerdoti che erano lì per me, stringer loro la mano, ed erano estranei totali! Perché? Perché quando le persone trovano un prete, un vero prete, un prete che si comporta come prete, che veste come un prete, immediatamente sono attirate da lui e lo seguono. Questo accade qui negli Stati Uniti, accade in Europa e dappertutto nel mondo. Gente in strada che va a salutare un sacerdote; vengono dal nulla solo per congratularsi con lui e dirgli come sono contenti di vedere un vero e proprio sacerdote, come sono contenti che ci siano ancora dei preti.

    Sta dicendo che l’abito e la tonaca fanno la differenza nella qualità del prete?
    Tonache e abbigliamento sono, ovviamente, solo un simbolo, ma è da ciò che questo simbolo rappresenta che le persone sono attirate, non, ovviamente, il simbolo stesso.

    Perché voi date tanta importanza ai rituali della Massa Tridentina?
    Noi certamente non insistiamo sui rituali solo per motivi di rituale, ma soltanto come simbolo della nostra fede. In tale contesto siamo convinti che sono importanti. Comunque è la sostanza e non i riti della Messa Tridentina che sono stati rimossi (n.d.r.: il Papa Paolo VI, non appena promulgò la nuova Messa, ammise che la Messa tridentina risale al quinto secolo ed oltre, e ha nutrito la fede di innumerevoli santi).

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  30. Per il testo completo:
    http://www.paginediocesane.it/INTERVISTA%20PROIBITA%20A%20MONS.%20LEFEBVRE.htm

    Credo che sia sufficente

    CRUCCAS GIANLUCA

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  31. Risulta che l'intervista "proibita" a Mons. Lefebvre fu sottoposta a ferrea censura da parte della Conferenza Americana dei vescovi cattolici (!?) che minacciarono di scomunicare l'Editore (che, ovviamente non la pubblicò: il che significa che nessun cattolico poteva essere messo al corrente di queste cose che solo da poco noi stessi stiamo scoprendo)...

    siamo alle solite, se non si è d'accordo, occorre confutare con delle ragioni non mettere il silenziatore
    Viceversa nessuno ha messo il silenziatore ai falsi profeti...

    E continua ad imperare una cultura, fattasi e divenuta egemone, che si veste di arroganza di arbitrio e di menzogna!

    RispondiElimina
  32. mic ha detto...


    siamo alle solite, se non si è d'accordo, occorre confutare con delle ragioni non mettere il silenziatore
    Viceversa nessuno ha messo il silenziatore ai falsi profeti...

    *****************

    + è proprio questa la giustizia portata ora da Benedetto XVI che non digerì mai quella scomunica....
    ^__^

    essa è appena cominciata....
    Preghiamo, come dice la stesa FSSPX, affidando il tutto alla Madonna del Rosario...

    RispondiElimina
  33. La secolarizzazione ha modificato tanti precetti che sembravano immodificabili per essere dei buoni Cristiani. In questi giorni ho avuto il desiderio di ricevere la Santa Eucarestia in ginocchio, come da bambina. Che fine hanno fatto le balaustre nelle quali era d'obbligo inginocchiarsi per ricevere con raccoglimento del corpo e dell'anima, il Cibo della Grazia, il Corpo del Signore? Tutte le donne avevano la testa coperta con dei fazzoletti, mentre gli uomini si levavano il cappello. Oggi il sacramento dell'Eucarestia è stato svilito a tal punto che si và all'altare chiacchierando, passeggiando, con le mani in tasca, con la gomma da masticare in bocca, senza rispettare più il digiuno ecc...ecco perchè tanti sacerdoti appoggiano e sostengono il c.n.c.
    Si celebra la festa del Corpus Domini, ma lo si fà più per folklore che per devozione. Cosa possiamo fare se non riprenderci ciò che è stato tolto? Dio è dentro di noi e fuori di noi, alla nostra sinistra e alla nostra destra, in alto e in basso, si...
    ma nel tabernacolo si fà pane per nutrirci in ogni tempo, ed è lì che va lodato, adorato, e ringraziato ogni momento, con tutto l'amore, con tutto l'ardore, con tutto il rispetto massimo possibile,tanto da superare qualunque forma di rispetto umano.
    Io credo che tornerò a ricevere il corpo del Mio Signore in ginocchio, anche a costo di suscitare commenti e ilarità.
    Questo voglio riproporre a tutti i fedeli che lottano per far vivere la verità della Chiesa di Dio, Gesù Cristo!

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