mercoledì 15 settembre 2010

15 settembre 2010. diciassettesimo compleanno al cielo di don Pino Puglisi, un sacerdote e martire, non "un presbitero in Cammino"!

Quanti anni luce di distanza tra la figura di un sacerdote – martire come Don Pino Puglisi, ucciso proprio diciassette anni fa davanti alla sua chiesa al Brancaccio di Palermo, e le figure di tanti sacerdoti fagocitati dal “Cammino” e ridotti alla schiavitù spirituale di seguire, quasi senza fiatare, un cammino ultraventennale di “ conversione” , “alle dipendenze esclusive” di catechisti-giudici laici. Nell’anniversario della sua nascita al cielo vogliamo ricordare almeno oggi Don Pino con questo semplice thread e con una preghiera spontanea per lui e per le vocazioni sacerdotali, a cui invitiamo tutti, nel giorno, che la Chiesa, non a caso, dedica alla festa di Maria SS. ma Addolorata.

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Nato nella borgata palermitana di Brancaccio il 15 settembre 1937, figlio di un calzolaio e di una sarta, viene ucciso dalla mafia nella stessa borgata il 15 settembre 1993, giorno del suo 56° compleanno.
Entra nel seminario diocesano di Palermo nel 1953 e viene ordinato sacerdote il 2 luglio 1960. Nel 1961 viene nominato vicario cooperatore presso la parrocchia del SS.mo Salvatore nella borgata di Settecannoli, limitrofa a Brancaccio, e rettore della chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi.
Nel 1967 è nominato cappellano presso l’Istituto per orfani di lavoratori «Roosevelt» e vicario presso la parrocchia Maria SS.ma Assunta Valdesi. Sin da questi primi anni segue con attenzione i giovani e si interessa delle problematiche sociali dei quartieri più emarginati della città.
Il primo ottobre 1970 viene nominato parroco di Godrano, un piccolo paese in provincia di Palermo - segnato da una sanguinosa faida - dove rimane fino al 31 luglio 1978 riuscendo a riconciliare le famiglie con la forza del perdono.
In questi anni segue anche le battaglie socia­li di un’altra zona della periferia orientale della città, lo «Scaricatore». Il 9 agosto 1978 è nominato pro-rettore del Seminano minore di Palermo e il 24 novembre dell’anno seguente direttore del Centro Diocesano Vocazioni. Nel 1983 diventa responsabile del Centro Regionale Vocazioni e membro del Consiglio nazionale. Agli studenti e ai giovani del Centro Diocesano Vocazioni ha dedicato con passione lunghi anni realizzando, attraverso una serie di “campi scuola”, un percorso formativo esemplare dal punto di vista pedagogico e cristiano. Don Giuseppe Puglisi è stato docente di matematica e poi di religione presso varie scuole.
Ha insegnato al liceo classico Vittorio Emanuele II a Palermo dal 78 al 93. Dal 23 aprile 1989 sino alla morte svolse il suo ministero sacerdotale presso la Casa Madonna dell’accoglienza dell’Opera Pia Card. E. Ruffini in favore di giovani donne e ragazze in difficoltà. Nel 1992 assume l’incarico di direttore spirituale nel Seminario Arcivescovile di Palermo. A Palermo e in Sicilia è stato tra gli animatori di numerosi movimenti tra cui Presenza del Vangelo, Azione Cattolica, Fuci, Equipe Notre Dame.
Il 29 settembre 1990 è nominato parroco della Parrocchia S. Gaetano di Brancaccio. L’annunzio di Gesù Cristo desiderava incarnarlo nel territorio, assumendone quindi tutti i problemi per farli propri della comunità cristiana. La sua attenzione si rivolse al recupero degli adolescenti già reclutati dalla criminalità mafiosa, riaffermando nel quartiere una cultura della legalità illuminata dalla fede. Questa sua attività pastorale come è stato ricostruito dalle inchieste giudiziarie ha costituito un movente dell’omicidio, i cui esecutori e mandanti sono stati arrestati e condannati. Nel ricordo del suo impegno, scuole, centri sociali, strutture sportive, strade e piazze a lui sono state intitolate a Palermo e in tutta la Sicilia.A partire dal 1994 il 15 settembre, anniversario della sua morte, segna l’apertura dell’anno pastorale della diocesi di Palermo. Il 15 settembre 1999 il Cardinale Salvatore De Giorgi ha insediato il Tribunale ecclesiastico diocesano per il riconoscimento del martirio di don Giuseppe Puglisi, presbitero della Chiesa Palermitana.
La sua vita e la sua morte sono state testimonianze della sua fedeltà all’unico Signore e hanno disvelato la malvagità e l’assoluta incompatibilità della mafia con il messaggio evangelico.
PENSIERI DI DON PINO PUGLISI

