venerdì 9 novembre 2018

Kiko, il disco rotto - Volume I°

Celebrazione neocat nel Cenacolo
(con tutti gli ammennicoli kikiani):
incensano un dipinto kikiano
E' proprio di tutte le dittature l'isterilimento della cultura, l'azzeramento della fantasia e della creatività, la ripetitività. Di qualsiasi colore esse siano, odiano il pensiero individuale perché difficile da orientare: i loro capi desiderano il controllo, l'asservimento e lo attuano anche e soprattutto mediante l'omologazione e il senso di appartenenza.
Non è un caso che sia il nazismo che il comunismo sovietico e cinese avessero militarizzato anche la società civile, imponendo l'uguaglianza in ogni aspetto della vita, dal comportamento, alla gestualità, al linguaggio, fino al vestiario e all'aspetto fisico. Il ragionamento critico veniva, ovviamente, represso con la violenza, nel sangue.

Uno dei sistemi più efficaci di soppressione del libero pensiero è sicuramente la ripetizione degli stessi concetti in diversi contesti ma impiegando formule verbali apparentemente diverse fra loro. La comunicazione avviene soprattutto oralmente e in modo verticale, senza possibilità di contraddittorio, in grandi adunate, mediante lunghe "conferenze" nelle quali si perde facilmente il filo. Le frasi sono spesso secche e apodittiche, proferite come assiomi, verità assolute e incontestabili, i discorsi tendono a essere circolari e a tornare sempre sugli stessi tre o quattro punti in mezzo a panegirici che hanno l'unico scopo di distrarre l'attenzione e abbassare le difese mentali.

E' molto difficile rendersene conto ascoltando semplicemente, mentre riascoltando un video o meglio ancora leggendo uno scritto "sbobinato" l'intento dell'oratore emerge in modo lampante.

Nel Cammino questo schema funziona così bene che l'iniziatore Kiko e i suoi sodali sono riusciti a mantenere saldamente il controllo su quasi un milione di adepti, emarginando e umiliando con facilità ogni pensiero contrario. Chiaramente la ripetizione continua non nasce solo dalla povertà di idee, ma dal proposito di fare agli altri un vero e proprio, intenzionale, lavaggio del cervello. Quando qualcuno continua a ripetere sempre lo stesso discorso, o sequenza di frasi, pari pari, nel corso di un dialogo, sta dicendo: non ti ascolto, ciò che dici o fai non ha nessun rilievo per me, questo è ciò che io voglio e ciò a cui tu, volente o nolente, dovrai adeguarti. Infatti, la stessa povertà di idee e di linguaggio, la stessa ripetitività la troviamo nei fratelli del Cammino che intervengono su questo blog anche a distanza di anni. Non si sono evoluti, non sono cresciuti.

I capicosca di Kiko, inoltre, sono riusciti a instillare nei seguaci la convinzione che ogni incontro importante in cui l'iniziatore parla rappresenti una grande novità, una "grazia" (così la chiamano loro) che cambierà la loro vita. Tale convinzione è così radicata che ogni volta che i neocatecumenali escono dai loro raduni si sentono enormemente galvanizzati, riconfermati nelle proprie scelte, e corrono qui come furie sicuri di poterci scagliare addosso l'arma "fine-di-mondo" con cui chiuderci per sempre la bocca, finendo puntualmente per scontrarsi con il muro dei fatti oggettivi - ai quali non sono abituati - e del contraddittorio, inesistente in Cammino, il che causa numerosi travasi di bile, ulcere e distruzione di tastiere.

Voglio soffermarmi in questo articolo su alcuni dei discorsi di Kiko, che, a un primo sguardo sembra ripetere gli stessi mantra come un anziano affetto da Alzheimer; come un terrificante grammofono sfasciato, di quelli che si vedono nei film dell'orrore, che manda all'infinito la stessa musica stonata.
Quella musica che Kiko, ben lungi dall'essere rimbecillito in verità, propina ai suoi seguaci ininterrottamente da 50 anni, pretendendo che ogni sua parola, gesto, starnuto, sia ripetuto tal quale alle tre generazioni di neocatecumenali: il meccanismo è talmente ben oliato che vige da sempre la regola per cui "se non hai ascoltato non puoi riportare", come se si trattasse di spettacolari novità mai sentite prima.

Mettiamo a confronto, in questa serie di articoli, i mamotreti di inizio corso di tre anni: 2016, 2017 e 2018, per evidenziare come Kiko, privo di qualsiasi autentica ispirazione divina - ormai solo millantata - riempia le giornate della convivenza con una minestra identica tutti gli anni, uguale persino nella successione degli orari distribuiti in tre giorni di vuoto.
Ne facciamo un primo capitolo.

 - Kiko è stanco ma va avanti.
Voi al contrario siete invecchiati o morti - 
Inizio corso 2016 Venerdì ore 10-13.00:
Non sappiamo come continuare, stiamo cercando una sorella che ci accompagni. Non sappiamo, ma Mario non ce la fa più e io desidero di finire quanto prima. Bene, speriamo che Dio ci aiuti. Io sono distrutto, stanchissimo (...) Tutti dobbiamo morire, grazie a Dio! Siamo qui in una baraonda, in un macello in cui Dio agisce nonostante noi, con miracoli, con segni. (...) Molti siete già vecchi e a tutti ci attendono gli acciacchi, le cose della vecchiaia, le malattie…, Per amore ai giovani della GMG di Cracovia ho fatto questo canto, anche se ero distrutto.
Inizio corso 2017 Venerdì ore 10-13.00:
Molto bene, spero che il Signore mi dia forza e salute per morire presto. Devo andare in India e non ho forze. Devo andare in Cina e non ho forze. Qualche anno fa ho fatto un viaggio e sono finito all'ospedale a Tokio ed ho dovuto interrompere il nostro viaggio. (...) Non so come finiremo questa volta. (...) moriremo uno dietro l’altro, anche Erasmo è partito. Siamo tutti vecchiotti e moriremo uno dietro l’altro. (...) Io vorrei dimettermi perché non ho più salute, né intelligenza per continuare. Io mi trovo come davanti ad una collina ma sono sfinito e devo scalarla con i gomiti, sperando alla fine di arrivare in cima.
Inizio corso 2018 Venerdì ore 10-13.00:
Vediamo cosa vuole il Signore in questa convivenza. Sono stanco, ma il primo pensiero che mi è venuto stamattina è che devo dare il mio sangue, fino all'ultima goccia, per queste convivenze. Per me fisicamente sono pesanti, ma devo fare la volontà di Dio (...) Bene, cominciamo con le presentazioni con calma, così ci vediamo, ci dite quanti sono morti, vediamo come siete invecchiati... È l’unico momento che ci vediamo perché, ormai, per noi è impossibile visitare le comunità (...)
Interessante vero? Sono tre anni che Kiko, desiderando essere adorato e idolatrato, lamenta la sua stanchezza, gli sforzi che fa - bontà sua! - per amore dei suoi seguaci. Lui non vorrebbe, poverino! (viaggiare tutto spesato, mangiare riccamente in alberghi, non muovere un dito per lavarsi un panno o per guadagnarsi il pane, non dover pagare mutui e bollette ...) ma è costretto, da "dio", deve fare la "sua volontà". Gli altri invece sono tutti destinati a vecchiaia e morte: in effetti diversi sono quelli che in questi tre anni sono passati, pace all'anima loro, mentre lui invece è ancora là, al pulpito, ben ritto a pronunciare sempre le stesse castronerie.


- L'umanità è schiava del peccato,
l'uomo è obbligato a peccare - 

Inizio corso 2016 Venerdì "Kerygma":
(...) Noi, che un tempo eravamo gentili, prigionieri del principe dell’aria, del demonio, seguendo gli appetiti della carne, le voglie della concupiscenza, schiavi, tutti, seguendo i cattivi pensieri. Noi, che eravamo oggetto dell’ira divina, perché ogni peccato porta l’ira di Dio contro di lui, ogni peccato sarà giudicato e annientato, noi eravamo tutti oggetto dell’ira divina, ma Dio ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatto rivivere in Cristo. Eravamo morti, sapete che tutti gli uomini sono morti: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti” perché la vita divina, la vita eterna è morta nell'uomo per il peccato che uccide la vita eterna e tutti gli uomini sono condannati alla morte e all'inferno. 
Inizio corso 2017 Venerdì "Kerygma":
... il diavolo che tiene tutti gli uomini schiavi per la paura che hanno della morte, durante tutta la loro vita. Ossia tutti gli uomini (...) sono schiavi del demonio (...) gli uomini sono schiavi del demonio durante tutta la vita per la paura che hanno di soffrire. Scappando dalla sofferenza si drogano, sono alcolizzati, abortiscono, hanno un’amante, si fanno omosessuali, rubano, mentono, la corruzione è generalizzata dappertutto (...) È così: rubano, mentono, abortiscono, uccidono, sempre scappando dalla sofferenza per la paura della morte (...) sono diventati schiavi del demonio. (...) Nel mondo è così, tutti o quasi hanno un’amante; non così tra di noi, non siamo obbligati, non siamo schiavi del demonio in questo senso. (...) La Scrittura dice che l’uomo è schiavo, non che l’uomo è cattivo, non dà un giudizio sulla volontà, che l’uomo è cattivo, adultero, fornicatore, ladro; no, non fa così. Dice che l’uomo è schiavo delle concupiscenze della carne a causa del peccato che abita in lui, che abbiamo ereditato tutti dal nostro padre Adamo, quello che si chiama il peccato delle origini, peccato originale che abita nell'uomo e fa sì che l’uomo in tutto cerchi sé stesso, di passarsela bene, di essere felice in tutto. 
Inizio corso 2018 Venerdì "Kerygma":
(...) parla della vita dei pagani, che fanno il male che non vorrebbero fare, perché sono schiavi dei desideri della carne, del corpo. Abbiamo ricevuto un corpo che è ferito – come dice il Catechismo della Chiesa Cattolica –, è ferito dal peccato originale, per questo nelle decisioni che gli uomini prendono sempre c’è questa ferita dell’egoismo, della realtà che l’uomo non è perfettamente libero per il bene, perché è ferito dal peccato originale, e il suo frutto si vede in tutto quello che ci attornia. Guardate cosa dice S. Paolo:  Cristo è morto perché l’uomo non viva più per se stesso. Tutti vivono per se stessi, tutti: all'università tutti i giovani stanno studiando diritto, hanno una fidanzata, stanno cercando lavoro, tutti vivono per se stessi, in tutto cercano la propria felicità, se stessi. Questa è la cosa normale, vivere per se stessi; ma questa è la ferita del peccato originale che invade il mondo.
Qui troviamo un'interessantissima evoluzione, mai sentita prima, riguardo alla dottrina del peccato originale: come da inossidabile copione Kiko enuncia il suo "kerygma" luterano nel 2016 e 2017, ossia che l'uomo è schiavo totalmente del peccato originale che in pratica non è stato annullato dal Battesimo ma continua ad abitare nell'uomo rendendolo obbligato a fare il male. Quelli che invece sono stati liberati sono evidentemente i neocatecumenali che hanno ascoltato la predicazione kikiana, perché la fede "viene dall'ascolto" e se credi (a lui, sottinteso) sei immediatamente uno con lo "spirito" e sei salvato e liberato dalla concupiscenza. Nel 2018, al contrario, Kiko corregge questa versione eretica e parla di "ferita" del peccato originale nell'uomo e nel creato, benché compia uno scivolone pauroso inventandosi una "libertà imperfetta" inesistente nella dottrina.
Forse qualcuno lassù nell'empireo dei dodici cefali legge questo blog? Forse i continui strilli quotidiani contro l'eretico Kiko hanno sortito l'effetto di fargli dire (o scrivere) un timido afflato cattolico?
(SPOILER: in verità è solo una pezza a colori, poche pagine dopo si rimangia tutto...)
Pensate siano novità di questi ultimi anni? Ma niente affatto, ovviamente. La sterile predicazione kikiana, dato che non viene da Dio, può solo perpetuarsi sempre identica a se stessa, senza mai uno straccio di crescita o di evoluzione. Basta leggere le diaboliche e pesantissime "Anotaciones" per rendersene conto:

Kiko è sempre stato stanchissimo 
148. Tutti se ne vanno contenti, ed io... muoio. Vado restando senza niente.
153. (...) Quante battaglie, che macello, come possiamo continuare? Le famiglie, gli itineranti, il Cammino, i vescovi, i seminari... Guai a me! Chi mi aiuterà?
154. Sto soffrendo tanto. La mia realtà, la mia totale debolezza, mi sconvolge. Sono come un pianeta morto.
226. Sto dipingendo la Chiesa di San Bartolo in Tuto a Firenze. Ogni quadro è un parto, una sofferenza.
(1990-1993)
Kiko ha sempre predicato la schiavitù del peccato, e l'assenza del libero arbitrio
66. Il peccato abita nell'uomo e incita le sue membra a porsi al servizio di se stesso del suo proprio piacere della sua comodità del suo capriccio, di essere lui in tutto l'unico. (...) Il peccato lo rende schiavo, lo tirannizza dal di dentro (...) L'uomo non può togliersi da solo i propri peccati(...)
67. L'uomo nella cui carne abita il peccato non obbedisce a Dio, né lo può fare (...)
68. Le nostre membra sono state rubate dal demonio (...)
100. Il peccato abitando in noi ci obbliga ad offrire a noi stessi il mondo, le cose, gli altri (...) L'anima [del peccatore] è morta. Il suo essere persona è morto (...) Sono morti e non lo sanno.
(1988-1989)

- Fine Prima Parte -

57 commenti:

  1. La svalvolata Asia Argento sarebbe un'ottima testimonial del cammino neocatecumenale

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    1. Magari qualcuno si starà già chiedendo quanto potrebbe versare di "Decima" ogni mese...

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  2. siccome kiko è afflitto da tutti questi mali che descrive così bene, pensa che lo sia per tutti. E' un depresso grave va curato.E' solo un suo problema.Lui parla del demonio come se Gesù manco esistesse, manco fosse venuto a cambiare le cose. Qualcuno dovrebbe dirglielo.

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  3. Un madornale errore di Kiko che automagicamente diventa pilastro della mentalità neocatecumenale: spacciare il peccato come se fosse qualcosa di materiale, una specie di virus, o addirittura una presenza diabolica.

    "Il peccato abita nell'uomo", dice Kiko: dunque gli adoratori di Kiko cosa capiscono? Che il peccato è un virus oppure un'infestazione diabolica. Kiko confonde il peccato con un virus.

    "Il peccato incita le membra dell'uomo ecc.", dice Kiko: dunque gli adoratori di Kiko cosa capiscono? che il peccato ha una sua volontà e una sua intelligenza. Kiko confonde il peccato con il demonio.

    Che poi alla fine aggiunga che "il peccato rende schiavo l'uomo", e addirittura "l'uomo non può togliersi da solo i propri peccati", non rende cattolico tutto il discorso: non cambia nulla degli errori madornali che ha appena vomitato fuori.

    Il cristiano sa di essere peccatore, sa che la propria natura è ferita dal peccato, e sa che i sacramenti la rigenerano a vita nuova (pertanto sa anche che deve usare la propria volontà e la propria intelligenza per schivare le tentazioni e sforzarsi di evitare le occasioni di peccato, altrimenti diminuirebbe l'effetto di quei sacramenti). In ogni momento della propria vita, anche dall'abisso più profondo dei propri peccati, sa che ravvedendosi può cambiar vita, può tornare ad una vita di grazia e - come ci insegna la parabola del figliuol prodigo - la grazia sarà molto più grande di ciò che lui stesso potrebbe aspettarsi.

    Invece l'adepto kikiano-carmeniano "stacca" il peccato dalla volontà e lo considera un virus (o addirittura un'infestazione diabolica): «eh, quando il Signore mi toglie la mano dalla testa, ne combino di ogni genere!», cioè io non c'entro niente, è il virus che si scatena, anzi, è il demonio che "mi fa agire così", io non c'entro nulla, fanno tutto loro, virus e demonio, dopotutto "il peccato abita nell'uomo", non è mica colpa mia! Certo, poi magari "chiedo perdono", recito la parte del pentito e del graziato, ripeto cento volte che il Signore mi ha salvato, e la cosa finisce lì, nevvero?

    Ai bei tempi, prima del Concilio Vaticano II, si insegnava la differenza tra il peccato mortale (che provoca la "morte" dell'anima, cioè gli merita l'inferno) e il peccato veniale (che merita il purgatorio ma non toglie la salvezza), e cioè, per essere peccato mortale dovevano sussistere tutte e tre queste condizioni:
    - materia grave (ciò che riguarda i dieci comandamenti, ecc.)
    - piena avvertenza (cioè il sapere cosa si sta facendo)
    - deliberato consenso (cioè l'acconsentire a peccare, o proprio la volontà di peccare).

    Quando Don Kikolone fa tutte quelle bislacche elucubrazioni sul peccato, mischia insieme veniali e mortali, trascura la volontà e l'intelletto del peccatore (sulle quali si fondano quel "consenso" e quella "avvertenza"), e per di più implica che sia sempre "materia grave": wòòòò! l'uomo è abitato dal peccato! wòòòò! il peccato incita le sue membra!

    Questi madornali errori teologici di Kiko (e di Carmen, perché anche lei proclamava le stesse eresie), sono la base di tutta una mentalità neocatecumenale che porta a situazioni grottesche, come il proteggere pedofili (poiché non puoi "giudicare"), come l'imporre alla vittima di chiedere perdono al suo stupratore (poiché lo avrebbe "indotto in tentazione"), come il pestare a sangue la propria figlia perché ha mangiato una banana senza usare forchetta e coltello (nel Cammino "tutto" è peccato, e "nulla" è peccato: dopotutto "il peccato abita nell'uomo", lo dicono Kiko e Carmen, quindi dev'essere per forza vero, più vero di qualsiasi altra cosa abbia detto la Chiesa in venti secoli). Sono eresie, non è la fede cattolica.