«Nessun uomo è lontano dal Signore. Il Signore ama la libertà, non impone il suo amore.
Non forza il cuore di nessuno di noi. Ogni cuore ha i suoi tempi, che neppure noi riusciamo a comprendere. Lui bussa e sta alla porta. Quando il cuore è pronto si aprirà».
Il senso della vita
«Ognuno di noi sente dentro di se un'inclinazione, un carisma.
Un progetto che rende ogni uomo unico e irripetibile. Questa chiamata, questa vocazione, è il segno dello Spirito Santo in noi. Solo ascoltare questa voce può dare senso alla nostra vita».
Ho fatto del mio meglio
«Bisogna cercare di seguire la nostra vocazione, il nostro progetto d'amore.
Ma non possiamo mai considerarci seduti al capolinea, già arrivati.
Si riparte ogni volta.Dobbiamo avere, coscienza di avere accolto l'invito del Signore, camminare, poi presentare quanto è stato costruito per poter dire: sì, ho fatto del mio meglio».
Come le tessere del mosaico
«Pensiamo a quel ritratto di Gesù raffigurato nel Duomo di Monreale.
Ciascuno di noi come le tessere di questo grande mosaico.
Quindi tutti quanti dobbiamo capire qual'è il nostro posto e aiutare gli altri a capire qual'è il proprio, perchè si formi l'unico volto di Cristo».
Dio ci dà la forza
«L'amore per Dio purifica e libera.
Ciò non significa che veniamo spersonalizzati ma, anzi, la nostra personalità viene esaltata e potenziata, cioè viene data una nuova potenzialità alle nostre facoltà naturali, alla nostra intelligenza. Viene data una luce nuova alla nostra volontà».
Le porole e i fatti
«E' importante parlare di mafia, soprattutto nelle scuole, per combattere contro la mentalità mafiosa, che è poi qualunque ideologia disposta a svendere la dignità dell'uomo per i soldi.
Non ci si fermi però ai cortei, alle denunce, alle proteste.
Tutte queste iniziative hanno valore, ma, se ci si ferma a questo livello, sono soltanto parole. E le parole devono essere confermate dai fatti».
Se ognuno fa qualcosa
«Le nostre iniziative e quelle dei volontari devono essere un segno
Non è qualcosa che può trasformare Brancaccio. Questa è un'illusione che non possiamo permetterci.
E' soltanto un segno per fornirci altri modelli, soprattutto ai giovani. lo facciamo per poter dire: dato che non c'è niente, noi vogliamo rimboccarci le maniche e costruire qualche cosa.
E se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto...»
La testimonianza che diventa martirio
«Il discepolo di Cristo è un testimone. La testimonianza cristiana va incontro a difficoltà, può diventare martirio.
Il passo è breve, anzi è proprio il martirio che dà valore alla testimonianza.
Ricordate S. Paolo: "Desidero ardentemente persino morire per essere con Cristo". Ecco, questo desiderio diventa desiderio di comunione che trascende persino la vita»

10 commenti:

  1. In calce al penultiomo thread Giovanni comunicava che oggi prende avvio in una rinomata cittadella neocatecumenale l'annuale convivenza degli " alzati" per il seminario. Indubbiamente si tratterà del solito lavaggio cerebrale per indurre il maggior numero possibile degli " alzati" a entrare nei seminari R.M., da cui escono sacerdoti tineranti di diretta obbedienza a Kiko, prima ancora che al vescovo della diocesi in cui vengono incardinati al solo scopo di farli usufruire del mensile per il loro sostentamento.