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    1. Per parlare del peccato bisognerebbe perciò usare una terminologia tomista - il peccato «non è», non ha una sua "esistenza", non ha una sua "consistenza", non è un virus materiale, non è un'infestazione del demonio, cioè non è un essere soprannaturale. Una "mancanza di bene" non ha una consistenza (è una "mancanza": la mancanza di acqua nella bottiglia d'acqua non è qualcosa di tangibile, non è qualcosa che puoi dire "metto nella bottiglia d'acqua una mancanza di acqua": hai tolto l'acqua dalla bottiglia, tutto qui, il fatto che ora lì ci sia aria non crea la consistenza tangibile di una "mancanza d'acqua" - semplicemente lì non c'è più acqua come c'era prima).

      Quando Kiko s'inerpica in certi discorsoni "wòòò! il peccato incita le membra dell'uomo!", sembra parlare di sé stesso, dichiarandosi posseduto e soprattutto arreso: anziché fare appello al proprio intelletto e alla propria volontà, vomita quei ridicoli proclami in una sorta di auto-assoluzione, come la favola della rana e dello scorpione: "è la mia natura [di peccatore], il peccato abita in me, quando il Signore mi toglie la mano dalla testa ne combino di ogni!" E chissà quante ne ha combinate in vita sua, autoassolvendosi attraverso discorsetti tipo: "ma tanto sono peccatore, il Signore perdona sempre, l'uomo non può non peccare, mi proclamerò peccatore alla prossima convivenza e sto a posto...": un indurimento nel peccato accuratamente nascosto dietro la facciata da santone perseguitato e incompreso, infaticabile professionista del sufrimiento.

      Comunque, in ultima analisi: Kiko che dà ad intendere di essere posseduto (e, peggio, arreso al peccato che ha smesso da tanto tempo di respingere, limitandosi a sembrare "virtuoso", "profetico", "convertito"... razza di ipocrita!), dovrebbe mettere in grave allarme tutti i credenti in Kiko, anche nell'ipotetico caso in cui non avesse mai pronunciato una singola eresia.

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    2. Promemoria tecnico: gli angeli sono intelligenze compiute. Gli angeli che si ribellarono a Dio, perciò, sapevano benissimo ciò a cui andavano incontro (lo sapevano di fronte a tutta l'eternità, non con la possibilità di "cambiare idea"), capivano perfettamente (non erano limitati come gli uomini) e perciò si sono dannati definitivamente, senza possibilità di redenzione.

      Salvo casi eccezionali (di cui padre Amorth e padre Amantini, tra gli altri, ci hanno chiarito i contorni), tali angeli decaduti non possono interferire nella vita dell'uomo se non attraverso le tentazioni. Possono suggerire all'anima delle "immagini" che a breve termine o a lungo termine inducano l'anima al peccato, cioè inducano l'anima a scegliere liberatamente un "bene minore" rispetto ad un "bene maggiore" (per esempio: la vendetta darà pure qualche soddisfazione, ma è una soddisfazione infinitamente minore del perdono). Vale anche sui grandi numeri: come ad esempio la gravissima responsabilità di certi attori, di certi cantanti, di certi opinion makers, per gran parte stupidamente incoscienti delle conseguenze di una loro singola parola detta al grande pubblico...

      Ricordiamoci che lo scopo del demonio - quello vero, non il portasfortuna del Cammino che ti fa trovar pioggia quando vai in convivenza - è quello di indurre le anime a dannarsi volontariamente, per cui spesso e volentieri non c'è bisogno di super-peccatoni giganti da film hollywoodiano, ma c'è bisogno di attitudini sbagliate quanto basta, di abitudini al peccato, di idee eccessive (cioè insane), cose che si possono coltivare a lungo termine (immaginate la grande vittoria del demonio nel convincere lentamente un'anima che "il peccato abita l'uomo", con la conseguenza a lungo termine del recitare la parte dei salvati autoassolvendo sé stessi, con la conseguenza del credere che i peccati più gravi siano il mancare alla convivenza o il non contribuire abbastanza all'ennesima colletta o il ridurre di un minutino la recita domenicale delle Lodi a Kiko...). Quando "prostitute e peccatori" (solo quelli ravveduti) vi passeranno davanti nel regno dei cieli, è perché loro almeno non avevano perso la capacità di pentirsi e di ravvedersi, non avevano sterilizzato la propria coscienza a suon di "il Signore mi ha salvato, il Cammino mi ha salvato, tu giudichi!".

      Ripeto: il peccato non è necessariamente qualcosa di proporzionale alla sua spettacolarità (tanto più che anche il coltivare pensieri cattivi è peccato, eppure nessuno li vede... e comunque l'auto-educarsi a certi pensieri, finisce presto per diventare "azione", perché prima dell'azione c'è sempre il pensiero). Spesso ci si convince erroneamente che il peccato sarebbe soltanto la parte più "spettacolarizzata": per esempio, un incidente d'auto provocato dalla guida in stato di ebbrezza, ha come sua radice l'essersi portati in stato di ebbrezza e di aver deciso di guidare, indipendentemente dalle reali conseguenze dell'incidente (anzi, anche in assenza di incidente).

      Come scriveva Flannery O'Connor, «è facile acquisire una conoscenza adeguata del diavolo: basta resistergli». Cioè basterà resistere alle tentazioni per capire il peccato, le tentazioni, e il diavolo. Ma nel Cammino non vi insegneranno questo - e se anche vi capitasse di sentirvelo dire, resterà sempre più obbligatorio il "pensiero" di Kiko e Carmen: "il peccato abita l'uomo"...

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    3. Quindi Paolo dice cavolate:
      Rm. 7,18-25
      "Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene: in me c'è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. Dunque io trovo in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. Infatti nel mio intimo acconsento alla legge di Dio, ma nelle mie membra vedo un'altra legge, che combatte contro la legge della mia ragione e mi rende schiavo della legge del peccato, che è nelle mie membra. Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Io dunque, con la mia ragione, servo la legge di Dio, con la mia carne invece la legge del peccato"

      Shemà

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    4. Non dire scemate. Stai confondendo l'espressione in itagnolo di Kiko con quella in italiano di san Paolo.

      San Paolo parla di una natura ferita e incline al peccato (ti sfido a dimostrare il contrario... ma sappi che ti toccherà anzitutto smentire venti secoli di esegesi cattolica), non parla di peccato che "abita" effettivamente nella carne e nell'uomo.

      L'Apostolo dice anche di più: pur riconoscendo la legge di Dio, riconosce anche la propria inclinazione al peccato (come per esempio un ubriacone che sa che è sbagliato bere ma "non riesce a smettere" perché il suo corpo, abituato all'alcool, chiede di continuare a bere).

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    5. Ma c'è scritto proprio che abita in me e che 'nella mia carne non abita il bene'. E ancora con la ragione servo la legge di Dio e con la mia carne la legge del peccato. Perdonami avevo chiesto anche io la stessa cosa. Io non vedo differenza nel concetto. La differenza semmai dovrebbe essere rispetto ai Protestanti, che per la Chiesa Cattolica la fede in Cristo instilla un germe di vita divina che pian piano lo purifica che rende l'uomo sempre più santo e più partecipe della natura divina. Nel protestantesimo invece l'uomo non può fare nulla, se non avere fede e basta. Non c'è alcuna santificazione per i Protestanti.
      Mi pare che partendo dallo stesso assunto che il peccato è insito nell'uomo si giunga comunque a risultati differenti.

      Marco

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    6. kiko è un campione nel dare NUOVI SIGNIFICATI alla Parola di Dio....

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    7. Marco evidentemente non sa che nel Cammino vige un letteralismo biblico pazzesco.

      Provi a indagare sui danni che nel Cammino ha fatto l'espressione «chi non odia suo padre e sua madre».

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    8. Marco,
      può essere utile questo.

      "...
      2. E così è chiaro anche quanto dice nel v. 17.
      Qui San Paolo non vuole negare o diminuire la colpevolezza dell’uomo, ma vuole fare conoscere la miseria in cui egli si trova sotto la schiavitù del peccato e la causa per cui fa ciò che disapprova e riconosce come male.
      Questa causa è la concupiscenza che proviene dal peccato originale e che è stata acuita dai peccati personali.

      3. Lutero afferma che col peccato originale l’uomo si è totalmente corrotto e la grazia non lo coinvolge direttamente entrando dentro di lui, sanandolo, purificandolo e santificandolo.
      L’uomo si salva SOLO perché ADERISCE a questa NOTIZIA: che Dio in Cristo ha espiato i suoi peccati.
      La grazia consisterebbe solo in questo.

      Ma lui personalmente rimarrebbe sempre marcio, sempre profondamente peccatore.

      Per questo nessuna cooperazione sua personale può salvarlo, ma solo la fede, ridotta ad adesione di una bella notizia."
      -----------
      (https://www.amicidomenicani.it/desidero-che-mi-spieghi-rm-7-14-25-e-quale-sia-il-concetto-dei-protestanti-sulla-grazia/)

      Il pto 3 è L'ANIMA del Cammino neocatecumenale.
      Pari pari quello che dice Kiko, la fede che viene dall'ASCOLTO di quanto lui (o i 'catechisti' suoi megafoni) urlano, nel momento in cui te lo urlano.
      La fede come adesione in tutto e per tutto al CN .. poi per il resto, fai come vuoi, uno può anche essere un molestatore di bambini .. tanto è colpa del demonio, mica sua.

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  4. Tanto so che tu mi leggi, anche se puntualmente non pubblichi le mie risposte: continui a parlare da solo a solo...

    "Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato."

    "il peccato «non è», non ha una sua "esistenza", non ha una sua "consistenza", non è un virus materiale, non è un'infestazione del demonio, cioè non è un essere soprannaturale."

    Secondo il tuo scritto il peccato non è, ma se non è non può entrare nel mondo. Poichè se entra nel mondo significa che se ne può fare esperienza, quindi esiste e se esiste hai scritto l'ennesima cazzata scopiazzata chissà da dove ed estrapolata ad arte come fai di tutto ciò che usi per giudicare il prossimo.

    Tu lo sai, anche se non hai il coraggio di pubblicare la mia risposta e ti dimostra sempre di più quanto sei ingannato.

    Chissà che l'anima che si danna volontariamente non sia proprio la tua, avvolta in tutte queste congetture e inganni con il dito costantemente puntato CONTRO qualcuno...
    ...chissà se tutto questo zelo fosse indirizzato verso il "bene" che potrebbe generare... MIRACOLI!

    Pace.

    Firmato: Libero

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    1. Per la cronaca, sul blog sono attivi diversi "moderatori" dei commenti (e non tutti "sincronizzati" negli orari): il sottoscritto non è l'unico, e non è detto che abbiano la stessa sensibilità, e comunque lo spazio commenti non è il muro da imbrattare a disposizione dei vandali di passaggio. Se ad un argomento è già stato risposto qui sul blog mille volte, possiamo forse ricopiare l'intero blog in ogni nuova pagina di commenti solo perché qualche cretino di passaggio non si è premurato di sfogliare almeno qualche altra pagina?

      Riguardo all'essere e al non essere, non si tratta di Amleto ma di Tommaso d'Aquino, ed è quest'ultimo di cui ti conviene avere almeno una minima infarinatura per capire certe questioni. Ti posso assicurare che ti si schiariranno di parecchio le idee, ma devi credermi sulla parola e cimentarti con onestà su san Tommaso (che - caso unico nella storia della teologia - ricevette i complimenti da Nostro Signore personalmente). Ti assicuro che non è difficile, visto che la Summa la scrisse per i suoi studenti, non perché volesse consegnare ai posteri un grosso librone.

      Oltretutto, ti conviene ritornare alla prima elementare, perché sei incapace di riconoscere le sfumature di un discorso e le astrazioni. Per esempio non capisci che l'espressione "il peccato è entrato nel mondo" non sta affatto parlando di una presunta "volontà" del peccato (ehi, ehi, oggi dove vado? oggi entro nel mondo, ehi, ehi!), tanto meno di una sua "attività" (cosa faccio oggi? uhm... oggi entro nel mondo, ehi, ehi!), ma di una circostanza dovuta alla volontà di esseri umani.

      "Fare esperienza del peccato", poi, è un termine che riguarda la singola persona e non è mai qualcosa di positivo. Meno "esperienza del peccato" fai, e più cresci nella santità. Considera che la Beatissima Vergine, pur vivendo una vita intera in un mondo inquinato dal peccato, non fece "esperienza di peccato": nacque senza macchia, visse senza macchia, ed in Lei il Creatore si compiacque, e perciò è perfettamente logico - ancor prima che la teologia cominci a spiegarlo - che sia Regina degli Angeli e dei Santi. Niente "esperienza del peccato".

      Invece l'insegnamento sbagliatissimo dei fondatori del Cammino è tutta un'ossessione sul "fare esperienza del peccato", sul "conoscere sé stessi" (sottinteso: mediante il peccato e mediante il supercatechistone che sadicamente ti imbratta di fango kikiano per tale obbligatoria "conoscenza").

      Laddove i fedeli cattolici sanno che il peccato rovina irrimediabilmente l'anima (e quando "fanno esperienza" del peccato si premurano al più presto di ripulire la propria anima dai detriti, riproponendosi di non cascarci mai più), i fratelli del Cammino vengono purtroppo addestrati a considerare inevitabile il peccato e perciò a banalizzare (sottilmente ma efficacemente banalizzare) la divina grazia (che esige di essere accolta con libertà, poiché non può diventare tua una salvezza che tu non desideri nella tua piena libertà).

      Riguardo alla mia anima, che te ne importa? Non è che Kiko è eretico solo perché il sottoscritto lo scrive su questo blog. Kiko e Carmen e i loro seguaci hanno liberamente abbracciato l'eresia, e sono eretici. Molti dei seguaci sono un po' meno colpevoli, perché sono stati ingannati dal Cammino e dai suoi "potenti appoggi", ma è proprio questo il motivo per avvisarli del veleno spirituale che stanno continuamente ingerendo.

      Tu vorresti indirizzarmi verso un imprecisato "bene", e ti confermo io stesso che vorrei volentieri dedicarmi ad altri temi di fede e della vita della Chiesa, ma finché il Cammino continua a spargere eresie nonostante Statuti pubblici e Direttori segreti e Paroloni di Circostanza (cioè di inganno e di menzogna), io non posso tacere e scappare altrove.

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    2. Nota importante: Kiko e Carmen sono sempre stati eretici, perfino se il sottoscritto dicesse il contrario, ed è anche per il bene della tua anima che esiste questo blog. Questo blog non avrà più ragione di esistere quando si verificherà uno di questi tre eventi:

      - Kiko si converte all'unica vera fede e rinnega con forza e pubblicamente gli errori (estremamente improbabile);

      - il Cammino viene scomunicato (un po' improbabile, vista l'attitudine di tutti gli ultimi Pontefici a tentare di far leva sul buon cuore dei neocatecumenali);

      - il Cammino esce dalla Chiesa (probabile, se Kiko osa qualche "colpo di testa": dopotutto lo scisma lui e i suoi seguaci ce l'hanno già in cuore da tanto tempo; Kiko lo aveva chiaramente minacciato riguardo al caso dei vescovi giapponesi che soppressero il suo seminario R.M., ecc.).

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    3. Un conto è il demonio, un altro il peccato originale e un altro ancora i peccati personali.
      Questi ultimi non sono 1 'malattia' con cui si nasce ma una DECISIONE della LIBERTÀ di ciascuna persona.

      "..
      5. San Tommaso a proposito della libertà dice che “non è portata al bene e al male alla stessa maniera: perché la tendenza al bene è assoluta e naturale; quella invece al male è un difetto, e contro l’ordine della natura” (Somma teologica, III, 34, 3, ad 1).
      Questo è mostrato dal fatto che in genere le azioni compiute dagli uomini sono azioni buone: lavorano, mangiano, studiano, parlano col prossimo, organizzano… Talvolta sono anche azioni cattive e cioè peccati.

      6. Il Catechismo della Chiesa Cattolica ricorda questo quando afferma: “Il peccato originale, sebbene proprio a ciascuno, in nessun discendente di Adamo ha un carattere di colpa personale.
      Consiste nella privazione della santità e della giustizia originali,
      MA
      la natura umana NON è interamente corrotta: è ferita nelle sue proprie forze naturali, sottoposta all’ignoranza, alla sofferenza e al potere della morte, e inclinata al peccato (questa inclinazione al male è chiamata «concupiscenza»).
      Il Battesimo, donando la vita della grazia di Cristo, cancella il peccato originale e volge di nuovo l’uomo verso Dio; le conseguenze di tale peccato sulla natura indebolita e incline al male rimangono nell’uomo e lo provocano al
      COMBATTIMENTO spirituale” (CCC 405).

      7. Venendo alla tua ultima domanda: l’inclinazione al male non è una colpa nostra, perché l’abbiamo ereditata. Sì, è vero, ma non di rado questa inclinazione viene rafforzata dai peccati PERSONALI.
      Dopo il peccato originale la libertà umana è indebolita.
      Ma a rimedio di questa debolezza Gesù Cristo ci dona la GRAZIA, di cui il minimo grado è sufficiente per superare ogni TENTAZIONE al male. In Cristo la libertà è restituita all’uomo nella sua integrità."
      (https://it.aleteia.org/2014/04/02/se-adamo-e-eva-hanno-peccato-anche-noi-siamo-peccatori/)
      ------------
      Padre Bellon ha "scopiazzato" 1 po' dal Catechismo CC.

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  5. Buongiorno sono un fratello che ha da poco finito questo percorso di fede,durato la bellezza di trent'anni. .eppure non posso non riconoscere che ci sia della verità negli articoli che pubblicate.Diciamo che mi trovo fortemente in confusione,i nostri catechisti ci dicono sempre che questa vostra e opera del maligno.Ma io non ne sono più tanto sicuro..