    Nella giornata in cui la Chiesa celebra la Madre Addolorata di Colui che salì sulla Croce per dar vita col suo sangue al sacerdozio ministeriale, nella stessa giornata in cui la Chiesa ricorda il martirio di Don Pino Puglisi, emblema del sacerdozio vivo, che si dona interamente agli altri e non si isterilisce in presunti "cammini" di conversione, che per i sacerdoti sono l'antitesi e la negazione del loro stesso sacerdozio, preghiamo profondamente per le vocazioni sacerdotali e che tra i sacerdoti che Cristo ( non Kiko e nessun altro)dona alla sua Chiesa vi sia sempre più il germe della pastoralità ministeriale, ormai tanto usurpata da laici impreparati, prepotenti e spesso interessati.

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  2. Il martirio è un privilegio che sta dentro la vocazione di ogni cristiano, soprattutto quella dei preti. Intendo non necessariamente quello di chi viene eliminato a colpi di lupara, ovviamente. Ma il martirio della testimonianza senza confini, senza omertà di sorta, senza compromessi col mondo, la testimonianza della fede. Che non può essere un comodo arroccarsi nei programmi pastorali fotocopiati, con le date di Comunioni e Cresime e feste patronali e tutto il resto delegato alla intraprendenza dei laici. Bisogna che si accorgano i sacerdoti che siamo terra di missione, siamo brancaccio non solo al Brancaccio, noi cristiani d’Occidente, gente civilizzata ed evangelizzata, ma terra arida ed arsa dove non scorre latte e miele. Abbiamo bisogno della loro fede limpida e coraggiosa, abbiamo bisogno di tanti don Pino. Non si stupisca questa Chiesa latitante se poi viene chiamata a giudizio da chi ne ha perso le tracce.

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  3. Non si stupisca questa Chiesa latitante se poi viene chiamata a giudizio da chi ne ha perso le tracce.

    ...latitante e superficiale in certi avalli che dà a chi non dovrebbe mai darli...


    Che Dio ti benedica, Jonathan, quoto fino alle virgole.

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  4. La Novo Millennio Ineunte evidenzia anche un " altro grande ambito in cui occorrerà esprimere un deciso impegno programmatico, a livello di Chiesa universale e di Chiese particolari: quello della comunione (koinonìa) che incarna e manifesta l'essenza stessa del mistero della Chiesa " (n. 42) e invita a promuovere una spiritualità di comunione. " Fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione: ecco la grande sfida che ci sta davanti nel millennio che inizia, se vogliamo essere fedeli al disegno di Dio e rispondere anche alle attese profonde del mondo " (n. 43). Inoltre specifica: " Prima di programmare iniziative concrete occorre promuovere una spiritualità della comunione, facendola emergere come principio educativo in tutti i luoghi dove si plasma l'uomo e il cristiano, dove si educano i ministri dell'altare, i consacrati, gli operatori pastorali, dove si costruiscono le famiglie e le comunità " (n. 43).

    Una vera pastorale della santità nelle nostre comunità parrocchiali implica un'autentica pedagogia della preghiera, una rinnovata, persuasiva ed efficace catechesi sull'importanza della Santissima Eucaristia domenicale ed anche quotidiana, dell'adorazione comunitaria e personale del SS.mo Sacramento, sulla pratica frequente ed individuale del sacramento della Riconciliazione, sulla direzione spirituale, sulla devozione mariana, sull'imitazione dei Santi; un nuovo slancio apostolico vissuto quale impegno quotidiano delle comunità e dei singoli, una adeguata pastorale della famiglia, un coerente impegno sociale e politico.

    Tale pastorale non è possibile se non è ispirata, sostenuta e ravvivata da sacerdoti dotati di questo stesso spirito.

    CONGREGAZIONE PER IL CLERO
    IL PRESBITERO,
    PASTORE E GUIDA
    DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE
    Istruzione
    2002

    *************************

    Grazie don Puglisi per aver INCARNATO il Magistero della Chiesa....pagando con la vita...