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    1. Perché, i tuoi catechisti apertamente citano Osservatorio?

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    2. Beh, persino nel Cammino sarebbe un bel problema a dire: «non andate su quel blog!» perché prima o poi qualche fratello potrebbe incuriosirsi...

      ...e scoprire che le verità di fede e la liturgia contraddicono enormemente l'insegnamento e la prassi del Cammino Neocatecumenale.

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    3. by Tripudio sei il mio idolo... anzi dovrei dire la mia IDOLA visto che sei una donna...
      ...ti sto per smascherare definitivamente...il mio dossier è quasi pronto...

      Sarai pagato con la stessa moneta con cui contratti continuamente.

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    4. Bravo, continua a mostrarci i veri frutti del Cammino Neocatecumenale: odio, maldicenza, giudizio, inganno, menzogna...

      Ti ringrazio anche per aver mostrato a tutti, dall'alto del tuo conigliesco anonimato, della tua illusione che lo "smascherare Tripudio" renderebbe improvvisamente cattolici e impeccabili il Cammino e i loro autoincaricati "iniziatori". Perbacco, questa sì che sarebbe Alta Teologia!

      Già che ci sono, ti ricordo che il tema di questo blog è il Cammino Neocatecumenale, non le persone che collaborano al blog.

      p.s.: non sono una donna e i vertici del Cammino lo sanno (è solo il club dei Pasqualoni ad essere ossessionato dallo scoprire la mia identità), e sanno anche che sono un emerito signor nessuno che non val la pena di rendere famoso perseguitandolo.

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    5. Anonimo9 novembre 2018 16:40

      by Tripudio sei il mio idolo... anzi dovrei dire la mia IDOLA visto che sei una donna...
      ...ti sto per smascherare definitivamente...il mio dossier è quasi pronto...

      Sarai pagato con la stessa moneta con cui contratti continuamente.

      Perchè non metti nome e cognome così tutti noi fuoriusciti vi vediamo, e sappiamo chi ci parla male lì dentro, così ci veniamo a chiarire le idee? Verranno anche tutti i cristiani della domenica e gli altri. Così... giusto per capire se siete veri e sinceri, oppure dissimulate e vi nascondete.
      Che ci vuole? Invece di smascherare, uscite voi dalle vostre maschere.

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    6. Forse ha solo letto l'articolo su come fare hacking dei siti web e ora si sente hacker provetto che scopre i segreti e le password e le identità...

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    7. Sentinella è un Fake, i cat sto' agente di viaggi non se li cagano proprio

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  6. Non sai quanto faccia bene, dare e ricevere il beneficio del dubbio.
    Apre porte chiuse e fà vedere dove lo sguardo non arriva.
    LUCA

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  7. Promemoria per tutti i neocatecumenali:
    a) quando San Paolo scrive "peccato" non si riferisce sempre allo stesso argomento. A volte parla del peccato originale ("il peccato è entrato nel mondo, per invidia del diavolo") a volte del peccato personale, che "abita" la carne in quanto deriva da essa. Kiko usa l'espressione "il peccato abita nell'uomo" che è ben diverso dal dire "il peccato che è nella carne". Infatti San Paolo dice "in me, cioè nella mia carne", proprio per non indurre nell'errore commesso volutamente da Kiko di confondere la carnalità, afflitta dal peccato con tutta l'essenza dell'uomo. Si sta infatti riferendo all'inclinazione al male.

    b) l'espressione "schiavo" è sempre associata al peccato originale, infatti prima della venuta di Cristo l'uomo era in un certo senso limitato nella scelta, non avendo in sé la forza del Battesimo. Le anime dei giusti che mai conobbero Cristo non potevano neppure entrare nella gloria divina perché il peccato originale aveva impedito anche questo.
    Infatti, dice San Paolo a persone battezzate, "non vivete più secondo la carne", cioè siete liberi, non più schiavi. Kiko, a dei battezzati dice invece "siete schiavi", "l'uomo è schiavo", mentre tutti i battezzati sono liberi di peccare o non peccare, sempre.

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  8. Giusta puntualizzazione BPS.
    Riflettiamo inoltre sul fatto che fu proprio Lutero a ritenere che il peccato originale si sostanziasse in fondo in un'inclinazione alla concupiscenza di cui l'uomo non si può liberare. È di questa concupiscenza di cui Kiko asserisce d'essere schiavo e, se parlasse solo di sé, non avrebbe tutti i torti.
    È questa concupiscenza dei sensi che lo porta irrefrenabilmente a peccare, a desiderare di peccare, a credere di non poter far altro che peccare, ad essere indulgente con il proprio peccato.
    Come già avreste dovuto capire, il catechismo di Kiko è imbevuto di luteraneaimo per quanto riguarda il concetto di peccato inestinguibile e di servo arbitrio (oltre che per molti altri aspetti già ampiamente spiegati nelle nostre pagine).
    Fate attenzione: quando dice che Cristo ha vinto la morte, intende solo dire che, per il suo sangue, siamo stati giustificati e mai una volta spiega che la giustificazione e la Grazia di Dio possiamo ottenerla solo con il sincero pentimento, con il fermo proposito di non ricadere nel peccato e con la confessione sacramentale.

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  9. Tripudio donna? Ho buttato anni anni della mia vita nella convinzione che fossi un uomo. Scusate signora se a volte sono stato un po' duro e poco cavalleresco. Approfitto per chiederle, come faccio da tempo, di parlarci della sua famiglia, del suo lavoro, della sua parrocchia, le cose di tutti i giorni. Sicuro di una vs celere risposta porgo distinti saluti. Jack

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    1. Questo blog è dedicato al Cammino Neocatecumenale.

      Infatti, quando qualcuno dei collaboratori ha parlato della sua famiglia, del suo lavoro, della sua parrocchia, era proprio per descrivere come venivano inquinate dal Cammino.

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  10. Marco:

    la Parola della Bibbia, anche quella di San Paolo, è affidata alla Chiesa e non a privata interpretazione.
    Noi a volte possiamo interpretare in modo giusto, ma a volte no.
    Le interpretazioni di Kiko nella maggior parte dei casi sono sballate.
    Leggere la Bibbia alla luce del Catechismo della Chiesa Cattolica è la cosa più sicura.
    Per l'argomento trattato il Catechismo del Concilio di Trento è eccellente.

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  11. Se per i cattolici la verità è semplice, un po' come Dio è semplice, l'anali della verità è immensamente complessa.
    Per il kikismo invece l'analisi della verità è così semplice da lasciar cadere le braccia.
    E' ripetitiva perché è "ferma", manca di vitalità.
    La teologia di Kiko è molto più primitiva di quella dei musulmani

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  12. Scusate ma voglio rivolgermi agli amministratori di questo blog....E' INAMMISSIBILE CHE QUALCUNO FACCIA MINACCIE NEMMENO VELATE A CHI SCRIVE SUL BLOG E NON VENGA , ALMENO, OSCURATO, SE NON DENUNCIATO ! QUESTO MODO DI COMPORTARSI, PER MINACCE, E' TIPICO DI SETTE E GRUPPI MASSONICI, ED È IL MOTIVO PER CUI ANCHE IO RESTO ANONIMO ! DIETRO DI VOI NON C'È ALCUN CRISTIANESIMO ! COME SI PERMETTONO DI MINACCIARE !

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    1. Beh, considerato che un anonimo che si infuria perché un altro anonimo ha minacciato un terzo anonimo, verrebbe proprio da dire: "come si permettono di minacciare!"

      Il fatto è che certi furbacchioni, in nome della buona educazione, vorrebbero che l'eresia non venisse chiamata eresia. Cioè vorrebbero che l'errore abbia gli stessi diritti della verità.

      Ora, chi concede all'errore gli stessi diritti della verità, con ciò stesso ha annullato la verità e ha lasciato campo libero solo all'errore.

      p.s.: piccolo off-topic: anche Nostro Signore fu - diciamo così - "maleducato", quando anziché cercare il dialogo con i farisei, li insultava: razza di vipere! ipocriti! voi avete per padre il diavolo e volete compiere le opere del padre vostro!

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  13. scusate è da giorni che volevo commentare questa frase di Kiko , che ho sentito e risentito fino a sfinimento e che mi ha fatto sempre male ben sapendo quello che succede nelle comunità

    "...tutti o quasi hanno un’amante; non così tra di noi, non siamo obbligati, non siamo schiavi del demonio in questo senso"

    Ma Kiko i piedi per terra non ce li mette mai?
    I catechisti delle comunità non potrebbero informarlo meglio?

    Gardate che le amanti o andare a "donnine" tutte le settimane o una volta al mese come se fosse un medicinale contro la depressione o non so cosa, i cari fratelli neocatecumenali lo fanno eccome (non tutti certo) e questo peccato se lo portano dietro per decenni!

    Cominciano al primo passaggio (la croce) e non terminano mai perchè ad ogni passaggio o convivenza con i catechisti gli sposi vengono interrogati uno dietro l'altro e si assistono a scene infernali. Pianti e mea culpa ipocriti.

    Allo sposo che cornifica la moglie, che magari ha figli su figli a cui badare e non ha modo nè tempo nè voglia di mettersi in baby doll(sono antico) e farsi trovare fresca e appettibile tutte le sere, cosi' da soddisfare le voglie del marito cornificatore vengono dette queste cose cose:

    1) "devi concederti a tuo marito" (e magari rischiare di avere ancora figli) "quando LUI te lo chiede, altrimenti lo spingi a peccare"
    2) "devi perdonare perchè siamo peccatori, tuo marito pecca andando a fornificare con altre donne e tu pecchi nel non concederti a lui"
    3) "devi perdonare il peccato di tuo marito"
    4) "fate un fine settimana da soli" (e i bambini stanno a casa con la baby sitter sotto pagata dalla comunità o ospiti dai fratelli , divisi in piu' famgilie se sono tanti).


    Ipocrisia !

    DG (mi dimentico sempre di firmare i miei post)

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    1. Confermo. È il motivo per cui mi hanno fatto avere orrore del matrimonio. Ero una giovane donna. Poi sono uscita, per grazia di Dio. Anonimo che ben sa

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  14. Cari tutti. Approfitto di questo argomento per dare un po' di luce sullo scopo del cammino: costituire comunità che diventino un uno e per questo siano luce per salvare questa generazione. Ciò è uscito dalla bocca di un catechista. Capito???? Non la salvezza dell' anima, non il trovare un rapporto personale con il Signore, nulla di tutto questo. E come posso ottenere questo scopo? Semplicemente annientando le persone e dandogli una nuova vita, una nuova famiglia, nuovi amici, allontanando tutti da loro, affetti, amicizie, carismi vari, tutto!!! Ecco da dove viene l'ossessione di chiedere continuamente di essere scrupolosi nello zelo verso il cammino. Se non ti annienti non funziona. Se vai a messa la domenica non va bene se segui un altra catechesi come ad esempio i 10 Comandamenti, sei allontanato. Se non fai la decima rischi di poter conservare qualcosa per fare del bene fuori, e allora tutto è distrutto. Perché nulla deve esistere (resistere) fuori. E tutto deve convergere nel cammino. Essere uno con i fratelli. Ci ho messo 20anni a capire. Cari frequentatori del cammino. Questa perla ve la sveleranno al passaggio del Padre Nostro. Nel quale vi chiederanno quanto zelo avete messo in queste cose: la messa ma SOLO il sabato (se vi venisse in mente di rispondere che anche solo qualche volta andate la domenica sarete bocciati!! ) la decima ( guai se aiutate qualcuno all' esterno della vostra comunità e per questo non riuscite a pagare la decima, sereste allontanati) la preghiera ma Solo quella prevista in comunità (se passate la vita in preghiera ma non con la comunità sareste comunque allontanati)... È questo che pensavate di raggiungere quando avete iniziato? È questo che vi hanno proposto alle catechesi? Scappate finché siete in tempo. Oppure prendete atto di dove vi vogliono portare e fate il cammino almeno con la consapevolezza di quello che è!
    M.A.

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    1. Ovunque ti trovi, qualsiasi cosa fai, e tutto ciò che è intorno a te, se sei nel Signore, sarà il Signore che ti farà diventare UNO con tutti. Perchè Dio è in tutti, e tutti sono in tutti, perchè è Dio che ci unisce. Basta essere in Gesù, e poi fare ciò che Gesù ci chiede. Infatti cosa si dice durante la Santa Messa: “Per Cristo, con Cristo ed in Cristo, a te Dio Padre Onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.
      Non serve annientarsi, non serve costruire una comunità ( come la intendono loro) per diventare uno. Noi, nel momento in cui siamo con Gesù, siamo già uno.

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  15. Ben rivisto, caro DG!
    "tutti gli uomini sono condannati alla morte e all'inferno."
    Questa espressione di Kiko non sarà mai sufficientemente deprecata. Che significa che tutti sono condannati alla morte e all'inferno? Mi pare velata disperazione della salvezza, o comunque minaccia, nei confronti dei camminanti, dell'Inferno se vanno fuori del Cammino Neocat.
    Ma la libertà dell'uomo?

    Per Kiko vale meno di niente.

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  16. Segnalo che, nell'immagine a inizio thread, quella che viene incensato è un plagio kikiano dell'icona dei tre angeli con personalizzazione dei tre volti (Carmen, Kiko e Pezzi).
    Questo obbrobrio sacrilego è stato portato nel Cenacolo e incensato.
    Non ho parole per commentare: bruttezza, blasfemia, oscenità in un'unica rappresentazione proprio nel Cenacolo di Cristo.

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  17. Amen

    2016
    Eravamo morti, sapete che tutti gli uomini sono morti:
    Eravamo (passato) lo traspone in siamo (eterno presente).

    2017
    La Scrittura dice che l’uomo è schiavo, non che l’uomo è cattivo,
    (eterno presente)

    2018
    tutti vivono per se stessi
    (eterno presente)

    Sintesi della dottrina kikiana in "Annotaciones"
    68. Le nostre membra sono state rubate dal demonio.
    (ndr. e ormai sono sue!)

    A chi ci oppone la Lettera ai Romani di San Paolo Apostolo, capitolo 7, 14ss., testo abusato da Kiko in modo insopportabile, in particolare quando dice:
    "se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me", un consiglio preliminare:
    Leggete TUTTA la Lettera ai Romani, da cima a fondo!

    Basta leggere anche solo i versetti immediatamente precedenti al brano a cui Kiko ama fare continuamente riferimento per meditare:

    Capitolo 7, 4b-6
    ...voi, mediante il corpo di Cristo, siete stati messi a morte quanto alla Legge per appartenere a un altro, cioè a colui che fu risuscitato dai morti, affinché noi portiamo frutti per Dio. 5Quando infatti eravamo nella debolezza della carne, le passioni peccaminose, stimolate dalla Legge, si scatenavano nelle nostre membra al fine di portare frutti per la morte. 6Ora invece, morti a ciò che ci teneva prigionieri, siamo stati liberati dalla Legge per servire secondo lo Spirito, che è nuovo, e non secondo la lettera, che è antiquata.


    Basta questo per capire che Kiko assolutizza ciò che in Paolo è solo una parte di un discorso e neanche la parte finale o il punto di arrivo di un percorso. Essa è piuttosto la descrizione del punto di partenza. Illumina qual è la situazione nella quale interviene e trasforma tutto la prodigiosa opera della Salvezza che è la possibilità per l'uomo di una "Vita nuova e Santa" che Gesù inaugura nel mondo col suo Sacrificio della Croce.
    La nuova creazione di cui nelle comunità non c'è traccia.
    Abbiamo dimostrato tante volte che il cammino è solo discesa, precipizio direi, negli abissi oscuri della conoscenza del male che abita nelle membra e alberga nel cuore dell'uomo, questa conoscenza è l'opera del cammino.
    Il cammino è Kenosi nei propri peccati. Paradigma il cieco nato e il fango. Catechesi del tempo della Traditio, ma Kiko ripete che il cammino è tutto lì.
    A quella conoscenza, infatti, si rifà in ogni tappa successiva.
    Ancora al Padre Nostro che dovrebbe sigillare - vivaddio! - nel cuore dei Neocatecumeni/"ancora per poco", essendo ormai alla fine del cammino, l'invocazione "Abba Padre", si rinnova con gli scrutini la ricerca nei candidati della acquisita consapevolezza di essere ineludibilmente figli del demonio e mentre - passati ormai uno o due decenni dall'inizio del cammino - si continua a fare la discesa e si guarda come una chimera lontana la scala che sale dal fondo della vasca battesimale dove è duro a morire l'uomo vecchio neocatekikocarmeniano.
    Ma morirà mai davvero? La domanda col passar del tempo diventa sempre più inquietante.
    Ma saliremo mai almeno il primo, anche solo il primo degli scalini della salita della rinascita battesimale del cammino di "riscoperta" del Battesimo sul modello del catecumenato antico che fino a oggi ci ha fatto solo scoprire i porci che siamo?
    Perché non lo chiedete a Kiko?

    CONTINUA....

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  18. La descrizione dell'uomo e della sua condizione nel mondo al di fuori della grazia è una descrizione passiva, una pura conoscenza sulla quale nessun potere ha l'uomo, poiché schiavo nelle sue membra del peccato non può neanche volendo compiere il bene. Kiko attinge a questo e si appoggia alla parola di San Paolo ai Romani tratta dal capitolo 7, ma come abbiamo visto neanche tutto il capitolo 7 dice solo questo.