    Maria, Madre Addolorata, prega per noi e risana le nostre Comunità Parrocchiali, liberale DA OGNI SCHIAVITU'...

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  5. La croce è un dono troppo prezioso

    [Dagli scritti di Santa Gemma Galgani]

    - ...Mi ha detto poi Gesù: «Sai, figlia mia, in che maniera io mi diverto a mandare le croci alle anime a me care? Io desidero possedere l'anima loro, ma intera, e per questo la circondo di croci, e la chiudo nelle tribolazioni, perché non mi scappi di mano; e per questo io spargo le sue cose di spine, perché non si affezioni a nessuno, ma provi ogni suo contento in me solo.
    È l'unica via per vincere il demonio e giungere a salvezza: Figlia mia, quanti mi avrebbero abbandonato, se non li avessi crocifissi! La croce è un dono troppo prezioso, e da esso si apprendono molte virtù!»

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  6. Erano attrici, pubblicitarie, avvocatesse, imprenditrici, semplici impiegate ed oggi...sono 130 Suore di Clausura nel carisma di santa Chiara.....con una età media fra i 30 e i 40 anni....Dio, a quanto pare, vede e provvede ^__^

    Commentando il fenomeno, l'attuale Arcivescovo di Madrid e Primate di Spagna, il Card. Antonio Maria Rouco Varela, ha affermato che "scommettere su ciò che è veramente essenziale dell'esperienza cristiana porta inevitabilmente a dei risultati".

    *****************

    a che ci servono 20 anni di tappe agli ordini di un Kiko?
    perchè non essere LIBERI di prendere una Corona del Rosario a 6 anni e pregare invece di aspettare che sia un catechista a dirti quando incominciare?
    questa è schiavitù...

    SVEGLIATI CRISTIANO, IL BATTESIMO TI HA RESO LIBERO...
    Vai in Chiesa quando VUOI, ogni volta che VUOI, non aspettare che che siano altri a programmarti loe giornate, le serate, i sabati sera....
    ONORA LA DOMENICA...non il sabato sera...
    ESCI per le strade da solo o con gli amici anche NON cristiani...
    APRITI ALLE SFIDE DEL VANGELO seguendo semplicemente le Promesse del Battesimo NON RENDERTI SCHIAVO DELLE TAPPE IMPOSTE DA ALTRI...

    Se senti una voce dentro di te, confidati ad un Sacerdote, parlane quando vuoi, non aspettare che sia un catechista a darti degli ordini, egli deve solo limitarsi ADARE CONSIGLI NON ORDINI...

    Queste Donne hanno lasciato TUTTO non perchè gli è stato comandato o perchè avevano terminato delle tappe...lavoravano, ed hanno seguito semplicemente E LIBERAMENTE LOA CHIAMATA...

    la fede Cristiana E' LIBERTA'...
    libertà di parlare, di esprimersi, libertà DI CREARE, libertà di avere iniziative...libertà di essere sé stessi...

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  7. Ma dai siate seri pubblicate i miei interventi!

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  8. Egregio NC, proprio perchè si è seri non si pubblicano gli interventi tuoi o simili ai tuoi. Sareste riusciti a "inquinare" persino questo thread di memoria, sacra memoria di un santo sacerdote, se avessimo fatto passare i numerosissimi interventi di disturbo che avete avuto il coraggio di postare anche oggi.
    Che Maria, Vergine Addolorata e don Pino Puglisi intercedano per noi e per voi.

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  9. E' bello dedicare questa giornata alla Santa Madre Maria Addolorata e a uno dei suoi figli, un sacerdote, quel Don Pino Puglisi, che come Gesù Cristo ha salito il suo calvario al Brancaccio di Palermo.
    Questa dimensione del sacerdote che avete voluto sottolineare qui non è purtroppo la dimensione del sacerdote che "segue" il Cammino.
    Quanti sacerdoti umiliati e stanchi ho visto nel Cammino. Che il Signore li protegga e li aiuti a capire il senso del loro sacerdozio, a non mortificare il loro sacerdozio iniziando un cammino che non ha nulla da aggiungere al loro sacerozio.

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