    San Paolo fa sì una descrizione della situazione dell'uomo che non è fine a se stessa, conoscere per conoscere, come se questo fosse la Verità! (La Verità è Cristo e il suo Amore per noi che ci salva.)
    Tanto importante nella sua ineluttabilità che Dio, se la dimentichi, permetterà che tu pecchi e pecchi, anche se sei alla fine del cammino o lo hai finito da tempo se necessario. Per Kiko il cristiano adulto sa che è capace delle peggiori cose. Kiko stesso parla delle passioni che si scatenano nella sua carne spingendolo al peccato cosicché egli costringe, dopo cinquanta anni di apostolato, Dio a fare miracoli su miracoli per salvarlo dal precipizio verso il quale dirige con irresistibile attrazione la sua vita sempre.

    Ma San Paolo non percorre la terra per evangelizzare solo perché tutti conoscano questo. Ripeto questa è la partenza ma poi descrive l'opera di Dio, il disegno meraviglioso per l'uomo e il suo compimento, per il quale anche l'uomo deve fare la sua parte. Infatti San Paolo incita, invita, esorta chi lo ascolta e offre se stesso come modello. Molte volte dice che vorrebbe lo imitassero, come lui imita il Divino Maestro. Si pone come modello del gregge, e che modello! Come il vero buon pastore.
    Non come Kiko che non può chiedere di essere imitato, anche se tutti lì dentro lo scimmiottano.
    Non come Kiko che dovrebbe dire: predicate come predico e agite come mi vedete agire. Egli che non predica come agisce e non agisce come predica né predica bene.
    Una contraddizione vivente da cui scaturiscono le oscure angosce smaniose del suo Libro "Annotaciones" dal quale attingiamo una conoscenza di lui oltre le sue intenzioni. Ingannato dal credere che i contorcimenti del suo spirito malato potrebbero anche essere presi per improbabili "esperienze mistiche.
    .........

    RispondiElimina
  19. ........

    Riporto a riprova il capitolo precedente della Lettera ai Romani.

    Lettera ai Romani - capitolo 6

    1Che diremo dunque? Rimaniamo nel peccato perché abbondi la grazia? 2È assurdo! Noi, che già siamo morti al peccato, come potremo ancora vivere in esso? 3O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? 4Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. 5Se infatti siamo stati intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione. 6Lo sappiamo: l’uomo vecchio che è in noi è stato crocifisso con lui, affinché fosse reso inefficace questo corpo di peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. 7Infatti chi è morto, è liberato dal peccato.
    8Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, 9sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui. 10Infatti egli morì, e morì per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio. 11Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.
    12Il peccato dunque non regni più nel vostro corpo mortale, così da sottomettervi ai suoi desideri. 13Non offrite al peccato le vostre membra come strumenti di ingiustizia, ma offrite voi stessi a Dio come viventi, ritornati dai morti, e le vostre membra a Dio come strumenti di giustizia.14Il peccato infatti non dominerà su di voi, perché non siete sotto la Legge, ma sotto la grazia.
    15Che dunque? Ci metteremo a peccare perché non siamo sotto la Legge, ma sotto la grazia? È assurdo! 16Non sapete che, se vi mettete a servizio di qualcuno come schiavi per obbedirgli, siete schiavi di colui al quale obbedite: sia del peccato che porta alla morte, sia dell’obbedienza che conduce alla giustizia? 17Rendiamo grazie a Dio, perché eravate schiavi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quella forma di insegnamento alla quale siete stati affidati. 18Così, liberati dal peccato, siete stati resi schiavi della giustizia.
    19Parlo un linguaggio umano a causa della vostra debolezza. Come infatti avete messo le vostre membra a servizio dell’impurità e dell’iniquità, per l’iniquità, così ora mettete le vostre membra a servizio della giustizia, per la santificazione.
    20Quando infatti eravate schiavi del peccato, eravate liberi nei riguardi della giustizia. 21Ma quale frutto raccoglievate allora da cose di cui ora vi vergognate? Il loro traguardo infatti è la morte. 22Ora invece, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, raccogliete il frutto per la vostra santificazione e come traguardo avete la vita eterna. 23Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.

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  20. Altri brevi estratti dai successivi capitoli a chiusura del discorso.

    Lettera ai Romani - 8

    ... la legge dello Spirito, che dà vita in Cristo Gesù, ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte. 3Infatti ciò che era impossibile alla Legge, resa impotente a causa della carne, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e a motivo del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne, 4perché la giustizia della Legge fosse compiuta in noi, che camminiamo non secondo la carne ma secondo lo Spirito.

    5Quelli infatti che vivono secondo la carne, tendono verso ciò che è carnale; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, tendono verso ciò che è spirituale. 6Ora, la carne tende alla morte, mentre lo Spirito tende alla vita e alla pace. 7Ciò a cui tende la carne è contrario a Dio, perché non si sottomette alla legge di Dio, e neanche lo potrebbe. 8Quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio.

    9Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.

    12Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, 13perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete.

    Lettera ai Romani - 12

    1Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. 2Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.

    11Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore.

    Lettera ai Romani - 13

    12La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. 13Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. 14Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non lasciatevi prendere dai desideri della carne.

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  21. Carissimi NC vi consiglio di ascoltare Pax,vivamente, ne vale la vostra vita. Infatti Gesù ha detto:

    È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. 64 Ma vi sono alcuni tra voi che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65 E continuò: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio».

    Carissimi voi siete stati chiamati ad una Gloria immensa, di essere figli di Dio, non seguite falsi profeti che sono decaduti. Se il signor Kiko ha sentito qualcosa, dalla Nostra Madre Celeste, ecco che non ha fatto ciò che Ella chiedeva, e si è dato alle opere mondane. Le sue opere sono tutte davanti a voi. So che sentite Dio, anche lì dentro, ma Dio è ovunque, anche tra i Pagani e i Musulmani, Atei, Luterani ecc, ma è differente la Sua Presenza nell'ambito. Tutti noi siamo sue creature, ma Dio è nella Chiesa Cattolica in maniera piena. Come un grande fuoco dentro una stanza, immaginate, la stanza ( la Chiesa) dove è il fuoco ed è piena di calore, le altre stanze, da quelle più vicine, a quelle più lontane, ricevono il calore, ma d'intensità minore, e mano a mano che ci allontaniamo il calore diminuisce, ed aumenta il freddo. Così è con Dio. Potrebbe pure capitare, che uno da una stanza, passa ad un'altra, cioè entra in quella dove è il fuoco ( la conversione), OK! Lo stesso esempio lo dovete applicare, anche, dentro la Chiesa. Non tutti gli ambiti sono vicini al fuoco, ed una persona che era nella stanza del fuoco, potrebbe passare nelle altre stanze lontane. OK! Avete capito cosa vi voglio dire! Leggete attentamente Pax, ha riportato degli esempi, e chiedetevi: perchè una persona deve interpretare a quel modo San Paolo, forse sta manipolando qualcosa a convenienza?! Sapete che la prima cosa che deve fare il ladro, per poter entrare e rubare, è quella di camuffarsi, dissimulare, far vedere che è un poliziotto, ed incolpare il prossimo, così abbatte tutte le difese, e riesce ad entrare per derubare tutto e tutti? Sapete questo? Io vi dico: volete stare lì dentro, ok, restate, ma non piegate il vostro cuore, non date il vostro spirito nelle mani di altri, rimanete in Gesù, non vi consegnate nelle mani altrui, ma solo in quelle di Gesù. E se vedete qualcosa di storto, che non quadra con quanto vi ha detto Dio, riggettatelo subito dentro il vostro cuore, e pregate il Signore.

    Pace ai figli della ace. Dio è la Pace.

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  22. Concordo con te IPG. La bislacca dottrina che Kiko professa e diffonde è la prova più evidente che la Beata Vergine Maria non ha proprio nulla a che fare con le sue millantate e a mio avviso false "ispirazioni".
    A parte le molte contraddizioni e diverse versioni che ha fornito negli anni spudoratamente.
    Colpa grave è usare così il patrocinio della Madonna e ripetere che è stata sempre al loro fianco e ha fatto miracoli e miracoli per loro. Questa cosa proprio mi fa ribrezzo, prima e più di tante altre che pure meritano condanna. La impudenza di Kiko non conosce confini. Ma prima o poi dovrà rendere conto anche di questo. Ne sono certa.

    Pax

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  23. Per quanto riguarda il falso storico della devozione alla Madonna è il caso di rileggere quanto affermato da Kiko, e cioè che fu la Madonna di Lourdes a ispirare loro di scavalcare il controllo Vaticano dichiarando il cammino al servizio delle diocesi (cioè la Madonna di Lourdes avrebbe ispirato a Kiko l'ennesima ribalderia), quando poi invece nei discorsi di ringraziamento degli iniziatori alla consegna degli Statuti, ci furono elogi per tutti gli "amici" cardinali, ma neppure un piccolo grazie alla Madonna di Lourdes (e tutto ciò è dimostrato agli atti).
    Quindi, tutte menzogne, tutto fumo, ancora una volta è lo stesso Kiko a svelarlo, dal momento che le bugie hanno le gambe davvero corte.

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  24. Ho letto sul blog che spesso si accusa il cammino per discorsi relativi ai soldi, prove, collette decime e quant'altro.
    Eppure il Vangelo di oggi parla proprio di questo.
    "In quel tempo, Gesù, seduto di fronte al tesoro [nel tempio], osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
    Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere»
    Non è l'unico passo in cui Cristo, per seguirlo, dice che bisogna staccarsi dai beni terreni. Perché se lo dice Kiko è eretico? È anche vero che le prime comunità cristiane mettevano in comunione i propri beni materiali. Se la scrittura dice che è più facile per un cammello passare dalla cruna di un ago piuttosto che un ricco entri nel regno di Dio allora credo che sia meglio non arricchirmi a questo punto.
    Marco

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    1. Sei un grande moralista kikiano caro Marco! Cristo non ha detto di spogliare i poveri per arricchire "il tempio", chi ha orecchi per intendere intenda! Ex veste bianca

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    2. Marco qui nessuno afferma di non aiutare la Propria Chiesa.
      Qui si sottolinea il fatto che il cristiano sia libero di decidere in che modo ,quando e in che misura dare questo aiuto.
      Nel cammino si applica una regola che dal secondo passaggio diventa obbligatoria ed imposta per obbedienza ai catechisti e a favore unico ed esclusivo del cammino neocatecumenale,sotto forma di decima parte delle entrate dei catecumeni.
      Capisci la differenza?
      LUCA

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    3. Ma sti soldi serviranno per autosostentarsi suppongo, anche per i seminari ecc ecc. Poi se uno è libero di andarsene se non è d'accordo dove sta il problema? Io se vado in palestra pago una quota, se non mi va di pagare non ci vado più. Mi pare una cosa ovvia no?
      Marco

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    4. Carissimi. Questo è il Vangelo di oggi, ma costui si è guardato bene di parlare di tutto. Vi invito ad ascoltarvi l'Angelus del Papa, che ha parlato bene del senso del Vangelo, in particolare di chi opprimeva le vedove facendosi consegnare le decime. Io non gli dico più nulla, altrimenti fa la vittima.

      Dal Vangelo secondo Marco
      Mc 12,38-44

      In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».

      Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.

      Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

      Parola del Signore

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    5. Marco stasera sono ironico, mi sento allegro, meglio così!

      Ascolta questo mio messaggio, e cerca di capire.

      https://www.youtube.com/watch?v=KYaM3hWI3LE

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    6. Io invece vorrei che Marco ascoltasse questo :

      https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2018-11/commento-vangelo-domenica-tempo-ordinario-fabio-rosini-11-11-18.html

      Frilù

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  25. Marco, perdonami, ma devo dirti che hai un poco troppo le idee confuse.

    Prima cosa agisci per timore, e questo non va bene, quando dici che credi sia meglio non arricchirti, perché i ricchi non entrano facilmente nel regno dei cieli.
    Più volte con pazienza infinita by Tripudio ha spiegato che non è affatto vero che Gesù chiede a tutti di lasciare i propri beni per seguirlo, né ogni volta che parla delle ricchezze ne parla nella prospettiva della sua sequela. E porta l'esempio di Zaccheo, che decide autonomamente di restituire con gli interessi il maltolto ma non di vendere tutto e Gesù non glielo chiede affatto, o di Giuseppe di Arimatea, il quale doveva essere molto ma molto ricco per offrire a Gesù una sepoltura regale; anche il famoso centurione romano, odiato dagli israeliti non doveva passarsela male, malvisto com'era dal popolo. Ma il Vangelo approfitta di lui per dimostrare che Dio non fa preferenza di persone, Dio guarda il cuore, anzi Gesù di lui dice: "Non ho trovato una fede così grande in tutto Israele, va il tuo servo vive!" Gesù non chiede "nessun segno in denaro" al centurione come a nessuno di quelli per cui ha fatto miracoli, eppure fa capire che li salva, per la loro fede.
    Kiko è eretico perché, come tu dimostri, prende espressioni dei Vangeli funzionali al suo potente cammino, e le assolutizza, vanificando tutto il resto o cancellandolo proprio.
    (Eresie sono state nella storia anche aver preso una verità e averla resa assoluta: ad esempio: per la Chiesa Cattolica Gesù Cristo è Vero Dio e Vero Uomo. Ora basta affermare una sola di queste cose - che pure è vera - negando l'altra e si è eretici).

    Eretico è Kiko, quindi, per infiniti motivi, tanti quante sono le sue miopi teorie, le sue bislacche predicazioni piene di imprecisioni e colpevoli omissioni. Bravo a martellare sui temi che gli stanno a cuore. Bravissimo a oscurare verità a lui scomode e sono tante!

    Concludendo.
    Kiko partendo dalla Parola dice che
    Per seguire lui (Kiko) bisogna staccarsi dai beni materiali.
    Che le sue comunità, poiché le comunità primitive mettevano tutto in comune, devono fare la decima obbligatoriamente, se no non c'è cammino neocatecumenale (quanto poi la decima serva per la comunione tra i fratelli o siano destinate ad altro....sempre al solito "altro" del potente cammino è tutto un capitolo a parte sul quale tante pagine di testimonianze abbiamo scritto in questo blog).

    Ti invito accoratamente a stare bene in guardia. L'ultima parola del tuo commento dovrebbe farti riflettere. Lo vedi? Kiko, gira e rigira, è riuscito a portarti al punto che si era prefissato....tu dici
    ALLORA CREDO CHE SIA MEGLIO NON ARRICCHIRMI A QUESTO PUNTO
    Per me significa che sei cotto al punto giusto per sentirti in colpa quanto basta. Ogni volta che gira il sacco nero per te sarà una liberazione poter mettere denaro, tanto, tutto, quanto più puoi.
    E questo Kiko vuole da te e da tutti i camminanti.

    Ora, dopo tutti questi bei discorsi, sapresti spiegarmi perché Kiko che conosce le verità di fede meglio di te e di me per il 2017 ha chiesto per il potente cammino (e per se') € 500.000, per il 2018 € 1.000.000 ( presumo che per il 2019 saranno €1.500.000...e così via).... "ALTRIMENTI DOVRÒ FERMARE L'EVANGELIZZAZIONE"?
    queste le sue testuali parole.

    Pax



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  26. A proposito del fatto che dal cammino uno sia libero di andare via, convinzione dell'ottimo Marco che lui deduce non so da cosa, visto che, a suo dire, non è in cammino e neppure conosce a sufficienza il cammino, papa Francesco nel 2014, rivolto ai neocatecumenali, disse:
    “La libertà di ciascuno non deve essere forzata, e si deve rispettare anche la eventuale scelta di chi decidesse di cercare, fuori dal Cammino, altre forme di vita cristiana”.
    Chissà perché papa Francesco fece questa raccomandazione? Marco avrà una risposta anche per questo, ovviamente.

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  27. Per Marco.
    Cosa fa il cammino con sti soldi io non lo so e neanche tu se dici “suppongo”.
    Però se li usa per sostenersi, come suppone ma non sà il nostro Marco, allora chi non è in grado di sostenere il cammino è meglio che cambia aria ?
    E si perché se il cammino è una palestra che se vado metto una quota, se poi non pago mica pretendo di andare a scrocco, quindi è giusto che il padrone del cammino, nella persona del catechista, dice o paghi o fuori dalle palle.
    Marco sei stato chiarissimo.
    Solo che il cammino non è una palestra ma è un “ITINERARIO DI FORMAZIONE CATTOLICA RICONOSCIUTO DALLA CHIESA”.
    Pensa un po’ , non è una palestra, oppure si ?
    Che dici Marco come lo definisci il cammino neocatecumenale?
    Perché se è Chiesa non ci sono rette da pagare e non ti caccia via nessuno, se invece è una palestra, allora il discorso cambia, o paghi o te ne vai.
    “Poi se uno è libero di andarsene se non è d'accordo dove sta il problema?”
    Il problema non esiste per le palestre.
    Per le realtà di fede è un pò più complicato di come lo spieghi tu.
    Pensa che noi ex-catecumeni eravamo sicuri di essere nella Chiesa e abbiamo prese per buone le parole dei catechisti che ci hanno detto “Odia tuo padre e tua madre”, “fuori dal cammino non c’è nulla”, “chi esce si consegna al demonio”, “per chi abbandona lo attende l’inferno” o come dice Don Pezzi nell’ultimo annuncio di inizio anno :“Se non fate bene il cammino neocatecumenale dovrete rifarlo in Purgatorio”, “il cammino ti fa diventare cristiano con la fede adulta”,etc,etc,etc.
    Ora tu dici che è una cosa ovvia lasciare qualcosa su cui non sei d’accordo, come la mettiamo con tutte quello che ci hanno propinato durante 10-20-30 anni?
    Ci crediamo o non ci crediamo?
    Ci sentiamo maledetti da Dio e dai suoi rappresentanti sulla terra (i catechisti laici del cammino) ?
    Oppure tu mi confermi che hanno detto una marea di cavolate?
    E se poi succedono tutte le cose che ci hanno messo sul capo ?
    Una domanda, ma secondo te è giusto lanciare “anatemi e maledizioni” su chi vuole cambiare “palestra”?
    LUCA

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